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Autore: FairyCleo    03/12/2019    2 recensioni
Dal capitolo 1:
"E poi, sorprendendosi ancora una volta per quel gesto che non gli apparteneva, aveva sorriso, seppur con mestizia, alla vista di chi ancora era in grado di fornirgli una ragione per continuare a vivere, per andare avanti in quel mondo che aveva rinnegato chiunque, re, principi, cavalieri e popolani".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le bizzarre idee di Bulma
 
Bulma non aveva fiatato per tutto il resto della serata. Dopo la reazione di Chichi, non aveva osato aprire con lei ulteriori argomenti “scomodi”. Aveva visto la sua amica distrutta ma pienamente consapevole di quanto avesse patito e sofferto per colpa di una delle persone più buone e gentili che la turchina avesse mai conosciuto. Bulma aveva pagato da bere per lei tutta la sera, noncurante degli sguardi stupiti del cameriere che faceva la spola dal loro tavolo al bancone e viceversa. Voleva che la sua amica si sfogasse, che tirasse fuori tutte le sue preoccupazioni e le sue frustrazioni, che si sentisse finalmente libera.
Pazienza se aveva dovuto chiedere aiuto al cameriere per farla salire in auto. Non le importava di averle retto la fronte mentre vomitava in maniera poco elegante sul marciapiedi davanti casa. E pazienza se suo marito l’aveva guardata con disappunto e sconcerto: Chichi aveva sentito il bisogno di sfogarsi e, per una volta, andava bene in quel modo.
“Tsk! Diciamo che non era quello che avevi immaginato, vero?” – le aveva detto Vegeta, sarcastico, mente la metteva a letto completamente vestita. Non era la prima volta che si ritrovava in quella situazione: mettere a letto una Chichi sfinita come se fosse stata una bambina di cinque anni non era una novità, ma vederla così sfatta, con ii capelli unticci di sudore e l’abito sporco di vomito non era il massimo. Come poteva essersi ridotta in quel modo per un decerebrato come Kaharot non riusciva a capirlo. O, forse, lo capiva sin troppo bene.
“Oh, lascia stare! Mi si è stretto il cuore nel vederla in queste condizioni… Povera cara… Non se lo merita!”.
“Tsk… Ancora convinta che Kaharot sia un santo?”.
“Vegeta…” – non le piaceva il tono ironico usato dal marito, ma non poteva dargli tutti i torti: Goku non si era comportato bene con la sua famiglia, e continuava a farsi i fatti suoi chissà dove e con chi! Ma che aveva in testa quello zuccone?
Lui aveva fatto finta di non sentire il tono canzonatorio con cui lo aveva chiamato sua moglie, anche perché sapeva benissimo di aver perfettamente ragione, così come sapeva che lei non lo avrebbe ammesso mai e poi mai, neanche sotto tortura.
“I ragazzi sono a letto” – aveva cambiato discorso lui – “TUTTI. E dovresti andarci anche tu”.
“Sì, ma Chichi…”.
“Lasciala risposare, donna… Non la rapirà nessuno. Fidati, la rispedirebbero indietro dopo meno di dieci minuti ammettendo di essersi sbagliati. Anzi, offrirebbero a noi del denaro pur di farcela riprendere!”.
“MA SEI UN MOSTRO!” – aveva urlato lei, dandogli un pugno su un pettorale.
“Sì…” – aveva risposto lui, prendendole i polsi e fissandola intensamente negli occhi – “Sono un mostro”.
Non c’era rancore nella sua voce, non c’era risentimento. E Bulma si era pentita di aver detto una cosa del genere, nonostante stesse scherzando. Con mestizia, aveva posato la guancia su quel petto poderoso, spingendolo a stringerla con forza e tenerezza allo stesso tempo, inspirando il suo odore e lasciando che lui facesse lo stesso, con fermezza e timidezza allo stesso tempo.
Un lungo silenzio era calato tra loro due. Sembrava che fossero lì, da soli, che Chichi non fosse lì, sdraiata sul letto con ancora i vestiti addosso, che nell’altra stanza dormissero Gohan, Goten e Trunks, che lì vi fossero anche i genitori di Bulma.
Esistevano solo loro due, e niente avrebbe potuto separarli.
“Tesoro…”.
“Mmm?”.
“Sai che non mi arrendo, vero?”.
“Pensi davvero che io ti conosca così poco?” – aveva detto lui, tra il seccato e il divertito, mentre alzava lo sguardo al cielo.
“E ho una mezza idea…”.
“Un’altra?” – non che la prima (il voler parlare con Chichi) avesse sortito l’effetto sperato.
“Penso che debba conoscerlo, tesoro”.
“Tsk! Non so a cosa tu ti stia riferendo” – in realtà temeva di saperlo, ma non aveva osato pensare che lei potesse arrivare a tanto”.
Invece lo sai… Hai detto di conoscermi” – lo aveva preso in giro, guardandolo negli occhi.
Lui sembrava improvvisamente teso. Era certa che avesse capito quali fossero le sue intenzioni. Avrebbe approvato?
“Donna… Stai attenta a quello che fai. Non è una cosa che riguarda solo noi. Anzi, non ci riguarda affatto”.
Avrebbe voluto chiedergli se ne era sicuro, ma aveva preferito tacere. Sì, Bulma era certa che avrebbe fatto la cosa giusta. Per Gohan, Goten, Chichi e anche per suo marito.
“Sta' tranquillo, tesoro, ho tutto sotto controllo come sempre.  E sappi che, qui a casa, ho già tre sfere del drago pronte l’occasione”.

 
*

Il mattino seguente, Bulma aveva aspettato che Chichi si riprendesse, le aveva preparato qualcosa da mangiare, le aveva dato due pastiglie per il mal di testa (non era abituata alle sbronze) e le aveva esposto il suo piano senza esitazioni, chiedendole di non infuriarsi e di ponderare bene quanto le aveva detto.
“Ho intenzione di chiedere a re Kaioh un permesso speciale per far venire Goku qui sulla Terra per un po’ di tempo”.
La mora non si era strozzata con il beverone post-sbornia preparatole da Bulma per pochissimo. Ma era impazzita? E tutti i discorsi che aveva fatto la sera precedente – e che ricordava benissimo – erano finiti alle ortiche?
“Tu sei pazza”.
“No, io voglio che quello scellerato capisca cosa si sta perdendo. Senti, Chichi, questa non è una situazione normale. Niente di quello che ci è capitato, ci capita e ci capiterà, è normale! Siamo sposate con degli alieni! Dunque, perché lasciare che Goku se ne stia nell’Aldilà come farebbe un defunto normale? Abbiamo salvato le chiappe degli dei centinaia di volte, ci devono un favore! E Goku non può sottrarsi”.
“Tecnicamente può…”.
“Sì, ma non lo farà. O lo riporterò in vita senza il suo permesso e poi lo ucciderò con del ramen avvelenato, farò in modo che lui non possa mantenere il suo corpo nell’Aldilà così, nonostante la sua permanenza in Paradiso, patirà le pene dell’Inferno perché non potrà allenarsi con i più forti guerrieri di un tempo. Pensi che per lui sia abbastanza infernale, questa cosa, Chichi?”.
Doveva ammettere che fosse un piano abbastanza diabolico. Ma faceva acqua da tutte le parti. Perché re Kaioh avrebbe dovuto acconsentire a una sua richiesta e per giunta a una così singolare? Perché Goku avrebbe dovuto acconsentire a tornare sulla Terra, poi? Giusto per fargli piacere? Sarebbe stato orribile forzarlo… E poi, lei non era certa di volerlo vedere. Pensava davvero quelle cose che aveva detto la sera prima su di lui, e non aveva intenzione di affrontarlo. Non era pronta. Ma capiva il punto di vista di Bulma: la sua amica voleva che Goku capisse cosa si stava perdendo, che riflettesse e che conoscesse Goten. Ma se fosse stato peggio? Se il suo bambino avesse sofferto ancora di più, dopo, nel rendersi conto cosa aveva affettivamente perso?
“Chichi, ascolta… So che sei arrabbiata, che hai paura e che pensi sia una cattiva idea, ma io voglio parlargli. Voglio dirgliene quattro e penso che voglia farlo anche tu. So che non è la stessa cosa, ma non pensare che per me sia facile. Lo conosco da sempre… E mi manca… Ma vorrei anche prenderlo a schiaffi, e non mi farò sfuggire questa occasione! Deve conoscere suo figlio, poi! Goten se lo merita! Deve sapere chi lo ha messo al mondo. Forse, a quel punto, si sentirà meno solo”.
“Io… Bulma…” – non era convinta. Goten era pazzo di Vegeta, sempre presente e sempre attento, perché avrebbe dovuto accettare suo padre, Goku, ammesso che avesse deciso di tornare? Perché i geni erano gli stessi? Avrebbe voluto dirgli questa e tante altre cose, ma il fuoco che ardeva nelle pupille della turchina sembrava indomabile. A quel punto, la mora aveva ceduto. Forse, alla fine dei conti, mettere un punto a quella storia sarebbe stato meglio per tutti.
“E sia…”.
“SAPEVO CHE AVRESTI CAPITO! FORZA! Chiamiamo Baba! Sono certa che, alla fine, ogni cosa andrà al suo posto!”.
“Sì…” – aveva sussurrato lei, seduta al tavolo della cucina, mentre Bulma si accingeva a recuperare qualcosa dalla sua borsetta, in corridoio – “Andrà tutto… bene”.

 
*

Avevano deciso di non dire niente a Goten: avrebbero fatto tutto da sole e avrebbero fatto in modo che Goku arrivasse sulla Terra il giorno del compleanno del piccolo che, tra l’altro, sarebbe stato tra una settimana. In più, avrebbero cercato le sfere del drago mancanti e le avrebbero tenute da parte per l’occasione: Goku avrebbe potuto ripensare alla sua decisione e restare così sulla Terra, e volevano essere pronte a ogni evenienza.
Le due donne erano più decise che mai a far sì che tutto funzionasse al meglio, o quasi. Perché, se Bulma era sempre più determinata a portare a termine la sua missione, Chichi non era altrettanto entusiasta, ma ormai non poteva farci proprio niente. Secondo la turchina, non potevano aspettare che, un bel giorno, Goku mettesse la testa a posto e decidesse di farsi resuscitare. Affatto! Certo, qualcuno avrebbe potuto obiettare dicendo che erano tanti i bambini a essere cresciuti senza il padre, ma c’era da dire che, a differenza loro, Goten e Gohan avevano l’opportunità di riaverlo indietro e che lo strano modo di ragionare di Goku stava facendo in modo che i suoi figli non sfruttassero quel colpo di fortuna.
Chichi sperava che suo marito si convincesse a tornare sui suoi passi e si assumesse definitivamente le proprie responsabilità? Forse, ma non voleva ammetterlo neanche a se stessa. Del resto, aveva detto ad alta voce di odiarlo. Però, quando Bulma le aveva detto di aver parlato con re Kaioh e di aver avuto esito positivo si era sentita venir meno.
“Bisogna che Goku sia d’accordo” – aveva aggiunto, e le aveva suggerito di scrivergli qualche riga, in modo da convincerlo a tornare. Lei non aveva esitato e aveva preso carta e penna per spiegargli il motivo di quella richiesta, infilando nella busta le foto dei due figli, sottolineando che tutti loro aspettavano con impazienza che lui facesse ritorno a casa.
Quando si erano incontrare con Baba, la sera dopo, sulla terrazza di casa Brief – Bulma aveva convinto Chichi e famiglia a trasferirsi da lei per tutto il resto della settimana – la mora aveva creduto di impazzire per colpa dell’ansia. E se Baba avesse perso la lettera? Se non avesse potuto consegnarla? O, peggio ancora, se a Goku non fosse importato niente delle sue parole?
“Stai calma, amica mia… Andrà tutto bene!”.
Ed era andata bene per davvero. Bulma, da gran ruffiana, aveva riempito la strega Baba di complimenti e regali, blandendola con i suoi sorrisi e con un rispetto che era dimostrare a pochi. Diciamo che, per quanto aveva potuto capire Chichi, l’anziana donna si era convinta a consegnare la lettera dopo che la turchina le aveva donato una settimana di villeggiatura in un esclusivo villaggio riservato a pochi eletti, con tanto di Spa, vista mare e una sfilza di giovanissimi e avvenenti camerieri che avrebbero fatto perdere la testa anche alla donna più fedele e timorata del pianeta.
“Consegnerò la lettera” – aveva detto, assaporando già il momento in cui avrebbe sorseggiato cocktail a bordo piscina – “Ma non aspettatevi troppo da me… Oltre alla risposta di Goku, ovviamente. Purtroppo, mie care, sapete meglio di me quanto sia difficile far ragionare quello zuccone”.
“Lo spero tanto!” – aveva esclamato Bulma, speranzosa.
“Dimmi una cosa, Baba…” – aveva detto Chichi, seria – “Tu frequenti Goku, non è vero?”.
“Bè, sì, di tanto in tanto ci vediamo…”.
“E lui… Ti ha mai chiesto di noi?”.
Il silenzio seguito a quella domanda era valso più di mille parole. Come avrebbe fatto, Baba, a confessare a quella donna che non era mai stata nei pensieri del suo uomo?
“Goku è molto impegnato, Chichi…”.
“Capisco…”.
“Consegnerò la lettera, ragazza mia. E incrocerò le dita per te”.
Non restava altro che attendere con pazienza la risposta del Son, arrivate a quel punto, ma la risposta di Baba alla domanda di Chichi aveva lasciato le due terrestri con una spiacevole sensazione di angoscia sulla pelle.
“Andiamo a casa, Chichi…” – Bulma le aveva messo una mano sulla spalla, cercando di trasmetterle forza – “Sono sicura che andrà tutto bene”.


Continua…
 
Eccomi qui, ragazzi!
Come avete trascorso il fine settimana? Io ho già montato albero, presepe e decorazioni varie ed eventuali: adoro il Natale, LO ADORO!!
Ma torniamo alla storia: altro tuffo nel passato. Mmm… Bulma è proprio convinta di quello che sta facendo, Chichi un po’ meno. Io sono d’accordo con la mora, ma chi lo sa? Alla fine, Bulma potrebbe anche avere ragione…
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto!
Un bacino
Cleo

 
   
 
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