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Autore: Skulls    04/12/2019    0 recensioni
Salve questa è la prima parte di una storia, se vi piace inserisco altri capitoli, Un uomo di nome Matt Parker si risveglia in uno strano contesto, in un luogo sconosciuto, senza memoria e circondato da strani individui che non parlano la sua lingua: che cosa farebbe un’altra persona al suo posto?
In seguito si scoprirà che la sua amnesia è solo momentanea, dovuta ad un incidente. Man mano che scaverà nei suoi ricordi, si accorgerà di avere una vita molto diversa rispetto a quel che pensava. I misteri si faranno sempre più fitti quando un rider iracheno lo andrà a cercare in questo luogo per condurlo a Los Angeles, verso un’avventura unica e per niente scontata.
Scoprirà di essere leader di un gruppo di uomini straordinari e si ritroverà, senza esserne consapevole, in un’ultima missione che avrà lo scopo di recuperare un codice estremamente importante e vendicare la moglie assassinata.
Numerosi colpi di scena spingeranno il giovane eroe in una nuova sfida che cambierà il destino del mondo, e lo accompagneranno verso un finale inaspettato, alla ricerca di un amore perduto.
Questo libro thriller e di spionaggio, ci accompagnerà in varie città, tanti intrighi e misteri.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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4 SQUADRA SPECIALE G. I. T. S. “Se insisti, ti racconto quello che so. Ti prego lasciami parlare, poi se vuoi mi farai altre domande. Ti ho già detto che siamo soldati, Matt. Ma non semplici cadetti: eravamo i migliori dell’esercito americano! Abbiamo fatto svariate missioni, tu nel tuo campo non avevi rivali. Infatti in breve tempo il comandante ti mise al capo del suo protone, eri uno dei più grandi strateghi che io avessi mai conosciuto, non hai mai fallito un obiettivo, fino a quando… fino…” Samir cominciò a singhiozzare, era in evidente difficoltà. Iniziò a sudare e tremare con la voce, non riusciva a dirgli quale cosa terribile era successa, fino a quando Matt lo richiamò, e gli pregò ancora una volta di andare avanti, e di non interrompersi. “Ci arriveremo, ma con calma, prima devi sapere una cosa. Le nostre abilità, soprattutto le tue, non sono passate inosservate. Tanto da essere convocato dal segretario della difesa nazionale, il sig. Button e dal comandante, i quali lavoravano ad un progetto estremamente riservato. Stavano formando una squadra di super soldati, e a te ha proposto di essere il capo di questo team d’élite, tutti con abilità particolari. Tu dopo una notevole attenzione e valutazione dei rischi, dopo circa un paio di giorni, hai accettato perché per te rendere giustizia al mondo è la cosa che conta di più, fratello. Abbiamo eseguito allenamenti che vanno oltre la soglia del dolore, ci hanno fatto anche un milione di test psicofisici, ci hanno preparato a tutto, ci chiamavamo i G. I. T. S. (Ghosts In The Shadows). Quando le squadre speciali fallivano, lì dove neanche le squadre di mercenari migliori riuscivano nella missione, quando c’era bisogno di scendere all’inferno, allora chiamavano noi. Una squadra anonima, composta di fantasmi. Eravamo invisibili, facevamo parte di un settore di governo che agiva nell’ombra, il reparto c5, ed eravamo finanziati dai capi delle élite mondiali, che salvaguardavano anche i loro interessi. Tutti volevano una fetta, potevamo anche decidere di non accettare una missione, avevamo risorse illimitate che il governo prelevava dai fondi comuni. Essendo anonimi a volte infrangevamo anche la legge, non avevamo permesso di fare casino, ma rispondevano tutti al signor Smith, il quale rispondeva a sua volta al segretario della difesa mondiale, il signor Button. Era una rete calcolata nei minimi dettagli.” “Cosa?” Esclamò Matt incredulo. “Aspetta, non è finita mio caro amico, il bello viene adesso! La nostra squadra disponeva dei migliori scienziati e geni che lavoravano a delle armi potenziate, tutto estremamente top secret. Avevano creato delle nano tute, che ci rendevano una specie di superuomini. Sembra un film, ma credimi è tutto vero.” “Ma cosa stai dicendo? E chi siamo? Dei supereroi? Ed io dovrei credere a tutto questo che mi dici! Scommetto che non devo fare domande, vero?” “Prendimi in giro, te lo concedo, fratello. È tutto vero, il tatuaggio che hai dietro la schiena, quella valchiria, rappresenta l’angelo che veglia sui soldati. Te lo sei fatto quando eravamo nei G. I. T. S. come un portafortuna, e quando ti tornerà la memoria, vedremo chi riderà per ultimo.” “Allora, se devo crederti, dimmi sig. Superuomo, perché sei solo? E non c’è la squadra che avevamo?” “È questo quello che cercavo di dirti, la squadra non esiste più!” Disse Samir mentre si sedeva su una sedia impolverata. “Vedi, stavo arrivando al dunque. Tu non hai mai fallito un obiettivo, ed eri il migliore, ma il tuo ego una volta ti ha fatto commettere un grave sbaglio.” “Quale errore, Samir? Dimmelo!” “Un giorno come tanti, una missione come tante, ricordo che avevi avuto una discussione con tua moglie, e non eri il solito meticoloso Matt. Insomma, eri un po’ meno concentrato, non avevi neanche il solito sigaro portafortuna. Mentre ci trovavamo in ricognizione attorno al perimetro di una ex base militare in Libia, ricordo che un nostro uomo di nome Liam, il più giovane della squadra e ultimo arrivato, per farsi notare da te, ecco… lui azzardò una mossa sbagliata, finendo per sbaglio su una mina a pressione, e tu non l’hai fermato! Te lo ricordi Matt?” Improvvisamente Parker cadde a terra e si mise le mani in testa, Samir corse subito in suo soccorso gridando mentre lo scuoteva fra le braccia in attesa di un cenno, fin quando Matt, con una voce commossa e sottile sospirò: “Harris... Liam Harris!”, Samir rabbrividì istantaneamente, un fremito gli percorse la schiena, e sbalordito disse: “Matt, hai ricordato! Non ho parole! Dimmi, cosa ti ricordi fratello?” “Ricordo che è stato un errore imperdonabile, lui era il più ingenuo di noi, non era ancora pronto per venire in missione, gli ho sempre negato di aggregarsi alla squadra, non era ancora giunto il momento… è stata colpa mia!” “No, fratello! Non seguì le istruzioni di rimanere nel cargo armato, non è stata colpa tua!” Matt iniziava a ricordare, ed a liberare quei ricordi fu proprio quella storia drammatica, quella che lo svegliava nel cuore della notte, quel senso di colpa che lo spinse nel baratro, era quella la sensazione di vuoto che aveva e che andava colmata. Mentre ricordava, pensò anche alla frase di Samir che in un primo luogo non fece caso, infatti ancora sconvolto lo guardò negli occhi e gli disse: “Hai detto mia moglie, Samir? Sono sposato? E come si chiama?” Matt era in evidente stato confusionale, guardava la fede che aveva al dito e si faceva tante domande. Ma l’amico, ancora scosso dai brividi, abbassò lo sguardo a terra e disse : “Mi dispiace d'essere portatore di brutte notizie, Fratello...” Matt non ci vide più dalla rabbia, ed improvvisamente con un altro scatto si alzò, afferrò Samir per il petto, e lo spinse con una forza straordinaria nella parete di fianco al letto, e gridò: “Non chiamarmi sempre fratello! Non ti conosco! E dimmi cosa sai di mia moglie, sta bene?” Samir sembrava inerme di fronte a tanta rabbia, e sussurrò... “Si chiama Penelope... Penelope Rivera, è messicana... e… ha trentacinque anni, vivevate insieme a Los Angeles.” “Penelope? Non mi ricordo!” Disse mentre lo lasciava, strattonandolo e gettandolo a terra. “Fammi spiegare, Matt, non c’è tempo. Dobbiamo andare, ti racconterò strada facendo.” “Andare? Andare dove? Cosa succede!? E come sta Penelope?” Chiese di nuovo Matt, capendo però che, dallo sguardo dell’amico, non erano buone notizie. “A casa, fratello! Dobbiamo tornare a casa, abbiamo una cosa da fare, ma ora non c’è tempo, devi fidarti di me. Abbiamo un compito da svolgere, c’è in ballo il destino del mondo! Tranquillo, ti spiegherò tutto strada facendo, ti dirò di Penelope, ma ora per favore devi venire con me Los Angeles, il comandante sig. Smith ci attende!” “Hai detto Smith! Ora inizio a ricordare... anche se è un po’ annebbiato, mi ricordo le guerre del passato, ma soprattutto ora mi ricordo di te! Amico mio, da sempre al mio fianco!” Disse Matt mortificato per quanto accaduto, e si scusò per la rabbia di prima, giustificandosi dicendo che con tutte quelle informazioni era turbato. Samir ancora disteso sul pavimento, si alzò e gli disse di non preoccuparsi, che l’unica cosa importante era il suo ritorno nella squadra. Matt disse: “Va bene, amico, torniamo a casa! Mi spiegherai strada facendo. Ora non ne posso più! Riprenderemo il discorso un’altra volta. Preferirei partire domani, ora sono confuso.” I due passarono la notte in locanda, rifocillandosi e trascorrendo il tempo a raccontarsi altre cose del passato, e man mano i particolari venivano a galla. Matt iniziava ad acquisire ricordi, decisero di prendersi una piccola pausa dalla storia estremamente complessa. Il mattino seguente, i due ritrovati buoni amici si alzarono di buon’ora, e si incamminarono verso casa, il passato ormai era ad un passo dall’essere svelato.
   
 
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