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Autore: Mary Raven    05/12/2019    1 recensioni
In seguito alla morte di Oberyn Martell davanti ai loro occhi, quattro Serpi delle Sabbie, accecate dalla rabbia, si scagliano contro la Regina Cersei e i soldati Lannister.
La punizione subdola scelta da Cersei è la Barriera. Le donne non sono adatte alla Barriera, lì vengono stuprate e muoiono, come successe a Danny Flint. Proprio per questo Cersei ritiene sia una punizione adatta ai Martell.
Ciò che non può immaginare è che una delle ragazze non è una Sand, ma una Targaryen.
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Jon Snow/Rhaenys Targaryen (attenzione: non c'è nessun incesto, basandoci sui libri Jon non si è ancora rivelato figlio di Rhaegar ma nella mia storia non lo sarà affatto)
Pairing secondari: Daenerys/Jorah, SanSan, Arya/Gendry
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Rhaenys Targaryen, Sorpresa, Vipere delle Sabbie
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 3. Arrivo al Castello Nero

 

Arrivate al Castello Nero, la Barriera torreggiava su di loro e si stendeva da tutti i lati, abbracciando il territorio circostante come un grande gigante di ghiaccio. Era mattina e, con quella particolare inclinazione del sole, risultava di un blu intenso. Incuteva quasi timore.
Tuttavia non ci fu molto tempo per fermarsi a guardarla, dato che i Guardiani della Notte stavano già aprendo il cancello ai due reclutatori.

“Ci siamo” mormorò Nym, preoccupata, dietro alle spalle di sua cugina. Anche Rhaenys iniziò a sentirsi terribilmente agitata e tesa, mentre vedeva il grosso ingresso cigolante aprirsi e un gran numero di persone radunate in cortile che si allenavano.
Il Castello Nero, più simile a una Fortezza, accoglieva le nuove arrivate con un'atmosfera tetra e grigia. Le sue enormi torri si innalzavano di diversi metri ma nessuna di loro sembrava stabile, come tutto il resto della costruzione.
Rhaenys spronò il proprio cavallo a seguito di Gueren e così fece Tyene. Appena varcarono il cancello tutti i presenti si voltarono, uno alla volta, finché ogni uomo presente non si accorse definitivamente di loro.
Quasi tutti rimasero a bocca aperta, altri sembravano pensare a uno scherzo, ma non era possibile fraintendere; le Serpi delle Sabbie indossavano degli abiti neri e sulle cintole portavano ognuna un’arma diversa. Sembravano quattro Guardiani della Notte in gonnella. Era chiaro che fossero lì per diventare delle specie di consorelle.
Rhaenys si guardò bene attorno e, tra i visi scuri di quegli uomini, fu stupita di vedere un’altra donna, una giovane ragazza come lei che stava attaccata a un grosso ragazzo. Era vestita con abiti poveri, ma aveva due occhi gentili e sperduti.
Anche oltre il parapetto c’era una donna in età avanzata, affiancata da una bambina e da un’altra donna, dai capelli rossi e il vestito scollato. Non sembrava provare freddo, nonostante il vento gelido della prima mattina.
Rhaenys deglutì quando notò che si era formato un cerchio di curiosi attorno a loro e che i Guardiani avevano iniziato a mormorare. 

“Quanto ti piace scherzare, Gueren?” domandò un uomo sulla cinquantina, affacciandosi dalla loggia. Aveva occhi chiari e freddi come il ghiaccio, e una minacciosa espressione arcigna. Doveva avere una qualche importanza lì. I suoi occhi granitici passarono in rassegna delle ragazze e infine si fermarono su Rhaenys, squadrando il suo corpo in un modo così viscido da farla rabbrividire. “Dimmi un poco, quando hai battuto il tuo grosso capoccione? Sei inciampato da qualche parte nella capitale o ti ha colpito un grosso masso nei pressi della Valle?”

“Ho solo portato carne fresca e profumata, Ser Alliser Thorne” esclamò Gueren, con il suo solito modo di scherzare che le dorniane avevano imparato bene a conoscere. In seguito, però, Gueren sembrò capire che non era il momento di scherzare e che Ser Alliser pretendeva delle risposte, come il resto dei presenti. “La Regina Cersei Lannister manda queste ragazze come reclute. La Barriera, o una morte certa.”

Un brusio si sollevò tra i Guardiani della Notte, mentre le ragazze restavano in silenzio, in attesa. Persino Ser Allister Thorne non sapeva cosa dire. “La Regina?”
Improvvisamente un ragazzo dai capelli neri iniziò a farsi strada tra i confratelli e si avvicinò fino a finire a pochi passi dalle Serpi. Rhaenys, che aveva notato il movimento alla sua destra, si voltò verso il nuovo spettatore e rimase senza fiato.
I suoi occchi e quelli di lui si incrociarono nello stesso preciso momento, come se si fossero attratti in mezzo a tutta quella folla.
Il ragazzo doveva avere pochi anni in meno di Rhaenys. Era bello, non il maschio più bello che avesse mai visto, ma c’era qualcosa in lui che Rhaenys non riuscì bene a decifrare. Era alto, sicuramente molto più di lei, e aveva un fisico ben compatto, si riusciva a intravedere nonostante i vestiti pesanti.
Anche lui si era fermato a guardarla intensamente, sembrava colpito da qualcosa. I suoi occhi erano così penetranti che Rhaenys sentì il proprio cuore accelerare e, a un certo punto, fu costretta a guardare altrove.

Giusto in tempo, un uomo accanto alla donna in rosso si avvicinò quanto più possibile al parapetto e intervenne nella discussione. “Direi che la moglie del mio fratellone defunto è impazzita” obbiettò con un espressione saccente. La moglie del mio fratellone defunto. Rhaenys si voltò verso di lui a occhi spalancati; eccolo, Stannis Baratheon. Non era quello che si aspettava di vedere, in effetti. Aveva sentito dire che lui era inflessibile, duro e testardo. Suo zio Doran aveva raccontato di come Stannis fosse riuscito a prendere Roccia del Drago, che era in brutti rapporti persino con i fratelli e quindi Rhaenys credeva di trovarsi davanti a un uomo orribile e di vedere qualcosa di malvagio in lui, eppure non c’era assolutamente nulla. Era semplicemente un uomo alto e brizzolato, dagli occhi scuri e severi. “Io sono il Re Stannis Baratheon e come tale ti ordino di riportare indietro queste povere ragazze.”

Gueren quasi gli rise in faccia, irriverente come pochi nei Sette Regni. “E quale Re dei tanti mi assicurerà che queste giovani non verranno giustiziate?” domandò. In quei giorni di viaggio si era un poco affezionato alle quattro dorniane. “Mi dispiace, ma se io obbedissi a tutti i Re che sbucano a Westeros sarei già incasinato. Quindi posso solo preoccuparmi di chi è seduto sopra il Trono e, finché respirerò, mi assicurerò che queste ragazze restino qui.”

“Questo è un affronto bello e buono da parte della Corona, una mancanza di rispetto ai Guardiani della Notte … Sappiamo tutti cosa successe a Danny Flint.” Il ragazzo moro alla destra di Rhaenys, era stato lui a parlare. I suoi occhi correvano da Stannis a Gueren, neanche si soffermavano più sulle ragazze.
Effettivamente nessuno si era preoccupato di chiedere loro cosa pensassero. Erano donne.

“Grazie, Lord Jon Snow, morivamo dalla voglia di sapere cosa ne pensi, ovvietà su ovvietà” obbiettò Ser Alliser Thorne, il tono annoiato.

“Noi non siamo Danny Flint” dichiarò Rhaenys, prendendo coraggio, a voce ben alta in modo da essere sentita chiaramente. Jon Snow tornò a guardarla, ma non aggiunse nulla, forse perché non si aspettava una replica.

“C’è ancora una cosa che non capisco, reclutatore” riprese Stannis, “cosa hanno fatto di così grave per essere mandate qui?”

Gueren si voltò a guardare le quattro Serpi, con cui si scambiò degli sguardi d’intesa. Gli avevano confidato alcune cose in quei giorni. “Il motivo ufficiale è che hanno quasi attaccato la regina.”

“Sarebbero utili nel mio esercito " sibilò Stannis, facendo ridere alcuni dei suoi uomini. “Il motivo non ufficiale?”

“Attriti tra Casate” precisò Gueren, tuttavia restando abbastanza vago.

Stannis smise di ghignare e sollevò un sopracciglio. Ora guardava direttamente nella direzione delle ragazze. “Venite da Dorne, giusto? Mi sembra abbastanza ovvio dal vostro aspetto” osservò, iniziando a scendere i gradini per raggiungere le nuove arrivate in cortile. “Posso sapere i vostri nomi?”

Obara sospirò e scese rapidamente dal cavallo, prima andare incontro a Stannis Baratheon. "Il mio nome è Obara Sand, figlia del principe Oberyn Martell," disse e fece cenno alle altre ragazze, "e queste sono le mie sorelle". Anche Rhaenys, Tyene e Nymeria scesero dal cavallo e Rhae si rese conto di essere a pochi passi da Jon Snow.
 
Stannis Baratheon non poteva nascondere un velo di sorpresa alla notizia. Aveva già sentito parlare di Oberyn e delle sue figlie combattenti. "Voi siete le famose Serpi delle Sabbie" esclamò, compiaciuto della propria conoscenza.
 
"Ha sentito parlare di noi", osservò Nym, stupita.

"Ovviamente, è inevitabile. Si parla spesso di Dorne quando si pianifica una conquista e se si parla di Dorne, si parla anche delle figlie del principe Oberyn. So che vostro padre è morto, vi comunico il mio dispiacere, ma so anche che ha combattuto come campione di Tyrion Lannister e che ha quasi sconfitto Gregor Clegane".
 
"L'aveva sconfitto", ci tenne a precisare Tyene, "ma era troppo accecato dalla vendetta". Nessuna delle ragazze ha chiesto il permesso di parlare né si è scusata per essere intervenuta, infatti, Stannis non sapeva se sentirsi offeso dalla loro irriverenza o ammirato dalla loro sicurezza.
Certamente i nemici di Cersei Lannister e dei suoi figli bastardi diventavano automaticamente suoi amici, e inoltre il popolo dorniano poteva essere un alleato prezioso, il più prezioso.
 
"La regina sorrise quando Gregor Clegane frantumò il cranio di nostro padre e io non ci vidi più dalla rabbia", aggiunse Obara, sollevando il braccio e mostrando il moncone, coperto da una sottile benda.
 
Stannis annuì, fingendo comprensione. "Capisco, è stato molto sciocco, ad essere onesti, ma capisco. Sicuramente una storia più coinvolgente di quella dei ladri e degli stupratori". Infatti, il Baratheon aveva appena avuto un'idea. "So che nella vostra terra i bastardi di Dorne sono considerati quasi uguali ai nobili. Quindi, facciamo un esempio: contrattare con voi sarebbe come contrattare con vostra cugina Arianne Martell? "
 
"Arianne è principessa erede di Dorne, noi siamo solo Sand", ha cercato di sottolineare Obara, deglutendo rumorosamente. Il suo pensiero era andato a sua cugina, proprio dietro di lei; Rhae non avrebbe mai negoziato con un Baratheon. Non in quel momento e non in quella situazione almeno.
 
Un uomo dalla barba grigia e gli occhi gentili si fermò alla destra di Stannis. "Interessante, eppure siete tutte molto irriverenti, non vi siete nemmeno inchinate a re Stannis Baratheon", notò scontento.
 
"Pensavo che non ci fossero re a cui inchinarsi alla Barriera", rispose Rhaenys, il tono duro.
 
"L'unico che non si è inchinato è il rappresentante dei bruti e ora sono nostri prigionieri."
 
Rhaenys, tuttavia, continuò a scuotere il capo, ancora più ostinata. "Noi non rappresentiamo Dorne, soprattutto non alla Barriera. Il nostro inginocchiarci non significherebbe nulla. Se volete Dorne, provate a prenderla, come hanno fatto i Targaryen."
Se ci riuscite, ha aggiunto mentalmente.
 
L'uomo con gli occhi gentili non sapeva più come rispondere. "Sono senza parole, sono veramente sconcertato da tanta ..."
 
"Oh Ser Davos, sono solo ragazzine molto impulsive, ne hanno passate tante e hanno appena perso il padre", è intervenuto Stannis. Non era comprensione, anzi cercava di provocarle chiamandole "ragazzine", sottovalutandole. "Mai inchinati, mai piegati, mai spezzati, giusto? Questo è il detto di Casa Martell." Guardò le ragazze e alla fine si fermò su Rhaenys, che si era rivolta a lui a muso duro. "Facciamo così, solo una di voi dovrà inchinarsi in rappresentanza delle altre. Non chiedo troppo, vero?".
 
Rhaenys fissò Stannis, ma Obara non poteva permetterle di inchinarsi. Doran non avrebbe approvato perché Rhae era la sua candidata al Trono. "No, lei no. Mi inginocchio io. Dopo tutto, sono la maggiore." Detto questo, senza esitazione, si mise in ginocchio davanti a Stannis Baratheon, sotto gli occhi stupiti delle sorelle.
 
L'uomo sollevò gli occhi compiaciuto e annuì con approvazione. "La punizione di Cersei ti ha reso più saggio delle tue sorelle, Obara Sand. Ora alzati." Poi, quando Obara fu di nuovo in piedi, si è rivolta ai fratelli dei Guardiani della Notte presenti, in particolare a Ser Alliser Thorne. "Mi sembra chiaro che c'è poca scelta. Fuori di qui, sono praticamente già morte. Devono rimanere? Rimarranno."
 
Rhaenys vide Jon Snow scuotere la testa, visibilmente indignato e turbato da quella decisione.

 

Rhaenys e le sue cugine furono scortate da Gueren stesso nella Torre del Lord Comandante. Ora non era occupata da nessuno in seguito alla morte di Lord Mormont e Ser Alliser Thorne aveva pensato che quello sarebbe stato un luogo adatto alle Sand. C’era una stanza in più che poteva essere assegnata a loro. La priorità assoluta era quella di non lasciarle dormire in mezzo agli uomini per evitare il più possibile un caso simile a quello di Danny Flint. La regina non aveva lasciato altra scelta e loro dovevano organizzarsi di conseguenza.

Le ragazze entrarono a seguito di Gueren nella stanza e si accorsero che era completamente spoglia, eccetto una sedia, un tavolo e due brande, che avrebbero dovuto condividere. Le mura sembravano pericolanti, come il resto della fortezza, e i loro giacigli puzzavano di muffa. Tyene storse il muso e Nym fece cenno di vomitare.

“Qui è dove dormirete” dichiarò Gueren, lanciando occhiate scettiche alle ragazze. Non si sarebbero abituate subito alle scomodità del Castello Nero, ma almeno si sarebbero sentite più a loro agio rispetto agli ultimi giorni di viaggio.

“Che bello, sono commossa” commentò Tyene con sarcasmo, prima di lanciarsi su una branda scricchiolante. “Tuttavia meglio di ciò che c’è fuori, quindi credo che non uscirò mai più da questa Torre.”

“Il tuo piano è quello di morire qui dentro? Geniale. Peccato che domani comincerete gli allenamenti” replicò il reclutatore e, quando si accorse che nessuna di loro gli avrebbe risposto, insistette. “Nessuno si preoccuperà o curerà di voi, mettetevelo bene in testa. Non avrete servitori che vi porteranno il cibo e non potrete più fare il bagno con i vostri bei oli profumati. Domani vi aspettano in cortile, dovrete esserci e nessuno verrà a chiamarvi di persona.”

“Non abbiamo bisogno di allenarci, possiamo sistemare ciascuno di quei pivelli senza allenamento” si vantò Nym scivolando supina sulla branda opposta a quella di Tyene.

Gueren grugnì e roteò gli occhi. “Siete sempre così arroganti? Mi dispiace, ma tutti devono allenarsi qui, anche quelle imbattili come voi” scherzò il reclutatore, prima di lasciare le ragazze ai loro affari.

“La parte più delicata è andata, ora siamo ufficialmente reclute dei Guardiani della Notte” sbuffò Obara sfinita e si lasciò cadere sulla branda di Nym. Le due sorelle cercarono di adeguarsi nello stesso spazio con un poco di fatica, ma alla fine ci riuscirono. Quelle brande erano strettissime e sembrava quasi di dormire a terra rispetto ai letti profumati, ampi e comodi di Dorne.

“Quello è un maiale” borbottò Rhaenys a denti stretti.

Tyene sbuffò. “Senti Rhae, cara mia, so che i Baratheon non ti stanno tanto simpatici, ma potresti rilassarti un secondo? Vieni a stenderti accanto a me” ordinò, indicando lo spazio libero sulla sua branda, anche se sua cugina non sembrò intenzionata a obbedire.

“Non parlo di Stannis Baratheon, ma di Ser Alliser Thorne. Ci ha messe qui così che quando diventerà Lord Comandante potrà vederci quando vuole. Magari mentre siamo nude o mentre dormiamo, è inquietante.” Più il discorso procedeva più il tono di Rhaenys si faceva stizzito. Si sentiva paranoica. Il viaggio, il Castello Nero, Stannis Baratheon e tutto il resto, erano troppo. “Questa camera non ha neanche una porta!”

“Sono abituata a farmi vedere nuda dagli uomini” tagliò corto Nym.

“Io no” sbraitò Rhae, mentre una donna spuntava alle sue spalle con un bambino in braccio. Si trattava della giovane che aveva visto in cortile, quella che sembrava gentile e innocua. La ragazza in questione si pietrificò come una statua davanti all’entrata; non ci voleva un genio per capire che nella stanza c’era un bel clima teso e lei non voleva essere di troppo. I suoi occhi scrutarono velocemente il posto, prima di tornare sulle dorniane. “Scusate, non volevo interrompere i vostri discorsi. Il mio nome è Gilly e sono qui di passaggio con mio figlio. Pensavo … In realtà io e Sam, entrambi, pensavo che vi avrebbe fatto piacere una guida femminile. Non so se posso tornarvi utile, forse sì, altrimenti posso andarmene immediatamente. Sto straparlando.”

Rhaenys prese un respiro profondo e cercò di ricomporsi. “No, anzi sei molto gentile, Gilly. Potrebbero farci comodo dei nuovi amici.” In effetti, Gilly aveva un viso molto carino e sembrava proprio una brava ragazza, il tipo di ragazza di cui riesci a fidarti immediatamente. “Siediti, coraggio. Posso prenderlo in braccio?” chiese, indicando il bambino, mentre Gilly si andava a sedere sulla sola sedia nella stanza. Gilly annuì fiduciosa e lasciò scivolare il neonato sulle braccia di Rhaenys, con estrema delicatezza.
La dorniana sorrise davanti al faccino calmo del neonato e iniziò a dondolarsi finché lui non si addormentò nelle sue braccia. Sapeva tenere bene i bambini, visti tutti quelli che erano arrivati nella sua famiglia, da Trystane alle figlie piccole di Ellaria e Oberyn.

“Sam è il ragazzo grosso che stava vicino a te in cortile?” indagò Tyene.

“State insieme?” domandò Nym, gli occhi pieni di malizia. Gilly arrossì e si coprì il viso.

“Basta essere invadenti, voi due” Obara sgridò entrambe, prima di rivolgersi alla bruta con più calma. “Scusale, sono state troppo fuori dal mondo negli ultimi giorni.”

 “Tuo figlio è adorabile, come si chiama?” domandò Rhaenys, sinceramente interessata alla creatura che teneva in braccio.

“Lui è il mio piccolo Sam” disse Gilly con un sorriso orgoglioso. Rhaenys sorrise a sua volta e tornò a dondolare il piccolo.

“Sam è il padre?” si impicciò Nymeria, sotto gli occhi ammonitori di Obara. “Insomma, i Guardiani non possono avere donne e figli, giusto?”

Gilly divenne ancora più rossa e per un momento sembrò in seria difficoltà, prima di arrivare a confessare: “No, in effetti mio padre era il padre del piccolo Sam.”

Rhaenys rimase a bocca aperta e con lei anche le altre. “Oh … c-certo, non c’è da vergognarsi, anche i Targaryen si sposavano tra fratelli e sorelle.” E lei era una Targaryen, anche se questo non poteva dirlo.

“Cavolo, a Dorne siamo molto aperti, ma questo è proprio strano, immaginate Arianne incinta di suo padre” sussurrò Nym e solo in seguito si beccò una gomitata forte dalla sorella maggiore.

 

 

Jon, Eddison, Grenn e Pyp si recarono nella stalla, raggiunti poco dopo anche da Sam, che poco prima si era fermato a discutere con Gilly. Della scena in cortile non avevano detto nulla sino allora, fino a quando Sam non tornò da loro tutto affannato.

“Gilly voleva andare dalle Sand e le ho suggerito di portarle a fare un giro per il castello” iniziò a spiegare frettolosamente. “Insomma, chissà quanto saranno confuse, non deve essere facile ...”

“Dove sono state messe?” domandò Jon, interrompendolo bruscamente, senza preoccuparsi di nascondere una certa preoccupazione. Aveva molto caro il concetto dei Guardiani della Notte, erano alleati e confratelli giurati, ma si fidava di pochissimi di loro. Molti non vedevano donne da un’eternità e solo un cieco non avrebbe notato che quelle ragazze non erano affatto brutte, anzi esattamente il contrario.

“Nella Torre del Lord Comandate” disse il suo migliore amico, attento alla reazione di Jon, “ordine di Ser Alliser Thorne. Dice che saranno più al sicuro lì che nelle celle di Hardin.”

“Scemenze” grugnì Jon e, quando i suoi amici si voltarono verso di lui, si affrettò a spiegare. “Crede di diventare Lord Comandante e di stare in quella Torre, così potrà vedere tutto ciò che fanno. Capite cosa intendo?”
Era chiaro cosa intendesse Jon, tanto quanto erano chiari gli intenti di Ser Alliser.

”Certo che capiamo” confermò il suo amico Pypar. “Avete visto come guardava quelle ragazze, come il viscido che è. Guardava soprattutto quella molto bella, piccolina di statura, messa bene davanti.” Jon gli rivolse un’occhiataccia. “Insomma lei, quella che Jon ha fissato tutto il tempo” concluse Pyp con un sorrisino chiaramente provocatorio.

Jon si accigliò e si preparò a negare con tutte le sue forze, ma Eddison intervenne subito in sua difesa. “Come dare torto a Jon, voglio dire sono tutte molto carine.”

“Quella che sembra un maschiaccio non mi fa impazzire” decretò Pyp, dopo un lungo ragionamento.

“Io farei qualcosa anche con lei” ammise Grenn con un sorriso malandrino sulla faccia che fece ridere anche Sam. “Insomma si dice che le dorniane siano molto focose a letto. Chissà se ancora profumano di Dorne …”

Jon sbuffò e si passò una mano sulla faccia. “Non sono per noi, quindi toglietevele subito dalla testa, non fate pensieri strani e non parlatene con nessuno. Inizierà in maniera molto innocente e spiritosa, qualcuno noterà i loro corpi, gli farà dei complimenti e poi si confronterà con gli altri ragazzi. Capiranno che vogliono tutti la stessa cosa e quando ne troveranno una da sola …” Jon inorridì, non riusciva neanche a pensarci. Anche i suoi amici divennero improvvisamente silenziosi e iniziarono a capire che quello che Jon diceva era terribile e poteva succedere in qualsiasi momento. La Barriera non è un posto per donne.

“Le proteggeremo noi” concluse Sam, gonfiando il petto con presunto coraggio, sotto gli occhi scettici degli amici.

 

“Avete già qualcuno che vi porta il cibo in camera?” domandò Gilly, cercando di coprire bene suo figlio Sam che aveva appoggiato momentaneamente sulla branda di Tyene e Rhaena.
Si era quasi fatta sera, faceva freddo e lei aveva trascorso tutto il pomeriggio con le Serpi, sedute sopra i due letti, conversando e facendo conoscenza. Avevano parlato di qualsiasi cosa non riguardasse il Castello Nero; le ragazze avevano raccontato di Dorne e della loro infanzia, Gilly aveva soprattutto ascoltato e si era ripromessa di visitare Dorne almeno una volta prima di morire. Sembrava un luogo meraviglioso e i suoi abitanti ancora di più; indipendenti, accoglienti, aperti agli altri ma soprattutto liberi. Non c’erano troppe etichette o regole e potevi andare a letto con chi ti piaceva, nessuno ti avrebbe guardato male.
Ora, però, era quasi ora di cena e lei iniziava a morire da fame.

“Non c’è una sala dove si mangia qui?” domandò Nym, dubbiosa.

“Certo che c’è, ma Sam mi vuole nascondere dagli altri uomini. Dice che meno mi vedono, meglio è. Inoltre sono una bruta e potrei non essere gradita dai membri più anziani.”

“Sciocchezze” scattò Obara.

“Questo non è giusto” replicò Rhae a braccia conserte. “Ormai siamo alla Barriera e dovremmo poter mangiare dove mangiano gli altri, a prescindere da dove veniamo e dal fatto di essere donne. Non possono recluderci in questa Torre.”

Tyene, che con Gueren aveva espresso il desiderio di restare nella propria stanza, si sentì improvvisamente sfidata a fare il contrario. “Esatto! Poi Gueren ha detto che dobbiamo imparare a cavarcela. Inizieremo uscendo da questa Torre e andando a mangiare con tutti gli altri.”

“Sam non apprezzerà” mormorò Gilly, pensierosa, “e sicuramente neanche Jon.”

Rhaenys si fece improvvisamente interessata. “Intendi Jon Snow?” Quattro paia di occhi confusi e sorpresi si rivolsero a lei e Nym sorrise con malizia. Rhaenys ci mise un poco a capire cosa aveva detto di strano. “Cosa c’è? So il suo nome perché è stato pronunciato da Ser Alliser Thorne in cortile.”

“Eppure io non me lo ricordavo, perché?” domandò Tyene, divertita.

“Perché tu non eri impegnata a fissarlo tutto il tempo e perché lui non ricambiava con altrettanta intensità il tuo sguardo” concluse Nym, che in cortile era stata tutto il tempo a cavallo dietro sua cugina e quindi aveva avuto il tempo di notare un poco di cose.

Rhaenys arrossì lievemente. “Non so di cosa tu stia parlando.”

“Fingerò di crederti.”

Obara era quella più confusa della situazione. Lei non aveva notato proprio nessun ragazzo. “Chi è questo Jon Snow? Vi riferite a quello con i capelli lunghi e ricci che ha nominato di Danny Flint?” domandò, dubbiosa e Nym fece una risatina, confermando.

“Era molto bello, non posso averlo notato solo io” sbottò Rhae, incredula.

Obara sbuffò. “Preferisco le donne.”

“Preferisco i tipi abbronzati” replicò, invece, Tyene.

Nym non disse proprio nulla, anzi continuò a sghignazzare senza ritegno.

Così Rhaenys concluse che era meglio far finta di niente. “Lui e Ser Alliser Thorne non sembravano andare molto d’accordo” osservò, tornando a rivolgersi a Gilly.

La bruta fece spallucce. “Sam dice che quei due sono in conflitto da quando Jon è arrivato qui. Ser Allister non piace a Jon, come non piace a te.”

“Perché è alla Barriera?” domandò Rhaenys, con il cuore che batteva un poco più forte. Dentro di sé sperò che lui non fosse lì per aver fatto qualcosa di brutto, altrimenti ci sarebbe rimasta male. Nella sua testa erano partite una serie di fantasie che … Sette Inferi, si sentì una ragazzina.

Gilly sembrò un attimo confusa. “Chi? Ser Alliser?”

Nym sospirò. “No, lei intende Jon Snow ... ovviamente.”

Rhae continuò a ignorare sua cugina e fece un cenno a Gilly, come per incoraggiarla a raccontare, e lei iniziò a spiegare: “Ha scelto lui di venire. Lui è un bastardo della Casata Stark, ma come potrete ben immaginare i bastardi non vengono trattati come a Dorne.” La bruta fece una piccola pausa e Rhaenys sentì il dispiacere, immaginando una vita da bastardo a Nord. “Sam mi ha detto che Lady Stark lo trattava molto male e lui non poteva restare a Grande Inverno con suo fratello Robb, erede di loro padre, anzi voleva rendersi utile e ha scelto di seguire la causa dei Guardiani della Notte.”

“Non sarà stato facile per lui” osservò Rhae, con una mano sopra il cuore. Non poteva sapere come aveva vissuto Jon. Lei era stata trattata letteralmente come una regina dai suoi zii, perché era figlia di Elia, perché continuavano a sostenere i Targaryen e quindi ritenevano lei legittima erede al Trono di Spade. Tuttavia Rhaenys era molto brava a mettersi nei panni degli altri e poteva solo immaginare il dolore di Jon.

“Vuoi andare a consolarlo, piccola dolce Rhae?” domandò Tyene, maliziosa, e Rhaenys roteò gli occhi annoiata, ma segretamente divertita. “Le tue gambe sono pronte a aprirsi per la prima volta?” continuò Tyene, senza rendersi conto di quello che stava dicendo e soprattutto alla presenza di Gilly.

“Sei vergine, Rhaena? Come è possibile? Sei assolutamente bellissima, avrai avuto così tanti ragazzi che ti morivano dietro …” iniziò Gilly, prima di essere interrotta velocemente da Obara.

“Ho fame, andiamo a mangiare” esclamò la maggiore delle Serpi. Rhaenys, che intanto si era sentita molto a disagio, ringraziò sua cugina mentalmente.


 

   
 
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