Anime & Manga > Rozen Maiden
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Autore: Phobos_Quake 3    06/12/2019    0 recensioni
Ambientato tra la prima e seconda stagione della serie classica (2004). Un ragazzino di dodici anni, chiamato Mitsuo, trova in una villa abbandonata una bambola. Una volta caricata, questa prende vita e si presenta come il prototipo di Rozen Maiden. Non avendo un nome, Mitsuo la ribattezza Rei, ignorando completamente i suoi veri propositi!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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***
 
 
Casa di Mitsuo, soffitta, interno, giorno.
 
Panoramica su varie cianfrusaglie all’interno della soffitta. Inquadratura fissa sul grosso specchio ovale, che s’illumina, e da esso escono Rei e Mitsuo. Il ragazzino, quando riapre gli occhi, rimane molto sorpreso nel ritrovarsi nella soffitta di casa sua.
 
Mitsuo: [sorpreso]
M… ma… ma questa è la soffitta di casa mia! Ma come hai fatto?  
 
Rei:
Me l’ha spiegato Rozen, prima di… beh, hai capito ormai!
 
Mitsuo: [sempre sorpreso, ma anche affascinato]
È davvero incredibile! Siamo passati attraverso uno specchio proprio come Alice Nel Paese Delle Meraviglie!
 
Rei: [sussultando]
Scusa… puoi ripetere il nome che hai detto?
 
Mitsuo:
Alice!
 
Rei: [sussurrando]
La… la bambola perfetta…
 
Mitsuo però non la sente e prosegue con la spiegazione.
 
Mitsuo:
È una ragazzina protagonista di una favola che finisce in un paese delle meraviglie, mentre in un’altra avventura si ritrova in un mondo attraverso uno specchio!
 
Rei:
Una… una favola? Intendi una storia di fantasia?
 
Mitsuo:
Sì esatto! Perché?
 
Rei: [pensando]
Padre… mi hai ingannato di nuovo?
 
Poi nota che Mitsuo la osserva in attesa di una risposta.
 
Rei: [scuotendo la testa]
Niente… non farci caso!
 
Mitsuo fa allora spallucce, apre la botola e contemporaneamente, la scaletta che vi era sopra, scende silenziosamente.
 
Mitsuo: [sussurrando]
Ssssh! Facciamo piano! Se mia madre mi sente potrebbe iniziare a fare domande e, soprattutto, non voglio che ti veda!
 
La bambola annuisce. Una volta scesi, il ragazzino rimette la scaletta al suo posto con una spintarella e la botola si chiude praticamente da sola senza fare il minimo rumore, si dirige verso la porta della sua camera e l’apre piano. Poggia delicatamente in terra, vicino al suo letto, la palla che ha sotto il braccio poi guarda Rei.
 
Mitsuo: [sussurrando ancora]
Resta qui dentro! Farò credere a mamma di essere appena tornato!
 
Rei annuisce di nuovo ed entra. Una volta chiusa piano la porta della camera, muovendosi così silenziosamente da fare invidia ai ninja, Mitsuo scende la scala, raggiunge la porta d’ingresso e l’apre senza fare il minimo rumore.
 
Mitsuo:
Sono a casa, mamma!
 
Mamma: [voce fuori campo proveniente dalla cucina]
Alla buon ora!
 
Mitsuo:
Scusa, ma quando si gioca il tempo vola!
 
Mamma: [voce fuori campo proveniente dalla cucina]
Lo so, lo so! Il pranzo non è ancora pronto, ma vai a lavarti le mani e apparecchia la tavola!
 
Mitsuo:
Sì! Subito!
 
Sale di nuovo la scala e si affaccia in camera sua, che non è molto diversa da quella di Jun. Rei, seduta sulla sedia a dondolo che si muove avanti e indietro, si trova accanto alla scrivania sulla destra.
 
Mitsuo:
Tutto fatto! Come ho detto prima… non muoverti da qui!  Tornerò presto!
 
Rei: [annusando l’aria]
Sento un buon profumino! Che cos’è?
 
Mitsuo:
Mamma sta preparando da mangiare!
 
Rei lo guarda senza dire nulla e Mitsuo capisce subito.
 
Mitsuo: [sorridendo]
Ho capito! Ti porterò qualcosa!
 
Rei:
Grazie!
 
Mitsuo esce dalla stanza, svolta a sinistra e dopo due passi apre la porta del bagno, si lava le mani, si asciuga, esce, scende le scale, arriva in cucina, apparecchia ed infine con sua madre, una donna che non dimostra affatto quarantadue anni, ma dieci di meno, con lunghi capelli marroni e occhi blu, iniziano a mangiare guardando la televisione. Tutta questa scena ha come sottofondo la canzone FALLING AT YOUR FEET di Daniel Lanois (Feat. Bono Vox). Mitsuo finisce il suo tendon, piatto a base di riso e gamberetti  fritti, poi controlla nella pentola se ce n’è ancora e in effetti sì. È davvero abbondante, perciò riempie di nuovo la sua ciotola.
 
Mamma:
Vedo che hai gradito! Stai facendo il bis!
 
Mitsuo:
Già! Senti… posso mangiarlo in camera mia?
 
Mamma:
Mmmh… d’accordo, ma basta che stai attento a non sporcare! Altrimenti ti toccherà pulire!
 
Mitsuo:
Starò attento!
 
Il ragazzino si alza, prende un vassoio, ci mette sopra la ciotola, si dirige in camera e, una volta dentro, chiude la porta alle sue spalle.
 
Mitsuo:
Eccomi qua! Scusa il ritardo!
 
Posa il vassoio davanti alla bambola. Rei guarda la ciotola piena di riso, poi scende dalla sedia, si avvicina al vassoio, s’inginocchia in terra, la prende e inizia a mangiare usando le bacchette con grande abilità.
 
Mitsuo:
Ti piace?
 
Rei:
È veramente molto buono!
 
Mitsuo: [sorridendo]
Mi fa piacere!
 
Appena Rei finisce di mangiare, i due rimangono in silenzio per alcuni lunghi minuti.
 
Rei: [rompendo il silenzio]  
Cos’è questa cosa che ho alle mie spalle?
 
Mitsuo:
Ti riferisci al computer?
 
Rei: [scandendo bene la parola]
Computer?
 
Mitsuo:
Davvero non lo conosci?
 
Rei: [sospirando]
Hai forse dimenticato che sono rimasta addormentata per duecento anni? Sì, esatto. Sono passati duecento anni da quando Rozen mi ha fatta sprofondare nel sonno!
 
Mitsuo:
Scusami…
 
Rei: [annuendo]
Va bene! Allora, dicevi che si chiama computer!
 
Mitsuo:
Esatto, computer. È uno strumento davvero molto utile! Si possono trovare molte informazioni su tante cose! Anche sulle Rozen Maiden per esempio!
 
Rei: [meravigliata]
Davvero? Anche dove si possono trovare?
 
Mitsuo:
Beh, quello è un po’ difficile credo!
 
Rei: [pensando]
Capisco! Dovrò fare da sola!
 
Mitsuo:
Un’altra cosa bella del computer è che si può sentire la musica!
 
Rei:
Mi piace la musica!
 
Mitsuo sorride si avvicina alla libreria, prende un cd, si siede davanti al pc, mentre Rei fluttua accanto alla sua sinistra, lo mette nel lettore, alza parecchio il volume e ride sotto i baffi. Non appena parte HAMMER SMASHED FACE dei Cannibal Corpse, Rei sussulta e si copre le orecchie.
 
Rei: [urlando]
Ma cos’è questa roba? Come fai a chiamarla musica? È solo tanto rumore!
 
Mitsuo inizia a ridere di gusto.
 
Rei: [arrabbiata]
Non c’è nulla da ridere. Come fa a piacerti una cosa del genere?
 
Mitsuo ride ancora un po’, interrompe la canzone e abbassa il volume.
 
Mitsuo:
Scusami, ma dato il tuo aspetto, credevo che ti piacesse!
 
Rei: [ancora arrabbiata]
Cos’ha di strano il mio aspetto? E che c’entra con la musica?
 
Mitsuo:
Va bene, va bene! Calma! Ho capito!
 
Il ragazzino toglie il cd, lo posa e ne prende un altro.
 
Mitsuo:
Questa ti piacerà senz’altro! E tranquilla, non è come quello di prima!
 
Rei:
Lo spero per te!
 
Mitsuo:
Dai, non fare così! Ti ho chiesto scusa!
 
Inserisce il cd e lo attiva. Parte BREATHE di Midge Ure e Rei annuisce.
 
Rei:
Adesso va meglio! Questo sì che mi piace!
 
Mitsuo le sorride.

Rei:
Beh, io sono stanca! Vado a dormire!
 
Mitsuo:
Come vuoi!
 
Mitsuo interrompe la canzone, toglie il cd dal lettore e lo mette a posto. La bambola, invece, smette di fluttuare tornando con i piedi per terra, si avvicina alla sedia a dondolo, vi si siede, inizia a cullarsi e si addormenta praticamente subito. Mitsuo la guarda per alcuni minuti, poi torna al pc, va su Google e digita Rozen Maiden. Non trova granché. Solo tanti forum di gente che ne parla, ma che nessuno le ha mai veramente viste e infatti la maggior parte pensa si tratti di una leggenda metropolitana.
 
Mitsuo:
Non è una leggenda metropolitana! Ce l’ho proprio qui! Davanti a me!
 
Mamma: [da dietro la porta]
Che fai, parli da solo?
 
Mitsuo:
Ah, no mamma, ho semplicemente parlato quando in realtà doveva solo restare nei miei pensieri!
 
Mamma:
Ho anche sentito un gran fracasso poco fa. Quante volte ti ho detto di ascoltare quel rumore, che tu chiami musica, a volume basso?
 
Mitsuo:
Hai ragione, mamma, scusa!
 
Mamma:
Va bene. Hai finito il tendon? Posso riprendere il vassoio con il piatto?
 
Mitsuo: [sussultando]
Ah! Aspetta lì! Non entrare! Te lo passo io!
 
Con il piede destro, sposta la sedia a dondolo con Rei sopra e la mette sotto la scrivania, poi si alza, spinge avanti la sedia munita di rotelle, poi afferra il vassoio, si dirige verso la porta e la apre.
 
Mamma: [inarcando un sopracciglio]
Cosa c’è? Ti vedo agitato. Cosa stavi guardando, video non adatti alla tua età?
 
Mitsuo: [inarcando anche lui un sopracciglio]
Ma no! Cosa ti viene in mente? Ti sembra che sto guardando video?
 
Mostra a sua madre la stanza. Lei guarda un po’, poi annuisce e se ne va senza dire una parola. Una volta solo, Mitsuo chiude la porta e tira un sospiro di sollievo. Si avvicina alla scrivania, tira a sé la sedia, afferra Rei e la sua sedia a dondolo, rimane a fissare per alcuni secondi la bambola addormentata, poi la rimette al suo posto facendola di nuovo dondolare con una piccola spinta. Fatto questo, si rimette seduto davanti al pc.
 
Mitsuo: [pensando]
È ora di fare i compiti estivi!
 
A un tratto, si sente la musichetta di Super Mario Bros, quella di quando si perde. È il segnale che ha ricevuto un messaggio su Whatsapp. Anzi, in realtà sono più di uno, dato che sono Noburo e gli altri due. Prende il cellulare e lo guarda.
 
Mitsuo: [pensando e sorridendo]
Allora vi siete ricordati di me, eh?
 
Preme il tasto e inizia ad ascoltare i messaggi vocali. Tutti e tre identici.
 
Noburo, Kenichi, Hiroshi: [messaggio vocale]
Ciao! Allora? Come è andata? Sei ancora vivo? Nessun fantasma, o balordo, ti ha fatto del male?
 
Mitsuo sorride divertito e inizia a scrivere un messaggio e lo invia. Passano pochi secondi e subito arriva un altro messaggio, ma stavolta scritto. Mitsuo lo legge e sospira.
 
Rei:[fuori campo]
Cos’era quel rumore?
 
Mitsuo: [sussultando]
Ah! Rei! Ti sei svegliata?
 
Rei:
Ho dormito per duecento anni, quindi una piccola dormita come questa… è niente!
 
Mitsuo: [con l’indice posato sulla punta del naso]
Sì, però… parla piano adesso! Non dico di sussurrare, bada bene, ma comunque di tenere un tono di voce basso!
 
Rei:
Perché… ah, ho capito! Non vuoi che tua madre mi senta!
 
Mitsuo annuisce.
 
Rei:
Ok, ora ripeto la domanda: cos’era quello strano suono che ho sentito?
 
Mitsuo le mostra il cellulare.
 
Mitsuo:
Questo che ho in mano si chiama cellulare. Serve per chiamare persone che vivono lontano, ma funziona anche come un piccolo computer e ci posso scrivere anche i messaggi. Questi.
 
Glieli mostra e Rei osserva e annuisce.
 
Mitsuo:
I miei amici mi hanno chiesto se posso andare a giocare con loro, ma…
 
Rei:
Ma…?
 
Mitsuo:
Beh, vedi… non mi fido a lasciarti da sola. Con mia madre nei paraggi tra l’altro! A meno che…
 
Rei:
Mh? “A meno che” cosa?
 
Mitsuo:
Quando ti sei addormentata, mamma mi ha chiesto di ridarle il vassoio. Per non farti vedere da lei, ti ho nascosta qua sotto la scrivania. Potrei farlo anche adesso, così posso andare a giocare con i miei amici Hiroshi, Kenichi e Noburo. Se ti va, ovviamente! Altrimenti dico loro che oggi resto a casa!
 
Rei osserva il “nascondiglio”. Senza dire nulla, prende la sedia  dondolo, la mette sotto, poi ci si siede e inizia a dondolarsi.
 
Rei:
Penso si possa fare. Ma per quanto tempo starai fuori casa?
 
Mitsuo:
Sta tranquilla. Non farò troppo tardi!
 
Rei:
Hai qualcosa da farmi leggere nell’attesa?
 
Mitsuo ci pensa su.
 
Mitsuo:
Qualcosa sì. Aspetta…
 
Si avvicina alla libreria dove aveva preso i cd. Sul secondo ripiano c’erano alcuni libri. Ne prende uno e glielo porge.
 
Rei: [leggendo il titolo]
Viaggio Al Centro Della Terra di Jules Verne.
 
Mitsuo:
Spero ti piaccia!
 
Rei:
Ti ringrazio!
 
Il ragazzino le sorride, prende la palla, la mette sotto il braccio ed esce dalla stanza.
 
Una volta sola, Rei s’immerge subito nella lettura.

 
***
 
Parco, esterno, giorno.

Mitsuo raggiunge gli amici e restituisce la palla a Noburo.

Mitsuo:[sorridendo]
  Ecco qua la tua amata palla, Noburo! Sei contento?

Noburo:
Grazie mille e… ehm…

Mitsuo:
Mh? Che c’è?

Hiroshi:
Ecco… quello che vorrebbe… che vorremo dire è che… ci dispiace di averti lasciato andare nella villa da solo!

Kenichi:[annuendo]
Già, proprio così… siamo stati dei pessimi amici! Potrai mai perdonarci?


Mitsuo sorride.

Mitsuo:
Facciamo finta che non sia successo assolutamente niente e non parliamo più di questa storia! Ci state?

Noburo, Kenichi e Hiroshi:[sorridendo e all’unisono]
Perfetto!

Mitsuo:
Vi dico solo che ho visitato la villa da cima a fondo e… non c’era alcun fantasma, se questo vi può consolare!

Kenichi e Hiroshi:[all’unisono]
L'abbiamo capito, eh! Non eri di certo qui a dircelo, se c’erano!

Mitsuo:[ridendo]
È vero!

Noburo:
Che tipo che sei!

Mitsuo:
Comunque, ora giochiamo!

Così, iniziano a giocare insieme.

***
 
Inquadratura fissa su casa di Mitsuo, il sole sta quasi tramontando.
 
Mitsuo torna a casa, si dirige velocemente verso camera sua, apre la porta per poi richiuderla subito. Si sorprende nel ritrovare Rei ancora immersa nella lettura.
 
Mitsuo:
Rieccomi a casa, Rei!
 
Rei: [senza togliere gli occhi dal libro]   
Mh! Sì, sì! Ben tornato!
 
Mitsuo:
Wow! Stai ancora leggendo?
 
La bambola non gli risponde subito, ma dopo circa una decina di secondi.
 
Rei:
Dovevo arrivare al punto! Sono arrivata qui!
 
Gli mostra la pagina.
 
Mitsuo: [stupito]
Doppio Wow! Sei arrivata a metà!
 
Rei:
In effetti sono anche un po’ stanca. Penso andrò subito a dormire!
 
Mitsuo: [sorridendo]
D’accordo! Buonanotte!
 
Rei:
Buonanotte!
 
Parte la canzone JUNE degli Spock’s Beard. Mitsuo guarda la bambola, mentre lei inizia a dondolarsi e si addormenta. Il ragazzino rimane a fissarla per alcuni secondi, poi esce dalla stanza, scende le scale, si dirige in cucina e apparecchia la tavola. Madre e figlio mangiano riso e anguilla chiacchierando, ma non si sente quello che dicono a causa della canzone. Una volta finito, Mitsuo torna in camera. Si siede davanti al pc e torna a guardare la bambola sorridendo. Rimane con lo sguardo fisso su di lei per circa un minuto, quando gli viene un’idea. E a quel punto, la canzone s’interrompe. Prende il cellulare, le fa una foto, attacca un cavetto USB al pc e la carica all’interno di esso. Fatto ciò, torna su quel forum in cui parlano delle Rozen Maiden, la posta e inizia a scrivere.
 
Mitsuo: [pensando mentre l’inquadratura è fissa sulle parole che appaiono sullo schermo del pc]
Le Rozen Maiden non sono affatto una leggenda! Io ne possiedo una. Più precisamente, possiedo il prototipo, come potete vedere dalla foto qui allegata! La Rozen Maiden numero 0!
 
Finito di scrivere, sorride e si stiracchia. Poi continua a navigare su internet ancora un po’ ed infine va anche lui a dormire.
 
***
 
Camera di Jun, interno, sera.
 
Jun si trova, come al solito, davanti al pc. Dato che ha lasciato Outlook aperto, avverte il suono dell’arrivo di un nuovo messaggio di posta. Si sorprende nel vedere che si tratta della risposta a un topic di un forum a cui si è  iscritto da quando Shinku è entrata nella sua vita.
 
Jun: [pensando]
Mi ero completamente dimenticato di essermi iscritto a questo forum! Di conseguenza, ho scordato anche di eliminare l’iscrizione dato che ormai non mi serve più!
 
Quando, però, i suoi occhi vedono cosa l’utente Firefly_Serenity ha scritto, ha un sussulto impercettibile. Clicca velocemente sul link, che lo manda direttamente sul forum per vedere la foto, e sbianca.
 
Jun: [pensando e tremando]
Non… non è possibile! Non può essere! Ora… ora capisco perché da qualche giorno si sente inquieta. In qualche modo sentiva che la “Rozen Maiden Prototipo” si è risvegliata!
 
D’istinto, rivolge un’occhiata verso Shinku e Hinaichigo che è stesa prona in terra e dorme. La bambola in rosso, nonostante stia leggendo, se ne accorge.
 
Shinku:
Che c’è? Qualcosa non va? Ti vedo strano…
 
Jun:
Eh? No, no! Nulla! Non farci caso!
 
Shinku:
A volte ti comporti proprio in maniera molto bizzarra. Sei un servitore davvero strano!
 
Jun: [fingendo di essere offeso]
Tsk!
 
Jun torna a rivolgere il suo sguardo allo schermo del pc.
 
Jun: [pensando]
No… non posso dirglielo! O almeno, non ora! Prima devo esserne sicuro!
 
Clicca sul nickname dell’utente, poi sul tasto PM, e inizia a scrivere. Inutile dire che quando non vede arrivare alcuna risposta, rimanendo sveglio fino a mezzanotte e mezza inutilmente in attesa, va a letto agitato.
 
Jun: [sussurrando pieno di ansia e agitazione]
Bene! Adesso anch’io sono inquieto quanto lei!
 
Dissolvenza in nero.
   
 
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