Amore
nel Parco
<<
Io ti amo, Zick.>> si avvicinarono e...
MA
FACCIAMO UN BEEEL PASSO INDIETRO ^_^
Capitolo
1.
Tutto
sta per cominciare
<<
Ehilà, Zick! >> << Ciao Elena!
>>
si
raggiunsero davanti alla casa del ragazzo.
La
sua migliore amica gli diede della pacche
amichevoli sulla spalla, scompigliandoli
teneramente i capelli blu.
<<
Sei pronta, Elena? >> Chiese Zick,
sorridendo.
<<
Ma dai… abbiamo rischiato di essere il pasto
di un Mostro-sauro, di essere catturati da dei
Gorka affamati, di cadere da un Flyvan a 30 metri
d’altezza, oltre ad aver rischiato di
lasciarci la pellaccia in molte altre situazioni…
che sarà mai il primo giorno delle medie…
>> gli fece l’occhiolino.
<<
E ti sei dimenticata che sono diventato un
ghiacciolo e che stavo per essere smembrato da due
draghi puzzolenti. Ah giusto, sono capitato in uno
spogliatoio pieno di ragazze. >> aggiunse
Zick ironico.
La
sua amica gli pizzicò l’orecchio.
<<
Tu non hai visto niente, vero?! >>
esclamò Elena, con fare amichevolmente
indagatore .
<<
Nooo… nooo… solo qualche reggiseno e
mutandina qua e là…>>
<<
ZICK! >> la sua amica gli diede uno
schiaffetto leggero.
Eheh,
sissì… Zick ed Elena erano
completamente entrati nella problematica ma
irripetibile fase dell’adolescenza.
La
ragazza era già matura in tutti gli aspetti.
Aveva acquisito belle forme e le sue gambe si erano
molto allungate, accompagnate da un bel vitino
stretto. Il viso ora era meno rotondo, e lasciava
spazio a dei fieri zigomi alti. Era sempre una
maschiaccio, per carità di Dio, ma anche lei
alla fine aveva scoperto la sua femminilità.
Naturalmente non si vantava mai,
ma
di fatto mostrava la sua bellezza ai ragazzi
sbavanti, con soddisfazione ed umiltà.
Zick
si era molto allungato. Adesso i suoi lineamenti
duri erano molto più adeguati, e gli davano
un aria più matura e consapevole. I suoi
incredibili capelli si erano allungati, coprendo
ormai le orecchie ( che si erano proporzionate) e
nascondendo ancor di più i suoi occhi
meravigliosi.
Le
ragazzine erano pazze di lui. Zick, Così…
strano, solitario, di poche parole…
E
naturalmente, odiavano profondamente Elena. L’unica
che era riuscita a conquistarsi l’amicizia di
Zick, superando quella barriera immaginaria che il
ragazzo si era costruito da sé. Poi,
insomma, erano invidiose… Elena era bella,
fine, tosta e desiderabile. Tanti ragazzi erano
segretamente cotti di lei.
Zick
non si interessava a nessuna, almeno non più.
Lay
ormai era solo un’amica, e capì che
quello che aveva provato per lei fino alla fine di
quei giorni non era che una cotta passeggera.
L’aveva lasciata in balia di un Teddy
letteralmente sbavante, senza provare né
caldo né freddo.
Quell’anno
sarebbero stati in compagnia, oltre che di ragazzi
nuovi, di Annie Van Mousse e David McMackamack, con
i quali adesso andavano molto d’accordo.
E,
ciliegina sulla torta, avrebbero condiviso ancora
per tre anni la piacevole compagnia di Patty e
Tatty.
Quel
suono squillante, ripetitivo, ipnotico.
Accidenti,
per tutti gli altri la campanella era motivo di
corsa, movimento… per me no.
Perché
devo essere sempre diverso dagli altri?
Lo
zaino in spalla mi sembrò pesante, anche se
sapevo che conteneva poco e niente.
Ho
girato la testa ed ho gettato lo sguardo lontano.
Dietro
tutte quelle teste sconosciute…
Papà
e mamma… Zob e Greta si sbracciavano urlando
qualcosa che... non potei comprendere, con tutto
quel casino… che bravi genitori…
voglio loro un mondo di bene ma… accidenti,
non sono cieco, li vedo… mi sembravano…
inappropriati.
I
nonni…Theo e Tessa mi salutavano con…
pacatezza, più lontani. Quanto avrei voluto
poterli abbracciare…
Ma
sarebbe stato come cercare d’ abbracciare
l’aria o l’acqua.
E
Bombo, Bombolo, Snyakutz Bu, Ben Talak, Clak Ritak
salutavano lontani dagli altri, per evitare ai
passanti di sentire la strana sensazione di
sbattere il naso su qualcosa di invisibile e
puzzolente… i Bolli cantavano, cantavano, ma
i normali essere umani non potevano sentirli. (
Beati loro)
Anche
loro, com’erano buffi e divertenti…
accidenti, il mio cuore lo sapeva, ma ero…
freddo… distaccato… non lo volevo ma…
Jeremy
e Timothy mi fecero un cenno imperioso con la testa
come per incoraggiarmi. Lo restituii cercando di
sorridere. Acci, la mia bocca sembrava bloccata in
una smorfia di spavento.
Anche
Harvey Patata mi salutava… e pure la povera
Julie che, goffamente, si sforzava di tenere i
gemellini Charlie e Violet in braccio con una
mano sola… che cari.
La
mia migliore amica era molto vicina a me…
quasi si appoggiava alla mia spalla…
schiacciata dalla folla… almeno lei sembrava
contenta… salutava amici e genitori con
euforia… chissà cosa avrebbero
pensato gli altri, vedendoci così vicini…
Vidi
che si girò verso di me, spalancando i suoi
occhi…
Oh,
non mi ero mai accorto che fossero tanto belli.
Lo
schiocco di dita che mi fece davanti al naso mi
catapultò nel mondo reale.
<<
Ehy, Zick! Ci sei? Andiamooo… >> Mi
prese la mano. Il suo calore mi rinvigorì.
La strinsi, e mi lasciai trascinare dentro quel
mondo nuovo.
Ancora
uno sguardo indietro. Mio padre mi urlò:
<<
Buona fortuna, figlioloooo…>>
L’aula
era grande, spaziosa. Il sole che penetrava dalle
finestre accecò Zick. Una fiumana di
ragazzini entrò di corsa, urlando. Un
energumeno di ragazzo con una gomitata spintonò
Zick via, facendolo cadere su un tavolo, e
acchiappò Elena per le spalle.
<<
Ehy, mezza sega, ti dispiace se ti
prendo la ragazza? >>
La
reazione di quest’ultima fu… come
dire… come sempre fantastica. Elena
spinse l’energumeno fuori dalla folla, che
ora stava a vedere, e gli urlò.
<<
PRIMA DI TUTTO:, NON SONO LA SUA RAGAZZA.
SECONDO: NON CHIAMARE Più ZICK
IN QUEL MODO O VEDI CHE TI SPACCO IL MUSO, PROF O
NON PROF PRESENTE.
TERZO:
MI DISPIACE DELUDERTI MA NON SONO UNA DI QUELLE
SCIACQUETTE CHE VANNO COL ROSPO VOLGARE E SCEMO DI
TURNO. Baci baci e vedi di stare alla larga. >>
Zick
si stupì di non vedere gli occhi della sua
amica in fiamme e il fumo uscire dalle orecchie.
Eh
eh, la mitica Elena. Tutti la applaudivano e
fischiavano.
Le
ragazze ormai la adoravano. Beh, tutte tranne Patty
e Matty, naturalmente, che restavano zitte mute non
sapendo che cosa dire di offensivo nei suoi
confronti, sapendo che si era comportata
splendidamente.
I
ragazzi erano colpiti dalla forza di quella
ragazza, ed ormai erano cotti di lei. Anche David
applaudiva con partecipazione ed era ammirato.
L’energumeno
se ne andò al banco mogio mogio.
Elena
si girò e guardò con tranquillità
il suo amico del cuore, mezzo sdraiato sul tavolo.
<<
Serve una mano? >> << No, grazie. Sei
stata mitica! >>
Zick
si alzò facendo l’occhiolino. Elena
rispondendo disse:
<<
Dove ti vuoi mettere? >>
<<
Boh. Laggiù va bene? >>
<<
Ok… >> Insieme si diressero verso i
due banchi in fondo a destra dell’aula. Le
ragazzine confabulavano elettrizzate vedendo Zick
ed Elena andarsi a sedere accanto.
<<
Ma tu pensi veramente che… >> <<
Oh sì, ma sei cieca? Non vedi che stanno
così bene insieme? >> << Ma
sono… fidanzati? >>
<<
Ma certo! >>
<<
Ma se lei ha detto di no! >>
<<
Boia
dé,
è
una scusa… >>
<<
Oh… il suo ragazzo è carino…
>>
<<
Direi discreto, sì. Ma avete visto? Ha i
capelli blu! >>
<<
Sì è incredibile… >> <<
Sì… dai ragazze è fio…
>> <<
Seee… ma sembra un morto vivente! E non che
la Patata sia meglio! >> Strillò
Matty.
<<
Sapete quando era nella vecchia scuola diceva che
vede i mostri dappertutto! >> bofonchiò
Patty.
<<
Ma l’ ha detto in prima elementare…
era piccolo, l’aveva inventato per giocare…
>> tentò di difenderlo Annie ad occhi
bassi.
<<
Zitta, quattrocchi! >>
<<
Zitta te, Matty, che fino a un anno fa portavi dei
fondi di bottiglia sul naso! E scommetto che te li
sei tolti anche se non ci vedi bene, solo perché
non eri abbastanza “ cool”…>>
Entrò Elena, per difendere Annie.
Le
due digrignando i denti se ne andarono via.
Il
fatto di avere i riflettori puntati addosso a Zick
ed Elena infastidiva molto, ma cercarono di
rimanere calmi.
<<
Ragazzi! Mettetevi a sedere! >>
A
parlare era stata una donna che era appostata alla
porta dell’aula. Era sulla cinquantina,
abbastanza bassa e chiatta. Aveva dei capelli a
caschetto neri, e gli occhi grandi e castani,
nascosti dietro a degli occhialetti dalla montatura
di… legno.
Tutti
i ragazzini si furono zittiti, e si sedettero
composti senza far volare una mosca.
<<
Ora va bene. >>
La
professoressa avanzò verso la cattedra e si
sedette tronfia sulla sedia.
<<
Buongiorno a tutti. >>
<<
Buongiorno, professoressa… >>
<<
Bene. Inizia per voi la prima media. Solo un
avvertimento: ricordatevi che non siete più
alle elementari. Siete cresciuti, o almeno spero, e
quindi vogliamo ricevere un comportamento più
serio e maturo. Uhm. Io sono Aida dei Franceschi e
sarò la vostra insegnante di matematica e
scienze. >>
Zick
ed Elena si rivolsero una faccia spaventata: una
professoressa di matematica che sembrava così
severa…
<<
Vi ricordo che dovete dare sempre al professore del
lei e che ogni volta che entrerà in classe
vi alzerete dando il buongiorno. Capito? >>
I
ragazzi annuirono debolmente.
<<
Oh, già: i cellulari sempre spenti. E niente
cingomma. Adesso facciamo l’appello, e ditemi
qualcosa su di voi. Dopo, potrete fare tutte le
domande che volete. >> Ci sorrise.
<<
Sì, alla fine sembra simpatica, anche se è
severa. >> commentò Elena.
<<
Uhm. Speriamo in bene. >> disse Zick,
dondolandosi sulla sedia. La coppia David e Annie,
nei tavoli accanto, bisbigliavano qualcosa.
<<
Shhh. Iniziamo. >>
Aida
prese con tranquillità il registro e lo aprì
con lentezza.
<<
Vediamo… classe 1E… Anderson,
Rebecca... >>
fino
ad arrivare alla Z.
<<
Ezechiele Zick. >> Il ragazzino si alzò
timidamente e si presentò.
<<
Ciao… io sono Zick… >> e la
voce li morì in gola.
Si
sentiva strano. Aveva tutte le teste della classe
puntate su di lui. Chissà cosa stavano
pensando…
<<
Dai, dicci qualcosa di te. >> Il ragazzo si
accorse subito dello sguardo stranito della prof.
Anche lei osservava con un misto fra curiosità
e ribrezzo i suoi lunghi capelli blu, la pelle
diafana e le borse violacee sotto i suoi occhi.
Zick si sentì ancora peggio.
<<
Ehm… vivo ad Oldmill… >> Zick
guardò per un millisecondo l’amica che
gli mandò un’occhiataccia.
<<
Mi piace stare in casa durante le giornate brutte,
e fuori durante le giornate belle… >>
Oddio
che fantasia! Tutti i ragazzini sconosciuti della
classe ridacchiavano di lui. Zick vide Patty e
Matty bisbigliare qualcosa nell’orecchio
di un’altra ragazza truzza, e poi si misero
tutte a ridere. Elena si era data la sesta pacca
sulla fronte, rassegnata.
<<
Mi piacciono i fumetti. >>
<<
Occhhheii… passiamo all’ultimo e
ventiduesimo… Zofirus Lorrence… >>
Un
ragazzino si alzò dal tavolo davanti a Zick.
Aveva
i capelli biondo platino acconciati con tante
punte, probabilmente tartassati di gel. Indossava
una maglietta strappata nera, raffigurante un
teschio avvolto tra le fiamme. I pantaloni erano
sfilacciati in tanti punti, e ai polsi portava un
bracciale nero con delle placche metalliche.
<<
Ciao, ragazzi! Io sono Lorrence Zofirus! Non mi
giudicate per il mio aspetto, grazie! Adoro
raccontare barzellette e scherzare, e odio le
troppe formalità! Nel tempo libero disegno
fumetti comici! Viva il divertimento! >>
Rivolse
alla classe un sorriso a trentadue denti e spalancò
gli enormi occhi azzurro cielo.
Sedendosi
lanciò un fulmineo occhiolino a Zick ed
Elena…
Loro
due sentirono una strana sensazione… sì,
quel ragazzo lo conoscevano già… ma
dove l’avevano incontrato?
Lorrence
si sedette accanto a Thomas, un simpatico ragazzino
inventore, continuando però a sorridere a
Zick ed Elena.
<<
Ciao! >> << Ciao, Lorrence… per
caso ci conosciamo? >>
disse
Elena, un pochino in difficoltà.
<<
Prova a rimuginare dentro la tua mente… >>
sorrise il biondo.
<<
Ehy!!! Ma tu sei il ragazzo che un anno fa ci ha
difeso da quelle sceme di Patty e Matty! >>
esclamò Zick.
<<
Esatto, come l’acqua è bagnata, fra
dire e il fare c’è di mezzo “ e
il” … >>
Sì,
era un po’ pazzo, ma sicuramente simpatico.
<<
Iniziamo con qualche piccolo esercizio. >>
annunciò la prof, e la classe fu sommersa da
degli << Ohhh… >> di disappunto.
La
prima metà della mattinata trascorse lenta:
conobbero anche la prof di
italiano-storia-geografia, Olga Cartonelli, che da
quanto sorrideva e faceva elogi sembrava che stesse
prendendo per i fondelli tutti gli studenti. Tutto
questo durò due ore.
Durante
la ricreazione Zick ed Elena parlarono un po’
delle loro impressioni e di come avevano trascorso
l’estate con David ed Annie: il biondo adesso
era veramente gentile e molto carino con tutti,
soprattutto con Annie.
Al
quartetto in seguito si unì il bizzarro
Lorrence, dicendo quattro barzellette da
spanciarsi.
Dalla
1D uscì Soup, e dalla 1B quel grassone di
Ford.
Accidenti,
la 1E, D e B erano sullo stesso piano.
Ford
era cresciuto… non per lunghezza, ma per
larghezza… sembrava un rospo con la
ferraglia in bocca…
Soup
era sconcertante. Era dimagrito, quasi…
emaciato. Sì, era diventato molto alto.
Indossava occhiali piccoli e taglienti ma i suoi
capelli erano sempre ritti sopra la testa. Dal
tappetto scemo che era ad adesso… una bella
differenza!
I
due si avvicinarono al quintetto, e con una
gomitata Ford spinse David addosso ad Annie, che
caddero tutti e due.
<<
David, perché perdi il tuo tempo per stare
con questi scemi? >>
disse
Soup con voce melliflua.
<<
E con quella… >> fissò la
povera Annie, sdraiata a terra, come se fosse uno
straccio sporco.
<<
… rospetta? >>
Prima
che Zick, Elena e Lorrence potessero intervenire,
David ribatté:
<<
Non s-sto affatto perdendo il mio t-tempo. Invece,
stare con voi mi ha rovinat-to! >> si
alzò, e porse ad Annie la mano. << Lei
non è una r-rospetta! E loro non sono
affatto s-s-scemi! Sono i ragazzi più
simpatici e in gam-mba che abbia mai incontrato!>>
disse
con convinzione indicando prima Annie e poi Elena,
Zick e Lorrence. << Smettetela di
d-darmi noia! Tra noi è chiusa, capito? Non
voglio più avere a che fare con voi d-due!
Mi avete c-capito? >>
Intanto
alcuni ragazzi curiosi si erano fermati a vedere.
Tra cui, Patty e Matty.
Soup
ghignò suadente: << Oh, il povero
De-Devid balbetta anc- ancora…Brutto
stronzetto traditore…
>>
<<
NON CHIAMARLO COSì, PEZZENTE! >>
Urlò
Elena. Fece per buttarsi addosso a Soup, ma in quel
mentre suonò la campanella.
Soup
schizzò velocissimo verso la sua classe,
prima che Elena gli potesse dare un bel pugno sul
naso.
Ford
guardò terrorizzato la ragazza e poi si
dileguò verso la 1B.
<<
Venite! Andiamo dalla Preside! >> esclamò
Elena furiosa, rivolta agli altri quattro.
<<
Dove credete di andare, voi cinqueee?? >>
dissero due voci così acute da far invidia a
dei Bolli sull’orlo di una crisi di nervi.
<<
La campanella è suonata, dovete ritornare in
classe! >> Patty e Matty sfoderarono i loro
soliti sorrisi ebeti.
<<
Non ficcateci il becco, voi due! È un’
emergenza! >> sbraitò Elena. <<
No, non è il m-momento… mi secca
molto ammetterlo, ma Patty e Matty hanno
ra-ragione…ritorniamo in classe. >>
disse David pacatamente ad una Elena furiosa.
<<
Ma bisogna dirlo a qualcuno, non vorrai ancora
farti mancare di rispetto in quel modo! >>
esclamò Elena esasperata.
<<
Lo dirai al prossimo prof che ci troveremo in
classe. >>
Concluse
Zick, cercando di calmare Elena.
I
cinque andarono a sedersi.
Elena,
sbuffando disse: << Non dobbiamo fare in modo
che succeda ancora, con quello scemo di Soup! >>
Si
girò verso David, due banchi più a
destra.
<<
Sei stato bravo, David, ma sii più forte! >>
Il
ragazzo scosse la testa.
<<
No, Elena. Questa è una battaglia fra me e
loro d-due. So io come difendermi. Non voglio fare
come te, che rispondi alla
v-violenza
con la violenza. >>
Elena
spalancò gli occhi, e Annie, accanto a lei,
le rivolse un sorrisetto.
<<
Ehy, David! Perché Ford e Soup ce l’avevano
con te particolarmente? >>
<<
Lorrence, è una storia lunga… te la
racconterò un altro giorno. Sta arrivando la
prof… >>
Una
donna giovane e carina entrò in silenzio.
<<
Bonjour, les garçons… >>
<<
Buongiorno, professoressa… >> salutò
educatamente David.
La
donna sorrise, ma i suoi occhi color ghiaccio
emanavano freddezza.
<<
Sono Cécile Monsonnieur, la professoressa di
franscese.
>>
L’ora
passò anche lì con calma: dovevano
cercare nella lingua italiana delle parole francesi
che si usavano, e quindi Cécile le ricopiava
alla lavagna.
<<
Dobbiamo dirglielo! È già passato
troppo tempo! >>
<<
Ma quando? >> << Quando la lezione sarà
finita, la prenderemo da parte e le diremo tutto!
>>
<<
No, Elena, è scortese rallentarla… >>
<<
Ma che cacchio di… >>
<<
Ehì, voi scinque in
fondo! >> la prof scrutò i ragazzi coi
suoi occhi gelidi.
<<
Abbiamo una cosa da dirle, prof! >> esclamò
Elena imperterrita.
<<
Se ha a che fare con la lesiònne,
ditemi. Ma se è tutt’altra cosa,
potete aspettare gentilmente la fine dell’orà…
>> Elena
sbuffò, mentre la prof scriveva la parola
Bonbon alla lavagna.
<<
Ora! >> << Adesso! >> <<
Non importa, Elena. >> Elena guardò
stranita la sua amica dai capelli rosso scuro.
<<
È vero quel che dice Annie… non
importa. >> sorrise David calmo. << Ma
cosa come io voi noi non… >> <<
Shht… calmati. Ti dico che va bene. >>
Elena continuò ancora imperterrita, ma solo
dopo molte insistenze di David ed Annie si arrese
con malavoglia.
La
prof entrò…
Era
una donna sui sessanta, bassissima ( tuttavia
indossava degli stivali rosa porcello scamosciati
con una zeppa.. esagerata ) grassa come un' oca
ingozzata. Aveva il viso grasso, in testa un cumulo
di capelli mossi nocciola spento. Eravamo a
settembre, faceva un gran caldo, e lei indossava un
vestitino di lana sbracciato,
con ricamati all’uncinetto dei pinguini.
A
completare in bellezza un enorme medaglione tutto
agghindato di lustrini e catenelle, dove in mezzo
al seno cadente spiccava un’icona della
Madonna.
<<
Hallo, guys! >> la professoressa appoggiò
il registro sulla cattedra, e poi si sedette sulla
sedia con un tonfo.
<<
Sono proprio contenta di conoscervi! Io sono
Loredana Tappone, la prof. di inglese. Voi…
? >> rivolse ai ragazzi un sorriso coi suoi
denti gialli.
Dopo
la solita palla delle presentazioni, la prof disse:
<
Ragazzi è il primo giorno… non volete
parlare di compiti, vero? >
Un
noo generale si levò da tutta la classe.
<<
Ehy sembra simpatica… ! >> disse
Lorrence a Zick ed Elena.
<<
Sì… già… che bello…
>>
L’ultima
ora di scuola trascorse piacevolmente: si scoprì
che Loredana Tappone amava viaggiare in tutto il
mondo, e parlò ai ragazzi di quando ebbe uno
scontro con un Bufalo in Tanzania, quando era
rimasta ad osservare per ore i pinguini che
facevano il bagno in Patagonia, quando recuperò
un vombato ferito lungo la strada in Tasmania…
sdrammatizzando tutto con delle battute molto
carine.
<<
Ragazzi quanto manca alla fine… uhu, un
minuto! Prendete i vostri diari, e scrivete
per mercoledì, il prossimo giorno nel quale
ci rivedremo di portare questo e questo ecc bla
bla… >>
DRIIIN!!!
I
ragazzi presi come da una forza in delirio
prepararono velocissimamente lo zaino e si
fondarono giù per le scale verso l’uscita.
Zick, Elena, David, Annie e Lorrence furono gli
ultimi, che procedevano con calma parlando.
David,
Annie e Lorrence presero una via diversa, e Zick ed
Elena ritrovarono il rispettivo padre e la
rispettiva madre, la quale teneva Charlie e Violet
dentro un passeggino, che parlavano.
<<
Ciao, ragazzi! Allora, come è andata? >>
I
quattro di diressero insieme a piedi verso le loro
case.
Zick
ed Elena scambiandosi occhiate d’intesa
rimasero zitti sull’episodio accaduto con
Soup, invece parlarono dei prof e di Lorrence.
Ognuno
entrò nelle rispettive case.
<<
Ehy Zick! Come è andata? >> esclamò
Greta, mentre buttava la pasta.
<<
Oh bene… >> e raccontò
noiosamente le stesse cose che aveva già
detto a Zob.
<<
ZICK STARE BENE? ZICK NON ESSERE ESPULSO? >>
Urlò
Bombo irrompendo nella cucina, abbracciando ( anzi,
stritolando) il povero Zick.
<<
No Bombo sto bene non sono stato espulso… >>
<<
A BOMBO TANTO MANCATO ZICK!!! MUEEEE!! >> Il
mostro pianse così tanto che allagò
la cucina.
Il
ragazzino presto si ritrovò tartassato di
domande dai suoi genitori, dai mostri, dai nonni
fantasma e Jeremy.
<<
Ohhhh lasciatemi in pace… >> sbuffò
lui alla quinta domanda della nonna. << Non
essere scortese… >> lo rimbeccò
il padre.
<<
A proposito: avete voglia di venire all’Antica
Armeria oggi pomeriggio? >> sorrise l’uomo.
<<
Ci saranno tutti… facciamo una specie di
incontro culturale. Che ne dite? >>
<<
Sì! Andiamo, papà! >>
I
due Domatori e le due Rifugiatrici, scortati dai
Mostri, entrarono nell’enorme bacino
vulcanico che costituiva la sala delle 101 porte
dell’ Antica Armeria.
Improvvisamente
tre ombre si proiettarono su di loro, e quindi
Elena e Zick alzarono lo sguardo.
Erano
Teddy Thaur, Lay Mamery e Bobby Clash
che
entravano dal cratere vulcanico, in groppa ai loro
Flyvan. Teddy e Bobby si stavano scatenando e
costringevano i mostri alati a fare piroette ed
acrobazie, invece Lay atterrò dolcemente sul
pavimento di pietra.
“ È
veramente bella. “
pensò
Zick., mentre vedeva il sorridente viso della
ragazza illuminato dai raggi del sole.
“ Però…
non mi importa più… “
abbassò
lo sguardo.
“ Puah!
È atterrata con una grazia pari a quella di
un ippopotamo soprappeso con le emorroidi mentre si
siede sulla tazza del WC! “
Pensò
la ragazza dai capelli arancio, mentre sbuffava.
I
due amici andarono da loro…
Anche
gli altri tre erano cambiati. Teddy era diventato
un quattordicenne ancora più alto e secco, i
suoi capelli biondi erano più lunghi e
sfaccettati… sulle braccia si poteva vedere
un accenno di tono muscolare. Bobby si era un
pochino alzato, ed era un po’ dimagrito:
tuttavia fra i tre dodicenni era il più
basso e coi lineamenti più da bambino. Lay
non dimostrava i suoi quindici anni: Il suo corpo
era già quello di una donna più
grande, ed era diventata molto alta e slanciata, i
suoi capelli blu scuro si erano allungati fino alle
spalle.
<<
Ehy Zick! >> salutò Teddy con
vitalità, mentre scendeva dal suo Flyvan.
Poi rivolse una faccia schifata a Elena.
<<
Patata… >> << Thaur… >>
<<
Ehm… come vi butta? Anche voi con la prima
media…? >>
chiese
l’altro ragazzo dai lunghissimi capelli
biondi.
<<
Sì Bobby… tutto bene grazie…
>> la classica risposta di chi ne ha vissute
di tutte, ovviamente.
<<
Mi piace molto la scuola media di BigBurg… È
grande, moderna, ha la sala cinema… i banchi
sono pulitissimi… >> fantasticò
Bobby.
<<
Poi posso vedere Teddy e Lay… >> <<
Sei fortunato, Bobby… >> sospirò
Zick, ricordandosi con orrore delle Big Bubble
rosa pallido mummificate sotto il suo banco.
<<
Ehy, Zick! Allora, hai cuccato qualche Prof
caruccia… ihih… oppure le solite
vecchie carampane? >> ghignò Teddy,
dando una gomitata nel fianco dell’amico.
<<
Boh… niente di che… >> rispose
Zick.
<<
E tu, Patata? Doppiofoglio già di primo
mattino? >> sorrise beffardo il giovane
Thaur.
<<
Sai: la Patata ha un nome. E poi, nessun
doppiofoglio grazie… solo lodi dai prof. >>
rispose Elena, prima con tono arrabbiato, poi
suadente.
<<
Non sei simpatico, Teddy. Smettila. >> parlò
Lay con gli occhi a mandorla ancor più
serrati.
<<
Ok scusa scusa scusa … >> Teddy la
smise subito, solo dopo che Lay glielo ordinò.
La
ragazza dal caschetto blu e le ciocche fucsia che
le incorniciavano il viso
Grugno
mandò
a Zick un’occhiata seducente, coi suoi occhi
da gatta.
Morta
<<
Zick… ti posso parlare un attimo… in
privato? >>
<<
Ehm sì va bene… >> Gli venne un
brivido lungo tutta la schiena quando lo prese per
mano e lo trascinò letteralmente via.
Dovevate
vedere le facce di Teddy ed Elena: memorabili.
Rosse
fuoco, contratte in una smorfia di rabbia
indicibile.
Bobby
intanto non ce la faceva più a smettere di
ridere.
Ma
fu quasi subito zittito dai ceffoni che gli diedero
Teddy ed Elena in contemporanea.
I
due ragazzi entrarono in una fenditura della
parete: era buia e non si vedeva molto…
<<
Carino qui, vero? >> trillò Lay
saltellando qua e in là come una pazza. <<
A voglia… >> << Eh? >> <<
Cioè volevo dire carino… >>
<<
Uh uhm… è… intimo…
>> Zick
sentì una goccia di sudore freddo colargli
sulla tempia.
Il
ragazzo vide improvvisamente che la sagoma scura
della ragazza stava correndo verso di lui…
<<
Lay ma che cosa stai… !!!!!!!!!! >>
il povero Zick fu zittito dalle labbra di Lay che
si appoggiarono con violenza alle sue, mentre lo
stringeva fortissimo.
<<
S-m… etti-la… mi st-tai sbav..and…o
tut-to che S-C-H-I-F-O! >
Improvvisamente
un aurea azzurrina invase il ragazzo, e
allargandosi sempre di più, scaraventò
lontano quella.. ehm... di Lay che cadde sul sedere
contro la roccia fredda.
La
ragazza lo guardò stralunata, mentre lui si
puliva la bocca con la manica, tutta sbavata.
<<
Z-Zick ma che cosa ti prende… ? >>
balbettò lei.
<
CHE COSA MI PRENDE A ME? CHE COSA TI PRENDE A TE! >
<
Mi sei saltata addosso senza il mio permesso!!
AHOO! o dovuto ricorrere allo Spazio Dom per
riuscire a levarti di dosso! >
sbraitò
lui ancora schifato.
<<
Ma io credevo… io credevo che tu… mi
amassi… >> disse lei con un filo di
voce.
Non
ti amavo… era solo una stupida cotta da
bambino… tu non mi interessi più…
<<
No Lay. Non più. >> la ragazza
sbiancò.
<<
COME NO… >> il tono di Lay si fece
adirato, e Zick ne rimase spaventato.
Ti
sta beene ti sta beene!!
<<
No. Non l’ ho deciso io. Semplicemente un
giorno mi sono svegliato ed ho pensato: “ Lay
non mi piace più. “ Punto. È la
natura… devi accettarla… mi dispiace
per te ma non posso stare insieme ad una che non mi
piace! >> esclamò Zick.
Nell’oscurità
vide gli occhi verdi di Lay brillare di lacrime.
<<
TU… tu mi consideri brutta!! >>
<<
NOOOOO!!! Non sei brutta Lay lo giuro! Non sei
affatto brutta sei bellissima! Ma non mi piaci più
non so perché…! >>
Zick
era esasperato e sconvolto.
<<
È PER QUELLA TUA AMICHETTA, LA PATATA…
>>
urlò
Lay mentre si rialzava iraconda.
<<
TI HA FATTO IL LAVAGGIO DEL CERVELLO, QUELLA P…
>>
<<
SMETTILA, LAY! Sta’ zitta! Lei non c’entra
niente! Elena non ha fatto niente! Lasciala in
pace! >> Zick ansimò mentre la ragazza
lo scrutava con odio.
<<
Io… io sarei stata perfetta per te…
ti avrei accontentato in ogni cosa… ti avrei
fatto vivere momenti bellissimi… ti
avrei dato tutto quello che ti potevo dare…
>>
<<
Lay… io non voglio una ragazza che faccia
tutto quello che dico… io voglio una ragazza
che sappia ragionare col suo cervello… >>
spiegò calmo Zick.
<<
Non siamo fatti per stare insieme. Se volevi un
fidanzato che ti stesse dietro sempre, che ti
dicesse sempre come sei bella o come sei sexy io
non sono quel tipo di ragazzo. E a me,
personalmente, non mi piacciono le ragazze
leccapiedi e pomiciose… >>
<<
Io ora sono… sola… >>
<<
NO!! C’è Teddy! Teddy è cotto
di te non sai cosa darebbe per essere il tuo
ragazzo! Va’ con lui! >>
<<
Uhm… sì… Teddy mi piace…
mi piacevate tutti e due… ma non sapevo chi
scegliere e alla fine ho scelto te. >>
<<
Ma alla fine, mi rendo conto di aver fatto un
errore madornale. >> aggiunse la ragazza con
freddezza.
<<
Mettiti con Teddy, ne sarà felice… e
ne sarai anche tu… >>
<<
Sì, lo farò. >> Che
sciacquetta!
<<
Dai, usciamo da questo spazio angusto… >>
disse Zick cercando di essere dolce.
<<
Uhm sì va bene… >> << Noi
rimaniamo amici, comunque. >>
Zick
le tese la mano, sorridente. La ragazza sospirò
e poi la strinse.
Uscirono
insieme, e si diressero verso i tre amici.
Il
ragazzo fu veramente sorpreso di non trovare Elena
iraconda ad aspettare all’uscita della
fenditura dopo aver origliato tutto il tempo.
<<
Teddy… Teddy… che ne diresti di
fare un giretto… ? >> disse maliarda
Lay. Gli occhi nocciola del ragazzo luccicarono e
sorrise ebete, porgendole un braccio. Lei lo prese
e se ne andarono via.
Erano
rimasti solo Zick, Elena e Bobby. La ragazza scrutò
con freddezza il migliore amico, quindi Bobby
disse:
<<
Se dovete parlare, vi lascio soli… vado a
giocare a Palla Avvelenata con i Bolli. Ciao ciao…
>> il ragazzo sorrise mostrando il suo dente
scheggiato e corse via.
<<
Non sei venuta ad origliare…? Strano…
>> disse Zick.
<<
Oh, non volevo disturbare voi piccioncini…
>> ribattè Elena con freddezza. <<
Elena… non è successo niente…
Beh,
mi è saltata addosso e mi ha sbavato tutto…
>>
Elena
alzò il sopracciglio con aria scettica.
<<
Le ho detto che non mi piace più, Elena. Non
mi piace più. >>
Zick
non poté fare a meno di notare che gli occhi
color legno ciliegio della ragazza brillavano come
diamanti, e che proprio quando stava per fare un
sorriso enorme, si era fermata ad un'espressione
compiaciuta.
<<
Non mi piaceva molto come ragazza… non era
adatta per te. >>
disse
Elena con calma.
<<
Sì… me ne sono reso conto anche io…
ehy ma chi sei tu per capire qual'è la
ragazza giusta per me?! >>
<<
Intuito femminile. >> sorrise maliziosa.
<<
Ehy, ti va di fare una partita a Palla Avvelenata
coi Bolli? >> Continuò prima che Zick
proferisse parola.
Zick
ghignò divertito.
<<
Ma certo! >>
Lei
lo prese per il polso ed insieme corsero verso la
più epica battaglia di Palla Avvelenata coi
Bolli che avessero mai giocato.
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