Fumetti/Cartoni europei > Monster Allergy
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Autore: Ary_S    02/08/2009    1 recensioni
Un anno dopo il loro primo incontro, Zick ed Elena devono affrontare il primo impatto con la scuola media insieme a professori strambi, squilibri ormonali e conflitti coi compagni di classe e coi genitori; il loro rapporto d'amicizia intanto sta maturando e diventando sempre più forte.
Proprio a scuola conosceranno Lorrence, un nuovo amico eccentrico e bizzarro che sembra sempre nascondere qualcosa sotto il sorriso.
Intanto BigBurg è sede di fatti violenti e macabri che, almeno così sembra, non trovano alcuna spiegazione.
I Domatori indagheranno per scoprire la verità dietro questi fenomeni, ignari del grande pericolo a cui vanno incontro.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Patata, Ezechiele Zick
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Amore nel Parco



<< Io ti amo, Zick.>> si avvicinarono e...

MA FACCIAMO UN BEEEL PASSO INDIETRO ^_^





 

Capitolo 1.

Tutto sta per cominciare

 

<< Ehilà, Zick! >> << Ciao Elena! >>

si raggiunsero davanti alla casa del ragazzo.

  La sua migliore amica gli diede della pacche amichevoli sulla spalla, scompigliandoli teneramente i capelli blu.

<< Sei pronta, Elena? >> Chiese Zick, sorridendo.

<< Ma dai… abbiamo rischiato di essere il pasto di un Mostro-sauro, di essere catturati da dei Gorka affamati, di cadere da un Flyvan a 30 metri d’altezza, oltre ad aver rischiato di lasciarci la pellaccia in molte altre situazioni… che sarà mai il primo giorno delle medie… >> gli fece l’occhiolino.

<< E ti sei dimenticata che sono diventato un ghiacciolo e che stavo per essere smembrato da due draghi puzzolenti. Ah giusto, sono capitato in uno spogliatoio pieno di ragazze. >> aggiunse Zick ironico.

La sua amica gli pizzicò l’orecchio.

<< Tu non hai visto niente, vero?! >> esclamò Elena, con fare amichevolmente indagatore .

<< Nooo… nooo… solo qualche reggiseno e mutandina qua e là…>>

<< ZICK! >> la sua amica gli diede uno schiaffetto leggero.

Eheh, sissì… Zick ed Elena erano completamente entrati nella problematica ma irripetibile fase dell’adolescenza.

La ragazza era già matura in tutti gli aspetti. Aveva acquisito belle forme e le sue gambe si erano molto allungate, accompagnate da un bel vitino stretto. Il viso ora era meno rotondo, e lasciava spazio a dei fieri zigomi alti. Era sempre una maschiaccio, per carità di Dio, ma anche lei alla fine aveva scoperto la sua femminilità. Naturalmente non si vantava mai,

ma di fatto mostrava la sua bellezza ai ragazzi sbavanti, con soddisfazione ed umiltà.

 

Zick si era molto allungato. Adesso i suoi lineamenti duri erano molto più adeguati, e gli davano un aria più matura e consapevole. I suoi incredibili capelli si erano allungati, coprendo ormai le orecchie ( che si erano proporzionate) e nascondendo ancor di più i suoi occhi meravigliosi.

Le ragazzine erano pazze di lui. Zick, Così… strano, solitario, di poche parole…

E naturalmente, odiavano profondamente Elena. L’unica che era riuscita a conquistarsi l’amicizia di Zick, superando quella barriera immaginaria che il ragazzo si era costruito da sé. Poi, insomma, erano invidiose… Elena era bella, fine, tosta e desiderabile. Tanti ragazzi erano segretamente cotti di lei.

Zick non si interessava a nessuna, almeno non più.

Lay ormai era solo un’amica, e capì che quello che aveva provato per lei fino alla fine di quei giorni non era che una cotta passeggera. L’aveva lasciata in balia di un Teddy letteralmente sbavante, senza provare né caldo né freddo.

Quell’anno sarebbero stati in compagnia, oltre che di ragazzi nuovi, di Annie Van Mousse e David McMackamack, con i quali adesso andavano molto d’accordo.

E, ciliegina sulla torta, avrebbero condiviso ancora per tre anni la piacevole compagnia di Patty e Tatty.

 

 

Quel suono squillante, ripetitivo, ipnotico.

Accidenti, per tutti gli altri la campanella era motivo di corsa, movimento… per me no.

Perché devo essere sempre diverso dagli altri?

Lo zaino in spalla mi sembrò pesante, anche se sapevo che conteneva poco e niente.

Ho girato la testa ed ho gettato lo sguardo lontano.

Dietro tutte quelle teste sconosciute…

Papà e mamma… Zob e Greta si sbracciavano urlando qualcosa che... non potei comprendere, con tutto quel casino… che bravi genitori… voglio loro un mondo di bene ma… accidenti, non sono cieco, li vedo… mi sembravano… inappropriati.

I nonni…Theo e Tessa mi salutavano con… pacatezza, più lontani. Quanto avrei voluto poterli abbracciare…

Ma sarebbe stato come cercare d’ abbracciare l’aria o l’acqua.

E Bombo, Bombolo, Snyakutz Bu, Ben Talak, Clak Ritak salutavano lontani dagli altri, per evitare ai passanti di sentire la strana sensazione di sbattere il naso su qualcosa di invisibile e puzzolente… i Bolli cantavano, cantavano, ma i normali essere umani non potevano sentirli. ( Beati loro)

Anche loro, com’erano buffi e divertenti… accidenti, il mio cuore lo sapeva, ma ero… freddo… distaccato… non lo volevo ma…

Jeremy e Timothy mi fecero un cenno imperioso con la testa come per incoraggiarmi. Lo restituii cercando di sorridere. Acci, la mia bocca sembrava bloccata in una smorfia di spavento.

Anche Harvey Patata mi salutava… e pure la povera Julie che, goffamente, si sforzava di tenere i gemellini Charlie e Violet  in braccio con una mano sola… che cari.

La mia migliore amica era molto vicina a me… quasi si appoggiava alla mia spalla… schiacciata dalla folla… almeno lei sembrava contenta… salutava amici e genitori con euforia… chissà cosa avrebbero pensato gli altri, vedendoci così vicini…

Vidi che si girò verso di me, spalancando i suoi occhi…

Oh, non mi ero mai accorto che fossero tanto belli.

Lo schiocco di dita che mi fece davanti al naso mi catapultò nel mondo reale.

<< Ehy, Zick! Ci sei? Andiamooo… >>
Mi prese la mano. Il suo calore mi rinvigorì. La strinsi, e mi lasciai trascinare dentro quel mondo nuovo.

Ancora uno sguardo indietro. Mio padre mi urlò:

<< Buona fortuna, figlioloooo…>>

 

L’aula era grande, spaziosa. Il sole che penetrava dalle finestre  accecò Zick. Una fiumana di ragazzini entrò di corsa, urlando. Un energumeno di ragazzo con una gomitata spintonò Zick via, facendolo cadere su un tavolo, e acchiappò Elena per le spalle.

<< Ehy, mezza sega, ti dispiace se ti prendo la ragazza? >>

La reazione di quest’ultima fu… come dire… come sempre fantastica.  Elena spinse l’energumeno fuori dalla folla, che ora stava a vedere, e gli urlò.

<< PRIMA DI TUTTO:, NON SONO LA SUA RAGAZZA. SECONDO: NON CHIAMARE Più ZICK IN QUEL MODO O VEDI CHE TI SPACCO IL MUSO, PROF O NON PROF PRESENTE.

 TERZO: MI DISPIACE DELUDERTI MA NON SONO UNA DI QUELLE SCIACQUETTE CHE VANNO COL ROSPO VOLGARE E SCEMO DI TURNO. Baci baci e vedi di stare alla larga. >>

Zick si stupì di non vedere gli occhi della sua amica in fiamme e il fumo uscire dalle orecchie.

Eh eh, la mitica Elena. Tutti la applaudivano e fischiavano.

Le ragazze ormai la adoravano. Beh, tutte tranne Patty e Matty, naturalmente, che restavano zitte mute non sapendo che cosa dire di offensivo nei suoi confronti, sapendo che si era comportata splendidamente.

I ragazzi erano colpiti dalla forza di quella ragazza, ed ormai erano cotti di lei. Anche David applaudiva con partecipazione ed era ammirato.

L’energumeno se ne andò al banco mogio mogio.

Elena si girò e guardò con tranquillità il suo amico del cuore, mezzo sdraiato sul tavolo.

<< Serve una mano? >> << No, grazie. Sei stata mitica! >>

Zick si alzò facendo l’occhiolino. Elena rispondendo disse:

<< Dove ti vuoi mettere? >>

<< Boh. Laggiù va bene? >>

<< Ok… >>
Insieme si diressero verso i due banchi in fondo a destra dell’aula. Le ragazzine confabulavano elettrizzate vedendo Zick ed Elena andarsi a sedere accanto.

<< Ma tu pensi veramente che… >> << Oh sì, ma sei cieca? Non vedi che stanno così bene insieme? >> << Ma sono… fidanzati? >>

<< Ma certo! >>

<< Ma se lei ha detto di no! >>

<< Boia dé, è una scusa… >>

<< Oh… il suo ragazzo è carino… >>

<< Direi discreto, sì. Ma avete visto? Ha i capelli blu! >>

<< Sì è incredibile… >> << Sì… dai ragazze è fio… >> << Seee… ma sembra un morto vivente! E non che la Patata sia meglio! >> Strillò Matty.

<< Sapete quando era nella vecchia scuola diceva che vede i mostri dappertutto! >> bofonchiò Patty.

<< Ma l’ ha detto in prima elementare… era piccolo, l’aveva inventato per giocare… >> tentò di difenderlo Annie ad occhi bassi.

<< Zitta, quattrocchi! >>

<< Zitta te, Matty, che fino a un anno fa portavi dei fondi di bottiglia sul naso! E scommetto che te li sei tolti anche se non ci vedi bene, solo perché non eri abbastanza “ cool”…>> Entrò Elena, per difendere Annie.

Le due digrignando i denti se ne andarono via.

Il fatto di avere i riflettori puntati addosso a Zick ed Elena infastidiva molto, ma cercarono di rimanere calmi.

<< Ragazzi! Mettetevi a sedere! >>

A parlare era stata una donna che era appostata alla porta dell’aula. Era sulla cinquantina, abbastanza bassa e chiatta. Aveva dei capelli a caschetto neri, e gli occhi grandi e castani, nascosti dietro a degli occhialetti dalla montatura di… legno.

Tutti i ragazzini si furono zittiti, e si sedettero composti senza far volare una mosca.

<< Ora va bene. >>

La professoressa avanzò verso la cattedra e si sedette tronfia sulla sedia.

<< Buongiorno a tutti. >>

<< Buongiorno, professoressa… >>

<< Bene. Inizia per voi la prima media. Solo un avvertimento: ricordatevi che non siete più alle elementari. Siete cresciuti, o almeno spero, e quindi vogliamo ricevere un comportamento più serio e maturo. Uhm. Io sono Aida dei Franceschi e sarò la vostra insegnante di matematica e scienze. >>

Zick ed Elena si rivolsero una faccia spaventata: una professoressa di matematica che sembrava così severa…

<< Vi ricordo che dovete dare sempre al professore del lei e che ogni volta che entrerà in classe vi alzerete dando il buongiorno. Capito? >>

I ragazzi annuirono debolmente.

<< Oh, già: i cellulari sempre spenti. E niente cingomma. Adesso facciamo l’appello, e ditemi qualcosa su di voi. Dopo, potrete fare tutte le domande che volete. >>  Ci sorrise.

<< Sì, alla fine sembra simpatica, anche se è severa. >> commentò Elena.

<< Uhm. Speriamo in bene. >> disse Zick, dondolandosi sulla sedia. La coppia David e Annie, nei tavoli accanto, bisbigliavano qualcosa.

<< Shhh. Iniziamo. >>

Aida prese con tranquillità il registro e lo aprì con lentezza.

<< Vediamo…  classe 1E… Anderson, Rebecca... >>

fino ad arrivare alla Z.

<< Ezechiele Zick. >> Il ragazzino si alzò timidamente e si presentò.

<< Ciao… io sono Zick… >> e la voce li morì in gola.

Si sentiva strano. Aveva tutte le teste della classe puntate su di lui. Chissà cosa stavano pensando…

<< Dai, dicci qualcosa di te. >> Il ragazzo si accorse subito dello sguardo stranito della prof. Anche lei osservava con un misto fra curiosità e ribrezzo i suoi lunghi capelli blu, la pelle diafana e le borse violacee sotto i suoi occhi. Zick si sentì ancora peggio.

<< Ehm… vivo ad Oldmill… >> Zick guardò per un millisecondo l’amica che gli mandò un’occhiataccia.

<< Mi piace stare in casa durante le giornate brutte, e fuori durante le giornate belle… >>

Oddio che fantasia! Tutti i ragazzini sconosciuti della classe ridacchiavano di lui. Zick vide Patty e Matty bisbigliare qualcosa  nell’orecchio di un’altra ragazza truzza, e poi si misero tutte a ridere. Elena si era data la sesta pacca sulla fronte, rassegnata.

<< Mi piacciono i fumetti. >>

<< Occhhheii… passiamo all’ultimo e ventiduesimo… Zofirus Lorrence… >>

Un ragazzino si alzò dal tavolo davanti a Zick.

Aveva i capelli biondo platino acconciati con tante punte, probabilmente tartassati di gel. Indossava una maglietta strappata nera, raffigurante un teschio avvolto tra le fiamme. I pantaloni erano sfilacciati in tanti punti, e ai polsi portava un bracciale nero con delle placche metalliche.

<< Ciao, ragazzi! Io sono Lorrence Zofirus! Non mi giudicate per il mio aspetto, grazie! Adoro raccontare barzellette e scherzare, e odio le troppe formalità! Nel tempo libero disegno fumetti comici! Viva il divertimento! >>

Rivolse alla classe un sorriso a trentadue denti e spalancò gli enormi occhi azzurro cielo.

Sedendosi lanciò un fulmineo occhiolino a Zick ed Elena…

Loro due sentirono una strana sensazione… sì, quel ragazzo lo conoscevano già… ma dove l’avevano incontrato?

Lorrence si sedette accanto a Thomas, un simpatico ragazzino inventore, continuando però a sorridere a Zick ed Elena.

<< Ciao! >> << Ciao, Lorrence… per caso ci conosciamo? >>

disse Elena, un pochino in difficoltà.

<< Prova a rimuginare dentro la tua mente… >> sorrise il biondo.

<< Ehy!!! Ma tu sei il ragazzo che un anno fa ci ha difeso da quelle sceme di Patty e Matty! >> esclamò Zick.

<< Esatto, come l’acqua è bagnata, fra dire e il fare c’è di mezzo “ e il” … >>

Sì, era un po’ pazzo, ma sicuramente simpatico.

<< Iniziamo con qualche piccolo esercizio. >>  annunciò la prof, e la classe fu sommersa da degli << Ohhh… >> di disappunto.

La prima metà della mattinata trascorse lenta: conobbero anche la prof di italiano-storia-geografia, Olga Cartonelli, che da quanto sorrideva e faceva elogi sembrava che stesse prendendo per i fondelli tutti gli studenti. Tutto questo durò due ore.

Durante la ricreazione Zick ed Elena parlarono un po’ delle loro impressioni e di come avevano trascorso l’estate con David ed Annie: il biondo adesso era veramente gentile e molto carino con tutti, soprattutto con Annie.

Al quartetto in seguito si unì il bizzarro Lorrence, dicendo quattro barzellette da spanciarsi.

Dalla 1D uscì Soup, e dalla 1B quel grassone di Ford.

Accidenti, la 1E, D e B erano sullo stesso piano.

Ford era cresciuto… non per lunghezza, ma per larghezza… sembrava un rospo con la ferraglia in bocca…

Soup era sconcertante. Era dimagrito, quasi… emaciato. Sì, era diventato molto alto. Indossava occhiali piccoli e taglienti ma i suoi capelli erano sempre ritti sopra la testa. Dal tappetto scemo che era ad adesso… una bella differenza!

I due si avvicinarono al quintetto, e con una gomitata Ford spinse David addosso ad Annie, che caddero tutti e due.

<< David, perché perdi il tuo tempo per stare con questi scemi? >>

disse Soup con voce melliflua.

<< E con quella… >> fissò la povera Annie, sdraiata a terra, come se fosse uno straccio sporco.

<< … rospetta? >>

Prima che Zick, Elena e Lorrence potessero intervenire, David ribatté:

<< Non s-sto affatto perdendo il mio t-tempo. Invece, stare con voi mi ha rovinat-to! >>  si alzò, e porse ad Annie la mano. << Lei non è una r-rospetta! E loro non sono affatto s-s-scemi! Sono i ragazzi più simpatici e in gam-mba che abbia mai incontrato!>>

disse con convinzione indicando prima Annie e poi Elena, Zick e Lorrence.  << Smettetela di d-darmi noia! Tra noi è chiusa, capito? Non voglio più avere a che fare con voi d-due! Mi avete c-capito? >>

Intanto alcuni ragazzi curiosi si erano fermati a vedere. Tra cui, Patty e Matty.

Soup ghignò suadente: << Oh, il povero De-Devid balbetta anc- ancora…Brutto stronzetto traditore… >>

<< NON CHIAMARLO COSì, PEZZENTE! >>

Urlò Elena. Fece per buttarsi addosso a Soup, ma in quel mentre suonò la campanella.

Soup schizzò velocissimo verso la sua classe, prima che Elena gli potesse dare un bel pugno sul naso.

Ford guardò terrorizzato la ragazza e poi si dileguò verso la 1B.

<< Venite! Andiamo dalla Preside! >> esclamò Elena furiosa, rivolta agli altri quattro.

<< Dove credete di andare, voi cinqueee?? >> dissero due voci così acute da far invidia a dei Bolli sull’orlo di una crisi di nervi.

<< La campanella è suonata, dovete ritornare in classe! >> Patty e Matty sfoderarono i loro soliti sorrisi ebeti.

<< Non ficcateci il becco, voi due! È un’ emergenza! >> sbraitò Elena. << No, non è il m-momento… mi secca molto ammetterlo, ma Patty e Matty hanno ra-ragione…ritorniamo in classe. >> disse David pacatamente ad una Elena furiosa.

<< Ma bisogna dirlo a qualcuno, non vorrai ancora farti mancare di rispetto in quel modo! >> esclamò Elena esasperata.

<< Lo dirai al prossimo prof che ci troveremo in classe. >>

Concluse Zick, cercando di calmare Elena.

I cinque andarono a sedersi.

Elena, sbuffando disse: << Non dobbiamo fare in modo che succeda ancora, con quello scemo di Soup! >>

Si girò verso David, due banchi più a destra.

<< Sei stato bravo, David, ma sii più forte! >>

Il ragazzo scosse la testa.

<< No, Elena. Questa è una battaglia fra me e loro d-due. So io come difendermi. Non voglio fare come te, che rispondi alla

v-violenza con la violenza. >>

Elena spalancò gli occhi, e Annie, accanto a lei, le rivolse un sorrisetto.

<< Ehy, David! Perché Ford e Soup ce l’avevano con te particolarmente? >>

<< Lorrence, è una storia lunga… te la racconterò un altro giorno. Sta arrivando la prof… >>

Una donna giovane e carina entrò in silenzio.

<< Bonjour, les garçons… >>

<< Buongiorno, professoressa… >> salutò educatamente David.

La donna sorrise, ma i suoi occhi color ghiaccio emanavano freddezza.

<< Sono Cécile Monsonnieur, la professoressa di franscese. >>

L’ora passò anche lì con calma: dovevano cercare nella lingua italiana delle parole francesi che si usavano, e quindi Cécile le ricopiava alla lavagna.

<< Dobbiamo dirglielo! È già passato troppo tempo! >>

<< Ma quando? >> << Quando la lezione sarà finita, la prenderemo da parte e le diremo tutto! >>

<< No, Elena, è scortese rallentarla… >>

<< Ma che cacchio di… >>

<< Ehì, voi scinque  in fondo! >> la prof scrutò i ragazzi coi suoi occhi gelidi.

<< Abbiamo una cosa da dirle, prof! >> esclamò Elena imperterrita.

<< Se ha a che fare con la lesiònne, ditemi. Ma se è tutt’altra cosa, potete aspettare gentilmente la fine dell’orà… >>
Elena sbuffò, mentre la prof scriveva la parola Bonbon alla lavagna.

<< Ora! >> << Adesso! >> << Non importa, Elena. >> Elena guardò stranita la sua amica dai capelli rosso scuro.

<< È vero quel che dice Annie… non importa. >> sorrise David calmo. << Ma cosa come io voi noi non… >> << Shht… calmati. Ti dico che va bene. >> Elena continuò ancora imperterrita, ma solo dopo molte insistenze di David ed Annie si arrese con malavoglia.

La prof entrò…

Era una donna sui sessanta, bassissima ( tuttavia indossava degli stivali rosa porcello scamosciati con una zeppa.. esagerata ) grassa come un' oca ingozzata. Aveva il viso grasso, in testa un cumulo di capelli mossi nocciola spento. Eravamo a settembre, faceva un gran caldo, e lei indossava un vestitino di lana sbracciato, con ricamati all’uncinetto dei pinguini.

A completare in bellezza un enorme medaglione tutto agghindato di lustrini e catenelle, dove in mezzo al seno cadente spiccava un’icona della Madonna.

 << Hallo, guys! >> la professoressa appoggiò il registro sulla cattedra, e poi si sedette sulla sedia con un tonfo.

<< Sono proprio contenta di conoscervi! Io sono Loredana Tappone, la prof. di inglese. Voi… ? >> rivolse ai ragazzi un sorriso coi suoi denti gialli.

Dopo la solita palla delle presentazioni, la prof disse:

< Ragazzi è il primo giorno… non volete parlare di compiti, vero? >

Un noo generale si levò da tutta la classe.

<< Ehy sembra simpatica… ! >> disse Lorrence a Zick ed Elena.

<< Sì… già… che bello… >>

L’ultima ora di scuola trascorse piacevolmente: si scoprì che Loredana Tappone amava viaggiare in tutto il mondo, e parlò ai ragazzi di quando ebbe uno scontro con un Bufalo in Tanzania, quando era rimasta ad osservare per ore i pinguini che facevano il bagno in Patagonia, quando recuperò un vombato ferito lungo la strada in Tasmania… sdrammatizzando tutto con delle battute molto carine.

<< Ragazzi quanto manca alla fine… uhu, un minuto! Prendete  i vostri diari, e scrivete per mercoledì, il prossimo giorno nel quale ci rivedremo di portare questo e questo ecc bla bla… >>

DRIIIN!!!

I ragazzi presi come da una forza in delirio prepararono velocissimamente lo zaino e si fondarono giù per le scale verso l’uscita. Zick, Elena, David, Annie e Lorrence furono gli ultimi, che procedevano con calma parlando.

David, Annie e Lorrence presero una via diversa, e Zick ed Elena ritrovarono il rispettivo padre e la rispettiva madre, la quale teneva Charlie e Violet dentro un passeggino,  che parlavano.

<< Ciao, ragazzi! Allora, come è andata? >>

I quattro di diressero insieme a piedi verso le loro case.

Zick ed Elena scambiandosi occhiate d’intesa rimasero zitti sull’episodio accaduto con Soup, invece parlarono dei prof e di Lorrence.

Ognuno entrò nelle rispettive case.

<< Ehy Zick! Come è andata? >> esclamò Greta, mentre buttava la pasta.

<< Oh bene… >> e raccontò noiosamente le stesse cose che aveva già detto a Zob.

<< ZICK STARE BENE? ZICK NON ESSERE ESPULSO? >>

Urlò Bombo irrompendo nella cucina, abbracciando ( anzi, stritolando) il povero Zick.

<< No Bombo sto bene non sono stato espulso… >>

<< A BOMBO TANTO MANCATO ZICK!!! MUEEEE!! >> Il mostro pianse così tanto che allagò la cucina.

Il ragazzino presto si ritrovò tartassato di domande dai suoi genitori, dai mostri, dai nonni fantasma e Jeremy.

<< Ohhhh lasciatemi in pace… >> sbuffò lui alla quinta domanda della nonna. << Non essere scortese… >> lo rimbeccò il padre.

<< A proposito: avete voglia di venire all’Antica Armeria oggi pomeriggio? >> sorrise l’uomo.

<< Ci saranno tutti… facciamo una specie di incontro culturale. Che ne dite? >>

<< Sì! Andiamo, papà! >>







I due Domatori e le due Rifugiatrici, scortati dai Mostri, entrarono nell’enorme bacino vulcanico che costituiva la sala delle 101 porte dell’ Antica Armeria.

Improvvisamente tre ombre si proiettarono su di loro, e quindi Elena e Zick alzarono lo sguardo.

 Erano Teddy Thaur, Lay Mamery e Bobby Clash che entravano dal cratere vulcanico, in groppa ai loro Flyvan. Teddy e Bobby si stavano scatenando e costringevano i mostri alati a fare piroette ed acrobazie, invece Lay atterrò dolcemente sul pavimento di pietra.

È veramente bella. “ pensò Zick., mentre vedeva il sorridente viso della ragazza illuminato dai raggi del sole.

Però… non mi importa più… “ abbassò lo sguardo.

Puah! È atterrata con una grazia pari a quella di un ippopotamo soprappeso con le emorroidi mentre si siede sulla tazza del WC! “

Pensò la ragazza dai capelli arancio, mentre sbuffava.

I due amici andarono da loro…

Anche gli altri tre erano cambiati. Teddy era diventato un quattordicenne ancora più alto e secco, i suoi capelli biondi erano più lunghi e sfaccettati… sulle braccia si poteva vedere un accenno di tono muscolare. Bobby si era un pochino alzato, ed era un po’ dimagrito: tuttavia fra i tre dodicenni era il più basso e coi lineamenti più da bambino. Lay non dimostrava i suoi quindici anni: Il suo corpo era già quello di una donna più grande, ed era diventata molto alta e slanciata, i suoi capelli blu scuro si erano allungati fino alle spalle.

<< Ehy Zick! >> salutò Teddy con vitalità, mentre scendeva dal suo Flyvan.  Poi rivolse una faccia schifata a Elena.

<< Patata… >> << Thaur… >>

<< Ehm… come vi butta? Anche voi con la prima media…? >>

chiese l’altro ragazzo dai lunghissimi capelli biondi.

<< Sì Bobby… tutto bene grazie… >> la classica risposta di chi ne ha vissute di tutte, ovviamente.

<< Mi piace molto la scuola media di BigBurg… È grande, moderna, ha la sala cinema… i banchi sono pulitissimi… >> fantasticò Bobby.

<< Poi posso vedere Teddy e Lay… >> << Sei fortunato, Bobby… >> sospirò Zick, ricordandosi con orrore delle Big Bubble  rosa pallido mummificate sotto il suo banco.

<< Ehy, Zick! Allora, hai cuccato qualche Prof caruccia… ihih… oppure le solite vecchie carampane? >> ghignò Teddy, dando una gomitata nel fianco dell’amico.

<< Boh… niente di che… >> rispose Zick.

<< E tu, Patata? Doppiofoglio già di primo mattino? >> sorrise beffardo il giovane Thaur.

<< Sai: la Patata ha un nome. E poi, nessun doppiofoglio grazie… solo lodi dai prof. >> rispose Elena, prima con tono arrabbiato, poi suadente.

<< Non sei simpatico, Teddy. Smettila. >> parlò Lay con gli occhi a mandorla ancor più serrati.

<< Ok scusa scusa scusa … >> Teddy la smise subito, solo dopo che Lay glielo ordinò.

La ragazza dal caschetto blu e le ciocche fucsia che le incorniciavano il viso

Grugno

mandò a Zick un’occhiata seducente, coi suoi occhi da gatta.

Morta

<< Zick… ti posso parlare un attimo… in privato? >>

<< Ehm sì va bene… >> Gli venne un brivido lungo tutta la schiena quando lo prese per mano e lo trascinò letteralmente via.

Dovevate vedere le facce di Teddy ed Elena: memorabili.

Rosse fuoco, contratte in una smorfia di rabbia indicibile.

Bobby intanto non ce la faceva più a smettere di ridere.

Ma fu quasi subito zittito dai ceffoni che gli diedero Teddy ed Elena in contemporanea.

 

I due ragazzi entrarono in una fenditura della parete: era buia e non si vedeva molto…

<< Carino qui, vero? >> trillò Lay saltellando qua e in là come una pazza. << A voglia… >> << Eh? >> << Cioè volevo dire carino… >>

<< Uh uhm… è… intimo… >> Zick sentì una goccia di sudore freddo colargli sulla tempia.

Il ragazzo vide improvvisamente che la sagoma scura della ragazza stava correndo verso di lui…

<< Lay ma che cosa stai… !!!!!!!!!! >>  il povero Zick fu zittito dalle labbra di Lay che si appoggiarono con violenza alle sue, mentre lo stringeva fortissimo.

<< S-m… etti-la… mi st-tai sbav..and…o tut-to che S-C-H-I-F-O! >

Improvvisamente un aurea azzurrina invase il ragazzo, e allargandosi sempre di più, scaraventò lontano quella.. ehm... di Lay che cadde sul sedere contro la roccia fredda.

La ragazza lo guardò stralunata, mentre lui si puliva la bocca con la manica, tutta sbavata.

<< Z-Zick ma che cosa ti prende… ? >> balbettò lei.

< CHE COSA MI PRENDE A ME? CHE COSA TI PRENDE A TE! >

< Mi sei saltata addosso senza il mio permesso!! AHOO! o dovuto ricorrere allo Spazio Dom per riuscire a levarti di dosso! >

sbraitò lui ancora schifato.

<< Ma io credevo… io credevo che tu… mi amassi… >> disse lei con un filo di voce.

Non ti amavo… era solo una stupida cotta da bambino… tu non mi interessi più…

<< No Lay. Non più. >> la ragazza sbiancò.

<< COME NO… >> il tono di Lay si fece adirato, e Zick ne rimase spaventato.

Ti sta beene ti sta beene!!

<< No. Non l’ ho deciso io. Semplicemente un giorno mi sono svegliato ed ho pensato: “ Lay non mi piace più. “ Punto. È la natura… devi accettarla… mi dispiace per te ma non posso stare insieme ad una che non mi piace! >> esclamò Zick.

Nell’oscurità vide gli occhi verdi di Lay brillare di lacrime.

<< TU… tu mi consideri brutta!! >>

<< NOOOOO!!! Non sei brutta Lay lo giuro! Non sei affatto brutta sei bellissima! Ma non mi piaci più non so perché…! >>

Zick era esasperato e sconvolto.

<< È PER QUELLA TUA AMICHETTA, LA PATATA… >>

urlò Lay mentre si rialzava iraconda.

<< TI HA FATTO IL LAVAGGIO DEL CERVELLO, QUELLA P… >>

<< SMETTILA, LAY! Sta’ zitta! Lei non c’entra niente! Elena non ha fatto niente! Lasciala in pace! >> Zick ansimò mentre la ragazza lo scrutava con odio.

<< Io… io sarei stata perfetta per te… ti avrei accontentato in ogni cosa… ti avrei fatto vivere momenti bellissimi… ti avrei dato tutto quello che ti potevo dare… >>

<< Lay… io non voglio una ragazza che faccia tutto quello che dico… io voglio una ragazza che sappia ragionare col suo cervello… >> spiegò calmo Zick.

<< Non siamo fatti per stare insieme. Se volevi un fidanzato che ti stesse dietro sempre, che ti dicesse sempre come sei bella o come sei sexy io non sono quel tipo di ragazzo. E a me, personalmente, non mi piacciono le ragazze leccapiedi e pomiciose… >>

<< Io ora sono… sola… >>

<< NO!! C’è Teddy! Teddy è cotto di te non sai cosa darebbe per essere il tuo ragazzo! Va’ con lui! >>

<< Uhm… sì… Teddy mi piace… mi piacevate tutti e due… ma non sapevo chi scegliere e alla fine ho scelto te. >>

<< Ma alla fine, mi rendo conto di aver fatto un errore madornale. >> aggiunse la ragazza con freddezza.

<< Mettiti con Teddy, ne sarà felice… e ne sarai anche tu… >>

<< Sì, lo farò. >>
Che sciacquetta!

<< Dai, usciamo da questo spazio angusto… >> disse Zick cercando di essere dolce.

<< Uhm sì va bene… >> << Noi rimaniamo amici, comunque. >>

Zick le tese la mano, sorridente. La ragazza sospirò e poi la strinse.

Uscirono insieme, e si diressero verso i tre amici.

Il ragazzo fu veramente sorpreso di non trovare Elena iraconda ad aspettare all’uscita della fenditura dopo aver origliato tutto il tempo.

<< Teddy… Teddy… che ne diresti  di fare un giretto… ? >> disse maliarda Lay. Gli occhi nocciola del ragazzo luccicarono e sorrise ebete, porgendole un braccio. Lei lo prese e se ne andarono via.

Erano rimasti solo Zick, Elena e Bobby. La ragazza scrutò con freddezza il migliore amico, quindi Bobby disse:

<< Se dovete parlare, vi lascio soli… vado a giocare a Palla Avvelenata con i Bolli. Ciao ciao… >> il ragazzo sorrise mostrando il suo dente scheggiato e corse via.

<< Non sei venuta ad origliare…?  Strano… >> disse Zick.

<< Oh, non volevo disturbare voi piccioncini… >> ribattè Elena con freddezza. << Elena… non è successo niente…

Beh, mi è saltata addosso e mi ha sbavato tutto… >>

Elena alzò il sopracciglio con aria scettica.

<< Le ho detto che non mi piace più, Elena. Non mi piace più. >>

Zick non poté fare a meno di notare che gli occhi color legno ciliegio della ragazza brillavano come diamanti, e che proprio quando stava per fare un sorriso enorme, si era fermata ad un'espressione compiaciuta.

<< Non mi piaceva molto come ragazza… non era adatta per te. >>

disse Elena con calma.

<< Sì… me ne sono reso conto anche io… ehy ma chi sei tu per capire qual'è la ragazza giusta per me?! >>

<< Intuito femminile. >> sorrise maliziosa.

<< Ehy, ti va di fare una partita a Palla Avvelenata coi Bolli? >> Continuò prima che Zick proferisse parola.

Zick ghignò divertito.

<< Ma certo! >>

Lei lo prese per il polso ed insieme corsero verso la più epica battaglia di Palla Avvelenata coi Bolli che avessero mai giocato.








   
 
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