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Autore: Roberto Turati    08/12/2019    0 recensioni
Storia ideata e iniziata dal mio amico Jack02forever, autore su Wattpad, scritta in collaborazione tra lui e me.
 
[Monster Hunter World + Monster Hunter Stories]
 
Ambientata tra Monster Hunter World e MHW Iceborne. Quattro mesi dopo la sconfitta dello Xeno'Jiiva, la Commissione di Ricerca continua ad operare serenamente nel Nuovo Mondo. Ma una minaccia colpisce l'ecosistema: l'Orrore Nero, una malattia nata in un'estensione recondita del Vecchio Mondo, che affligge i mostri e li rende estremamente pericolosi. Per rimediare a ciò, la Gilda manda un Rider dal villaggio di Hakum, affinché aiuti la Commissione a debellare la malattia. Ma per Xavia Rudria, una cacciatrice della Quinta Flotta, la giovane Rider che si è offerta per l'incarico si rivelerà molto di più di quello che sembra...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Commissione di Ricerca'
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Yuri e Xavia pranzarono insieme alla mensa. La Rider aveva approfittato dell'occasione per chiedere diverse cose alla cacciatrice, e così le due avevano conversato moltissimo, parlando per la maggior parte del tempo di mostri.

«Come Rider, sono tenuta ad aggiornare la Mostropedia ogni volta che scopro un dettaglio nuovo sull'ecologia dei mostri e sono anche piuttosto curiosa di mio, perciò quando avrà del tempo libero, potrebbe farmi vedere più da vicino le specie del Nuovo Mondo?» le chiese, con sguardo sognante. 

Xavia le rivolse un caldo sorriso e accettò. Poi, come promesso, l
e fece vedere i vari servizi di Astera: le mostrò il centro scorte, il cui addetto le regalò un'intera confezione di rimedi erboristici come regalo di benvenuto, la forgia e la zona in cui gli studiosi di mostri erano soliti ritrovarsi per discutere delle loro nuove scoperte. Fu lì che li sentirono parlare dell'avvistamento del Lagiacrus.

«Un Lagiacrus?! Avete avvistato un Lagiacrus?!» chiese Yuri, interrompendo i loro discorsi.

Il tono emozionato con cui lo disse lasciò Xavia piuttosto perplessa. Gli eruditi wyverniani 
si voltarono verso Yuri e Xaviasi scusò se la Rider li aveva interrotti, un po' imbarazzata. U
n cacciatore in armatura di Rathian rosa che passava da lì rispose alla domanda della ragazza:

«Sì, l'ho visto, assieme ai miei compagni: questo esemplare ha qualcosa di strano nelle scaglie. Non ci aspettavamo che un Lagiacrus spuntasse così, dal nulla. I miei colleghi sono stati feriti, ma si sono già ripresi: nulla di grave. Però...»

A quell'affermazione, Yuri sembrò piuttosto sorpresa, ma fece un'espressione sollevata subito dopo.

«Cos'avevano le sue scaglie?» chiese Xavia, incuriosita.

«All'inizio credevo che si trattasse di un Lagiacrus come tutti gli altri, ma...»

«No, non lo era perrrrrrr niente, mià! - si intromise il suo compagno Felyne - Somigliava miaolto agli altri, ma aveva su tutto il corpo diverse scaglie rosse, come la criniera di un Teostra, mià!»

«Oh, accidenti! Scaglie rosse?» sussurrò la ragazzina, quasi spaventata.

Il cacciatore annuì:

«Esatto. Aveva la tipica pelle azzurra dei Lagiacrus, ma sui fianchi aveva una fila di scaglie rosse. Perché, l'hai già visto prima?» chiese alla Rider.

Yuri distolse lo sguardo, diventando paonazza:

«No, non ne so niente»

Si voltò di scatto e fece per andarsene, ma Xavia le mise una mano sulla spalla:

«Yuri, aspetta. Che succede? Perché sei sconvolta?»

La ragazzina strinse i pugni e serrò le labbra:

«Mi... mi dispiace tanto» mormorò, chinando la testa.

La cacciatrice e gli eruditi si scambiarono degli sguardi confusi ma, prima che le chiedessero altro, la ragazzina aggiunse in tono afflitto:

«Ratha non è l'unico mostro che ho portato qui» rivelò.

Il cacciatore sbarrò gli occhi e sbraitò:

«Il Lagiacrus è tuo?!»

La ragazzina annuì, mortificata:

«Sì. È una femmina, si chiama Nami. Questo non ha senso, non ha mai attaccato le persone! Non mi spiego come...»

Prima che finisse, il cacciatore si avventò su di lei e le afferrò il colletto dell'armatura, costringendola a fissarlo:

«Ti rendi conto che per colpa sua i miei amici hanno rischiato di morire?! Ci ha attaccati a vista! A noi non è successo niente di grave, ma se ai due cacciatori che sono andati a ucciderlo andasse peggio?» sbraitò, infuriato.

La Rider aveva uno sguardo pieno di paura e colpevolezza, guardando gli occhi furenti del cacciatore.

«Mi dispiace, non credevo che potesse farlo» sussurrò.

L'uomo la spinse via e Yuri cadde seduta sulle assi di legno del ripiano.

«Cacciatore, datti una calmata!» esclamarono i biologi, mentre Xavia aiutava la ragazza ad alzarsi.

«Due cacciatori si stanno occupando del Lagiacrus?» gli chiese dopo qualche minuto, quando le acque si furono calmate.

«Sì. Nick e Nina della Quinta Flotta hanno accettato la taglia quasi subito - rispose il cacciatore - Sono partiti già da ore. Spero con tutto me stesso che l'abbiano ammazzato!»

A quelle parole, la Rider digrignò i denti, voltandosi per andarsene. Questa volta Xavia non riuscì a fermarla, mentre si dirigeva alla piattaforma dei mostri. La cacciatrice capì subito che aveva intenzione di prendere il suo Rathalos e cercare il Lagiacrus; ma sarebbe stato inutile, perché Ratha non poteva ancora volare. La cacciatrice decise di aiutare Yuri, quindi la raggiunse e le afferrò le braccia. La ragazzina di scrollarsela di dosso, ma invano. Xavia tentò di farla ragionare:

«Yuri, il tuo Rathalos ha un'ala spezzata. Non puoi pensare di...» 

«Lo so benissimo, va bene?! - sbraitò Yuri, furiosa e impaurita al contempo - Ma se quel Lagiacrus è davvero la mia amica, non posso lasciare che muoia: devo proteggerla!»

Poi distolse lo sguardo e sussurrò qualcos'altro che Xavia non riuscì a capire. 
La cacciatrice sospirò, lasciandola andare:

«Allora muoviti, ti porterò dove è stato avvistato. Forse c'è ancora tempo per fermarli» disse.

Non ne era per nulla convinta, ma quelle parole bastarono a dare un piccolo conforto alla giovane Rider.

Il Lagiacrus si stava battendo con ferocia, ma i due fratelli non erano affatto da meno.

«Tutto qui?» lo provocò Nina. 

L'arciera strinse i denti e lanciò un baccello lampo. Il bagliore accecò il leviatano, facendolo ringhiare di rabbia. 
Ormai era ferito gravemente: molte delle scaglie erano state staccate dai loro insistenti colpi; numerose frecce si erano conficcate nei punti più morbidi della corazza, mentre tutto il corpo era cosparso di tagli più o meno profondi. Nick si arrampicò su una roccia, saltò e colpì la coda palmata del Lagiacrus con uno spacca-elmi, tranciandola a metà. Devastato dal dolore, il mostro incespicò, mentre il sangue usciva a fiotti dal moncone. Li fissò righiando, ma ormai non era più minaccioso: era debolissimo, il respiro si era fatto affannoso, le sue zampe tremavano e non riuscivano a reggere il peso del corpo.

«Credo che ormai ci siamo» commentò Nina, incoccando quattro frecce insieme.

Nick si scrollò le spalle per sciogliersi i muscoli:

«Lo penso anch'io. Facciamola finita!»

Il mostro si accasciò al suolo, completamente esausto. Nina lo fissò, annuendo:

«Anche se lo lasciassimo andare, morirebbe dissanguato. Quindi sì: finiamolo»

Nick si avvicinò alla testa del Lagiacrus. Il leviatano lo seguì con lo sguardo, rimanendo immobile. Nick sollevò la spada lunga, pronto a trafiggergli il cervello, quando il grido di una ragazzina lo interruppe:

«Fermi! Vi supplico! Lasciatela stare!» 

Sul limitare della giungla era apparsa un'adolescente e, a giudicare dalla voce, sembrava disperata.

   
 
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