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Autore: Valenicolefede    09/12/2019    6 recensioni
L’uomo la guardo’ con lo sguardo più sprezzante che poteva avere e le disse:
“Pensi che abbia paura di morire? Sappi che la mia vita non vale un granchè, e la tua? Sei disposta a rischiare la tua vita e la loro?” Kaori rimase profondamente scossa di fronte a quelle parole, tutto si sarebbe aspettata ma mai una risposta simile.
Quell’uomo non aveva paura della morte. E lei? Lei ne aveva? Oh eccome se ne aveva, ma non avrebbe mai avuto dubbi su chi avrebbe preferito dare speranza, non a lei no, ma ai 2 uomini più importanti della sua vita.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Il dottore arrivò nel primo pomeriggio. Per tutta la mattinata era rimasta sola con i suoi pensieri. Pensava a Ryo, sperava che stesse bene e che la stesse cercando. Se l’avevano data per dispersa confidava che il suo socio non si arrendesse ad un'evidenza che non corrispondeva alla realtà. Lei era viva, dall’altra parte della baia, ma era sopravvissuta all’esplosione. Pregava affinché nessuno dei suoi amici perdesse le speranze e la continuassero a cercare, visto che lei al momento non riusciva a far avere notizie di sé. Chissà che fine avevano fatto i suoi vestiti. Aveva un localizzatore nascosto nella giacca al momento dell’esplosione, ma forse era andato distrutto.. 

Ora indossava una camicia da uomo bianca e un paio di pantaloni da ginnastica. In cuor suo sperava fosse stato il dottore a cambiarla, e non quel Toshio. Quando sentì bussare alla porta fu sollevata che ad entrare fosse proprio il Dottor Matsuda, l’unica persona simpatica della casa.   
“Buongiorno Kaori, allora come si sente? Vedo che ha riacquistato colore. La ferita le fa molto male?”
“Buongiorno a lei. Mi fa male se provo a muovermi, e mi sento ancora molto stanca”
Il dottore le rivolse un sorriso caloroso.
“Questo è del tutto normale. La ferita sta visibilmente migliorando, tra qualche giorno forse potremmo anche togliere i punti. Per la stanchezza come le avevo detto ci vorrà solo riposo e nutrimento. Anche l’antibiotico che sta prendendo non è di aiuto. A proposito di nutrimento, vedo che il pranzo sul comodino non è stato toccato. Si ricordi che per rimettersi in forze è indispensabile buttare giù delle energie, non sarà mica una paziente disobbediente vero?” E poi scoppiò in una fragorosa risata. Anche Kaori non poté trattenersi dal sorridere a quella domanda. Quell’uomo era davvero molto cordiale con lei.  
Ma ora che ci pensava, come ci era finito lì il vassoio del pranzo? Era convinta di essere rimasta sveglia tutta mattina a rimuginare sulla sua attuale situazione, che forse non si era nemmeno accorta di essersi appisolata. A conti fatti in quella casa c’erano solo due persone prima dell’arrivo del dottore: lei e quello scorbutico del padrone di casa. Questo voleva dire che, mentre lei dormiva, lui le aveva lasciato il pranzo e se ne era andato.     
Questo la lasciò alquanto sorpresa. Il dottore dopo averla visitata le porse il vassoio sul quale era appoggiata una ciotola di zuppa di ramen ormai intiepidita. La assaggiò e constatò che era davvero buonissima.
Quel Toshio non se la cavava niente male in cucina, doveva ammetterlo.  

 

Nel frattempo alla clinica del Doc, Ryo e Mick erano stati dimessi, con la raccomandazione per entrambi di riposare ancora qualche giorno, in modo da riprendersi al meglio. Una volta a casa, Ryo si stese sul divano cercando di trovare un po’ di pace. Un pensiero si stava radicando in lui. Qualcosa, il suo sesto senso forse, gli diceva che non doveva arrendersi. Che forse lei era ancora viva. All’inizio si era abbandonato alla prima emozione che il cuore gli aveva inflitto: il dolore. Ma ora la sua indole battagliera si stava facendo largo per riavere uno spiraglio di luce. Decise che avrebbe riposato in seguito, prima doveva andare in un posto. Prese la macchina e si diresse subito al commissariato, aveva bisogno di parlare con Saeko. Quando arrivò davanti al suo ufficio  non si degnò nemmeno di bussare ed entrò come un vulcano, nonostante le lamentele della poliziotta che lo aveva rincorso a perdifiato.
“Ispettrice Nogami mi dispiace tanto, ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscita. Sono davvero desolata”
“Tranquilla Hitomi, anzi per cortesia, potresti portare una tazza di caffè per me e una camomilla per il signore qui presente?”
“Ah ah spiritosa Ispettrice” fece Ryo con tono sarcastico. 
Certo Ispettrice, con permesso” e dopo un inchino la poliziotta si defilò a fare il suo dovere.
“Allora, si può sapere cosa ci fai qui? A quanto vedo ti sei ripreso alla grande.”
“Io e Mick siamo appena stati dimessi dalla clinica. Ma non sono qui per fare due chiacchiere tra amici, voglio delle risposte Saeko!”
La poliziotta immaginava perché fosse lì, e dopo aver sospirato ed essersi seduta alla sua scrivania, cominciò a fare il resoconto di quelle ricerche durate alcuni giorni.
“Purtroppo non abbiamo ancora trovato nulla Ryo. Ti posso assicurare che abbiamo cercato in lungo e in largo, i sommozzatori hanno perlustrato le acque giorno e notte ma nessuna traccia di Kaori. Piuttosto, abbiamo recuperato il corpo mezzo sventrato di un uomo, quello che si suppone fosse alla guida dello yacht. Uno spettacolo per nulla intrigante credimi”
“E’ quello che si è meritato” fece Ryo a denti stretti. 
A Saeko venne quasi la pelle d’oca. Poi lo sweeper continuò.
“Ora spiegami come sia possibile che abbiate recuperato tutte le vittime, e non avete trovato lei?”
“Ma è ovvio mio caro Ryo... ti ripeto che Kaori non è li!!”
A quell’affermazione Ryo spalancò gli occhi. Possibile che Kaori fosse riuscita a fuggire dal luogo dell’esplosione? E dove diavolo era finita allora?!
“Se quello che insinui è vero allora potrebbe essere stata trasportata dalla corrente, ma dove?” A quel pensiero sentì riaccendersi in lui la fiamma della speranza. Forse c’era davvero una probabilità che fosse ancora viva. E lui doveva coglierla, anche se questo avesse voluto dire cercarla per il resto della sua vita.
“Stando alle rilevazioni, l’unico posto su cui potremmo indagare è il Litorale di Choubohantei. E’ ‘unica isola che si affaccia di fronte al porto di Tokyo, e a rigor di logica, la più vicina dal punto dell’esplosione. Se sei d’accordo…”
“NO!! Andrò io a cercare, ma da solo.”
“Ma Ryo, da solo ci impiegherai giorni interi. Io con i miei uomini farei molto prima”. Saeko lo conosceva piuttosto bene. Sapeva che non sarebbe stata impresa facile convincerlo a lasciarla proseguire nelle indagini. “E poi ti ricordo che c’è un'indagine in corso. Come lo spiego ai miei superiori?”
Ryo le rivolse un sorriso sghembo poi, avviandosi verso l’uscita, si girò in direzione della poliziotta.
“Sono certo che anche questa volta saprai come uscirne. Tu fammi avere solo un mezzo per raggiungere la baia ok?  Ah, complimenti per la camomilla, mi ha rilassato davvero tantissimo!” E si chiuse la porta alle spalle.
Uno stormo di corvetti volò dietro la testa di Saeko.
“Già, e il mio caffè? HITOMIII!!!”

 

Ryo uscì dal commissariato più galvanizzato che mai. Sentiva un'ondata di speranza scorrergli nel profondo delle viscere. Ora doveva solo organizzarsi per le ricerche. Da quel che ne sapeva si trattava di una ex zona di riciclaggio abbandonata. 
Riprese la mini e si diresse subito a casa. Quando vi arrivò fece subito incursione nell’armeria per far incetta di armi. Non sapeva bene cosa avrebbe trovato una volta giunto là. 
Nel tardo pomeriggio ricevette la telefonata di Saeko che lo avvertiva di avergli riservato una barca per l’alba del giorno dopo, al molo 13. 
Poco male, anche se fremeva per iniziare quanto prima il sopralluogo, si disse che una buona cena e una doccia ristoratrice lo avrebbero di sicuro rigenerato. Sperava solo di riuscire anche a riposare in vista della partenza.
Dopo un’abbondante cena sentì bussare in maniera prepotente alla porta. Si domandò chi fosse, anche se sospettava che una persona sola sulla faccia della terra potesse fargli visita a quell’ora, e creare tutto quel baccano. Non fece in tempo ad aprire che uno schiaffo dritto in faccia lo fece cadere all’indietro. La furia che si trovò davanti poteva far paura anche al loro peggior nemico. Miki era imbufalita. Aveva la faccia rossa dalla rabbia, e la posa gli ricordava tanto quella della sua amata socia ogni volta che lo sgridava.
“Cara dolce Miki, qual buon vento?” fece con fare innocente.
“E me lo chiedi pure Saeba???? Si può sapere perché non ho ancora avuto tue notizie? Perché qui nessuno mi dice nulla?? Ho chiamato Saeko e mi sono sentita dire che c'è un'indagine in corso, e non può rilasciare notizie. Mick è ancora ko, e Kazue ha persino staccano la linea del telefono. Quindi sono venuta io da te!”
Era una vera furia. Non si riusciva a farla tacere, e forse non aveva tutti i torti. Era evidente che avesse bisogno di scaricare tanta frustrazione. Kaori era la sua migliore amica, e non era una che amasse essere lasciata all’oscuro su cose così importanti. 
“Hai ragione, purtroppo ne so poco anche io. Per ora non l’hanno ancora trovata.”
A quelle parole Miki non riuscì più a trattenere le lacrime. Ryo cerco’ subito di consolarla.
“No no, Miki non fare così. Guardami. Saeko è convinta che si sia salvata e sia finita sulle coste del litorale di Choubohantei. E lo penso anche io. Domattina all’alba andrò là e vedrai che te la porterò a casa sana e salva”. 
Miki lo guardava con la speranza negli occhi. “Promettimelo Ryo, promettimi che la porterai a casa” “Ma certo!” 
“Va bene, mi fido di te…. adesso però puoi anche smetterla di palparmi il sedere!!” E dopo un altro schiaffo se ne andò lasciando un Ryo tramortito per terra. 


L’indomani era arrivato. Ryo si fece trovare al molo 13 come da accordi. Lì c’era anche Saeko ad aspettarlo.
“Miraccomando stai attento, hai sotto al sedere un'imbarcazione che alla polizia costa fior fior di yen!” fece lei acida.
“Ehi ma per chi m'hai preso si può sapere?!!”
E detto questo partì col motoscafo in direzione del Litorale. 

 

“Kaori non temere, sto arrivando”.

   
 
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