"Basta! Non ti voglio più vedere! Mi fai solamente schifo!"
"Claudia.. dai non fare così..." continuava a dirmi lui cercando di avvicinarsi a me.
"No... non mi toccare...Vai via..." dicevo con gli occhi stra colmi di lacrime singhiozzando... poi scappai via correndo.
Quella fu la fine della mia unica storia d'amore.
Credevo di aver trovato l'uomo della mia vita, quello che avrebbe potuto rendermi felice e a cui avrei potuto donare tutta me stessa... ma non era così. Si era rivelato una persona completamente diversa da quella che pensavo fosse.
Sapete quel ragazzo dolce e carino che si può incontrare nei posti più inusuali, come una fermata del pullman, ogni mattina... Le cose vengono da sè... iniziate a parlare del ritardo dei pullman, del fatto che sono sempre pieni soprattutto in una città caotica come Milano e per una ragazzina di 15 anni questo può essere più che sufficiente per pensare di aver trovato il ragazzo ideale.
-Lui ha 18 anni però- inizi a pensare un po' perplessa, ma appena vedi i suoi occhi dimentichi tutto il resto e ti lasci trasportare come una foglia secca al vento: senza meta, solo trasportata da una forza invisibile più potente di te.
Ecco... quella ragazzina idiota di 15 anni ero proprio io. Quasi quasi mi pentii di aver dovuto prendere quel pullman ogni mattina per andare a scuola.
15 anni.. troppo pochi per prendere decisioni simili, eppure mi sembrava l'unica soluzione possibile. Lo amavo.
Ora mi ritrovavo a 22 anni, dopo 7 anni di fidanzamento, completamente sola.
Cosa avevo sbagliato? Cosa aveva indotto quell'insensibile ad andare a cercare piacere altrove? Da ben altre due ragazze...
-No io non ho sbagliato niente!- pensavo nei rari momenti in cui non piangevo. Ma poi l'idea veniva rapidamente sovrastata dal senso di colpa
-Forse potevo fare di più- e iniziavo a sminuirmi, a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in me.
Tutti mi dicevano che ero giovane, che mi sarei fatta rapidamente un'altra vita ma in quel momento mi sembravano tutte idiozie.
Quel ragazzo mi aveva rubato tutto... la mia adolescenza, la mia ingenuità, la mia purezza e il mio cuore. Nessuno me li avrebbe più ridati indietro.
E la mia vita continuava così, tra pianti nei momenti meno adatti, bronci continui senza un minimo di serenità e senza la voglia di fare più nulla.
La cosa peggiore di tutta questa storia era il fatto che dovetti tornare a vivere con i miei. Ingenuamente e stupidamente avevo accettato di andare a convivere con lui, nel suo bilocale appena comprato e mi sembrava un sogno.
Iniziavo seriamente a pensare che potesse durare per sempre.
Ed eccomi a svuotare le 5 valigie di roba che mi ero portata via, di nuovo in quei vecchi armadi familiari.
Stupida, stupida, stupida 15enne!