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Autore: LatersBaby_Mery    11/12/2019    14 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 82

POV ANASTASIA


“L’acqua è pronta?” domando, spogliando delicatamente Allison.
Christian estrae dalla piccola vasca il termometro rosso a forma di pesciolino “36 gradi precisi” afferma.
“Perfetto, direi che possiamo cominciare”
Oggi la nostra piccola principessa ha 12 giorni di vita, questa mattina è caduto il moncone ombelicale e finalmente siamo pronti per il primo bagnetto. La vaschetta del fasciatoio è riempita per metà con acqua calda e sapone per bambini, ed emana un profumo delicato e dolcissimo. Mia madre è già pronta con la videocamera, e i bambini assistono in prima fila, dopo essersi divisi i compiti: Phoebe mi passa l’accappatoio e il pannolino, e Teddy il talco e la crema. È uno dei modi che abbiamo escogitato per farli stare tranquilli e allo stesso tempo farli sentire coinvolti.
Christian ed io siamo l’uno di fronte all’altra, con la vasca in mezzo a noi. Immergo il gomito in acqua per controllarne ancora una volta la temperatura, dopodichè, tenendo una mano saldamente dietro il collo di mia figlia e l’altra sotto il sederino, inizio pian piano ad immergerla. Non appena il suo corpo sfiora il pelo dell’acqua, Allie manifesta il suo dissenso, dapprima con qualche lieve lamento, e poi con un pianto sempre crescente.
“Mi sa che con l’acqua dobbiamo fare ancora amicizia..” osserva divertito Christian.
“Heey, amore, va tutto bene” mormoro, dondolandola leggermente per farla adattare all’acqua.
Mio marito, nel frattempo, afferra la spugnetta per neonati e delicatamente gliela passa sul corpo, partendo dalla testa e arrivando ai piedi. Allie, nel frattempo, continua a piangere, come se fosse nel pieno di chissà quale tortura.
“Anche se piange, è comunque bellissima” afferma mia madre.
Ed è vero. La mia bambina è ogni giorno più bella, e ogni giorno ci regala nuove emozioni. Anche adesso, che sgambetta disperata nell’acqua, ha fatto qualcosa di nuovo che voglio tenere impresso nella memoria per sempre.
“Va bene, dai, per oggi può bastare” decreto.
“Chi ha l’accappatoio?” domanda Christian.
“Io!” risponde prontamente Phoebe, passando il minuscolo accappatoio al suo papà.
Christian tiene l’accappatoio tra le braccia, io vi adagio Allie e lui la avvolge subito, stringendola poi a sé per calmarla.
“Ssshh, abbiamo finito, cucciola. Basta, basta..” sussurra, baciandole teneramente la fronte.
Nostra figlia lentamente si tranquillizza, e mio marito la appoggia sul fasciatoio.
“Beh, diciamo che, come primo impatto, non è stato molto positivo. Ma speriamo che domani vada meglio..” dico, mentre inizio ad asciugarla.
“Domani?” Christian sgrana gli occhi “Non potremmo ripetere l’esperienza tra.. tipo uno o due mesi?”
Scoppio a ridere. “Spiacente, ma ho intenzione di tirare su dei figli puliti e profumati, quindi il bagnetto si fa tutte le sere..”
Lui sbuffa, accennando un sorrisetto.
“Vedi il lato positivo: finchè non si abituerà all’acqua, ogni sera sarai il suo cavaliere dalla scintillante armatura” ironizzo.
“Io lo sono sempre, vero Phoebe? Chi è il tuo principe azzurro??”
“Papiii!” esclama nostra figlia, aggrappandosi alle sue gambe.
Allison, nel frattempo, si gode le mie carezze mentre la asciugo, e se ne sta con la punta del dito in bocca.
“Ma quanto sei bella tu, eh?” mi chino su di lei e le do qualche bacio sul pancino. “Chi ha il talco e la crema?”
“Ioo!” urla Teddy, materializzandosi al mio fianco.
Afferro prima il flacone di talco, facendone cadere giusto un leggero velo, e poi applico un po’ di crema sul sederino di Allie. A questo punto, le metto il pannolino, passatomi da Phoebe, e infine la tutina per la notte, rossa con su disegnati Minnie e Topolino. Credo di avere una vera e propria mania per tutto ciò che è Disney: i cassetti e gli armadi dei miei figli lo testimoniano.
“Bimbi, è ora di andare a nanna!” annuncia ad un tratto Christian.
Loro protestano, ma alla fine a spuntarla è sempre il papà.
“Su, date la buonanotte alla mamma, alla nonna e ad Allie e andiamo a dormire. Questa sera tocca a me la favola”
Teddy e Phoebe, con qualche sbuffo, danno un bacio a mia madre, poi si avvicinano a me ed io mi chino, così che possano dare un bacino anche alla sorellina.
“Ciao amore” mormora dolcemente Teddy.
Ogni mattina e ogni sera saluta Allie così, e a me si scioglie letteralmente il cuore.
“Buonanotte piccolina” aggiunge Phoebe, carezzandole la guancia.
Adagio momentaneamente la piccola nella sua carrozzina e accompagno i bambini in cameretta, rimbocco loro le coperte, gli do il bacio della buonanotte e poi lascio a Christian l’arduo compito di farli addormentare.
Faccio ritorno nella stanza di Allie e insieme a mia madre metto a posto tutte le cose utilizzate per il bagnetto.
“Anche tu, quando abbiamo fatto il primo bagnetto, hai urlato come una pazza” mi fa presente mia madre.
Ridacchio. “Non nego che mi è sembrato tutto abbastanza.. nuovo. A Teddy e Phoebe piaceva fare il bagnetto..”
“Beh, sappiamo che i bambini non sono tutti uguali. Ma vedrai che pian piano si abituerà e non piangerà più..” si china sulla carrozzina, rivolgendosi direttamente alla sua nipotina “È vero, amore?”
È straordinaria la dolcezza che trapela dallo sguardo della mia mamma, così com’è straordinario il modo in cui, da quando è arrivata, si dedica ai suoi nipotini e si gode le loro attenzioni.
Quando la cameretta è in ordine, mia madre si ritira in camera sua, ed io prendo in braccio Allie per allattarla. Comunemente si dice che il bagnetto contribuisca a rilassare i bambini, e spero sia davvero così. Con Teddy e Phoebe funzionava: dopo il bagnetto, facevano l’ultima poppata e si addormentavano, riuscendo a dormire anche sei ore filate. Allie, attualmente, è ancora ferma a quattro; si sveglia ogni notte intorno alle tre e resta sveglia almeno un paio d’ore. Notte dopo notte, inizio a risentire del poco sonno, anche se devo ammettere di essere molto fortunata rispetto a tante altre mamme, perché posso contare sull’aiuto di mia madre e di Gail.
Sfioro con il dorso delle dita il viso liscio e dolce di mia figlia, perdendomi nei suoi occhioni dal colore ancora indefinito. È nata da soli 12 giorni, eppure, rispetto alle foto scattate in ospedale, mi sembra già così cresciuta.
Le canticchio sottovoce una ninnananna, e sento il cuore scaldarsi mentre la vedo pian piano chiudere gli occhi. E la cosa più buffa è che, mentre si addormenta, Allie continua a ciucciare e non ha intenzione di abbandonare il mio seno.
“La principessa della mamma” sussurro, provando a staccarla.
Rido sommessamente quando la vedo ciucciare nel vuoto, e me la appoggio sul petto per farle fare il ruttino. Sentire il suo calore addosso, il leggero rumore del suo respiro, accarezzare la morbidezza della sua pelle, sono tra le sensazioni più belle che abbia mai provato nella mia vita. Quando mi ritrovo immersa in questi momenti fatti solo di noi due, la guardo, la annuso, la tocco, e qualche volta ancora non mi sembra vero che lei sia davvero qui. Ho trascorso otto mesi ad immaginarla, a sognarla, e adesso che la ho tra le braccia, ho paura che il tempo mi scivoli via dalle mani troppo velocemente.
Ad un tratto sento i passi di Christian in corridoio, e mi volto non appena sento scostare la porta.
“Missione compiuta!” mormora, soddisfatto.
Entra in camera e si siede accanto a me sul divanetto. “Crollata anche lei?”
“Mi sa di sì” sussurro “Il bagnetto ha fatto la magia”
Mio marito si sporge verso di me e mi bacia la tempia. “Stanca?”
“Un po’. Non vedo l’ora di fare una bella doccia e mettermi a letto”
“Se vuoi penso io ad Allie. Dai, vai..” mi incita.
Credo che i miei occhi brillino di luce propria alle sue parole. “Davvero??”
Christian ridacchia. “Ma certo, vai!”
Delicatamente gli passo la bambina, lo bacio e poi corro in cabina doccia. L’acqua calda e il bagnoschiuma all’Argan hanno il potere di rilassarmi in pochi minuti e sciogliere tutta la tensione accumulata nei miei muscoli.
Mentre mi asciugo, tendo l’orecchio per captare eventuali pianti di Allie, ma per fortuna tutto tace. Così mi concedo un po’ di tempo in più, coccolandomi anche con la lozione profumata e il trattamento idratante per il viso.
Quando rientro in camera, mi sento davvero rigenerata, e soprattutto felice, perché mi ritrovo davanti agli occhi una scena alla quale credo che non mi abituerò mai: Christian è sul letto, con Allie che dorme distesa al suo fianco, e se la sbaciucchia con una dolcezza infinita. Avvertendo la mia presenza, mio marito solleva il viso e mi guarda. “So che avrei dovuto metterla subito nella culla, ma non ce l’ho fatta”
Sorrido, mi avvicino al letto e pian piano mi distendo anch’io, in modo che Allie sia in mezzo a noi.
“La nostra principessa” sussurro, sfiorandole la testa con le labbra.
“Non riesco a staccarmi” mormora Christian “Ha un profumo che.. non lo so, è indescrivibile..”
Il mio sorriso si allarga ancora, mentre allungo la mano e intrufolo le dita nei suoi capelli.
“Che meraviglia” geme, beandosi delle mie carezze. Dopo un po’ sbadiglia, e mi rendo conto che è arrivata l’ora di dormire e recuperare più sonno possibile prima che Allie si svegli, e ci svegli, nel pieno della notte.
La sollevo delicatamente e la metto nella culla, sistemandole la copertina. Spengo la luce, accendo l’abat-jour e mi infilo sotto le coperte, tra le braccia di Christian. Lui mi bacia una guancia e mi annusa.
“Mmm, cos’è questo profumo?”
“La crema viso che sono riuscita a riutilizzare dopo una settimana”
Ride e mi stringe più forte, io appoggio la testa sul suo petto e gli accarezzo il braccio che mi circonda la vita.
“Però, nonostante tutto, direi che ce la stiamo cavando bene”
Annuisco. “Sì, siamo una squadra imbattibile!” affermo, poi, senza rendermene conto, sbadiglio.
“Dormiamo?”
“No, voglio anche io le coccole!”
Mio marito ridacchia e intrufola il viso nell’incavo del mio collo, sparandomi pernacchie nel punto in cui sa che le soffro di più.
“Dai scemoo” tento di dimenarmi e al contempo di trattenermi per non svegliare Allie.
“Ti ho mai detto che sei bellissima quando fai la gelosa?”
Sollevo il viso e gli faccio la linguaccia. Christian si china appena per far incontrare le nostre labbra. In un istante mi sciolgo tra le sue braccia e rispondo al bacio, schiudendo le labbra e avvolgendo la lingua con la sua. Le mani di Christian si uniscono all’altezza del mio fianco e mi attirano di più contro di sé, contro il suo corpo tonico, e contro la prova della sua eccitazione, che cresce sempre di più e alimenta anche la mia.
Questa consapevolezza ha l’effetto di far svanire tutta la magia, e poco a poco mi stacco dalle labbra di mio marito.
“Amore, cosa succede?”
Sospiro, distogliendo lo sguardo dal suo.
“Ohii” mormora, posandomi due dita sotto al mento e costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Scusa..” sussurro.
“Ma di cosa?”
“Io.. io vorrei tanto. E mi dispiace da morire che.. per colpa mia non.. non possiamo..”
Mi posa un dito sulle labbra. “Sshh. Non voglio assolutamente sentirle queste cose. Colpa di cosa? L’unica colpa che hai è di essere così fottutamente irresistibile anche con gli occhi stanchi e il pigiama con la renna”
Ridacchio e mi accoccolo di nuovo contro il suo petto.
“Amore, si ripete lo stesso copione di quando sono nati Teddy e Phoebe, ed io ti ripeto le stesse cose che ti ho detto tre e cinque anni fa: non posso negare che mi manchi il tuo corpo, la nostra unione, la nostra passione, ma non me ne faccio un problema. Il tuo corpo ha compiuto qualcosa di straordinario: ha custodito e messo al mondo una nuova vita. Non mi pesa aspettare un po’ per ritrovare la nostra intimità, perché niente al mondo può eguagliare la felicità che sto provando da quando è nata nostra figlia”
Trattenendo le lacrime, lo abbraccio forte, lo bacio e, cullata dalle sue parole, mi addormento finalmente serena.
 

Il giorno seguente...

Mancano due giorni al ballo invernale per Affrontiamolo Insieme, organizzato dai miei suoceri, e oggi mi aspetta un compito per nulla semplice: scegliere il vestito. Caroline Acton mi ha portato ben sei modelli, accuratamente scelti da lei in base ai miei gusti, che ormai dopo sei anni e mezzo conosce alla perfezione, e alle esigenze del mio corpo in questo periodo in cui non sono propriamente in forma. Con Allie che sonnecchia sulla mia spalla, ammiro i sei bellissimi abiti, appesi su uno stand della cabina armadio e, a prima vista, ognuno mi sembra favoloso.
“Da quale vuole cominciare, Mrs Grey?” domanda la mia personal shopper.
“Da quello color glicine”
Mentre Miss Acton sfila l’abito dall’apposita gruccia, passo la bambina a mia madre, che la adagia nella carrozzina e poi si siede su uno dei pouf per assistere alla prova e darmi i suoi consigli.
Mi spoglio, restando in intimo, e con l’aiuto di Caroline indosso l’abito. È lungo, monospalla, con un drappeggio all’altezza del fianco sinistro. Osservo la mia immagine riflessa nel grande specchio e ciò che vedo non mi soddisfa: il modello mi ingrassa e il colore mi spegne. Mia madre pensa esattamente le stesse cose, quindi lo scarto decisamente.
Il secondo abito è color oro, e rispecchia alla grande il connubio tra semplicità e luce, grazie alla cintura di strass sotto al seno e la seta morbida che scende fino a terra. Nota stonata: il seno. Non mi piace il modo in cui il corpetto avvolge il mio seno, probabilmente perché è più gonfio e meno sodo rispetto a prima. Scarto anche questo, sentendomi un po’ demoralizzata.
Il terzo abito è bianco e nero, corto davanti e più lungo dietro; ha una fantasia astratta molto particolare, ma il tessuto in taffetà plissettato e lo stile impero mi fanno sembrare più grassa di quando ero incinta.
“Magari se mettessimo una panciera..” propone Miss Acton, ma la blocco subito.
“La ginecologa mi ha sconsigliato le panciere contenitive, e anche io sono contraria. Non le ho usate con i due parti precedenti e non ho intenzione di iniziare adesso”
Il mio tono è categorico, forse anche un filino acido. Caroline non insiste e prende il quarto abito: è per metà bianco e per metà blu elettrico, con una sottile fila di brillantini che corrono verticali lungo tutto il vestito, dividendo i due colori. Se i primi tre abiti mi hanno lasciato un po’ d’amaro in bocca a causa delle varie imperfezioni, con il quarto ho la batosta definitiva non appena mi rendo conto che la zip non sale. Il vestito è troppo stretto e il tessuto è poco elastico.
“È stato un mio errore” afferma Caroline “Se le piace il modello, mi procuro subito la misura successiva”
Controllo l’etichetta dell’abito e il numero che osservo mi fa rabbrividire: 46. Due taglie più grandi della mia abituale, che è la 42.
“No, grazie. Non posso accettare di indossare un abito di tre taglie più grandi della mia”
“Ma Ana..” si intromette mia madre.
“Lascia stare, mamma. Proviamo gli altri due”
Con gli altri due abiti la situazione non migliora: uno è troppo aderente, e mi evidenzia spaventosamente pancia e cosce, e l’ultimo, anche se è mi piace come modello, addosso a me perde tutta la sua bellezza, a causa della pancia burrosa e del seno sformato. Il mio umore è sempre più a terra, mia madre mi osserva senza proferire parola e Caroline Acton sembra mortificata ogni volta che scuoto la testa, come se fosse colpa sua.
Dopo aver tolto anche il sesto abito, prima di indossare nuovamente i miei jeans e il maglioncino, mi fermo per un attimo ad osservare il mio corpo attraverso lo specchio, cosa che, da quando ho partorito fino ad oggi, ho fatto solo di sfuggita, dopo la doccia o quando dovevo cambiarmi. Adesso, invece, che sono a provare abiti da oltre mezz’ora, ho avuto tutto il tempo di notare tutti i cambiamenti del mio corpo, tutte le imperfezioni, tutto ciò che non mi piace: il seno gonfio ma poco sodo, la pancia flaccida e ricca di smagliature, le cosce più larghe del solito. Lentamente vedo la mia immagine sbiadire sempre di più e mi rendo conto che sto piangendo. Afferro la mia vestaglia di seta e la indosso in fretta per coprirmi. Mi siedo su un pouf e nascondo il viso tra le mani, iniziando a singhiozzare.
“Tesoro” mormora mia madre, inginocchiandosi davanti a me “Cosa succede?”
Scuoto la testa, con i singhiozzi che mi scuotono le spalle. Mia madre mi prende delicatamente le mani e me le allontana dal viso. “Ana, ti prego parlami. Cosa c’è?”
Sollevo le spalle e mi sforzo di calmarmi, tirando su con il naso.
“È per i vestiti?”
“N-no.. cioè, non solo per quelli..”
Sento una mano posarsi tra i miei capelli. “Mrs Grey, non stia così male. Sono solo degli abiti. Lei ha partorito da soli tredici giorni, è assolutamente normale che il suo corpo non abbia ancora riacquistato la sua forma..”  
“Lo so, è solo che..” respiro e sbuffo. Non riesco a spiegare come mi sento, e temo che non possano capirmi, quindi preferisco rinunciarvi. “Sentite, è stato solo un momento di debolezza. Adesso però vorrei stare un po’ da sola..”
Le due donne si scambiano un cenno di intesa e mi accontentano. Io mi sposto in camera e, tenendo la carrozzina accanto al letto, mi distendo un po’, abbracciando il cuscino. Non so quanti minuti dopo sento bussare alla porta e bisbiglio un “Avanti” senza alzare troppo la voce per non svegliare Allie. Come prevedibile, vedo entrare mia madre.
“Ana” mormora, sedendosi sul bordo del letto e allungando la mano per accarezzarmi i capelli “Come va?”
Sollevo le spalle. “Così”
“Cos’è che ti fa stare così male?”
“Non so spiegartelo, mamma... È come se non riuscissi a guardarmi, come se fossi intrappolata in un corpo che non sento mio...”
“Ma..”
“Sì, lo so che è normale, che ho partorito da poco e che devo dare tempo al tempo, ma questo non significa che nel frattempo io debba sentirmi necessariamente a mio agio con il mio corpo..”
Sospira, senza smettere di accarezzarmi i capelli. “Hai ragione, tesoro mio, hai tutte le ragioni del mondo..”
Mi metto a sedere, e sento gli occhi farsi nuovamente lucidi. “Anche quando sono nati Teddy e Phoebe mi sono inevitabilmente sentita un po’ fuori dal mio corpo, ma non mi è mai capitato di sentirmi così..”
“Nessuna gravidanza è uguale ad un’altra, e non è detto che si debba reagire sempre allo stesso modo. Adesso ci sono tante cose diverse rispetto ad allora, e inevitabilmente anche tu sei cambiata..”
Annuisco e abbraccio nuovamente il cuscino.
“Miss Acton ha detto che si attiverà subito per selezionare altri modelli..”
“Non me ne frega niente dei vestiti in questo momento, tanto qualunque modello indossi, mi sta uno schifo..”
Mia madre sospira. “Posso fare qualcosa per te?”
“No mamma, vorrei solo restare da sola” sorrido per tranquillizzarla “Vorrei riposare un po’ prima che Allie si svegli per la prossima poppata”
“Va bene” si alza, mi dà un bacio sulla fronte e poi esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Io mi alzo e sbircio nella carrozzina: Allie dorme beata, con una mano posata sulla fronte come se stesse riflettendo su chissà quali problemi della vita. Mi scappa un sorriso, è così buffa e così tenera. Ho un bisogno egoistico e viscerale di tenerla stretta a me, così la prendo in braccio, pregando con tutte le mie forze che non si svegli, e mi stendo nuovamente, tenendola ancorata a me con un braccio. La mia piccola si lamenta per il cambio repentino di posizione, ma accosto il viso al suo e le sfioro la guancia con la mia, bisbigliando un “Sssh, dormi amore mio”.
La accarezzo, la coccolo, le parlo sussurrando, e piano piano mi appisolo anche io, cullata dal suono del suo respiro.
 

POV CHRISTIAN

Lo squillo del telefono sulla mia scrivania mi distrae dalla lettura di un’importante e-mail da Cupertino. Vedo lampeggiare la luce blu, che indica che la telefonata arriva dal desk della reception.
“Sì, Andrea?” rispondo, pigiando il pulsante del vivavoce.
“Mr Grey, ha appena chiamato Eamon Kavanagh e ha chiesto di rimandare a domani la riunione fissata per oggi alle 14. Attende una risposta da parte sua”
Ci rifletto per qualche istante: domani ho una giornata abbastanza piena, ma se rimando la riunione, oggi riesco a tornare a casa per pranzo e stare un po’ con Ana e i bambini.
“Va bene, Andrea. Rimandiamo a domani alla stessa ora”
“Perfetto, Mr Grey”
Chiudo la telefonata e riprendo a leggere la mail, appuntando le informazioni su cui mi preme maggiormente discutere con Cook. Pochi minuti dopo, però, è il mio cellulare a squillare.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. “Vogliono farmi lavorare oggi?”
Cambio del tutto registro non appena noto sullo schermo il numero di Carla.
“Pronto, Carla?”
“Oh, ciao Christian, perdonami se ti disturbo in ufficio”
“Non c’è nessun problema. È successo qualcosa?” domando allarmato.
“Nono, nulla di grave, sta’ tranquillo. È solo che poco fa è andata via Caroline Acton, era venuta perché Anastasia scegliesse l’abito per dopodomani”
“Sì, ricordo perfettamente”
“Ecco, solo che Ana non è riuscita a scegliere nessun abito. O non le piaceva come le stava, o era stretto, o evidenziava troppo la pancia.. Insomma, diciamo che ha.. litigato con lo specchio..”
Sospiro, lasciandomi andare contro lo schienale della poltrona. “Non mi è affatto nuovo questo copione..”
“Lo so, solo che.. l’ho vista molto giù. Da quando Miss Acton è andata via, Ana si è chiusa in camera a piangere. Ho provato a parlarle, ma dice che vuole stare da sola. Io penso che i difetti fisici siano stati la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso, sappiamo bene che il post-parto è un periodo molto delicato, in cui una donna è particolarmente fragile. Magari con te potrebbe sfogarsi..”
Sospiro, dando un’occhiata all’orologio che ho al polso: è mezzogiorno. La mia pausa pranzo inizia alle 13, ma so per certo che non riuscirei a continuare a lavorare sapendo che mia moglie non sta bene.
“Sì, ha ragione. Arrivo prima che posso, non dica niente ad Ana però..”
“Certo, tranquillo”
“Grazie Carla, a tra poco”
Riaggancio e avviso Taylor del cambio di programma. Riordino i documenti sulla scrivania, poi spengo il computer e indosso il cappotto. Esco dal mio ufficio, lascio disposizioni ad Andrea per il pomeriggio e poi scendo al piano terra, dove mi attende Taylor.
Quando rientro a casa, mi accoglie mia suocera, informandomi che Ana è ancora in camera. Mi sfilo il cappotto e salgo al piano superiore, busso piano alla porta della nostra stanza e, senza attendere risposta, la apro ed entro, cercando di fare meno rumore possibile.
“Cosa c’è, mamma?” domanda mia moglie, che è di spalle alla porta e non mi ha ancora visto. È seduta sul letto e sta allattando Allison. Io mi appoggio alla parete e la osservo: indossa solo una vestaglia e ha i capelli raccolti in una coda disordinata, eppure per me è semplicemente favolosa.
“Così si accoglie un principe azzurro che torna dalle sue principesse?”
Lei si volta di scatto al suono della mia voce e mi guarda stupita. “E tu cosa ci fai qui?”
Mi avvicino e mi chino a baciarle una tempia. “Mi mancavate tanto” mi siedo sul bordo del letto e bacio la morbida testa di mia figlia, cercando di non disturbarla “Ciao stellina”.
Sollevo lo sguardo verso Anastasia, che mi fissa con le sopracciglia aggrottate.
“Cosa c’è?”
“Stai invecchiando, Mr Grey, le bugie non le sai più dire. Non che tu l’abbia mai spuntata con me, comunque”
Fingo un’espressione angelica. “In che senso?”
Ana sbuffa. “Nel senso che non mi sembra affatto una coincidenza la tua presenza qui e la mattinata, diciamo.. complicata che ho avuto io”
Sospiro, arrendendomi all’evidenza. Tanto con mia moglie non ho alcuna possibilità.
“E va bene, non è un caso..”
Lei sospira a sua volta, abbassando lo sguardo su nostra figlia, che ciuccia tranquilla, stringendo un dito della sua mamma.
“Avanti, vai con la filastrocca del: è tutto normale perché hai partorito da poco, sei sempre bellissima fantastica, meravigliosa. E che altro? Ah, sì, sono gli ormoni..”
Mi dispiace da morire vederla così nervosa, e mi sento completamente impotente perché non so cosa dire o fare per toglierle queste idee dalla testa.
Le scosto una ciocca di capelli dietro all’orecchio, indugiando per diversi istanti con le dita sulla sua pelle. “Hey, guardami” mormoro.
Lei solleva lo sguardo, e la purezza di quegli occhi azzurri così limpidi mi fa tremare il cuore. Ma come glielo spiego? Come glielo spiego che per me è perfetta così com’è, che non me ne frega niente dei suoi chili in più, delle smagliature e di tutto il resto? Come glielo spiego che mi bastano i suoi occhi e il suo sorriso per impazzire?
“Io so che qualsiasi cosa dicessi in questo momento, per te non avrebbe grande valore. E so che tu sai perfettamente che per me resti sempre la donna più bella del mondo, che non me ne frega un cazzo né della pancia, né delle tette, né delle cosce, né di nient’altro. Non voglio costringerti a stare bene per forza, lo so che sei stressata, che sono giorni particolari, ed è sacrosanto che anche tu abbia i tuoi momenti di sconforto. È giusto che tu ogni tanto abbia voglia di piangere, e se vuoi farlo, fallo. Ma poi il momento di sconforto finisce, e dobbiamo rimboccarci le maniche, perché io ho sposato una donna forte, testarda e determinata. Quindi, c’è qualcosa che non ti piace nel tuo fisico? Okei, vorrà dire che ci metteremo d’impegno per migliorare. Non appena la ginecologa ti darà via libera, se a te va, contatterò Bastille e gli chiederò di presentarci la sua migliore collega, così che possa ideare per te un giusto piano d’allenamento. Scordati che lo farò fare a lui, perché nessun uomo a parte me può ammirare il tuo culo avvolto nei pantaloncini da palestra”
Mia moglie mi guarda con gli occhi colmi di sorpresa e sul suo volto si dipinge un sorriso meraviglioso, magnetico e dolcissimo allo stesso tempo. Chiude per un attimo gli occhi e mi prende la mano, quando li riapre, sono leggermente lucidi.
“Non è vero che quello che dici non ha valore per me, niente conta di più, e nessuno più di te riesce a farmi stare meglio”
Mi sporgo verso di lei e la bacio, ma il movimento di Ana infastidisce Allie, che si stacca dal seno e piagnucola.
“Noo amore, scusa” mormora Ana, sollevandola e sbaciucchiandola sulle guance.
“Ha finito?” domando, impaziente di riempirla di coccole.
Mia moglie ridacchia. “Sìì, tieni papà, tutta per te” me la porge ed io la accolgo subito tra le mie braccia, riempiendola di bacini e appoggiandomela poi sulla spalla per farle fare il ruttino.
Anastasia si sistema il reggiseno e poi si siede accanto a me, aggrappandosi al mio braccio libero.
“Christian, grazie per avermi capita” dice, baciandomi poi il braccio “Io.. con la nascita di nostra figlia mi sento la donna più felice del mondo, davvero. Però.. non so, in alcuni momenti mi guardo allo specchio e mi dico che io non sono solo una mamma, sono anche una donna, e non riesco a fare a meno di.. di sentirmi come se fossi in un corpo che non è il mio. Lo so che è assurdo..”
“No” la interrompo “Non è assurdo. Non devi assolutamente sentirti strana, o in difetto, per questi pensieri. È normalissimo averli. Questo non fa di te una madre ingrata o una ragazza snob. Una gravidanza porta ad un milione di cambiamenti, dentro e fuori dal corpo, e ci vuole un po’ di tempo per assorbirli tutti..”
“Da quando sei diventato così saggio e così.. empatico con l’animo femminile?”
Ridacchio. “Sai com’è.. mi sto impegnando molto per imparare, vivo con ben tre donne, una più esigente dell’altra..”
Anastasia ride e allunga il viso per baciarmi la guancia. Sposto Allie dalla mia spalla al mio petto e la stringo forte. “Lei è la più esigente di tutte”
Mia moglie appoggia la testa sulla mia spalla, intrecciando le dita con le mie. “Noi ti amiamo da impazzire” afferma, facendomi emozionare come ogni singola volta.
Le circondo le spalle con il braccio libero e la attiro a me, lasciandole un bacio tra i capelli. “Siete tutta la mia vita” dico “E dopo pranzo tu ed io usciamo a comprare un vestito”
“No dai Christian..”
“Hey, silenzio. Ho già deciso. Punto”
“Dispotico” dice tra i denti.
“Sì, e fiero di esserlo”
“Vabe, io vado a rivestirmi, che a momenti rientreranno i bambini da scuola”
“Brava, vai a rivestirti. Noi invece andiamo giù a farci le coccole in attesa dei fratellini” mi alzo, avvolgo la piccolina in una coperta e scendo al piano inferiore.
“Allora, com’è andata?” chiede mia suocera.
“Bene, sta molto meglio”
Carla mi sorride. “Sapevo che solo tu potevi riuscirci..”
Sorrido a mia volta. “Carla, volevo chiederle se per lei è un problema badare ai bambini dopo pranzo. Vorrei accompagnare Anastasia a scegliere un vestito..”
“Ma certo, non c’è nessun problema!”
Pochi minuti dopo fanno ritorno Teddy e Phoebe da scuola, particolarmente felici di trovarmi a casa e soprattutto di trovare Allison sveglia. È meraviglioso il modo in cui i loro occhi si illuminano quando la vedono, la salutano, la coccolano.
Dopo un caotico ma bellissimo pranzo con i nostri bambini, e soprattutto dopo che mia moglie ha snocciolato raccomandazioni su Allie come se dovessimo mancare per due mesi, finalmente siamo pronti per uscire. Chiedo a Taylor di accompagnarci in una delle boutique dove lavora Caroline Acton, le ho telefonato mezz’ora fa per informarla del nostro arrivo.
Anastasia si guarda intorno, tra le decine e decine di modelli esposti, e sembra quasi spaesata.
“Mrs Grey, per ridurre il raggio di scelta, ha qualche preferenza di colori?”
“Beeh, mi piacerebbe qualche colore che richiamasse il Natale”
“Qualcosa sul rosso, che ne pensa?”
“Sì, mi piacerebbe”
La personal shopper si rivolge poi a me. “E lei cosa dice, Mr Grey?”
“Se dicessi che secondo me mia moglie è sempre bellissima, sarei banale. Quindi dico che mi piace molto l’idea di un abito che richiami l’atmosfera natalizia”
Miss Acton, confrontandosi con una delle commesse del negozio, inizia a selezionare alcuni modelli. Alla fine della loro ricerca, sullo stand davanti a noi ci sono tre abiti. Ci fanno accomodare in una piccola stanza riservata, io mi siedo su una poltrona mentre Ana sale su un piedistallo davanti ad una serie di specchi e si spoglia, rimanendo in intimo.
I primi due modelli sono uno interamente rosso e il secondo rosso e nero; Anastasia discute con Caroline Acton dei pregi e difetti di ciascun abito. Anche se non posso sicuramente ritenermi un esperto della moda femminile, a me piacciono entrambi, ma trovo che nessuno dei due valorizzi pienamente la bellezza di mia moglie. Il terzo, invece, fa scattare qualcosa dentro di me. È lungo, di chiffon rosso, con una trama di microcristalli color oro sul corpetto superiore; lungo la gamba sinistra c’è un generoso spacco, riempito da una trama di pizzo color oro tempestato di minuscoli brillantini. La stoffa morbida è perfetta per camuffare la pancia e la struttura del corpetto avvolge meravigliosamente il seno di mia moglie, l’abbinamento rosso-oro e la presenza di cristalli e brillantini le donano una luce quasi eterea.
“Christian?” Ana richiama la mia attenzione.
“Io sono davvero senza parole. Sei stupenda!”
Anastasia sorride, voltandosi di nuovo verso gli specchi. “Anche a me piace molto”
“Le sta un incanto, Mrs Grey. Con un’acconciatura semi-raccolta e degli accessori poco appariscenti, sarà assolutamente perfetta”
“Grazie per l’immensa pazienza che ha avuto con me oggi. E.. mi scusi per il crollo di questa mattina”
“Non deve assolutamente scusarsi, Mrs Grey” risponde Miss Acton con tono dolce “Il mio obiettivo non è solo trovarle un vestito, ma è fare in modo che lei si senta una regina con quel vestito. E le assicuro che in questo momento lei è luce pura”
“Grazie” mormora emozionata mia moglie.
Miss Acton la aiuta a sfilare l’abito e poi lo porta in cassa per confezionarlo, mentre Anastasia si riveste. Io mi alzo e la raggiungo, abbracciandola da dietro e guardandola attraverso lo specchio.
“Dovrò scegliere accuratamente il mio completo per la festa, altrimenti rischio di sfigurare al tuo cospetto. Sei meravigliosa con quell’abito. Certo, mai come quando indossi il pigiama con la renna, ma comunque meravigliosa”
Lei ridacchia e si volta tra le mie braccia. “Amore, è stato tutto grazie a te” si sporge a baciarmi.
Dopo aver pagato e portato con noi l’abito, passiamo nella boutique per l’infanzia a ritirare i vestiti dei bambini che abbiamo scelto qualche giorno fa: smoking per Teddy, vestitino color turchese “da principessa” per Phoebe e abitino minuscolo color rosa cipria per Allie.
Sarà una grande serata, ne sono sicuro.
 

Qualche giorno dopo...

Tra gli ospiti più ammirati della serata il secondogenito di Carrick e Grace Grey, Christian Grey (34 anni, nella foto) insieme a sua moglie Anastasia (28), in smagliante forma a pochi giorni dal parto, e ai loro bambini: Theodore (5), Phoebe (3) e l’ultima arrivata, Allison, nata il primo dicembre. La coppia è apparsa in grande sintonia, non sono mancati enormi sorrisi, manifestazioni d’affetto e sguardi innamorati

Sono nel mio ufficio a casa, a leggere uno dei tanti articoli di testate giornalistiche online sulla festa di due sere fa per Affrontiamolo Insieme. Come immaginavo, è stata una festa davvero magnifica: l’organizzazione, come sempre, è stata superlativa, e mia madre ha ringraziato pubblicamente anche mia suocera per questo; il cibo era ottimo e l’intrattenimento è stato divertente, coinvolgente senza mai essere eccessivo. Gli addobbi e le luci rispecchiavano perfettamente l’atmosfera natalizia, calda e magica.
Anastasia era stupefacente nel suo abito rosso e oro, oserei dire quasi magnetica, attirava lo sguardo di tutti, uomini e donne. Anche i nostri figli erano meravigliosi, Allie in particolar modo è stata al centro dell’attenzione, tutti gli amici dei miei genitori erano impazienti di vederla, ma lei è stata un angioletto per tutta la sera.
“Ma tu guarda.. diciassette giorni di vita e sei già sui giornali..” dico alla mia piccola principessa accoccolata sul mio petto “Sei una piccola diva, eh?”
La prendo tra le mani, tenendo il suo viso all’altezza del mio, e la sbaciucchio sulla guancia morbida, beandomi dei suoi gorgoglii. Adoro tenerla in braccio quando sono al computer, adoro avere il suo calore addosso e riuscire ad intrattenerla semplicemente con la mia voce.
“Amore!” sento Ana chiamarmi dal corridoio e poi il suo viso fa capolino nello studio “Ha appena chiamato la mamma: Bob è atterrato e tra poco saranno qui!” esclama allegra.
Oggi finalmente arriva Bob da Savannah per conoscere Allison e trascorrere il Natale qui con noi. Carla e Sawyer sono andati a prenderlo in aeroporto; mia suocera da questa mattina è euforica come una bambina, e anche i nostri figli non vedono l’ora di riabbracciare il nonno, perché Bob per loro è un nonno a tutti gli effetti.
“Finalmente! Teddy e Phoebe dove sono?”
“Teddy è in salone a giocare con i soldatini e Phoebe mi aspetta in bagno per asciugare i capelli. Voi due, invece, cosa combinate?” si avvicina a noi e si china per accarezzare il viso di nostra figlia.
“Noi curiosiamo online sui giornali online per vedere cosa dicono di noi e della festa di sabato sera”
“Braavi, vedo che vi divertite! Pensavo, visto che mia madre e Bob rientreranno a breve, prova a non farla addormentare, vorrei che Bob la vedesse sveglia”
“Non ci sono problemi, noi ci divertiamo un sacco insieme” mi rivolgo a mia figlia “Vero amore?”
“Dio quanto siete belli!”
Mia moglie mi prende il viso tra le mani e mi bacia, poi bacia nostra figlia sulla fronte, dopodichè esce correndo dallo studio per tornare su da Phoebe.
Spengo il computer e insieme ad Allie raggiungo Teddy in salone. Mio figlio è seduto sul pavimento davanti all’albero di Natale e gioca con alcuni supereroi.
“Teddy, perché sei seduto per terra?”
“Perché qui mi piace, ci sono le luci” risponde, con tutta la spontaneità e l’innocenza della sua età.
“Possiamo venire anche Allie ed io?”
Il suo sguardo si illumina mentre annuisce.
Con tutta l’attenzione possibile, lentamente mi siedo accanto a mio figlio, sentendomi un po’ bambino anche io.
“Papà, quando arriva il nonno Bob?”
“Tra poco, cucciolo. La nonna ha detto che l’aereo è atterrato, quindi dobbiamo solo aspettare che si mettano in macchina e arrivino qui”
“E mangiamo tutti insieme?”
Gli accarezzo i capelli, sorridendo. “Certo!”
“Posso tenere un po’ Allie in braccio?”
Mi s’intenerisce il cuore ogni volta in cui Teddy o Phoebe mi chiedono di tenere la sorellina, perché dimostrano tutta la loro dolcezza e il loro amore verso di lei.
“Va bene” adagio la piccolina nelle braccia del suo fratellone “Fai attenzione, eh”
“Papà, ho imparato come si fa!” mi ammonisce. Ed ha ragione, perché ormai sa perfettamente come tenere le braccia: uno saldo sotto alla testa e l’altro sotto al sederino.
“Piccolina, ti voglio tanto bene” mormora Teddy, dando un bacino sulla guancia di sua sorella.
Il mio cuore batte così forte che temo che la gabbia toracica non riesca a contenerlo. Come si fa a contenere tutto questo amore? Come si fa a contenere l’emozione davanti allo sguardo innamorato perso del mio bambino, alla sua dolcezza, al suo senso di protezione?
“Teddy, lo sai che sei un fratello fantastico?”
“Perché?”
“Perché sei dolce, sei bravo e vuoi tanto bene alla tua sorellina”
“Secondo te lei mi vuole bene?”
“Beh, è piccolina per parlare, ma io penso proprio di sì”
Poco dopo sentiamo dei passi provenire dalle scale e un piccolo uragano dai capelli bruni sfrecciare in salone.
“Ci sono anche ioo!!” esclama Phoebe, raggiungendoci “Che fate??”
“Aspettiamo i nonni” rispondo, scostandole una ciocca di capelli dietro all’orecchio, sono morbidi e profumati.
Ad un tratto Allison inizia a lamentarsi, probabilmente a causa del sonno.
“Phoebe, tesoro, puoi prendere il ciuccio di Allie dal tavolino?”
Mia figlia esaudisce al volo la mia richiesta, poi torna da noi e si siede davanti a suo fratello, impegnandosi con cura per dare il ciuccio alla sorellina. All’improvviso sento due braccia che mi cingono il busto e un profumo di vaniglia permeare l’aria intorno a me.
“Ma quanto sono belli?” sussurra Anastasia al mio orecchio.
Giro il viso per poterla baciare sulla guancia. “Le nostre gioie” mormoro.
Restiamo per un po’ tutti e cinque così, al cospetto delle luci dell’albero di Natale, fino a quando non sentiamo il rombo di un’auto nel vialetto.
“Sono arrivati!!” esclama Teddy, facendo sobbalzare Allison.
Mi alzo e prendo in braccio la bambina. Teddy e Phoebe subito scattano in piedi e corrono verso l’atrio.
“Non azzardatevi ad aprire la porta che fuori si gela!” li redarguisce Ana, raggiungendoli.
Io resto in salone per evitare di esporre la piccola alla corrente d’aria. Non appena sento la porta chiudersi, m affaccio in atrio e vedo i bambini saltare addosso a Bob, che li prende in braccio entrambi, poi si sfila il giaccone e abbraccia commosso Anastasia.
“Tesoro” mormora, staccandosi da lei e ammirandola da capo a piedi “Sei.. sei bellissima, più bella che mai”
“E tu sei il solito galante. Ma adesso ti va di conoscere la tua nipotina?”
“Non aspetto altro”
Bob si avvicina a me ed io gli mostro Allison, che è miracolosamente ancora sveglia. “Nonno Bob, lei è Allison”
“Ma noi la chiamiamo Allie” puntualizza Teddy.
Bob si china per guardarla bene e potrei giurare di vedere i suoi occhi farsi lucidi. “Dio mio, quanto è bella” mormora, emozionato “Somiglia tanto alla sua mamma”
Mia moglie mi rivolge un sorriso dispettoso e gongolante, io alzo gli occhi al cielo. “Ti va di prenderla in braccio?”
“Certo che mi va! Ma voglio prima lavare le mani e togliere questi vestiti che puzzano di aeroporto e smog”
Carla accompagna Bob nella loro stanza e dopo appena un quarto d’ora il mio suocero acquisito fa ritorno con un nuovo maglione e l’aria rinfrescata.
“Adesso sono pronto!” annuncia, euforico.
Gli porgo la bambina e lui la prende sicuro tra le braccia, ammirandola affascinato. “Piccolina, ma sei una meraviglia!” la stringe a sé e le dà un bacino sulla fronte.
“Nonno, vuoi vedere i miei soldatini?” chiede Teddy, saltellando accanto a Bob.
“E i miei disegni?” aggiunge Phoebe.
“Certo, bimbi, voglio vedere tutto tutto!” si siede su uno dei divani, e prontamente i bambini lo assalgono con chiacchiere, fogli e giocattoli.
Mia suocera se ne sta in disparte e osserva la scena con un’espressione commossa e innamorata dipinta sul viso.
“Sei contenta, mamma?” domanda Ana, cingendole le spalle con un braccio.
“Felicissima! Mi è mancato così tanto..”
“E non credo che i bambini glielo restituiranno tanto presto” osservo, divertito.
Carla ridacchia. “Glielo lascio volentieri, perché so che a lui sono mancati tantissimo e non vedeva l’ora di riabbracciarli”
Poco dopo Gail annuncia che la cena è pronta, ed è l’unico incentivo che convince i miei figli a concedere un po’ di libertà al nonno. Quando Bob si alza, noto che Allie dorme beata tra le sue braccia.
“Prova nanna superata a pieni voti, complimenti nonno!” affermo.
“Adesso sei nei guai, Bob” aggiunge Ana “Potremmo approfittarne..”
Lui sorride, adagiando Allie nella sua carrozzina. “Approfittatene pure quanto volete; sono mesi che attendo di tornare a fare un po’ il nonno”
Ci sediamo a tavola e ci godiamo una meravigliosa cena tutti insieme, con Teddy e Phoebe che tentano di monopolizzare l’attenzione di Bob, e Carla che li osserva con gli occhi a cuoricino. Prima del dolce, Anastasia si allontana per cambiare il pannolino ad Allie e allattarla. Approfitto della sua assenza per chiedere un favore ai miei suoceri.
“Carla, Bob, io avrei bisogno del vostro aiuto”
“Certo, Christian, per cosa?” chiede Carla.
“Ecco.. domani sera vorrei fare una sorpresa ad Ana, e portarla a cena fuori. In questo periodo siamo un po’ sotto pressione, sempre indaffarati, e vorrei regalarle una serata tutta per noi. Mi chiedevo se voi..”
Mia suocera alza una mano, zittendomi. “Alt, non devi aggiungere altro! Saremmo felicissimi di tenere i bambini”
“Io non vedo l’ora!” Bob si sfrega le mani, come fosse impaziente.
Sorrido, sentendomi alleggerito di un peso. “Grazie, grazie davvero” mormoro, giusto in tempo prima che Anastasia faccia ritorno.
Dopo aver gustato la splendida mousse al cioccolato preparata da Gail, i bambini iniziano a sbadigliare e Carla e Bob si offrono di portarli a letto e ci augurano la buonanotte. Mia moglie, nel frattempo, sparecchia la tavola e dispone tutti i piatti e bicchieri in lavastoviglie.
“Potevi lasciarlo fare a Gail..” osservo, accigliato. È più forte di me, mi dispiace vederla affaccendarsi in casa quando invece dovrebbe riposare e recuperare sonno ed energie.
Ana scuote la testa, divertita e, dopo aver riposto in frigo ciò che è rimasto della mousse al cioccolato, viene a sedersi sulle mie gambe.
“Amore mio, io so che ti preoccupi per me, e adoro il tuo essere premuroso, ma vorrei ricordarti che io, prima di conoscere te, non ho mai avuto nessuno che si occupasse della casa al mio posto. Ero io a rifare il letto, a cucinare, a pulire, ad occuparmi del bucato..”
“E con questo vorresti dirmi che non ti piace il fatto di avere una domestica?”
“Non ho mai detto una cosa del genere! Per me Gail è una manna dal cielo e lo sai. Sto solo dicendo che il fatto che io adesso abbia una vita agiata, qualcuno che si occupa delle faccende domestiche al mio posto, non ha modificato la mia indole. Io sono sempre la solita Anastasia, sono una ragazza semplice che ama le cose semplici. E, potrà sembrare una cazzata, ma a me piace prendermi cura della mia casa e della mia famiglia..”
Sorrido e le scosto i capelli dietro alle orecchie, perdendomi nei suoi occhi luminosi. “Ed io adoro da morire che tu ti prenda cura di noi” intrufolo il viso nell’incavo del suo collo e lei mi stringe forte.
Inspiro il suo profumo e ripercorro nella mia mente le sue parole. Una delle cose che amo di più di Anastasia, è proprio il fatto che lei con il matrimonio non sia cambiata: ha sempre conservato il suo carattere semplice, la sua naturalezza, la sua spontaneità, il suo essere genuina eppure così incredibilmente unica.
E all’improvviso ho quasi un’illuminazione: per domani sera avevo pensato di prenotare in un ristorante di un certo tipo, ma credo che cambierò radicalmente i miei programmi. Ho in mente qualcosa che sicuramente renderà mia moglie molto più felice...


Il giorno seguente...

POV ANASTASIA

“Ma Christian, cosa significa fatti trovare pronta alle 19?”
“Significa che alle 19 passo a prenderti per uscire, quindi devi essere pronta. Quale parte della frase non è chiara?”
“Non mi è chiaro, per esempio, dove andiamo, perché, e soprattutto come facciamo con i bambini?”
“Alle prime due domande non posso rispondere perché è una sorpresa, per quanto riguarda i bambini, ho già parlato io con tua madre e Bob, ci pensano loro”
“Ah beh hai già fatto tutto tu. E se io non fossi d’accordo?”
Lo sento sbuffare attraverso il telefono. “Ero sicuro che saresti stata d’accordo, quindi non mi sono posto il problema”
Non posso fare a meno di ridacchiare davanti alla sua spavalderia.
“Senti, ma tu non torni a casa a cambiarti?”
“Faccio una doccia qui in ufficio, ho portato un cambio. Così passo direttamente a prenderti, come se fossimo ancora fidanzati”
Sorrido, sentendomi già elettrizzata. Adoro le sorprese di mio marito. “Posso sapere almeno dove andremo?”
“No, però posso dirti che sono sconsigliati abiti e gonne, quindi indossa dei pantaloni. Okei?”
Sono sempre più perplessa, ma non posso fare altro che assecondarlo.
“Va bene. A dopo”
“A più tardi, amore. Dai un bacio ai bambini”
Chiudo la telefonata e porto la merenda ai miei figli in salone. Teddy e Phoebe stanno giocando alle costruzioni con Bob, Allie invece sonnecchia nel suo dondolino, sorvegliata da mia madre.
Appoggio sul tavolo un vassoio con la frutta a pezzettini, i biscotti al cioccolato e una tazzina di caffè per Bob; un’altra la porto a mia madre che è seduta sul divano.
“Oh, grazie tesoro”
Mi siedo accanto a lei. “Quando avevate intenzione di dirmi che Christian vi ha chiesto di tenere i bambini questa sera?”
“Aspettavamo che te lo dicesse lui. Però non ci ha svelato dove voglia portarti..”
“In verità non l’ha detto nemmeno a me”
“Ma non sei contenta di goderti una serata con tuo marito?”
“Ma certo che lo sono! È solo che.. da quando è nata Allison, non me ne sono mai separata”
Mia madre sorride, prendendomi una mano. “È normale, ci sei già passata. Il primo distacco non è mai semplice. Ma io credo che in qualche modo vi farà bene, perché sai meglio di me che due genitori non sono solo genitori, ma sono anche una coppia, e non devono mai dimenticarlo. Vedrai che Allie starà benissimo con noi, e voi potrete godervi una serata speciale”
Mi sporgo ad abbracciarla. “Grazie mamma. Non saprei cosa fare senza di te”

Giro su me stessa davanti allo specchio della cabina armadio, scrutando la mia immagine. Jeans elasticizzati a vita alta, maglioncino dolcevita nero con sopra un maglione bianco di lana più largo e scollato, e tronchetti neri con il tacco.
“Ma non mi ingrasseranno questi jeans?”
Mia madre, che mi osserva seduta sul pouf con Allie in braccio, alza gli occhi al cielo. “Dio, Anastasia, ti ho detto che sei bellissima. Perché non mi credi?”
Sorrido. “Scuuusa. Hai ragione, mi fido di te”
Lascio i capelli sciolti sulle spalle, perché so che a Christian piacciono tanto, e mi trucco osando un po’ più del solito con dei colori sul grigio/nero che mettono in risalto l’azzurro dei miei occhi.
Prima di uscire faccio fare l’ultima poppata ad Allie e ricontrollo per l’ennesima volta i biberon che ho riempito con il tiralatte e riposto in frigo, per la poppata di questa sera. Beh, credo di aver esagerato con le quantità, ma preferisco abbondare ed essere più tranquilla.
Alle 19 in punto un rombo di motore nel vialetto mi annuncia che mio marito è qui. Dopo aver sbaciucchiato e abbracciato i miei figli e aver esasperato mia madre e Bob con millemila raccomandazioni, vengo letteralmente cacciata di casa. In atrio indosso un cappottino nero che arriva al ginocchio, una sciarpa bianca e ritocco il rossetto.
Non appena apro la porta di casa, resto letteralmente senza fiato.
Christian è in sella ad una moto, meraviglioso nel suo look casual fatto di pantaloni grigi, scarpe nere e giubbotto nero di pelle imbottito; mi rivolge un sorriso che illuminerebbe la notte. Mi chiudo la porta alle spalle e scendo lentamente i gradini del portico, con gli occhi sgranati, incapace di proferire parola.
“Ho avuto un po’ di difficoltà nel reperire un cavallo bianco. Questa va bene lo stesso?”
Mi avvicino lentamente. “Ma.. ma.. come.. dove l’hai presa?”
“È di Elliot, me l’ha prestata lui” allunga la mano verso di me ed io la afferro subito “Ti piace? Ho pensato di.. fare qualcosa di insolito questa sera”
Sorrido. “È bellissima. Non siamo mai andati in moto!”
Mi porge un casco. “Un’altra prima volta, Mrs Grey”
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, poi afferro il casco e lo indosso. Christian mi dà una mano per allacciarlo e poi mi reggo alle sue spalle per salire in sella.
“Stringimi forte”
“Non chiedo altro!” avvolgo le braccia intorno ai suoi fianchi e mi tengo forte a lui mentre parte e imbocca il vialetto verso il cancello.
Trovo incredibilmente magico il fatto che mio marito non smetta mai di sorprendermi, e a questo punto non mi interessa sapere dove stiamo andando. Mi basta starmene stretta a lui, con il mio corpo spalmato contro il suo, e mi sento bene. Non avevo mai visto Christian guidare una moto, ma credo che da ragazzo lo abbia fatto spesso, perché è sicuro nella guida, sfreccia nel traffico di Seattle senza mai essere imprudente. Mentre il vento mi scompiglia i capelli che spuntano dal casco, mi guardo intorno e mi immergo completamente nella nostra città stracolma di luci e addobbi natalizi. È tutto così bello.  
Ad un tratto, mentre sfrecciamo su una delle strade parallele al lago Washington, Christian imbocca una stradina secondaria in salita e rallenta progressivamente, fino a fermarsi davanti ad un edificio basso con un’insegna luminosa che reca la scritta TRACY’S – IRISH PUB. Mio marito mi porge la mano per aiutarmi a scendere dalla moto, poi scende a sua volta e sfila il suo casco e poi il mio, riponendoli nel bauletto posteriore.
Io mi guardo intorno sorpresa: questo non è di certo il genere di posto che mio marito ama. Devo ammettere, però, che è davvero carino: il cortile anteriore è ben curato, illuminato, con diverse aiuole di forma sferica all’interno delle quali sono incastrate delle serie di lucine, e diversi gazebi con tavoli e panchine adesso vuoti. L’edificio è tutto in mattoni rossi, l’insegna e la porta d’ingresso sono in legno, proprio come un pub vecchio stile.
“Hey” Christian attira la mia attenzione “Non ti piace?”
“Certo che mi piace. Solo.. mi chiedevo come mai mi avessi portata qui. Diciamo che non è propriamente il tuo ideale di cena fuori..”
Ridacchia. “Sì, effettivamente non sono solito frequentare locali del genere. Però.. le tue parole di ieri sera mi hanno fatto riflettere: nonostante la vita agiata che abbiamo, tu sei sempre rimasta te stessa, sei sempre rimasta una ragazza semplice, ed io ti amo da morire anche per questo. E quindi per una sera ho dato un calcio ai ristoranti di lusso, voglio trascorrere una serata semplice, come le decine di coppiette che ci sono qui stasera”
Le sue parole mi emozionano, mi sconvolgono, mi scaldano il cuore, perché mi fanno capire quanto mio marito sappia leggere la mia anima e sappia sempre esaudire i miei desideri, anche quelli non espressi.
Faccio un passo verso di lui e appoggio le mani sui suoi fianchi. “È la migliore idea che potessi avere”
Christian sorride e, attirandomi a sé, posa le labbra sulle mie e mi regala un bacio mozzafiato.
Quando entriamo nel pub, veniamo assaliti dal classico profumo di frittura e birra. È invitante ma non fastidioso. L’interno del locale è quasi interamente in legno, dal bancone circolare al centro ai tavolini, alti e bassi, dalle panchette agli sgabelli; le luci sono calde, con diversi fili di luci natalizie che corrono lungo le travi a vista del soffitto.
Subito un cameriere ci viene incontro e ci fa scegliere il tavolo che più ci piace; scegliamo un tavolino quadrato in corrispondenza di una panca ad angolo, così da poterci sedere più vicini. Il tavolo è apparecchiato in maniera molto semplice, con tovagliette, posate in metallo imbustate, una stella di Natale come centrotavola, e un’alzatina con bottiglie di ketchup, maionese e senape, sale e pepe.
Studiamo per un po’ il menu e poi ordiniamo due panini tra i più pieni; Christian ordina una birra piccola ed io una semplice aranciata.
“Un’altra prima volta, Mr Grey” dico, notando con piacere che mio marito si trova perfettamente a suo agio.
Christian sorride e mi prende la mano, intrecciando le dita con le mie. “Non è bellissimo continuare a realizzare prime volte anche dopo sei anni e mezzo?”
“Sì, è bellissimo”
Per diversi secondi ci sorridiamo e ci guardiamo negli occhi senza dire nulla.
“Ti amo da impazzire, lo sai?” mormora ad un tratto mio marito.
Stringo più forte le sue mani e mi sporgo per baciarlo. Poi, visto che non riesco a resistere più di quanto abbia già fatto, prendo il cellulare dalla borsa per telefonare a casa, ma mia madre mi ha anticipato inviandomi un video. Metto il cellulare tra me e Christian e clicco su play.
Ci sono i nostri figli seduti a tavola che salutano verso lo schermo “Ciao mamma, ciao papààà!” esclamano.
“Abbiamo mangiato tutto!” m’informa Teddy, mostrandomi il suo piatto e quello di Phoebe.
Christian ed io ridiamo. L’inquadratura poi si sposta sulla carrozzina, in cui si intravede una Allison spedita nel mondo dei sogni, e infine su mia madre “Volevamo augurarvi buona serata e dirvi che qui va tutto benissimo. Ciaoo!!”
“Ciaooo!!” esclamano di nuovo i bambini.
Ripongo il cellulare sul tavolo, sentendomi più tranquilla e serena. Non che avessi dei dubbi su quanto i nostri figli stiano bene con i nonni, ma vedere quell’allegria e quella spensieratezza sui loro visi mi fa sentire bene.
Pochi minuti dopo arrivano i nostri panini, e Christian ed io ceniamo proprio come le decine e decine di ventenni seduti sui tavoli intorno a noi, rubandoci le patatine, assaggiando qualcosa dell’altro e ridendo per qualsiasi sciocchezza. E forse sarà banale, ma non cambierei questa serata per nessun ristorante stellato al mondo.
Usciti dal pub, saliamo nuovamente sulla moto e ci fermiamo in corrispondenza del lungolago. Scendiamo e ci incamminiamo mano nella mano lungo la ringhiera che costeggia la distesa d’acqua. L’aria è fredda e credo che nei prossimi giorni inizieranno a cadere i primi fiocchi di neve, mi stringo nel mio cappotto e ammiro le luci della città che si specchiano nel lago.
“Hai freddo?” domanda Christian.
“Un po’” ammetto.
Lui si ferma, appoggiandosi con la schiena alla ringhiera e mi attira tra le sue braccia, stringendomi forte, inspirando il profumo dei miei capelli.
“Tienimi così per sempre” mugugno, con le labbra contro il suo petto.
Mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi. “Te l’ho promesso. Per sempre”
“Grazie per questa bellissima serata, ne avevamo davvero bisogno”
Mi bacia. “Non sai quanto mi senta bene”
Restiamo lì a baciarci per non so quanto tempo, incuranti del freddo, del rumore delle auto che vanno e vengono, dei passanti che si fermano ad ammirare il lago. Mi rendo conto solo adesso di quanto mio marito ed io avessimo bisogno di una serata tutta per noi, per staccare da tutto e rafforzare la nostra intesa. Nel tragitto di ritorno, Christian guida piano, consentendomi di ammirare la bellezza di Seattle; ad ogni semaforo rosso mi posa le mani sulle ginocchia e volta il viso per lasciarsi baciare sulla guancia.
Quando arriviamo a casa è passata la mezzanotte, lasciamo la moto in garage ed entriamo in casa cercando di fare meno rumore possibile. In salone è acceso solo il lume accanto al divano e, ovviamente, l’albero di Natale, le luci in cucina invece sono spente. In corridoio, mi sfilo le scarpe per non far rumore con i tacchi e poi saliamo le scale.
La porta della cameretta è socchiusa; entriamo piano e ci avviciniamo ai lettini per dare un bacio ai nostri figli che dormono come angioletti. Poi entriamo in camera nostra, trovando mia madre seduta su una poltrona a leggere un libro ed Allie nella sua culletta a dormire.
“Ciao mamma” bisbiglio.
Lei si alza e ci viene incontro “Buonasera ragazzi, vi siete divertiti?”
“Tantissimo!” risponde Christian.
“Mamma, grazie di tutto, anche a Bob, davvero”
Lei agita la mano come a voler troncare il discorso. “Basta ringraziare. Piuttosto, Teddy e Phoebe dormono da più di due ore; Allison invece ha mangiato intorno alle 21, e credo che a breve si sveglierà di nuovo..”
“In effetti è strano che dorma ancora” osserva Christian, allungano una mano nella culla per sfiorare il viso di nostra figlia.
Mia madre ci augura la buonanotte e si ritira nella sua stanza. Io approfitto del fatto che Allie dorma ancora per spogliarmi al volo, struccarmi, lavare i denti e indossare il pigiama. Quando esco dal bagno, trovo mio marito sul letto che si sbaciucchia la sua principessa.
“Oh, ma è sveglia? Non l’ho sentita piangere”
“Non ha pianto, infatti. Le mie coccole fanno capitolare qualsiasi donna”
Mi siedo sul letto accanto a lui. “Puoi farla capitolare quanto ti pare, ma alla fine lei desidera sempre e solo la tetta della mamma” prendo Allison in braccio “Vero, amore?”
Mi metto comoda con la schiena appoggiata al cuscino e la allatto, mentre mio marito se ne sta semidisteso accanto a me e ci guarda. Diversamente rispetto al solito, la piccola mangia con meno voracità e si stacca abbastanza presto dal seno.
“Amore, sei già sazia?” ha viso paffuto e gli occhi semi-chiusi. Provo a riattaccarla al seno, ma è chiaro che preferisce dormire. “È strano, di solito ha più fame”
“Ana, può capitare che a volte abbia meno fame. Evidentemente ha sonno, non le va di mangiare”
“Forse durante la poppata di prima ha mangiato di più. Vado a chiedere a mia madre..”
Faccio per alzarmi dal letto, ma Christian mi blocca. “Ana, lascia stare. Glielo chiederai domattina..”
“Ma perché??”
Lui scuote la testa, divertito, e mi guarda come se fossi una bambina ingenua.
“Amore mio, come spiegarti? Diciamo che.. ecco.. tua madre e Bob si sono rivisti ieri dopo quasi tre settimane. Diciamo che c’è un’alta probabilità che stiano.. recuperando il tempo perso..”
Sgrano gli occhi non appena metto a fuoco le sue parole. “Oddio Christian!! Ma cosa vai a pensare?? E soprattutto cosa mi metti in testa?!”
Lui scoppia a ridere davanti alla mia espressione esterrefatta. Per carità, mia madre è ancora giovane e sono ben consapevole che non si è di certo votata alla castità, ma un conto è immaginarlo e un altro è figurarsi certe immagini nella testa.
Dopo che Allie ha fatto il ruttino, le sfilo il bavaglino e mi alzo dal letto per metterla nella culla. Quando mi volto, Christian si è appena tolto la camicia, mettendo in mostra quel fisico che non smette mai di farmi scoppiare di desiderio.
“Amore..”
Lui si volta verso di me, con le mani sui fianchi. “Sì?”
Mi avvicino lentamente a lui. “Stavo pensando.. se iniziassimo a recuperare anche noi??” gli cingo il collo con le braccia.
Mi fissa quasi scioccato. “Ma non.. non possiamo..”
Sospiro. “Sì, è vero. Purtroppo dobbiamo aspettare ancora qualche settimana, ma questo non mi impedisce di coccolare un po’ il mio uomo. Non trovi?” lo spingo lentamente verso il letto, facendolo finire di schiena sul materasso. Mi siedo a cavalcioni su di lui e inizio a baciargli il petto.
“Mmm... trovo che sia davvero.. un’idea fantastica”
 

Due giorni dopo...

POV CHRISTIAN

Dio benedica tutti i nonni del mondo!
Questa mattina i miei genitori sono entrambi liberi dagli impegni lavorativi e si sono offerti, insieme a Carla e Bob, di passare a prendere Teddy, Phoebe e Lucas a scuola e di portarli a pranzo fuori e poi alle giostre. Inutile dire quanto i bambini fossero entusiasti del programma, e noi genitori non siamo da meno, perché grazie ai nonni abbiamo la possibilità di fare le veci di Babbo Natale e andare in giro a comprare i vari regali per i nostri figli e per il resto della famiglia. Anastasia ed io ci siamo dati appuntamento in centro con Thomas e Roxy e adesso stiamo passeggiando lungo le strade più famose per lo shopping, ricche di negozi e chiuse al traffico dei veicoli.
Mio cognato ha insistito per dilettarsi nella guida della carrozzina di Allie, e Ana ed io ne approfittiamo per camminare mano nella mano.
“Ti stai allenando bene” mia moglie prende in giro suo fratello.
Roxy ridacchia, Thomas invece si pavoneggia, raddrizzando la schiena e buttando fuori il petto. “Per quando nascerà nostro figlio sarò preparatissimo!”
“Se vuoi perfezionare la tua preparazione anche di notte, te la lasciamo volentieri” suggerisco.
Anastasia ride e mi molla una gomitata nello stomaco. “Cretino!”
Avvolgo un braccio intorno alle sue spalle e le bacio una tempia. “Lo sai che scherzo” poi mi rivolgo a Thomas “Comunque ti assicuro che con i neonati, anzi, con i figli in generale, allenarsi non serve assolutamente a niente. Sarà tutto nuovo, tutto imprevedibile, anche un po’ stressante, ma bellissimo”
Thomas mi sorride, mia moglie si allunga per baciarmi, poi prende Roxy a braccetto. “Avete deciso come lo chiamerete?”
“Sì, Ryan”
“Ryan Johnson. Suona proprio bene, mi piace!”
“In realtà l’ha scelto Lucas” puntualizza Roxy “Noi eravamo indecisi tra alcuni nomi e lui ha scelto quello definitivo”
“E tu come ti senti?”
“Abbastanza bene, a parte il mal di schiena, i piedi gonfi e Lucas che ogni tanto fa i capricci”
“Sono fasi normali alla sua età, anche Teddy e Phoebe qualche volta sclerano..”
“A proposito di età” interviene Thomas “Ragazzi, come siete messi con le letterine a Babbo Natale?”
“Due regali li prendiamo noi, e gli altri se li dividono nonni e zii”
Come ogni anno, quando è arrivato il momento di scrivere la lettera a Babbo Natale, Anastasia ed io abbiamo cercato di porre dei limiti alle richieste dei nostri figli. Non siamo dei genitori perfetti, ma uno dei valori principali su cui vogliamo basare l’educazione dei nostri figli è il rispetto dei soldi e il valore delle cose. La nostra condizione economica ci permetterebbe di soddisfare qualsiasi desiderio dei nostri bambini, ma vogliamo cercare di insegnare loro che non possono ottenere tutto e subito, perché finirebbero per dare tutto per scontato e non apprezzare nulla.
“Anche noi vorremmo fare lo stesso. Andiamo da Sugar&Toys?” propone mio cognato.
Ci avviamo lentamente verso uno dei negozi di giocattoli più grandi della città. Adesso sono io a condurre la carrozzina e, anche se i marciapiedi sono gremiti di persone, devo ammettere che questa passeggiata è davvero piacevole. Fa freddo, ma c’è un sole bellissimo, e in strada si respira a pieno l’aria natalizia, tra le vetrine addobbate, uomini vestiti da Babbo Natale e profumo di cannella e zucchero filato. Le bambine che portiamo con noi, cioè Ana e Roxy, non si lasciano sfuggire l’occasione di comprare uno stecco di zucchero filato, e lo mangiano come se avessero sei anni.
Quando entriamo da Sugar&Toys, come prevedibile troviamo una marea di persone suddivise nei tre piani del negozio. Noi quattro ci dirigiamo nei vari reparti in base ai regali che dobbiamo acquistare per i nostri figli.
Anche se non sono affatto uno che ama la folla, i luoghi gremiti di gente e il casino, devo ammettere che l’atmosfera che aleggia qui dentro è davvero speciale. I negozi di giocattoli sanno di bambini, di innocenza, fantasia e magia. Tutti i bambini del mondo dovrebbero avere la possibilità di giocare, di sognare, di trasformarsi, anche solo per finta, in ciò che vorrebbero essere. Io da piccolo questa possibilità non l’ho avuta, per questo ho un debole per i negozi di giocattoli e per la magia che trasmettono, soprattutto in questo periodo dell’anno.
Dopo aver scelto i regali per Teddy e Phoebe, passiamo davanti al reparto pupazzi e non resisto dal prendere un piccolo peluche a forma di koala per Allie, e poi un giochino con un carillon.
“Ammettilo, ti diverti più tu a comprare giochi che loro a giocarci” dice Anastasia, accarezzandomi un braccio.
Sorrido. “Forse sì”
Lei ride e mi bacia una guancia. “E mi sa che non sei l’unico” indica un punto alla mia destra, mi volto e noto l’espressione concentrata e assorta con cui Thomas scruta i vari trenini esposti. Ad un tratto Roxy gli dice qualcosa, lui la guarda, poi le accarezza il pancione e sorride.
Sono davvero una bellissima coppia. Mi chiedo se anche Ana ed io appariamo così agli occhi di chi ci guarda.
“Ooh, qui qualcuno si sta svegliando” sento mormorare mia moglie.
Mi volto e noto che Allison si sta muovendo sotto la spessa coperta in cui è imbacuccata. È tenerissima anche quando si stiracchia, con il labbruccio e le guanciotte paffute. Pian piano sputa il ciuccio e apre gli occhioni, grandi e immensi proprio come quelli di sua madre e sua sorella. Anastasia prende un’altra copertina dalla borsa e vi avvolge la piccola dopo averla presa in braccio.
“Principessa, sai che siamo in un posto bellissimo?” le bacia la punta del naso, ed io come sempre mi incanto nel vederle insieme, occhi negli occhi e mani nelle mani.
Ana riesce ad intrattenere Allie per il tempo necessario ad ultimare i regali ai nostri figli e ai nostri nipotini, poi la piccola inizia a spazientirsi e a reclamare il suo cibo. Per fortuna al piano terra del negozio c’è l’area neonati, con una piccola stanza adibita all’allattamento e al cambio pannolino. Roxy resta a far compagnia a mia moglie mentre allatta nostra figlia; io invece aiuto Thomas a scegliere gli ultimi regalini per Lucas.
Attraversando l’area neonati, mio cognato si ferma davanti ad un’esposizione di morbidissimi peluche ai quali si tira un filo per far partire una tenera musichetta da ninna-nanna. Ce ne sono di molteplici forme e grandezze; Thomas ne afferra uno bianco e azzurro a forma di nuvoletta.
“Credi che sia stupido comprare un regalo per un bambino non ancora nato?”
Sorrido. “Sai, forse fino a qualche anno fa lo avrei trovato ridicolo e melenso, ma adesso ti dico che non c’è nulla di più dolce al mondo. Da quando sono diventato padre, la mia visione della vita è radicalmente cambiata..”
“Io mi sento già padre, mi ci sono sentito dal primo momento in cui Lucas ha dormito tra me e Roxy ed io, anziché risentirmi per la notte di sesso andata in fumo, riuscivo solo a pensare a quanto fosse bello tenerlo stretto per tutta la notte. Solo che.. adesso che nascerà il bambino, sarà la prima volta nella mia vita in cui dovrò occuparmi di un neonato, un esserino minuscolo, indifeso, che dipenderà da noi, completamente da noi. Ed io ho una paura fottuta di sbagliare.. poi ho paura che Lucas possa diventare geloso..”
Gli poso una mano sulla spalla. “Thomas, calmo. Prendi un respiro e frena un po’ l’ansia..”
Lui segue il mio consiglio, poi ridacchia. “Scusa, forse sono un po’ pesante..”
“No, tutt’altro. Nessuno può capirti meglio di me, credimi. E proprio perché ho avuto e ho ancora le tue stesse paure, ti dico che stare lì a teorizzare, a rimuginare, non serve a molto. Con i figli spesso bisogna improvvisare un po’, prendere le cose come vengono, affidarsi all’istinto. E per quanto riguarda Lucas, ti capisco ancora meglio perché Ana ed io avevamo gli stessi timori, ma con l’arrivo di Allison abbiamo avuto ancora una volta la conferma che i bambini sono meravigliosi e sanno sempre sorprenderci. Vedrai che andrà tutto bene, siete una famiglia bellissima e con l’arrivo del piccolo Ryan lo sarete ancora di più”
Mio cognato sorride e mi dà una pacca sulla spalla. “Grazie Christian, davvero. Sai, tu per me sei un po’ un modello, come fossi un fratello maggiore, ed è molto importante per me avere i tuoi consigli e la tua stima”
Le sue parole accendono in me un moto d’orgoglio. Quando una persona ti apprezza e vede in te una figura da emulare, è come se ti desse la spinta per provare a migliorarti sempre, a meritarla ogni giorno di più quella stima.
Una volta terminata la scelta dei regali, pagato e concordato il giorno di consegna, raggiungiamo le nostre mogli e siamo pronti ad uscire dal negozio di giocattoli e riprendere il nostro shopping. Allie se ne sta buona buona tra le braccia della zia mentre scegliamo i regali per i miei genitori, quelli di Anastasia e le mamme di Thomas e Roxy.
All’ora di pranzo ci sentiamo un po’ esausti e soprattutto intontiti dalla moltitudine di gente che affolla le strade, così decidiamo di mangiare in un ristorantino italiano molto tranquillo e riservato. Durante il pranzo i miei cognati battibeccano come due adolescenti, facendo divertire non poco me e Ana, e nel frattempo fanno anche un po’ di allenamento con Allie, che sembra adorare le loro coccole.
Dopo un pranzo ottimo come solo il cibo italiano può essere, riprendiamo a passeggiare, dirigendoci verso la galleria. All’interno è addobbata in maniera superlativa, con fili, luci e palline disposti con una precisione magistrale. Al centro della galleria, nel punto in cui si uniscono gli otto bracci che la costituiscono, è stato allestito un albero di Natale alto circa quindici metri, ricco di lucine dai colori caldi e palline sui toni dell’oro, del rosso e del bianco.
Un uomo vestito da Babbo Natale ci spiega che è buon auspicio esprimere un desiderio e scattare una foto davanti all’albero. Anastasia ed io prendiamo in braccio Allie e ci mettiamo in posa. Io chiudo gli occhi e bacio la tempia di mia moglie, che a sua volta bacia la testa di nostra figlia.
E il primo desiderio che mi affiora alla mente, è che questa magia che ci avvolge possa non svanire mai...


24 dicembre 2017

Mi appoggio con il fianco allo stipite della porta ad arco e ammiro il mio bellissimo salone. È tutto pronto per il cenone di Natale: i due tavoli, uno per noi adulti e un altro per i bambini, che ho minuziosamente apparecchiato io, il camino acceso, la cascata di luci che costeggia tutta la vetrata che dà sul giardino, e l’albero di Natale che mi sembra più bello che mai. Quest’anno Christian ed io abbiamo voluto riunire tutta la famiglia a casa nostra per la Vigilia di Natale, invitando anche i genitori di Kate ed Ethan, Roxy e Thomas. Sono immensamente felice di poter festeggiare insieme a tutte le persone a noi care, soprattutto quest’anno in cui, con l’arrivo della nostra principessa, il Natale per noi è ancora più magico.
Sia sul tavolo dei grandi che su quello dei piccoli, ho scelto una tovaglia rossa con un runner color oro, piatti bianchi con il bordino dorato, posate d’argento, bicchieri in vetro soffiato e fazzoletti abbinati con la tovaglia. Sul tavolo grande, che è rettangolare, ci sono tre centrotavola fatti con stelle di natale e candele, e diciassette segnaposti con i nomi di ciascun commensale; sul tavolo dei bambini, che è rotondo, c’è un solo centrotavola e sette orsetti di peluche che fungono da segnaposti.
Taylor, Gail e Sawyer sono in ferie da oggi fino alla sera del 26; per la cena abbiamo scelto la stessa agenzia a cui Grace e Carrick si affidano ormai da anni per tutti i loro eventi. Abbiamo ingaggiato due chef, un pasticciere e quattro camerieri. Sono arrivati nel primo pomeriggio e hanno subito preso possesso della cucina; sono rimasta colpita dalla loro professionalità, dalla loro eccellente organizzazione, e anche dalla loro simpatia.
Dal salone mi sposto in cucina dove gli chef mi informano che gli antipasti sono tutti pronti, i sughi per i primi anche, mentre i secondi e i contorni sono in via di preparazione.
“Mrs Grey” il pasticciere richiama la mia attenzione, venendo verso di me con in mano un vassoio di cioccolatini “Mi concede l’onore di assaggiare una delle mie praline? Saranno servite insieme al resto dei dolci”
Sorrido. “Sono onoratissima” afferro una pralina e la porto alle labbra. Il cioccolato bianco, con un ripieno al latte e una goccia di liquore, esplode nella mia bocca in un sapore che è allo stesso tempo dolce e delicato.
“Straordinaria!”
L’uomo mi sorride, soddisfatto. “Spero di confermare la sua opinione anche con gli altri dolci”
“Non ho alcun dubbio!”
Lascio la cucina e salgo al piano superiore a controllare a che punto sono i bambini. Entro prima in cameretta, dove mia madre sta acconciando i capelli a Phoebe. Mia figlia è alquanto vanitosa, nonostante abbia appena tre anni e mezzo, e ha voluto che la nonna le facesse i boccoli ai capelli. Allison, invece, dopo aver mangiato, fatto il bagnetto e indossato il vestitino nuovo, dorme pacifica nella sua carrozzina. 
“Mamma, ti piacciono i miei capelli?”
Mi chino davanti alla mia bambina, sfiorando la mollettina a forma di stella cometa che ha tra i capelli, e poi le accarezzo il viso. “Amore mio, sei bellissima” mormoro, baciandole la fronte. Indossa un delizioso vestitino rosso uguale a quello che indosso io: modello cocktail con una cintura bianca che separa il corpetto dalla gonna leggermente ampia. Sotto io ho abbinato un paio di decolté di vernice bianchi e Phoebe ha un paio di ballerine. Avere le mie figlie vestite in versione mini me è sempre stato uno dei miei sogni, per questo, una volta acquistato il mio abito e quello di Phoebe, ho voluto farne realizzare uno anche per Allie, perché trovarlo in commercio era praticamente impossibile. Anche il suo è rosso, con la gonna leggermente ampia, un nastrino bianco in vita e sotto ha un paio di scarpine bianche minuscole.
Poco dopo ci raggiungono i nostri uomini, anche loro vestiti allo stesso modo: jeans neri, camicia bianca, giacca nera e cravatta rossa. Sono stupendi.
“Mrs Grey, sei incantevole” dice mio marito, baciandomi elegantemente la mano.
Sorrido e mi allungo a baciarlo. “Grazie, anche tu”
“E io papi?” interviene Phoebe.
Christian si china e la prende in braccio. “Tu sei super fantastica”
Un istante dopo il suono del campanello ci fa sobbalzare. Scendiamo tutti insieme in salone per accogliere i primi ospiti, che sono i miei suoceri. Man mano a scaglioni arrivano tutti gli altri, chiudono Mia ed Ethan con i gemellini. Nell’arco di appena mezz’ora il nostro salone è ricco di voci, allegri schiamazzi dei bambini, abbracci, auguri e calore.
Oltre ai due tavoli dove ci accomoderemo a mangiare, c’è un terzo tavolo imbandito con bibite e stuzzichini vari per l’aperitivo.
“Cocktail?” propone Mia.
“Io sono incinta” risponde Roxy, sollevando il suo bicchiere d’acqua minerale.
Io mostro la mia aranciata. “Io sto allattando”
“E che palleee!!” esclama Kate, facendo cin-cin con nostra cognata.
Scoppio a ridere: la mia amica è sempre la solita. In quest’ultimo periodo siamo riuscite a vederci poco, e mi manca così tanto.
“Ciao cognatina” Elliot mi avvolge le spalle con le braccia e mi bacia una guancia “Complimenti per l’organizzazione: è tutto davvero splendido”
“Concordo” gli fa eco Mia “Meraviglioso”
“Beh, la cucina non è opera mia, ma tutto il resto sì, quindi grazie!”
“Come va con la piccolina? Vi fa dormire la notte?” chiede poi Ethan.
“Da quando abbiamo iniziato la routine del bagnetto, va un po’ meglio, riesce a dormire anche fino a sei ore. In fondo non ha nemmeno un mese quindi direi che non ci possiamo lamentare..”
“Tieni le zampe giù da mia moglie!” Christian si aggiunge a noi e dà una manata dietro al collo di suo fratello, poi mi abbraccia da dietro, baciandomi la spalla.
“Dio, come siete smielati” commenta Elliot “Allora è vero che il terzo figlio rafforza l’amore!”
“Il nostro non si è mai indebolito” risponde mio marito, facendogli la linguaccia.
Tra una battuta e un battibecco, terminiamo l’aperitivo e ci accomodiamo a tavola. Christian è seduto a capotavola, io sono alla sua sinistra e dietro di me c’è la carrozzina di Allie, che è completamente indifferente a tutto il baccano che facciamo e continua a dormire tranquilla. Il tavolo dei bambini è collegato al nostro, così da poter tenere d’occhio soprattutto Elliot e Chris che sono i più piccoli.
I camerieri servono gli antipasti, dando così inizio alla nostra cena.
Il cibo è fantastico e l’atmosfera è quanto di più bello potessi desiderare per questa sera. Tutti chiacchierano, ridono, scherzano tra loro. Questo è uno dei motivi per i quali amo così tanto il Natale: c’è allegria, armonia, leggerezza, voglia di stare insieme e di festeggiare.
Mi fermo ad ammirare il profilo di mio marito mentre mangia, ride e chiacchiera con Elliot, seduto accanto a lui. Sarà per il look classico ma non troppo, per il viso completamente sbarbato, o forse per quel sorriso magnetico, ma questa sera mi sembra più bello. Allungo la mano sul tavolo per posarla sulla sua, Christian ruota la mano per intrecciare le dita con le mie e si sporge per baciarmi.
Tra una portata e l’altra salgo in cameretta per allattare e cambiare Allison, con le mie cognate che mi fanno compagnia, e quando torno in salone, la principessina diventa un po’ l’attrazione di tutti, passando di braccia in braccia.
“Mamma, papà” Teddy raggiunge me e Christian mentre mangiamo i secondi “Quando arriva Babbo Natale?”
Christian lo fa sedere sulle sue gambe. “Tesoro lo sai che Babbo Natale arriva dopo mezzanotte”
“Ma scende dal camino?”
“Non lo sappiamo, potrebbe anche cambiare idea e arrivare da qualche altra parte”
“Ti stai divertendo, amore?” intervengo, cambiando discorso.
Lui annuisce. “Sì”
“Teddy! Ava e Lizzy si stanno comportando bene?” domanda Kate.
“Sì, zia. Ci penso io a loro, sono il più grande!” risponde fiero il mio bambino.
Christian gli scompiglia i capelli. “Bravissimo!”
Prima dei dolci decidiamo di fare una pausa e mio marito è il primo ad alzarsi per sedersi al pianoforte a suonare. Dopo appena qualche nota, riconosco subito All I want for Christmas is you di Mariah Carey, una delle mie canzoni preferite tra quelle natalizie. Mio figlio mi raggiunge e mi prende per mano.
“Mamma, balliamo insieme?”
“Ma certo!” mi alzo e ci avviciniamo al pianoforte. Teddy avvolge le braccia intorno alla mia vita e appoggia la testa all’altezza del mio addome, e ci muoviamo a ritmo di musica.
Phoebe, invece, è in braccio allo zio Thomas, Lucas con la nonna Sonny, i gemellini divisi tra Kate e Mia, Ava con Elliot, Lizzy con Ethan e Allie in braccio a mio padre. Tutti ci accalchiamo al centro del salone a ballare, in maniera adorabilmente scoordinata, chiassosa e bellissima.
“Oddio, guardate!” esclama ad un tratto mia madre, indicando il giardino.
Christian smette di suonare e tutti ci voltiamo verso la grande vetrata, emettendo sospiri di stupore mentre vediamo scendere grossi fiocchi di neve.
Mi avvicino al vetro e sorrido, quasi commossa. Ormai non ci speravamo nemmeno più: due giorni fa ha nevicato, ma il bel tempo di ieri ha fatto sciogliere tutto. La neve è la ciliegina sulla torta che mancava per rendere questo Natale praticamente perfetto.
“Che bello mamma!” esclama il mio bambino.
“Sì, amore, è bellissimo” sussurro.
Sento due braccia delicate avvolgermi la vita, e il profumo di mio marito che mi inebria i sensi.
“Sei rimasta senza parole?”
Annuisco. “È uno spettacolo strabiliante” affermo, ipnotizzata dalla neve che cade e dal tappeto bianco che si sta formando sul nostro prato. “È il pizzico di perfezione che mancava”
Christian ride e mi bacia, stringendomi più forte.
Qualche istante più tardi veniamo distratti da una nuova melodia che si diffonde nel salone, lanciamo uno sguardo al pianoforte e scopriamo che a suonare sono Grace e Carrick. Sgrano gli occhi, stupita. Sapevo che i miei suoceri avessero una qualche passione per gli strumenti musicali, ma in sei anni e mezzo non li avevo mai visti suonare.
Anche i bambini sono colpiti, si siedono tutti sul pavimento davanti al pianoforte e osservano rapiti i loro nonni che suonano. Non conosco il pezzo, ma è una melodia leggera, dolce, direi quasi romantica. Mio marito mi abbraccia da dietro e oscilliamo lentamente, e come noi anche Elliot e Kate, Mia ed Ethan e Thomas e Roxy. Questo è il Natale che sognavo: la famiglia, le luci, il calore del camino, la musica e tanto tanto amore.
Poco prima di mezzanotte, Christian ed Elliot si chiudono in cucina per dare a Greg e Cade, due dei camerieri, le ultime direttive per la sorpresa che abbiamo organizzato per i bambini. Loro inizialmente erano convinti di doversi travestire da Babbo Natale, ma quando li abbiamo incontrati per limare i dettagli del cenone, due giorni fa, abbiamo spiegato loro la nostra idea di sorpresa, e mettendo a punto qualche dettaglio, sono stati disponibilissimi nell’aiutarci.
Christian ed Elliot ritornano in salone quando gli altri camerieri hanno appena servito i dolci.
“Allora?” domando sottovoce a mio marito non appena si siede.
“Tutto a meraviglia. I ragazzi sono saliti su, stanno preparando tutto. Mi invieranno un messaggio sul cellulare quando saranno pronti..”
Sorrido, euforica quasi più dei miei figli. Non vedo l’ora che arrivi “Babbo Natale” per scoprire le reazioni dei bambini.
Nel frattempo mi godo un assaggio di tutti i tipi di dolci preparati dallo chef, e non ce n’è uno che non affascini il mio palato.
“Sai questo cos’è?” domanda Christian, mostrandomi un dolcetto ricoperto da una glassa bianca.
“No. Cos’è?”
“Bacio di dama con glassa alla vaniglia”
Pronuncia l’ultima parola con particolare enfasi, rivolgendomi uno sguardo di fuoco.
“Vaniglia? Allora devo proprio assaggiarlo”
Mio marito conduce il pasticcino verso le mie labbra, io ne addento metà, lasciando a lui la parte restante, e gusto un dolcissimo sapore di vaniglia e zucchero. Bacio Christian quando ho ancora il gusto di vaniglia sulle labbra, e poi mi alzo per fare due chiacchiere con i nostri genitori. Allie, intanto, si è addormentata di nuovo, e credo che i gemellini a breve la seguiranno: sembrano davvero stanchissimi. Teddy, Phoebe, Ava, Lizzy e Lucas, invece, non mostrano alcun accenno di sonno; al contrario, sono euforici e impazienti di ricevere i doni di Babbo Natale.
A mezzanotte in punto, lo schermo del cellulare di Christian si illumina, lui lo prende, legge il messaggio e poi fa un tacito segno a tutti noi. Mia, Kate e i nonni cercano di distrarre i bambini, tenendoli lontani dalla vetrata del salone, mentre Roxy, Christian, Thomas ed io teniamo lo sguardo sollevato per assistere alla magia che abbiamo organizzato per i nostri bambini. Greg e Cade, da una delle finestre del piano superiore, grazie ad una sistema di fili trasparenti ma molto forti, fanno scendere lentamente sul prato del giardino un enorme contenitore cubico a forma di pacchetto regalo, rosso con un enorme fiocco argentato, alto e largo circa un metro, all’interno del quale ci sono tutti i regali per i bambini. Successivamente ne viene calato un altro, questa volta blu con un fiocco bianco, che custodisce invece i regali per i grandi. Le neve, nel frattempo, continua a fioccare copiosa, rendendo, se possibile, la scena ancora più magica.
L’ultimo step prevede l’attivazione, dall’esterno, di un audio che riproduce perfettamente quello che dovrebbe essere il suono della slitta di Babbo Natale che si allontana.
Non appena parte l’audio, i bambini scattano in piedi, esclamando all’unisono “Babbo Natale!! È arrivato Babbo Natale!”
Teddy guarda subito verso il camino. “Ma non scende dal camino??”  
“Mi sa che quest’anno si è fermato in giardino!” afferma Carrick.
I bambini corrono verso la porta-finestra del giardino e saltellano di gioia. Le loro urla euforiche e le loro voci mescolate sono quanto di più tenero il Natale possa offrire. Riusciamo a stento a fargli indossare i cappotti, tanto sono impazienti, e poi apriamo la porta-finestra per farli uscire. Loro si fiondano accanto ai due cubi, osservandoli, toccandoli e cercando di capire come si aprano.
Noi li seguiamo e i loro papà dapprima sciolgono i fiocchi e poi sollevano i coperchi, le quattro pareti di ciascun cubo si aprono, rivelando all’interno decine di pacchetti di vari colori e dimensioni.
“Sono per noi??” domanda Ava.
Kate ride e si china accanto a lei. “Non lo sappiamo, dobbiamo leggere il nome su ogni pacchetto”
La mia nipotina si rabbuia. “Ma io non so leggere”
“Nemmeno io so leggere” le fa eco Phoebe.
“E allora leggiamo noi?” propone Christian.
“Sìì!!” esclamano tutti in coro.
I papà estraggono i vari pacchetti e, leggendo man mano i nomi, li distribuiscono ai loro destinatari, grandi e piccini. Una volta terminati i pacchetti, rientriamo in salone e ci sediamo tra divani e pavimenti per aprirli tutti. Diamo la precedenza ai bambini, altrimenti mettiamo in serio pericolo la nostra incolumità, e non c’è un solo regalo che non faccia brillare i loro occhi, e insieme ai loro, anche i nostri. Per un genitore non c’è niente di più bello, intenso e appagante al mondo che rendere felice i propri figli. Anche Allie, che si agita tra le mie braccia alla ricerca della tetta, ha ricevuto diversi doni, nonostante abbia appena tre settimane di vita. Il momento più emozionante, però, è quello in cui Roxy apre un pacchetto destinato al piccolo Ryan: è una morbida nuvoletta di peluche con un filo sotto che viene tirato per far partire la musichetta di un carillon; è da parte di Thomas, e mia cognata, quando se la ritrova tra le mani, inizia a piangere emozionata.
Scartati i vari doni dei bambini, li lasciamo liberi di scoprire ed esplorare i loro giochi, e ci concentriamo sui regali degli adulti. Fisso impaziente mio marito mentre toglie la carta al suo regalo, svelando una piccola scatolina rossa con la scritta Cartier. Mi guarda perplesso, mentre solleva il coperchio, e la sua espressione da perplessa diviene affascinata, davanti ad un paio di gemelli in platino a forma di trifoglio. Al centro c’è un piccolo brillantino, e su ognuna delle tre foglie c’è una lettera incisa in un elegante corsivo: T., P. e A.
“Amore, sono stupendi” mormora, allungando il viso verso di me per baciarmi.
Adesso è il mio turno, e devo ammettere che non vedevo l’ora di scoprire il mio regalo. In fondo in qualche parte di me ho conservato ancora un animo da bambina.
Anche il mio pacchetto è piccolo, e credo che anch’esso provenga da una gioielleria, il che mi fa essere ancora più impaziente. Tolgo la carta bianca e rossa, sollevo il coperchio e mi ritrovo davanti agli occhi una collana in oro bianco con uno dei ciondoli più belli che abbia mai visto: tre lettere formano la scritta MOM, le due M in oro e la O in pavè di diamantini; sotto la O sono posti, in verticale, tre cuoricini, sui quali sono incisi i nomi dei miei figli. Li sfioro con delicatezza, emozionata.
“È bellissima!! È la collana più bella che abbia mai avuto!” esclamo, gettandogli le braccia al collo.
Dopo, estraggo la collana dalla sua scatolina e la indosso; mi piace da morire. Christian osserva con orgoglio il gioiello al mio collo e sorride. “Sei meravigliosa” mi bacia, poi aggiunge “C’è anche un altro regalo per la mia bimba grande”
Mi guardo intorno. “E dov’è?”
“Era un po’ ingombrante quindi non ho potuto includerlo nei cubi. Vado a prenderlo e torno”
Si alza, sparisce in corridoio per qualche minuto e riappare con quello che sembra un quadro: ha una forma rettangolare, di almeno un metro per un metro e mezzo, ed ha una carta blu e argento intorno. Christian lo posa accanto al camino, appoggiandolo alla parete per non farlo cadere.
“Eccolo qui”
Mi alzo e per prima cosa sciolgo il fiocco che lo avvolge, poi parto da un punto qualsiasi e strappo la carta, curiosa di scoprire cosa custodisca. A poco a poco svelo quello che non è un quadro, ma qualcosa dal valore inestimabile: la gigantografia di una delle fotografie scattate nell’ultimo servizio con Mrs Brixen; per l’esattezza, quella in cui siamo tutti e cinque sul set natalizio vestiti in versione mini me. È spettacolare, perché ritrae quello che è il senso della mia vita: il mio uomo e i nostri figli, il nostro amore, la nostra gioia, la nostra bellezza, i nostri difetti e le nostre imperfezioni. Sono talmente rapita dalla bellezza di questa foto che a stento mi accorgo che tutti i nostri parenti si sono zittiti, e osservano anche loro il meraviglioso regalo che mi ha fatto Christian.
“Ohi” sussurra mio marito al mio orecchio “Non dici nulla?”
“È.. è..” balbetto, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime “È troppo.. troppo bello, troppo importante, troppo.. nostro” lo abbraccio forte, nascondendo il viso nel suo collo “Grazie, è fantastico!” mi stacco leggermente e lo bacio. “Comunque, anche io ho un altro regalo per te, ma non posso portarlo qui. Devi venire con me”
Mi guarda sorpreso e curioso. “Venire dove?”
Gli prendo la mano. “Dai, ci mettiamo dieci minuti!” lo trascino con me verso l’atrio.
Indossiamo i cappotti, poi apro un mobiletto e prendo un mazzo di chiavi. “Andiamo!” apro la porta di casa ed usciamo sul portico. Scendiamo le scalette, passiamo davanti al garage e ci ritroviamo davanti alla porta, rigorosamente ricoperta con un fiocco rosso, di quella che dovrebbe essere una dependance. In realtà è un enorme spazio che non avevamo ancora sfruttato, in attesa di trovargli un utilizzo adeguato. Io l’ho trovato, e con la complicità degli operai che si sono occupati delle camerette dei bambini, ho fatto ristrutturare i locali e li ho trasformati nel regalo di Natale di mio marito. Non è stato semplice per loro lavorare sempre e solo in assenza di Christian, e soprattutto lasciare sempre l’esterno assolutamente lindo e perfetto, ma ci sono riusciti, e gli sarò infinitamente grata per questo.
“Allora, che facciamo?” chiede impaziente Christian.
Sbuffo. “Un attimo!!” infilo la chiave nella serratura, facendola scattare. Non appena la porta si apre, cerco a tentoni l’interruttore e accendo i faretti che in un istante illuminano tutto l’ambiente, anzi, per la precisione, la nuova palestra di mio marito. Ho fatto abbattere le pareti non portanti per ricreare un unico ambiente gigante. Tre delle quattro pareti sono costituite da specchi, interrotti solo dalle finestre, queste non ho voluto eliminarle, ma ho fatto sostituire i vetri tradizionali con dei vetri particolari, che consentono di vedere l’esterno, ma non consentono da fuori di vedere all’interno. Lungo una parete sono disposti due tapis-roulant e due cyclette, così che Christian possa allenarsi anche in compagnia; lungo un’altra parete ci sono due panchette multi stazione, una rastrelliera per i diversi pesi, un gancio con alcuni tappetini. Al centro dell’enorme stanza c’è un piccolo ring, dove mio marito può combattere con Bastille, visto che adorano tanto farlo. In un angolo c’è un armadietto e un paio di poltroncine, e lungo la terza parete c’è un piccolo frigo con alcune bibite, e un mobiletto con all’interno vari snack. Ultima chicca: un impianto stereo a diffusione, che si può collegare con l’i-pod o con il cellulare.
Christian gira per la stanza, ammirando e toccando tutto, come se volesse accertarne la presenza.
“Cristo..” lo sento sussurrare.
Ha un’espressione seria in viso, che mi fa quasi dubitare della mia idea. “Amore, cosa c’è? Non ti piace?” chiedo, quasi preoccupata. Ero così eccitata all’idea di fargli questo regalo.
Mio marito si volta verso di me, e finalmente vedo i suoi occhi accendersi. “Non mi piace? Amore ma.. è il più bel regalo che potessi desiderare” si porta le mani tra i capelli, guardandosi intorno elettrizzato come un bambino “Mai e poi mai avrei potuto immaginare una sorpresa simile” mi avvolge la vita con le braccia e mi solleva, facendomi volteggiare “Grazie, grazie, grazie!!” esclama, poi mi mette giù e mi bacia “Ma come hai avuto questa idea?”
“Beeh, ho pensato che allenarti qui potesse essere molto più comodo e piacevole per te, piuttosto che andare ogni volta all’Escala o in palestra da Bastille”
“Vedi che l’idea di allenarci insieme si fa sempre più allettante?!” mi bacia il collo, facendomi il solletico.
Scoppio a ridere. “Sì, devo ammettere che hai ragione”
Ci baciamo dolcemente per qualche minuto, fino a quando veniamo distratti da una serie di urla in giardino.
Mio marito mi guarda perplesso. “Ma che succede?”
Spegniamo le luci e usciamo dalla nuova palestra. Attraversiamo il portico e sbuchiamo in giardino, dove troviamo bambini e adulti che giocano lanciandosi addosso palle di neve, mentre altri fiocchi continuano a cadere sulle loro teste. Non appena ci vedono uscire, ci attaccano e noi ci buttiamo subito nella mischia, raggiungendo i nostri figli e sfidando fratelli e cognati. Alcuni minuti dopo mia madre dal portico mi fa segno che Allie ha fame, così rientro, mi sfilo il cappotto e la prendo in braccio per allattarla. Questa volta non salgo su, ma mi siedo accanto alla vetrata per osservare i nostri familiari che giocano con la neve.
“Vedi, amore? Sono un po’ matti, ma noi li amiamo tanto” parlo alla mia bambina, sotto lo sguardo amorevole di mia madre e di Grace.
Quando Allie termina la sua poppata, me la coccolo un po’ e poi richiamo man mano all’ordine tutta la famiglia per il brindisi di Natale. Christian aspetta che siamo tutti radunati intorno al tavolo, e poi stappa la bottiglia. In un coro di “Buon Natale!”, auguri e applausi, mio marito versa lo champagne in tutti i bicchieri e poi facciamo il brindisi.
Teddy e Phoebe sono in piedi sulle sedie accanto a noi, e Allie se ne sta accoccolata sul mio petto, rilassata dai miei bacini.
“A cosa brindiamo?” sussurra Christian, facendo tintinnare il bicchiere con il mio.
Soffermo lo sguardo sui nostri bambini, poi poso gli occhi nei suoi. “Alle luci, alla neve che scende, al camino che scoppietta, alla magia, all’amore... e a noi”
Mio marito sorride. “Ai regali più belli che la vita ci abbia fatto” aggiunge, baciando i nostri figli “Buon Natale, amore mio”
 
 

Angolo me.
Buonasera/notte mie meravigliose ragazze! Questa volta non inizio con delle scuse, sono riuscita a farvi aspettare molto meno rispetto agli ultimi capitoli. In questo capitolo ho cercato di racchiudere piccoli momenti di quotidianità della nostra famiglia preferita, che sta pian piano acquistando un nuovo equilibrio. Ho voluto inserire questi attimi di quotidianità nell’atmosfera magica e bellissima del periodo natalizio, che è il mio periodo preferito dell’anno, per questo mi è piaciuto renderlo particolarmente dolce e romantico. Ho voluto inoltre soffermarmi su quelli che, credo, siano piccoli ostacoli che ogni donna si ritrova ad affrontare dopo un parto: il rapporto con il proprio corpo, la vita di coppia ridotta quasi a zero, l’insicurezza; perché anche se la nascita di un figlio è l’esperienza più bella nella vita di una donna, porta con sé anche tanti cambiamenti che non è affatto semplice affrontare. Dulcis in fundo, come vi avevo promesso, vi ho portate alla Big House a vivere il Natale con i nostri protagonisti. Ho immaginato e raccontato il Natale proprio come lo sogno io: con una famiglia numerosa, un camino acceso e la neve che cade. E anche se sappiamo bene che la perfezione non esiste, nulla ci vieta di sognare e cercare di evadere un po’ dalla realtà...
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto. Come sempre attendo impaziente di leggere i vostri pareri.
Vi ringrazio con tutto il cuore per gli auguri che mi avete fatto nelle recensioni dell’ultimo capitolo, per le vostre parole dolcissime e per il vostro affetto.
Non credo che riuscirò a pubblicare un nuovo capitolo prima di Natale, quindi voglio farvi tanti tanti auguri di Buon Natale, che porti tanto amore e serenità a voi e alle vostre famiglie.
Grazie ancora immensamente.
Un abbraccio.
Mery.
 

 

 
   
 
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