E poi mi ha baciato quando non c'entrava niente.
Un pomeriggio, mentre l’acqua si scaldava e un cliente fuori aspettava. Mi ha baciato mentre mi sistemavo la giacca. Mi ha baciato senza avvisare e senza indugiare. Lo ha fatto piano, sfiorandomi con le dita un po’ tremanti, così come si sfiorano le risposte alle domande complicate. Poi ha sorriso, le occhiaie ancora intorno agli occhi, ma più nessuna ombra dentro. Forse, congedato quel cliente, mi avrebbe baciato di nuovo, forse una volta sola, forse di più.
E magari sì, quella volta sarebbe rimasto e avrei visto il sole sorgergli addosso.

[100 parole]






Note: ringrazio Koa__ per l’idea che mi ha dato di scrivere una terza drabble non prevista, ma che mi ha subito interessata; ho voluto provare ad arrivare a un silenzioso chiarimento finale, con POV Sherlock. Una piccola e semplice conclusione a cui, pur nella semplicità, mi sono affezionata, anche per l’immediatezza con cui è nata.
Ancora una volta, il titolo e la intro sono ispirate a una canzone, una che considero tra le più belle in assoluto: “C’è tempo” di Ivano Fossati; penso che possa dare qualcosa in più a questa drabble che vada oltre le 100 parole.