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Autore: CrazyMoony    12/12/2019    1 recensioni
Periferia di Tokyo (Giappone), 2009.
Matt, al secolo Mail Jeevas (sì, i genitori l’avevano chiamato “posta”; simpatici, vero?) trascorre il suo primo Natale fuori dall'istituto insieme al compagno di avventure Mello. Il biondo assicura di aver portato il necessario per festeggiare al meglio… Ma sarà davvero così?
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Dal testo:
“Mancava il frigorifero, mancava un materasso, mancavano delle sedie stabili; in compenso, però, erano ben provvisti di cioccolato”.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Christmas Series'
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The Christmas Keehl
CrazyMoony
 
La peggiore delle “case sicure” in cui si fossero nascosti fino a quel momento, ecco cos’era. E c*zzo, non era mica facile battere la catapecchia sul fiume.
I due ragazzi erano nascosti in un minuscolo appartamento nella periferia di Tokyo. Il monolocale non cadeva a pezzi – il che era ben più di quanto si potesse dire del covo precedente – ma era ben lontano dagli standard di Mello e la connessione internet era troppo lenta per i gusti di Matt.
Gli unici confort erano un divano scolorito e un vecchio televisore, che monopolizzava una delle tre prese di corrente funzionanti. Mancava il frigorifero, mancava un materasso, mancavano delle sedie stabili; in compenso, però, erano ben provvisti di cioccolato. Quello non mancava mai.
Un cenone a base di fondente 99%, pensò Mail. Buon Natale a me ed al mio pessimo gusto in fatto di uomini.
 
Era la vigilia di Natale; i due avevano lasciato gli Stati Uniti per Tokyo circa due settimane prima, alle calcagna di Misa Amane e degli altri sospettati.
I due ragazzi si spostavano spesso, cercando di non farsi rintracciare dalla Task Force e soprattutto dall’SPK. Sceglievano spesso alloggi insospettabili: Mail ricordava la stanza in hotel, il seminterrato da serial killer e soprattutto la baracca sul fiume.
Dopo aver rischiato di essere trovati dalla polizia giapponese, la coppia aveva dovuto rifugiarsi in quell’appartamentino fatiscente: Matt, Mello e la maledetta cioccolata fondente da cui non si separava mai.
Mihael stavolta si era portato dietro anche qualcos’altro: una scatola sigillata, che Matt aveva aperto alla prima occasione in cui l’aveva trovata incustodita. Temeva di trovarci delle armi, o al massimo materiale per agevolare la loro opera di spionaggio; invece ci aveva trovato i pezzi di un singolare presepe personalizzato.
 
Il primo pezzo che Jeevas avesse estratto dalla scatola era lo sfondo, quello che avrebbe dovuto essere una grotta ed era invece una stanza moderna, tremendamente somigliante alle stanze della Wammy’s House.
La seconda statuetta che uscì raffigurava un uomo calvo dallo sguardo crudele; con il corpo muscoloso infilato in un completo elegante ricordava alla lontana un gorilla ammaestrato. Matt impiegò quasi cinque minuti per capire che il vecchio boss di Mello (avrebbe scommesso che si trattava di lui) andava a sostituire l’angelo.
Sopprimendo le risate, il rosso estrasse un ulteriore statuina: Giuseppe, raffigurato steso in una pozza di sangue e completamente irriconoscibile. Il bue e l’asinello avevano subito lo stesso destino, così come Maria; raffigurata esanime in una posa scomposta, i suoi capelli biondi spiccavano contro il rosso scuro. Le quattro figure dovevano formare un macabro circolo di morte attorno a Gesù.
Mail era impaziente di vedere il Bambino, ma questi pareva rifugiarsi in fondo alla scatola.
I pezzi successivi furono il pastore (Jeevas non si stupì di trovarvi il volto di Roger) e un gruppo di pecore bianche. In mezzo al gregge, ovviamente, non poteva mancare l’unica e sola pecora albina.
I re Magi erano, se possibile, ancora più iconici. Il primo indossava una maschera bianca come i suoi capelli; sulla sua veste scura spiccava un W. Offriva in regalo una pistola d’argento.
Il secondo magio portava un passamontagna e una veste bianca, con una grossa L nera stampata sopra. Il suo regalo era una tavoletta di cioccolato.
Il terzo magio, l’unico il cui sguardo cadeva direttamente sul Bambino, aveva i capelli rossi e una tunica a righe bianche e nere. In una mano reggeva un Game Boy, mentre con l’altra porgeva un cuore, dipinto in modo talmente accurato da sembrare vero.
Mail Jeevas sorrise tra sé e sé, scuotendo la testa ed estraendo l’ultima statua dalla scatola.
Non di stupì nemmeno quando si trovò tra le mani un piccolo Gesù avvolto in un panno nero e che con il suo sogghigno sfoggiava un caschetto biondo e brillanti occhi azzurri.
 
 
Angolo dell’Autrice.
Grazie a tutti per aver letto questo piccolo delirio natalizio! Se siete giunti fin qui, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un ringraziamento speciale a MelReven_9, a cui questa storia è dedicata.
Stay tuned per la prossima one-shot natalizia, che arriverà giovedì prossimo e coinvolgerà un’altra coppia amatissima…
- CrazyMoony
 
  
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