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Autore: Master Chopper    13/12/2019    1 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 5: Through The Looking-Glass I Have Found a Loophole In Limbo

(Part 3)  Investigation Time

 

 

- So che può sembrare strano, ma io considero davvero tutti loro i miei amici. Ne ho già persi due, e non voglio che altri soffrano… per causa mia… ancora.-

 

Sentendo una voce risvegliarla, Lilith aprì gli occhi dopo un’oscurità apparentemente eterna. Sopra di sé tutti i suoi compagni erano radunati in cerchio.

L’aria era appena respirabile nello stretto bagno, ed il forte odore di umidità si attaccava alla pelle creando una falsa sensazione di caldo soffocante. La luce intensa era bloccata dalla testa di Zayasu, ricurvo su di lei.

“ Lilith! Grazie al cielo …” Lo scrittore non volle nemmeno finire la sua frase, costringendo le labbra in un’espressione più rassicurata non appena la vide sveglia.

Lilith sbatté le palpebre ancora ed ancora: stava lentamente recuperando le energie necessarie per parlare, come se fosse stata prosciugata da una sanguisuga.

Semplicemente rimase immobile, guardando il soffitto con due occhi privi di forze. Volle però tentare un sorriso.

“ Sto bene.” Vide il volto di Zayasu irrigidirsi, serrando le palpebre per un secondo.

“ Cosa è successo ?” Disse non appena riuscì a sollevare la testa dal pavimento. “ Qualcuno non sta bene ?”

“ Anche Kigiri si è risvegliata !”

La voce di Zetsu, proveniente dal suo fianco, fece voltare i presenti verso un’altra ragazza stesa per terra.

La criminologa mosse faticosamente il braccio per farsi scudo dalla luce, infastidita ed indebolita.

“ Stanno tutte e due bene …” Si sentì sussurrare da parte di Nashi, il quale era ancora troppo spaventato per mostrarsi davvero rasserenato.

“ Cosa è successo, si può sapere? Non che mi aspettassi un morto, però …” Takejiro si era voltato verso l’unico studente non presente nel bagno.

“ … questa situazione è davvero inspiegabile. Tu ci saprai dire qualcosa, immagino.” Con sguardo duro osservò la schiena di Akagi, rimasto come paralizzato al centro della sala comune.

La semioscurità lo avvolgeva, mentre la luce del bagno gli raggiungeva le caviglie tracciando una strada.

“ Akagi ?” La ragazza dai capelli rossi pronunciò il nome del ragazzo prima ancora di riuscire a vederlo, tra tutta quella calca. Lo ripeté ancora ed ancora all’interno della sua testa, finché un’immagine disturbante non apparve più veloce di un lampo nel suo cervello.

 

Il corpo di Akagi disteso al centro del bagno, rigido ma allo stesso tempo scomposto, come una statua crollata rovinosamente per terra. Qualcosa di scuro era avvolto attorno al suo collo.

L’ultima cosa sulla quale si era focalizzata era stata la sua espressione terrorizzata, e la saliva che gli macchiava la bocca.

Poi…

 

“ Akagi !” La voce gli uscì dalla gola sottoforma di un urlo strozzato, che però venne ugualmente sentito dagli altri.

“ Tu sei stato attaccato… qui nel bagno.” La sua non era una domanda, bensì una timorosa affermazione.

Meccanicamente il ragazzo dai capelli viola si portò una mano alla gola, per poi girarsi.

“ Ed anche io, quando ti ho trovato.” Concluse Lilith, rilasciando un’affermazione capace di spiazzare tutti.

Takejiro si fece scuro in volto d’improvviso, ed il suo sguardo si spostò su Kigiri. Tuttavia, stavolta ciò che trovò nella ragazza non fu il solito ritratto dell’impassibilità.

“ Kigiri ?” La richiamò a bassa voce, ma non ottenne risposta.

L’Ultimate Criminologist era pallida e non dava segno di voler controllare un terrore che le tappava la bocca. I suoi occhi erano sbarrati e fissi sul terreno, marchiati da delle venature rosse che man mano si restringevano sempre più sulla piccola pupilla. Di colpo si agitarono con uno scatto verso il corvino, riconoscendo la sua voce dopo una lunga pausa di silenzio.

Continuò a non rispondere, ma ora respirava affannosamente, sollevando ed abbassando le spalle a quel ritmo sincopato.  

“ Kigiri ?” Anche il richiamo di Nashi non servì a nulla.

A quel punto l’Ultimate Majokko comprese cosa fosse successo, ricordandosi delle prime parole sentite dopo essersi ripresa ed osservando anche la posizione della ragazza, uguale alla sua.

“ Anche tu sei stata attaccata, Kigiri ?”

La lilla stavolta non si voltò, ma strinse la bocca con fare sofferente. Annuì.

 

“ Tutti e tre siete stati attaccati in questo bagno ?” Ebisawa non era sicuro di aver compreso bene, ma nessuna negazione arrivò per salvarlo da quel dubbio.

La situazione, già strana ed incomprensibile, si era fatta di colpo più complessa di quanto sembrasse fino ad un secondo fa.

“ Chi è stato ?” La voce di Nishizaka interruppe un nuovo silenzio, portando gli sguardi generali su di lei.

“ Chi di noi è stato ad attaccarli ?!” La rosa girò su se stessa per squadrare tutti i presenti con sospetto, stringendosi nelle spalle in un movimento istintivo di protezione.

“ Quando mai un colpevole si è svelato così presto ?” Commentò saccentemente il radio host, venendo poi interrotto da Amari.

“ Colpevole? Non mi sembra che ci sia nessun colpevole… questo perché siamo tutti vivi !”

“ Però c’è comunque qualcuno che ha voluto attaccare loro tre, ed ora si sta nascondendo !” Insorse con voce adirata Zayasu, alzandosi in piedi per fronteggiare la video maker.

“ E allora? Non è di certo un assassino !”

“ Mi stai forse dicendo che non ha fatto nulla di sbagliato?! Non sarai stata per caso tu a …”

“ Porca troia, state zitti voi due !” Quando Takejiro sbraitò, arrivando a separare con uno spintone i due Ultimate Stundents, la tensione sembrava ormai al limite.

Ciò nonostante, il corvino si calò il cappuccio sul capo, assumendo improvvisamente un atteggiamento più calmo.

“ Forse ci troviamo davanti ad un tentativo fallito di omicidio.”

Zetsu inarcò un sopracciglio, confuso: “ Cioè uno di noi ha provato ad uccidere Lilith, Kigiri ed Akagi ma ha fallito con tutti e tre ?”

“ Non è di certo un compito facile uccidere qualcuno, quindi può essere accaduto che qualcuno abbia fallito.” Lo appoggiò Nashi.

A Lilith quel discorso suonò molto strano ed illogico, ma lo lasciò proseguire mentre si alzava lentamente. Sollevò una mano per aiutare Lilith, e questa, seppur ancora scossa, la accettò.

 

“ Prima di proseguire però volevo ascoltare cosa avesse da dirci Akagi.” Riprese parola Takejiro, rivolgendosi ancora al videogiocatore. “ Prima stavi ripetendo… delle parole alquanto strane.”

Dopo aver tirato un lungo sospiro, così intenso da fargli tremare il petto, il ragazzo si decise a parlare.

“ Guardate le schegge di vetro per terra.”

Dando retta alle sue parole, tutti abbassarono lo sguardo sul pavimento lucido: non furono immediatamente identificabili, ma tutti prima o poi riuscirono a trovare dei frammenti di vetro sparpagliati verso gli angoli più vicini alla porta. Alcuni erano scivolati anche sotto il lavandino, in particolare un pezzo di vetro dalla forma allungata e cilindrica.

Nashi lo identificò, raccogliendolo: “ Un collo di bottiglia.”

 Anche i piccoli frammenti però erano degni di nota, siccome su di un lato era attaccata un pezzo di carta di ugual misura, strappato però ai bordi.

“ Non ricordavo ci fossero flaconi di shampoo in vetro.” Disse Zetsu, e per conferma guardò il suo migliore amico.

“ No: nulla nell’armadietto assomiglia a questa bottiglia.”

“ Si tratta di un veleno.” Li interruppe però Akagi, facendo risuonare la sua voce grave. I ragazzi ammutolirono, e per poco l’Ultimate Memory non si lasciò scivolare il pezzo di vetro dalle mani.

“ Durante le scorse investigazioni vidi cosa avevate fatto con i frammenti del bidone in Armeria.” Il viola lanciò uno sguardo ad Ebisawa.

“ Per questo immagino capirete cosa sia riuscito a fare con la mia accuratissima visione d’insieme: assemblando mentalmente tutti i frammenti con la rispettiva scritta, si ottiene un messaggio simile. Ci impieghereste senza dubbio molto tempo, ma alla fine otterreste:

Ultimate Poison Ripoff: Plagio da parte di Monokuma di un progetto di veleno ideato da Fujima Wakuri in collaborazione con un altro famoso Ultimate Student.  La tossina attacca direttamente i globuli rossi del sangue, ma in maniera lenta ed inesorabile. La morte perviene dopo un paio di ore.”

 

Gli occhi di Lilith si dilatarono dallo stupore, e così come tutti non proferì parola, lasciando Akagi solo nel silenzio.

- Non può essere …- Priva di fiducia in quell’assurdità, implorò il suo amico di qualcosa che non poteva controllare, rispecchiandosi nella sua espressione di abbandono e tristezza.

“ Questa notte mi sono risvegliato di soprassalto in questo bagno. Qualcuno aveva avvolto una cintura attorno alla mia gola… quella cintura ...” Con il dito l’Ultimate Rhythm Game Player puntò qualcosa per terra.

Lilith e Kigiri abbassarono lo sguardo, sussultando quando si accorsero che esattamente tra di loro, srotolata per terra, c’era una cintura di cuoio nera. Si trovava anche al centro di dov’erano stati stesi i loro corpi per tutto quel tempo.

Il ragazzo riprese, sfiorandosi nuovamente il livido purpureo che gli cingeva come un anello la gola: “ Lottai con tutte le mie forze, ma per la prima volta nella mia vita ho percepito di non aver scampo contro chiunque mi stesse attaccando. Disperato, guardai nello specchio davanti a me, ma …”

Nuovamente si interruppe, dando a tutti il tempo di soffermarsi sull’unico specchio del bagno.

I loro riflessi erano incomprensibili e distorti a causa dell’umidità nel bagno che aveva appannato la superficie riflettente.

“ Non riuscii a riconoscere chi avevo alle spalle. Persi i sensi poco dopo, però ricordo distintamente una sensazione nella gola che riesco a sentire ancora adesso… mi era stato fatto bere qualcosa. Al mio risveglio ho ricomposto la scritta di quella bottiglia.” Nel corso della sua ricostruzione Akagi aveva perso il controllo del proprio respiro, così per quanto prima avesse tentato di apparire fermo e sicuro, ora il suo affanno tradiva una forte tensione.

Sorvolò con lo sguardo i suoi compagni, senza esser stato abbandonato dal terrore di perdere per sempre quel mondo crudele. “ Sto per morire.” Lo ripeté un’ultima volta.

 

“ Questo è orribile !” Un groppo alla gola per poco non strozzò Nashi, il quale mostrava un’espressione distrutta dal dolore.

“ Non puoi… morire.” Provò a dire Ebisawa, ma le parole persero senso fuori dalla sua bocca, e gli rimase solo di fissare il vuoto mentre le speranze lo lasciavano.

Zayasu aggrottò la fronte, rispettando quel dolore per poi rivolgersi alle due ragazze svenute fino a poco prima.

“ E voi per caso avete la stessa sensazione? Sentite di aver bevuto qualcosa ?” Il suo tono tradiva la speranza che la risposta fosse negativa.

Fortunatamente le due scossero la testa, ed addirittura Lilith recuperò abbastanza forza di volontà da parlare: “ No, anzi, la mia gola è secca. Però non mi sento per niente bene …”

Inavvertitamente si portò una mano alla testa, ma quando con la punta di un dito si sfiorò la nuca, improvvisamente una fitta di dolore la fece balzare: “Ahi !”

“ Che c’è ?” Domandò prontamente l’albino, arrivandole alle spalle ed avvicinando una mano.

Le sfiorò appena il retro della testa sopra la congiunzione con il collo, e la rossa ripeté l’esclamazione sofferente.

“ I tuoi capelli qui sono bagnati.” Sentì sussurrare a Zayasu, e a quel punto comprese che qualcosa non andava.

- Non ho mai avuto una ferita del genere prima.- Si scostò i capelli a mo’ di tenda. “ C’è qualcosa? Tipo un bernoccolo ?”

“ Un bel livido, sì …”

“ Alcuni frammenti di vetro sono macchiati di sangue.” Disse d’un tratto Akagi, avvicinandosi a loro.

Nashi sembrò a quel punto notare qualcosa non appena Kigiri gli diede le spalle.

“ Kigiri… c’è del sangue sui tuoi capelli.” Così facendo tutti poterono notare come i capelli lilla della ragazza fossero macchiati di sangue attorno all’area della nuca.

Quando quella se li scostò, però fu subito visibile un taglio che continuava a perdere sangue, anche se in quantità ridotta. Immediatamente Zetsu si offrì per tamponare la ferita con un asciugamano bagnato.

Non erano presenti purtroppo delle buste del ghiaccio, così le misteriose ferite dei tre furono impossibili da alleviare.

Quando fu ristabilito un minimo di calma tra i presenti, troppo distratti dall’aiutare le ragazze, era nuovamente disceso il silenzio.

Lo ruppe per prima Nishizaka, ripartendo con lo stesso cavallo di battaglia: “ Quindi chi è stato ?”

“ Ancora con questa storia ?!” Sbottò Amari, esasperata.

“ No, adesso più di prima è necessario trovare una risposta.” Borbottò l’Ultimate Liar: “ Perché anche se non c’è ancora stato un assassino… presto… ecco …”

“ Io morirò.” Akagi terminò per lui la frase, al che il corvino annuì con una smorfia amareggiata.

Lilith si sentì gli occhi riempirsi di lacrime: “ Non c’è proprio un modo per salvarti ?”

L’idea di assistere impotente alla morte di un suo amico, questa volta direttamente sotto ai suoi occhi, non le dava pace. Non era pronta ad attenderla ora dopo ora, consapevole che ogni singola parola detta da Akagi sarebbe potuta essere la sua ultima.

- Chi vorrebbe vivere qui i suoi ultimi momenti ?- Tremando da ferma, realizzò che non avrebbe mai potuto comprendere quanto si sentisse ancor più impotente Akagi dietro la sua maschera di risolutezza.

 

“ Possiamo trovarlo.”

Per la prima volta dopo una decina di secondi di mutismo, Kigiri era tornata a far sentire la propria voce.

Nonostante la sorpresa generale, lei continuò a parlare: “ Sono sicura che possiamo trovare il colpevole prima che la vita di Akagi termini.”

“ E questo cosa risolverà ?” Il ragazzone dai capelli viola si strinse nelle spalle, sbuffando con rassegnazione.

“ Dubito che potremmo mai trovare un antidoto …”

“ Qui no !” Lo interruppe la criminologa.

Nei suoi occhi sembrava essersi riaccesa la luce del coraggio, e semplicemente guardandola Lilith dimenticò di aver abbandonato tutte le sue speranze.

“ Ma se riuscissimo a giustiziare il tuo assassino in tempo, allora potremmo uscire di qui! Sicuramente il veleno proviene dall’Armeria, e lì si possono trovare anche i rispettivi antidoti !”

“ È vero che per ogni veleno lì c’è anche un antidoto …” La seguì Takejiro, tuttavia mostrandosi ancora non del tutto convinto.

“ Sì! Vi prego, facciamolo !” Squittì Lilith, sentendosi rinvigorire da tutta la fiducia che ora riponeva nella ragazza. A dimostrazione di ciò le strinse saldamente la mano guantata, per poi rincontrarsi nel suo sguardo.

“ Salviamo Akagi tutti insieme !”

I presenti fino ad allora rimasti in silenzio non ebbero nulla da obbiettare. L’Ultimate Rhythm Game stesso mantenne il silenzio, se non per una parola sussurrata appena tra le sue labbra nascoste.

“ Grazie.”

La situazione era pericolosa quanto insolita, eppure tutti si sentivano abbastanza temprati da sventure e tragedie per poterla affrontare a testa alta.

 

“ Attenzione. Attenzione.” La voce monotona di Tabata Bussho risuonò nella sala principale da un monitor, al che tutti si soffermarono lì davanti.

“ Verrà tenuto un processo per scovare il colpevole dell’attacco ad Akagi Aozame. A differenza di un normale Class Trial non c’è alcun morto… per adesso. Tuttavia, se doveste votare per il vero colpevole, questo sarebbe condannato ugualmente e voi tutti avreste scontato la prigionia. Ovviamente, in caso di fallimento gli innocenti moriranno come da Regolamento.”

Dopo l’aggiornamento sulle regole il messaggio terminò, lasciando un senso di incompletezza generale.

“ Quindi lui sa chi è stato.” Osservò Zayasu con fare pensieroso.

“ Anche io so chi è stato !” Sbottò orgogliosamente Amari, gonfiando il petto e spalleggiando l’albino.

“ Sì, come no.” Fu la risposta che ricevette, mentre lo scrittore chiedeva a Lilith di seguirlo nuovamente nel bagno.

Ritrovatisi sul luogo del delitto, i due poterono osservare finalmente la stanza sgombra da possibili disturbatori.

“ È successo tutto qui …” Si ritrovò a mormorare la ragazza.

“ Successo… cosa ?”

“ Sono entrata attorno all’ 01:15, l’orario del mio turno qui in bagno dopo la mezzanotte.” Cominciò lei, alludendo all’ordine prestabilito la sera prima.

 


 

“ Aprii la porta e la prima cosa che vidi fu Akagi disteso per terra, accanto al lavandino. Forse anche l’ultima cosa, a dirla tutta.” Con una smorfia di dolore volle portarsi una mano alla ferita sulla sua nuca, ma desistette.

“ Questo perché sei stata colpita alle spalle, certo. Non hai visto l’assalitore ?” Domandò preoccupato il ragazzo.

“ No, per questo credo che si trovasse alle mie spalle. Il mio sguardo era per terra, però se lui fosse stato davanti a me ne avrei visto i piedi… forse si era nascosto dietro la porta.”

Dopo aver terminato la frase i suoi occhi si spalancarono un po’ di più, e di colpo si voltò verso la porta.

“ Certo, la porta! L’ultima cosa che ho visto è stato il corpo di Akagi… ma l’ultima cosa che ho sentito è stata la porta che si chiudeva alle mie spalle.”

Lo scrittore ascoltò fino all’ultimo quella testimonianza, per poi abbassarsi e raccogliere un piccolo frammento di vetro con sopra appiccicata la carta.

“ Colpita con questa bottiglia di veleno… che strano, sembra asciutta da entrambi i lati.” Ne strofinò la superficie con aria impensierita.

Liltih si soffermò a guardare come fosse inquieto, abbastanza da cadere in uno stato di trance.

“ Ehm …” L’Ultimate Fanfiction Writer si era alzato, guardandola negli occhi con fare di chi si aspettava una risposta.

“ Non so che dirti !” Lei si ritrasse in un’esagerata reazione imbarazzata.

“ A proposito di asciutto o bagnato… alcuni di quei frammenti di vetro sono sporchi di sangue, ma la mia ferita non sanguina come quella di Kigiri. Però… è bagnata.”

Il retro della sua testa era ancora umida, tanto da poter sentire il freddo dei capelli a contatto con il livido.

“ Comunque sia è un bene che tu non abbia riportato una contusione grave.” Disse lui, forzando un sorriso per rassicurarla. “ A quanto pare la bottiglia doveva essere vuota quando ti ha colpita.”

“ Eh? Perché mai ?”

“ Per due motivi: se fosse stata piena sarebbe stata senza dubbio più pesante, ed il danno arrecato di conseguenza anche mortale… ed infine, una bottiglia piena in frantumi avrebbe riversato il contenuto su tutto il pavimento.” Lo scrittore fece notare come il pavimento e qualsiasi cosa lì nei dintorni fosse praticamente asciutta e non presentasse strani odori.

L’Ultimate Majokko ne fu sollevata, arrivando addirittura a sorridere con un mano sul petto.

“ Oh, Corex. È così dolce che tu ti preoccupi tanto per me.”

L’altro arricciò il naso, distogliendo per un momento lo sguardo dalla ragazza. “ Lo sai che per te… mi preoccupo sempre. Ho avuto molta paura quando ti ho vista distesa nel bagno… come un …”

Lei lo interruppe lanciandosi sul suo petto e cingendolo in un abbraccio.

Non voleva che quegli orribili pensieri lo tormentassero ancora, soprattutto in un momento così delicato.

Quando si fu calmato, l’albino le accarezzò la schiena con una mano: “ Ok. Riprendiamo con le investigazioni …”

 

Mentre il bagno tornava ad affollarsi, i due studenti notarono la cintura di cuoio srotolata per terra, ancora non toccata da nessuno.

Quell’oggetto quotidiano, trasformato però in un’arma per ferire e tentare di soffocare Akagi, incuteva una certa paura, per quanto in quella forma fosse innocuo.

- Soffocare Akagi.- Lilith si appuntò mentalmente quel pensiero a bruciapelo, riconsiderandolo con molta più calma.

- Siamo davvero sicuri che il colpevole volesse strangolare Akagi a morte? Perché invece l’ha lasciato in vita? E perché addirittura ha scelto che il veleno lo consumasse lentamente ?-

A tutte quelle domande era difficile trovare una risposta sul momento.

“ Urge il mio intervento ?” Si offrì di aiutarli proprio il videogiocatore, soggiungendo.

“ Sembra il meme del poliziotto.” Commentò Ebisawa.

Lilith sinceramente non sapeva nemmeno come muovere i suoi di passi all’interno di un’area da investigare così piccola, per questo motivo l’idea di dirigere più persone le mise subito addosso una grande pressione.

“ E-Ehm… ecco, credo …” Cominciò a balbettare, prendendo tempo mentre sorvolava ovunque con lo sguardo. Intercettò per puro caso Zayasu rivolto verso il water, e decise di imitarlo.

“ Lì !”

Il gabinetto si mostrava come mai era stato visto durante quei due giorni, ed il motivo era una grande presenza di materassi, coperte e cuscini che lo avevano intasato.

“ Questi vengono dall’armadio !” Li riconobbe Nishizaka, e volle constatare la sua affermazione.

Una volta aperto l’armadio, effettivamente mancavano tutti i ricambi per permettere loro di dormire.

“ L’assassino… o meglio, l’attentatore ha intasato il water.” Zetsu si grattò la testa con aria perplessa. “ Sembra lo scherzo che farebbe un ragazzino delle medie nel bagno della scuola.”

“ Ah! Quindi eri tu all’epoca …” Sospirò Nashi, avvicinandosi intanto proprio al water.

“ Vabbé, credo sia necessario provare a… sturarlo.”

Akagi si offrì prontamente di aiutarlo, e con cautela liberarono la tazza da tutte quelle coperte e quei cuscini, ormai fradici.

Una reazione di disgusto in tutti quanti fu inevitabile, tuttavia niente degno di nota saltò fuori.

“ Non può essere stato un gesto casuale.” Ci tenne a far presente Kigiri, eppure la conversazione si spostò presto su altri orizzonti.

 

“ Dicevamo !” L’Ultimate Video Maker si schiarì rumorosamente la gola per attirare l’attenzione.

“ La sottoscritta, proprio come Tabata Bussho… sa chi è il colpevole !”

Una rivelazione tanto stravagante quanto imprevista lasciò su tutti delle espressioni sbalordite.

“ Eh ?” Takejiro si lasciò scappare quel verso con la gola rotta.

“ Esatto. Ho visto tutto! Il colpevole ha fatto una botta fenomenale, come ‘na catapulta !”

“ Una ca… ?” Domandò Zetsu.

“ … tapulta !”

“ Finalmente. Mi chiedevo proprio quando volessi sfoderare il tuo asso nella manica.” Ebisawa era stato l’unico a non mostrare sorpresa, ed anzi ora sorrideva alla ragazza dai capelli viola.

Proprio lui a quel punto sollevò una mano sopra l’armadio, dove erano accatastati dei rotoli di carta igienica, prendendo qualcosa che prima nessuno avrebbe mai notato: una piccola fotocamera.

“ Incredibile! Avevi piazzato una fotocamera ?!” Lilith guardò l’amica con grande ammirazione, sentendosi riempire di felicità.

Lei, di tutta risposta continuò a ridacchiare gonfiando il petto per l’orgoglio.

“ Bhe, bhe… insomma! Ho soltanto intuito che, se mai si fosse verificato qualcosa di brutto, sarebbe stato proprio in un posto che non possiamo sempre tenere sott’occhio come questo! Così ho nascosto ieri sera la mia videocamera e… PAM! GOTCHA !!”

“ Avevi questa fotocamera con te ?” Chiese Nashi, altrettanto sorpreso.

“ Coraggioso da parte tua osare che io, l’Ultimate Video Maker, non porti sempre almeno una fotocamera con me per filmare! E con sempre intendo sempre !”

“ C-Cosa?! Intendi anche ieri sotto le coperte ?!” Ebisawa divenne rosso come un peperone, ma non ricevette risposta.

La ragazza dai capelli viola a quel punto si sedette per terra con aria intraprendente, venendo subito circondata dagli altri mentre apriva la suddetta videocamera.

Dicendo ciò mostrò l’inizio di un lungo video: “ Ieri ho avuto questa splendida idea, così qualche ora prima di andare a dormire ho nascosto la fotocamera facendola iniziare a registrare.”

“ Quindi non hai le riprese anche della sera prima ?” Domandò l’Ultimate Memory con una strana tensione nella voce, ma la risposta fu negativa.

“ Anche se le avessi, fino a ieri eravamo tutti sani e salvi.”

Il video iniziava con Amari intenta a nascondere i rotoli di carta igienica accanto all’obbiettivo. La ripresa dall’alto e leggermente inclinata ricopriva bene o male tutto l’angusto spazio del bagno, fino alla porta.

Spazientita dopo qualche minuto di silenzio, la ragazza aumentò la velocità di riproduzione in modo che interi minuti durassero pochi secondi.

In frazioni di secondo si videro svariate persone entrare nell’arco della giornata.

“ E-Ehi! Quella ero io che andavo a farmi la doccia !” Strillò Nishizaka ad un certo punto.

“ Perdonami tesoro, non ho fatto tagli perché questa è la prima volta che vedo queste riprese. E comunque… gioisci, la doccia non è ben inquadrata e non ti si vede svestita.”

Con grande imbarazzo di tutte le persone entrare in bagno quello stesso giorno, l’attesa trepidante veniva trascorsa nel silenzio.

“ Qualcosa non va.” Disse ad un punto Kigiri, allarmata. Erano passate solo un paio di ore dall’inizio della registrazione.

“ Cosa ?” Zetsu, così come altri, non sembrò comprendere quale fosse il problema.

A differenza loro non ci volle molto prima che anche Amari sbiancasse, iniziando a mormorare con aria tormentata: “ No. No. No. No …”

Solo dopo poco tempo ciò che avevano visto le due ragazze fu comprensibile a tutti: la visione del bagno si fece sempre più confusa, distorta, i contorni persero di nitidezza ed i colori si sfaldarono.

“ La lente si è appannata !!” Gridò in un raptus di rabbia la video maker, artigliandosi le orecchie da gatta e  digrignando i denti in preda alla disperazione.

“ E… le riprese ?” Zayasu fu non poco colpito da quella reazione, ed assistette al resto delle ore che scorrevano in quell’incomprensibile macchia di sfaldamento.

Era come avere la vista annebbiata, ed ora solo indistinte sagome irriconoscibili si aggiravano nel bagno.

“ Ci rimane il suono !” Lilith volle mantenere la calma, spronando l’amica a fare lo stesso. “ Cerchiamo di trovare il colpevole dal suono della sua voce.”

La video maker dapprima non la degnò di uno sguardo, ma poi si imbronciò con il suo fare orgoglioso e riprese a lavorare con ancor più zelo.

Dopo qualche minuto, la porta si aprì ed una grossa sagoma arrivò davanti a dove si trovava lo specchio. La sagoma si alzò, e da allora si poterono udire dei suoni soffocati.

“ Qui !” Si riconobbe Akagi, tenendo d’occhio il tempo delle riprese.

“ È a tre ore dall’inizio delle riprese.”

“ Ho posizionato la fotocamera alle 10:00. Questo vuol dire che tre ore dopo era l’01:00 …”

La registrazione fu silenziosa per molto tempo, fin quando quindici minuti dopo si poté udire un fragore di vetro che si infrangeva, dopodiché un tonfo sordo.

“ Lilith, questa devi essere tu !” Disse Nashi, guardando la rossa.

Tuttavia si distrassero per poco tempo, siccome un’innaturale silenzio dopo quel suono aumentò esponenzialmente l’ansia tra i ragazzi.

Improvvisamente, una sagoma si avvicinò all’obbiettivo più di quanto non avesse mai fatto nessuno degli studenti nelle ore precedenti. L’ombra si allungò ipoteticamente fino a toccare la macchina, dopodiché tutto fu nero come la pece.

Nel riflesso dello schermo, ora spento, c’era il volto della video maker diventato pallido e smunto come quello di un fantasma. Nel silenzio colmo di tensione nessuno osò fiatare.

La paura generata da quell’evento ignoto era stata così imprevedibile ed inesorabile da aver pietrificato i loro cuori. Si erano sentiti come degli animali colpiti da un proiettile capace di ucciderli prima ancora che se ne rendessero conto.

Erano carcasse galleggianti nell’incredulità.

“ Cosa è successo ?” Si azzardò a chiedere Kigiri, sconvolta come tutti.

“ L’ha spenta.” Rispose con un fil di voce Amari, senza trasparire la benché minima emozione.

“ Qualcuno… ha spento la fotocamera.” Strinse tra le mani la macchina che era stata toccata da quella presenza senza nome né volto, e ne ebbe incredibilmente paura.

 

Takejiro si issò in piedi, decidendo di scacciare quei brividi freddi lungo la sua schiena.

 “ Ok… almeno abbiamo l’orario in cui Akagi è stato attaccato. Non è stato del tutto inutile.”

Il suo commento non servì a migliorare la situazione, e non ricevette alcun confronto.

Soltanto Lilith ormai lo fissava intensamente, come in attesa di qualcosa.

Lui la guardò di rimando, sempre serio in volto ed impenetrabile nel suo atteggiamento austero. Dopo qualche secondo di inattività, però, mimò con le labbra delle parole che solo lei poté capire.

“ Iniziamo il piano 5514M.”

L’Ultimate Majokko era pronta da tempo, rassegnata a dover fare tutto il possibile pur di salvare i suoi amici.

 

Usciti finalmente dal bagno, Kigiri e Nashi sentirono il bisogno di allontanarsi da tutto e da tutto. Per meglio dire, il bruno seguì la ragazza nella sua composta fuga, che però nascondeva ancora un’evidente tensione.

Arrivò a raggiungerla con una mano, sfiorandole la schiena, e quando lei si voltò di scatto, il braccio.

A stentò riuscì a chiamarla per nome, tanta era la sorpresa. Non aveva mai letto negli occhi della criminologa tanta paura, fragilità e debolezza.

Ritrasse l’arto, spaventato da ferirla. Lei rimase semplicemente ferma a guardarlo, ascoltando il proprio respiro che si stabilizzava a fatica.

Socchiuse gli occhi, sospirando con insistenza per ordinarsi di mantenere la calma.

“ So che può sembrare strana la mia presenza, ma …”

“ Non penso che tu abbia attaccato Akagi o Lilith.” La interruppe il ragazzo, facendosi serio. Il suo tono non sembrava ammettere repliche, e tanta categoricità stupì lei ancor di più.

“ Ma… io …” Balbettò in preda alla confusione, per poi trovare nella rigidità di lui qualcosa che a prima vista non si sarebbe potuto notare.

Nashi aveva piena fiducia in lei.

Si trattava proprio della cieca fiducia che lo contraddistingueva.

Si rassegnò ad avere davanti a sé una persona che avrebbe sempre creduto in lei.

“ Posso sapere perché… sei così ?” La domanda che pose non conteneva alcuna provocazione, insulto o doppio senso. Era pura curiosità, una distrazione che voleva concedersi ma anche un’opportunità per comprendere meglio il soggetto più incredibile delle sue ricerche.

L’Ultimate Memory storse la bocca nel tentativo più goffo ed imbarazzato possibile di ricreare un sorriso.

“ Chissà. Effettivamente credo anche io che sia strana tutta questa fiducia che ho nel mondo, quando nessuno mai l’ha avuta in me… lo stesso vale per l’amore e la voglia di vivere. Quindi non lo so davvero perché faccio tutto questo per gli altri.” Una sincera risata gli scaturì dal petto.

“ Se credi che io sia pazzo già così, allora tieniti forte per quel che ti dirò: io sono pronto anche a morire per tutti voi !”

Il carico emotivo nella sua voce sembrava doverlo schiacciare da un momento all’altro, nonostante avesse pronunciato delle parole così importanti con espressione serena.

La ragazza dai capelli lilla si ritrovò senza fiato. Eppure non era perplessa, né scettica.

- Io credo nelle sue parole.- Era questo ciò che più la colpiva: per la prima volta si ritrovava stupita dalla sua stessa fiducia smisurata.

“ Devi avermi contagiato, sai ?” Sorrise, percependo parte del fardello nel suo petto alleviarsi mentre guardava negli occhi forse la persona che aveva ottenuto il primo posto nella sua vita.

“ E finalmente posso dire… grazie a te per avermi resa così, Nashi.”

 

Un’altisonante musichetta risuonò nelle uniche due stanze, accompagnando l’accensione dell’unico monitor accanto alla porta del bagno.

La figura di Tabata Bussho era immersa nell’ombra, e soltanto le lenti dei suoi occhiali catturavano un raggio di luce, brillando nel buio.

“ Non vi rendete conto nemmeno voi che la vostra ricerca della speranza è soltanto una disperata corsa in contro alla morte.”

Tutti gli studenti si radunarono, facendosi forza l’un l’altro. Uniti fronteggiavano ancora una volta qualsiasi prova beffarda quel crudele destino stava ponendo davanti al loro cammino.

Un cammino verso un futuro incerto, bugiardo, pericoloso, forse addirittura un’illusione.

“ Il vostro traguardo è morire, decimati da ciò che vi spinge a mentirvi, quasi come se voleste crearvi da voi un domani. Cosa pretendete di fare? Danzate sul palmo della mia mano, insetti moribondi …”

Sorprendentemente, proprio dal terreno sorsero i diciotto palchetti, trasformando anche quell’anonima stanza in una grottesca imitazione di un’aula di tribunale.

La luce del neon non illuminava nemmeno pienamente i volti degli studenti.

Il ghigno di Tabata Bussho, però, fu ben evidente a tutti.

“ Ed ora, tuffatevi ancor di più nel mio regno di disperazione. Ultimate Students! Il futuro che attendete tanto è qui !”

  

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Alla fine confermo che questo Chapter durerà meno dei precedenti, e anche con le tempistiche credo di esser ripartito alla grande (ultime parole famose …)

Il prossimo capitolo è già completo al 50%, quindi prevedo di riuscire a finirlo per la prossima settimana. Per adesso è ancora abbastanza corto, quindi non so se dividerlo in due capitoli oppure rilasciarvi la conclusione del Chapter 5 tutto d’un colpo. Ci penserò su…

Alla prossima!

P.S:  Il veleno “Ultimate Poison Ripoff” è per l’appunto un ripoff, (un imitazione), ma soprattutto un omaggio alla fanfiction Danganronpa Side: The Eye’s Deception scritta da Chainblack.

 

   
 
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