Ciao a tutti!
Prometto che ho provato a restare il più IC possibile, ma già solo il fatto che sia una "what if?" implica qualche cambiamento. Nello specifico, io mi immagino Gilbert dire qualcosa come "Lo stai facendo di nuovo, Vince. Stai decidendo per Ada come volevi decidere per me." e ta-dan, what if Vincent prova ad accettare la mano tesa di Ada? Questi due si meritano un po' di fluff T.T
Un ringraziamento speciale va a Harriet Strimell, senza di lei probabilmente sarei ancora qui a dannarmi alla ricerca di un titolo decente. ♥
Detto questo, vi auguro una buona lettura! Mari ~
Non ti lascio
Vincent
era steso sul divano, di pessimo umore. Non amava il Natale – figuriamoci! –,
ma Ada aveva insistito per decorare comunque la casa, albero incluso, “perché è
divertente e per farti assaggiare un po’ di normalità, Vincent-sama!”. Si era
testardamente rifiutato di collaborare, ma lei – era sempre così… inafferrabile
– non aveva per questo desistito dal suo proposito. Dalla sua posizione Vincent
aveva potuto osservarla armeggiare con l’albero per tutta la mattina. Ora aveva
quasi finito, palle e pupazzetti vari riempivano ogni ramo. Mancava solo il
puntale; Ada stava giusto sistemando la scala che le era necessaria per
raggiungere la cima.
Inerte,
la guardò salire i gradini, il puntale in una mano – si chiese cosa si sarebbe
messa in testa di fare dopo.
L'istante
seguente balzò giù dal divano, slanciandosi verso di lei giusto in tempo perché
atterrasse tra le sue braccia. L'aveva vista sporgersi verso l’albero e perdere
l’equilibrio, scivolando all’indietro. Non osava immaginare quali
conseguenze avrebbe comportato la caduta di quel corpo così fragile.
“Sapevo
che era una pessima idea!” esternò arrabbiato – o era preoccupazione?
“Mi
dispiace” mormorò Ada, sostenendo timidamente il suo sguardo. “Grazie per avermi
afferrata” aggiunse immediatamente dopo, accompagnando le parole con il
suo sorriso più bello.
Vincent
la osservò spiazzato. Aveva appena rischiato di morire, o quantomeno
ferirsi gravemente, ed eccola lì a sorridergli come se le fosse capitata la
cosa più bella del mondo! Non la capiva, era sempre così assurda, così – così bella.
Avvampò violentemente, scacciando quel pensiero traditore. Non le rispose,
posandola sul divano. “Resta qui” ordinò, l’arrabbiatura che sfumava fin troppo
rapidamente.
“Ma”,
iniziò lei – Vincent ne seguì lo sguardo, puntato sulla mano destra. Aggrottò la fronte
nel constatare che l’aveva ancora serrata attorno alla decorazione: neanche
durante la caduta l’aveva lasciata.
Sbuffò
incredulo. Davvero teneva così tanto a quella sciocca usanza?
Ada in lacrime, sul volto una
determinazione che raramente ha visto ardere con tanta intensità.
“Ti mostrerò ogni genere di meraviglie che
ancora non hai vissuto! Ti farò sentire grato di essere nato!”
Vincent
scosse la testa, scacciando il ricordo. Quella promessa aveva segnato le vite
di entrambi – ancora non era certo che non fosse stato un errore. Riportò lo
sguardo sulla giovane donna: continuava a fissarlo con occhi pieni
d'aspettativa.
Meccanicamente,
tese la mano verso il puntale.
Lei
non esitò a darglielo. Il suo fidarsi così ciecamente di lui nonostante il
suo passato riusciva sempre a coglierlo di sorpresa. Ada Vessalius era una
sciocca – una sciocca che credeva in lui.
Forse
per questo si avvicinò all'albero scostando la scala – potenziale legna da
ardere – e poggiò l’ornamento stellato al posto che gli spettava. Non si
voltò subito, certo che l’aspettasse quel sorriso così candido, genuino
e pieno d’amore da metterlo in crisi ogni volta.
Si
girò lentamente riflettendo sulla giovane donna, sua rovina e salvezza.
“Non
è bellissimo?” domandò Ada, il volto splendente di gioia, alludendo
all’albero ora completo.
Vincent
si lasciò cadere accanto a lei e annuì rassegnato – forse non era davvero
così male.
“Un
addobbo che vorresti?”
Vincent
negò con un cenno, ingoiando il suo primo pensiero.
Una
pianta di vischio.