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Autore: Mari Lace    13/12/2019    2 recensioni
Meccanicamente, tese la mano verso il puntale.
Lei non esitò a darglielo. Il suo fidarsi così ciecamente di lui nonostante il suo passato riusciva sempre a coglierlo di sorpresa. Ada Vessalius era una sciocca – una sciocca che credeva in lui.

What if? in cui Vincent e Ada, dopo il finale, provano a vivere insieme. Vincent non apprezza l'entusiasmo di Ada per il Natale, però...
[La storia partecipa alla "Un calderone di prompt" challenge, indetta da catching_hearts sul forum di Efp e utilizza il prompt "Puntale" fornito dal gruppo fb Parole tra le dita]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ada Vessalius, Vincent Nightray
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non ti lascio Premessa
Ciao a tutti!
Prometto che ho provato a restare il più IC possibile, ma già solo il fatto che sia una "what if?" implica qualche cambiamento. Nello specifico, io mi immagino Gilbert dire qualcosa come "Lo stai facendo di nuovo, Vince. Stai decidendo per Ada come volevi decidere per me." e ta-dan, what if Vincent prova ad accettare la mano tesa di Ada? Questi due si meritano un po' di fluff T.T
Un ringraziamento speciale va a Harriet Strimell, senza di lei probabilmente sarei ancora qui a dannarmi alla ricerca di un titolo decente.
Detto questo, vi auguro una buona lettura! Mari ~


Non ti lascio

 

 

Vincent era steso sul divano, di pessimo umore. Non amava il Natale – figuriamoci! –, ma Ada aveva insistito per decorare comunque la casa, albero incluso, “perché è divertente e per farti assaggiare un po’ di normalità, Vincent-sama!”. Si era testardamente rifiutato di collaborare, ma lei – era sempre così… inafferrabile – non aveva per questo desistito dal suo proposito. Dalla sua posizione Vincent aveva potuto osservarla armeggiare con l’albero per tutta la mattina. Ora aveva quasi finito, palle e pupazzetti vari riempivano ogni ramo. Mancava solo il puntale; Ada stava giusto sistemando la scala che le era necessaria per raggiungere la cima.

Inerte, la guardò salire i gradini, il puntale in una mano – si chiese cosa si sarebbe messa in testa di fare dopo.

L'istante seguente balzò giù dal divano, slanciandosi verso di lei giusto in tempo perché atterrasse tra le sue braccia. L'aveva vista sporgersi verso l’albero e perdere l’equilibrio, scivolando all’indietro. Non osava immaginare quali conseguenze avrebbe comportato la caduta di quel corpo così fragile.

“Sapevo che era una pessima idea!” esternò arrabbiato – o era preoccupazione?

“Mi dispiace” mormorò Ada, sostenendo timidamente il suo sguardo. “Grazie per avermi afferrata” aggiunse immediatamente dopo, accompagnando le parole con il suo sorriso più bello.

Vincent la osservò spiazzato. Aveva appena rischiato di morire, o quantomeno ferirsi gravemente, ed eccola lì a sorridergli come se le fosse capitata la cosa più bella del mondo! Non la capiva, era sempre così assurda, così – così bella. Avvampò violentemente, scacciando quel pensiero traditore. Non le rispose, posandola sul divano. “Resta qui” ordinò, l’arrabbiatura che sfumava fin troppo rapidamente.

“Ma”, iniziò lei – Vincent ne seguì lo sguardo, puntato sulla mano destra. Aggrottò la fronte nel constatare che l’aveva ancora serrata attorno alla decorazione: neanche durante la caduta l’aveva lasciata.

Sbuffò incredulo. Davvero teneva così tanto a quella sciocca usanza?

Ada in lacrime, sul volto una determinazione che raramente ha visto ardere con tanta intensità.

“Ti mostrerò ogni genere di meraviglie che ancora non hai vissuto! Ti farò sentire grato di essere nato!”

Vincent scosse la testa, scacciando il ricordo. Quella promessa aveva segnato le vite di entrambi – ancora non era certo che non fosse stato un errore. Riportò lo sguardo sulla giovane donna: continuava a fissarlo con occhi pieni d'aspettativa.

Meccanicamente, tese la mano verso il puntale.

Lei non esitò a darglielo. Il suo fidarsi così ciecamente di lui nonostante il suo passato riusciva sempre a coglierlo di sorpresa. Ada Vessalius era una sciocca – una sciocca che credeva in lui.

Forse per questo si avvicinò all'albero scostando la scala – potenziale legna da ardere – e poggiò l’ornamento stellato al posto che gli spettava. Non si voltò subito, certo che l’aspettasse quel sorriso così candido, genuino e pieno d’amore da metterlo in crisi ogni volta.

Si girò lentamente riflettendo sulla giovane donna, sua rovina e salvezza.

“Non è bellissimo?” domandò Ada, il volto splendente di gioia, alludendo all’albero ora completo.

Vincent si lasciò cadere accanto a lei e annuì rassegnato – forse non era davvero così male.

 

“Un addobbo che vorresti?”

Vincent negò con un cenno, ingoiando il suo primo pensiero.

Una pianta di vischio.

  
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