Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: fairy nalu    15/12/2019    0 recensioni
Min Hyeonji è una ragazza come tutte le altre, l'unica cosa che la differenzia è la malattia con cui convive e combatte ogni giorno. Abbandonata dai genitori all'età di solo dodici anni, la ragazza non trova nessuna speranza per cui debba vivere ancora, ma a salvarla furono sette voci, una in particolare, quella di Min Yoongi.
Eppure quando ormai aveva trovato ció in cui credere e vivere, la notizia del loro abbandono nel mondo degli Idol la fece crollare.
Il loro incontro in un bar cambiò tutto;
Le loro decisioni, le loro strade e soprattutto le loro vite.
Due sguardi con un simile passato celato dietro, ma una cosa li distingueva;
lui era freddo e distaccato, ma fragile dentro.
Lei era dolce e allegra, ma forte dentro.
Un sentimento nascerà e collegherà i due, facendogli provare la vera forza dell'amore.
Quale sarà il motivo dell'abbandono nel mondo degli Idol?
Riusciranno i Bts a ritornare sul palco e splendere di nuovo?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Guardavo fuori dalla finestra, mentre ascoltavo una canzone dei miei idoli. I  BTS.
Mimavo con le labbra il testo di seesaw, lasciandomi trascinare dalla sua melodia. Suga cantava in un modo sensazionale, la sua voce risuonava nella mia testa e non l'abbandonava.
<< Hyeonji... >> sulla soglia della porta apparì, Jie, la mia infermiera.
Si avvicinò scuotendo la mia spalla per ottenere la mia attenzione e ci riuscì.
Tolsi le cuffie dalle orecchie e la guardai curiosa.
<< perché quell'espressione dispiaciuta? È successo qualcosa? >> chiesi, in confusione.
<< mi dispiace Hyeonjii, ma i BTS hanno lasciato il mondo degli idol >> il mondo mi crollò addosso, ero vuota, non riuscivo più connettere le sue parole. Sbattei gli occhi un paio di volte e mi riscossi.
Ma non era un sogno. Era la verità.
Gli occhi iniziarono a pizzicare, e poco dopo, sentii le lacrime rigare le mie guance.
<< lo hanno annunciato due ore fa al telegiornale >> continuò con quel tono, come per sbattermi in faccia che quello che aveva detto non era una bugia.
Ero disperata. Lo so, é una reazione esagerata, ma non per me. Con le loro canzoni mi avevano salvato, con le loro voci mi avevano dato la speranza e con le loro melodie mi avevano dato la vita. Mi avevano ridato quella luce che pensavo ormai non brillasse più, ma ora, sembrava tutto spento, con il solo buio ad accompagnarmi.
Ed è in quel momento che cedetti. Che sentii il cuore battere irregolarmente, con il respiro che si dimezzava ad ogni secondo che passava. Il petto esplodeva e di conseguenza portai una mano all'altezza dell'organo e strinsi il mio camice.
Jie si avvicinò velocemente, mentre tutto intorno a me diventava ovatto.


Pov's Jie

Sapevo di aver commesso un errore a dirglielo, ma meglio dirle subito la verità, che tenerla nascosta.
Ero sulla soglia della porta, la vidi piangere ed erano veramente rare le volte in cui lo faceva, mi sentii tremendamente in colpa e vederla ridotta così, mi si strinse il cuore.
L'avevo vista crescere con i miei occhi, e ormai era come una sorella minore per me. Da quando le avevano diagnosticato la tachicardia ventricolare polimorfa catecolergica i suoi genitori l'avevano portata in questo ospedale, e dall'età di dodici anni fino ad adesso ha continuato a vivere qui. Da sola.
Era triste, come pian piano i genitori non venivano più a trovarla, rimanendo così da sola.
Ma ritrovò la felicità quando ascoltò per la prima volta i BTS, senza mai smettere di farlo, e ogni volta che la sbirciavo di nascosto vedevo quella luce nei suoi occhi, quella che sembrava dire " Voglio vivere perché ho qualcosa in cui credere".
Sospirai. Feci un passo avanti e quando sentii la macchinetta iniziare a suonare ripetutamente, mi preoccupai. Stava andando in arresto cardiaco.
Premetti il pulsante rosso situato sopra la tastiera del letto e subito l'allarme suonò.
<< Ehi, hyeonji guardami, non perdere coscienza >> le dissi, ma sembrava fosse stata trasportata in un mondo tutto suo.
In poco tempo vidi i suoi dottori arrivare di corsa e appena videro le sue condizioni, intervennero subito.

Pov's Hyeonji
 
Mi svegliai e dovetti chiudere e riaprire gli occhi per abituarli alla luce.
<< Hye sei sveglia! >> girai il capo nella direzione in cui veniva la voce.
<< Jie, per quanto ho dormito? >> le chiesi.
<< un giorno... >> disse, sedendosi sulla sedia di fianco al mio lettino. 
Mi prese la mano e la strinse fra le sue.
<< per favore, non azzardarti a lasciarmi ok? >> annuí insicura.
Una persona vuole che viva. Una. Perché continuare a sperare?
<< so a cosa stai pensando, e so anche che non posso capirti, ma non sono l'unica che non ti vuole morta, quindi non osare lasciarti andare >> le sorrisi e la rassicurai.
<< tranquilla, rimarrò qui, per ora >> sussurrai le ultime due parole in modo che non mi sentisse.
<< sul comodino ci sono le pastiglie, prendile, poi fuori c'è qualcuno che vorrebbe vederti >> sorrise per poi uscire.
Non capii, non c'era più nessuno nella mia vita, chi poteva essere?
<< stupida, pensavi di liberarti di me? >> quella voce.
<< Park Hyung, sempre il solito eh? >> ridacchiai.
<<  Ti sentì meglio? >> annuí, mettendomi seduta.
<< hai voglia di fare un giro? >> mi chiese, sorridendo.
<< dici che posso uscire? >> era da un po' che non uscivo fuori dalla struttura e dovevo ammettere che l'idea non mi dispiaceva.
<< Se ti senti in forza si, se no rimand- >> non lo feci finire che lo interruppi.
<< va bene, usciamo >> scesi dal letto e andai verso la cassettiera dove erano situati i miei vestiti.
Andai in bagno, optai per una gonna nera e una felpa a maniche lunghe color senape, sopra essa indossai una giacca pesante e ai piedi portai delle calze nere e degli anfibi dello stesso colore. I capelli invece li ordinai in una coda alta.
<< possiamo andare >> dissi con un sorriso enorme in volto che lui ricambiò.
<< sai che il tuo ospedale non è molto lontana dalla caffetteria dove vanno i tuoi idoli? >> una nota triste attraversò i miei occhi e lo notò.
<< Aish, scusami non volevo ricordartelo, andiamo da un'altra part- >> nuovamente non lo lasciai finire.
<< va bene così, non ti preoccupare >> lo rassicurai.
Almeno avevo un percento di possibilità per potergli parlare.
Come aveva detto Hyung, il bar era molto vicino all'ospedale e infatti arrivammo velocemente.
Lui afferrò la maniglia della porta e entrò, seguito da me.
Il calore di quel posto mi arrivò dritto nelle ossa e il profumo di cioccolata e di brioche inebriò le mie narici.
<< Bello vero? >> mi distolse dai miei pensieri e lo raggiunsi ad un tavolino.
<< Molto ed è anche accogliente >> dissi, facendolo sorridere.
<< pensavo non ti piacesse, ma sono contento del contrario >> ci accomodammo sulle sedie e ordinammo.
<< Halmoni! >> una signora anziana venne verso la nostra direzione e ci sorrise.
<< oh Hyung è un piacere rivederti! >> lo salutò, poi posò il suo sguardo a me.
<< lei immagino sia l'amica di cui parli tanto vero? >> il moro annuì.
<< Mi chiamo Hyeonji, è un piacere conoscerla >> dissi cordialmente.
<< dammi del tu cara! Non c'è bisogno di essere così formali >> mi corresse facendomi ridacchiare.
<< cosa prendete? >> chiese poi, guardandoci.
<< io un caffè >> ordinò lui.
<< una cioccolata, grazie >> dissi, torturandomi le mani e guardando in giro.
<< dopo tanto che non ti vedo tu mi ignori così, guarda che mi offendo >> girai il volto nella sua direzione e risi.
<< hai una faccia buffa >> continuai, non staccandogli gli occhi di dosso.
Parlammo un po' di questi ultimi mesi in cui non ci siamo visti per niente e, se devo essere sincera, la sua compagnia mi mancava.
Mi raccontò anche di come conobbe la proprietaria di questo bar e realizzai che era la nonna di una sua amica.
<< te la farò conoscere >> non feci in tempo a rispondere che l'arrivo dei nostri ordini interruppe la conversazione.
<< Com'é? >> mi chiese, dopo avermi visto prendere qualche sorso.
<< è buonissima. In ospedale portano solo latte e cereali, la cioccolata fa schifo e dalle macchinette è ancora peggio >> lui rise di gusto e io lo seguii a catena.
<< vorrà dire che ti porterò in giro più spesso insieme a Soana >> propose.
<< la nipote della nonna? >> lui annuí finendo il suo caffè.
Sentì il campanello dell'entrata suonare, così mi voltai e li vidi.
Tutti e sette insieme che ridevano animatamente, come se non fosse successo nulla.
   
 
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