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Autore: Anna3    15/12/2019    1 recensioni
Una nuova sposa sacrificale arriva a casa Sakamaki, ricevendo la solita fredda accoglienza, però questa volta non saranno i simpatici vampiretti ad essere la preoccupazione principale della nuova arrivata, bensì la scuola. Come reagiranno i sei fratelli alla sua totale indifferenza nei loro confronti? Ma soprattutto... riusciranno a non diventare ancora più sclerati di quello che sono già?
Prima long in questo fandom, tutta dedicata a Reiji!
(accenni Reiji x Nuovo personaggio, ma niente OOC, quindi niente Reiji-pezzo-di-pane)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayato Sakamaki, Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Reiji Sakamaki, Shuu Sakamaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XI

§§§§

QUALCHE GIORNO PRIMA

Nell’aula erano rimasti solo i due fratelli Sakamaki: l’uno dalla parte delle finestre, con i capelli biondi e uno sguardo assonnato e l’altro dalla parte opposta, verso il muro, con i capelli scuri e uno sguardo attento alle formule chimiche che si ritrovava davanti. Agli opposti.
“Cosa hai intenzone di fare con lei?” chiese all’improvviso il biondo.
“Lei chi?”.
“Sai benissimo di chi io stia parlando” disse “Non è che ti stai innamorando di lei?” lo provocò.
“Non dire sciocchezze”.
“Le hai persino chiesto di aiutarti nel tuo laboratorio… non lo hai fatto con le altre spose sacrificali”.
“Evidentemente perché non erano abbastanza intelligenti” ribattè.
“Non spiega comunque il fatto che tu sia così protettivo nei suoi confronti… o mi vuoi forse dire che in realtà il fatto che la controlli mentre dorme o che stai più attento a Richter sia sempre per la sua intelligenza?” disse sarcastico il vampiro.
“Non sono affari che ti riguardano” ribattè lapidario il moro.
“Tanto comunque verrà uccisa una volta che ci sarà il risveglio” disse il biondo “Quindi perché ti impegni così tanto per lei?”.
“Non mi sto impegnando per lei, semplicemente mi serve e dato che ha accettato, mi sta aiutando. D’altronde mi fanno sempre comodo due mani in più e se dovessi chiedere a voi il minimo che potrebbe accadere è che la mia stanza prenda esploda”.
“Lo sai benisimo che anche io potrei aiutarti: ho studiato anche io chimica e, anche se non me ne intendo come te, non sono come i trigemini”.
A quel punto, Reiji si alzò di scatto:
“Ora basta, questo è uno strazio per il mio udito! Tu non sei di certo ai suoi stessi livelli e comunque preferisco morire di inedia che chiedere aiuto a te!”.
“Se ci tieni così tanto da essere geloso che io sia suo compagno di banco e al contrario tuo sappia come aiutarla senza farla svenire dalla mancanza di sangue, allora faresti meglio ad aiutarla a salvarsi da Richter, piuttosto che illuderla in questo modo”.
“Chi è ora quello che mostra tanto interessamento?”.
“Non fraintendere: a me non importa nulla se è viva, muoia, se realizzerà i suoi sogni o meno… Ma quel che mi chiedo è che cosa tu stia facendo. Non è da te aiutare un essere umano, tanto più una sposa sacrificale”.
“Ha talento”.
“E a che serve del talento da morto?”.
“Serve a me fintantochè non muore”.
Il biondo sospirò: suo fratello gli era rimasto del tutto indecifrabile, distante e rigido. E proprio come il giorno dell’incendio in cui perse la vita il suo migliore amico, gli parve di scorgere una nota di malvagità nel suo sguardo. Incapace di capire e dare un senso al suo comportamento, Shu fece la cosa più naturale del mondo: lasciò perdere.
“Fai come ti pare” disse e se ne andò.
Reiji sussurrò però qualcosa prima che lui se ne andasse: Shu non capì le parole esatte, ma gli venne da sorridere. Forse si era sbagliato su di lui.

§§§§

Dopo l’affermazione di Reiji, calò il silenzio. Noriko stessa era stupefatta, anche se da un certo punto di vista, era come se lo se lo fosse aspettato.
“Perchè?” chiese allora la ragazza.
Reiji sospirò:
“Certo che sai essere proprio ingenua su queste questioni eh? Le tue competenze in chimica saranno anche passabili, ma se hai così poca capacità di analisi, dubito che diventerai un buon medico”.
“Non ho di certo bisogno dei tuoi pareri sul mio futuro e comunque è maleducazione non rispondere alle domande che ti sono state poste”.
Reiji si sistemò gli occhiali:
“Perdonami, ma il tuo commento non mi ha lasciato concludere il discorso” ribattè “Comunque, dato che non ci sei arrivata da sola dovrò assumermi il compito di spiegarti. Dunque, tu sei una sposa sacrificale, in altre parole tuo padre è stato pagato per condurti qui e darti in pasto a noi vampiri”.
Noriko fissò Reiji incredula:
“No, non è possibile che mio padre abbia fatto una cosa del genere! Lo avete ingannato, lui mi vuole bene, lo so!”.
“La cosa non mi riguarda e sinceramente neppure mi interessa” ribattè freddamente il vampiro “quel che conta è che abbiamo pagato per te, quindi, in quanto amministratore dei beni di questa casa, non ti concedo di andartene”.
Noriko guardò Reiji talmente sconvolta da essere incapace di parlare: un forte dolore le si stava propagando inarrestabile dal petto irradiandosi in tutto il corpo.
“Non so che cosa ti abbia detto o fatto pensare, ma nel momento stesso in cui hai messo piede in questa casa, la tua data di morte è stata stabilita”.
Era come le aveva detto Raito. Non c’era alcuna via di scampo.
“Allora perché aiutarmi Reiji?” chiese la ragazza, tremante dal dolore.
Il vampiro le sorrise spietato:
“Aiutarti? E chi lo avrebbe fatto? Ho solo approfittato della tua intelligenza: è così che va il mondo esterno, sai?”.
Noriko lo guardò delusa e ferita, non sapendo se le avesse più destabilizzata il fatto che suo padre la aveva, secondo le parole del vampiro, tradita oppure se per l’egoismo di Reiji, che l’aveva usata come un oggetto e poi gettata via senza alcun riguardo come un vecchio giocattolo. Dove diavolo l’aveva vista l’immagine dell’insegnante in quel demone succhiasangue?
“Oi!” intervenì a quel punto Subaru “Vuoi dire che le lasci fare la fine delle altre spose sacrificali, facendo il gioco di Richter? Possiamo salvarla se la lasciamo scappare!”.
“Ti ripeto: in quanto amministratore, ma non proprietario, dei beni di questa casa, non posso autorizzarla a lasciare questo posto” ribattè Reiji, sistemandosi gli occhiali.
“Ma è una follia!” si arrabbiò Subaru “Che cazzo stai dicendo quattr’occhi? Vuoi forse morire?”.
“Affatto, ma sai cosa succede se disobbediamo a nostro padre”.
“Tch, sai cosa mi importa!” disse Subaru “Noriko, io e Shu siamo d’accordo sul fatto che tu vada via, quindi ti basta eliminare Reiji e sarai libera”.
Noriko fissò Subaru e poi Reiji, che se ne stava lì, con il suo solito sorrisetto sadico: avrebbe veramente dovuto ucciderlo. Ma perché doveva dire di no?
“Per favore Reiji...” cercò di supplicarlo la ragazza.
Anche se era molto determinata nel raggiungere il suo obiettivo e realizzare il suo sogno di medico, non poteva uccidere così a sangue freddo. Il suo scopo era quello di salvare vite, non di spezzarle. Certo, teoricamente Reiji non era proprio una persona, ma è stato anche un insegnante e il vampiro con cui, nel bene e nel male, si era trovata meglio.
“Credi forse che queste patetiche suppliche possano farmi cambiare idea per caso?” sorrise sarcastico.
“Facciamo così… io lo distraggo e tu lo uccidi” mi propose Subaru, parlandomi sottovoce.
“Ma non possiamo semplicemente… tu lo distrai e io scappo via?” chiese Noriko, cercando un compromesso. Il vampiro la guardò alzando un sopracciglio:
“E credi veramente che una simile stupidaggine possa funzionare? Devo ricordarti cosa ho detto poco fa?”.
“No… Ho capito” disse Noriko, ingoiando a vuoto.
“Ottimo allora facciamo così: io ora partirò all’attacco. Tu invece, al mio segnale, dovrai piantargli il coltello che ti ho dato dritto sul cuore. Dopodichè, gli taglieremo la testa e così potrai andaretene” spiegò l’albino.
“Ma… gli altri Sakamaki?” chiese Noriko “Non cercheranno vendetta per..”
“Tch, ma figurati, ognuno di noi fa quel che gli pare: anche se siamo fratellastri di sangue, non siamo una famiglia come la intendi tu… E poi Reiji è in assoluto quello che più tutti odiano”.
“Ma...”
“Vuoi morire?” tagliò corto Subaru.
“No”.
“E allora fai come ti dico” disse lapidario e senza che la ragazza riuscisse a dire altro, si scagliò su Reiji, che sembrava quasi attendere il suo attacco con piacere.
I due iniziarono a combattere velocemente, tanto che persino Noriko non riusciva a focalizzare bene le loro mosse, ma la superiorità del fratello maggiore era innegabile e in poco tempo Reiji atterrò il suo avversario. Noriko li osservò senza avere la minima idea del da farsi: da un lato, avrebbe voluto poter aiutare Subaru, facendo quanto le aveva chiesto, ma dall’altro, consapevole della situazione di svantaggio, voleva soltanto correre via da quella villa di pazzi.
In conclusione, l’unica cosa che riuscì a fare fu stare lì impalata, attendendo e al tempo stesso temendo il segnale di Subaru, come un soldato a cui viene richiesto di lanciarsi fuori dalla trincea e che sa la situazione in cui si trova, ma al tempo stesso ne è costretto.
“E ora veniamo a noi” disse allora Reiji, avvicinandosi a lei.
Noriko alzò decisa il pugnale sul suo petto:
“Non avvicinarti” lo avvertì.
Il vampiro, in tutta risposta, si mise a ridere:
“Cosa speri di fare con quel misero pugnale?” la derise “Non riusciresti a uccidere nemmeno una formica, talmente stai tremando”.
“Una formica forse no, ma un cadavere come te eccome!”.
Reiji sorrise sadico:
“Oh non mi chiami più maestro come in laboratorio? Mi hai spezzato il cuore” la prese in giro “Vogliamo vedere se riuscirai ad uccidermi? Secondo me neanche se sto fermo ci riesci!”.
“Se vuoi facilitarmi il lavoro te ne sono grata, perché di una cosa sono sicura e quella cosa è che sono completamente in grado di ucciderti” disse e si avvicinò fino a puntargli la lama sul cuore.
Gli occhi del vampiro non la abbandonavano mai, osservandola beffardi e superiori, ma la ragazza sostenne il suo sguardo.
“Secondo me invece no… e sai perché? Perchè tu mi ami” disse il vampiro continuando a fissarla con quella sua aria sorniona.
Noriko si gelò per un istante:
“Non dire cazzate!” urlò e fece per ucciderlo, ma subito una fitta di dolore la fece piegare in due dal dolore.
Reiji in tutta risposta spostò con la scarpa il coltello di Subaru e fissò l’orologio, che nel frattempo aveva iniziato a battere la mezzanotte.
“Il risveglio è puntuale come sempre a quanto vedo”.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 11:

Ciao a tutti! Chiedo scusa per il ritardo dell’aggiornamento, ma in questi giorni purtroppo non ho avuto neanche il tempo per respirare!
Che dire? Questo ormai è il penultimo capitolo, quindi siamo agli sgoccioli e alla fine la verità è saltata fuori per mano (o meglio bocca) dello stesso Reiji, che… forse un pochino si è pure affezionato, anche se a modo suo. Per quanto riguarda invece Subaru, ho veramente paura di averlo reso più buono di quello che è, oltre che più scarso nelle arti marziali, ma volevo cercare di mettere più in luce Reiji quindi… non uccidetemi per questo!
Ayato: piuttosto invece… Cosa intende dire con Shu con “non sarò come te, ma non sono neanche come i trigemini”?! Vorresti forse insinuare che siamo degli stupidi in chimica?
Nooo! Assolutamente no! È solo che… uhm… vi applicate in altre cose… tipo Kanato con il canto, Raito con il pianoforte e tu… tu non perdi tempo con la chimica, ma ti impegni per essere il migliore!
Ayato: ecco già meglio!

(e anche per oggi mi sono salvata)
Comunque, come sempre spero vi sia piaciuto il capitolo e noi ci vediamo, regolarmente, venerdì prossimo!
Anna3

   
 
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