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Autore: Ninnibell2001    15/12/2019    0 recensioni
Gli Avengers, il leggendario gruppo di poliziotti del Distretto della città di New York, dotati di capacità fuori dall’ordinario, ne danno sfoggio, in un momento di confronto didattico con le reclute dell'Accademia, ognuno per la propria specialità.
Il giorno in cui tocca a Clint Barton esibirsi, il miglior tiratore scelto del mondo si ritrova a mirare nello stesso bersaglio insieme a una ragazza speciale, che, in quell'attimo, gli ruba l'anima! E se la porta via!
Il Falco si ritroverà a guardare nel bersaglio della vita insieme a lei, coinvolgendo i suoi amici in una storia d’amore, amicizia, humor e azione, accompagnata dalle meravigliose melodie di Lady Gaga.
L’oc protagonista del racconto è Rafflesia Tyler, la moretta dagli occhi ametista, probabilmente al suo canto del cigno.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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before i cry

Per Clint era sempre stato tutto bianco o nero. Mai una mezza misura, figurarsi con la ragazza magnifica che aveva, finalmente, agganciato. Agganciato e in pieno: le si era appiccicato, come una cozza su uno scoglio, e l'aveva voluta coinvolgere, in ogni sfaccettatura della sua vita.

Almeno - e Tony se ne felicitò - lei era gentile e educata, riservata e non invadente. Particolarmente genuina e simpatica e, incredibilmente, presa dal collega. Lo aveva scoperto, durante il pranzo cui Barton l'aveva invitata con gli Avengers, il giorno seguente alla famigerata notte piovosa, nella sala relax del team, una stanza di medie dimensioni, con un tavolo da pranzo rettangolare, due divani e una tv al plasma; semplice ma una vera rarità ed un privilegio, all’interno di un Distretto di Polizia, oltre che limitrofo all’area dove lavoravano.

Rafflesia aveva accettato, per farlo contento, e si era ritrovata seduta davanti a decine di contenitori di cibo cinese da asporto, accanto a Stark e di fronte a Thor. Che, tanto per farsi i cavoli propri, l'avevano bombardata di domande, sotto lo sguardo contrariato del Falco.

'La porti e non ci posso parlare? Che diamine!' Iron Man lo prese in giro.

'Lascialo perdere, è uno scorbutico di prima categoria’ la moretta, in tuta sportiva e canotta bianca, aveva dato una gomitata a Tony, con complicità ‘Sono figlia unica, come ti dicevo, i miei genitori vivono a Boston, mio padre è commercialista, mia mamma insegna. Vivo qui da quando ho iniziato a frequentare l’Accademia’ sintetica, aveva fornito qualche informazione.

‘Come occupi il tempo libero?’ il Capitano si era interessato, con un secondo fine…fece l’occhiolino a Point Break, in attesa della risposta che sperava di sentire.

‘Vado a ballare, cinema, aperitivi e pizza con le mie amiche, insomma niente di speciale! Come voi, credo. O no?’ chiarì, la mano del Falco sulla sua sinistra, a marcare il territorio, mentre, con la destra, lei inforcava un pezzo di involtino primavera, inzuppandolo nella salsa agrodolce.

‘Perché non ci inviti, la prossima volta che organizzate? Io e Steve verremmo volentieri’ il biondo la buttò lì, con indifferenza.

Banner e Stark erano accoppiati, Nat non aveva mezza amica, col brutto carattere che si ritrovava, le conoscenti di Pepper, la compagna storica di Iron Man, erano antipatiche ed altezzose, come nemmeno nel paesino norvegese da cui proveniva ne aveva incontrate. La donna di Clint, l’unica donna con cui lo avessero mai visto, sembrava…normale, pure molto carina e cortese! Forse lui e Rogers avrebbero potuto fare qualche nuova amicizia femminile.

Barton aveva strabuzzato gli occhi ‘No, ragazzi, non se parla! Nei prossimi giorni io e Rafflesia staremo per conto nostro’. La condivisione non era contemplata, nella sua mente, e aveva dato, erroneamente, per scontato il suo prossimo futuro.

Infatti, la Tyler lo fulminò, smentendolo ‘Mica penserai di mettermi il laccio al collo e tenermi dentro casa? Che ti sei messo in testa?’ per poi voltarsi verso i due colleghi, quasi minacciosa ‘Venerdì sera si va a ballare…tenetevi pronti! Le mie amiche mi faranno un monumento!’.

E glielo avevano fatto. Ne aveva reclutate due, tra una lamentela e l'altra del suo ragazzo, che non voleva spartirla con nessuno ‘Ho invitato Jane e Peggy, le mie compagne del liceo di Boston, che vivono e lavorano in città. Adattissime, secondo me' intanto che si preparava per la serata, a casa propria, raccontava i suoi piani al Falco, che la rimirava.

Clint - che aveva messo le tende nell'appartamento in pianta stabile - era scettico 'Steve e Thor sono due veri salami, imbalsamati! Tu, invece, sei bellissima' la bruna si spazzolava i capelli, allo specchio, indosso un seducente abito rosa antico in organza, con la scollatura incrociata e la gonna corta a campana e lui non aveva smesso un secondo di baciarla sul collo 'non voglio andarci, li vedo tutto il giorno, nel tempo libero è troppo!'.

'Sarà divertente, su!' lo zittì, con un bacio schioccato sulle labbra, sollecitandolo ad uscire e smise di tormentarla, almeno per un po’.

Nello stesso momento, il Capitano era nell'enorme casa di Tony - un intero palazzo lussuoso e tecnologico, dove Thor occupava una stanza a tempo indeterminato, poiché il moro, poliziotto per hobby, ricchissimo e generoso, lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, appena aggregato alla squadra, diversi anni prima - per prepararsi insieme.

Stark li aveva consigliati sull'abbigliamento; Rogers pareva un damerino, con un vestito grigio scuro di Gucci ed una camicia bordeaux. Point Break, nonostante le velleità del suo rango, si era orientato su un paio di jeans, t-shirt firmata e giubbotto di pelle.

Tony si complimentò 'Coi vostri fisici e i miei suggerimenti, farete un figurone...soprattutto quando vi vedranno arrivare sulla mia Lamborghini' lanciò il mazzo di chiavi a Steve, che lo afferrò al volo 'non ti dico di andare piano...sei sempre una lumaca! Insomma, belli, buona serata' li aveva spediti al locale, fra una presa in giro e l'altra.

Erano arrivati, nell'attimo in cui Barton parcheggiava il fuoristrada, e, con galanteria, apriva lo sportello alla moretta ed alle due amiche, sedute dietro, che era passato a prendere.

Il collega aveva presentato Jane Foster, medico al Policlinico pubblico di New York, minuta ed aggraziata, coi capelli castani lisci e gli occhi marroni, i lineamenti delicati, che aveva attirato l'attenzione di Thor, e Margaret Carter detta Peggy, mora e prosperosa, la classica bellezza degli anni Quaranta, che aveva incuriosito il Capitano, anche per il lavoro moralmente nobile che svolgeva...assistente sociale!

'Dai, entriamo' Rafflesia aveva scelto una discoteca in cui si recava spesso - un locale dell’East Side Manhattan, ben frequentato e trendy - ed aveva fatto strada, conducendoli al tavolino prenotato, posto fra due divanetti beige, dove avevano conversato, ordinando diversi giri di drink.

'Ci ho azzeccato, le mie amiche sono perfette, si accoppieranno alla grande' lei aveva sussurrato al Falco, che le teneva il braccio sulle spalle 'e gli Avengers si sono dati una bella ripulita. Steve, poi, pare un'altra persona, molto affascinante!' aveva aggiunto, non capendo che la sua battuta innocente avrebbe segnato, in maniera infausta, l’andamento della serata.

'Non ti azzardare nemmeno a pensarlo' le aveva gridato il tiratore, follemente geloso, nei suoi semplici jeans blu e camicia a quadretti azzurri, con un lieve senso di inferiorità nei confronti del caposquadra.

'Era un commento senza malizia' si era scocciata 'cambiamo aria, vieni a ballare con me, la musica è favolosa, conosco il dj' aveva provato a trascinarlo sulla pista, senza successo.

'Non mi va...chiaramente conosci ogni uomo del locale!' le aveva risposto male e la moretta aveva fatto spallucce, dirigendosi proprio verso la consolle, seguita da Rogers e Peggy. Si erano scatenati, finanche a salire su un cubo insieme, l'espressione corrucciata di Barton che li rimirava.

Il Capitano, complice gli shortini cui non era abituato e la simpatia delle accompagnatrici, si era sciolto, in maniera inusuale, e si dimenava fra loro due...un po’ troppo, per i gusti del collega...quando vide la mano di Rogers, innocentemente scesa sulla schiena della sua dolce metà, successe il finimondo.

Come un demonio, Clint si era precipitato verso Steve, lo aveva tirato giù dal cubo e colpito con un gancio sinistro sul naso; talmente era stata la sorpresa che Cap non si era difeso, sulle prime.

Quando aveva capito che l’altro facesse sul serio, aveva tentato di fermarlo, verbalmente ‘Sei ammattito? Che succede?’. La domanda era rimasta appesa nell’aria, giacché il tiratore scelto si era rifatto sotto...accanto a Rafflesia che scuoteva la testa, incazzata.

Thor, preso dai discorsi con Jane, non si era accorto di nulla e solo avvisato da quest’ultima, si era mosso per separarli, non prima che Steve mollasse un cazzotto sopra l’occhio del collega, per evitare di essere massacrato.

Il biondo, tenendolo fermo per le braccia, aveva bloccato Barton, che tremava e non diceva mezza parola, fissando Rogers, in cagnesco.

‘Meglio incamminarci, ci stanno guardando tutti’ Peggy aveva recuperato i soprabiti e aveva consigliato di togliere le tende alla svelta, poiché gli schiamazzi avevano richiamato l’attenzione del buttafuori e degli altri avventori del locale.

‘Rafflesia, andiamo a casa tua, è la più vicina e darò un’occhiata alle loro ferite’ la Foster si era offerta e lei aveva acconsentito; il naso del Capitano non smetteva di sanguinare e l’occhio di Clint era tumefatto.

‘Certo! Non posso accompagnarvi al Pronto Soccorso, sai che figuraccia... due agenti del vostro calibro che si picchiano in una discoteca! Molto professionale!’ aveva strappato le chiavi del fuoristrada al cecchino, che non era in grado di guidare.

‘Noi saliamo in auto con Thor e Steve’ le sue amiche, terrorizzate, si erano infilate nella Lamborghini di Stark.

‘Non voglio che lui venga’ Barton, minaccioso, sul ciglio della strada, indicò Rogers ancora rammaricato e confuso, sull’accaduto, mettendosi sulle punte dei piedi.

‘Fa silenzio e vai in macchina’ la Tyler glielo aveva ordinato; un attimo dopo, si era scusata con Steve e lo aveva pregato di seguirla fino al suo palazzo.

‘Che ti è preso, si può sapere? Hai rovinato la serata a tutti!’ aveva chiesto al suo ragazzo, appena soli. Al mutismo di lui, che fissava fuori del finestrino, chiuso come un riccio, aveva insistito, senza ottenere alcuna risposta…come se non lo avesse intuito!

Si era adeguata, rimanendo in silenzio, fin quando non erano arrivati al suo appartamento. Saliti con l’ascensore a gruppi, per primi lei e Clint, poi gli altri, li aveva fatti accomodare e aveva dato il kit sanitario alla dottoressa Foster, che, immediatamente, si era interessata di medicare i due Avengers, seduti sui divani, e poi, insieme a Peggy, l’aveva trascinata in cucina, per parlarle in via confidenziale.

‘Lo devi lasciare, all’istante, è un tipo violento e manesco, uno psicopatico! Hai visto che cosa ha fatto a Steve, così, gratuitamente e senza motivo?!’ la Carter l’aveva consigliata di troncare la relazione.

Jane aveva messo il carico ‘E’ instabile, non fa per te, dovrebbe andare in terapia per la rabbia. Rafflesia, sei tanto bella, puoi avere chi vuoi! Chiudi questa storia, prima possibile! Mollalo, non perdere altro tempo!’.

Thor, che aveva udito ogni singola parola, dal soggiorno, unitamente ai due colleghi, sospirò. Il Falco era l’esatto contrario di come era apparso.

‘Me ne occupo io…’ il Capitano, col naso rosso, si era alzato dal divano, per spiegare.

‘Non fa nulla, grazie lo stesso…ho perso la testa…pensavo ci stessi provando con Rafflesia ed ho dato di matto’ aveva farfugliato Barton, velocemente, un concetto appresso l’altro ‘ed adesso non vorrà più vedermi…’ si mise il volto fra le mani.

In quell’attimo, la voce della mora, furiosa, tuonò ‘Siete pregate di impicciarvi degli affari vostri; non vi ho mai detto chi frequentare o chi non frequentare. E’ la mia vita e decido io…Clint è una persona eccezionale! Come vi permettete di giudicarlo, senza nemmeno conoscerlo?’. Le aveva zittite!

Al diretto interessato venne un colpo, per la maniera in cui lo aveva difeso e… quasi le lacrime agli occhi.

‘Dio li fa e poi li accoppia!’ Steve ridacchiò, rasserenato: la Tyler non era stupida affatto ‘hai un sinistro pazzesco, ho visto le stelle, sei bastardo dentro’ si lamentò, toccandosi il naso.

‘Eri distratto dal sedere della mia donna…porca miseria, ho il sopracciglio così gonfio che domani non riuscirò nemmeno a sparare!’ controbatté Barton, tornato di umore decente.

‘Ragazzi, vi va il bicchierino della staffa, se non vi uccidete prima? Occhio nero di Falco, hai chiesto perdono al Capitano?’ Rafflesia lo prese in giro e lui obbedì ‘Chiedo perdono, Cap!’.

Rogers, bevendo in un unico sorso la vodka che la padrona di casa aveva poggiato sul tavolinetto accanto, replicò, con un linguaggio inconsuetamente colorito ‘Non importa, Falco maledetto’. Non gli era interessato sul serio, poiché si era ritrovato travolto da Peggy, che gli si era piazzata accanto, per sincerarsi, premurosa, delle sue condizioni...quasi in braccio, per la verità.

Thor aveva scortato Jane a prendere un po’ d’aria sulla terrazza, e con l’occasione, avevano continuato la fitta conversazione interrotta in discoteca, sulla scia dell’evidente attrazione vicendevole.

Trascorsa un’oretta, gli ospiti si erano dileguati; i due Avenger, entusiasta della serata, avrebbero anche riaccompagnato a casa le ragazze. Il peggio pareva passato.

Non appena chiusa la porta, Rafflesia, seduta sul divano di fianco a Clint aveva domandato, dolcemente 'Lo dici ora, che è successo?’.

‘Mi sono ingelosito di Steve. Quando siamo andati insieme in missione, ho capito che non gli eri indifferente. Stasera gli hai fatto i complimenti, per l’abbigliamento, e ti ballava vicino come una piovra!’ ammise.

‘Nooo! Gli piace Peggy! Guarda l’occhio, piuttosto!’ lo carezzò sulla guancia, tenera.

‘Quanto sei bella! Mi hai difeso, con le tue amiche! Perché?’ la prese per la vita, un sorrisetto scemo sul viso.

La bruna poggiò le labbra sulle sue ‘Sei la persona più carina e gentile che abbia mai incontrato! Sentire parlare di te, come hanno fatto loro, proprio no! Mi prometti che non accadrà più?’ lo pregò. Era l’uomo più buono e perbene che conoscesse, aveva il cuore di un pelouche e lei, di maschi bastardi ed egoisti, ne aveva già schivati a bizzeffe.

Il Falco non se la sentì di giurarlo ed alzò lo sguardo, sincero e spaurito 'Non posso...'.

Nemmeno ribatté, colpita dalla sua onestà, e, senza alcuna esitazione, si posizionò a cavalcioni sulle sue ginocchia, lo fissò languida e si tolse l'abito in organza dalla testa, con un unico gesto, facendolo volare a terra. Non indossava il reggiseno e Clint si ritrovò due stupendi boccioli rosei, all'altezza della bocca.

Li stuzzicò con le mani, e li lambì, con un lungo movimento circolare, prendendo a succhiarli, folle di desiderio. Le lisciò la pelle vellutata della schiena fino ai glutei sodi, a forma di cuore, attraverso il minuscolo perizoma di pizzo abbinato, anch'esso rosa, tirandolo giù fino alle ginocchia, transitando, con le dita, leggero, sulla sua intimità, rugiadosa e pronta per lui.

Rafflesia le spinse nel proprio dolce e più nascosto avvallamento, danzandoci sopra, alla stregua di una sensuale ballerina, intanto che il Falco si abbassava i pantaloni, per affrancare lo scettro virile dalla ristrettezza del tessuto dei boxer, da cui si sentiva soffocare.

'Il letto è troppo lontano, non posso aspettare' la liberò, definitivamente, delle mutandine, facendole volteggiare sul proprio indice per farle planare sull’altro divano. Strusciandosi sul suo fiore costellato di brina, colmandola, la tenne per i fianchi snelli, roteandola leggermente su di sé.

Lacerato dal desiderio, espresse un sommesso mugugno. 'Grazie ancora, per aver preso le mie parti' spostato il manto dei suoi adorati capelli corvini, le sussurrò, gratificato, adulando, con la bocca, il lobo dell'orecchio e la cute liscia e perfetta del collo, impregnata dell’aroma degli abissi sconfinati di passione in cui si era immerso.

'Prego...' si mosse più veloce, sopra di lui 'Clint...mi farai impazzire...lo sapevo che non dovevo mettermi con te' confessò, con voce roca, tenendosi, con le mani, alle sue spalle muscolose, sotto la camicia a quadretti slacciata, intanto che l’avido compagno le mangiava, voracemente, le mammelline, di cui non era mai sazio.

La Tyler percepì i suoi polpastrelli che scendevano a baloccare il bottoncino polposo e sensibile, che vibrava fra le sue cosce. Lo pizzicavano, ci giravano intorno, lo sollecitavano. Travolta da un oceano di piacere all’abile sollecitazione, vocalizzò una cantilena di respiri che si fecero, via via, più frequenti e acuti, segno tangibile del culmine della beatitudine a cui si stava avvicinando.

'Dipende da che intendi per farti impazzire' le rispose per le rime, malizioso, aumentando l’intensità delle sue carezze. Fu subito investito dalle sue contrazioni interne, che si irradiarono come spirali amorose, fra i loro due corpi asserragliati.

Gli bastò un attimo di quella visione, del fisico della femmina che si contorceva per l'impulso con cui l’aveva incendiata, attraversata da un'autostrada di brividi dalla testa ai piedi, e che emetteva gemiti gutturali e pesanti sospiri, nel silenzio della stanza, e, soprattutto, gli occhi brillanti e lucidi di smania fissi sul suo viso, a farlo giungere, insieme a lei, alla massima soddisfazione possibile.

'Quindi, alla fine, non hai promesso…sei incorreggibile' lo rimproverò col poco fiato rimastole, intanto che erano abbracciati, fianco a fianco, dopo l’amore, dandogli un bacino sulla punta del naso a patata.

'Sono geloso perché ti...' non riuscì a finire, era in imbarazzo e le tre mitiche parole...beh, non le aveva mai pronunciate per nessuna e nemmeno provate. Si conoscevano da poco e non voleva spaventarla, data l’irruenza dei propri modi, dal corteggiamento in poi 'insomma, quando ti piace una persona è normale essere possessivi...in caso contrario, vuol dire che non ti importa granché!' si giustificò.

'Può essere, non ti do torto a priori. Oppure vuol dire che non ti fidi di chi frequenti. Più che altro, bisogna essere equilibrati e non vedere ciò che non esiste...tipo l’allucinazione di Steve che ci provava con me' controbatte'.

'Temo di essere geloso di te, in senso generale...' ammise, una mezza confessione.

'Io no, Falco' rise, schernendolo e baciandolo, sulla spalla sinistra 'Chi vuoi che ti si pigli?'.

'L'importante è che mi prenda tu, delle altre non mi interessa' confermò ciò che Rafflesia già sapeva.

Ma mai si sarebbe aspettata di comprendere tanto poco l'universo femminile, in particolare modo quel genere di donne che si incaponivano nella conquista, fine a se stessa, del maschio di un'altra.

Da quando aveva iniziato la relazione con l'Avenger, molte colleghe se ne erano incuriosite. Cosa che aveva notato persino il diretto interessato, scherzandoci su. Prima non lo avevano mai filato...

Insomma, se una attraente e brillante come la Tyler ci stava insieme, era per un valido motivo, che, probabilmente, in precedenza, era sfuggito.

'Sono come le api col miele' Bruce aveva notato la stranezza, tirando fuori un paio di teorie sull'accoppiamento nel mondo animale.

Le voci sulle innumerevoli ed insistenti fans del Falco erano arrivate finanche alla sua ragazza.

Le compagne di corso, a cui era più legata, diventate anch'esse agenti, l'avevano debitamente informata, sollecitandola a far valere il proprio diritto di prelazione.

Rafflesia, sulle prime, aveva pensato ad uno scherzo, ma quando, terminato il turno, si era recata al poligono di tiro dove aveva appuntamento con Clint, ne aveva trovate sei, che, limitrofe al vetro, lo osservavano in allenamento.

Aveva dovuto ammettere che Barton non avesse avuto occhi che per lei. Concentratissimo, solo quando l'aveva notata, si era aperto in un sorriso solare, rimirandola, meravigliosa, nell'uniforme scura, con cui andava di pattuglia. Le altre erano trasparenti, al suo fianco; non le aveva degnate del benché minimo sguardo.

La Tyler era consapevole di non aver nulla da temere; tuttavia, all'ennesimo commento sul tiratore scelto, uscito dalla bocca delle arpie, cha avevano, di proposito, accentuato le provocazioni in sua presenza - un complimento pepato alle sue natiche sode - aveva sentito salire una rabbia, dentro di sé, che l'aveva travolta, come un uragano, un fiume in piena che usciva dall’argine.

Di scatto, aveva afferrato l'estintore rosso, posto sulla parete, ed aveva imbracciato il tubo, aprendo l'erogatore della schiuma, ricoprendone le malcapitate dalla testa ai piedi, sotto lo sguardo incredulo del Falco.

Alla sua iniziale reazione simpatica, era seguito un barlume di raziocinio ed era corso a bloccarla, strappandole l'aggeggio dalle mani.

Lei tremava, furente, e non diceva una parola ’Dallo a me, ti rovini la carriera...mollalo' l'aveva pregata, sperando che non fosse già accaduto e, alla fine, la sua ragazza aveva ceduto.

Le sei donne, sporche di bava bianca, le gridavano contro, minacciando denunce e ritorsioni. 

Davanti a loro e a Nat - che si esercitava a sparare con il collega e che lo aveva raccontato ai Vendicatori - Barton, senza nemmeno curarsi di rispondere o interessarsi alle chiacchiere, aveva riposto l’estintore, per poi stringere la Tyler e darle un bacio appassionato, allontanandosi con lei dal marasma delle iene urlanti.

La Romanoff sosteneva che, se non vi fossero stati spettatori, avrebbero fatto l'amore sul pavimento, visto l'impeto dell’effusione cui aveva assistito.

'Com’è andata con Fury?' Tony era curioso della reazione del Capo, che aveva chiamato la neo agente per una doverosa lavata di testa, come previsto dal Regolamento disciplinare interno.

'Benino. Sembrava quasi divertito' Clint aveva accompagnato la sua ragazza dal nero e spiegava 'Rafflesia è tutta d'un pezzo sul lavoro e, comunque, rimane la sua cocca; le toglierà dallo stipendio la cifra spesa per ripulire il disastro. La cosa più assurda è che, terminata la ramanzina, gli ha detto in faccia che lo rifarebbe e che non era affatto pentita!'.

'Sei preoccupato? ' Steve lo sollecitò.

'Insomma...aveva uno sguardo assassino, Capitano. E avrebbe potuto perdere il posto, a causa mia, oppure finire a pulire le armi!'.

'Per colpa sua...ha reagito così poiché è innamorata di te!' Bruce, saggiamente, lo aggiunse, con calma, per non farlo agitare.

Il cecchino si era messo in pizzo alla seggiola, come avesse vinto alla lotteria, all’enunciazione di Banner.

‘Poveretta!’ Stark rideva, come un pazzo.

'Sorvoliamo, sulle stronzate di Tony’ Thor detestava intromettersi 'tuttavia, sarebbe meglio se le spiegassi ciò che senti per lei, casomai non lo avesse già capito…insomma, dichiarati' lo consigliò.

‘Ottima idea, può darsi che vi rassereniate entrambi!’ aggiunse Bruce, noto lettore di romanzi rosa ‘sono parole che fanno miracoli e che le donne adorano ascoltare; sanno di appartenere sentimentalmente, da quel momento, ad un altro essere umano e viceversa, di avere una sorta di esclusiva, insomma. Meglio se riesci ad accompagnare il tuo annuncio amoroso con un regalo speciale, che colpisca al cuore…sei un mago dei bersagli, non dovrebbe essere troppo complesso’.

Fatto tesoro delle confidenze coi colleghi, il Falco si era preparato…quasi.

‘Potevamo rimanere a casa; visto quanto successo oggi pomeriggio, ero inversata!’ la moretta si era subito lamentata, arrivata al ristorante scelto da Barton, per un estemporaneo invito a cena ‘un posto simile non è da te, è troppo chic’.

In un vestito di chiffon rosa salmone, senza maniche e corto al ginocchio, con un’applicazione di perline all’altezza del collo ed una cinta della stessa stoffa, ornata da un fiocco sulla vita, aveva fatto il suo ingresso, mano nella mano con il Falco al ‘River Café’, a Brooklyn, con vista su Manhattan e sul ponte omonimo, che affacciava direttamente sull’East River; era un locale sofisticato, che richiedeva una certa attenzione nell’abbigliamento indossato.

‘Stai bene, insolitamente elegante’ lo prese in giro, non appena il cameriere lo fece accomodare al tavolo. Lo rimirava, nel suo completo blu scuro e camicia bianca con le cifre ‘meriti un bacino…Clint, che hai?’ aveva tentato un contatto affettuoso, lui era piuttosto pallido, sudato, come nel loro approccio alla mensa della Centrale.

‘Per favore, ci porta una bottiglia d’acqua?’ aveva chiesto all’addetta alle bevande per sollecitarlo di nuovo ‘Ti senti male? Hai le mani fredde e umide…’.

‘No, ecco, io…’ non spiccicava una parola. Una. Si stava innervosendo sempre di più, addobbato come un becchino.

Lei gli versò un bicchiere di Perrier e lo carezzò sulla schiena ‘Bevi, per piacere, che poi ce ne andiamo di volata, prenotazione o meno’. Si stava preoccupando, sul serio, per la sua salute.

Il tiratore si sforzò. Tanto era inflessibile e duro nella professione, tanto era impacciato nei sentimenti e nella vita privata. Provò a concentrarsi, come quando sparava ‘Ho scelto questo locale perché, dalle vetrate, il panorama è incantevole; tu sei incantevole…è per te…’ prese dalla tasca un pacchetto molto piccolo e glielo poggiò davanti, sul sottopiatto d’argento.

La Tyler, incuriosita, lo scartò; al suo interno, una scatolina di legno scuro, con inciso un cuore sul coperchio. La aprì…un carillon diffuse la melodia di ‘Per Elisa’ di Beethoven. Lo fissò, particolarmente emozionata. Era un pensiero delizioso e assai romantico, e ne fu molto colpita.

‘Ti amo’ sussurrò Clint, gli occhi fissi nei suoi ametista. Sentì un brivido e non era di freddo o paura, era Rafflesia…il suo brivido.

La ragazza si alzò in piedi, di scatto, e gli si posizionò sulle ginocchia per dargli un lungo ed appassionato bacio, con i commensali attigui che li guardavano, divertiti. ‘Anche io ti amo, Falco’ contraccambiò, rimettendosi a sedere al proprio posto, con gli occhi lucidi di sincera commozione.

Mano nella mano, ordinarono la cena, senza smettere di baciarsi nemmeno per un attimo. Poiché le loro bocche si cercavano in maniera sempre più frenetica, il cameriere fu costretto a redarguirli, esortandoli a contenersi, per non disturbare gli altri ospiti, che, in effetti, li osservavano ancora, con estrema curiosità.

La moretta non si scompose, avevano consumato solo l’antipasto di pesce e la situazione stava diventando incandescente ‘Per favore, ci faccia preparare i piatti che abbiamo scelto, li porteremo a casa e toglieremo il disturbo’ l’aveva pregato, con un sorrisetto a Barton, che aveva apprezzato la sua iniziativa, pregustando ciò che sarebbe seguito.

In capo a pochi minuti, con una busta di carta piena di contenitori dall’alluminio, erano sull’auto di Clint, in direzione East Village, con Rafflesia che ascoltava, incantata, la musica del carillon, a ripetizione.

L’uomo l’aveva presa per la vita, avvicinandola a sé, intanto che guidava, ed era ricominciato il valzer dei baci ‘A momenti ci buttavano fuori dal ristorante’ commentò.

‘I soliti bigotti esagerati…’ rise lei ‘nemmeno ti avessi accarezzato sotto il tavolo’ lo sfiorò, con la mano destra, sulla coscia, sopra il tessuto dei pantaloni, sentendolo emettere un gemito.

‘Sei una provocatrice…ti amo e non posso attendere fino al tuo appartamento’ il Falco, in men che non si dica, svoltò in una stradina isolata, si tolse la giacca, scese, aprì lo sportello dalla parte del passeggero e la fece accomodare sul sedile posteriore, con estrema galanteria.

Stesa sotto di lui, la spogliò dell’abito color salmone e degli slip, che depositò a terra; era rimasta con i sandali col tacco…uno spettacolo erotico, quasi doloroso; guardarla gli dava le vertigini…si buttò, famelico, sulle sue carni morbide e madide, alternando morsetti ai capezzolini e lusinghe al suo meraviglioso posteriore.

In pieno delirio, limonando furiosamente, la Tyler gli tirò giù pantaloni e boxer fino alle ginocchia, dato che erano arrivati ad un punto di non ritorno ‘Amore mio’ bisbigliò, con il timbro delle parole arrochito dal desiderio, inarcandosi, sensuale aizzatrice dei sensi del partner.

In quel momento, una luce, dall’esterno del veicolo, la colpì sul viso, prima di soffermarsi sulla parte più in evidenza del corpo del Falco…le natiche!

Mentre tentava di coprire la compagna da sguardi indiscreti, Barton udì una voce maschile che intimava ‘Polizia, rivestitevi e scendete dall’auto! E favorite i documenti, alla svelta!!’.

‘Porca miseria…’ non ci poteva credere, erano stati dei veri idioti! ‘Amore, penso a tutto io, dammi il tuo distintivo’ Clint si sistemò i calzoni e, porgendo la mano a Rafflesia, completamente rivestita, si affiancò alla coppia di agenti che erano limitrofi alla sua vettura, due uomini; uno anziano, di colore, sulla cinquantina e l’altro, parecchio più giovane, dai tratti ispanici, che spizzava la ragazza come un ebete.

‘Ehm, buonasera…siamo colleghi, chiaramente non in servizio’ fece una battuta, teso, passando i documenti.

Il nero ridacchiò, lo aveva riconosciuto ‘Sei Occhio di Falco, l’Avenger, il tiratore scelto; hai tenuto un corso d’aggiornamento al nostro Distretto…sei un asso, amico. Anche la signorina è una poliziotta?’.

‘Veramente sì. L’agente Rafflesia Tyler, la mia fidanzata’ rispose.

‘Le fortune tutte agli altri; le nostre colleghe sono delle racchie’ il giovane commentò, con invidia.

‘Conoscete le regole: dovremmo portarvi al Distretto’ il collega chiamò a sé Barton, con un cenno, muovendosi verso l’auto di pattuglia, per parlargli in confidenza ‘ed almeno scrivere il verbale. Per questa volta, lascio correre, date le circostanze. Falco, quella’ indicò la Tyler, ferma accanto alla jeep, in attesa, che si fissava la punta dei sandali ed avrebbe desiderato sotterrarsi ‘è una sventola e devi baciare dove cammina…non ti rovino l’idillio. Vi sconsiglio il sesso sfrenato in macchina, rimane sempre un reato…atti osceni in luogo pubblico…tieni, buona serata!’ gli dette i tesserini e rientrò in macchina col collega, sghignazzando, per riprendere il giro senza indugi.

Il cecchino tornò verso Rafflesia che, ancora turbata, gli buttò le braccia al collo ‘Stai tranquilla, non ci faranno nemmeno rapporto! Ti sei spaventata? ’.

‘Un pochino sì, per una stupidaggine rischiavamo grosso…ingenui e presi come due adolescenti! Che brutta figura… finiremo sulla bocca di tutti?’ domandò, preoccupata.

‘No, amore mio’ convinto, le aprì lo sportello e sedette al suo fianco ‘e stanotte l’unica bocca che mi interessa è quella che sto per baciare’ chiuse così la questione, dedicandosi alla ragazza alla quale aveva donato il suo cuore.

Tuttavia, lo sport preferito della Polizia di New York, come quello di tanti altri uffici, era il pettegolezzo. I due agenti che li avevano fermati avevano accennato alla coppia, davanti a una pinta di birra consumata con altri colleghi, estremamente divertiti dal frangente in cui li avevano beccati, sottolineando l'identità di lui e la bellezza di lei e la notizia si era diffusa a macchia d'olio.

Già dal giorno seguente, ogni volta che la moretta e Clint passavano nei corridoi della Centrale, assieme o separati, sentivano risatine e battute.

Il Tenente Coulson non aveva richiamato all'ordine Rafflesia, per il grande imbarazzo che gli provocava un simile rimbrotto; il timido braccio destro di Fury non avrebbe saputo da che parte cominciare, con la ragazza.

Con il tiratore scelto, era stato più semplice 'Fatela finita! Da quando vi siete messi assieme, è una sceneggiata continua, pare di essere al cinema. Contenetevi, in pubblico; siete due poliziotti, non bambini dell’asilo…Barton…Culetto d'oro! Ti chiamano così, invece che Occhio di Falco, in ognuno dei Nove Distretti!' lo aveva rimproverato, aspramente, in presenza dei Vendicatori.

'È stato un momento di debolezza!' aveva confidato loro, non appena il superiore era uscito 'ed è tutta colpa tua...' si era rivolto a Thor 'le ho detto che la amo, da cosa nasce cosa e mi sono ritrovato con lei, sul sedile posteriore del fuoristrada. Eravamo talmente presi che non ci siamo accorti neanche dell’arrivo della pattuglia che faceva il giro di ronda. E poi dicono che le strade della nostra città sono scarsamente controllate…diamine, non è vero!'.

Il biondo, grattandosi il mento, commentò 'Le donne parlano; so da Jane che eravate a soli cinque isolati da casa...potevi aspettare!'.

'Mai solidali!' sbuffò 'E' irresistibile, per me. Non me ne fregava niente neppure di perdere il posto o avere la fedina penale sporca; a ragionarci, abbiamo fatto molti sacrifici entrambi, per il lavoro, e lei è eccezionale...sarebbe stato un peccato! Comunque, dimmi un po’ dell'amica della mia ragazza?!'.

Point Break arrossì 'Veramente, ci siamo messi insieme'. Frequentava Jane assiduamente, da quando si erano incontrati, non si erano più lasciati.

'Sei un ingrato...ecco cosa sei!' lo prese in giro 'Allora resiste solo Steve alla singletudine! Un caso patologico da studiare sui libri di scuola'.

Il Capitano non si sbottonò, misterioso, e cambiò argomento 'Vi ricordate che venerdì sera ho organizzato la cena per il mio compleanno? Saremo pochi ma buoni! '.

'Certo, non mancheremo’ Natasha rispose a nome di tutti; erano settimane che li stava angosciando, pesante come al solito.

'Rogers è metodico ed abitudinario, ogni anno veniamo qui' Clint spiegò alla bruna, parcheggiando di fronte al locale prediletto del collega; semplice, a gestione familiare, zeppo come un uovo, con decine di camerieri che portavano piatti con bistecche giganti, stracolmi di patate fritte e salse varie.

'Fa molto Steve, in effetti, ci manca che ci obblighi a cantare l'inno nazionale' commentò Rafflesia, entrando, mano nella mano con lui, fasciata in un vestitino nero, scollatissimo, con il corpetto ricamato.

'Vero...ah...ecco, perché era più strano del solito' il Falco, jeans e t-shirt marrone scuro, sbottò a ridere, vedendo il collega avvinghiato, lingua a lingua, con Peggy 'avevi ragione, le tue amiche sono andate via come il pane!'.

'Felice compleanno' la moretta si avvicinò a Cap per gli auguri e squadrò Barton 'Dove hai messo il nostro regalo? Dovevi prenderlo tu'.

Quello sbiancò, glielo aveva ripetuto almeno dieci volte ed era riuscito a scordarlo ugualmente 'Cavolo! Corro a casa...!'.

'Ci metterai una vita, col traffico!' si lamentò lei.

'Non importa, me lo darete un'altra volta!' Rogers minimizzò.

'No, Occhio di Falco ha sempre la testa per aria, tranne se si tratta di lavoro e pistole, e ci terrei lo avessi stasera...' minacciosa, la Tyler lo sibilò a Clint, chiaramente in difetto.

'Almeno prendi un aperitivo prima di muoverti, su!' Tony passò al collega un bicchiere di spritz; gli fece pena, si sarebbe dovuto buttare di nuovo nel viavai serale newyorkese.

'Ciao, Barton! Non mi presenti?' un giovane dai capelli castani scuri, lunghi all'orecchio, gli occhi azzurro ghiaccio, fisicatissimo, e molto attraente in un abito di pregio si affiancò, porgendogli la destra.

'Ah, Bucky...sì' sospirò; James Buchanan Barnes, detto Bucky, il migliore amico di Rogers, era un playboy di grande fascino e lo prendeva sempre in giro per la sua goffaggine 'lei è Rafflesia, la mia ragazza'.

'È un vero piacere' galantemente, le strinse la mano, baciandola sul dorso 'Sono James...'; la mangiò, con lo sguardo, e le sorrise, passandole un calice 'mi sembri più tipo da vino bianco'.

'In effetti, è vero' lei spostò una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio, intrattenendosi a chiacchierare proprio con Bucky.

'Mi tocca fare una volata, per quel maledetto pacchetto! Per favore, controllate voi Rafflesia? Nelle grinfie di Barnes, no!' pregò Thor e Steve, con sguardo inquieto.

'Che esagerato! E' un tipo tranquillo, non ci proverebbe mai con la donna di un altro' il Capitano lo difese, erano come gemelli siamesi separati alla nascita.

Le ultime parole famose...precipitatosi a casa, Barton rimase imbottigliato nel traffico e ci impiegò più di un'ora, tra una sigaretta e l'altra e, soprattutto, tra un pensiero omicida e l'altro. Ed aveva visto giusto...al suo ritorno, al tavolo riservato da Rogers per la cena, a cui erano già seduti gli invitati, scalpitanti ed affamati, in sua attesa, Bucky teneva banco, allietando di cazzate Peggy, Jane e Rafflesia, che parevano pendere dalle sue labbra.

Perfino Steve era nero 'Le ammorba, con la storia del pugilato! Da quando in qua alle femmine interessa la boxe?'.

James era campione nazionale dei pesi medi. Boxava fin da ragazzo, aveva un corpo modellato da quello sport ed un gancio sinistro pregevole. L'attività professionistica era la sua vita e lui abbastanza famoso. Viaggiava molto, gli sponsor se lo contendevano e le donne peggio! Ci sapeva fare, era evidentemente accattivante.

Clint, agitando la bustina col regalo fra le mani, raggiunse la moretta che si alzò, per andargli incontro 'Bravo, grazie, sei un tesoro, Scusami, se ho insistito, ma siamo stati l’intero pomeriggio dello scorso sabato a scegliere l’orologio subacqueo per Steve, mi spiaceva non lo scartasse il giorno esatto del suo compleanno' lo baciò con trasporto, sulle labbra 'non fare il geloso, stavamo soltanto parlando e James è un personaggio davvero… singolare' si giustificò, vista la sua espressione stranita.

Barton si incavolò ancora di più, ritrovandosi sì accanto a Rafflesia ma constatando, spiacevolmente, che Barnes occupasse la seggiola posizionata all'altro lato. E che fosse malato di logorrea. Non prendeva mai fiato ed aveva monopolizzato la conversione.

La Tyler rispondeva educata, ancorché a monosillabi, ed ogni tanto si girava verso il Falco, per accertarsi che fosse tutto a posto, carinamente. Meglio evitare casini al compleanno del caposquadra degli Avengers, si era detta. Certo, l'amico del Capitano era saccente da morire, parlava di sé e di continuo.

Si era ritrovata, più volte, a guardare l'ora sul cellulare, sperando che la serata terminasse prima possibile, senza scossoni.

Gustando la favolosa carne di manzo, specialità del locale prediletto da Rogers, fu distratta dal passaggio veloce, di fronte ai suoi occhi, di un ragazzo alto, con la barba lunga, malvestito, che le parve leggermente alterato...un campanello d'allarme scattò nella sua testa. 'Stai zitto' ammonì James e sollecitò l'attenzione del cecchino 'Amore, guarda' con la testa, indicò verso il bancone del bar, dove era posizionata la cassa.

'C’è un uomo a ore nove, tra le mani ha un’arma da taglio' Clint, compreso con immediatezza cosa accadesse, lo sibilò ai colleghi, che si voltarono all'unisono.

Il malvivente, che tremava e certamente era sotto l'effetto di stupefacenti, aveva un coltello affilato, con cui minacciava il proprietario del ristorante, per farsi consegnare l’incasso.

'Caspita, non siamo nemmeno armati' si rammaricò il Falco. Erano usciti a cena fuori, per festeggiare il compleanno di Rogers e non erano in servizio, l'ultima cosa che si aspettavano era assistere ad una rapina.

Nel silenzio del locale, dove gli avventori si erano ammutoliti, la moretta, come nulla fosse, aprì la pochette nera, squadrata e piena di lustrini, e mostrò a Barton ciò da cui non si separava mai, una piccola pistola semiautomatica, che usava per difesa personale…una Beretta Pico, calibro nove. Gli fece l'occhiolino e lui la impugnò…Diamine, era l’arma più leggera al mondo, ma formidabile…la sua ragazza l’aveva fatta persino personalizzare, con dei cristalli Swarovski sull’impugnatura.

Avvenne tutto in pochi attimi. Clint si alzò, fissò il ladro, e, tenendolo sotto tiro, gli intimò, con voce solenne, qualificandosi 'Sono un agente di Polizia. Allontanati o sparo!'.

Dato uno sguardo complice agli Avengers - poiché il ragazzo non si era spostato di un millimetro, e, al contrario, si era avvicinato di un passo al gestore - lo colpì, superficialmente, sulla mano in cui teneva il coltello, con incredibile precisione e facilità.

Di corsa, Thor e Tony, i più limitrofi alla cassa, immobilizzarono il malcapitato, intanto che Steve telefonava alla Centrale, per farlo prendere in custodia. La pattuglia arrivò in pochi minuti, ed il ladro fu portato via, in manette, fra gli applausi dei clienti del ristorante, dedicati soprattutto al tiratore scelto, rosso come un pomodoro.

'Bravissimo' Rafflesia lo abbracciava, intanto che si godeva il suo momento di gloria, gli Avengers intorno a semicerchio a commentare e complimentarsi.

'Se non fosse stato per te, che ti sei accorta di quel soggetto e che, insieme al lucidalabbra, nella borsetta, avevi una pistola, sarebbe finita in maniera diversa!' lui minimizzò.

'Siete sempre sul pezzo! Il proprietario non vuole nemmeno farmi pagare la cena, per il vostro gesto! Vi sono debitore!' il Capitano non smetteva più di ringraziarli.

'Sei fantastica' Bucky si era messo in mezzo, invitando la bruna 'mi farebbe tanto piacere se venissi al mio prossimo incontro, sono certo che mi porteresti fortuna'.

Stante l'incertezza di lei, che non aveva risposto e lo sguardo attonito di Clint, James era leggermente rinsavito e, con educazione, aveva abbassato i toni 'Ovviamente, ci saranno posti in prima fila per tutti, darò i biglietti a Rogers'.

'E' un evento, parteciperemo senz'altro' Thor, appassionato di sport, sapeva che il match fosse sold out.

'Quand'è così, io e il Falco non mancheremo' la Tyler, educata, acconsentì, sottolineando la presenza del suo accompagnatore, un attimo prima di sedersi nuovamente alla tavola che il gestore del locale aveva imbandito con ogni prelibatezza possibile, per festeggiare Steve e l’atto eroico del suo compagno che gli aveva salvato le penne.

***

‘Barnes ti fa gli occhi dolci e ti spoglia con lo sguardo. E’ un viscido!’ intanto che Rafflesia si lavava i denti in bagno, Barton l’aspettava a letto e si lamentava.

‘Come sei palloso…’ nuda, rientrata in stanza, si era buttata a pancia in giù sul materasso, accanto a lui ‘sei più pizzoso di James. Mi ha parlato di mosse di boxe, per l’intera serata…’ sbattè le ciglia, languida ‘sono nuda nel mio letto, insieme a te…l’unica cosa a cui ti va di pensare è Bucky? Cavolo…ti facevo più maschio’ seria, spense la luce sul comodino, lasciando sì la camera al buio, ma alzando il coperchio di legno della scatolina che conteneva il carillon.

Si ritrovò Clint alle spalle che, toltosi il pigiama - la melodia celestiale di Beethoven in sottofondo - le spostava i capelli e la baciava sul collo. Le stampò un succhiotto sotto l’orecchio, spiegando ‘Scusa, hai ragione! Da quando lo conosco, ogni volta che mi vede, mi deride perché sono imbranato’.

Lei si voltò all’indietro, per unire la bocca con la sua, rassicurandolo ‘Sei il mio imbranato, però!’.

L’imbranato riprese vigore, e si dedicò alle scapole ed alla schiena della dolce compagna, carezzandola e baciandola, in ogni anfratto. Tastò la polpa compatta dei glutei con le due mani, per dischiuderle leggermente e poggiarci la punta della lingua, iniziando il cammino verso il suo personale regno di gioia.

La deliziò, intenso, per l’intera lunghezza del solco scolpito, fino al bocciolo rosato e turgido che spiccava fra i suoi petali, assaporando le copiose gocce di miele che stillava, il più buono prodotto sulla faccia della Terra, intanto che la sentiva gemere e sussultare. Era il caldo e morbido universo da cui non si sarebbe voluto staccare mai, rifletté.

All’impulso gradito, unì il rinforzo focoso delle dita della mano sinistra, accedendo alla sua corolla, alternando movimenti lenti a passaggi repentini. Percepì dei respiri più affannosi e sublimi contrazioni femminili ‘Ti piace, amore?’ chiese, sicuro della risposta che avrebbe ricevuto.

‘Non sei imbranato per niente’ controbatté, ridacchiando, con un urletto, mettendosi in ginocchio ed alzando il sedere verso il suo ragazzo, che, nella stessa posizione, si infilò in lei, completandola fin nelle viscere…quelle abissali e assolute dell’anima, in cui si era perso per sempre! 

Il Falco si abbassò con il torace a lambire la sua schiena; desiderava immergersi nella sua chioma profumata, baciarla allo stremo.

La tenne, inizialmente, per i fianchi, per darle il ritmo della propria smania, per poi convergere le mani sui teneri seni, che racchiuse come fossero sfere preziose, in cui erano incastonati i venerati proiettili, duri come diamanti.

Fu come un lampo, di piacere e struggimento, che annullò la tensione e l’adrenalina della strana serata appena trascorsa, in cui aveva combattuto con una gelosia folle e chiaramente immotivata, ed in cui si era distinto, persino, in un’azione eroica. Arrivò all’acme, immensamente felice ed appagato, assieme alla sua donna, facendone il nome, ad alta voce ‘Rafflesia’, con un pensiero liberatorio ‘Fanculo, Bucky!’ che evitò di esprimere, visto il momento tanto intimo in cui si trovavano.

La Tyler si era rivoltata, per farlo stendere, completamente, sul suo corpo, e stringerlo a sé ‘Ti amo, imbranato!’ gli aveva sussurrato, le parole che furono la ciliegina sulla torta dell’amplesso meraviglioso che avevano condiviso.

‘Pure io, tanto’ commosso, contraccambiò continuando a carezzarle il viso ed a giocare con i suoi lunghi capelli fra le dita.

***

Tant’è, qualche giorno dopo, si erano dati appuntamento con gli altri Avengers, per assistere all’incontro di Barnes, davanti all’enorme stadio che lo ospitava. C’era una fila interminabile di persone, per entrare, composta per lo più di uomini, dato il testosteronico sport che James praticava.

‘Il pubblico non è il massimo della finezza, ed io detesto la violenza, in ogni suo genere’ si lamentò Jane, all’indirizzo di Thor.

‘Tesoro, è un match di pugilato, non la prima al Teatro dell’Opera’ si giustificò il biondo.

‘Tappiamoci il naso, per un paio d’ore, e poi andiamo a cena!’ Peggy tentò di dissimulare la propria uguale contrarietà, alla luce dell’amicizia che legava Steve a Bucky, e che la vedeva costretta a partecipare, a malincuore.

‘Meglio provare a recuperare i nostri posti prima possibile, qui c’è una bolgia infernale; Capitano, lascia fare a me…seguitemi’ Rafflesia, vestito corto con volant azzurri, si fece consegnare i biglietti da Rogers e si appropinquò, con il Falco che la tallonava, insieme al gruppo, verso il ragazzo della sicurezza, con il suo miglior sorriso ed il petto in fuori. ‘Non è che mi aiuteresti? Ci siamo persi ed uno dei due pugili è un caro amico’ mostrò gli ingressi, bypassando l’intera fila e l’addetto, stregato dai suoi occhi e dal resto, li fece accomodare, prima di tutti gli altri, tra le proteste generali.

‘Sei un diavolo’ Tony, divertito moltissimo dalla scenetta, si rallegrò, camminando verso la tribuna d’onore ‘Brava, detesto aspettare’.

‘Stark, ognuno ha i propri metodi!’ lei ridacchiò, andando verso i posti che Barnes gli aveva fatto riservare.

‘Sono i migliori per assistere al match’ Point Break era esaltato, avrebbero avuto una visuale perfetta.

‘L’ultima volta che siamo venuti, ci aveva rimediato dei biglietti da schifo, ancora me lo ricordo…mi sono dovuto sporgere talmente tanto che ho avuto mal di schiena per una settimana intera’ ricordò Bruce.

Rafflesia si era accomodata, Barton accanto. Gli aveva chiarito il concetto, a casa e nel tragitto, ribadendolo ‘Andiamo, perché James ci ha invitato in maniera molto garbata e perché è il migliore amico del tuo caposquadra. Per piacere, non avere retropensieri’.

Ai primi accordi di una nota canzone rock, da una porta uscirono Bucky - che indossava una sorta di accappatoio in seta nera, con una stella rossa all'altezza delle braccia - ed il suo avversario. Attraversarono un percorso, delimitato da un cordone amaranto, fino a salire sul ring, richiamati dalle parole dello speaker, che li presentò.

Non appena sul quadrato, James salutò il pubblico e si voltò verso gli amici; fu chiaro, da subito, che cercasse Rafflesia, a cui dedicò un sorriso soave...ed inopportuno.

Persino Steve rimase perplesso, da quella confidenza improvvisa, intuendo che il pugile si fosse preso una cotta megagalattica per la ragazza di un altro, che non solo era suo amico e collega ma pure la persona più permalosa e irascibile che conoscesse, soprattutto da quando si era accoppiato. 'Oddio, Peggy, stasera succederà il finimondo' mormorò alla Carter, iniziando a preoccuparsi.

'Al termine del match, scappiamo via con una scusa e li teniamo separati' concordò. Avrebbe voluto sostenere il contrario ma si era voltata ed aveva notato il volto di Clint, verde di bile 'Rafflesia fa a tutti questo effetto. Io e Jane ci siamo abituate. Adesso, però, è un bel problema' i modi di Barnes, eccessivi, non le erano affatto graditi.

L'incontro era stato piuttosto bilanciato. I contendenti si equivalevano. Il piattume e la noia dell'andamento della sfida erano interrotti dalle pause, fra un round e l'altro. Pause in cui Bucky, anziché riposare, si sprecava in sorrisi e moine verso la moretta; quest’ultima, in grande difficoltà, teneva la mano sul ginocchio sinistro del Falco, che lo muoveva in continuazione, nevrotico, e che non aveva parlato più con nessuno, Tyler compresa.

All’ultimo round, James trovò un varco nella difesa dell’avversario e con un fendente sinistro, lo mise k.o., tra le grida euforiche del pubblico, che pendeva per lui - dato che era un concittadino - e pure del loro gruppo; erano saltati dalle seggiole, per applaudire, in primis Thor e Rogers…l’unico rimasto seduto, come una statua di sale, ed il muso lungo fino ai piedi, chiaramente, era stato il cecchino.

Presi dall’entusiasmo, il Capitano e signora avevano dimenticato il programma, che prevedeva l’allontanamento a razzo dallo stadio, ed erano rimasti in prima fila a festeggiare.

Lì era accaduto l’inverosimile; al momento della premiazione, James, un cinturone di pelle nera agganciato alla vita, simbolo della vittoria dell’incontro, intervistato brevemente dallo speaker, aveva detto poche frasi, ringraziando il suo staff e i suoi fan, e si era, candidamente, dichiarato ‘Dedico il mio successo alla bellissima donna che mi ha rubato il cuore!’. Aveva indicato fra gli Avengers, ed una luce circolare ad occhio di bue, dall’alto, si era posata su Rafflesia, che, al centro dell’attenzione, aveva tentato di mantenere il sangue freddo, sentendo una goccia di sudore scenderle lungo la schiena.

Barton si era alzato all’improvviso, destandosi dal proprio torpore, giusto in tempo per vedere Barnes, come un missile, attraversare il ring, passando sotto gli elastici, saltare giù, dove erano loro, e avvinghiare la sua ragazza alla vita, schioccandole un bacio a fior di labbra, tra le strilla dei suoi ammiratori.

Era stato un gesto veloce, ben premeditato, e soprattutto inaspettato; tanto che l’interessata si era sì bloccata, aveva puntato i gomiti contro il torace del pugile, per allontanarlo da sé, trovando una grande resistenza fisica, logicamente, ma di più non aveva potuto fare, per sganciarsi dall’abbraccio indesiderato e da un contatto che era, comunque, durato pochi attimi.

Nei quali Thor si era appostato contiguo al tiratore, per placcarlo, in caso di mosse suicide contro un boxeur titolato.

‘Bucky, che cavolo fai?’ Steve l’aveva redarguito aspramente, senza troppa fortuna, poiché il manager che lo seguiva, limitrofo, lo aveva preso per un braccio, per indirizzarlo ad un incontro con la stampa, ed il suo amico aveva salutato, gentilmente, facendo l’occhiolino alla Tyler, ancora incredula.

Il gelo era sceso sulla comitiva e, in primis, sul cecchino, che era fermo, immobile e tremava per la rabbia.

‘Clint…mi ha baciato lui, io non volevo’ si era giustificata la moretta, immediatamente; il viso del suo ragazzo era trasfigurato dal dolore e non poteva rimediare, in alcun modo. Le veniva da piangere; si trattenne, di fronte agli Avengers.

‘Propongo la solita tavola calda, per mangiare un boccone!’ il Capitano tentò di risollevare la serata già rovinata, cambiando argomento.

‘Barnes si è invaghito della collega ed ha esagerato, lascia correre, Falco, non è successo niente!’ Natasha gli si era affiancata, angosciata.

‘Niente per te!’ mormorò lapidario, continuando ‘io vado via’. Una mano sulla fronte, scappò, a gran passo, verso l’uscita, senza nemmeno curarsi di Rafflesia.

‘Ciao, ragazzi’ lei gli volò dietro, letteralmente, tentando di fermarlo, non riuscendoci però. C’erano moltissimi spettatori che le intralciarono il passaggio e non poté raggiungerlo; al parcheggio, la jeep di Clint non c’era più, non l'aveva neanche aspettata. Rimase, in attesa di un taxi, per più di mezz’ora, per tornare nel suo appartamento, sperando di trovarlo lì.

Trafelata, aprì la porta; Barton, in camera da letto, preparava i bagagli. Un paio di borse, per la verità; era un tipo che viveva con poco, e contenevano tutta la roba con cui si era trasferito da lei, lasciando il proprio appartamento, dalla prima settimana che si frequentavano…forse troppo frettolosamente.

‘Amore…ragiona! Perché fai così? Lo hanno visto tutti, mi ha baciato lui…’ Rafflesia riaffermò il concetto, in cuor suo spaventata.

Il Falco scosse la testa, sconsolato ‘Nemmeno ti sei scansata, gli sorridevi continuamente, già dalla cena di compleanno di Steve. Fino a pochi minuti fa, mi giuravi amore eterno e poi quella testa di cazzo di Bucky ti stringeva davanti ai miei amici ed a migliaia di persone’ roso dalla gelosia e dal senso di possesso, non ammetteva alcuna giustificazione ‘In fondo, è dall’inizio della nostra storia che giochi al gatto col topo; tu sei la strafica a cui nessuno può resistere, io lo sfigato bruttino ed impacciato, che, per una botta di fortuna, hai degnato di uno sguardo. Chissà fino a quando! Sono stufo, non lo sopporto più’.

‘Clint, davvero pensi che il nostro rapporto sia così e queste cose di me?’ lo sussurrò, a voce bassissima, addolorata.

L’altro annuì, evitando di guardarla, continuando a fare le valigie ed a sputare veleno ‘Sono stato scemo io, a credere potesse funzionare; me l’avevano detto tutti, che per me eri troppo bella, troppo brillante, troppo giovane, che avrei dovuto lasciar perdere…sai che c’è? Avevano ragione! Ti lascio stare, da qui in avanti, perché non posso campare con la paura continua di perderti, per colpa del primo Bucky Barnes che passa. Vivi la tua vita ed io vivrò la mia…’ finalmente si era tolto, dallo stomaco, il peso che lo opprimeva, da quando l’aveva conosciuta, il senso di inadeguatezza assoluta ed il terrore di non averla più, da un momento all’altro, panico allo stato puro.

‘Ti sbagli, sono film che ti fai nella mente, non c’è nulla di vero nelle tue farneticazioni’ ribadì lei.

‘Dovresti dirmi che mi ami alla follia, per trattenermi, non che parlo a vanvera e che sono matto!’ replicò, aggressivo, di nuovo, fuori di sé.

‘Credevo sapessi cosa sento per te, visto il punto dov’è arrivata la nostra relazione…’ sull’orlo di un attacco isterico, non cedette. Odiava i ricatti morali, e non aveva mai pregato un uomo in vita sua. Ci mancava implorasse il Falco di rimanere assieme. Notò il carillon sul comodino e si rammaricò, maggiormente. Lo afferrò e glielo mise sotto il naso, intanto che usciva dalla stanza. ‘Riprenditelo; se te ne stai andando, vuol dire che non contava affatto, che erano solamente parole, che non mi hai mai amato davvero’.

Lui si fermò e fissò l’oggetto, nella sua mano. Inquieto, non ebbe il coraggio di portarlo via e le spostò il braccio, di forza; la scatolina di legno cadde a terra, aprendosi e rompendosi. Udì un gemito della Tyler, quasi trattenuto, che guardava i pezzi, sul pavimento, mentre sbatteva la porta, lasciando l’abitazione e lei, soprattutto.

***

Rafflesia, raccolti i pezzi del carillon, ancora vestita, si era piazzata sul letto, con la luce spenta, in lacrime, trascorrendo l’intera notte fra un singhiozzo e l’altro, la testa sotto il cuscino.

Provava a riflettere, a tentare di capire cosa avesse fatto di tanto brutto o spiacevole, se non essere stata lei stessa vittima delle attenzioni di una terza persona, con la quale era stata solo gentile, senza mai dare adito ad un interesse particolare, men che mai amoroso. Chiedendosi se i propri comportamenti, anche involontari, avessero fatto sentire Clint inferiore e non adatto, non alla sua altezza; se ne rammaricò giacché, in ogni caso, evidentemente lo avevano sconvolto. Si sentì tanto sola, senza il suo imbranato. 

Barton era rimasto in auto, sotto il suo portone, un tempo indefinito, per poi muoversi verso casa di Tony, l'unico che potesse ospitarlo, almeno per un po'. Il collega nemmeno era tornato, probabilmente era ancora in giro con gli altri.

Stark lo trovò seduto sul cofano della jeep, che lo aspettava, con due borse morbide ai piedi e capì subito l'antifona. 'Pepper...avremo un altro ospite, oltre a Thor...mi spiace...'.

'Non importa, è distrutto...' rispose la bionda fidanzata, solidale ‘siete così amici, è normale sia venuto da noi e abbiamo un letto pure per lui, su, fatti coraggio’.

Tony scese dalla Lamborghini e prese una delle sacche, mettendogli un braccio sulle spalle ‘Che hai combinato?'.

'L'ho mollata' biascicò, sull'orlo di un collasso.

'Sempre avventato...' lo rimproverò, senza colpoferire 'saliamo. Point Break ha già avuto la stanza migliore. Ti spetterà quella più piccola...'

'Grazie. Andrà bene. Ho dato la disdetta dell’affitto del mio appartamento, non appena mi sono messo con Rafflesia...' lì iniziò a raccontare, per filo e per segno, ogni evento che aveva caratterizzato la sua relazione, non scordando alcun dettaglio.

Alle sei di mattina Stark non ne poteva più, Pepper era andata a dormire appena rientrati e Clint era sveglissimo. Udì la chiave nella porta d’ingresso, sollevato di vedere Thor. Si alzò in fretta 'Diamoci il cambio, ti prego...' li mollò, precipitandosi a letto.

'Falco...che ci fai qui?' Thor, di ritorno da casa di Jane, l'aveva immaginato, dati i messaggini scambiati fra la Foster e Rafflesia. Barton cominciò a narrare, per l'ennesima volta.

Era un continuo, tutto il giorno e la notte. Tranne poche ore, in cui dormiva, stremato, li stava letteralmente angosciando. A casa ed al lavoro, dove aveva incontrato la moretta, incrociandola di striscio.

Lei, tristissima, lo aveva fissato, in attesa di un suo cenno, che non c'era stato; il Falco, altezzoso, aveva tirato diritto per la propria strada.

'Non vorrei che la prendessi per il verso sbagliato' Rogers aveva provato, scandendo le parole, durante una bevuta serale organizzata in un pub, per alleggerire Tony e Pepper dalla pesante presenza del collega 'non ti pare di aver un tantino esagerato? Bucky è mio amico e lungi da me giustificarlo o minimizzare. Però, gelosia a parte, che avrebbe fatto la tua ex ragazza, per meritare il trattamento che le hai riservato? È vero che hai rotto il carillon che le avevi regalato quando ti sei dichiarato? Pare sia rimasta molto male...e non credo solo per l'oggetto…l’hai ferita profondamente e, se mi permetti, in maniera gratuita'.

Ovviamente, Barton, che non aveva grandi argomenti per replicare, si zittì, realizzando che, forse, aveva fatto una cazzata. Una grossa cazzata.

Traumatizzato e finalmente consapevole di aver perso Rafflesia, si chiedeva se esistesse un modo per riconquistarla e farsi perdonare. Questo pensava, guidando l'Hummer della squadra, sulla via di Chicago, dove erano stati chiamati per un tenere un corso di aggiornamento alla Polizia locale. 

'Odio Chicago, odio tutti' si lamentava, in continuazione. Lo aveva fatto per l’intero viaggio, durante le pause delle lezioni e, successivamente, in albergo ed a cena, che consumava assieme agli Avengers, proprio all’interno dell’hotel, per ottimizzare i tempi.

Fu lì, appena arrivati, a tavola, che il Capitano gli dette una notizia che lo disintegrò 'Ecco…meglio che tu lo sappia da me...stasera Rafflesia esce con Bucky. Me lo ha confessato lui, volevo esserne certo e l’ho fatta chiamare da Peggy a cui lo ha confermato…scusa, amico’.

Clint smise di mangiare. Poggiò la forchetta accanto al piatto e, alzandosi di scatto, sparì, bianco cadaverico, mezzo saluto per accomiatarsi ‘A domani’.

‘Perché sincero ad ogni costo? Sempre il primo della classe!’ Banner non condivideva tanto buonismo.

‘Bruce, tu non avresti voluto esserne a conoscenza, se fossi stato al suo posto? Magari tornerà a New York, li troverà assieme e si incavolerà con me, che sapevo dell’incontro fatale e non l’ho detto per tempo’ si giustificò Rogers.

‘E’ contorto, come ragionamento, ma fila. Tuttavia, la Tyler è una ragazza intelligente e tanto coinvolta dal Falco, tanto’ Romanoff, da donna, vide un’altra spiegazione, nell’uscita della bruna con Barnes.

‘Uhm…che intendi, Vedova?’ si informò Stark, curioso. Gatta ci covava e lui adorava i felini!

‘Sia al compleanno di Steve, sia all’incontro di boxe, vi è parsa interessata a James? A me no, era annoiata da morire ed infastidita dai suoi comportamenti…’ riassunse, con un’espressione furba.

‘Capisco…l’ex recluta più titolata dell’Accademia, ora agente operativa, ha un piano…ed ho idea che il nostro falchetto cadrà nella tela del ragno…champagne!’ ordinò Tony ‘e speriamo si rimettano insieme prima possibile, perché Barton è la persona più confusionaria e disordinata al mondo; persino la mia donna delle pulizie si è scocciata di raccogliere i suoi calzini sporchi, sparsi ovunque nel mio appartamento!’.

Il cecchino, nel contempo, era andato a fare una passeggiata nei dintorni dell’albergo, per smaltire la rabbia, senza riuscirci. Fissava il cellulare, con la sigaretta perennemente accesa fra le labbra; aveva cercato il numero di Rafflesia in rubrica molte volte, per poi essere preso dalla paura del solito rifiuto e non chiamarla. Figuriamoci adesso, che sapeva fosse con Bucky.

Con la morte nel cuore, decise che doveva smettere di fissarcisi, doveva vivere la sua vita, come aveva gridato a lei: niente più chiacchiere o sfoghi coi poveracci dei colleghi, che aveva ammorbato.

E fu, con incredibile forza di volontà, ligio al suo proposito, con somma meraviglia dei Vendicatori. Apparentemente, poiché lo conoscevano bene ed erano in attesa di una sua spropositata reazione…che ci fu, ma non del tenore che aspettavano.

Parcheggiando l’Hummer, al ritorno dalla trasferta, proprio di fronte l’ingresso della Stazione di Polizia, videro la moretta fare le scale, per raggiungere una limousine nera dai vetri oscurati, da cui scese Barnes.

Il Falco smise di respirare; lei indossava il vestito rosa salmone della sera in cui si era dichiarato e del sesso in auto. E non lo degnò di una minima attenzione, dirigendosi, sculettando, a salutare Bucky, con un bacino sulla guancia. Per mera educazione, entrambi alzarono la mano verso il gruppo, prima che James le aprisse lo sportello, per farla accomodare, sparendo insieme, nella tiepida notte newyorkese.

‘Tesoro, ti porto a cena in un locale strepitoso’ Barnes aveva esordito così e attaccato il solito monologo, a seguire.

La Tyler rimirava Clint dal vetro scuro dell’auto, chiedendosi se fosse stata la mossa giusta aver organizzato l’appuntamento col suo più acerrimo rivale, a cui aveva chiesto di passarla a prendere, nell’esatto orario in cui gli Avengers sarebbero arrivati alla Centrale, complici le dritte delle sue due amiche sulla tabella di marcia della squadra, spifferata dai fidanzati.

Notato lo sguardo sconvolto e ferito del Falco, e sentendo la mano di Bucky risalire, audace, sulla sua coscia, non ne era più così convinta.

Ancorché non le interessasse affatto, il suo accompagnatore - a cui aveva dovuto concedere una prima uscita più soft, un semplice aperitivo, indispensabile per organizzare la messa in scena che si era prefigurata - ci sapeva fare ed era un ragazzo dotato di grande fascino oltre che estremamente attraente. Aveva riservato un tavolo presso il The View Restaurant, un posto spettacolare; il ristorante stile rooftop, al quarantasettesimo piano del Marriots Marquis Hotel, era sito proprio nel cuore della città, ed offriva una visuale a trecentosessanta gradi su Times Square, con tutta Manhattan all’orizzonte. La particolarità era che fosse girevole, ovvero che compisse un giro completo, ogni sessanta minuti, permettendo di ammirare la città, in tutte le direzioni.

‘E’ favoloso’ commentò, appena seduta, intanto che assisteva al primo giro.

‘Tu, zuccherino, sei favolosa’ Barnes la riempiva di complimenti, le faceva piedino sotto il tavolo; era interessato a lei ed a farla stare bene, in maniera esagerata. Le stava addosso, in ogni senso; si stava innervosendo e desiderava che la cena terminasse prima possibile.

***

‘Clint, sei in te?’ Rogers lo chiedeva, scrutandolo, dall’alto; Barton, disperato, si era messo seduto sui gradini della scalinata limitrofa all’entrata della Centrale, con la testa piegata fra le ginocchia.

‘Beh?’ Nat lo sollecitò, con Banner interdetto alle spalle, che tornava con una bottiglietta d’acqua fresca per lo sconsolato collega.

‘Mi sono suicidato, con le mie mani’ mormorò ‘ho preso una decisione a cuor leggero e ora ne pago le conseguenze…che idiota spaziale, avevo incontrato la donna della mia vita e ho dato il peggio di me’.

‘Ho parcheggiato l’Hummer in garage’ Thor, tornando, vide che il cecchino era ancora appollaiato a terra ed alzò gli occhi al cielo. Non ne posso più, pensò, egoisticamente.

Tony lo spronò ‘Pepper ha preparato una buona cenetta; vieni con me, su. E ringrazia Dio che non eravate già sposati, sennò sai quanto ti costava di avvocati, ti avrebbe spennato, uccellino!’.

Ecco, lì il Falco ebbe una folgorazione; salutò gli amici, con una smorfia impenetrabile sul viso e salì sulla sua auto, con lo sguardo spiritato ‘Grazie, Stark, mi rifarò la prossima volta…grazie infinite’ allontanandosi, a tutto gas, sulla jeep.

‘Non promette bene! Dove cavolo sta andando?’ commentò Bruce.

‘Non me ne frega nulla, sono esausto. Ciao, belli’ Tony mise fine alla trasferta, muovendosi verso la Lamborghini.

Barton, esaltato come pochi, si era diretto nel quadrilatero dello shopping, sapendo con certezza di trovare aperto almeno un negozio che faceva al caso suo; l’aveva scovato e prima di entrare, aveva usato la radio di servizio della jeep, fornendo alle pattuglie il numero di targa della limousine nera noleggiata da Barnes, che aveva, debitamente, memorizzato.

Rientrato in macchina, sapeva perfettamente dove dirigersi; lo fece, posizionando, sopra il tettuccio della macchina, il segnalatore lampeggiante con la sirena che suonava al massimo del volume.

***

‘Ancora vino?’ Bucky prese la bottiglia del pregiato chardonnay che aveva ordinato, recuperandola dal cestello d’argento, posizionato accanto al tavolo che aveva prenotato…ovviamente il migliore della sala.

‘No, grazie’ la moretta non aveva nemmeno bevuto un sorso del primo bicchiere che le aveva servito.

‘Sei tesa, distratta, sei sicura vada tutto bene?’ domandò, l’ennesima volta.

Va uno schifo, visto che tu sei insopportabile e Clint mi ha lasciato, avrebbe voluto strillare. Si trattenne, mogia ‘Lo sai, non è un bel periodo!’.

‘Risollevati; devi rallegrarti di aver scampato un tipo imbranato come il Falco!’ l’altro fece lo splendido, con un sorrisetto cretino, al limite dell’antipatia.

‘Era il mio imbranato’ quasi lo gridò, fuori di sé. Stava per andarsene, si era alzata a metà dalla seggiola, ma il locale cominciò a ruotare e lei si fermò, notando Barton entrare trafelato, nella sala, attraverso le porte dell’ascensore che si aprivano, ancora indosso la tuta blu della sua squadra. In quel nanosecondo, le note romantiche di 'Before I cry' di Lady Gaga, riempirono l'aria...non casualmente!

Il Falco dette un’occhiata alla sala, intercettandola subito. Andò dritto verso il loro tavolo, uno sguardo strano ed un’espressione monolitica.

A Rafflesia parve nervoso e imbalsamato! Ne comprese il motivo, solo quando le fu a mezzo metro e lo vide inginocchiarsi, sotto gli occhi esterrefatti di Bucky e degli avventori del ristorante; fra le labbra, stringeva un anello…una vera in oro bianco, con un brillante grosso come una nocciola e la fissava, questuante e dolcissimo.

‘Tu sei matto!’ ridacchiò la moretta ‘ed io più matta di te’ si mise a terra, a sua volta, davanti a lui, le ametiste che lo rimiravano. Gli dette un bacino, all’incrocio delle labbra e mormorò ‘E’ un sì, Clint!’.

L’uomo si tolse il gioiello di bocca e glielo infilò al dito, velocemente, temendo cambiasse idea ‘Ti amo!’ lo sussurrò, abbracciandola e baciandola, con passione, con il viso fra le sue mani a carezzarle la pelle morbida delle guance.

La Tyler si commosse, iniziando a piangere come una bambina; era stata tanto male nei giorni di separazione, che proprio non si trattenne.

Era la prima volta, da quando Barton la conosceva, e non se lo sarebbe mai aspettato, da una tosta come lei ‘Vieni, amore mio, ce ne andiamo’ la fece alzare, la prese in braccio e si diresse, stringendola al petto, verso l’uscita, nemmeno una parola verso Barnes, il cuore pieno di felicità.

***

‘Peso troppo, fammi scendere’ Rafflesia lo pregò, dentro l’ascensore del palazzo, senza riuscire a smettere di piangere, come aveva fatto per l’intero tragitto in auto, abbracciata al suo fidanzato.

‘Non ci penso proprio’ la trattenne a sé, con maggiore forza, il viso nei suoi capelli lunghi, nelle narici il profumo del suo amore. ‘Mi sposerai sul serio?’ gli sembrava impossibile.

‘Ho risposto di sì’ confermò, con un sorriso luminoso.

‘Veramente, non ti ho fatto alcuna proposta’ disse l'uomo, scherzando, per provocarla.

‘Dieci minuti fa, stavi inginocchiato davanti a me, nel mezzo del ristorante più famoso della città, con in bocca l’anello che ora ho al dito’ ridacchiò.

‘Hai ragione…sei uscita con Barnes per ingelosirmi e ci sei riuscita! L’ho capito, che non ti interessa’.

‘Meno male! Stavo per spaccargli in testa la bottiglia di vino che aveva ordinato; se non fossi arrivato tu, ti giuro, mi avresti letto sui giornali…Clint’ con le braccia strette al suo collo si aprì, accorata ‘non ho mai pensato che non fossi al mio livello, mai, nemmeno quando ti prendevo in giro, all’inizio. Metti soggezione tu per quanto sei serio, bravissimo, un Avenger. In caso contrario, se credessi l’opposto, il matrimonio nascerebbe su basi sbagliate e sarebbe meglio soprassedere’.

‘Non posso vivere senza di te. Perdonami, è l’insicurezza che mi ha fatto sproloquiare’ si scusò, almeno un po’.

'Dubbi, non ne voglio più. Lo sai che sono pazza di te...poggiami giù ora' lo pregò, appena messo piede nel suo appartamento, dove l'aveva fatta entrare, ancora in braccio, come una sposa.

'Proverò' borbottò, fuori dai denti.

'Tenta...la contropartita sono io' languida, un passo indietro, fece scivolare a terra il vestito, per farsi ammirare. Lo sguardo infoiato del suo fidanzato la ricompensò all’istante.

Gli poggiò le mani sul torace, fino alle spalle, e dietro la testa per avvicinarlo a sé e gli sfiorò la bocca, togliendogli la maglietta bianca. Intrecciò la lingua con la sua, fra le labbra dischiuse, in un gesto decisamente erotico.

Scese a lasciargli una scia di succhiotti, dal collo all’inguine passato per il petto 'No, no, sono venuto direttamente dal lavoro e non ho potuto fare la doccia...ho sudato, guidando nel viaggio da Chicago...' voleva fermarla.

'Mi piace il tuo sapore, invece...fa silenzio' lo baciò all'altezza dell'ombelico e strofinò il viso sulla sua eccitazione, attraverso la stoffa dei pantaloni sportivi. 'Clint...ti amo' gli fece scendere tuta e intimo a terra 'mi sei mancato...troppo...'.

Il puntello maschile, teso e marmoreo, mirava verso di lei, fremente. In ginocchio, lo cinse fra le labbra, giocando con la lingua e centellinandolo dolcemente, intanto che lo sollazzava con entrambe le mani sulle parti più delicate, dove si dedicò alla pratica erotica con sapienti stoccate, più impetuosa. L’odore della sua mascolinità amplificava il proprio desiderio, in un tripudio di sensi. La bocca saettò fra le pieghe dell’epidermide, innumerevoli volte, strappandogli un convulso gemito.

'Muoio...sei incredibile e ti amo' mormorò il Falco, fissandola dell'alto, la mano sinistra sulla sua nuca, a carezzarle i capelli e darle il ritmo del proprio piacere, che lo stava travolgendo, piuttosto violento, insieme ai disegni di spirali e ghirigori che gli lasciava sulla pelle. Trovò particolarmente esaltante lo sguardo violetto che lo trapassava, come un colpo di quelli che sparava lui…gli aveva bucato il cuore!

Rafflesia lo tenne per i fianchi e lo provocò, con veemenza, percependo le sue vibrazioni ed i suoi mugolii, nel momento in cui spillò il suo nettare caldo, particolarmente abbondante, data l'astinenza dei giorni in cui erano stati lontani. La bruna si rialzò, con le guance rosse e un'espressione birichina…la solita!

'Adesso ti strapperò un altro sorriso' il fidanzato l'agguantò per un braccio, spingendola verso il tavolo da pranzo, e facendocela appoggiare e poi sedere; si inginocchiò lui per togliere le mutandine, carezzandola con delicatezza, rimirando la sua bellezza di cui ancora riusciva a stupirsi. Era di nuovo pronto per adorarla e le si piazzò di fronte, ghermendola con foga e stendendola con la schiena sul legno 'Lo sai che faremo l’amore tutti i giorni, per il resto della nostra vita?'.

'Ci conto, imbranato! Perché pensi che abbia acconsentito a sposarti?!' ribatté, ridacchiando, con un unico concetto nella testa; era l’amore che provavano l’una per l’altro ad ampliare il loro piacere.

***

N.d.A.

Dopo i primi approcci catastrofici, fra i due protagonisti scoppia, già alla fine del capitolo precedente, una passione che appare subito incontenibile, con una gelosia viscerale da parte di entrambi…la loro storia d’amore prende una piega piuttosto seria, con una proposta di matrimonio.

   
 
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