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Autore: niny95    15/12/2019    6 recensioni
Il Detective Roger Jones, vive a Seattle con la moglie Eloise e la figlia Alice, quando la situazione con Eloise diventa insostenibile decide di andare a Storybrooke nel Maine a chiedere aiuto a suo fratello Killian.
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Killian Jones ha tutto quello che si può desiderare dalla vita, il lavoro che ha sempre sognato, una moglie che ama infinitamente e due splendidi figli Henry e Hope.
Quando suo fratello gemello irrompe improvvisamente nella sua vita insieme alla figlia Alice la sua vita cambia improvvisamente.
Cosa cambierà nelle vite dei due fratelli?
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Dal testo:
«Abbiamo un po’ di problemi, possiamo entrare?» chiese Roger con voce cupa.
Killian abbassò lo sguardo nelle valigie strette tra le loro mani «Il genere di problemi che ti fa lasciare la città?» sbottò.
«Killian siamo in viaggio da tre giorni, tutto quello che ti chiedo è un po’ di compassione.» chiese Roger con voce flebile.
«Roger, ti ho avvertito riguardo a quella donna, quindi cosa vuoi che ti dica adesso?» chiese Killian con voce dura, ma si spostò facendo passare i due.
[I paragrafi relativi a Roger, Eloise e Alice sono stati modificati]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno gente, vi comunico che molti dei paragrafi su Roger, Alice e Eloise sono stati cambiati, la loro storia ha preso una piega differente e ho dovuto modificare.
Quindi vi consiglio di rileggere velocemente un pò tutto!
Detto questo buona lettura.
 
 Capitolo 7
 
     Flashback 
 Dopo averne parlato approfonditamente con Emma, Killian e Alice, Henry  aveva deciso di dare una chance a Neal. 
Non aveva perdonato l’uomo, non avrebbe potuto: per troppo tempo aveva avuto bisogno di lui e aveva dovuto cavarsela da solo. 
Ma era stato educato a dare sempre una seconda possibilità ed era quello che stava facendo in quel momento, fermo davanti al Granny’s mentre tamburellava un piede nervosamente. 
«Sei qui.» disse l’uomo reclamando la sua attenzione toccandogli lievemente una spalla «Sono felice che hai accettato di vedermi. Vogliamo sederci?» 
Il ragazzo annuì seguendolo senza farselo ripetere due volte, dopo che ebbero preso posto si schiarì la voce: «Non ti ho perdonato:  per tanto tempo ho cercato l’appoggio di un padre senza mai trovarlo, poi è arrivato Killian e mi ha dato più di quanto potessi sperare. Nonostante questo però mi è stato insegnato a dare sempre una seconda possibilità, quindi eccomi qui.» 
Neal annuì «Ti sono grato per questa opportunità, so di non meritarmelo, so che sei molto deluso da me e me lo merito, mi merito tutto il tuo rammarico. Ho pensato spesso a te negli ultimi anni, e mi sono pentito così tanto per essermene andato. Non ho scusanti, ero giovane e da giovani si fanno molte cose stupide … non è una giustificazione lo so, ma sono cambiato, ho avuto esperienze che mi hanno segnato e spero davvero che avremo occasione di conoscerci.» 
Il ragazzo annuì nuovamente «Come ho già detto ho deciso di darti una seconda possibilità, vedi di sfruttarla bene, però.» 
«Lo farò. Allora ordiniamo?» 
Henry sorrise per la prima volta quel giorno «Con piacere.» 
 

Erano passate diverse settimane da quando Henry e Neal avevano parlato e adesso i due passavano  davvero molto tempo insieme.
L'antipatia che il ragazzo provava per il padre pian piano era scomparsa sostituita dalla voglia di sapere sempre più cose su di lui.
In quel momento i due stavano provando a pescare anche se sembrava che tutti i pesci presenti in quel corso d'acqua avessero deciso di andare in vacanza.
«Beh mi sa che possiamo anche andarcene, i pesci sembrano essere in sciopero.» esordì Henry rompendo il silenzio che si era creato negli ultimi minuti.
Neal che in quel momento stava trafficando con la sua canna da pesca alzò gli occhi a guardare suo figlio «Perché, che fretta c'è?» ribadì con un sorriso.
Henry si torse le mani con nervosismo «Ecco, veramente dovrei andare in giro con Alice e Hope. Sai domani è il compleanno di mamma e...-» il ragazzo si rese conto troppo tardi di quanto aveva detto e si tappò prontamente la bocca. Poi scosse le spalle «Non te l'ho detto perché ...»
Neal lo zittì prontamente «Non preoccuparti, so bene perché non me l'hai detto. Magari le prenderò qualcosa anch'io come offerta di pace: c'è stato quest'enorme malinteso che non sono sicuro di aver risolto.» sorrise lievemente «Allora, vogliamo andare?»
Henry annuì «Certo!»

Quel giorno un’ondata di malinconia invase Eloise: le mancava terribilmente la sua famiglia, erano quelle piccole cose quotidiane a mancarle, il destreggiarsi ai fornelli con Roger la mattina mentre preparavano la colazione, Alice che diceva sì e no due parole in croce e teneva lo sguardo fisso nel libro che stava leggendo poi padre e figlia le davano un bacio sulla guancia prima di uscire di casa, dopo di che quando la  chiamavano a lavorare si faceva una rapida doccia e si incamminava al negozio di fiori rigorosamente a piedi, odiava prendere i mezzi e poi camminare l’aiutava a schiarirsi le idee. Sennò puliva casa e si occupava del giardino. 
Presa dalla malinconia tirò fuori l’album di foto iniziando a sfogliarlo: la prima ritraeva lei e Roger il giorno del matrimonio, nonostante la fretta sembravano felici. 
Subito dopo c’era Alice seduta al seggiolone mentre Roger la imboccava. 
Le foto si susseguivano: Alice sulle spalle di Roger, una foto di famiglia per il quinto compleanno di Alice. 
Eloise chiuse violentemente l’album con un tonfo, faceva troppo male.
Istintivamente compose il numero di Roger, rispose al secondo squillo.
«Roger … noi …  noi siamo mai stati innamorati?» esordì mentre una lacrima randagia si fece strada nei suoi occhi, l’asciugò con foga. 
«Eloise, perché mi fai questa domanda?» la voce di Roger appariva sorpresa. 
«Io … stavo guardando il nostro album di foto e sembravamo così felici e … scusa ho sbagliato a chiamare.» farfugliò nervosa. 
«No, no, mi hai solo sorpreso. Certo che siamo stati innamorati, lo siamo ancora. Non pensare che questa piccola crisi possa spezzare il nostro legame, okay?» rispose lui gentilmente e il cuore di Eloise perse un battito di fronte alla tenerezza nella voce del marito. 
«Spero che prima o poi torneremo a essere felici.» sussurrò.
«Certo che lo saremo. Stai bene?» si interessò Roger. 
«Sì, domani torno a lavorare, mi hanno chiamato oggi.» rispose la donna lievemente. 
«Mi fa piacere. Stammi bene.» 
«Anche tu.» concluse Eloise riattaccando. 
Bene, era giunto il momento di mettersi all’opera: quei i fiori non si innaffiavano da soli! 

Hope aveva iniziato la prima elementare da poco più di due mesi, ma quel giorno aveva deciso di fare i capricci: non avrebbe fatto i compiti per nessun motivo a meno che Henry o Alice non l'avessero aiutata. Ma  da quando nella vita di Henry era entrato Neal il ragazzo passava poco tempo a casa con lei, mentre Alice ultimamente era spesso in libreria. I due ragazzi le mancavano terribilmente e quindi Hope aveva creduto che, facendo abbastanza capricci, sarebbe riuscita a convincere la madre a farle passare un po' di tempo col fratello o con la cugina. 
«Hope ti prego, fallo per me. Facciamo questi compitini, così dopo possiamo tornare a giocare.» stava dicendo Emma con voce supplichevole.
«No, no e no.» rispose Hope scuotendo la testa con veemenza.
Emma sospirò sconfitta.
Nel frattempo i due ragazzi si palesarono entrando dentro casa.
«Oh finalmente, eccovi.» li accolse Emma andandogli incontro «La signorina qui presente mi sta facendo uscire fuori di testa.» disse indicando la bambina che a sentire i ragazzi entrare era andata ad accoglierli insieme alla madre «Non vuole fare i compiti con nessuno tranne voi.»
Henry a quelle parole fece un occhiataccia alla sorellina «Hope, perché questi capricci?»
Hope lo guardò con i suoi grandi occhioni prossimi al pianto il fratello «Ma voi non ci siete mai e mi mancate.»
A quelle parole il ragazzo prese la sorellina tra le braccia stringendola in un abbraccio «Non mi ero reso conto di averti trascurato, mi dispiace.» disse.
Anche Alice strinse la cuginetta in un abbraccio «Mi dispiace, sono stata spesso in libreria e mi sono dimenticata di giocare con te ma ti prometto che la prossima volta andremo insieme e leggeremo il più bel libro che hanno, okay?»
Hope annuì ancora stretta nell'abbraccio della cugina «Può venire anche Henry?»
«Certo che sì!» rispose il diretto interessato «Anzi sai che facciamo appena finisci i compiti?»
Hope scosse la testa.
Il ragazzo sorrise «Andiamo in un posto speciale insieme ad Alice, ti va?»
«Sì!» rispose la bambina con entusiasmo.

«Allora che  vogliamo regalare a tua madre?» esordì Alice, stavano girando per negozi da circa due ore, ma ogni volta che Alice o Hope avevano proposto qualcosa  Henry aveva fatto facce disgustate  o perplesse così erano finiti per uscire.
Il ragazzo scosse le spalle «Non lo so ancora, suppongo che lo capirò quando lo vedrò.» disse.
«Beh vedi di sbrigarti a decidere, questo è il sesto negozio da cui usciamo dopo dieci minuti.» rispose Alice con fare annoiato.
«Eddai, non posso mica prenderle una cosa a caso, no? Che ne pensi Hope?»  replicò Henry solleticando lo stomaco della sorellina, lei rise «Sei uno sciocchino!» disse.
 A un tratto Henry si fermò di botto «Trovato!» esultò indicando una vetrina.
«Quale?» chiese Hope attaccandosi alla vetrina per vedere meglio.
 Henry prese il dito della sorellina e lo puntò su una collana, un semplice cerchietto d'acciaio con su disegnato un cigno « Questo. È perfetto, vero Hope?» sussurrò.
La bambina annuì «Mi piace!» disse  seguendo il fratello dentro, Alice li seguì a ruota.

Il giorno dopo Emma si svegliò di buon'ora come al solito.
Infine era arrivato il 22 ottobre anche quell'anno, il suo compleanno. Per molto tempo il suo compleanno non era stato un giorno da festeggiare, anzi.
 Ad ogni nuovo anno trascorso, vedeva sfumare  sempre più la possibilità di essere adottata. Lei cambiava, diventando più grande, più chiusa e più rassegnata, ma i gusti delle famiglie adottive restavano sempre uguali: preferivano neonati o bambini molto piccoli o più beneducati e talentuosi di lei. Lei era sempre troppo poco e il giorno del suo compleanno glielo ricordava in modo particolare.
Ma da quando nella sua vita erano entrati Henry, Killian e Hope le cose erano profondamente cambiate e il 22 ottobre era diventato un giorno da celebrare.
 Stava preparando il caffè quando due braccia forti l’abbracciarono da dietro: «Buon compleanno, Mo ghrà.» sussurrò Killian, Emma si girò tra le braccia del marito incontrandolo in un bacio. L’uomo strinse un po’ più forte la moglie, e una volta concluso il bacio, le baciò teneramente la fronte. 
Emma sorrise alla tenerezza del marito mentre sistema a su un vassoio caffettiera e tazze, poi si diresse in salotto seguita da un sorridente Killian. 
Qualche minuto dopo uno sbadigliante Roger entrò in salotto trovando i due innamorati accoccolati sul divano. 
«Giorno. Auguri cognatina.» disse. 
Emma fece posto sul divano al cognato «Prenditi il caffè, poi siediti qui con noi, dai.» propose. 

Hope si svegliò più presto del solito, ma non poteva aspettare un minuto di più, era il compleanno della sua mamma! Così sgattaiolò fuori dal letto, tirò fuori il disegno che aveva preparato il giorno prima, prese una penna e con la sua scrittura elementare scrisse: "TANTI AGURI MAMA♥"
Poi si diresse nelle stanze di Henry ed Alice.
I due ragazzi tra uno sbadiglio e l'altro acconsentirono alla richiesta della bambina cercando la festeggiata, la trovarono nel salotto seduta sul divano a guardare la tv insieme a Killian e Roger.
«Buongiorno, ragazzi!» li salutò lei.
«Auguri!» risposero insieme i tre, Hope non perse tempo a correre tra le sue braccia «Ho un regalo per te!» affermò, sedendosi sulle sue ginocchia mentre le porgeva il disegno.
«È bellissimo, tesoro! Grazie mi piace tanto!» esclamò Emma arruffandole i capelli dolcemente.
«E a me niente?» scherzò Killian.
Hope passò nelle gambe del padre baciandogli la guancia «Per te solo questo!» disse.
Killian fece un piccolo broncio al misero dono di Hope e la bambina rise. Poi voltandosi verso Roger aggiunse «Zio Roger, vuoi un bacino anche tu?»
Roger sorrise «Mi piacerebbe molto!» disse mentre la bambina lasciava un piccolo bacio nella guancia dell'uomo.
«Bene piccoletta, che facciamo?» disse Henry.
La bambina fece spallucce «Non lo so.»
«Mentre ci pensi ci vestiamo, che dici?» propose Alice.
La bambina annuì d'accordo.

E infine era arrivata la festa, Hope nel suo vestitino rosa era felicissima, sembrava quasi lei la festeggiata!
Non c'erano molti invitati, Emma non amava le feste troppo affollate: aveva vissuto per parte della sua vita in case famiglia affollatissime, nelle quali non c`erano mai vere feste, ma solo baraonde infinite. Questo gliele aveva rese mal tollerabili, e ora, a distanza di anni, non si era ancora liberata di quella sensazione e continuava a ritenere che le feste troppo affollate avessero un'atmosfera cupa. Non che non ci fosse mai stata, no, essendo sceriffo capitava di dover partecipare a party del genere, ma le sembravano impersonali, organizzati da ricconi altrimenti soli come cani, con l`unico scopo di avere un pò di compagnia. Eppure continuava ad incontrare, proprio in quelle occasioni, gente la cui unica compagnia era un bicchiere di superalcolico o che parlavano con persone che il giorno dopo non si sarebbero ricordate neanche il loro nome. Questa, a parere di Emma, era la forma più brutta di solitudine e se ne teneva alla larga il più possibile.
Quindi aveva invitato giusto qualche amica come Regina Mills: il sindaco era stata una leale confidente durante i primi tempi a Storybrooke  e nel tempo le due avevano instaurato una buona amicizia, certo al lavoro era una vera tiranna ma faceva solo il suo lavoro, del resto doveva esserci un motivo se per sei anni Storybrooke non aveva mai cambiato sindaco, no?
La diretta interessata in quel momento stava discutendo con la sorella, Emma l'aveva conosciuta durante una delle riunioni scolastiche.
Tuttavia la sua attenzione fu reclamata da Ashley: «Sembra proprio che quei due siano inseparabili, eh?» disse indicando Hope e Cole.
Cole era il figlio più piccolo di Ashley ed era praticamente cresciuto insieme a Hope.
«Non dirlo a me! L'altro giorno se ne uscita fuori con la storia che si devono sposare!» rispose.
Ashley rise «Quando si dice avere le idee chiare fin da piccoli!»
«Esattamente!» ridacchiò la festeggiata «Ma dov'è Alex?»
Ashley scosse la testa «E chi lo sa? Sai come sono gli adolescenti, ne hai uno anche tu! Sicuramente starà cercando i suoi coetanei tenendo la distanza di sicurezza da me.»

«E così ci rincontriamo!» disse Robyn reclamando l'attenzione di Alice.
Quest'ultima alzò lo sguardo verso la sua interlocutrice «Ci siamo già rincontrate, l'altro giorno, in bibblioteca.» commentò.
«Oh sì, ma eri così assorta nel tuo libro che non ero sicura che ti fossi accorta di me.» rispose ridendo.
Alice sorrise «Fidati Robyn, io mi accorgo di tutto.» rispose.
«È una minaccia o una promessa?» la stuzzicò l'altra.
«Entrambe.» rispose Alice ridendo.
Robyn rise accomodandosi vicino Alice «È una tua prerogativa stare in disparte alle feste?» disse cambiando argomento.
«Non sono una grande fan delle feste.» Alice fece spallucce.
«Nonostante questo sei andata a due feste, davvero buffo!» ridacchiò la bruna.
«Le stelle si sono allineate contro di me!» ribatté  la bionda.
«Caspita! Sarà meglio che vada allora, non vorrei toglierti la possibilità di essere asociale!» esclamò l'altra ragazza.
Alice rise «Prometto che per stavolta non ti farò niente!» promise.

Emma stava aprendo i regali finalmente per la felicità di Hope, che per l'appunto non smetteva di saltare su e giù.
La festeggiata rise «Vieni qui piccoletta!» disse.
La bambina non perse tempo a correre tra le braccia della madre «Quando apri il nostro regalo?» disse.
Henry rise all'impazienza della bambina «Non c'è fretta, Hope.» disse poi cercando di calmarla.
Emma sorrise «Hope, io non so qual è il vostro regalo. Se me lo porti, lo apro subito!»
La piccola non se lo fece ripetere due volte, scese abilmente dalle gambe della madre afferrò la busta contenente il regalo e corse nuovamente nelle braccia della madre.
La donna aprì delicatamente la busta, lesse gli auguri prima di tirar fuori il pacchetto contenente la collana.
Sorrise facendola vedere a tutti, accarezzò lievemente il cerchietto col cigno prima di arruffare i capelli di Hope.
«Ragazzi è bellissimo, mi piace molto!» disse poi indossandola.
Poi fece un cenno con la mano facendo avvicinare Alice e Henry stringendo i tre in un abbraccio.

  Note: Finalmente dopo mesi d'assenza sono tornata, dai stavolta non erano tantissimi XD
E questo è ufficialmente il capitolo più lungo finora!!
Allora una piccola premmessa Cole compare nella raccolta del writober, per il resto spero vi piaccia!
Oh vero, non posso lasciarvi senza la lezione d'irlandese: Mo ghrà -> Amore mio.
Ah ovviamente il disegno di Hope è scritto di proposito sbagliato.
A presto.
Niny :)

 
   
 
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