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Autore: Nephertiti    15/12/2019    1 recensioni
Song-fiction basata sull’episodio “Chat Blanc”
ATTENZIONE Se non avete guardato la terza stagione questa fan fiction contiene spoiler!
Ispirata da una canzone di Giorgia (Gocce di memoria) ecco come avrei voluto che andasse questo episodio.
Tratto dal testo:
Chat Noir la raggiunse e, con un balzo, la inchiodò al pavimento.
Marinette provò a liberarsi, ma i suoi sforzi furono inutili.
“Ti prego Chat Noir, ascoltami… non sei in te! – gli disse, pensando a un modo per scappare – Anche se sembra impossibile, ti riporterò indietro. Siamo una squadra, ricordi? Io e te contro il mondo, vinceremo anche questa battaglia.”
Chat Noir parve vacillare per un istante.
Poi le rivolse un’occhiata piena d’odio.
“Mi dispiace, Mi lady, è troppo tardi.”
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti!
Volevo scrivere una piccola delucidazione prima di lasciarvi al capitolo: questa One-shot è basata sull’episodio “Chat Blanc”, della terza stagione, gli avvenimenti saranno inizialmente simili, ma prenderanno una piega diversa dall’originale, vale a dire quello che io avrei desiderato vedere in questo episodio.
Per atri chiarimenti, vi aspetto in fondo.
Buona lettura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROMISES

 

 

Sono gocce di memoria queste lacrime nuove, siamo anime in una storia incancellabile.

Calde lacrime solcarono il viso di Marinette: quello che aveva davanti non poteva essere Chat Noir.
Non il suo Chat Noir.
Aveva tentato di strapparle via il Miracolous: era stato di certo akumatizzato, sebbene non vi fosse traccia ne’ di  Papillon, ne’ di alcun abitante, nella città, e il solo pensiero le dava i brividi: era stato Chat a portare morte e distruzione.
E lei doveva porre rimedio a quel disastro, la responsabilità era unicamente sua: Ladybug aveva spezzato il cuore del ragazzo, lui stesso lo aveva confessato.

Bunnix non le aveva dato alcuna spiegazione, dopo averla spinta in quello spazio-temporale futuro, ma di una cosa era certa: non sarebbe potuta tornare indietro senza aver sistemato le cose.

Tuttavia, il compito si era rivelato più arduo del previsto: combattere contro il suo “partner” non le era facile.
Non lo amava, ma di certo ci era affezionata.
Lui non avrebbe mai lottato contro di lei, neppure sotto tortura, e questa constatazione le faceva male al cuore.
Vedere Chat piangere, mentre tentava di opporsi all’influenza dell’Akuma, era stato infinitamente doloroso.

Siamo indivisibili, siamo uguali e fragili, siamo già così lontani.

 “Io conosco il vero Chat Noir e lui non avrebbe mai fatto del male a nessuno! Devi respingere Papillon – urlò Marinette – forse ti ha convinto che questo sia l’unico modo affinché io e te possiamo stare insieme, ma non è così…”
Si avvicinò a lui, con passi incerti.
“Tu non sei cattivo.”, si fermò alle sue spalle e avvolse il ragazzo in un abbraccio.
Chat Noir sussultò, poi rimase impassibile fra le esili braccia della sua Ladybug, lo sguardo corrotto dall’Akuma fisso sul terreno.

“Ti sbagli – mormorò lui – è questo l’unico modo in cui potremo stare insieme e non è stato Papillon a convincermi.”
Si mosse all’improvviso, liberandosi dalla presa e tentando di rubare gli orecchini alla ragazza.
Marinette scattò indietro e schivò una serie di colpi dell’altro, prima di fiondarsi su di lui e sottrargli il bastone.
Corse lontano e spezzò l’arma, pronta a catturare l’Akuma, ma rimase interdetta quando non uscì alcuna farfalla da essa.
L’oggetto akumatizzato doveva essere un altro.
I suoi orecchini suonarono di colpo.
Non le restava molto tempo…

Le promesse sono infrante come pioggia su di noi.

Chat Noir la raggiunse e, con un balzo, la inchiodò al pavimento.
Marinette provò a liberarsi, ma i suoi sforzi furono inutili.
“Ti prego Chat Noir, ascoltami… non sei in te! – gli disse, pensando a un modo per scappare – Anche se sembra impossibile, ti riporterò indietro. Siamo una squadra, ricordi? Io e te contro il mondo, vinceremo anche questa battaglia.”
Chat Noir parve vacillare per un istante.
Poi le rivolse un’occhiata piena d’odio.
“Mi dispiace, Mi lady, è troppo tardi.”
La presa sui polsi di lei si intensificò e Marinette soffocò un “ahi”.
“Non mi hai mai amato veramente. Tu eri innamorata di lui, nonostante lui non avesse mai fatto nulla per te.”
La ragazza sentì un enorme peso schiacciarle il petto.
Dunque era questo il motivo?
Lei aveva preferito Adrien a Chat Noir e quest’ultimo era stato akumatizzato?

Siamo gocce di un passato che non può più tornare, questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile.

“Io ti riempivo di complimenti, io correvo in tuo soccorso – Chat riprese a parlare, usando un tono di voce che non gli apparteneva. – io avrei rischiato la vita per te.”
Marinette mandò giù un nodo in gola: si sentì terribilmente in colpa e pensò a quanto doveva aver sofferto, Chat Noir, per i suoi continui rifiuti.
E, in una situazione catastrofica come quella, si rese conto di non averlo mai ringraziato abbastanza.
Di essere stata fin troppo dura, con lui.
Certamente, non poteva biasimarla per essersi innamorata di un altro e poi era stato affidato loro un compito fin troppo importante, per lasciarsi coinvolgere dai sentimenti.
Non potevano conoscere le rispettive identità, come avrebbero potuto intraprendere una relazione?

“Ma tu hai preferito lui. Due facce della stessa medaglia, così simile a me e così diverso.”
Chat Noir la riportò alla realtà, pronunciando quella frase ambigua.
Marinette lo fissò interrogativa, pur sapendo che non avrebbe dovuto conoscere troppi dettagli del futuro.
“Ora capisci perché ho bisogno del tuo Miracolous? Devo rimediare al mio errore.”
La ragazza non ebbe il tempo di elaborare la frase enigmatica, che si affrettò a scansarsi, mentre Chat Noir, dopo aver intrappolato i polsi di lei con una mano, si accingeva a prendere uno dei suoi orecchini.
“No Chat Noir fermati ti prego!”
“Io non sono più Chat Noir – proferì il ragazzo – io sono Chat Blanc.”

Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai.

Gli orecchini di Marinette emisero un piccolo suono e lampeggiarono nuovamente, il suo costume da Ladybug era scomparso.
La ragazza spalancò gli occhi, adesso Chat conosceva la sua vera identità.
Ma lui non mostrò alcuno stupore.
“Dunque eccoti qui Marinette, senza alcun potere.”
Lanciò un’occhiata a sinistra, dove giaceva una Tikki esausta.
“Scusa…”, mormorò la piccola Kwami.
La ragazza scosse il capo: “Non ti preoccupare Tikki, hai fatto del tuo meglio.”

 “Come pensi di contrastarmi, ora?” domandò l’altro.
E, in quell’istante, la ragazza capì che tutto il suo dolore, nel vedere l’amico akumatizzato, non dipendeva solo dal fatto di aver perso il suo partner, ma piuttosto dal comportamento di Chat Blanc che, oltre ad aver annientato mezza Parigi, non l’amava come Chat Noir.
L’amore di Chat Noir era un amore puro e sincero: seppur sapeva di non essere ricambiato, non aveva mai smesso di sperare.
E soprattutto, non l’aveva mai odiata per aver preferito un altro a lui, aveva rispettato la sua decisione e non si era mai arreso, continuando a lottare al suo fianco, a correre nel momento del bisogno, a supportarla nelle difficoltà.

In fondo, lei aveva avuto occhi sempre e solo per Adrien, ma non aveva mai pienamente realizzato quanto Chat Noir aveva fatto per lei.

 “Non posso contrastarti.”
Rispose infine Marinette.
“Ed hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi. Ti ho respinto così tante volte…”
Continuò a dire e sentì la stretta intorno ai suoi polsi allentarsi.
“E tu invece… tu c’eri sempre per me. Mentre io sono stata così cieca, così innamorata di una persona che conosco a malapena.”
Chat Noir le liberò le braccia, pur rimanendo a cavalcioni su di lei.
“Se mi lascerei andare, non posso promettere di donarti il mio cuore – confessò la ragazza – perché ormai appartiene a qualcun altro e dovrei fingere di essere innamorata di te. Ma non credo che tu voglia questo…”
Gli occhi del biondo si riempirono di lacrime.
“Eppure… se cerco sempre il tuo sguardo, durante una battaglia, ci dev’essere un motivo. Un motivo che ho ignorato per tutto questo tempo.”
Marinette allungò una mano verso il volto di Chat Noir, asciugando la lacrima che bagnava la sua guancia.
“Non arrenderti Chat, lasciati aiutare… Lascia che io impari ad amarti.”

Aspettiamo solo un segno, un destino, un’eternità… e dimmi come posso fare per raggiungerti adesso.

Così dicendo, senza pensare troppo a ciò che stava per fare, la ragazza si protese verso l’altro e gli stampò un bacio sulle labbra, lasciandolo di stucco.
Ben presto, però, il ragazzo ricambiò il bacio.
Scosse elettriche percorsero la spina dorsale lei: il suo cuore iniziò a palpitare all’impazzata e ringraziò il cielo di essere già stesa, certa che, se
fosse stata in piedi, le sue gambe non avrebbero retto.
Credeva che baciare Chat Noir sarebbe stato strano, o imbarazzante.
Invece era stato del tutto naturale: le loro bocche combaciavano alla perfezione, come fossero state create per congiungersi.

Sorprendentemente, il primo a staccarsi fu proprio Chat Noir, che rimase qualche istante ad osservare il viso arrossato della fanciulla.
“Grazie, mia dolce Marinette.” esordì, carezzandole una guancia.
Lei arrossì ancor di più.
“Ora so quello che devo fare. – le donò un piccolo bacio sulla fronte e si mise in piedi. – ricorda quello che è avvenuto oggi e non permettere che accada in futuro. Ma sono certo che troverai una soluzione, come hai sempre fatto. È uno dei motivi per cui ti amo.”
Marinette trasalì, sentendogli pronunciare quel “ti amo”, e lo fissò confusa.

“Super Cataclisma!”
Esclamò Chat Noir, in modo del tutto inaspettato.
La ragazza immaginò che volesse distruggere ogni cosa, compresi loro stessi, ma intuì troppo tardi le reali intenzioni dell’altro.
Si lanciò su di lui per fermarlo, ma Chat Noir fu più veloce: posò la sua mano sul ciondolo che portava al collo e, col potere del cataclisma, distrusse l’oggetto.

“CHAT NOIR!”, gridò Marinette, prima che una luce bianca l’accecasse.

Quando aprì nuovamente gli occhi, impiegò qualche secondo per acquistare nuovamente la vista.
E lui era lì, tramutato in pietra.
Si lanciò su Chat Noir e lo abbracciò.
Il campanello che portava al collo si ruppe e una farfalla nera venne fuori.

Marinette corse da Tikki.
“Fai un piccolo sforzo amica mia… affinché il sacrificio di Chat Noir non sia stato vano.”
La piccola Kwami annuì debolmente.
E la ragazza urlò: “Tikki trasformami!”

In pochi secondi, Marinette era tornata nelle vesti di Ladybug.
“Lucky Charm!”
Una gomma si materializzò dal nulla e cadde tra le sue mani.
Ci rifletté qualche istante e capì: la gomma le sarebbe servita in seguito: al momento aveva una farfalla da catturare.

“Niente più malefatte, piccola Akuma.”
L’Akuma venne catturata dallo yoyo magico della fanciulla e tornò ad essere un’innocua farfalla bianca.
“Ciao ciao farfallina…”

Racconterò di te, inventerò per te quello che non abbiamo…

Un portale si aprì nel bel mezzo dell’edificio e una Bunnix sorridente si complimentò con Ladybug per aver salvato il futuro.
La ragazza gettò un’ultima occhiata alla statua di Chat Noir e sospirò.
L’eroina con le orecchie da coniglio le posò una mano sulla spalla, per confortarla.
E Marinette si disse che non avrebbe mai dimenticato la promessa fatta allo Chat Noir del futuro.
“Bunnix devi portarmi a poco prima del nostro incontro. Devo sistemare una cosa.”
La donna annuì soddisfatta: Marinette aveva capito come evitare quella catastrofe.

Con il gelo nella mente, sto correndo verso te, siamo nella stessa sorte, che tagliente ci cambierà.

Quando fu tornata indietro nel suo spaziotempo, Ladybug corse nella camera di Adrien e impedì a sé stessa di scrivere il suo nome, cancellandolo con la gomma.
Poi la lanciò in alto, dicendo: “Miracolous Ladybug!”
L’altra sé stessa scomparve e capì che tutto era tornato al suo posto.
Quando Adrien entrò nella stanza, inventò una banale scusa per consegnargli quel regalo e poi corse via.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Dunque gente, siamo giunti alla conclusione di questa one-shot infinita.
Spero vi sia piaciuta, ci tengo tuttavia a spiegare un po’ alcuni dettagli.
Come avete potuto scoprire, leggendo la fan fiction, la storia inizia e si conclude nello stesso modo in cui si è svolto l’episodio, tuttavia, anche se le vicende sono simili, ci tenevo a specificare che li differenzia un dettaglio fondamentale: Marinette realizza quanto Chat Noir sia realmente importante per lei.

Poiché, a parer mio, lei non se n’è mai accorta appieno, avendo occhi solo per Adrien.
Tanto che, nell’episodio Silencer, Luka la riempie di complimenti, ma lei non coglie quella – non tanto velata –  dichiarazione d’amore, oppure non le dà il giusto peso.

Il bacio tra lei e Chat Blanc, nella fan fiction, serve a risvegliare il vero Chat Noir, ma per Marinette è anche un modo per testare cosa prova veramente, se è innamorata sul serio di Adrien o piuttosto dell’idea che ha di lui.
Questa One-shot potrebbe quindi rappresentare l’inizio di un’intera fan fiction in cui Ladybug impara a guardare Chat Noir non solo come il suo “braccio destro” ma come un potenziale compagno.

Infatti l’episodio originale mi ha un po’ deluso per questo: nonostante ci sia stato questo avvenimento catastrofico, la storia di Miracolous Ladybug prosegue come se sia stata solo una piccola parentesi, che non influenza minimamente la trama, tant’è che il rapporto Marinette/Adrien e Ladybug/Chat Noir rimane invariato.
E sinceramente, dopo tre stagioni, mi sarebbe piaciuto che le cose mutassero, che quell’episodio li spingesse ad andare oltre i soliti tira e molla, che non portano mai a un cambiamento nella loro relazione.

Detto questo vi lascio in pace XD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo molto.
Se vi sono errori, se sono uscita dai personaggi o se vi sarebbe piaciuto come finale alternativo.
Ho proprio bisogno di confrontarmi con qualcuno appassionato di Miracolous ahah
Grazie a tutti quelli che leggeranno.
Nephy-

 

   
 
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