ANGOLO AUTRICE
Salve
a tutti!
Volevo
scrivere una piccola delucidazione prima di lasciarvi al capitolo:
questa
One-shot è basata sull’episodio “Chat
Blanc”, della terza stagione, gli
avvenimenti saranno inizialmente simili, ma prenderanno una piega
diversa dall’originale,
vale a dire quello che io avrei desiderato vedere in questo episodio.
Per
atri chiarimenti, vi aspetto in fondo.
Buona
lettura.
PROMISES
Sono
gocce di memoria queste
lacrime nuove, siamo anime in una storia incancellabile.
Non
il suo Chat Noir.
Aveva
tentato di strapparle via il Miracolous: era stato di certo
akumatizzato,
sebbene non vi fosse traccia ne’ di
Papillon, ne’ di alcun abitante, nella
città, e il solo pensiero le dava
i brividi: era stato Chat a portare morte e distruzione.
E
lei doveva porre rimedio a quel disastro, la responsabilità
era unicamente sua:
Ladybug aveva spezzato il cuore del ragazzo, lui stesso lo aveva
confessato.
Non
lo amava, ma di certo ci era affezionata.
Lui
non avrebbe mai lottato contro di lei, neppure sotto tortura, e questa
constatazione le faceva male al cuore.
Vedere
Chat piangere, mentre tentava di opporsi all’influenza
dell’Akuma, era stato
infinitamente doloroso.
Si
avvicinò a lui, con passi incerti.
“Tu
non sei cattivo.”, si fermò alle sue spalle e
avvolse il ragazzo in un
abbraccio.
Chat
Noir sussultò, poi rimase impassibile fra le esili braccia
della sua Ladybug,
lo sguardo corrotto dall’Akuma fisso sul terreno.
Si
mosse all’improvviso, liberandosi dalla presa e tentando di
rubare gli
orecchini alla ragazza.
Marinette
scattò indietro e schivò una serie di colpi
dell’altro, prima di fiondarsi su
di lui e sottrargli il bastone.
Corse
lontano e spezzò l’arma, pronta a catturare
l’Akuma, ma rimase interdetta
quando non uscì alcuna farfalla da essa.
L’oggetto
akumatizzato doveva essere un altro.
I
suoi orecchini suonarono di colpo.
Non
le restava molto tempo…
Marinette
provò a liberarsi, ma i suoi sforzi furono inutili.
“Ti
prego Chat Noir, ascoltami… non sei in te! – gli
disse, pensando a un modo per
scappare – Anche se sembra impossibile, ti
riporterò indietro. Siamo una
squadra, ricordi? Io e te contro il mondo, vinceremo anche questa
battaglia.”
Chat
Noir parve vacillare per un istante.
Poi
le rivolse un’occhiata piena d’odio.
“Mi
dispiace, Mi lady, è troppo tardi.”
La
presa sui polsi di lei si intensificò e Marinette
soffocò un “ahi”.
“Non
mi hai mai amato veramente. Tu eri innamorata di lui,
nonostante lui non
avesse mai fatto nulla per te.”
La
ragazza sentì un enorme peso schiacciarle il petto.
Dunque
era questo il motivo?
Lei
aveva preferito Adrien a Chat Noir e quest’ultimo era stato
akumatizzato?
Marinette
mandò giù un nodo in gola: si sentì
terribilmente in colpa e pensò a quanto
doveva aver sofferto, Chat Noir, per i suoi continui rifiuti.
E,
in una situazione catastrofica come quella, si rese conto di non averlo
mai
ringraziato abbastanza.
Di
essere stata fin troppo dura, con lui.
Certamente,
non poteva biasimarla per essersi innamorata di un altro e poi era
stato
affidato loro un compito fin troppo importante, per lasciarsi
coinvolgere dai
sentimenti.
Non
potevano conoscere le rispettive identità, come avrebbero
potuto intraprendere
una relazione?
Chat
Noir la riportò alla realtà, pronunciando quella
frase ambigua.
Marinette
lo fissò interrogativa, pur sapendo che non avrebbe dovuto
conoscere troppi
dettagli del futuro.
“Ora
capisci perché ho bisogno del tuo Miracolous? Devo rimediare
al mio errore.”
La
ragazza non ebbe il tempo di elaborare la frase enigmatica, che si
affrettò a
scansarsi, mentre Chat Noir, dopo aver intrappolato i polsi di lei con
una
mano, si accingeva a prendere uno dei suoi orecchini.
“No
Chat Noir fermati ti prego!”
“Io
non sono più Chat Noir – proferì il
ragazzo – io sono Chat Blanc.”
La
ragazza spalancò gli occhi, adesso Chat conosceva la sua
vera identità.
Ma
lui non mostrò alcuno stupore.
“Dunque
eccoti qui Marinette, senza alcun potere.”
Lanciò
un’occhiata a sinistra, dove giaceva una Tikki esausta.
“Scusa…”,
mormorò la piccola Kwami.
La
ragazza scosse il capo: “Non ti preoccupare Tikki, hai fatto
del tuo meglio.”
E,
in quell’istante, la ragazza capì che tutto il suo
dolore, nel vedere l’amico
akumatizzato, non dipendeva solo dal fatto di aver perso il suo
partner, ma
piuttosto dal comportamento di Chat Blanc
che, oltre ad aver annientato mezza Parigi, non l’amava come
Chat Noir.
L’amore
di Chat Noir era un amore puro e sincero: seppur sapeva di non essere
ricambiato, non aveva mai smesso di sperare.
E
soprattutto, non l’aveva mai odiata per aver preferito un
altro a lui, aveva
rispettato la sua decisione e non si era mai arreso, continuando a
lottare al
suo fianco, a correre nel momento del bisogno, a supportarla nelle
difficoltà.
“Non posso
contrastarti.”
Rispose
infine Marinette.
“Ed
hai tutte le ragioni del mondo per odiarmi. Ti ho respinto
così tante volte…”
Continuò
a dire e sentì la stretta intorno ai suoi polsi allentarsi.
“E
tu invece… tu c’eri sempre per me. Mentre io sono
stata così cieca, così
innamorata di una persona che conosco a malapena.”
Chat
Noir le liberò le braccia, pur rimanendo a cavalcioni su di
lei.
“Se
mi lascerei andare, non posso promettere di donarti il mio cuore
– confessò la
ragazza – perché ormai appartiene a qualcun altro
e dovrei fingere di essere
innamorata di te. Ma non credo che tu voglia
questo…”
Gli
occhi del biondo si riempirono di lacrime.
“Eppure…
se cerco sempre il tuo sguardo, durante una battaglia, ci
dev’essere un motivo.
Un motivo che ho ignorato per tutto questo tempo.”
Marinette
allungò una mano verso il volto di Chat Noir, asciugando la
lacrima che bagnava
la sua guancia.
“Non
arrenderti Chat, lasciati aiutare… Lascia che io impari ad
amarti.”
Ben
presto, però, il ragazzo ricambiò il bacio.
Scosse
elettriche percorsero la spina dorsale lei: il suo cuore
iniziò a palpitare
all’impazzata e ringraziò il cielo di essere
già stesa, certa che, se
fosse
stata in piedi, le sue gambe non avrebbero retto.
Credeva
che baciare Chat Noir sarebbe stato strano, o imbarazzante.
Invece
era stato del tutto naturale: le loro bocche combaciavano alla
perfezione, come
fossero state create per congiungersi.
“Grazie,
mia dolce Marinette.” esordì, carezzandole una
guancia.
Lei
arrossì ancor di più.
“Ora
so quello che devo fare. – le donò un piccolo
bacio sulla fronte e si mise in
piedi. – ricorda quello che è avvenuto oggi e non
permettere che accada in
futuro. Ma sono certo che troverai una soluzione, come hai sempre
fatto. È uno
dei motivi per cui ti amo.”
Marinette
trasalì, sentendogli pronunciare quel “ti
amo”, e lo fissò confusa.
Esclamò
Chat Noir, in modo del tutto inaspettato.
La
ragazza immaginò che volesse distruggere ogni cosa, compresi
loro stessi, ma
intuì troppo tardi le reali intenzioni dell’altro.
Si
lanciò su di lui per fermarlo, ma Chat Noir fu
più veloce: posò la sua mano sul
ciondolo che portava al collo e, col potere del cataclisma, distrusse
l’oggetto.
E
lui era lì, tramutato in pietra.
Si
lanciò su Chat Noir e lo abbracciò.
Il
campanello che portava al collo si ruppe e una farfalla nera venne
fuori.
“Fai
un piccolo sforzo amica mia… affinché il
sacrificio di Chat Noir non sia stato
vano.”
La
piccola Kwami annuì debolmente.
E
la ragazza urlò: “Tikki trasformami!”
“Lucky
Charm!”
Una
gomma si materializzò dal nulla e cadde tra le sue mani.
Ci rifletté qualche istante e capì: la gomma le
sarebbe servita in seguito: al
momento aveva una farfalla da catturare.
L’Akuma
venne catturata dallo yoyo magico della fanciulla e tornò ad
essere un’innocua
farfalla bianca.
“Ciao
ciao farfallina…”
La
ragazza gettò un’ultima occhiata alla statua di
Chat Noir e sospirò.
L’eroina
con le orecchie da coniglio le posò una mano sulla spalla,
per confortarla.
E
Marinette si disse che non avrebbe mai dimenticato la promessa fatta
allo Chat
Noir del futuro.
“Bunnix
devi portarmi a poco prima del nostro incontro. Devo sistemare una
cosa.”
La
donna annuì soddisfatta: Marinette aveva capito come evitare
quella catastrofe.
Poi
la lanciò in alto, dicendo: “Miracolous
Ladybug!”
L’altra
sé stessa scomparve e capì che tutto era tornato
al suo posto.
Quando
Adrien entrò nella stanza, inventò una banale
scusa per consegnargli quel
regalo e poi corse via.
ANGOLO
AUTRICE
Spero
vi sia piaciuta, ci tengo tuttavia a spiegare un po’ alcuni
dettagli.
Come
avete potuto scoprire, leggendo la fan fiction, la storia inizia e si
conclude
nello stesso modo in cui si è svolto l’episodio,
tuttavia, anche se le vicende
sono simili, ci tenevo a specificare che li differenzia un dettaglio
fondamentale: Marinette realizza quanto Chat Noir sia realmente
importante per
lei.
Tanto
che, nell’episodio Silencer, Luka la riempie di complimenti,
ma lei non coglie
quella – non tanto velata – dichiarazione
d’amore, oppure non le dà il
giusto peso.
Questa
One-shot potrebbe quindi rappresentare l’inizio di
un’intera fan fiction in cui
Ladybug impara a guardare Chat Noir non solo come il suo
“braccio destro” ma
come un potenziale compagno.
E
sinceramente, dopo tre stagioni, mi sarebbe piaciuto che le cose
mutassero, che
quell’episodio li spingesse ad andare oltre i soliti tira e
molla, che non
portano mai a un cambiamento nella loro relazione.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, ci
tengo molto.
Se
vi sono errori, se sono uscita dai personaggi o se vi sarebbe piaciuto
come
finale alternativo.
Ho
proprio bisogno di confrontarmi con qualcuno appassionato di Miracolous
ahah
Grazie
a tutti quelli che leggeranno.
Nephy-