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Autore: Pratins    17/12/2019    1 recensioni
Dean si ritrova da solo a dove affrontare i mostri del Purgatorio mentee cerca disperatamente Castiel che è scomparso poco dopo il loro arrivo. Troverà in Purgatorio un alleato insolito che conosce una vita di uscita. Ma il passato torna sempre a bussare alla porta.
[AVVERTENZE: Il primo capitolo contiene spoiler della 15x08. Il secondo capitolo - che sarà pubblicato a fine gennaio - conterrà spoiler della 15x09]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benny, Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Ottava stagione, Più stagioni
- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural'
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Disclaimer: I personaggi presenti all’interno di questa one-shot appartengono esclusivamente agli ideatori/sceneggiatori/produttori della serie tv Supernatural.
Avvertenze: Sono presenti scene violente ed erotiche descritte dettagliatamente. Non leggere se non si è ancora visto l’episodio 15x07 di Supernatural.
La storia contiene anche scene andate in onda nella serie che servono da orientamento e contestualizzazione delle parti scritte da me.
Altre note di Autore a fine storia



 
Puro

Parte prima
 
A morte! Il figlio dei Cristiani
 ha sedotto la più bella figlia del nostro re


Corri. Sfamati. Trova l’angelo. Sopravvivi. Erano solo questi i pensieri che passavano per la mia mente mentre mi facevo strada tra gli alberi di quelle interminabile foreste. La nebbia fitta rendeva quasi impossibile vedere ciò che avevo nei dintorni, il mio udito, per reazione, era quindi diventato più fine e riuscivo a quasi sempre a prevedere la vicinanza con qualcuno. Vampiri, lupi mannari, mutaforma e wendigo, solo pochi esempi degli esseri che popolavano quel bosco. Gli alberi erano altri, ben piantati al suolo e pieni di foglie che si intrecciavano l’un l’altra creando come un tetto che impediva quasi del tutto il passaggio dei raggi del sole. L’aria che si respirava era pesante, umida, l’intera foresta era infatti circondata da un mare di acqua dolce le cui sponde erano spesso usate dagli abitanti della foresta come punti di riferimento. A capo di questo sistema i Leviatani, i mostri di Dio, creature ignobili che regolano questo mondo ultraterreno. In quel luogo erano tutti in balìa di istinti primordiali: violenza, sesso, amoralità. Era come una società preistorica ma abitata da creature mostruose, non ci si poteva fidare di nessuno. Ero quindi solo in un tutti contro tutti infinito, raramente mi riposavo o mi permettevo il lusso di dormire: sarei stato indifeso, facile da attaccare. La stanchezza mi divorava mentre procedevo verso l’interno della foresta facendomi spazio tra gli altri alberi e arbusti vari. Dove era finito Castiel? Si era dileguato in men che non si dica poco dopo che eravamo finiti in quell’orrendo luogo. Lo avevano catturato? Era andato via di sua spontanea volontà lasciandomi da solo? Non lo sapevo e nessuna delle due risposte sarebbe stata piacevole. Nel caso in cui lo fosse stato catturato, cosa gli stavano facendo? Lo torturavano? Probabilmente mi aspettava, nel periodo precedente al nostro arrivo in Purgatorio Castiel era stato molto debole, probabilmente non aveva abbastanza forza per poter contrattaccare, per liberarsi, per scappare.
Ma se invece mi aveva lasciato lì di sua spontanea volontà? Perché farlo? Se lui fosse stato con me avrei avuto qualcuno con cui parlare, qualcuno di cui fidarmi. Avrei potuto dormire: lui avrebbe fatto da guardia, gli angeli non hanno bisogno di dormire. Scacciai queste fantasie dalla mia testa e mi concentrai nuovamente sulla zona circostante. In mano tenevo il mio coltello mentre nella cintura avevo altre armi che avevo fabbricato con pietre e cortecce che avevo trovato nel bosco; la testa mi faceva male per via delle innumerevoli botte prese durante i combattimenti. Il mio volto era sporco di terra e sangue ormai secco di ferite meno recenti. In quel momento sentii un rumore: una foglia pestata da qualcosa aveva emesso un sonoro “crack” che riecheggiava nella nebbia. Fu veloce quando mi vide. Iniziò a correre ed io dietro di lui, doveva trattarsi un vampiro, lo si poteva vedere da come correva, dalla velocità con cui lo faceva. Ma nessun mostro scappa a Dean Winchester: erano già mesi che mi trovavo in quel postaccio, mesi che cercavo Castiel senza risultato, ero arrabbiato, molto arrabbiato e questa sicuramente non era una cosa che sarebbe andata a favore dei mostri. Il vampiro si fermò, probabilmente cercava di capire dove mi trovassi: ero già dietro di lui. Il combattimento fu breve, durante il periodo in Purgatorio avevo sviluppato una aggressività animale, brutale. In pochi secondi avevo già disarmato il vampiro e lo avevo messo con le spalle contro un albero, respirava velocemente, probabilmente era spaventato.
“Rilassati, respira.” Dissi avvicinando il coltello al suo collo facendogli sentire il freddo della lama direttamente sulla sua pelle. “Dove è l’angelo?” chiesi in tono minaccioso mantenendo gli occhi puntati sul vampiro che ora iniziava ad accennare un saccente sorriso.
“Sei tu! L’umano.”
“Dove è l’angelo?” Questa volta avevo un tono di voce più alto.
“Non lo so.” Rispose il vampiro.
Con forza animale spostai il coltello dal suo collo e trafissi il suo avambraccio, del sangue schizzò sulla mia mano. Il vampiro ringhiò rivolgendo il capo all’indietro. Mi spostai ed andai a prendere la sua arma: era un gran coltello costruito con una pietra ben levigata legata ad uno spesso ramo. In un attimo avevo già separato la sua testa dal suo corpo, era bastato un colpo secco. Il corpo era già a terra quando la testa raggiunse il terreno. La mia ricerca non era andata avanti, un altro mostro era stato ucciso ma di Castiel non c’era ancora traccia, ciò mi distruggeva. Poi venni aggredito, le armi caddero al suo e io distante da loro mentre un altro mostro provava a mangiare il mio volto. Stava per vincere ma qualcuno mi salvò.


Non sapevo quanto potessi realmente fidarmi di Benny: d’altronde non era che un vampiro e dei mostri non ci si può che non fidare. Mi aveva promesso una via d’uscita da quel luogo in cambio di un passaggio fuori, inoltre mi avrebbe aiutato a cercare Castiel. Non avrei voluto ma fidarmi di lui era tutto ciò che mi rimaneva. Quando trovammo un luogo per accamparci ebbi un po’ di paura ad addormentarmi, e se mi avesse ucciso durante il sonno? Uccidere Dean Winchester, sicuramente lo avrebbe reso un vampiro rispettato. Questi orrendi pensieri mi tenevano lontano dalle braccia di Morfeo.
“Non ti vorrai mica nutrire di me?” Dissi quando io e Benny ci sedemmo l’uno davanti all’altro mentre il sole iniziava a sparire all’orizzonte.
“Non ho bisogno del tuo sangue, Dean.” Lo guardai per qualche secondo e poi mi sedetti al suolo.
“Dovresti dormire, sei un umano, sarai sfinito.”
“Chi mi dice che non mi ammazzerai nel sonno?”
“Cosa ci guadagnerei, tu mi servi per tornare sulla Terra.”
“Non so se dici la verità.”
“Perché dovrei mentire?”
Non risposi alla domanda ed andai a poggiare la schiena sull’albero. Passarono soltanto pochi secondi prima di crollare in un sonno profondo. Sognai di trovare Castiel ma non nella migliore delle situazioni: era stato intrappolato da dei vampiri tra i quali c’era anche Benny, lo torturavano, si prendevano gioco di lui. Così li sfidai ma erano troppi e mi prendevano, mi accoltellavano, mi mordevano finché non mi accasciai al suolo in fin di vita.
“Dean, svegliati.” Fu Benny a chiamarmi, lo fece tre volte prima che mi svegliassi del tutto. “Incubo? Non riuscivi a stare fermo.”
Guardai Benny e scossi il capo: “No, no, nessun incubo.” Benny ridacchio e nel frattempo io mi allontanai un attimo da lui facendomi spazio dietro gli alberi. Guardai in alto: il cielo notturno del purgatorio era privo di stelle, o forse non era possibile vederla per via del soffitto di foglie che stava sulle nostre teste. Il buio e il silenzio regnavano all’unisono. Mi guardai intorno e alzai il capo puntando gli occhi verso quello che speravo fosse il cielo.
“Cas, so che probabilmente non mi starai ascoltando ma anche stasera voglio parlarti.” Sospirai leggermente e poi ripresi a parlare. “Dove sei finito, Cas? Forse c’è una via d’uscita, possiamo tornare sulla Terra, tornare da Sam e lasciarci alle spalle questo posto orrendo. Ho bisogno di te e non me ne andrò da qui senza di te. Ti prego, torna.” Non mi ero accorto che i miei occhi erano diventati lucidi. 
“Non so se risponderà il tuo angioletto.” Sentii la voce di Benny a qualche metro dietro di me. Non mi voltai quindi fu lui ad avvicinarsi. 
“Perché ci tieni così tanto, Dean? Lui ti ha abbandonato qui.” Continuò quindi una volta che fu accanto a me.
“Deve essergli accaduta qualcosa o non lo avrebbe fatto.” Risposi io e lentamente tornai verso il “rifugio”.
“E come hai intenzione di trovarlo?” 
“Facendo parlare questi mostri figli di puttana.”
Benny rimase in silenzio ed io pensai un attimo a quello che avevo appena detto.
“Beh… senza offesa.”
Benny ridacchiò a bassa voce e si avvicinò anche lui al rifugio.
“Nessuna offesa, all’alba andiamo a cercarne un po’.”
“Ammazzeresti dei tuoi simili?” Guardai Benny con aria di sfida.
“Lo ho già fatto, altrimenti saresti già morto stecchito. Qui siamo tutti nemici.”
Certo Castiel aveva i suoi poteri da angelo ma era comunque solo in un posto del genere, non ero proprio preoccupato per lui, sapevo che se la sarebbe cavata ma c’era una parte di me che non riusciva a vedere un lieto fine in questa storia. Mi correggo, il lieto fine non ci sarebbe stato sicuramente ma almeno riuscire a salvare sia me che Castiel sarebbe già stato qualcosa.
“Rimettiamoci in marcia, adesso.” Dissi deciso iniziando a raccogliere la cintura con le mie armi.
“Sicuro di aver riposato abbastanza, Winchester?”
“Sicurissimo.”
Benny si limito quindi ad annuire ed iniziò anche lui a raccogliere le sue cose
“Facciamo attenzione, sei una calamità per loro.”


A volte la mia rabbia sorprendeva persino Benny, il modo in cui aggredivo, torturavo e uccidevo brutalmente quelle creature lo destabilizzava di tanto in tanto, forse aveva paura che questo destino sarebbe presto toccato anche a lui ma non potevo esserne certo, lentamente mi iniziavo a fidare di lui, forse diceva la verità, potevo immaginare perché volesse andare va da quel posto nonostante non conoscessi la sua storia, la sua vita da vivo. 
“Sono vere le voci che si sentono qui in giro.” Disse Benny dopo che avevo tagliato la testa ad un mutaforma.
“Che voci?” Raccolsi la mia arma lavandola dal sangue del mostro con la mia maglietta.
“Dean Winchester, il cacciatore più temuto della Terra.” Sbuffai a sentire quella risposta anche se sorrisi leggermente.
“Ce ne sono molti altri bravi tanto quanto me, anche di più.” Pensai principalmente a mio fratello, lui era un ottimo cacciatore, poi anche a Jody, il buon vecchio Bobby che da poco era scomparso dalla mia vita. Ma anche molti altri cacciatori che avevo conosciuto nel corso della mia vita: Ellen, Jo, Ash, Garth, forse Garth un po’ di meno ma era comunque un cacciatore abile, strambo ma abile. Tutti compivano i loro dovere e tutti erano egualmente validi.
“Eppure qui si sente solo il tuo nome e quello di tuo fratello, sai l’Apocalisse.”
“Non pensavo che a voi mostriciattoli piacessero i gossip alla Dottor Sexy MD.”
“Cosa è Dottor Sexy MD?”
“Emh… beh…” Abbassai il capo e ricominciai a camminare. “Andiamo, non possiamo perdere nemmeno un secondo.”


Il tempo in Purgatorio era strano, non ero certo di sapere da quanto tempo mi trovavo lì o da quanto tempo avevo iniziato a girare per il bosco insieme a Benny. Non sapevo dopo quanto tempo iniziammo a diventare amici. Io mi prendevo cura di lui e lui si prendeva cura di me. Faceva da palo nei rari momenti in cui dormivo e quando la sera alzavo gli occhi verso il cielo per pregare Castiel. Lo facevo ogni sera e lentamente iniziavo a perdere la speranza di poterlo rivedere lì in Purgatorio o che fosse ancora vivo. I leviatani avevano capito che io e Benny stavamo tramando qualcosa ed iniziarono a darci la caccia. Tutto il Purgatorio era al corrente del fatto che io mi trovavo lì e che dovevo essere eliminato il prima possibile. Innumerevoli volte Benny mi aveva salvato da situazioni che senza di lui sarebbero state difficili se lui non fosse stato con me, allo stesso modo io lo avevo difeso da un branco di vampiri che voleva linciarlo per tradimento. Benny continuava a non parlare del suo passato ed io rispettavo questa sua scelta, d’altronde anche io non mi trovavo molto a mio agio a parlare di me stesso, anche se, con l’avvicendarsi dei giorni e delle notti gli iniziai a raccontare qualche caccia passata o qualche aneddoto sui giovani Winchester, senza scendere però troppo nei particolari. Benny una particolare abitudine: per attirare i mostri spesso iniziava a fischiettare “In the hall of the mountain king”, li provocava permettendoci di iniziare a combatterli e continuava a fischiettare finché non li mettevamo a tappeto per iniziare a torturargli in modo da ottenere qualche misera informazione sulla posizione di Castiel. Forse era vero ciò che Sam mi aveva sempre detto nel corso degli anni: non tutti i mostri sono cattivi, alcuni riescono a non esserlo e Benny mi aveva dato la prova che questo forse era possibile, mi aveva insegnato a rispettarlo. E continuavamo a cacciare, ad uccidere e a torturare, arrivai persino a pensare di starmi trasformando io in un mostro, che quel posto mi stava facendo questo.
Fu un lupo mannaro a parlare.


La radura in fondo al fiume, soltanto tre giorni di strada. Ci mettemmo immediatamente in marcia. Castiel era vivo, ma perché non aveva risposto alle mie preghiere? Perché mi aveva abbandonato? Provai a scacciare questi pensieri ma Benny li riportava sempre dentro la mia testa, probabilmente voleva soltanto proteggermi da una eventuale delusione ma ero certo che Castiel non mi avrebbe mai deluso.
“Sto arrivando Castiel, sono solo a un giorno da dove dicono che ti hanno visto.” Quell’ultima sera finii così la mia preghiera prima di rimettermi in marcia, Benny poggiò una mano sulla mia spalla fermandomi.
“Dean, dovremmo riposare, siamo in marcia da più di trenta ore, hai mangiato a malapena.”
“Siamo quasi arrivati, non mi fermerò adesso.”
“Una volta che troveremo Castiel dovremo arrivare al portale, sarà difficile, la zona è ben controllata dai Leviatani, devi essere ben riposato. Potremmo non farcela tutti e tre.” Mi fermai e lentamente mi voltai verso Benny.
“Che vuoi dire?”
“Il passaggio è per umani, io posso passare grazie a te. Ma Castiel? Non è umano.” Benny sembrava temere una mia reazione aggressiva, atteggiamento sensato e prevedibile data la rabbia che avevo manifestato nei mesi precedenti. Reagì, invece, come un bambino.
“Ci deve essere un modo, c’è sicuramente.” Raramente nella vita mi è capitato di nutrire molta speranza per qualcosa, portare Castiel fuori dal purgatorio era sicuramente qualcosa che vedevo possibile in un modo o nell’altro. Negli anni ho imparato che c’è sempre un modo anche se bisogna scendere a patti: avevo ucciso Azazel, affrontato l’Apocalisse, riportato mio fratello dalla gabbia di Lucifero, risollevato Castiel dal delirio, anche questo problema poteva essere risolto come tutti gli altri. Non potevo di certo perderlo, non subito dopo averlo ritrovato.
“Non so Dean, voglio solo che tu ne sia consapevole, potremmo non riuscire a portarlo via.”
“In un modo o nell’altro ce la faremo Benny, non ce ne andremo senza di lui.”
Se prima aveva uno sguardo protettivo nei miei confronti ora era serio, quasi arrabbiato. Benny doveva tornare sulla Terra, non sapevo perché, non glielo avrei chiesto ma sentivo che per lui era importantissimo. Benny però non rispose e io acconsentii al riposarci per qualche ora. Sistemammo le nostre cose in un luogo sicuro, anche se ormai di luoghi sicuri ce ne erano ben pochi, e ci sedemmo l’uno di fronte all’altro. Passammo il nostro tempo a parlare di quanto insolita fosse la nostra amicizia: un cacciatore e un vampiro uniti per una causa comune. Rischiai molto con Benny, gli raccontai molto di me, mi aprii con lui come avevo fatto con ben poche persone: gli parlai di mia madre e di mio padre, della mia infanzia. In quel momento sentivo profondamente il bisogno di un amico, di una spalla e lui era lì. Lui mi parlò della sua morte, del suo necessario bisogno di vendetta verso un uomo che gli aveva portato via ogni cosa, non disse cosa, ma capii che era importante. Li avrei portati fuori: lui e Castiel. 
Mi addormentai accanto a Benny che si alzò afferrando un’arma ed iniziando a controllare la zona.


Alle prime luci dell’alba Benny mi scosse incitandomi a svegliarmi.
“Amico, tutto apposto? Ci stanno attaccando?” Chiesi ancora non del tutto sveglio.
“No Dean, ma lo sento, il tuo angelo, sento una potente energia venire da quella direzione.” Benny indicò un punti dove sembrava che il fiume finisse ed io balzai immediatamente in piedi mentre lui continuava a parlare. “Sono attratto da questa energia, si diffonde nell’atmosfera.”
“Deve essere lui.”
Sembrava che Benny volesse aggiungere qualcos’altro ma io ero già partito per la radura e lui non potè fare altro che seguirmi.  Ero agitato, mi sentivo come un bambino che la notte di Natale si alza furtivamente dal letto per andare a vedere se riesce a incontrare l’omone con la barba che distribuisce regali per il mondo in una sola notte, camminavo velocemente verso la radura controllando di tanto in tanto se il fiume era ancora alla mia destra. Benny riusciva a starmi dietro solo perché era dotato della velocità dei vampiri. E avanzavo facendomi spazio tra gli alberi, non guardavo mai indietro, non mi interessava se dei mostri ci stavano seguendo, continuavo ad andare verso Castiel e poi… lo vidi. Era accovacciato sulla sponda del fiume, stava sciacquando le sue mani. Non era messo benissimo: era sporco, ferito ma anche io non ero di certo messo meglio, quel posto ci aveva ridotti in quel modo. Scavalcai un arbusto, Benny dietro di me, ed arrivai alla spiaggia.
“Cas!” 


“Forse non mi sono spiegato bene, non me ne vado da qui senza di te… sono stato chiaro?” Avevo convinto così Castiel e proseguire con noi, non eravamo certi che avrebbe potuto passare attraverso il portale ma avremmo trovato un modo. Benny e Castiel non sembravano andare molto d’accordo, il primo sembrava abbastanza arrabbiato per il fatto che Castiel mi avesse abbandonato in quell’angusto luogo, sapevo che Castiel lo aveva fatto per proteggermi anche se, quando me lo aveva detto, per un momento non mi si era spezzata l’anima. Il secondo, invece, era riluttante verso il fatto che Benny fosse un vampiro, un mostro come tutti gli altri. Provai spesso a spiegargli che in realtà non era così e che potevamo fidarci tranquillamente di lui. Una cosa però non si poteva negare: Castiel era certamente una calamita per i mostri, Benny sentiva questo richiamo in continuazione. Gli angeli erano dotati di una grande energia, potevano essere avvertiti nel raggio di molti metri, ogni mostro era a conoscenza della nostra posizione ed eravamo i più grandi ricercati in purgatorio al momento. Unendo la nostra forza riuscivamo a reagire: io e Benny eravamo sicuramente degli ottimi combattenti e Castiel poteva di tanto in tanto – era ancora molto debole – usare i suoi poteri da angelo. Il cammino per il portale era abbastanza lungo e insidioso: dovemmo iniziare a scalare un monte. Non era particolarmente alto ma la presenza dei mostri ci rallentava sempre. Quando la situazione si metteva difficile Benny ricominciava sempre a fischiettare quella melodia, gli dava la carica per la battaglia. Avevo contato sette notti da quando avevamo trovato Castiel ma non ero certo che fossero passati altrettanti giorni.
“Gli abbiamo fatto il culo a questi mutaforma.” Esclamai soddisfatto dopo aver sfilato il mio machete dal collo del mostro. “Quanto manca al portale?”
“Un paio di giorni o poco più.” Rispose Benny sistemandosi la giacca che era stata stracciata durante il combattimento.
“E tu e Benny tornerete a casa.” Aggiunse Castiel seriamente.
“No Castiel, te lo ho detto, torneremo tutti e tre insieme.”
“L’angelo ha ragione, Dean.” Perfetto, pensai nella mia testa, erano passati dall’odiarsi al fare gruppo contro di me.
“Ne abbiamo già parlato Benny. Faremo il culo a tutti questi leviatani figli di puttana, finiranno ad essere anche loro stessi a farci uscire da qua pur di non averci più intorno.” Feci un sorriso colmo di soddisfazione ma nessuno dei due riuscì a ricambiarlo.
“Non essere troppo ottimista, Dean.” Castiel era ancora serio.
“E poi che ne sappiamo che l’angelo non vorrà abbandonarti di nuovo.” Aggiunse Benny prima di riprendere a camminare. Feci per rispondere ma Castiel poggiò una mano sulla mia spalla invitandomi a lasciar perdere. Lo guardai cercando di protestare ma gli occhi di Castiel erano impassibili. “Muovetevi, ci sarà tempo per le smancerie ma al momento siamo già abbastanza vulnerabili.” E riprendemmo il cammino.


Eravamo soltanto a poche ore dal portale. Sentivo che le gambe stavano per cedere, ero l’unico umano tra loro, l’unico che sentiva stanchezza, fame e sete, nonostante ciò provavo sempre a mettere da parte i miei bisogni primordiali, uscire da quel posto era il mio unico pensiero. Il rapporto tra Castiel e Benny non mi migliorava se non per i momenti in cui dovevano distruggere ogni mia minima e rara forma di ottimismo. Eravamo soltanto a poche ore dal portale quando li vidimo.
Erano come dei grossi meteoriti neri che si schiantavano sul suolo formando un grande stato di melma nera che lentamente prendeva forma. “LEVIATANI!” Urlò Castiel mentre io e Benny iniziavamo a prendere dalla cintura le nostre armi migliori. Alcuni leviatani prendevano si sagomavano una forma umanoide fino a non rendersi molto diversi da noi, altri, invece, prendevano la forma di creature mostruose, mitologiche. Ce ne erano a decine, eravamo circondati. Benny iniziò a fischiare la melodia prima di partire all’attacco. Fu il segnale. Non seguii molto le vicende degli altri ma mi concentrai soltanto sulla mia parte di leviatani da massacrasse. La melodia fischiata da Benny riecheggiava nell’aria producendo un eco che a sua volta ne produceva un altro non abbandonando mai il campo di battaglia. Mi muovevo agilmente tra i vari leviatani tagliando più teste possibili: non li avrebbe uccisi ma almeno li avrebbe rallentati. Me la cavai abbastanza bene, muovevo le braccia con movimenti ampi per riempire più spazio possibile e rendermi più agile. Di tanto in tanto vedevo una luce intensa seguita da grida e ruggiti, segno che Castiel stava combattendo al meglio che poteva. Ne avevo già indeboliti sei ma sembravano continuare ad aumentare sempre di più. La luce di Castiel era ogni volta sempre più forte facendone fuori sempre di più, finché non la vidi più e anche la melodia di Benny smise di espandersi nell’aria. Mi voltai lasciando così ai leviatani rimasti un gran vantaggio. Vidi Castiel a terra con un leviatano su di lui pronto a ridurlo a brandelli. Gridai il suo nome, non ci sarei arrivato a salvarlo, ce ne erano troppi tra me e lui, non ci sarei mai potuto arrivare. Corsi verso di lui ma mi presero, mi tirarono, mi ci allontanarono, non vidi per qualche secondo, per più di quel secondo. Sentii altre urla, non di dolore ma di sforzo, sembravano di Benny. I mostri mi coprivano la visuale, ero preoccupato per Castiel e la mia rabbia si rivelò nel combattimento riprendendo la feracità che mi era stata caratteristica in quel periodo in Purgatorio. Ne ammazzai molti in poco tempo ma il leviatano stava quasi già per mordere Castiel e urlai ancora una volta. 
La testa del leviatano cadde al suolo e il volto di Castiel era esterrefatto. Benny era riuscito a salvarlo, a proteggerlo.
“Non riuscirei a sopportare Dean se ti dovesse succedere qualcosa.” Benny tese la mano a Castiel aiutandolo a rimettersi in piedi e poi tornarono all’attacco. Riuscimmo a decapitarli tutti ed iniziammo a correre. In cielo di nuovo apparvero altri meteoriti di melma nera e noi correvamo il più velocemente possibile finché non arrivammo al portale. Era blu e stava tra due rocce poco più in alto di dove ci trovava o noi. Velocemente feci un taglio sul mio braccio per permettere tramite un incantesimo all’anima di Benny entrare in me. Fu strano, era come essere posseduti. Potevo sentirlo parlare e mi incitava ad andare velocemente verso il portale. Ora eravamo due ed i leviatani erano sempre di più. Mi feci strada con Castiel verso il portale, arrivai a mettere un piede dentro quando mi accorsi che Castiel si era fermato. Mi voltai e chiamai il suo nome.
“Arrivederci Dean.” Si limitò a dire mentre sentivo che il mio corpo veniva trascinato verso l’interno del portale. No, non poteva accadere, mi feci forza e riuscii ad afferrare la mano di Castiel tirandolo verso di me, verso il portale.
Ma stava iniziando a chiudersi, la sola presenza di Castiel lo stava indebolendo. “Dean devi lasciarmi andare, salvati, torna a casa, troverò un modo per uscire.”
“Castiel ti prego, non me ne vado se non te ne vai tu.” Il portale era sempre più stretto e io mi ostinavo a tirare Castiel verso di me. Lui mi sorrise e lascio la presa spingendomi verso il portale che si chiuse immediatamente dopo il mio passaggio.

Aprii gli occhi: un cielo pieno di stelle. Terra.

Scoprii molto su Benny una volta sulla Terra. Scoprii di questa donna che lui aveva amato: Andrea, era greca, i due erano provati a scappare ma l’alpha glielo aveva impedito. Era stato lui ad ucciderlo, gli tagliò la testa perché traditore. Benny voleva soltanto realizzare il suo sogno.

Castiel riuscì a tornare qualche mese dopo, era stato salvato da degli angeli anche se non nel miglior modo possibile: Castiel non era in ottimi rapporti con il paradiso.

Fui io ad uccidere Benny quando venne il momento. Aveva scoperto che tutto ciò che aveva in terra era andato perduto, non aveva più nulla, viveva da inetto nutrendosi di animali. Morì da eroe, un sacrificio da compiere per aiutare Sam a chiudere le porte dell’Inferno per sempre. Quando stavo per tagliarli la testa sembrava volesse dirmi qualcosa e così lo sussurrò. “Sono onorato sia tu a farlo, Dean Winchester.” La sua testa cadde poi a terra e io mi sentii distrutto. Quando tornai sulla Terra e conobbi la sua storia scoprii perché fischiettava quella melodia, mi informai nonostante non fosse una cosa solita per me ma volevo capire. La musica raccontava di un uomo, Peer Gynt, che amava una donna ma gli era stato proibito di sposarla. Scapparono quindi insieme per rifugiarsi nella montagne che però erano abitate dai troll che decisero di portarlo al cospetto del loro re. Peer provò a scappare e a raggiungere l’amata che nel frattempo era stata mandata a casa ma non ci riuscì finendo per essere ucciso dal re dei Troll. Quella storia ricordava molto la vita di Benny, capii quanto quella melodia potesse essere importante per lui soltanto troppo tardi. Lo avevo aiutato ma avevamo comunque fallito, non ero stato abbastanza un buon amico. E ora lui era tornato in Purgatorio. Benny lo aveva sempre visto come un luogo puro, non avevo mai capito davvero cosa volesse dire. Lì le creature potevano lasciarsi andare ai loro istinti primordiali, selvaggi, primitivi. Puri e non contaminati dai peccati del mondo civilizzato.


Non sentii parlare nuovamente del Purgatorio per molti anni. Ricomparse così, quando meno me lo potevo aspettare, nel momento in cui cercavamo di rinchiudere Dio così come lui aveva rinchiuso sua sorella Amara. Michele era stato ben chiaro, serviva un ingrediente ben preciso: il nettare del fiore del leviatano. E aveva aperto un portale. Prima di andare avrei voluto scambiare qualche parola con Castiel ma in quel periodo non correva buon sangue tra di noi e il mio maledetto orgoglio non mi fece fare il primo passo. 
Attraversammo quindi il portale impostando l’orologio nell’orario in cui si sarebbe richiuso. In quel passaggio mi venne in mente un ricordo: quando Jack era ancora vivo spesso una sera la settimana guardavamo un film. Una volta lui volle vedere un film di cui aveva sentito parlare in giro: “Hunger Games.” Sinceramente non lo seguii molto, odiavo tutte quelle storie romanticizzate, quella sera avremmo potuto vedere un film sicuramente più bello come un vecchio western o uno girato da un qualche importante regista degli anni ’70. Solo una cosa di quel film mi lasciò colpito: l’arena, tutti contro tutti, all’ultimo sangue. Pensai a quelle sequenza mentre sentivo la nebbia fitta del purgatorio avvolgermi nuovamente dopo anni, l’odore di morte e muschio invase le mie narici. Eravamo tornati. 
I giochi eravamo ricominciati.


N.A. 
Salve bentrovati a fine capitolo, ne pubblicherò quindi un altro ma lo farò tra un mesetto dopo che uscirà la 15x09. Vorrei sapere cosa accadrà in Purgatorio questa volta prima di scrivere il mio capitolo anche se, a prescindere da cosa accadrà nell’episodio, ho già delle idee ben chiare su quello che accadrà a Dean e Castiel e chissà magari anche a Benny, d’altronde si trova di nuovo lì, no? In questo mese di hiatus penso che scriverò qualche missing moment natalizio. Ci sto pensando su.
Un bacio, al prossimo aggiornamento.
Pratins.

   
 
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