Elsa
si era
rifugiata sulla cima della montagna dalla quale si vedeva il panorama
della
città, adorava quel posto quando aveva bisogno di pensare,
ed in questo momento
ne sentiva la necessità più che mai.
Sapeva bene
che non poteva fidarsi di Pitch, eppure perché continuava a
doverselo ripetere?
Il suo
flusso di pensieri fu interrotto da Jack che le piombò
davanti, anche
se appeso al contrario dato che stava volando trasportato dal vento
come al suo
solito.
“Ehi regina
di ghiaccio che ti prende? Ti va di fare un pupazzo di neve?”
Elsa si
sforzò di sorridere.
“Magari
un’altra volta”
Jack atterrò
accanto a lei e si sedette su una roccia invitandola a fare
altrettanto. In
realtà era molto preoccupato, da quando l’aveva
conosciuta aveva la capacità a
volte di capire come si sentisse e poco prima aveva percepito delle
sensazioni
di angoscia non indifferenti.
“Ti va di
parlarne?”
Elsa si
sedette accanto a lui, era contenta di poterne parlare con qualcuno,
soprattutto se quel qualcuno era Jack, ma non sapeva davvero da dove
cominciare
e cosa ne avrebbe pensato lui.
O forse lo
sapeva in realtà e la cosa la spaventava?
No! Doveva
smettere di lasciare che la paura la dominasse ancora, decise di
iniziare a
parlarne in qualche modo.
“La verità è
che mi manca mia sorella”
Ammise tristemente,
Jack le strinse la mano.
“Anche a me
manca la mia qualche volta, ci sono giorni in cui mi chiedo cosa le
è successo
dopo, se è stata felice e come sarebbero andate le cose se
mi fossi ricordato
prima di lei… magari l’avrei convinta a credere in
me in qualche modo e forse
l’avrei potuta vedere crescere, come tu hai potuto fare con
Anna”
“Jack mi
dispiace…”
“No, in
parte forse è meglio così, a te fa più
male anche perché ci hai passato tutto
il resto della sua vita insieme, io solo pochi anni e sono abituato
all’idea
ormai da 300 anni”
Lo fissò e
percepiva che comunque soffriva ancora; la cosa la rattristava, non era
sua
intenzione fargli tornare ricordi dolorosi, ma doveva chiederglielo.
“Tu cosa
faresti se avessi anche solo una speranza di poterla
rivedere?”
Jack rimase
sorpreso da quella strana domanda.
“Ti direi
che è impossibile, è passato troppo tempo
ormai”
“E se non
fosse impossibile?”
“Che intendi
dire?”
“Cosa
faresti se avessi anche solo una remota possibilità di
rivederla?”
“Se potessi
farei qualsiasi cosa per riaverla, ma non è possibile
purtroppo e so che posso
e devo andare avanti, devo farlo anche per lei e per tutti i bambini
che hanno
bisogno di me”
“Quindi
davvero ti va bene vivere per sempre senza poterla rivedere mai
più?”
Jack ebbe un
sussulto a quelle parole e d’istinto lasciò la
mano di Elsa.
“È
di
questo che si tratta allora? Ti sei pentita della scelta che hai
fatto?”
Jack sentì
il cuore pulsargli all’impazzata, credeva che la vita con lui
ed i Guardiani la
rendesse felice.
Elsa non si
aspettava una risposta simile, posò entrambe le mani sulle
sue fissandolo negli
occhi.
“No, non è
quello che intendevo! E’ che lei mi manca terribilmente,
è passato molto tempo
da quando lei è… ma non riesco a farmene una
ragione, non posso accettare che
non la vedrò mai più, tu come hai fatto? Come hai
accettato tutto questo?”
Senza
accorgersene aveva iniziato a singhiozzare, Jack sospirò
tristemente.
“Non so se
l’ho mai accettato del tutto”
La cinse in
un abbraccio e lei si aggrappò con forza a lui.
Capì in quel momento che
nonostante i 300 anni quella probabilmente era ancora una ferita anche
per lui,
una ferita che forse non si sarebbe mai rimarginata del tutto.
“Ok, però promettimi che mi chiamerai per qualsiasi cosa, ed io volerò in un attimo da te!”
Elsa annuì accennando un sorriso mentre lui le asciugava le ultime lacrime sul suo viso.
Elsa adorava il suo modo di preoccuparsi per lei, quindi lo salutò e lo osservò volare via.
Purtroppo la sensazione di benessere durò poco perché presto si ricordò cosa portava con sé: estrasse la fiala di Pitch e la fissò.
Non poteva credere di stare ancora anche solo minimamente valutando la cosa, soprattutto perché proposta da Pitch, sapeva bene che di lui non ci si poteva fidare.
Forse ne avrebbe dovuto parlare direttamente con Jack, ma in realtà già sapeva che scelta avrebbe fatto lui al suo posto, ed era quella giusta.
Tutta la logica di questo mondo le imponeva di lasciar perdere ma c’era qualcosa di più forte che le gridava di non farlo.
Era il suo cuore.
Continuò a fissare la fiala.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Quella
notte
Jack percepì delle strane sensazioni: prima un forte mal di
testa, poi un
dolore crescente pervadergli tutto il corpo, infine un senso di
rimorso. Si
svegliò agitato e con il cuore che gli batteva forte.
Calmati Jack era solo un sogno!
Ripeté tra
sé come per convincersi, quindi tornò a dormire
ma solo poche ore perché dopo
fu svegliato da Calmoniglio.
“Svegliati
Jack!”
Jack
socchiuse un occhio ed osservò il sole.
“È
appena
l’alba Calmoniglio, ieri sera abbiamo fatto tardi per aiutare
Nord e stanotte
ho dormito pochissimo non puoi aspettare…”
“È
una cosa
seria!”
“Che è
successo? I fiori ti hanno dipinto le uova del colore
sbagliato?”
Risentito
Calmoniglio incrociò le braccia al petto.
“Fa meno lo
spiritoso… si tratta di Elsa!”
A quelle
parole Jack si alzò di scatto.
“Cosa le è
successo?”
Chiese
angosciato.
Possibile
che quelle sensazioni che aveva percepito prima fossero di Elsa?
“Meglio che
tu lo veda con i tuoi occhi!”
Disse triste
Calmoniglio posandogli la mano sulla spalla, quindi
tamburellò a terra con la
zampa posteriore per creare una tana e invitò Jack a
entrarci.
Jack non se
lo fece ripetere due volte e si tuffò nella tana che in
pochi minuti li trasportò
nel luogo indicato.
C’erano
tutti: Nord, Sandy e Dentolina, ma la cosa che lo preoccupò
di più fu Elsa, in
quanto era distesa inerme a terra.
Jack sentì
mancargli il fiato, si precipitò su di lei per controllarle
il polso, riprese a
respirare solo nel momento in cui capì che stava solo
dormendo.
“Elsa
svegliati!”
Provò a dire
scuotendola leggermente, ma non ebbe nessun effetto. Sentì
la mano di Nord sulla
sua spalla.
“È
inutile
ragazzo, abbiamo provato tutto, ma non si sveglia… abbiamo
trovato questo in
sua mano”
Disse Nord
col suo usuale accento russo mostrandogli una fiala vuota Jack
trasalì
riconoscendola immediatamente, sembrava proprio la stessa fiala che
diversi
anni prima aveva ricevuto da Pitch.
“So da chi
devo andare”
Quando
Elsa
riaprì gli occhi sentiva ancora un fortissimo mal di testa,
vide la luce del
sole filtrare dagli alberi, era in una specie di foresta?
Si alzò
piano, per quanto il mal di testa le consentiva almeno! Le
servì qualche minuto
per riprendere coscienza di quello che era successo.
Ma certo! Aveva
bevuto quella assurda pozione di Pitch! Si osservò
attentamente per poi
guardarsi intorno, ma nulla sembrava più diverso del solito.
Era ovvio, come
aveva potuto fidarsi di quell’uomo? Si sentì una
stupida anche solo per averlo
fatto, inoltre non si sentiva per niente bene, chissà cosa
aveva bevuto in
realtà.
Elsa non è da te seguire certe cose!
Pensò
rimproverando se stessa, ora doveva solo capire che diavolo fosse
successo, ma
proprio in quel momento sentì il suo nome da una voce
familiare.
Si voltò
immediatamente in quella direzione e rimase come pietrificata quando
vide di
chi si trattava.
Era Anna.
Elsa calmati, è sicuramente un
altro sogno o
un’illusione creata da Pitch, non può essere reale.
Pensò tra
sé, cercando di auto convincersi, ma la sua fermezza
vacillò quando
Anna iniziò a parlare.
“Oh eccoti
finalmente! Dove eri finita? Eravamo d’accordo che ci saremmo
riviste al
castello ed invece ti ritrovo qui, lo sai che mi stavi facendo
preoccupare?”
Ok, perché sembrava così
dannatamente reale?
Anna la
osservò e notò qualcosa di strano in sua sorella.
“Tutto ok
Elsa? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma! Forse sono
spettinata? Ho
un di nuovo un insetto nei capelli? Oddio spero davvero di non avere
di nuovo
un insetto in testa!”
Iniziò ad agitare
i capelli sperando di far cadere un eventuale insetto, ma fu bloccata
da un
inaspettato abraccio da parte di sua sorella.
“Anna sei
davvero tu? Mi sei mancata così tanto in tutto questo
tempo!”
“Aspetta,
che? Cioè, anche io sono felice di vederti ma non ci vediamo
solo da un paio
d’ore! Come d’accordo ero venuta nel bosco a
raccogliere le more per provare a
fare quel dolce da sola, ricordi? Poi in teoria dovevamo rivederci al
castello
ma non ti ho trovata e sono tornata qui a
cercarti…”
In tutta
risposta Elsa la strinse ancora più forte, aveva quasi paura
che lasciandola andare
potesse svanire di nuovo. Alcune lacrime scandirono il suo viso.
“Ok, non
sono così brava a cucinare ma non è il caso di
piangere…” ma in quel momento
Anna si accorse che era una cosa seria,
quindi si sciolse leggermente dall’abbraccio
portando le mani sulle
spalle di Elsa. Con le dita le asciugò le lacrime che
solcavano il suo viso.
“Ehi
sorella, tutto ok? Cos’hai?”
Chiese
visibilmente preoccupata. Elsa la fissò ancora incredula che
fosse proprio lì
accanto a lei.
“È
tutto
ok” disse con un sorriso, infatti quelle erano lacrime di
felicità “basta che
tu sia qui e anche se mi sembra un sogno, è questo
l’importante!”
Anna
ricambiò il sorriso, anche se quella le sembrava a stento
sua sorella, era
contenta di rivederla sorridere.
“Ti va di
tornare al castello insieme?”
Elsa annuì,
ma appena fecero pochi passi sentì nuovamente un forte
capogiro, come se
ci fosse qualcosa di strano, come se qualcosa le stesse
sfuggendo… Anna notò il
suo malessere.
“Ti senti
bene Elsa?”
“Ho solo un
forte mal di testa”
“Negli
ultimi giorni hai detto che stavi sentendo i tuoi poteri crescere,
magari
questo è una specie di effetto collaterale, probabilmente
hai solo bisogno di
un po’ di riposo, andiamo a casa”
I suoi
poteri? Non ci aveva fatto caso ma in effetti in qualche modo si
sentiva
diversa anche da quel punto di vista, sperò davvero che un
po' di riposo
avrebbe risolto tutto, magari era solo un effetto
dell’incredibile viaggio che
aveva fatto e a cui stentava ancora a credere.
Jack volò da Pitch il più velocemente possibile,
precipitandosi davanti alla
sua cella. Nel vederlo arrivare l’uomo nero lo accolse con un
gran sorriso.
“Jack,
vecchio mio, quanto tempo! Scusa se non ti invito a sederti ma
sai… il servizio
è un po’ scadente quaggiù!”
Puntualizzò
ironico. Jack si
avventò davanti a lui
furioso.
“Che COSA
hai fatto ad Elsa?”
“Che
succede, avete litigato? Perché mai dovrei essere sempre io
la causa dei vostri
problemi, in fondo sono sempre stato qui, no?”
“Smettila di
mentire, vorresti dirmi che non sei stato tu?”
Disse
furente mostrandogli la fiala, non aveva tempo per i suoi giochetti.
“Non ho
detto questo, ma vedi mio caro Jack io l’ho messa solo
davanti ad una scelta
come ho fatto con te tempo fa, ma lei è stata
più lungimirante a quanto
pare!”
Pitch gli
spiegò della fiala e della scelta che aveva proposto ad Elsa.
“Vedi Jack l’ho
mandata lì perché io, a differenza tua, ti
ricordo che avevo assistito al vero
passato di Elsa, quello avvenuto prima che tu tornassi indietro nel
tempo
grazie alla mia sabbia nera, interferendo nella sua vita. In quella
realtà Elsa
è stata felice anche senza di te ed è riuscita
comunque a sciogliere il suo
cuore di ghiaccio e a trovare se stessa”
“Le tue parole sono
come il vento per me,
quindi ora fa tornare immediatamente Elsa indietro!”
“Non posso”
“Magari
potrai dopo che ti avrò rinfrescato le idee”
Disse lui
puntandogli contro minaccioso il suo bastone. Pitch alzò un
sopracciglio.
“Non dipende
da me Jack, l’unico modo per Elsa di tornare indietro
è che lei lo desideri con
tutto il suo cuore, quindi se avesse voluto sarebbe già
qui… chissà magari
potendo scegliere preferisce quella realtà adesso!”
“Tu non ci
conosci affatto, non sai nulla di noi e di quello che proviamo
veramente!”
“O forse hai
paura che io vi conosca meglio di quanto voi non lo facciate!”
Non poteva
essere, Jack si rifiutava di accettare una simile realtà,
soprattutto se veniva
da Pitch.
“Basta con
questi trucchetti, preparami subito la stessa fiala che hai fatto a lei
in
modo che
io la possa raggiungere!”
“Quella
fiala è stata creata dalla più grande paura di
Elsa, non posso farne una per
te, ed anche se dovessi crearne una dalle tue paure ci potrebbero
volere anni…
ma potrei avere ancora la polvere nera che ti aveva permesso di
raggiungere
l’epoca di Elsa anni fa, magari con qualche piccola modifica
potrebbe portarti
lì…”
Gli occhi di
Jack si fecero come una fessura.
“Mi avevi
detto che era FINITA!”
“Immagino di
essermi sbagliato, in fondo allora avevi bisogno di una
spinta… “
“E tu cosa
ci guadagni? Cosa vuoi in cambio?”
“Come mai mi
fate tutti questa domanda? Comunque voglio solo che tu crei due piccoli
amici
di ghiaccio che possano tenermi compagnia, sai inizio a sentirmi solo
qui
dentro, i miei poteri sono aumentati, ma non riesco ad abbattere queste
sbarre
che avete creato voi guardiani!”
Jack lo
fissò perplesso e seccato.
“Mi stai
prendendo in giro!”
“No, è tutto
ciò che chiedo”
“Pensi
davvero che io sia così stupido? So bene che quello che
speri è provare un'altra volta a liberarti per sempre di
me e di Elsa, ma non ci
riuscirai!”
Un gelido
sorriso si formò sul volto di Pitch.
“Se
ne sei
così convinto allora perché non accettare? O
forse hai dei dubbi su quello che
potrebbe realmente scegliere Elsa?”
Odiava
profondamente quell’uomo e i suoi tentativi di insinuare
paura e dubbi nelle
persone.
“Taci e
dammi quella polvere, sceglierò poi cosa farne”
Pitch indicò
la terra accanto a lui, Jack alzò gli occhi al cielo creando
le statue di due
piccoli ragni di ghiaccio nella sua cella.
“Mi spiace
non mi è venuto in mente altro che fosse ‘alla tua
altezza’. Fingerò che sia
quello che vuoi davvero, ora posso avere ciò che voglio
io?”
Pitch gli
mostrò il sacchetto contenente la sabbia nera.
“La devo
solo modificare in base alle tue attuali paure, in modo da farti
viaggiare
nella stessa epoca di Elsa, ovvero in quella in cui non ti ha mai
incontrato”
Prese la
polvere ed iniziò a concentrarci tutti i suoi poteri
alimentati dalle paure di
Jack, provando un enorme dolore, ma doveva resistere, doveva completare
il
processo. Un’enorme quantità di
oscurità si riversò nella polvere dandogli una
finitura rossastra. Pitch sembrava stravolto, probabilmente aveva
utilizzato
quasi tutte le sue energie, la sua voce era quasi un sibilo quando gli
disse:
“Avrò
bisogno anche di quattro fogli ed inchiostro… ti spiace? Al
momento sai sono un
po’ impossibilitato ad uscire”
Jack
spazientito gli andò a prendere carta e inchiostro.
“Altro?”
Sbuffò Jack.
“Ho usato
quasi tutto il mio potere per modificare la polvere, ora manca solo
l’ultimo
tocco”
Pitch prese i
fogli ed iniziò a disegnarci su strani simboli, quindi ne consegnò due
insieme alla polvere a Jack, gli
altri due sembravano essere identici ai precedenti. Jack
fissò stranito i fogli
ricevuti.
“Cosa sono?”
“Rune per
far sì che il viaggio funzioni, io ne devo tenere una copia
identica
qui o non si
attiveranno”
Disse
indicando i due fogli identici che aveva lasciato con sé.
“L’altra
volta non servivano…”
Osservò lui
sospettoso.
“L’altra
volta dovevi solo viaggiare nel TUO tempo, stavolta è
più complicato, quindi
anche una volta lì se vuoi tornare indietro dovrai farti
fare una copia
identica delle rune da me stesso, all’epoca non ci
conoscevamo ancora, quindi
suppongo che hai un vantaggio che ti potrà consentire di
ricevere quanto
desiderato senza troppi problemi”
Jack continuò
a fissarlo con l’aria di una persona che non credeva ad una
parola di quello
che stava ascoltando.
“Ok se non
mi credi usala senza, ti ritroverai indietro nel tempo in questa
realtà dove ti
ho fatto conoscere Elsa, non ottenendo nulla! Ma io fossi in te non la
sprecherei, ora davvero non ne ho più e per farne altre mi
servirebbero anni…”
Jack mise
nella tasca della felpa il materiale ricevuto.
“Andrò dai
guardiani ed insieme decideremo cosa fare, anche se evidentemente non
hai i
poterei per uscire, non voglio rischiare nulla!”
“Oh aspetta,
che sbadato, mi sono dimenticato di dire ad Elsa una
cosa…”
“Cosa?”
“Che c’è un
prezzo da pagare per lei che è arrivata bevendo la
fiala”
Jack stava
iniziando a perdere la pazienza.
“Ovvero?”
“Beh, la sua
coscienza avendo letteralmente viaggiato in un universo parallelo,
verrà
sostituita gradualmente da quella dell’Elsa della sua epoca,
scordandosi della
vita che ha avuto con te da quando io ho interferito portandoti nel
passato,
più tempo resterà li e più cose
dimenticherà, quindi penso dovresti sbrigarti”
“Tu,
maledetta ombra strisciante!”
“Tic tac
Jack, tic tac….”
Furioso Jack
volò via dai guardiani.
Pitch si rivolse
ai suoi nuovi amici di ghiaccio fingendo di parlare con loro:
“Ehi salve miei
piccoli amici come va? Pensate
che si sia bevuto la cosa delle rune? Cosa dite? Ho dimenticato
nuovamente di
dire qualcosa… uh, che sbadato è vero! Non ho
detto a Jack che se andrà lì,
anche lui avrà un prezzo da pagare, seppur diverso da quello
di Elsa…”
Rise
divertito all’idea.
“Vorrei solo
essere lì per godermi lo spettacolo ma penso che in un certo
senso avrò chi lo
farà per me!”
Eccoci alla fine del secondo capitolo!
Inizialmente il primo capitolo doveva concludersi qui ma poi mi hanno
fatto
notare che forse come primo capitolo poteva essere tropo lungo, quindi
li ho
separati (da una parte meglio perché questo mi ha permesso
di aggiungere un
dettaglio che mi servirà dopo).
Una cosa che mi ero dimenticata di dirvi del
primo capitolo è che il nome
“l’incubo” si contrappone al primo
capitolo de “La
regina di Ghiaccio” che si intitolava “il
sogno” perché mentre nella prima fic
tutto parte dal sogno di Jack, in questo caso è
l’incubo di Elsa a scatenare
gli eventi.
Ma bando alle ciance, in questo cap Elsa
finalmente fa la sua scelta e riesce a ritrovare sua sorella, devo dire
che il
rapporto tra queste due sorelle mi ha sempre colpita ed è
proprio questo che
spinge Elsa a bere la fiala: Elsa ormai riesce a controllare i suoi
poteri ed
ha una vita felice come leggenda, ma l’idea di dover vivere
per sempre senza
mai più poter vedere Anna inizia a insinuare in lei delle
latenti paure che non
riesce più a nascondere. E’ questo a spingerla a
fare la scelta estrema di bere
la fiala, nonostante sappia molto bene che potrebbe essere la scelta
sbagliata.
Secondo voi ha fatto bene? Avreste fatto lo
stesso?
In tutto questo Pitch diventa sempre più
macchiavellico e si offre di aiutare Jack… cosa
vorrà realmente? A cosa
serviranno quei fogli? Cosa farà Jack? Quale sarà
il suo prezzo da pagare?
Se avete supposizioni, pareri e consigli
come sempre diteli pure, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate e
migliorarmi!
Ci vediamo al prossimo cap dove inizieremo
ad avere un primo squarcio degli eventi di Frozen 2, e niente mi
è tornata la
vena creativa e sto scrivendo parecchio, quindi ci rivedremo presto : )
Un
grazie speciale a Mari Lace
che mi ha fatto gentilmente da beta!