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Autore: lagertha95    19/12/2019    7 recensioni
Kylo Ren, alias Ben Solo: retaggio familiare pesante, solo, giovane, rabbioso, deluso, poco paziente, diviso, nerovestito, Lato Oscuro della Forza con sprazzi improvvisi di Luce.
Rey di Kakku, alias la mercante di rottami: retaggio familiare inesistente, sola, dinamica, entusiasta, alla ricerca di una figura a cui far riferimento, giovane, vestita di colori chiari, Lato Chiaro della Forza con sprazzi di Oscurità.
Kylo Ren e Rey di Jakku sono due facce della stessa medaglia, attratti inevitabilmente l'uno dall'altra, complementari: impareranno a vedere o si limiteranno a guardare?
Assolutamente Reylo, da raccolta di OS si è trasformata in una long che, pian piano, sto portando avanti.
"Nella guerra degli sguardi, vince chi riesce ad andare oltre ciò che vede." cristinik, twitter.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Salve a tutti/e!
Perdonate la prolungata assenza (terribilmente lunga, lo ammetto), ma mi ero bloccata nell'attesa di Episodio IX.
Questa storia non contiene spoiler di nessun tipo, non seguirà minimamente la linea dei film e da questo momento in poi prenderà una strada diversa.
Essendo una Reylo, capirò se qualcuno non avrà piacere a leggerla.
Da questo capitolo si avrà una svolta, Rey e Kylo si avvicineranno di più andando avanti, si avranno battaglie e fughe e momenti di tranquillità e apparente pace.
Io spero che chi l'ha seguita continui a farlo e che nessuno mi maledica per essere scomparsa: ogni tanto è necessario.
Vi abbraccio tutti, uno per uno, 
Lagertha

 

Contatto

 
L'incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche:
se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.”
Carl Gustav Jung

 

Rey si stringeva in quell’enorme ed avvolgente scialle di lana, allungando le mani verso il fuoco e ritirando le gambe al petto, accovacciata davanti al piccolo ma caldo falò che aveva acceso nella capanna scelta per essere sua fin tanto che l’addestramento con Luke Skywalker fosse proseguito.

Fuori pioveva come ogni notte su Ach-To.
Fulmini e tuoni, scrosci pesanti come secchiate d’acqua, il vento che ululava potente entrando negli spiragli lasciati tra pietra e pietra dallo sgretolarsi della calce, le onde che enormi e pesanti si infrangevano sulle pareti scoscese di quel grosso scoglio localizzato, sperduto, in mezzo al mare.

La prima volta che gli era apparso, Rey aveva sparato un colpo di blaster, fatto un buco nella parete di pietra della sua casupola e quasi ucciso una suora anfibia che le si era rivolta urlando in quella lingua strana che Rey non capiva.

Gli era apparso sotto la pioggia, a torso nudo, il volto pieno delle ferite che lei stessa gli aveva inferto, piccole e sottili cicatrici che, anche se invisibili sul volto di lui, sarebbero rimaste, indelebili, nel cuore di entrambi.
A Rey si strinse il cuore nel vedere come lo aveva ridotto, ma lo guardò comunque in cagnesco, prendendo le distanze anche se il suo cuore la spingeva ad andare da lui, ad avvicinarsi e assicurarsi che nonostante tutto stesse bene.

Ben Solo. Kylo Ren. Due facce della stessa medaglia tormentata e sola.
Un qualcosa che le nasceva nel profondo la spingeva ad allargare le braccia e ad accoglierlo, a proteggerlo. L’altra parte le diceva che era solo un assassino, un parricida, un traditore e che non si meritava nulla. Ma era stanca. Stanca di odiarlo quando non riusciva a farlo davvero.

Luke non la considerava se non per addestrarla e la sera divenne il momento in cui si incontravano.
All’inizio non facevano altro che condividere, in quello strano e tutto loro modo, lo spazio della capanna.
Si sedevano davanti al fuoco e meditavano. Non si guardavano, non si parlavano.
Per Rey era sufficiente: soltanto con Ben riusciva a non sentirsi sola e percepiva che lo stesso era per lui.

Iniziarono a raccontarsi.
Rey gli raccontò la vita su Jakku, sola, abbandonata, affamata.
Gli raccontò di come incideva una linea nel metallo dell’At-At che le faceva da casa per tenere il conto dei giorni che passavano da quando i suoi genitori erano partiti.
Gli disse delle voci che sentiva quando indossava il casco del pilota della Resistenza, dei sogni che tormentavano le sue notti.
Gli raccontò di come avesse incontrato Finn e BB-8, del Falcon, di Han e Chewbecca, Leia e Luke, di Poe.
Gli raccontò tanto di sé, stando ben attenta a non rivelare dove fosse lei o la Resistenza, aprendo il cuore a quel ragazzo che sentiva così simile a sé.
Anche lui le raccontò di sé, riempiendo i vuoti che avevano lasciato Luke, Leia e Han.
Le disse di come fosse un bambino solitario, di come stravedesse per il padre mai a casa, di come amasse la madre e odiasse il Generale, di quanto si fosse sentito tradito quando era stato mandato dallo zio e di quanto, se possibile, si fosse sentito ancor più abbandonato da tutto quando anche lo zio lo aveva tradito, cercando di ucciderlo perché adolescente incapace di gestire da solo il proprio potere.
Aveva bisogno di aiuto, Ben Solo, e quando non glielo avevano dato si era trasformato in Kylo Ren, fomentato dall’odio e dalla voce di Snoke che sussurrava infida al suo orecchio di ragazzo.

La connessione permetteva loro di provare le emozioni dell’altro, di comprendere a pieno tutto ciò che apparteneva all’altro: Kylo e Rey, connessi, erano un’unica entità.

“Vorrei che fosse diverso…”

“Che cosa?”

Rey e Kylo stavano, come sempre, dai lati opposti del fuoco acceso nella casetta di Rey. Rey fissava le fiamme come ipnotizzata, lo sguardo vacuo di chi sta pensando a tutt’altro. Kylo fissava lei, osservandola e imprimendosi ogni suo più piccolo dettaglio nella memoria, sapendo che tutto quello un giorno sarebbe finito e lui avrebbe potuto viverla soltanto nei propri ricordi.

“Tutto questo” mormorò lei in risposta, senza distogliere lo sguardo dalle fiamme. “Vorrei che non ci fossero una Resistenza e un Primo Ordine. Vorrei che non condannassero chi ha un potere oscuro, ma gli insegnassero a gestirlo. Vorrei essere una ragazza normale, con una vita normale e…”

“Lo so.”

“Perchè deve andare così? Perchè non potevo essere lasciata su Jakku? Alla fine non era tanto male…”

“La tua vita su Jakku faceva schifo”

“Non-”

“Non mentire. Non a me.”

Rey si zittì senza distogliere lo sguardo dalle fiamme, impassibile fuori, in tempesta dentro.
Restarono in silenzio davanti al fuoco finché Rey non si addormentò, sfinita, lasciando che Kylo restasse lì a guardarla dormire, le guance lentigginose ombreggiate dalle lunghe ciglia scure, le labbra carnose semi aperte.
Pensò a quanto fossero cambiate le cose. Non molto tempo prima lei non lo avrebbe accettato nella capanna, neanche sottoforma di proiezione, e sicuramente non si sarebbe lasciata guardare mentre, inerme, dormiva. E lui non l'avrebbe guardata dormire in quel modo indifeso senza pensare che la sua mente era priva di resistenze e che avrebbe potuto estorcerle qualsiasi informazione avesse voluto.
Dal momento in cui si erano incontrati erano cambiati e Kylo Ren non sapeva ancora se fosse un bene.
Se ne andò che era quasi l’alba su Ach-To. Rey continuava a dormire, fuori aveva smesso di piovere.


 
Kylo Ren si guardò allo specchio.
Le cicatrici deturpavano il suo corpo giovane e possente.
La sua stanza, di un bianco abbagliante, era fredda e sterile, terribilmente diversa da lui, dal suo spirito che ora più che mai era preda di una tremenda burrasca emotiva.

“Che cosa succede?”

La voce musicale e dolce di Rey lo raggiunse all’improvviso.
Kylo Ren la osservò dalla superficie riflettente.

“Mi hai chiamata, anche se non te ne sei accorto.”

“E tu sei accorsa”

“Ben…” Rey sospirò leggermente, socchiudendo gli occhi e torturandosi le dita intrecciate.

“Kylo Ren. Devi smetterla di cercare Ben. Accetta quel che sono Rey-” Lo faceva infuriare il rifiuto di lei di vederlo per quel che era: un assassino spietato, non un ragazzino dolce e incompreso.

“Lo farei, se tu per primo ti accettassi davvero” replicò la ragazza, guardandolo con il capo inclinato.

Kylo Ren si voltò, dando le spalle allo specchio e rivolgendosi a lei, la sua esatta metà.
Era bella come sempre, più adulta forse, con una punta di potenza selvaggia che ancora riusciva a sfuggire alle briglie che Luke le aveva fatto indossare.

“Dovresti fare lo stesso” disse semplicemente lui, guardandola, lo sguardo più innocente che Rey gli avesse mai visto.

“Io mi accetto-”

“Già una volta ti ho detto che non puoi mentire a me, Rey. Io sono dentro di te più di chiunque altro potrà mai essere”

Il non voluto doppio senso fece avvampare Rey che distolse lo sguardo e si avvicinò alla finestra. Kylo Ren la seguì, affiancandola e fissando il fuoco visivo sul loro riflesso nel vetro che li separava dallo spazio infinito.
Rimasero in silenzio per un tempo lunghissimo. Le braccia di entrambi lungo i fianchi, le mani che si sfioravano così lievemente da far sembrare il contatto un’illusione. Rey non era lì fisicamente, eppure emanava calore e Kylo Ren poteva sentirne l’odore e, se si concentrava, il battito del cuore impazzito.

“Vorrei…”

“Che tutto questo fosse diverso. Lo so.”

“Stavo per dire che vorrei poterti conoscere, ma va bene anche quello che hai detto tu”

“Tu mi conosci già-”

“No. Io conosco quello che di te mi hanno raccontato Han, Leia e Luke. So quello che mi hai raccontato tu, ma non ti conosco, non davvero.” sorrise dolcemente al riflesso del ragazzo che, spalle dritte e testa alta, la guardava con uno sguardo diverso dal solito.

“Ero un bambino solitario. Mi piaceva leggere-”

“Questo me lo hai già raccontato. Avevi degli amici?”

“Gli altri padawan da Luke avevano paura di me, mi rispettavano perché impauriti. Solo alcuni non mi temevano.”

“Come si chiamano?”

“Perchè non credi che li abbia uccisi, quando ho fatto fuori tutti gli altri allievi di Luke?”

“Perchè se non avevano paura di te e ti rispettavano li avresti risparmiati come hai risparmiato me.”

“Tu sei diversa…”

“Lo so”

Kylo Ren la guardò sogghignare dallo specchio e le sorrise dolcemente.

“Quella è la mia risposta, rottamaia”

“Quella è la risposta di Han, cavaliere”

L’accenno al padre fece perdere un battito al cuore di Kylo, i cui occhi si inumidirono.
La mano proiettata di Rey raggiunse la sua, stringendola brevemente.

“Ti amava più di quanto abbia mai amato chiunque altro…”

Kylo Ren non rispose. Continuò a guardare lo spazio fuori dall’oblò, il cuore che gli batteva frenetico nel petto e le lacrime che, pungenti, spingevano per uscire.
Dopo un po’ Rey capì che era meglio lasciarlo da solo: quando ne avesse avuto bisogno, l’avrebbe chiamata e lei sarebbe accorsa.
   
 
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