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Autore: Redferne    21/12/2019    7 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 67

 

 

 

CRISI (QUARTA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sgrunt!! Come sarebbe?!” Tuonò Quincey dalla cornetta del proprio telefono di casa, furibondo. “Come sarebbe a dire che é ANCORA VIVO?!”

“Datti una calmata, Carrington” rispose la voce dall'altro capo del filo. “E non ti permettere mai più di interrompermi, quando io sto parlando.”

“Sgrunt!! Mi...mi permetto, invece!! M – mi permetto eccome, Zed!! Avevamo...ti rammento che avevamo fatto un accordo ben preciso!! Vi avevo...avevo ordinato a te e al tuo branco di IDIOTI di FARLO A PEZZI!! E MI SEMBRAVA DI ESSERE STATO SUFFICIENTEMENTE CHIARO A TAL RIGUARDO, SGRUNT!! TI AVEVO ESPLICITAMENTE ORDINATO DI DISTRUGGERLO!! DOVEVI FARLO SPARIRE DA QUESTO MONDO!!”

“Quante volte abbiamo già parlato io e te, Carrington?”

“Sgrunt!! C – cosa?! C – che diavolo stai...che diavolo stai dicend...”

“Rispondi alla mia domanda, Carrington. E SUBITO. Se ci tieni tanto a far vedere alla tua GONFIA CARCASSA l'alba di domani mattina. O parola mia che vengo a prenderti STASERA STESSA.”

“Sgrunt!! C – cosa?!”

“Nonostante le PATETICHE APPARENZE...dimostri di avere MIDOLLO, maiale. Coraggio. Mettimi alla prova per vedere di che cosa sono capace, su. Ti sfido. Dì COSA un'altra volta ancora o emetti un altro di quei tuoi LURIDI E SCHIFOSI GRUGNITI. E vedrai cosa succede. E vedrai QUEL CHE TI SUCCEDE. Ti dimostrerò come si fa a produrre SUCCO DI LAMPONE DIRETTAMENTE DALLA PROPRIA VESCICA SENZA NEMMENO AVERNE BEVUTO UNA SOLA GOCCIA. Proveniente dritto dritto dai propri RENI MACIULLATI. Credi di essere al sicuro dentro alla tua villa, Carrington? Credi che le mura di quella tua STAMBERGA possano tenerti al riparo da ME?”

“T – tu...tu n – non...”

Ovviamente il suino si era ben dispensato dal DISOBBEDIRGLI, mettendosi a fare versi fastidiosi o sconvenienti di sorta con la bocca. Per quanto facessero parte della sua natura.

“Io cosa?” Lo interruppe la pantera. “Pensi forse che non lo farò, per caso? Che NON OSERO' FARLO, forse? Tu per il sottoscritto CONTI MENO DI ZERO. COME CHIUNQUE ALTRO. Da come la vedo io...tu e tutti gli altri che mi circondano NASCETE DALLA TERRA COME I VERMI. E COME TALI VI CONSIDERO. Io...posso fare TUTTO CIO' CHE MI PARE E PIACE. CON CHI MI PARE E PIACE.”

“S – si, o – ok. Ho...ho c- capito, Z -Zed. M – ma tu n – non...i – io e te...io e te a – avevamo u – un...”

“Carrington.”

Passò un istante di silenzio, dopo che il bestione aveva pronunciato quella parola.

Un istante a dir poco ORRIBILE. Pesante e funereo come se tutto fosse stato di colpo foderato da una cappa PESANTE e PLUMBEA. E color VIOLA CON LA PARTE INTERNA TRAPUNTATA DI NERO.

“Ora ti darò due INFORMAZIONI UTILI, Carrington. Anzi...TRE, per l'esattezza.”

Si prese un altro istante di pausa, raggelante quanto il precedente. E nemmeno si prese la briga di TIRARE IL FIATO, prima di riprendere a parlare.

“Punto primo. NON PENSARE DI CONOSCERMI. MAI. Commetteresti un MADORNALE ERRORE, a volerlo credere. L'ultimo imbecille che pensava di aver CAPITO TUTTO DI ME se n'é PENTITO AMARAMENTE, prima di fare UNA BRUTTISSIMA FINE.”

Stop.

“Punto secondo. Quando ti ritrovi costretto a PRONUNCIARE IL MIO NOME...vedi di farlo MOLTO, MOLTO LENTAMENTE. Ma soprattutto...di farlo CORRETTAMENTE. E SENZA BALBETTARE. Ci tengo molto. Per me é una questione di RISPETTO. Così come lo é il fatto che NESSUNO PUO' IMPORMI LA BENCHE' MINIMA COSA. Mentre io...mentre io POSSO IMPORRE TUTTO QUELLO CHE VOGLIO, agli altri. COME VOGLIO E QUANDO VOGLIO. Ti é chiaro, ora?”

“S – si.”

“Bene. Mi fa tanto piacere per te. Ed ora CHIEDIMI SCUSA, forza.”

“C – cosa?!”

“Carrington.”

“I – io...s -si, o – ok. T – ti chiedo...t – ti...TI CHIEDO SCUSA. M – mi dispiace, Zed. M – mi dispiace molto. Anche di a – averlo...anche di averlo APPENA RIPETUTO, n – nonostante...nonostante tu mi avessi...nonostante t – tu mi a – avessi d -detto e – esplicitamente d- di n – non f – farlo.”

Il suino si tenne ad un fianco, dopo aver pronunciato quelle parole che per lui dovevano risultare sicuramente INUSUALI quanto INNATURALI.

CALCOLI, probabilmente. Calcoli al FEGATO ed alla CISTIFELLEA per lo sforzo. Con di sicuro una bella ERNIA in aggiunta.

Il costo per essere stato praticamente COSTRETTO a dirle. CONTROVOGLIA E CONTRO LA SUA PIU' INTIMA INCLINAZIONE.

Ma un simile prezzo, per quanto SALATO...VAL PUR BENE LA PROPRIA PELLE, NO?

NO?

QUALUNQUE PREZZO vale la propria pelle.

QUALUNQUE.

“Così va meglio, Carrington” affermò la pantera. “Punto terzo.”

Di nuovo stop.

“Rispondi alla domanda che ti ho fatto prima, ora. Quante volte abbiamo già parlato, io e te?”

“P – parecchie, a – almeno credo.”

“Già. Hai detto bene. PARECCHIE. E ancora non hai capito che NON TI DEVI MAI PIU' AZZARDARE AD INTERROMPERMI, QUANDO PARLO O TI STO PARLANDO.”

“I- io...”

“Non abusare della mia PAZIENZA e del mio CARATTERE MITE, Carrington. Non sono INFINITI, sappilo. Al contrario delle mie CAPACITA' e del mio POTERE...HANNO UN LIMITE. E tu...sei ad un tanto così dal SUPERARLO. AD UN SOFFIO, non di più.”

Quincey tremò, imaginandosi la scena. Gli pareva quasi di poterlo vedere, anche se non ce lo aveva dritto davanti agli occhi. Poteva quasi scorgerlo, mentre faceva il tipico gesto QUANTIFICATORE DI CHI SI STA VERAMENTE SCOCCIANDO. Con le punte dell'indice e del pollice quasi a toccarsi, e a misurare il livello di GIRAMENTO.

“Hai...hai ragione, Zed. T – ti c – chiedo...ti voglio chiedere scusa a – anche...anche su questo. Ma...m – ma c – cerca d – di capire, p – però. I – io e t – te...io e te avevamo fatto un ACCORDO, maledizione!!”

In occasione dell'ultima frase, il suino sembrò piantarla finalmente con tutto quell'odioso TARTAGLIARE. Forse stava cercando di recuperare un minimo sindacale di PADRONANZA e di AUTOCONTROLLO. Nonché di dignità. O forse temeva solo che con il proseguire di quel comportamento così PAVIDO da parte sua non avrebbe fatto altro che INDISPETTIRE ulteriormente il suo interlocutore.

Era quindi il caso di daci un taglio ben netto e preciso, con tutta quella codardia.Per quanto GIUSTIFICATA, almeno tanto quanto i suoi GRUGNITI. Ma...non era il momento.

No. Non era proprio il dannato momento, per fare così.

“Insomma...NON MI FRAINTENDERE, PER FAVORE. Io...io vorrei che ci INTENDESSIMO A DOVERE, prima di continuare. Come ti stavo dicendo, io vi avevo...io ti avevo dato direttive ben precise. T – tu, q – quel tizio...t – tu dovevi...tu avresti dovuto UCCIDERLO, DANNAZIONE!! Avresti dovuto ELIMINARLO, in maniera TASSATIVA!! Pensavo...pensavo che almeno su quello fossimo stati PIU' CHE CHIARI, Zed!!”

“E COSI' SARA'” lo rassicurò quest'ultimo dall'altro lato della cornetta, a dire il vero senza troppa convinzione.

Non che sentisse od avesse il particolare ed impellente bisogno di farlo, del resto.

Lo aveva già messo in guardia sin dalla scorsa occasione, da quel punto di vista. Il fatto che lui lo pagasse profumatamente per ottenere i suoi ILLUSTRI SERVIGI...costituiva una questione pressoché IRRILEVANTE.

Una volta che decideva di farsi ingaggiare e a scendere in campo per conto o a nome di qualcuno...diventava automaticamente LUI a decidere MODI, TEMPI e MODALITA'. Il qualcuno in questione...NON AVEVA PIU' ALCUNA VOCE IN CAPITOLO. E nemmeno DIRITTO DI REPLICA, se era per questo.

Ma uno del rango a cui Quincey credeva di APPARTENERE PER DIRITTO DI NASCITA non poteva assolutamente SOPPORTARE di non avere voce in capitolo su praticamente TUTTO.

Su QUALUNQUE ARGOMENTO, dato che riteneva per antonomasia di SAPERLA SEMPRE PIU' LUNGA DI CHIUNQUE ALTRO.

Per quelli come lui la verità, nella vita come in tante altre cose, non poteva che stare da una parte sola.

LA SUA, ovviamente. Non poteva che essere così.

Non poteva essere altrimenti. E così sarebbe stato, anche oggi. A costo di beccarsi qualche rischio completamente gratuito.

Ci teneva a ribadire il suo ruolo, sempre e comunque. Come se tutti i soldi che aveva potessero fargli ottenere tutto il PRESTIGIO che gli serviva, in loro compagnia.

Ma il denaro, da solo, non basta certo a guadagnare la RISPETTABILITA'.

L' INFAMIA, invece...quella VIENE VIA CON UN NIENTE. Se non addirittura a TITOLO GRATUITO. Ma questo non gli era riuscito mai di capirlo o di volerlo capire, purtroppo per tutti gli altri che avevano la disgrazia di averci a che fare. Fosse tutti i giorni o anche per un solo minuto delle loro vite.

Non deve quindi stupire la frase con cui se ne uscì dopo che il suo BRAVACCIO si limitò semplicemente a ripetere il concetto appena espresso nella manciata di secondi antecedenti.

“Così sarà. La PROSSIMA VOLTA.”

“Prendilo come un PROLUNGAMENTO DI SPETTACOLO” aggiunse, con una brevissima punta di ironia che morì nel momento stesso in cui ebbe pronunciato quelle parole.

“L- la...la PROSSIMA VOLTA?!” Fece il suino, incredulo. Per poi mettersi a sbraitare subito dopo. “Q – QUALE PROSSIMA VOLTA?! Non...NON CI SAREBBE DOVUTA ESSERE NESSUNA PROSSIMA VOLTA!! QUESTA, DOVEVA ESSERE LA PROSSIMA VOLTA!! QUESTA, AVREBBE DOVUTO ESSERE LA VOLTA BUONA!! DOVEVA ESSERE QUESTA, LA VOLTA DECISIVA!! I – io...IO TI GIURO CHE NON CAPISCO!! NON CAPISCO ASSOLUTAMENTE!!”

“Ora vedi di CALMARTI, Carrington” gli raccomandò la pantera. “Ti ho già detto e ripetuto che non ti devi assolutamente permettere di CONTRADDIRMI. Se ho deciso di agire così...significa che ho avuto i miei BUONI MOTIVI. Di cui tu NON SEI TENUTO A SAPERE NULLA. NE' IO A DIRTELO.”

“A dirla tutta” gli rivelò, “ero quasi sul punto di farlo, ma poi...”

Sembrò bloccarsi.

“...Poi?”

“Ci sono state delle COMPLICAZIONI.”

“C – complicazioni?! C – che genere di c – complicazioni?!”

“Chiamale CAUSE DI FORZA MAGGIORE, Carrington. Considerale così. Cause di forza maggiore che mi hanno costretto a RIVEDERE I PIANI, e ad effettuare un BRUSCO CAMBIO DI PROGRAMMA.”

“SGRUNT!! Delle CAUSE, hai detto?! QUALI CAUSE?!”

Lo aveva fatto.

Lo aveva fatto DI NUOVO.

Quasi si tappò la bocca con entrambe le mani. Era stato PIU' FORTE DI LUI.

L' ISTINTO aveva avuto la meglio sulla sua capacità di DOMINARSI. Aveva avuto la meglio su qualunque PROPONIMENTO. Aveva avuto la meglio su QUALUNQUE ALTRA COSA.

Aveva provato a TRATTENERLO. A TRATTENERSI. Ma si era trattato di qualcosa di assolutamente IRRESISTIBILE.

Proprio vero. Era proprio vero.

Combattete la vostra intima natura e vi ROVINERETE, gente.

IN OGNI CASO.

Quincey si preparò al peggio. Che per sua fortuna...NON DOVETTE ARRIVARE.

Silenzio, da parte di quel maniaco per tre quarti sfregiato. Nessuna reazione.

O non aveva sentito, oppure stava pensando ad altro. Magari proprio a ciò che lo aveva obbligato a dover SOPRASSEDERE AI SUOI IMPEGNI.

O magari aveva udito benissimo, ma aveva deciso di lasciar perdere. Dopotutto...era lui che lo FORAGGIAVA. Che gli passava IL MANGIME, almeno nell'immediatamente attuale.

Forse era proprio QUELLO, il tasto su cui doveva insistere per non incappare in spiacevoli conseguenze.

“Io...io TI STO PAGANDO FIOR DI BIGLIETTONI!! TI PAGO QUATTRINI A PALATE, A QUANTO MI RISULTA!! A TE E AI TUOI SCAGNOZZI!! E VISTO QUEL CHE MI STATE COSTANDO NON DOVREBBERO ESSERCI CAUSE DI FORZA MAGGIORE CHE TENGANO!!”

“Dà un'occhiata al tuo COMPUTER, invece di continuare a strepitare” lo invitò Zed. “Dovresti trovare qualcosa di tuo gradimento, senz'altro. Te lo fatto inviare, a quest'ora dovrebbe esserti già arrivato.”

“D – di...di che cosa si tratta?!” Esclamò il suino, tradendo una certa emozione nel tono della sua voce.

Era bastato quello, a fargli cambiare registro.

“Diciamo che é una sorta di ANTIPASTO. Un' ANTEPRIMA, se vogliamo buttarla sul CINEMATOGRAFICO. Tra TRE GIORNI, se le cose andranno come penso...e di solito VANNO SEMPRE COME PENSO, avrai il tuo SEGUITO. E ti posso assicurare sin da ora che il FINALE sarà...molto più SPLATTER, come si dice in questi casi.”

“Io...io lo spero!!” Saltò su Carrington. “Lo spero davvero!!”

“Allora...adesso sei CONTENTO, razza di IMBECILLE?!” Gli domandò Zed.

“Sgrunt!! Se sono contento?!” Gli rispose l'altro, ormai al colmo dell'entusiasmo. “Ma certo, che lo sono!! Certo che sono contento!! Era proprio ciò che volevo sentire!! Non potevo darmi notizia migliore, amico mio!!”

Senza nemmeno aspettare saluti di commiato e a momenti senza nemmeno chiudere la telefonata, Quincey balzò giù dalla poltrona situata al centro del vasto salone e corse a perdifiato verso il suo studio privato. Sembrava davvero in preda ad una sorta di frenesia.

Una volta seduto allo scrittoio accese il laptop con un click del tastino sinistro del mouse, annullando così lo stand – by. Aprì quindi la sezione dedicata alle risorse interne e scartabellando tra i file presenti alla voce DOWNLOAD vi trovò un file da scaricare.

Infine aprì uno scomparto all'interno dei cassetti situati sulla scrivania a fianco del tavolo e prese una delle chiavette USB che vi si trovavano rintanate dentro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si era fatto tutta quanta la strada a ritroso.

A piedi. Per sgranchirsi ed alleggerirsi sia le gambe che i pensieri, visto che dopo quella bella seratina se li sentiva già fin troppo pesanti ed intasati.

Era partito dalla casa di quella che, almeno da quelle parti, poteva essere considerata la VECCHIA LOCANDIERA. Anche se lui non ci si sarebbe MAI AZZARDATO, a farlo.

A dare a Laureen della VECCHIA, s'intende.

Non c'era neanche da pensarci. In primo luogo perché se la madre aveva anche solo un pizzico della GRINTA e della COCCIUTAGGINE che aveva dimostrato la figlia, giusto fino ad un attimo prima...lo avrebbe SCUOIATO VIVO, come minimo.

E lui ci teneva, al suo VELLO. Sporco, spelacchiato. E talmente strapieno di terra e di sporcizia che alle volte sembrava sollevare persino delle NUVOLETTE DI POLVERE, quando lo muoveva o veniva sbatacchiato ripetutamente da qualcuno o da qualcosa, per qualsivoglia motivo.

Proprio come quel piccolo CUCCIOLO MEZZO ZOZZONE di quelle vecchie striscie a fumetti che amava tanto. E di cui continuavano a pubblicare volumi, nonostante il suo autore si fosse estinto da un bel pezzo, per raggiunti limiti di età e forse anche per gli strascichi di una lunga quanto grave malattia che lo consumava e divorava da tempo. Molto probabilmente quasi quanto le cure a cui lo avevano sottoposto nel disperato tentativo di debellarla. O almeno di poterla tenere sotto controllo.

Quel vecchio autore morì. E con esso i suoi personaggi, la sua arte e il suo talento. Anche se le sue storie, come detto poco prima, non smisero certo di venire distribuite e lette da centinaia, migliaia, milioni di appassionati. Ma a quel punto la cosa divenne un pochino macabra.

Cadaverini esposti al sadico e pubblico ludibrio. Come quelli di un vecchio nemico o tiranno decapitato oppure appeso per le zampe inferiori davanti ad una folla assetata di sangue e di vendetta, pronta al vilipendio.

Tutti capaci di ingiuriarlo e di sputargli addosso. DA MORTO, però. Che così non fa paura a nessuno. Perché la maggior parte della gente lì presente lo disprezzava da defunto quanto lo temeva quando era in vita.

Ma questo é forse CORAGGIO? Lo si può chiamare CORAGGIO?

E lo stesso ardimento che provano le FORMICHE o tutte le altre tipologie di INSETTI NECROFAGI, oppure gli AVVOLTOI. Quando ancora esistevano e planavano nei e dai cieli. Anche se per loro natura non potevano ambire alle maestose altezze raggiunte dai loro cugini di rango più nobile quali erano i FALCHI, gli SPARVIERI o le AQUILE.

No. Loro, nei TEMPI ANTICHI, si accontentavano di GIRARE IN TONDO sopra alle teste mezze cotte dal sole dei mammiferi grandi e grossi che si recavano in quei luoghi sconosciuti ai più ma non a quelli della loro razza, dato che li avevano sempre deputati come loro CIMITERI NATURALI.

Era la tappa finale. Il capolinea del loro ultimo viaggio, intrapreso per raggiungere LA FINE DELLA LORO VITA. E non appena esalavano l'ultimo respiro...

Non appena spiravano gli avvoltoi, gli insetti e i vermi li assaltavano a orde. Li attaccavano dal cielo e dalla terra. Giusto perché non c'era anche il mare, se no sarebbe certamente sorto qualcosa anche da lì.

Li ghermivano per DIVORARLI. Per SPOLPARLI. Per DISOSSARLI. Fino a non lasciarne più alcuna traccia.

Obbedivano ad un ordine superiore. E ci rientaravano alla perfezione, in quello stesso ordine. Poiché costituiva quello NATURALE DELLE COSE VIVENTI ED ESISTENTI.

Li RESTITUIVANO ALLA TERRA, punto. Restituivano alla GRANDE MADRE tutto quello che NON SERVIVA PIU' e che aveva ESAURITO IL SUO COMPITO.

Avevano di sicuro lasciato dei figli, quelli che aspettavano di morire. E anche se non ne avevano avuti, o erano magari MORTI A LORO VOLTA...potevano comunque consolarsi al pensiero di una vita PIENAMENTE VISSUTA.

Ed anche se non era così...comunque NE AVEVANO PUR SEMPRE VISSUTA UNA.

A molti...a molti purtroppo NON CAPITA NEMMENO QUELLO.

Il mondo...NON E' SOLAMENTE QUELLO CHE VEDIAMO O CREDIAMO DI VEDERE.

Non esiste solo gente che NON HA VISSUTO MAI. Esiste anche gente che NON E' NATA MAI.

E gente che...NON E' MORTA MAI?

Chissà. Forse. Lui...NON NE AVEVA MAI INCONTRATI, fino ad ora.

A parte...A PARTE UNO.

FORSE.

In ogni caso...TUTTI HANNO UN TEMPO. Ed IL LORO, il tempo di quelli che stavano per compiere L' ULTIMO PASSO...STAVA PER FINIRE. Anzi...ERA GIA' FINITO.

Dovevano solo CAPIRLO. Ed ACCETTARLO.

Più che corretto, anche se crudo e crudele. Però...

Però NON ERA GIUSTO. Lui non lo trovava giusto lo stesso.

I CADAVERI, i MORTI...in ogni caso meritano RISPETTO. TUTTO IL NOSTRO RISPETTO.

SEMPRE E COMUNQUE.

Una volta morti, si é PAGATO DAZIO. Il DEBITO che si poteva essere accumulato, di qualunque genere esso fosse o potesse essere...era da considerasi definitivamente ESTINTO.

E vale anche per i MALVAGI. SOPRATTUTTO PER I MALVAGI.

In quello stato NON POSSONO PIU' FARE DAL MALE. Non possono più arrecare DISTURBO, FASTIDIO o DANNO a NESSUNO. Ad ANIMA VIVA.

Non spetta a noi, che invece CI SIAMO ANCORA, metterci a giudicare quelli CHE NON CI SONO PIU'. Che NON SONO PIU'.

E' compito del SIGNORE DEL PIANO DI SOPRA decidere se doverseli PORTARE CON SE' IN PARADISO oppure SCARAVENTARLI GIU' DRITTI DRITTI ALL' INFERNO DAL SUO EX SOTTOPOSTO, dove al massimo ci si può augurare che possano SOFFRIRE TANTO MA PROPRIO TANTO. Ed il PIU' A LUNGO CHE SIA POSSIBILE. Visto che, nel caso si fosse dovuta verificare per loro quell'estrema eventualità...stavaa significare che se l'erano AMPIAMENTE MERITATA.

Il buon Signore del piano di sopra alle volte VALE UN' EMERITA CICCA, come AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO.

Assente. Sempre in ritardo e mai sul pezzo. Ma a RISCUOTERE DEBITI e a SPARARE SENTENZE...quando c'era da fare quello NON LO BATTEVA MAI NESSUNO.

Detto in altre parole...l' Onnipotente E' UN MAFIOSO.

Ecco spiegato perché i MAMMASANTISSIMA delle principali FAMIGLIE e COSCHE erano sempre a GENUFLETTERSI IN CHIESA OGNI DUE PER TRE.

Andavano a PARLARE COL BOSS.

Perché, a detta loro...DIO AMA LA GENTE RISPETTOSA E FEDELE. E ODIA I TRADITORI, almeno QUANTO LI ODIA CHI VIENE DA LORO TRADITO.

Al punto di PERDONARE PERSINO CHI LI AMMAZZA, quando ciò avviene.

Perché...NON SI TRATTA DI ASSASSINIO, in quel tal caso. Ma di OPERA DI GIUSTIZIA.

E comunque, in ogni caso...alla fine della vita, di ogni vita...un PROCESSO con conseguente CONDANNA o ASSOLUZIONE é una che riguarda unicamente i TRAPASSATI e L'ONNIPOTENTE. Sempre AMMESSO CHE LO SIA DAVVERO.

Noi, al massimo...possiamo fare in modo di ORGANIZZARE L' INCONTRO. Ed in certi casi, se necessario per la pacifica convivenza quotidiana e la queita esistenza di tutti...anche arrivare ad ANTICIPARLO, se occcorre. Lasciano poi il merito di ciò AL BUON DIO, che nella sua infinita bontà e previdenza e preveggenza ha deciso per il bene comune e generale di TIRARSI A SE' QUELLA GENTE PRIMA DEL TEMPO. E DEL PREVISTO.

Però i morti, da morti che sono...meritano come il nostro rispetto. E le loro ULTIME VOLONTA' andrebbero sempre ESEGUITE. Ed accontentate. Almeno nei limiti del possibile. E sempre che il farlo non vada a SCAPITO DI QUALCHEDUN' ALTRO.

Dopotutto...cosa potrebbe mai desiderare un malvagio in punto di morte, se non di FARLA PAGARE A TUTTI QUANTI? Magari TRASCINANDOSELI DIETRO CON LUI?

Non costituiva proprio il caso di quel vecchio autore, per fortuna.

Quel tipo si era limitato, anche se con sommo dispiacere da parte della sua schiera di fedelissimi ed appassionati, a chiedere cortesemente che nessuno, dopo la sua scomparsa, avrebbe mai dovuto azzardarsi a riprendere in mano la sua opera per provare a continuarla.

Il suo fumetto, i suoi personaggi...avrebbero dovuto estinguersi insieme al suo creatore. Andare nell'aldilà con lui. E, incredibile a dirsi...lo ACCONTENTARONO.

Gli DIEDERO RETTA, anche se ciò significava dover rinunciare ad una MACCHINA DA SOLDI con un MECCANISMO BEN OLIATO E FUNZIONANTE che garantiva ed aveva sempre garantito INTROITI DA FAVOLA E DA CAPOGIRO.

A nessuno che venne dopo gli sfiorò mai l'ideuzza di AGGIRARE O VIOLARE quel suo perentorio AMMONIMENTO.

THE LAST DIKTAT.

O meglio...l'ideuzza gli era pure venuta, a quelli. Ma si erano limitati a NON ASCOLTARLA, e a NON DARLE RETTA.

Lo avevano RISPETTATO e lo RISPETTAVANO TROPPO, per permettersi di CONTRADDIRLO o di DISOBBEDIRGLI.

E comunque...com'é che si chiamava, quel dannatissimo autore? E i suoi personaggi? E quel ragazzino?

Aah...la confusione mentale e i vuoti di memoria che talvolta lo assalivano...

Sempre più spesso, di recente. Mannaggia la miseriaccia ladra.

Ma una cosa Finn se la ricordava. Di quella volta che fatto, sfatto e completamente sconvolto tra una barcollata e l'altra era finito col mettere zampa dentro ad un parco giochi. E proprio come il cucciolo di quel fumetto...una volta che aveva attraversato da parte a parte la vasca della sabbia, al momento dell'uscita, si era TRASCINATO DIETRO L'INTERO CONTENUTO, LASCIANDOLA COMPLETAMENTE VUOTA.

I granelli dentro di essa, dal primo all'ultimo...gli ERANO RIMASTI COMPLETAMENTE ATTACCATI AL PELO. Ed il tutto era avvenuto sotto gli sguardi attoniti di piccoli, mamme, babbi (pure in senso dispregiativo), zii, figli, nipoti, nonni, bisavoli, trisavoli e chi più ne ha più ne metta ma accomunati dall'essere assolutamente, totalmente INORRIDITI da quel sinistro spettacolo.

O almeno così gli avevano raccontato, che lui non si ricordava mica tanto bene.

Una vera STORTA da paura, quella volta. Ma di quelle MEMORABILI, davvero.

Che quando era finita, vale a dire IL GIORNO DOPO...lo avevano ritrovato avvinghiato alla statua di uno splendido esemplare di lupo.

MASCHIO.

Mentre cercava di TRIFOLARSELO DA DIETRO.

Dentro al MUSEO DI STORIA NATURALE DI ZOOTROPOLIS, a SAVANA CENTRAL. Giusto una settimana dopo la sua inagurazione.

E finalmente, sarebbe venuto da aggiungere. Non la finivano più con quei cavolo di lavori di ammodernamento e ristrutturazione.

Per forza, con tutto quello che ci guadagnavano tra ritardi, intoppi burocratici, e soprattutto SCAMBIO DI MAZZETTE E BUSTARELLE...c'era da sistemarsi come NABABBI, a vita.

NABABBI per non fare vita da BABBI, giusto per ritirare in ballo un termine già impiegato in precedenza. O da BABBEI.

A – AH!!

Beh...com'era, come non era...quella statua, in preda al delirio causato dai fumi e dalle nebbie rosse e verdi dell' ALCOOL unito ad una buona e generosa quantità di SOSTANZE PSICOTROPE, ai suoi occhi da allupato e a qualche altra SPORGENZA DEL SUO CORPICINO ALTRETTANTO FAMELICA gli era parsa un'autentica SVENTOLA DA CARDIOPALMA.

Da IMPALMARE ed INGROPPARE seduta stante. Al più presto.

Persino davanti ad un nutrito branco di SCOLARESCHE che proprio in quel momento avevano optato per una bella VISITA GUIDATA. Un'escursione facente parte del ben più complesso pacchetto che componeva un TOUR ORGANIZZATO della città, da svolgersi nell'arco dell'intera giornata.

Oh, beh. Se quello era l'inizio...il buongiorno LO SI VEDE DAL MATTINO, proprio.

Proprio vero quel che dicono. E probabilmente era quello che stavano pensando e mormorando tra sé pure la maestre e le docenti varie mentre, scandalizzate e disgustate, cercavano di mettere in parte i loro alunni facendo barriera coi loro corpi, coprendogli gli occhietti vispi e curiosi e cercando di portarli via da quel deplorevole spettacolo.

Lo spettacolo della SAMBA CON MOVIMENTO A TRIVELLA ESEGUITA DAI SUOI LOMBI BEN ALLENATI. A furia di SPINGERE e RITIRARE CONTRO E DENTRO QUALCUNA. O QUALCOSA. O anche QUALCUNO, in passato.

Ma meglio NON TOCCARE NE' SFIORARE L' ARGOMENTO, adesso come adesso.

Che poi, deplorevole spettacolo...ne si può senz'altro discutere, gente mia.

Tutto quello che circonda e riguarda IL NUDO, L' EROS, e le MAIALATE in generale (senza offesa per i suini ma soprattutto i SUINANTI)...NON E' MAI VOLGARE. E, molto probabilmente...AI BAMBINI NON GLI FREGA NULLA.

Quelle robe impressionano solo GLI ADULTI MALIZIOSI. Almeno così la pensava e l'aveva sempre pensata lui.

E anche qualcuna di quelle insegnanti, a quanto sembrava. Visto che avevano dato l'impressione di GRADIRE ed APPREZZARE parecchio, a giudicare da quanto erano EMOZIONATE ed ECCITATE dalla scena.

O almeno questo era ciò che gli avevano raccontato. Anche di questo, visto che non se lo ricordava mica poi così tanto bene. Solo che, in quest'ultimo caso...

In questo caso, oltre che alle TESTIMONIANZE...vi erano anche le REGISTRAZIONI. Sia VISIVE che SONORE.

Le care maestre, almeno quelle che avevano condannato il suo gesto ritenendolo oltremodo RIPROVEVOLE...aevano cercato di tappare occhietti ed orecchiette agli studentelli che tenevano in momentanea custodia, e di cui detenevano la diretta responsabilità. Ma nulla avevano potuto contro l'avanzare inesorabile della TECNOLOGIA.

I cari pargoli, prima di venire allontanati e cacciati via...avevano RIPRESO e REGISTRATO TUTTO QUANTO. E poi lo avevano AMPIAMENTE DIFFUSO IN RETE.

E questo se lo ricordava bene, invece. Per il semplice fatto che se li era FATTI SCARICARE PURE LUI. Sia i file VIDEO che quelli AUDIO, prima che si decidessero a RIMUOVERLI IN VIA DEFINITIVA. Per poterseli così gustare ogni qualvolta avesse voluto, e farsi due SANE, GRASSE e BELLE RISATE rimembrando a sé stesso una delle sue PERFORMANCE PIU' RIUSCITE. Uno dei suoi PEZZI DI BRAVURA.

Ancora ben se le ricordava, le parole che aveva pronunciato quella volta. Con o senza FILMATO A SUPPORTO che fosse.

 

“OOH SSIII, BABY...CONDUCO YO EL JUEGO...GUIDO IO LE DANZE, MI HAI CAPITO?! E TU STAI SOTTO, PICCOLA, E DEVI GODERE...MMMMHHH, LASSAME A MI EL TIMON DE L'ASTRONAVE, QUE TE CONDUCO TRA LE ESTRELLE...AAH SI, COSI', DOLCEZZA...SHAKE IT, DARLING!! VAI ACCUSSI', QUE CE SOY QUASI...OH! OOH!! AAANNGGGHHHH!!OH....OOOH....HOOW...HHOOOWWWLLLL...HAAUWWW....HHHAUUUWWWWWWLLL...”

 

Meglio finirla qui. Anche se a quella sequela di ripetuti ULULATI e LATRATI erano seguiti tutto un altro tipo e genere di RUMORI MOLESTI. Ma soprattutto INEQUIVOCABILI.

E cioé un corollario di cacofonie di SPRUZZO e di SCHIZZO DI IDRANTE. E poi il GOCCIOLIO, lo STILLICIDIO di qualcosa di estremamente VISCOSO che colava lungo il marmo, fino a formare UNA POZZA subito sotto. Color PERLACEO, come avrebbe confermato il video ad un'eventuale occhiata.

Ma, a costo di ribadirlo e di essere tediosi...MEGLIO CHIUDERLA, con certi argomenti.

A proseguire, indagare ed approfondire oltre...si corre il serio rischio di abbattere le ultime BARRIERE, gli ultimi BALUARDI del BUON GUSTO e della DECENZA.

Che quando si tratta di tirare in ballo un individuo come il buon MARION PROINSIAS FINNICK...già alla partenza vengono ABBONDANTEMENTE SUPERATI.

IN CORSIA DI DESTRA, A TRECENTO MIGLIA ORARIE. Alla faccia di qualunque norma o codice riguardante LA SICUREZZA STRADALE, E L' INCOLUMITA' DI CHI GUIDA.

Ma tu guarda un po'.

Intanto, rimugina che ti rimugina, perso com'era nei suoi FESSI PENSIERI lì per lì non ci aveva fatto neppure caso.

Non si era accorto di essere arrivato dove voleva. A destinazione.

Quasi come se ci fosse arrivato lì per caso. Per pura questione di INERZIA.

Come se a portarlo in quel posto fossero state le sue stesse gambe e i suoi stessi arzigogoli mentali, a cui aveva deciso giusto qualche minuto prima di conceder loro un a LIBERA USCITA IN LICENZA, e di portarli a prendersi una boccata d'aria.

Il piazzale.

Non quello principale del paese, comprensivo di municipio abbandonato e di ciò che ormai doveva rimanere della stazione di polizia in seguito all'assalto da parte di quella banda di teppisti con tanto di INCENDIO DOLOSO IN OMAGGIO.

Il piazzale con parcheggio annesso che dava sul locale di Tobey. E c'era da poter scommettere in tutta tranquillità che quell'idiota di un cavallo era ancora dentro a farsi i fatti suoi e a lucidare inutilmente bicchieri ormai ultra – lerci, nel tentativo a dir poco velleitario di renderli meno opachi tentando di far recuperare loro una lucidità ed una brillantezza che ormai non gli apparteneva più da chissà quanto tempo.

Un mestiere INUTILE. Quasi quanto tutti gli altri. Quasi quanto QUALUNQUE ALTRO MESTIERE.

Quasi quanto quello che avevano piantato in piedi lui, il suo socio e la MUCHACHA OCCHIDOLCI da qualche tempo.

Che senso aveva averlo fatto, se poi doveva finire così?

E lui lo sapeva, se lo sentiva che sarebbe finita così.

Continuava a chiedersi chi cavolo glielo avesse fatto fare.

In ogni caso...era proprio varcando la soglia di quel pub parecchie sere addietro, ormai, che era iniziato tutto.

Si immaginò il percorso che aveva dovuto fare Nickybello dopo aver lasciato la macchina momentaneamente a dormire, per poi raggiungere il bancone. Con l'unico intento di volersi sparare UNA PINTA ED UN CICCHETTO, prima di andarsene anche lui a nanna nel primo posto che avrebbe rimediato. Per poi ripartirsene per chissà dove la mattina successiva. E invece...

Invece poi aveva si erano ritrovati. Da lì in poi le strade dei loro destini si erano incrociate di nuovo.

Chi lo avrebbe mai detto, allora? Chi lo avrebbe mai potuto prevedere?

Avrebbe fatto tanto meglio a convincerlo ad andarsene via. Insieme, oppure da soli ed ognuno per proprio conto...non aveva importanza.

A conti fatti...non era poi tanto importante. Contava ANDARSENE. Ecco, quello che era davvero importante.

Andarsene prima di venire coinvolti o invischiati in QUALCHE CASINO. Andarsene prima di venire coinvolti in QUESTO CASINO.

Il PEGGIORE tra i peggiori casini in cui lui ed il suo socio avrebbero potuto mai sperare ed insieme temere di ritrovarsi immischiati. E dire che c'era solo l'imbarazzo della scelta in quel posto, visto che di casini in cui andare ad infilarci il muso ce n'erano a STRAFOTTERE.

Avrebbero potuto tranquillamente mettersi ad IMPORTARLI i casini, da tanti che ce n'erano.

Avrebbero fatto senz'altro meglio a levare le tende, sia lui che il suo socio. Prima che diventasse TROPPO TARDI.

Ed ormai...era GIA' troppo tardi.

Troppo tardi per fuggire. Troppo tardi per qualunque cosa. Non potevano fare altro che andare fino in fondo.

Avrebbe dovuto tirarlo VIA DA LI', invece. Ed il più in fretta possibile. Perché...

Perché GLIELO AVEVA LETTO NEGLI OCCHI.

Lo conosceva da una vita, e fin troppo bene.

Glielo aveva letto nello sguardo, cosa aveva intenzione di fare. Sin dal momento in cui era tornato al suo furgone per reclutarlo, e per proporgli il nuovo incarico di AIUTANTE AUSILIARIO E VOLONTARIO A TEMPO PERSO.

Per UNA CAUSA PERSA, gli veniva da aggiungere.

Una causa persa per UN POSTO PERSO, gli era venuto da aggiungere ancora. Ma decise di trattenersi, con entrambi i commenti.

La CONEJITA, la sua CAROTINA...lo aveva IRRIMEDIABILMENTE TRAVIATO. Ma dove cappero era finito il Nick CINICO e MENEFREGHISTA di una volta, che funzionava così a meraviglia? Capace di SBATTERSENE ALLEGRAMENTE I COSIDDETTI di qualunque problema o situazione che non implicasse principalmente SE' STESSO?

Quello a cui lui era abituato e con cui si era sempre trovato a meraviglia?

Sparito.

Puf! Andato. Arioso. Latitante. Smammato. Come se non fosse mai esistito.

Non era più quello di un tempo, ormai.

La piccola Juju gli aveva instillato lo SPIRITO MISSIONARIO.

La certezza assoluta, per non dire FANATICA, di essere sempre dalla parte DEL GIUSTO.

Ed in quanto tale, di poter sempre affrontare qualunque rischio o pericolo a cuor leggero.

Perché...LA GIUSTIZIA TRIONFA SEMPRE. E chi combatte in suo nome non deve mai TEMERE NULLA. Perché non può venire SCONFITTO, oppure UCCISO.

Non può mai PERDERE, oppure MORIRE.

Non esiste. E' matematicamente IMPOSSIBILE.

Un GIUSTO...trova sempre il modo di CAVARSELA.

Per un giusto...esisterà sempre UNA VIA DI USCITA.

Sta a lui, SOLTANTO A LUI...TROVARLA.

DIPENDE TUTTO DA LUI.

OGNI COSA DA LUI.

LUI, LUI, LUI. O...LEI.

ANDRA' BENE.

ANDRA' TUTTO BENE.

ANDRA SEMPRE TUTTO BENE.

SEMPRE.

See. Come no.

Ma che vadano a raccontarla ad un gatto selvatico, o a qualcun altro. Ma non al vecchio Finn.

Il vecchio Finn sapeva meglio di chiunque altro, come andavano per davvero le cose della vita.

E cioé che la giustizia potrà anche trionfare sempre, ma alle volte il prezzo che si deve essere disposti a dover pagare per vderla trionfare può essere ALTO.

MOLTO alto. E pure SALATO.

Proprio come era quasi accaduto nello stesso piazzale su cui adesso stava presenziando, e che le sue zampette posteriori stavano calpestando.

E proprio come il suo socio aveva potuto scoprire suo malgrado, neanche un'ora prima.

E dire che doveva essere preparato, almeno in teoria.

E dire che lo sapeva. Avrebbe DOVUTO saperlo. Il suo socio avrebbe dovuto saperlo MEGLIO DI CHIUNQUE ALTRO, visto tutto quello che si era sempre ritrovato a dover passare nel corso degli ormai considerevoli chilometri che aveva ormai macinato pure lui.

Le illusioni...le illusioni FANNO MALE. Un GRAN male. E sono PERICOLOSE.

Ma allora...allora, se lo sapeva, perché diavolo se n'era DIMENTICATO?

O meglio...perché diavolo AVEVA VOLUTO DIMENTICARSENE?

O, meglio ancora...perché mai aveva SCELTO di volersene dimenticare?

Quella della piccola Juju era la logica che da sempre apparteneva ai SANTI, ai CONDOTTIERI ed ai PREDESTINATI. O almeno a coloro che magari CREDEVANO DI ESSERLO. A coloro che SENTIVANO o si PERCEPIVANO COME TALI, alle volte.

Ma SENZA ESSERLO, però. Appunto.

Non é una strada comune, quella. Ma soprattutto...NON E' ALLA PORTATA DI TUTTI.

Lo hanno deciso GLI DEI. Loro lo hanno stabilito.

E' stabilito che possano concederti UN SOLO TIPO DI SCELTA.

UN' UNICA DECISIONE DISPONIBILE PER VOLTA.

Decidere tra una vita INTENSA oppure una LUNGA.

Tutto qui. Semplice. Limpido. Non si può avere ogni cosa, punto e basta.

Non si può di propria iniziativa andare dagli Dei, PRENDERLI PER IL COLLO O LA COLLOTTOLA E POI OBBLIGARLI A FARTI AVERE ENTRAMBE.

Non esiste, gente. Non é proprio possibile. Mettetevelo bene in testa.

Ma allora...perché il suo socio aveva deciso di DIMENTICARSENE ANCORA? E di RICOMINCIARE A CREDERCI, a quel mucchio di BAGGIANATE?

Perché la verità era...la verità era che CI ERA CASCATO ANCORA.

Si era fatto ABBINDOLARE DI NUOVO. UN' ALTRA VOLTA.

Proprio come con SUA MADRE, da piccolo.

Aveva trovato un'altra persona che aveva deciso di concedergli UN MEZZO GRAMMO DI FIDUCIA. E lui ci era finito di nuovo dentro nel solito GIUOCHETTO. Con TUTTE E QUATTRO LE SUE ZAMPE, la CODA e a momenti pure LA TESTA.

Aveva ricominciato ad ILLUDERSI. A pensare che potesse ESISTERE PER DAVVERO.

A pensare che potesse esistere per davvero UN ALTRO MONDO.

A pensare che potesse esistere davvero un altro mondo per LE VOLPI come loro. Che fosse davvero possibile UN' ALTRA VITA ed UN ALTRO DESTINO, completamente differenti e diversi da quello che la sorte aveva deciso di progettare e riservare a tutti i suoi simili e a quelli che componevano l'intera specie con tutte le sue eventuali DIREZIONI, DERIVAZIONI, DEVIAZIONI e DIGRESSIONI.

Mph. STUPIDATE. Nient'altro che ASINERIE, senza mettersi di proprosito a voler offendere i CIUCHI. Ma come si poteva arrivare a farsi ABBINDOLARE in questo modo? Come si poteva credere a simili BUBBOLE?

Anzi...come si poteva DECIDERE di credere? Scegliere di PROPRIA VOLONTA' di rimanere TURLUPINATI in tal maniera?

Anche lui...anche lui gli aveva sempre concesso quel fatidico MEZZO GRAMMO, da quando aveva deciso di TIRARSELO A SE' E PORTARSELO APPRESSO, tenendoselo quasi come CUCCIOLO DA COMPAGNIA. Oltre che ad INSEGNARGLI TUTTI I TRUCCHI E TRUCCHETTI DEL MESTIERE, chiaro.

Ma quella volta, con Nickybello...aveva deciso di approcciare un POTENZIALE ALLIEVO in maniera più, come dire...DIDASCALICA, ecco.

Aveva deciso di partire DALLE BASI. Di più: dalle BASI DELLE BASI.

Oltre che un DISCEPOLO FEDELE...qulla volte decise che avrebbe voluto DI PIU'.

Un AMICO. Un FRATELLINO. Un FIGLIO.

Niente SCATOLE DI TONNO, quella volta. PER UNA STRAMALEDETTISSIMA VOLTA.

Pur per quanto BUONO ED OLEOSO fosse.

Quella volta...quella volta si era maeso in testa di volere IL PESCE SENZA LE SPINE.

Anzi...quella volta ci voleva IL CAVIALE, addirittura.

Anche lui gli aveva concesso la sua fiducia. Altrimenti...non se lo sarebbe MAI PORTATO DIETRO. In caso contrario non avrebbe mai voluto averci a che fare.

Ma lo aveva sempre TRATTATO ALLA PARI. Non aveva mai preteso che DOVESSE DIVENTARE QUALCOSA DI DIVERSO DA CIO' CHE GIA' ERA.

Che razza di fiducia sarebbe, allora?

Diventerebbe come quella delle FAVOLE.

Ti concedo la mia fiducia. MA...

C' é SEMPRE UN MA, nelle fiabe. E NON VA BENE.

No. Non va PER NIENTE BENE, tutto questo.

Questa é LA VITA REALE, NON UNA DANNATISSIMA FAVOLA.

Almeno le vittime dei loro RAGGIRI erano inconsapevoli. Ma fare come faceva lui, e quelli come lui...equivaleva a TIRARSI LA ZAPPA SULLE PROPRIE ZAMPE POSTERIORI MENTRE SI RINZOLLAVA IL TERRENO. E DA SOLI, anche.

Per CONTO PROPRIO.

Anche questo il suo compare doveva saperlo piuttosto bene.

Il mondo...appartiene da sempre ai FURBI. Chi si lascia ingannare...E' DESTINATO A PERDERE.

In una truffa...la colpa va sempre DIVISA A META', in PARTI EQUE.

E NON EQUINE.

A – AH!!

Si stava mettendo proprio a fare BATTUTE PENOSE sul genere in tutto e per tutto identiche a quelle di quel suo amico cavallo ed attore di Sit – Com fallito, che non era stato manco buono di pigliarsi l' Oscar nell'unico anno buono per lui. Quando non c'era NEMMENO UN FILM DECENTE CHE VALESSE LA PENA DI PREMIARE.

Ma, in fin dei conti...per QUANTI ANNI PUO' FAR RIDERE UN COMICO, PRIMA DI STANCARE IL PUBBLICO? Prima di iniziare a far stufare IL SUO STESSO PUBBLICO? Quello di RIFERIMENTO, compreso il suo nutrito stuolo di FAN PIU' APPASSIONATI?

FIFTY – FIFTY, comunque.

La reponsabilità é tanto del TRUFFATORE quanto del TRUFFATO.

Io sono stato DISONESTO, questo posso anche concedertelo. Ma tu...NON SEI STATO ATTENTO. E se tu decidi di metterti a BARARE...se NESSUNO TI SCOPRE, NESSUNO SI PUO' METTERE A CRITICARTI PERCHE' BARI.

Però il punto, il DANNATISSIMO punto...é che NON SI PARTE DI PRINCIPIO CON QUELL'INTENTO LI'. Con l'intento di FREGARE.

Uno ANNUSA L'ARIA, si mette a SONDARE IL TERRENO...e poi, se trova qualche POTENZIALE PREDA...allora PARTE ALL' ATTACCO E ALLA CARICA.

E' così che funziona. DA SEMPRE.

E così che FUNZIONA IL GIOCO. Ed ogni gioco...HA LE SUE REGOLE. Esistono REGOLE PER OGNI GIOCO. E perciò...OGNI GIOCO VA GIOCATO SECONDO LE PROPRIE REGOLE.

Fiuuu, che razza di PAPPARDELLA.

Era UN GIOCO. Ed in quel gioco...loro erano ABILISSIMI. Era il LORO RUOLO, cucitogli addosso dal destino, su misura e che gli calzava a pennello e come un guanto.

Il loro CAMPO DI AZIONE. La loro ECCELLENZA.

Erano VOLPI. Ed erano PREDATORI. Non era altro che una pura questione di ISTINTO.

Come nei tempi antichi, durante LA CACCIA.

Si trattava solo di rispolverare i vecchi istinti e RIADATTARLI AD UN CONTESTO NUOVO E DIFFERENTE.

Anche quella la si poteva definire EVOLUZIONE. Anche quella era SOPRAVVIVENZA.

Chi si EVOLVE...SOPRAVVIVE. Chi NON CE LA FA...SI ESTINGUE.

Nient'altro.

Ma se uno parte già con l'idea di rimanere GABBATO in partenza, e di PRENDERSELA IN QUEL POSTO A PRESCINDERE...CHE GUSTO C' E', A GABBARLO?

E' come se una vittima venisse in mente di mettersi a giare per strada ventiquattr'ore su ventiquattro con un BEL CARTELLO APPESO AL COLLO.

Un bel AVVISO AI DELINQUENTI. Con scritto sopra RAPINATEMI!!

Oppure AGGREDITEMI!!

O magari PIGLIATEMI PER IL NASO!!

O anche PIGLIATEMI A CALCI NEL DIDIETRO!!

Oppure RAPITEMI!!

Oppure, nel peggiore dei casi...UCCIDETEMI!!

Riempire a piacere, insomma. Metteteci un po' quel che volete. Quel che più vi pare e vi piace.

Logico che i criminali non si fidino, poi. Uno che va in giro così...

Uno che va in giro così SE LE VA PRATICAMENTE A CERCARE.

I casi sono due. O é COMPLETAMENTE SCEMO, o é UNA TRAPPOLA A SUA VOLTA.

Proprio come aveva fatto quella coniglietta in divisa col suo socio, quando si erano beccati per la seconda volta.

Eppure...era PROPRIO COSI' che il caro e dolce Nickybello aveva deciso di AGIRE e di PENSARE, da QUELLA VOLTA IN POI.

Anzi, no. Aveva deciso DA SEMPRE di agire e pensare così. E quella volta, complice anche LA PICCOLA AGENTE TOOT – TOOT DI PELUCHE, era ripiombato di colpo nel suo VECCHIO QUANTO MALAUGURATO VIZIETTO.

Quello di NON VOLER MAI TIRARE DRITTO E FARSI GLI AFFARI PROPRI, quando si assiste ad un problema CHE NON CI RIGUARDA DA VICINO.

O almeno questa era l'idea che si era che si era fatto di lui, nel corso delle innumerevoli notti passate a SVACCO e a BIVACCO seduti oppure sdariati sulle file di sedili o nel retro del suo furgone. Tra un sorso ed un tiro di qualcosa ed una confidenza intima che subito dopo ne derivava, quasi come naturale conseguenza od effetto.

Questo almeno valeva per Finn. Perché il caro Nickybello...si accontentava di era sempre ACCONTENTATO DI POCO, in genere.

Si era sempre fatto bastare UN NULLA, a tal proposito.

Non aveva e non sentiva, e nemmeno aveva mai avuto o si era mai sentito in bisogno di UBRIACARSI oppure di SBALLARSI, per LASCIARSI ANDARE.

No. Al suo socio occorreva solo il buio, il silenzio, il chiaro di luna, la solitudine ed una serata particolarmente storta per essere in vena di SBOTTONARSI.

Sbottonarsi nel senso di RACCONTARE QUALCOSA DI PIU' SU SE' STESSO, naturalmente.

E niente DOPPI SENSI, razza di MALFIDENTI che altro non siete.

A quel punto mancavano solo una manina sull'avambraccio in gesto di conforto o di consolazione ed un paio di occhi dolci e comprensivi ed il più era fatto.

La TRAPPOLA era già bella che SCATTATA. Specie se ad azionarla vi si trovava una fiera esponente dell'ALTRA META' DEL CIELO. Quella NUVOLOSA, s'intende.

Bell'affare. Proprio un gran bell'affare. Ma la cosa non lo stupiva.

Era chiaro che il suo socio, con l'indole che aveva, sarebbe stato condannato ad essere sempre OSTAGGIO DELLE FEMMINE, a differenza di lui. Che le AMAVA TUTTE, certo. Tanto da diventarne DIPENDENTE, come tante altre cose. Ma non tanto da diventarne SCHIAVO.

Mai infilarsi in una situazione da cui non se ne può uscire in TRENTA SECONDI O GIU' DI LI' nel caso le cose dovessero METTERSI MALE.

Questo era ed era da sempre stato il suo MOTTO.

Per ogni cosa. MUTANDE, SLIP E LETTI COMPRESI. E compreso tutto quello che si trova DENTRO ALLE MUTANDE O AGLI SLIP, oppure DALLA CINTOLA IN GIU' DI COLEI CHE IN QUEL DATO E PRECISO MOMENTO LO STA OCCUPANDO, QUEL LETTO.

Considerava una femmina, OGNI FEMMINA, alla pari di una CONFERENZA. Ed in quanto tale...si riservava di ABBANDONARLA IN QUALUNQUE MOMENTO, quando ne aveva abbastanza.

Ma per il suo socio non era così, purtroppo. Per via di un certo vecchio discorsetto.

Perché invece di scegliersi UN COMANDANTE aveva preferito, aveva voluto scegliersi UNA PRINCIPESSA, da seguire.

E questo é quel che succede, quando si decide di fare così.

Tsk. Proprio un bell'affare. Affida il TIMONE della cara, vecchia ma cui si può sempre contare BAGNAROLA della tua vita ad una FEMMINA e sei bello che FREGATO. Sissignore.

Che potesse BERSI VENTI LITRI DI RUM BOLLENTE IN COMPAGNIA DELL' ACQUA SALATISSIMA E SALMASTRA DELL' INTERO OCEANO. Oppure andarsene a BRUCIARE E MARCIRE PER SEMPRE NEL PEGGIORE E PIU' PROFONDO DEGLI INFERNI, se così non era.

Finisci tra le zampe di una che CAMBIERA' IDEA ED OPINIONE NEL GIRO DI VENTICINQUE SECONDI AL MASSIMO, o giù di lì.

Capito L' INGHIPPO, gente? Tutto quello che é stato appena descritto avviene OGNI VENTICINQUE SECONDI.

Ed a questo va aggiunto oltretutto che NON E' MAI SICURA DI QUELLO CHE FA, NEMMENO IN UN SINGOLO E DANNATO ISTANTE CHE USA PER CALPESTARE E MUOVERSI SU QUESTA POVERA E DANNATA TERRA.

Troppo, ragazzi. Decisamente TROPPO.

Per QUALUNQUE GENERE DI ESSERE MORTALE.

E pure IMMORTALE AD AETERNAM, gli sapeva tanto.

Che ne potesse sempre SCAMPARE e RESTARNE FUORI ed INTATTO, per tutto quanto l'amore di Iddio onnipotente. Anche se con lui non é che andasse POI MOLTO D' ACCORDO.

Questione di DIVERGENZA DI VEDUTE. Specie su quella gran FESSERIA sul fatto dell'ONNIPOTENZA e dell' ONNISCIENZA di cui tanto amava farsene continuo motivo di VANTO ed ORGOGLIO.

Un argomento su cui gli aveva sempre quanto decisamente consigliato di RIVEDERE GIUSTO UN ATTIMINO LA PROPRIA IMMAGINE visto che I FATTI, di fatto (whoopps!! Approximated gioco di parole idiota a ore due!!) non facevano altro che CONTRADDIRLA. Ed IN CONTINUAZIONE, pure.

METTERSI, SISTEMARSI od ACCASARSI in qualche maniera, IN QUALUNQUE MANIERA o MODO...non equivaleva altro che ad un ENORME SPRECO E DISPENDIO DI ENERGIE. Che finivano irrimediabilmente BRUCIATE nel tentativo di PREVEDERE, ANTICIPARE, INTUIRE i suoi GUSTI, le sue PREFERENZE e le sue TENDENZE, invece di utilizzarle in maniera molto più PROFIQUA e REMUNERATIVA per sé stessi.

Farle credere di riuscire a CAPIRE TUTTO DI LEI. Prima che lei si potesse accorgere che, in realtà...lui di lei NON LE POTEVA PROPRIO SAPERE.

NESSUNO PUO' SAPERLE. E di NESSUNA. Per il puro e semplice fatto che MUTANO DI CONTINUO. AD OGNI ISTANTE.

Veramente. Non se ne esce. E non se ne può. Non se ne può più.

Cambiano rotta in continuazione, non sono mai contente di niente, una volta che approdano ad un porto non ci si fa in tempo a fermare che già vogliono subito salpare e ripartire per il successivo.

E quando li hanno finiti...li RICOMINCIANO A VISITARE DALL' INIZIO.

Con loro si é in balia dei venti e dei mari, proprio.

Nord, Sud, Ovest, Est...e poi DA CAPO.

E non é proprio possibile, per la miseria. E non sono cose, ragazzi miei.

Se uno deve andare a cacciarsi dentro ad una TEMPESTA di quelle con le onde ALTE VENTI METRI, dritto dritto in direzione DELL' OCCHIO DEL CICLONE...se proprio non può farne a meno, allora preferisce mille und mille volte di più ANDARCI PER CONTO PROPRIO.

Di PROPRIA VOLONTA', che diamine. Almeno lo decide lui, di andare incontro alla propria, possibile FINE.

Almeno questa libertà, almeno QUESTA SOLTANTO, va lasciata. Considerato che nella maggior parte dei casi é L' UNICA CHE RIMANE. Ed inoltre...

Inoltre ci si risparmia tutto questo gran MACELLO.

Perdo la gara perché ho voluto fare DI TESTA MIA. Non perché ho voluto dar retta ad una CRETINA che continuava ad asserire che LA CONOSCEVA LEI, LA GIUSTA STRADA.

E che non ha mai voluto ascoltare, fino all'ultimo. Nemmeno quando le si urlava a squarciagola che stava facendo una grossa, assurda, turgida, strepitosa e mega – galattica STR...STUPIDATA.

Si é detto STUPIDATA, right?

Ma non c'era niente da fare, col suo socio. Nickybello era fatto così.

Era ben chiaro che il giorno che avesse deciso di cedere e di capitolare...NON LI AVREBBE PORTATI LUI I PANTALONI, all'interno della coppia di cui si sarebbe ritrovato a dover fare fare parte.

Si, certo. Siete stati MOLTO ATTENTI, cari i miei alunni. Avete capito bene, anzi benissimo.

SI SAREBBE RITROVATO.

No, dico. Ma da quando in qua un maschio SI PERMETTE O SI CONCEDE IL LUSSO DI SCEGLIERE?

DA QUANDO IN QUA?!

Il suo caro VOLPACCHIOTTO CHIACCHIERONE sarebbe finito ben presto SUCCUBE. A fare da ZERBINO. E lo avrebbe fatto pure con ESTREMA GIOIA.

Si. Ne sarebbe stato pure CONTENTO. E FELICE.

Finché andava bene a lui...ma che non gli venisse mai in mente di CIURLARLO PER IL MANICO venendo a contargli su che quello era VIVERE.

Ma per piacere. Ma fatemi il sacrosanto, su.

Il problema di Nicky era il suo principale difetto di sempre. Quello che Finn non era mai riuscito a correggere. E nemmeno a CONVINCERLO, di doverlo correggere.

Il problema, il grosso problema di Nick era uno solo.

IL SUO CUORE.

Non aveva mai voluto capirlo. E non lo aveva mai voluto accettare.

Non aveva mai voluto ABBANDONARE QUELLA C. O meglio...SOSTITUIRLA.

Non se l'era mai sentita.

Di RIMPIAZZARE quella C con ALTRE TRE C molto più UTILI e FUNZIONALI in virtù dell'ONORATA PROFESSIONE con stava iniziando a fare pratica e a prendere via via sempre più dimestichezza. E che lui si stava accingendo ad INSEGNARGLI, facendogli acquistare maggior confidenza e malizia giorno dopo giorno.

VIA IL CUORE.

NON SERVE.

Servono di più e meglio ALTRE TRE C.

Il CERVELLO, il GINGILLO e gli AMENNICOLI.

In realtà ANCHE GLI ULTIMI DUE avrebbero UNA C, come INIZIALE a CONTRADDISTINGUERLI. Ma a volerli chiamare col loro VERO NOME...si corre il serio rischio di SCADERE NEL VOLGARE.

LE TRE C.

CERVELLO, GINGILLO ED AMENNICOLI.

Le tre c che fanno di ogni maschio UN MASCHIO.

Da pressoché SEMPRE. Da che mondo é mondo.

Ed il buon vecchio MARION PROINSIAS FINNICK le aveva sempre ONORATE TUTTE E TRE, nel corso della propria STRA – MALADETTA, LURIDA ed INFAME vita.

Ad OGNI ISTANTE. Insieme alla propria PAROLA.

Questo era sempre ciò che gli aveva detto a Nickybello, durante le sere e le notti trascorse a completo SVACCO e BIVACCO sui sedili o sul retro del furgone. Ogni qualvolta che il suo socio si presentava col morale A TERRA E SOTTO ALLE FILE DI CUSCINETTI PLANTARI PIAZZATI SUL FONDO DELLE SUE ZAMPE POSTERIORI, ed attaccava col suo corollario di FREGNACCE DA INCISTATO DI DEPRE CRONICA ed INCURABILE quale era ogni DUE PER TRE.

Ah, già. Quasi se n'era dimenticato.

IL FURGONE.

Il SUO furgone.

Era giunto nel famoso piazzale. Dove una sera era iniziato tutto. E dove tutto sarebbe presumibilmente FINITO, tra quelli che ormai erano diventati BEN MENO DI TRE GIORNI.

Eh, già. Sarebbe finito tutto quanto. Oh si. Anche se non si poteva ancora stabilire con certezza PER CHI E' CHE SAREBBE DOVUTA FINIRE, tutta la storia.

Ancora non si poteva sapere per CHI. Nessuno poteva saperlo.

MADAMA LA MORTE non aveva ancora deciso di scoprire le sue carte.

Nessuno lo sapeva. Nemmeno il vecchio Finn che in queste cose dimostrava ed aveva sempre dimostrato di avere sempre un certo OCCHIO LUNGO, oltre che alle orecchie. E anche QUALCOSINA D' ALTRO, visto che si parlava di ROBE LUNGHE.

No. Nemmeno lui avrebbe potuto dirlo, oppure sbilanciarsi ad azzardare un'ipotesi.

Anche se una certa idea, in proposito...SE L'ERA GIA' FATTA.

Aveva già un piccolo sospetto, un vago sentore su come sarebbe andata a terminare tutta quanta la faccenda. Una piccola palla nera che gli rotolava senza pace nella porzione di testone tra un padiglione auricolare e l'altro e all'altezza del petto, stringendoglieli come in una morsa.

Poteva solo augurarsi che NON ANDASSE COSI'.

Poteva solanto SPERARCI.

Ma, adesso come adesso...dell'esito non poteva impipargliene di meno.

Non gli importava. Fosse quel che avrebbe dovuto essere. Andasse come doveva andare.

Ora la sua priorità era un'altra.

Attraversò il piazzale e girò attorno al locale costeggiandolo sulla sinistra, e cercando al contempo di prenderla il più alla larga possibile. Se a quel RINCITRULLITO SOTTO FORMA D' UN CAVALLO gli fosse riuscito di scorgerlo, magari dalla finestra, lui gli avrebbe dovuto per forza ricambiare il saluto come si usa e come é d'obbligo tra conoscenti. E in quel momento...Finn non ne teneva NESSUNISSIMA VOGLIA, di farlo.

Ma ZERO, proprio. Non aveva voglia di incontrare, salutare né di mettersi a ciacolare e confabulare con anima che fosse viva oppure morta.

Guardò comunque in direzione del vetro che da quell'angolazione si trovava più vicino a lui, almeno secondo la prospettiva sfalsata che gli forniva la linea d'aria. Tanto srebbe valso fare A SPANNE, ed il risultato sarebbe stato pressoché identico, nella sua imprecisione.

Gli parve di scorgere all'interno un'ombra in movimento, per mezzo della sua vista acuta.

Tsk. C'era da stare sicuri e poter scommettere che l'equino fosse ancora dietro a nettare bicchieri ormai sporchi da intere ere geologiche. Come se niente fosse accaduto. Come se ne nemmno si fosse accorto che meno di un paio d'ore, da queste parti...PER COLPA DI QUALCUNO si era entrati in piena ZONA DI GUERRA.

E casomai se ne fosse accorto...con tutta probabilità doveva già essersene DIMENTICATO, come minimo. Il suo ridicolo cervello aveva di sicuro già provveduto a pigiare il suo bel tastino di RESET incorporato, e fare piazza pulita e tabula rasa.

Il buon vecchio Tobey. Gli si sarebbe potuta piazzare sotto alle sue chiappe persino una BOMBA. Una MINA NAVALE A PERCUSSIONE, magari. Di quelle che ancora ripescavano dai mari e dalle spaiggie, ogni tanto. Buona solo a fare il RESIDUATO DI GUERRA, ma che se veniva innescata poteva risultare ancora MICIDIALE. Un ORDIGNO NUCLEARE, persino.

Poteva finirgli praticamente QUALUNQUE COSA, sotto al suo sedere. Tanto...NON SI SAREBBE ACCORTO EGUALMENTE DI NULLA. Nemmeno quando quel QUALCOSA avrebbe finito con L' ESPLODERE al solo contatto, polverizzandogli il fondoschiena e spargendolo tutt'intorno sotto forma di CORIANDOLI DEL GUSTO E DEL COLORE DEL SANGUE.

E con questa truce quanto fatalistica considerazione era ormai giunto su retro del locale. Proprio dove aveva voluto trovarsi. E proprio dove si trovava il motivo per cui aveva deciso di andare a finire lì.

Rimase fermo per qualche istante, come volersi concedere un attimo di osservazione e di contemplazione di ciò che aveva davanti agli occhi.

Non riusciva davvero a crederci. Anche se lo sapeva benissimo quel che avrebbe trovato e a cosa sarebbe andato incontro, decidendo di recarsi nuovamente in quel luogo.

Aveva visto ed assistito alla sua fine ed alla sua agonia in diretta, minuto per minuto. Dato che avevano valorosamente ed ostinatamente combattuto e respinto gli assalti fianco a fianco, ed uno dopo l'altro. Eppure...senti lo stesso dei rovi puntuti mischiati a filo spinato che gli si stavano attorcigliando attorno al cuore.

Proprio vero. Per quanto ci si possa preparare...a certe cose non ci si può mai PREPARARE ABBASTANZA.

Non ci si può mai preparare abbastanza al PEGGIO.

Fece un sospiro.

“Eh...”

Il fennec stava osservando sconsolato il suo fu glororioso mezzo di trasporto.O almeno quel che ne rimaneva.

Le fiancate erano state completamente annerite dalle fiamme e dal fumo, e mezze squarciate e sbrindellate dai paraurti corazzati guidati da quel branco di luridi manigoldi.

Le due immagini fantasy speculari, realizzate ad aerografo con l'ausilio di estrema perizia, competenza e passione...non si scorgevano praticamente più.

Le terre incantate avevano subito l'invasione da parte dei VANDALI. Degli UNNI.

I BARBARI avevano sfondato il confine, ed avevano invaso il regno per ogni dove. Devastando, distruggendo e metendo a ferro e fuoco tutto quanto. Tutto quello su cui era riuscito loro di mettere e posare le grinfie.

Il berserker e la sua tanto amata valchiria si erano difesi strenuamente. Avevano protetto il loro castello fino all'ultimo respiro. Ma adesso...era crollato sotto i colpi del nemico. E la coppia aveva deciso di EMIGRARE ALTROVE.

A loro probabilmente non importava. Ciò che li univa era VERO AMORE, e quello non perdeva affatto di significato o importanza. Avrebbero potuto continuare ad amarsi, ovunque andassero. In qualunque luogo ed in qualunque lago.

Dovunque. Però...

Però la casa, la TUA casa, o quella che tutti noi siamo portati a definire TALE...HA LA SUA DANNATA IMPORTANZA, maledizione. Inutile mettersi a volerlo negare.

E la nostra VERA PATRIA.Quel pezzetto che ci siamo ritagliati sulla superficie di questo mondo, a costo di enormi sforzi e sacrifici e alla facciazza del destino e di chi ci vuole male. E che possiamo reclamare a pieno diritto come NOSTRO. SOLAMENTE NOSTRO, e di nessun altro.

E' la nostra PICCOLA PATRIA scavata nella nicchia di una patria che ci reclama e a cui vorremmo tanto appartenere, se non fosse che ci IGNORA BELLAMENTE. Tranne qando c'é da FORAGGIARLA VERSANDOLE BOLLETTE E PAGANDOLE TASSE.

La casa é dove passiamo gran parte della nostra esistenza, colei che é la CUSTODE DEI NOSTRI RICORDI.

E' pressoché difficile, pressoché impossibile poterne FARE A MENO.

E' difficile, impossibile doverle dire ADDIO PER SEMPRE.

Anche loro avevano dovuto fuggire, di fronte a tutto quell'odio e a quella furia. Ed il suo furgone, la SUA CASA, li aveva condotti in salvo.

Il suo magnifico DESTRIERO aveva portato a termine LA SUA ULTIMA MISSIONE, compiuto il suo ULTIMO VIAGGIO. E anche se non ne poteva e non ce la faceva più...li aveva condotti lo stesso al sicuro.

Li aveva portati fin lì con L' ANIMA, anche se il corpo gli stava cadendo a pezzi.

 

Bravo, vecchio amico.

 

Questo pensava Finn, mentre una piccola e tonda perla traslucida gli si era formata all'angolo dell'occhio destro.

Gli si avvicinò, con fare lento e solenne. Poi, una volta che gli si trovò davanti, gli posò una delle mani sul cofano come a volergli fare una carezza sul muso.

E gliela fece per davvero mentre scuoteva ripetutamente la testolina e le lunghe orecchie, che presero ad ondeggiare.

Non poteva fare altro.

“Ah...povero il mio van...” disse tra sé, con estremo rammarico.

“Ay me mi. Pobre el mi LOBOS Z -1...”aggiunse subito dopo.

Sembrava stesse rimembrando tutte le vicissitudini e le scorribande passate insieme per le strade della grande metropoli e per i distretti e le zone limitrofe.

Non poteva fare altro. Al momento non poteva fare altro, oltre che ricordare. E tenere stretta la zampa ad un vecchio quanto valoroso amico mentre raggiungeva LE IMMENSE PRATERIE CELESTI, I GLORIOSI CAMPI ELISI.

Oppure il VALHALLA. Che quello era il posto indicato per i GUERRIERI. I guerrieri come LORO DUE. I guerrieri come LUI.

“Como te hanno redotto, POBRECITO...” fece, con lo sguardo basso. Ma giusto per DUE SECONDI ANCORA, o giù di lì. Perché poi...

Perché poi LO RIALZO'. Ed un lampo di determinazione misto ad ostinazione al di là di qualsiasi disgrazia possa accadere e di qualunque buon senso si possa disporre gli balenò, dentro a quelle iridi che in quel momento avevano lo stesso colore del suo manto.

“Escuchame, amigo...” gli fece, cambiando totalmente tono. “Nun me emporta quel que te diranno e me diranno i MECCANICI, o los SPECIALISTAS. Noi...noi RESORGEREMO, caro mio. Es UNA PROMISA, una promessa. Te podaria sbattere dientro a una DESCARGA, ad una descareca. Duepo averte fatto SMEMBRAR por RECUPERARE y REVENDERE quei quattro PIECIOS, quei quattro pezzi que tu tienes ancora BUENI. Y usare el DINERO que che recaverò por prenderme un altro MACININO, y RECOMINCIAR DE CAPO. Ma...yo ho deciso que NON LO FARO'. NADA. TE LO POI SCORDA', TU M' AS COMPRIS? Seulement yo sas quel que tu has pasado. Y seulemente ti te counousset quel que mi has pasado. De CONSEQUENXIA...SOLO TI TE SEI DEGNO DE CAVALCARME, y de PORTAR A SPASSO LE MI NALGAS, le mie DOS CHIAPPE. Y solo YO SOY DEGNO DE GUIDARTE, E DE TENER STRIETTO STRIETTO EL TU TIMON, el tu volante.”

Strinse la mano che teneva poggiata sulla pante anteriore e la carezza divenne un pugno, con cui menò una gran botta sul cofano.

“PREPARADE, bello mio” gli annunciò, raggiante. “Ce sarà parecchio da lavorare, ma...te prometto sin de ahora que TORNEREMO GRANDI, yo y ti.”

“ALLORA?!” Gli urlò dietro. “CE STAI, OPPURO NO? ULTIMA CHIAMATA, BELLO MIO!! Y DEVI SAPE'...SAPPI QUE NUN SE ACCETTA UN REFUSO, UN REFIUTO!!!

“ALLORA?!” Insistette, menando un altro gran papagno sulla carrozzeria bruciacchiata quasi per intero. “QUE MI DICI? REPONDEZ – MOI!! RESPONDIME, POR FAVOR!!”

Forse fu effetto del pestone. O forse fu solo un caso. O magari furono le gentilezze, oppure quell'esortazione così rude. Fatto sta che...qualcosa accadde.

Oppure fu un puro e semplice CONTATTO ELETTRICO. Ma é bello usare la fantasia, certe volte.

Una scintilla attraversò il filamento di rame e tungsteno situato al centro delle lampade che occupavano l'alloggiamento adibito ai fanali. Seguito a ruota da un brevissimo colpetto di clacson simile ad un accenno di tosse, come a volersi schiarire bene la propria voce e la propria gola. E da movimento avanti e indietro ancora più breve da parte dei due tronconi ancora rimasti sani dei tergicristalli del parabrezza.

Sembrava che il furgone gli stesse rispondendo, a suo modo.

La risposta di un vecchio animale ormai malandato e buono per il MATTATOIO, ma che in fondo in fondo vuole provare a CREDERCI ANCORA. E FINO IN FONDO, perché in cuor suo sa che non gli é rimasto poi molto in cui POTER CREDERE.

Perché il tempo passa per tutti, purtroppo. E le sue INGIURIE...NON PERDONANO.

E lui sa di non averne più tanto, a disposizione. Così come sa che non gli é più rimasto il lusso di avere una così grande e ampia possibilità di scelte a sua disposizione.

Prendere o lasciare, amico. E la prima parola che esce...E' QUELLA VALIDA.

E la risposta che gli diede rispecchiava all perfezione ciò che stava pensando. E sentendo, pure. Sempre ammesso che una MACCHINA avesse la facoltà di PENSIERO e di SENTIMENTO.

Ma é mai capitato a qualcuno di vedere che una vecchia macchina, a seguito di troppe ingiurie prese, decidesse bella bella di piantare PER STRADA ed IN ASSO colui che gliele aveva appena espresse?

Beh...al vecchio Finn SI. Per quanto ci si possa decidere di credere, oppure no.

 

ZZZZTT!!

HONK!! HONK!!

VVRRTT!! VVRRRTT!!

 

Queste furono le parole del Lobos Z – 1 nei confornti del suo proprietario. Del suo pilota. Del suo migliore amico. Del suo FRATELLO. Che tradotte più o meno lberamente dal MACCHINESE facevano pressappoco così:

 

Grazie, amico. Lo VORREI ANCH' IO. Anche se...

Anche se, ormai...NON CI SPERO PIU'.

NON CI SPERO PIU' COSI' TANTO.

Beh...almeno PROVIAMOCI.

CHE CI COSTA?!

Che ci costa, farlo?!

Proviamoci. Io...SONO CON TE.

IO CI STO.

 

MUCHAS GRACIAS, hombre” gli confermò il fennec, mettendosi ad esibire un ampio quanto riconoscente sorriso. “Esta...esta es proprio la RESPUESTA que yo ESPERAVO. La resposta que attendevo da TI. E que tu puntualmente me hai dato SIN DEFRAUDARME, sienza deluderme. Como SIEMPRE. Vedrai que CE LA FAREMO, amigo meu. Ce la faremo. Tu...LASSA FFA' DE MI. Lascia fare a me. Fidate.”

Fu una scena di CAPARBIETA' e SOLIDARIETA' VIRILE davvero notevole, la loro. E nobile. E di sicuro encomiabile.

Una coppia di vecchi amici che più IMPROBABILI di così non si può che si mettono in testa di sfidare niente di meno che il TEMPO, il FATO e la MORTE.

Già. Tutto davvero commovente. Peccato solo che ciò che accadde l'istante successivo in qualche modo contribuì in modo determinante a contraddire i loro propositi. Ed a smorzare decisamente i loro entusiasmi.

Cominciò con Finn che menò un altro gran cazzotto a doppio pugno sul cofano, con entrambe le zampe superiori. Subito dopo udì un gran rumore di ferraglia incagliata, paragonabile a quello prodotto da due camion che si scontrano. Un frastuono improvviso e pauroso che lo costrinse ad arretrare di qualche passo.

E, bontà sua, fece appena in tempo ad allontanarsi e a mettersi a debita distanza di sicurezza.

L'attimo successivo le portiere mezze scassate si divelsero e finirono a terra e a lato del veicolo di cui facevano parte, come se qualcuno le avesse staccate e sfondate dall'interno a suon di calci. E lo stesso fecero i portelloni situati sul retro, finendo sdraiati alcuni metri più avanti.

La medesima sorte capitò poi alle quattro ruote. Che all'unisono schizzarono all'infuori e vennero sparate e separate dal blocco composto in sequenza sparsa da disco, ruota dentata e mozzi che di buona norma e regola li aveva sempre ospitati, e su cui avevano sormontato senza mai fare storie.

Fu una separazione alquanto brusca, col quartetto di pneumatici che si ritrovarono a loro volta sdraiati sull'asfalto e sui propri cerchioni esterni.

E per ultimo, ma non meno importante, toccò proprio al cofano. Quello su cui lui ed il suo van avevano appena sigillato e stipulato la loro NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, che schizzò verso l'alto come un PETARDO. Anzi...come se qualcuno avesse fissato dei MORTARETTI o dei FUOCHI D' ARTIFICIO alle altrettante estremità e poi avesse APPIZZATI all'istante dando loro fuoco con un fiammifero od una fiaccola od uno straccio imbevuto di liquido infiammabile preparti apposta per la grande occasione, a giudicare dall'altezza che raggiunse.

Gli erano mancati giusto gli EFFETTI LUMINOSI, visto che IL BOTTO...C'ERA STATO. E pure BELLO FORTE, per giunta.

Infine, a degno completamento dell'improvvisato quanto inopportuno e fuori programma SPETTACOLO PIROTECNICO...dalla parte nuda ed esposta al vento del motore fuoriuscirono due sbuffi. Uno BIANCO e l'altro GRIGIASTRO. Con un sibilo che pareva quello di una TEIERA il primo, ed una bella PENTOLA A PRESSIONE RICOLMA DI MINESTRONE il secondo. Anche se l'aroma che stava nel mezzo, e che nell'istante successivo investì in pieno le sue fin troppo sensibili narici di volpe facendogliele pizzicare, non sapeva di nessuna delle due sostanze liquide nominate e descritte giusto l'attimo prima.

Tra i due sbuffi né partì poi un terzo. Ma più che uno sbuffo di fumo o vapore pareva decisamente uno SPRUZZO, questa volta. Uno spruzzo di colore a metà tra il GIALLASTRO SPORCO e L'ARANCIO SALMONE di OLIO PRESSURIZZATO e NEBULIZZATO, proveniente direttamente dalle bielle e dagli ingranaggi interni che di solito dentro a quel liquido vi stavano immersi fin quasi ad ANNEGARE, per rimanere ben lubrificati ed evitare così di GRIPPARE MALUGURATAMENTE, durante il loro utilizzo.

Finn si allontanò ancora di qualche decina di centimetri, per evitare di essere preso in pieno dal getto quasi sicuramente non tiepido.

Era proprio vero, dunque.

Il suo Lobos Z – 1...era decisamente un MASCHIO pure lui. Un maschio PURO, fino in fondo.

E adesso ne aveva avuto la prova definitiva.

Anche il suo furgone...ONORAVA LE TRE C. Le aveva sempre onorate. Insieme alla PAROLA.

Aveva giurato di portare al sicuro coloro che stava OSPITANDO, e TRASPORTANDO.

Di portarli al sicuro TUTTI E TRE. E COSI' AVEVA FATTO.

Li aveva portati fino a lì con la pura forza DELLO SPIRITO, anche se il corpo stava cedendo. Anche se le membra gli stavano dicendo, urlando BASTA.

Aveva compiuto il suo dovere fino all'ultimo.

Aveva dato TUTTO. Tutto quel che poteva, fino all'ultimo. Come la BOTTE PIENA DI VINO BUONO E SINCERO.

Aveva dato tutto, fino in fondo. E adesso, giusto un attimo prima di SPIRARE...si era lasciato compensibilmente ANDARE.

Aveva dato fondo a tutte le sue risorse, fino ad ESAURIRLE COMPLETAMENTE. E prima di spirare...si era concesso un ultimissimo SCHIZZO.

Accade, ad alcuni maschi. Generalmente i più DURI e PURI. Nei tempi antichi accadeva SEMPRE.

Quando si é sul punto di MORIRE...il corpo compie istintivamente un ULTIMO, ESTREMO e DISPERATO GESTO.

Produce un' EIACULAZIONE SPONTANEA.

Si tenta di spargere il proprio seme tutto intorno, alla spasmodica ricerca della prima ospite di genere femminile da INVADERE, da OCCUPARE., da IMPREGNARE.

Da INGRAVIDARE.

Per avere la certezza, o almeno la speranza...di non CREPARE INVANO. E di NON AVER VISSUTO INVANO, PER NIENTE.

Per cercare di tramandare la propria STIRPE, anche quando il fautore di quella PIOGGIA DI LIQUIDO SEMINALE e SPERMATOZOI A CASCATA é destinato a NON ESSERE PIU'.

A non LASCIARE PIU' TRACCIA. Fatta eccezione per una piuttosto VISCOSA ed APPICCICOSA, simile all' ALBUME D' UOVO. Per lo meno quando le uova ANCORA ESISTEVANO.

Viscosa. Appiccicosa. E anche ODOROSA. E pure piuttosto SALATA, a detta di ALCUNE e di ALCUNI.

Dicono che quando si muore si prova il PIU' GRANDE ORGASMO MAI IMMAGINATO E CONCEPITO.

Anch'esso come un FUOCO D' ARTIFICIO, anche se realizzato in modo ORGANICO.

Con i FLUIDI CORPOREI al posto della POLVERE PIRICA.

 

Beh...prima de andartene, yo spiero tanto che tu abbia almeno GODUTO a suficienxia, pensò il fennec.

 

Si chiese se la CAREZZA che gli aveva elargito avesse pouto contribuire, in qualche modo.

No, perché ad averlo saputo prima...UNA MANO GLIEL'AVREBBE DATA BEN VOLENTIERI, e non solo in senso METAFORICO.

Un ultimo favore ad un vecchio e generoso amico NON LO SI RIFIUTA MAI. Anche se si dovesse trattare di qualcosa di particolarmente SCONCIO.

ADIOS, dunque. E grazie per tutto il CARBURANTE.

See. Adios un pezzo di C...ORNO.

Fino all'attimo prima aveva gli occhi completamente sbarrati e le fauci spalancate dallo stupore, mentre stava cercando di realizzare quanto stava accadendo al suo mezzo.

Non se l'aspettava. Però capiva. Ma adesso...

Adesso l'espressione del tappo si corrucciò all'improvviso. Da AFFLITTA quale era stata fino aquel momento si era fatta di colpo CONTRARIATA. MOLTO contrariata.

DECISAMENTE contrariata.

No. Il piccolo folletto del deserto, dopo un breve istante di compassione, comprensione e compatimento stava dimostrando di NON AVER ASSOLUTAMENTE GRADITO LA NOVITA'.

No. La RESA non costituiva UN' OPZIONE, tra le sue fila.

La resa, all'interno della sua GANG, non aveva proprio RAGIONE DI ESISTERE.

L' EMPATIA, almeno per lui...era ammessa e concessa SOLO FINO AD UN CERTO PUNTO.

Non si accettavano DEFEZIONI, dentro al suo TEAM.

O si era CON LUI...oppure si era CONTRO LUI.

Era così che la vedeva, il buon vecchio Finn. DA SEMPRE.

“OPP' POBBACCO” gli fece. “Beh...LASSA QUE TIE LO DISE, amigo mio. Tu dieve prueprio lasciare que te la dica, esta cossa. SINCE TO THE ONESTLY...onestamente, una roba del genere NON ME L'ASPETTAVO, da ti. No es exattamiente el gienere de COMMIATO que pienzavo de MERITARME. DAMN BEEYATCH DA MUTHAPHUKKIN!! DAMNACION DE QUELA MALDICION OPPORC!!”

Ecco. Per l'appunto. Per la PIETA' era già SCADUTO IL TURNO DI SERVIZIO, ed era già l'ora di TIMBRARE IL BADGE e STACCARE DAL TURNO.

Ma non era ancora finita, con gli epitetei. Anzi...tutt'altro. Era appena all'inizio.

“MUHDAK!! Me costerà UN OJO DEL MI CABEZON, un occhio della testa, farte REPARARE Y RREMEDDERE EN SESTO. Ma tu no podaria REXISTERE SEULEMENT UN ALTRO POQUITO, accidiente a ti? RAS'PUH'TANYA'H SUKHA!! KU SOH 'TTAREH!!”

L'idioma che stava usando era a dir poco ALLUCINANTE. Talmente OSCURO, ARCANO ed INCOMPRENSIBILE che pareva preso dritto dritto e di peso da qualche perduto, eretico e bandito GRIMORIO.

Ma al contempo i pensieri ed i progetti che gli mulinavano e vorticavano in testa senza alcuna sosta gli risultavano ESTREMAMENTE CHIARI, a differenza delle parole che stava letteralmente BUTTANDO FUORI A CASACCIO DALLA PROPRIA BOCCA.

Anzi...forse dovevano essere proprio quelle congetture, a farlo BESTEMMIARE SENZA SOSTA E SENZA ALCUN RITEGNO.

Sapeva già cosa lo attendeva. Anche perché costituiva L' UNICA SOLUZIONE POSSIBILE.

La sola ed unica opzione, per riportare un mezzo tanto rovinato e disastrato agli antichi fasti di un tempo. E nel più breve tempo possibile. Perché non aveva ne c'era più, di tempo.

Uff. Quanti TEMPO, che venivano utilizzati.

Gira che ti rigira...ruota tutto attorno al TEMPO.

Lui poteva tutto. Lui poteva fare qualunque cosa. Il POSSIBILE lo stava già facendo a tempo (ancora!!) di record. E pure l' IMPOSSIBILE, anche se gli ci sarebbe voluto un po' di tempo (e dagli!!) in più. Mentre per i MIRACOLI...SI STAVA ATTREZZANDO. Ma per un FAVORE ad un CARO UND VECCHIO AMICO...all'occorrenza faceva ANCHE QUELLI. E dietro ad un ADEGUATO COMPENSO, ovvio. Vista l'urgenza.

E che vi aspettavate? L'amicizia...vale fino AD UN CERTO PUNTO, quando si tratta di AFFARI.

Anzi...NON VALE PROPRIO, punto.

Lo avrebbe fatto, sicuro. Ma NON CERTO GRATIS.

Questa volta si sarebbe dovuto a dir poco SVENARE, nei confronti del buon FLASH. Ma d'altra parte...era l'unico a poter essere in grado di RESUSCITARE e RIPORTARE IN VITA I MORTI, almeno MECCANICAMENTE PARLANDO.

Ma gli sarebbe COSTATO CARO. Questa volta. Soprattutto vedendo com'era CONCIATO, poi.

Ma non certo dal punto di vista PECUNIARIO, visto che lui PAGAVA TUTTO IN NATURA. E visto che, comunque...NON TENEVA IL BECCO DI UN SOLO QUATTRINO. Manco UN CENT SCANNATO.

O almeno era quel che si diceva in giro, sul suo conto. Sia dal punto di vista della REPUTAZIONE che da quello BANCARIO. Anche se non ce l'aveva mai avuto, un conto in banca.

E ance dal punto di vista del FISCO. PER NON PAGARE LE TASSE E LE IMPOSTE.

Aah, alla larga.

Tutto LIQUIDO, col vecchio Finn. FLUIDO. VOLATILE. Senza tante BEGHE o MENATE di sorta.

Alla VECCHIA e BRUTTA MANIERA. Ma pur sempre EFFICACE.

NULLATENENTE PER SCELTA. Da TUTTA UNA VITA.

Il denaro...NON DA' LA FELICITA'. Anche se AIUTA, indubbiamente.

Perché se la ricchezza non fa contento un mammifero...figuriamoci LA MISERIA.

Ed anche se ce lo avesse avuto per davvero un GRUZZOLO...ammesso e non concesso che lo tenesse magari nascosto dentro a delle finte e vuote SCATOLE DI SCARPE, visto che le scarpe non le aveva mai usate in vita sua poiché non era avvezzo a tale vezzo (rima BACIATA!! A – AH!!)... Moltitudini di scatole di scarpe e calzature varie, celate ed imboscate all'interno di ogni anfratto disponibile della sua tana e persino in nicchie scavate appositamente dentro le pareti, dove si diceva che fossero farcite di mazzette rilegate di banconote verdi e frusicanti fin quasi a scoppiare...

O almeno era quel che si diceva in giro.

Beh, anche se quelle voci e bisbigli avessero mai dovuto corrispondere a VERITA', e davvero

Avrebbe dovuto reclutare le GIRLS più belle, abili ma soprattutto REFERENZIATE dell'intera città. La CREME DE LA CREME, il NON PIU' ULTRA'. E non solo.

Gli avrebbe organizzato una bella serie di FESTINI nei localini giusti, quelli dove lui era ormai di CASA. O almeno quelli dove poteva ancora rivendicare il DIRITTO DI CITTADINANZA, e che ancora non lo avevano SBATTUTO FUORI. O che L' UFFICIO DI IGIENE non aveva ancora provveduto a fare CHIUDERE. E soprattutto dove sapeva che non avrebbe dovuto SBORSARE NIENTE DI TASCA PROPRIA. Visto che tra proprietari, gestori, gerenti, galoppini, portaborse oppure semplicissime TESTE DI LEGNO messe soltanto lì a fare da PARAVENTO ad attività BEN PIU' ILLECITE c'era un sacco di gente, tra il fitto sotto – bosco dei gestori del DIVERTIMENTO NOTTURNO, che gli doveva dei FAVORI. E pure gente che doveva dei favori alla gente che gli doveva dei favori. E la lista era BELLA LUNGA.

Qualcosa avrebbe rimediato, di sicuro.

Ma c'era da sbrigarsi. Non si poteva perdere tempo (e ancora!!) ulteriore.

Sempre parlando di VOCI DI CORRIDOIO, ma questa volta UFFICIALI più che UFFICIOSE...

Pareva proprio che il buon vecchio Flash fosse in procinto di ACCASARSI.

A dirla tutta...era GIA' IN BALLO.

Lui e Priscilla stavano per SPOSARSI. E se davvero il caro bradipo aveva la MALSANA INTENZIONE DI VOLERSI ACCASARE PER LA VITA...non gli restava molto tempo (anca mò!!) per mettere in atto il progetto che aveva in mente ed in serbo nei suoi confronti.

Ecco. Un altro BABBEO che c'era cascato. E che aveva deciso di mettere UNA FEMMINA al comando del suo timone.

Contento lui...se ne sarebbe ACCORTO BEN PRESTO. Di ciò che lo aspettava.

Nessuno si chiede mai perché la maggior parte di loro si mette a PIANGERE, durante la cerimonia.

Per la FELICITA'? Ma per favore.

Caragnano perché GUARDANO AVANTI. Come sempre e come solo le femmine sanno fare, a differenza dell'altro emisfero che non ha alcun motivo per pensare, riflettere o ragionare A LUNGO TERMINE.

VEDONO IL FUTURO.

E c'é da poter garantire che se anche la CONTROPARTE potesse scorgere anche solo una misera ed insignificante BRICIOLA di quanto stanno immaginando le loro consorti...beh, si metterebbero anch'essi a PIANGERE A DIROTTO e a CASCATA.

Uh, se piangerebbero. Da FINIRE TUTTE QUANTE LE LACRIME IN UN' UNICA BOTTA, sissignore.

Non mancava molto, stando a quanto gli aveva confidato il suo socio in tal proposito. Ma visto che si trattava di BRADIPI...i tempi erano destinati a DILATARSI ALL' INFINITO, quando si era alle prese con quella specie mammifera. Fino a diventare ETRENI.

I più...NON ARRIVAVANO NEMMENO A CELEBRARLO, il matrimonio. Finivano per LITIGARE E LASCIARSI prima di arrivare sull'altare, al cospetto del prete.

Erano talmente LENTI che finivano con lo SCOCCIARSI ANCORA PRIMA DI INIZIARE LE DANZE VERE E PROPRIE.

Chissà se era per questo che il prelato incaricato della cerimonia al più classico e canonico IO VI DICHIARO MARITO E MOGLIE ci accorpava già il POSSA IDDIO AVERE PIETA' DELLA VOSTRE ANIME eccetera, eccetera.

METTEVA GIA' LE ZAMPE AVANTI, come si suol dire.

Tutto ciò poteva apparire alquanto FUORI LUOGO, certo.

Ma che si provi a spiegare CHE DIFFERENZA C' E' tra uno sposalizio ed un funerale, fin dei conti.

Comunque...se Flash ed il grande amore della sua vita denominato comunemente Pris stavano ancora insieme, e non si erano ancora SEPARATI DEFINITIVAMENTE...come minimo stavano ancora fermi alla SCELTA DELLE BOMBONIERE.

Non c'era molto tempo (alé!!) a disposizione, ma se si dava una mossa restava ancora tempo (e...olé!!). Almeno per organizzare un ADDIO AL CELIBATO coi controfiocchi e controc...a dovere, insomma. Più tutti gli altri festini di richiamo al seguito.

UNO AL GIORNO, come minimo. Da qui fino al giorno fatale.

Perché una volta che fosse DEFINITIVAMENTE INCASTRATO...sarebbe stato praticamente impossibile per Flash o uno appartenente allo stesso ceppo e stirpe riuscire a tenere la stessa zampa inferiore IN DUE SCARPE CONTEMPORANEAMENTE.

Per il semplice fatto che proprio per la loro natura di esseri LENTI e PIGRI, col cuore che probabilmente gli batte CENTO VOLTE ALL' ANNO se gli va bene...per loro natura é impossibile applicare la rinomata formula che aveva reso il vecchio Finn tanto famoso e famigerato. E cioé quella di SFILARSI NELL' ARCO DI TRENTA SECONDI DA QUALUNQUE SITUAZIONE, non appena essa diventa SCOMODA.

Meglio sfruttare il tempo (uff...) che ancora restava, e non pensare al dopo.

Uno al giorno, da qui fino alla fine. E magari, se il buon Flash si fosse ritrovato adeguatamente SODDISFATTO...magari avrebbe deciso di applicargli un BELLO SCONTO. Una volta che i ragazzotti della sua CREW avessero ultimato i lavori.

Magari non gli avrebbe fatto pagare NULLA, addirittura.

E lì, a giudicare da quello a cui aveva appena assistito...ce n'era davvero PARECCHIO, da fare.

Doveva organizzarsi.

Ma proprio mentre stava per mettere in moto gli INGRANAGGI, quelli che alloggiavano dentro di lui con particolare predilezione per la zona delle MENINGI...qualcosa lo costrinse a fare diversamente.

Udì un rumore di passi che sopraggiungevano alle sue spalle. Che di fatto lo obbligarono ad accantonare momentaneamente pensieri, idee e progetti. E di piantarla anche con la ridda di IMPRECAZIONI e di BESTEMMIE a mezza bocca con cui stava degnamente accompagnando il tutto, dandoci un taglio netto e deciso.

PER ORA.

Si girò per vedere chi fosse il nuovo imbucato. E pochi secondi più tardi scorse Maggie che spuntava dall'angolo più lontano sulla destra.

E si stava decisamente dirigendo su di lui, con camminata ferma e convinta.

Sapeva perché si trovava lì. Lo sapeva benissimo perché era venuta. Se lo immaginava fin troppo chiaramente. ma...non era il momento.

No, non era proprio il dannato momento. Non ne aveva proprio la voglia. E poi...aveva ALTRO DA FARE, da lì a poco.

Lo aspettava una cosa DAVVERO IMPORTANTE.

IMPORTANTISSIMA. Di un'importanza cruciale.

Non aveva tempo (oh...io ci rinuncio, gente) da poter scialacquare o sprecare.

Non se lo poteva concedere, questo lusso. Non stavolta.

Di norma non si tirava mai indietro, da un duello. Fosse anche solamente PER GIOCO.

Perché QUELLO ERA, con quella ragazzona. Non era nemmeno da prendere in considerazione l'idea di mettersi a FARE SUL SERIO. Anche se lei...a giudicare dal musetto imbronciato, dall'espressione scura in volto, dal modo in cui avanzava con le gambe strette e tese e non ultimo i pugni tenuti ben serrati e lungo i fianchi, dava proprio l'aria di averne TUTTE QUANTE LE INTENZIONI.

Ma lui no.

 

Oh, non non non non non non non...pensò.

Non, ma chérie.

Non COSTRINGERMI.

Non mi COSTRINGERE A FARLO.

Non mi ci costringere PROPRIO.

LASCIA PERDERE, tu m'as compris?

LASCIA PERDERE. Non ci pensare NEMMENO.

 

Voleva decisamente ROMPERGLI IL VAGONE DI CODA, la pischella. Si vedeva lontanto un miglio.

Anche un cieco se ne sarebbe accorto.

Meglio provare a calmarla, prima. Magari, con le parline DOLCI E GIUSTE, ci poteva riuscire.

Decise di muovere qualche passo nella sua direzione, e di provare ad ANDARLE INCONTRO.

IN TUTTI I SENSI.

Allargò le braccine, come a volerla accogliere come si farebbe con un amico o un conoscente che non si vedono da tempo immemore. Ed esibì quindi il migliore e più diplomatico dei sorrisi di cui poteva disporre in quel dato momento. Anche se non ne aveva molte frecce al suo arco, vista la situazione. E visto che, da ridere, per quanto si potesse sforzare, non ci trovava né vi era proprio nulla.

“Hola, muchacha” le gridò. “El mi socio como se la passa, hm?”

“Nick sta bene” tgliò corto lei, senza smettere nemmeno per un istante di muoversi verso di lui.

“Se così si può dire...” buttò poi lì, animosamente. “...Visto come lo ha ridotto quel maniaco. Ma é fuori pericolo, stando a quel che ha detto il dottore prima di andarsene.”

“Uhm!” esclamò il fennec. “Muy bien. Bueno. L'importante es quello.”

“Lo abbiamo spostato nella camera di mia madre” gli spiegò. “Ed ora dorme tranquillo. Tutto il contrario di quello FARAI TU, te lo assicuro. Ti aspetta una NOTTE MOVIMENTATA, CARINO. In TUTTI I SENSI. E se non ci penso io...tanto lo farai da solo, per conto tuo.”

“Que intiendi, chica? Cossa tu me vuele dir? Cosa dise?”

“Non credo che tu possa dormire SONNI SERENI e PACIFICI. Non dopo quello che hai COMBINATO.”

“Y por que?” Le chiese lui.

“No, dico!!” Gli sbraitò addosso lei. “Non ti RIMORDE LA COSCIENZA, per quel che hai fatto? Come fai a rimanertene COSI' TRANQUILLO, COME SE NIENTE FOSSE?!”

“Und cossa l'é que avrei combenato, de gracias?”

“Ecco. QUESTO, hai combinato. Come fai...come DIAVOLO AI A RIMANERTENE TRANQUILLO E BEATO COME SE NULLA FOSSE SUCCESSO? Io...io ti giuro che NON LO REGGO. NON LO SOPPORTO, Finn. Davvero. Io...io NON TI SOPPORTO, quando ti vedo fare così. NON TI POSSO ASSOLUTAMENTE SOFFRIRE.”

“Yo sas seulement que ve ho SALVATO LA VID AD ENTRAMBI, prima. A TUTT' E DOS. CADAUNO y CADADUE. Tu te recuerde, chica?”

“Tsk. Lo sapevo.” commentò lei, sarcastica. “Te l'ho detto quando eravamo dentro al locale di Tobey. Dove del resto ci troviamo anche ora, guarda caso. Anche se fuori, e sul retro. E ora te lo ripeto. Dimenticavo che per potergli rimordere la coscienza...uno ce la DEVE AVERE, una coscienza.”

“Vieramiente...nun me risulta.”

“Già. Forse hai ragione, e io non mi ricordo molto bene. Ero troppo scossa, in quei momenti. Mi sa che inconsciamente ho finito per CANCELLARE E RIMUOVERE TUTTO QUANTO. Forse te l'ho detto quando mia madre é tornata indietro a chiamare il dottor Cooke. O forse la verità é che NON TE L' HO MAI DETTO. E me lo sono solamente IMMAGINATO, di dirtelo. E mi sa che sto facendo soltanto UNA GRAN CONFUSIONE.”

“Me sa tanto anca a mi, bimba.”

“Sai com'é...immagino siano i POSTUMI DELLO SHOCK, dico bene?”

“Eeh...DIZZY HEAD. La CONFUSION MENTAL. Gran brùta bestia. En ogne caso...yo soy ALIVE. Sò vivo. Y tu pure. Y anca el mi socio. Seulement quello, conta. Solo quello, es vieramiente emportant por davvero.”

“Veramente...” lo contraddisse la vice, “...ci sarebbe DELL' ALTRO, Finn. Ci sarebbe UN'ALTRA COSA molto importante, di cui occuparsi.”

“Oh, yes?” Fece lui, affettando indifferenza. “Y cossa serebbe, de gracias?”

“Non fare il finto tonto con me, bello” lo redarguì prontamente Maggie.

“Oh, C' MAAAN...” le fece il piccoletto, allargando con fare spazientito le minuscole braccia. “...GIMME A DAMN BREAK, HOLY SHIT!! Ma se podaria sever cossa l'é que tu ce sei venuta a fare, aqui?!”

La daina mise le proprie mani strette a pugno una sopra l'altra e poi scrocchiò le propie nocche, facendo loro emettere un rumore di semi di arachide ripetutamente pesticciati.

Proprio come il suo CARO COMANDANTE DAL ROSSO PELO le aveva insegnato, se pur in maniera totalmente GRATUITA QUANTO INCONSAPEVOLE.

Proprio come gli aveva visto fare, in più di un'occasione.

A sua IMMAGINE e SOMIGLIANZA.

Come messaggio le era parso di per sé più che eloquente. Ma non dimenticò affatto che aveva di fronte un tizio per natura incredibilmente sveglio ma che, quando voleva e quando lo riteneva più che opportuno per il rispettivo tornaconto personale, sapeva diventare anche incredibilemente duro d'occhi, di orecchie e di bocca. E di cuore, soprattutto.

Eh, si. Il vecchio Finn aveva già dato prova in passato di sapersi infilare, per proprio conto ed all'occorrenza...in rapida successione UNA COPPIA DI PEZZE NERE SULLE PALPEBRE, dei TAPPI SUI TIMPANI, un FAZZOLETT BEN APPALLOTTOLATO TRA I DENTI e in ultimo ma non meno importsante UN BEL BASTONE NELLA ZONA FRANCA ISTITUITA TRA CHIAPPE E CODA.

E rigorosamente DI PUNTA. Così...ENTRA MEGLIO.

E non va dimenticato il SACCO DI CEMENTO A PRESA RAPIDA DENTRO AL PETTO, IN SOSTITUZIONE DEL MUSCOLO PIU' IMPORTANTE, da dove TUTTO PARTIVA.

L' ANTICA e VETUSTA ma PUR SEMPRE EFFICACE POMPA. Da sempre adibita, oltre che al FUNZIONAMENTO ED AL NUTRIMENTO DELL' INTERO ORGANISMO...anche alla NASCITA, alla GESTIONE ed alla COLTIVAZIONE DEI SENTIMENTI.

Era meglio, ma MOLTO MOLTO meglio DEFINIRE I DETTAGLI, con uno così.

METTERE I PUNTINI SULLE I. Non si poteva mai sapere.

“Io credo che tu LO SAPPIA BENISSIMO, il motivo per cui ti ho seguito e per cui sono venuta qui” gli disse, dandosi nel frattempo un'altra bella e vigorosa scrocchiata appena sopra l'attaccatura dei propri zoccoli.

Finn fece tanto d'occhi.

“Nun...nun me vorrai dire que...”

“Secondo te?”

Il piccoletto sospirò.

“Allora...allora es como piensavo.”

“Proprio così, amico.”

“Eh. Tu lo sas, NUTS...en una CIERTA MANERA, en un certo muedo...sotto ad un certo punto de vista LO SOSPIETTAVO. Me lo sientivo. Me l'aspiettavo que sarebbe fenita accussì.”

“Ecco appunto. Quindi...é perfettamente inutile che io e te stiamo qui a DISPIACERCENE di ciò. E' semplicemente ASSURDO, non lo trovi anche tu?”

“Eeeexactly, chiquita. MAS QUE JUSTO. Più che giuuusto. Però...però te confiesso que fino all'ultimo ce ho sperato. Fino AT LE LAST TIME, fino all'ultimo...ce speravo, que las cosa non priendessero esta piega. Que dovesse fenire en esto modo.”

“Le cose stanno così invece” intervenne Maggie, tagliando decisamente corto. “Come tu vedi. Che ti piaccia oppure no. Io e te abbiamo UN CONTO IN SOSPESO. E siccome alla sottoscritta non piace lasciare conti in sospeso...prima di decidere SUL DA FARSI, prima di decidere QUALUNQUE ALTRA DANNATISSIMA COSA ho stabilito che sarà opportuno SBRIGARSELA TRA NOI. Dobbiamo FARLA FUORI, io e te soltanto.”

“Vuoi...vuoi farlo AHORA?” Domando stupefatto il fennec. “PROPRIO AHORA?! AQUI?!”

“Si” fu la secca replica di lei. “Proprio QUI. E ORA. ADESSO.”

“No, yo dico...ma a ti TE SIEMBRA PROPRIO EL CASO? M – ma...ma POR QUE, tu me lo EXPLICAS? Me lo spieghi, por favor?”

“Perché, mi dici? PERCHE' NO, ti dico io. Dopotutto...devo comunque aspettare che Nick si RISTABILISCA e si RIPRENDA COMPLETAMENTE, prima di INTAVOLARE una possibile STRATEGIA o di ESCOGITARE un eventuale PIANO. Quindi, adesso come adesso...si dà il caso che non abbia proprio nulla di meglio da fare, al momento. A parte VEDERMELA CON TE. Meglio SBRIGARSELA SUBITO così NON CI SI PENSA PIU', no?”

“Aah...so che LO VUOI” sordì all'improvviso Finnick, prendosi a massaggiarsi la testa con entrambe le zampine anteriori. “So bene que lo DESIDERI COSI' TANTO, bellezza...ma STASERA PROPRIO NO. Sul serio.”

La daina, a quelle parole, assunse un'espressione perplessa.

Quasi IMBARAZZATA, a volerla dir tutta.

“Ma...ma di che cavolo stai parlando, scusa?”

“Stasera no, tesoro” continuò imperterrito il tappo, senza badarle né prestarle la benché minima attenzione. “Tiengo UN EMICRANIA QUE ME SPACCA EL CRANIO EN DOS, in due. Facciamo accussì...la PROCHAINE FOIS, la pruexima vuelta, te offro prima una bella CIENETTA A DUE in un bel restorantino di quelli que conoxco yo. A SPESE MIE, s'entiende. Poi ce andiamo a fare un bel PAIO DE DRINK per metterce sulla giuuusta carreggiata, nel MOOD CORRETTO. Y depuis ce andiamo a fare DU' SALTI EN DESCOTECA. Il tutto PAGANDO DE TASCA MIA, obiouvsly. Poi, verso la ORA CINQUO DE LA MANANA ce pigliamo una CAMERETTA en qualche MOTEL. Ce PIENZO SIEMPRE YO, eh. Ce facciamo UNA DOUCHE TRES JOLIE, una bella DOCCIA AL VOLO, ed infine...TE FACCIO TUTTO QUEL CHE TU VUOI.”

La vice non credeva alle proprie orecchie.

“C – cosa...COSA?!”

“Tu HAS MUY BIEN COMPRENDIDO, muchacha. En cambio TE FACCIO TUTTO QUELLO CHE VUOI TU. TUTTO TUTTO. Y A LUNGO LUNGO. Ma per esta sera...LASSAME EN PACE, te ne priego. BEGGO IL TUO PIERDONO, BELLEGAMBE. Ma esta siera...NO SOY EN VENA. NO ME TIENGO EN FORMA.”

Non appena si rese conto della presa in giro in atto, l'espressione di Maggie da allibita qual'era si fece a dir poco FURIBONDA. E ricambiò il patetico tentativo di SVIARE DISCORSO nel peggiore dei modi che aveva a disposizione.

Non era possibile. Per lei era una questone D' ONORE.

Di Più. Di VITA o di MORTE.

Ecco come la vedeva. E quell' IMBECILLE si permetteva, si concedeva pure il LUSSO di PIGLIARLA APERTAMENTE PER I FONDELLI.

No. Non era proprio pèossibile. Non si poteva assolutamente tollerare UN SIMILE AFFRONTO.

Il suo MIGLIORE AMICO, sempre ammesso che fosse ancora tale e che lo FOSSE MAI STATO...

E la persona che ALMENO PER LEI era da considerarsi LA PIU' IMPORTANTE E PREZIOSA AL MONDO...

Nick era ferito e quello continuava a FARE IL CRETINO.

Non era accettabile. Non poteva sopportarlo.

“PIANTALA!!” Gli urlò dietro. “IO STO PARLANDO SUL SERIO, ACCIDENTI A TE!!”

Finn si ricompose.

“Ok, ok” le fece, con tono tranquillo. “OKIE – DOKIE. GET DOWN AND TAKE IT EASY, BABE.”

“UN CORNO!!” Gli replicò lei, ormai al colmo della sopportazione. “TI VUOI DECIDERE A PRENDERMI SUL SERIO, UNA VOLTA TANTO? TI VUOI DECIDERE A PRENDERE SUL SERIO UNA COSA, ALMENO PER UNA DANNATA VOLTA NELLA TUA INUTILE ED INSIGNIFICANTE VITA?!”

“E va bene, e va bene” le ribadì lui. “Sono serio, right? Sono serio. ORA SONO SERIO, mi hai capito?”

“Bene” rispose la daina. “Sarà meglio. Perché ti assicuro che io sono SERISSIMA. E NON STO SCHERZANDO.”

“Ok, muchacha. Non scherzi. CLARO Y LIMPIDO. Et alòrs...cos'é que vorresti fare?”

“No, Finn. Stai SBAGLIANDO LA DOMANDA. Vedi...il punto NON E' cosa vorr...”

“...Non é COSA VOGLIO FARE” si corresse subito dopo. “Il punto, il VERO punto...é cosa voglio FARTI, se mai.”

“Sentiamo” le propose la piccola volpe. “HABLA, MI SENORA. EL TU SIERVO TE ESCUCHA. Parla pure, te ascolto.”

“Beh...” disse la voce, ricomponendosi a sua volta. “...Visto che mi hai fatto davvero ARRABBIARE...per prima cosa INIZIERO' A SUONARTELE DI SANTA RAGIONE. Ho deciso che ora, prima di tutto...comincerò a PIGLIARTI A CALCI NEL SEDERE FINO A CAMBIARTI I CONNOTATI E A FARTI DIVENTARE BELLO.”

“Hm. Sleale da parte tua, Nocciolina. Yo NON PICCHIO LE GENTILI DONZELLE, mi querida. Neanco si ce me costringono.”

“PEGGIO PER TE, bello. Allora vorrà dire che te ne DOVRAI RESTARE LI' A PRENDERLE.”

“Magda...SONO PIU' FORTE DI TE.”

“Questo é TUTTO DA DIMOSTRARE, Finn. Lo vedremo. E ti assicuro che NON VEDO L'ORA DI SCOPRIRE SE LE COSE STANNO DAVVERO COME DICI.”

“FIDATE, ragazza. Si te lo dico yo tu puede starne pure CIERTA, CHICA. Puoi STARNE PIU' CHE CERTA.”

“Oh, beh...TANTO PEGGIO PER TE, amico. Se le cose staranno davvero così...vorrà dire che TE LE DARO' ANCORA DI PIU'. ED ANCORA PIU' FORTE.”

“Ma...ma...escuchame, querida. NO TIENGO NINGUNA RESON SUFICIENTE, non ho nessuno motivo valedo per combatere contra de ti. Yo puede...posso siempliciemente ANDARMENE, o aspietar bello tranquilo que tu TE STANCHI, o...”

“Dacci un taglio, Finn. Non é con la PARLANTINA SCIOLTA, che te la caverai. NON QUESTA VOLTA, te lo garantisco. La tua LINGUA LUNGA...NON VALE UN DECIMO DI QUELLA DI NICK. Lui...é MOLTO PIU' IN GAMBA DI TE, ad INTORTARE LA GENTE. Questo é POCO MA SICURO. Tutta questa SQUALLIDA MANFRINA...NON ATTACCA, con la sottoscritta.”

“Adesso el qui presiente...sta per TENERE DA FFA', Occhidolci” la avvertì il fennec. “Como t'agg' ritt' poco prima, so ne puede...no se puede REMANDAR? Yo e ti...non possiamo RINVIARE? Ma tu no ne tienes ABBASTANZA de COMBATTIMENTI y de RISSE, per esta serada? Nun ce sono già stati abbastanza feriti, per i tuoi gusti?”

“No” puntualizzò Maggie. “Non si può rimandare. NON SI PUO' PROPRIO.”

“Yo non picchio le GENTILI DONZELLE, que tu sas. Lo sai.”

“Mph. Fà come ti pare” gli fece lei, con una scrollata di spalle. “Allora significa che potrai STARE PURE LI' A PRENDERLE, se ci tieni tanto. Vedi...devi capire che io non ce l'ho con te perché HAI AVUTO PAURA. E'...é PIU' CHE COMPRENSIBILE, da come la vedo io. Anch'io...anch'io AVEVO PAURA, quando mi sono ritrovata davanti a quel tizio. Una PAURA DEL DIAVOLO, te lo assicuro. Però sono andata lo stesso ad aiutare Nick. E senza pensarci due volte. A differenza DI TE. A differenza tua, che invece hai preferito rimanertene bello nascosto in un angolo a TREMARE.”

“Mettila così, chica...y se te dessi una RAISON MUY BONITA? Se te fornissi una SPIEGAZIONE PIU' CHE VALIDA, por el mi comportamiento?”

“Non é detto che io abbia voglia di starti a sentire, Finn. Magari...magari NON TI DARO' NEMMENO IL TEMPO DI PARLARE.”

“Dovresti, envecie. Tu ME CREES, credimi. Ne vale la pena. Davvero.”

“Ok. Te lo concedo. Tu prova pure a spiegare. Sempre che tu...sempre che tu RIESCA A FARLO, INTANTO CHE LE BECCHI DA ME. Se poi mi riuscirà in qualche modo di trovare la tua spiegazione CONVINCENTE...allora potrà darsi che SMETTERO' DI PESTARTI. O magari chissà...potrà anche essere che ANDRO' AVANTI UGUALMENTE, anche se le tue parole mi avranno CONVINTA. Per il semplice fatto che sono veramente TROPPO, TROPPO INFURIATA. E nella fattispecie CON TE. Devo SCARICARMI, in qualche modo. Altrimenti...finirò con L'ESPLODERE.”

“Me siembra de avertelo già detto prima” le spiegò Finn. “Y questo me lo remembro bieniximo. Te l'ho già detto y te lo repeto, ragazza mia. Ed tuo DEFECTO MAS PRINCIPAL...el tuo più gran difetto es que giungi a CONCLUSIONI TROPPO, TROPPO AFFRETTATE. Las cosas...le cose non sono MAI COSI' SIEMPLICI COMO TE SEMBRANO.”

“Ah!” Gli fece Maggie, ironica. “Ma davvero? E cosa ci sarebbe di COMPLICATO in tutto questo, me lo vuoi dire? Io invece credo che farla più complcata di quello che in realtà é e la tipica SCUSA con cui la gente tenta di SALVARSI IL FONDOSCHIENA, e SCARICARE LE PROPRIE RESPONSABILITA'.”

“Dovevi intervenire subito” aggiunse. “Ed invece te ne sei rimasto lì impalato. Ma adesso...adesso ci penso io a farti COMBATTERE SUL SERIO.”

“Allora...ENEZIAMO?” Le chiese il nanerottolo. “Tu vueles eneziar? Comencia ahora?”

“Esattamente” gli rispose la vice. “Te la sei VOLUTA Finn. Non hai voluto MUOVERE UNA SOLA UNGHIA, quando avresti dovuto. E quindi...ora ti costringerò a TIRARE FUORI IL MASSIMO. DOVRAI FARLO, se vuoi avere anche solo una minima chance contro di me. Dovrai...ti dovrai BATTERE COME UN DEMONIO.”

Finnick emise un altro sospiro, a seguito di quelle parole così sprezzanti.

“Eh...esta bién, muchacha” annunciò, con tono quasi dolente. “Ma lassa que te dica ancora una cosa...YOU ARE WRONG. TU TE TROMPES. Te sbagli, y de grosso anca. Sei TU, que te la sei voluta. Batterme como un DEMONIO, tu dise? RECUERDATE, Nuts. Recuerdate muy bien. Tienes BENE a miente la frase que hai appena detto.”

“Lo RICORDO MOLTO BENE, quel che ho appena detto” replicò la daina. “IO, almeno.”

“Ok, chica. Allora te quiedo un'ALTRA COSA ANCORA.”

“UN' ALTRA?” Esclamò lei. “UN' ALTRA, hai detto? ORA BASTA, FINN!!”

“Seulement una cosita ancora” puntualizzò il folletto del deserto. “Y depuis...DAREMO EL VIA ALLE DANZE. Dopo que sarà finita...dopo que avremo terminado la nostra ESCARAMUCHA...sarà PACE FATTA, tra nos dos?”

“Vedremo” buttò lì lei.

“Eh, no!!” Saltò su lui. “NO PUEDE!! NO EXISTE VEDREMO!! O SI...OPPURO NO!! NO EXISTE UNA VIA DE MEZZO!! O SI...O NO!! REPONDEZ – MOI, S'IL VUOS PLAIT!! POR FAVOR!!”

“Io...OK. VA BENE, Finn. Va bene.”

“Allora dopo sarà pace fatta, Bambi. NESSUN RANCORE.”

“Nessun rancore” ripeté Maggie. “Anche perché avrò...”

“...Avremo bisogno di TUTTO L' AIUTO POSSIBILE, per risolvere la situazione.” Si corresse immediatamente dopo. “E quindi...potresti TORNARE COMODO PURE TU, in qualche modo. Anche se non sei altro che un VIGLIACCO. Ma anche gli SCHIFOSI CODARDI possono SERVIRE, anche solo come CARNE DA CANNONE.”

“Trés bién” annunciò il volpino. E con grande sorpresa della vice le diede improvvisamente le spalle roteando su sé stesso ed iniziando a girare attorno al furgone semi – distrutto, costeggiandolo con forse l'intenzione di raggiungere il portellone posteriore. Oppure di DARSELA A GAMBE SUL SERIO, proprio come aveva minacciato di fare poco prima di fronte alle intenzioni dichiaratamente ostili della sua interlocutrice.

Maggie non riusciva ad intuire quali potessero essere le sue REALI INTENZIONI.

Trovava quel tizio assolutamente IMPREVEDIBILE, oltre che dannatamente INCOSTANTE ed oltremodo IRRITANTE.

No. Per quanto si sforzasse non le riusciva in alcun modo di capire cosa gli passasse per la testa.

Ma indipendentemente dalla natura dei pensieri che formulava...poteva PREVENIRLI, di qualunque genere o tipo fossero.

Fece un balzo e gli si piantò davanti, bloccandolo all'altezza della fiancata.

“Lo sapevo!!” Gli urlò contro. “Io ti ho DATO LA MIA FIDUCIA, e tu...NE APPROFITTI SUBITO!! Alla prima occasione stavi già per SVIGNARTELA!!”

“Non, non, non...” le fece Finnick. “YOU DON' T MISUNDERSTAND ME...nun me fraentendere, piccola. Yo non stavo escapando prueprio da ninguna parte. Es solo que...solo que mientre te ho visto un poquito endecisa sul da farse, allora stavo giuuusto pienzando de recuperar quelque chose que me poteva tornar udile por dopo quando yo e ti avremo fin...”

“E invece non vai a prendere nulla!!” Lo ammonì Maggie. “Perché io e te...io e te SI INIZIA SUBITO, mi hai sentita?! QUI, ho detto. ORA!!”

A quell'intimidazione il piccolo mammifero le si mise di fronte.

“Uff” sbuffò. “D'accordo.”

Aprì le braccine, mostrandole il ventre ed il torace. Sotto la solita t – shirt nera con doppia banda verticale bianca e rossa che scendeva lungo la parte sinistra, giusto giusto ficino al cuore.

Ultimamente la preferiva all'altra solita. Che era sempre nera ma con un unica striscia rossa precipitante lungo il fianco opposto.

“Avanti” la invitò. “COLPISCIME. DOVE TE PARE Y PIACE.”

Maggie lo osservò, stupita.

“C – cosa hai detto?” Gli chiese.

“Tu as comprìs quel que t'ho dito” le ribadì calmo lui. “Hai sentito bienissemo quel che te ho detto. Alla perfeciòn. Colpiscimi, forza. Dove tu veul. Dove tu preferiscie. Facciamo alla svelta, pierò. T'ho detto anca que tiengo da fare. Y con una cierta URGENCIA.”

La sorpresa fece di nuovo largo alla rabbia, sul muso della giovane agente.

Temeva un'altra, l'ennesima presa per i fondelli da parte sua.

“T – tu!!” Disse. “T – tu...tu vuoi che i – io TI COLPISCA?! Ho...ho inteso bene?!”

“Mò ciertamiente” ripose il tappo. “Mò claro que si. Tu has entendido alla perfeciòn. Colpiscime, avante. Con tutta la fuerza que tu tienes, con tutta la forza que hai. Te l'ho dito yo, de farlo. Su. DO IT.”

La daina alzò le braccia e strinse i pungi, torcendo e roteando i propri polsi all'indietro.

“Se...se é davvero QUESTO, ciò che vuoi...” gli disse. “Io...io TI ACCONTENTO SUBITO. Guarda che NON HO MICA PROBLEMI, sai.”

“Y allora MUOVITE” la incalzò il fennec. “PICCHIA SODO, me raccomando.”

Maggie alzò la gamba destra, raccogliendola contro il petto.

“Prendi questo!!” Gli gridò.

Compresse l'arto per un'infinitesimale frazione di secondo, il più possibile. Poi lo slanciò in avanti, emettendo un urlo terribile.

“OOOHH...KYYYYAAAAHHH!!”

Lo centrò tra gola e petto con un calcio frontale, facendolo sbalzare all'indietro e verso il proprio furgone. Dove andò a sbattere dritto dritto di schiena contro la carrozzeria, segnandola con l'impronta dell'intera sua sagoma.

Crollò sulle ginocchai, poggiando le palme delle manine sull'asfalto. Tossicchiò un paio di volte.

“Alzati in piedi, Finn” gli ordinò la daina, senza alcuna pietà.

“Argh...coff...coff...allora, te senti meglio adesso?” Le domandò lui. “T'é passata, Bellegambe?”

“Se mi é passata, dici?” Gli rispose lei. “COL CAVOLO, che mi é passata!! E col cavolo che mi sento meglio!!”

“Entiendi dirme que nun te sei ancora sfogata, chica?” Insistette il fennec. “Ma quanto te ce vuole, damnaciòn?”

“Quanto mi ci vuole, dici?” ripeté Maggie. “Io...io con te HO APPENA COMINCIATO, SAPPILO!! TI TOCCHERA' SUBIRE ANCORA PER UN BEL PEZZO, CARO MIO!! NON MI BASTA CERTO UN SOLO COLPO!! NON HO ANCORA INIZIATO A DIVERTIRMI SUL SERIO, SE CI TIENI A SAPERLO!!”

Gli tirò un affondo col taglio esterno della mano, dall'alto verso il basso.

“KYYAAAHHH!!”

Il bordo dell'ultimo zoccolo gli si abbatté sulla spalla sinistra con la potenza di una mannaia, ed il fennec crollò a terra.

Ma la vice non si lasciò intenerire, anche se per un erbivoro quella parola non costituisce mai un buon termine da utilizzare.

Gli piombò addosso, lo afferrò con le mani all'altezza del bavero e lo rimise in posizione eretta, sulle zampe posteriori. Poi, mentre con la sinistra lo teneva ben fermo e contro la fiancata, con l'altra iniziò a sferragli una serie di diretti di destro potenti e precisi, alla faccia e al busto.

“PRENDI!!” Gli fece. “PRENDI, MALEDETTO!! PRENDI!!”

Lo stava picchiando in una maniera a dir poco selvaggia.

“PRENDI QUESTO!! E QUESTO!! E ANCHE QUESTO!! PRENDI, DANNATO!! E' COLPA TUA SE HANNO RIDOTTO NICK A QUEL MODO!! E' SOLO COLPA TUA!!”

Un altro diretto. E un altro ancora. E poi ancora e ancora.

Non si fermava più.

“CHE TU SIA MALEDETTO, FINN!! PENSAVO FOSSI FORTE, CAPITO?! FORTE!!”

Aveva sicuramente perso il conto di quante gliene aveva date e tirate, fino ad ora.

Un chiaro segno che si trovava ormai sul punto di perdere completamente e definitivamente il controllo. In tutti i sensi. Sempre che...non l'avesse già perso.

Era a dir poco scatenata. Almeno tanto quanto il suo bersaglio se ne stava rimanendo pressoché INERME, avendo evidentemente deciso di restarsene in tutta calma e silenzio a riceversi in pieno quelle BOTTE a dir poco TREMENDE. Una dietro l'altra.

“PERCHE' NON REAGISCI, EH?!” Lo esortò lei, rabbiosa. “PERCHE' ADESSO MI VUOI VENIRE A DIRE CHE TI DISPIACE, FORSE?! PENSI DI POTER ESPIARE LE TUE COLPE, IN QUESTO MODO?! PENSI DAVVERO CHE TI POSSA BASTARE A LAVARE L' ONTA, EH?!”

PERCHE' MI HAI DELUSO, DANNAZIONE?! PERCHE' MI HAI DOVUTO DELUDERE COSI', EH?! RISPONDI!!”

Ma ora la sua voce, da alterata dall'ira quale prima era, si stava facendo improvvisamente e gradatamente sempre più ROTTA.

Gli occhi castani le luccicavano, ed un sottile quanto trasparente velo si era formato davanti ad essi.

Sembrava stesse piangendo.

Già. Ma PER QUALE MOTIVO lo stava facendo? Ma soprattutto...NEI CONFRONTI DI CHI, lo stava facendo?

Era forse PER NICK, che stava versando CALDE quanto ASPRE ed AMARE LACRIME?

O forse, come del resto sembrava almeno di primo acchito...era davvero PER FINNICK, per quanto fosse totalmente ed assolutamente INCREDIBILE sia a DIRSI che a PENSARSI?

Era per UNO che stava piangendo, per L' ALTRO o...PER TUTTI E DUE? O forse...

O forse era addirittura per TUTTI E TRE, visto che magari...aveva ben pensato di metterci PURE lei, nell' ALLEGRO ed insieme TRAGICO MUCCHIO?

Piangeva per il DISPIACERE che gli aveva procurato il PRIMO, o per la DELUSIONE che gli stava causando IL SECONDO?

O forse lo stava facendo nei confronti di SE' STESSA, visto che ad occhio e croce poteva provare persino una sorta di MISCUGLIO INDISTINTO ed OMOGENEO di AMBEDUE LE COSE, in quel preciso momento?

Difficile dirlo.

Era piuttosto difficile, se non IMPOSSIBILE, poterlo stabilire con chiarezza.

“NON DOVEVI FARLO!! NO, NON ME LO DOVEVI FARE!! NON DOVEVI PROPRIO!! ME LA PAGHERAI, CAPITO?! ADESSO ME LA PAGHI!! IO TI...IO TI AMMAZZO, MI HAI SENTITO?! TI AMMAZZ...”

Non la terminò, quella parola infame.

Raccolse il pugno destro e lo caricò fin oltre la spalla corrispondente, preparandosi a scagliare un colpo che fosse ancora più potente e micidiale di quelli che aveva impiegato fino a adesso.

Un colpo che fosse RISOLUTORE.

Da KNOCK – DOWN.

“KYYAAHHH!!”

Mirò nel punto in mezzo alla fronte del piccoletto. Ma...

Ma con sua enorme sorpresa, l'attacco non arrivo affatto a destinazione, come invece aveva calcolato in modo così minuzioso.

Si era bloccato a tre quarti di percorso.

La manina destra di Finnick era scattata come un fulmine, intercettando quella di lei e racchiudendola al proprio interno. Per quanto potesse.

Non l'aveva vista.

Maggie non l'aveva nemmeno vista muoversi.

Ed avrebbe potuto giurarlo persino su di una pila di bibbie fresche fresche di stampa.

NON L' AVEVA PROPRIO VISTA.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Anche questa volta ce l'ho fatta, dai.

Periodo piuttoso incasinato, come sempre prima di ogni Natale.

Le feste sono alle porte, tra non molto la mia piccola sarà a casa da scuola ed il tempo per dedicarsi ad altro...é piuttosto TIRANNO, in tal senso.

D'altra parte, che uno ci tenga oppure no...ed indipendentemente da come interpreti queste festività, esse sono da sempre l'occasione per staccare un poco la spina e per dedicarsi un po' alla famiglia.

Forse é quello, il vero senso del Natale. La cosa principale, il vero spirito che non deve mai perdersi qualunque cosa accada.

Trascorrere un po' di tempo con le persone a cui si tiene veramente, che già durante il resto dell'anno se ne passa troppo poco.

Curiosamente...é una frase molto simile a quella pronunciata da Nick in un fan – comic che mi é piaciuto tanto, anche se l'ho trovato immensamente triste.

Sul motivo per cui é triste non vi svelo nulla, perché accennare anche solo una riga sulla trama di questa stupenda storia sarebbe un autentico delitto.

Se volete leggerela...si chiama SAY JUDY.

Lì Nick é ormai sull'orlo della pensione, all'ultimo giorno di lavoro.

Ironia della sorte, é entrato in polizia dopo di Judy. Ma essendo più grande di lei, finisce prima.

E mentre sta per terminare l'ultimo giorno di servizio, la ringrazia per tutto il tempo passato insieme.

VISSUTO POCO, aggiunge dopo con una punta di amarezza.

E' proprio vero. Trascorriamo una vita intera, con le nostre famiglie. Ma ognuno, durante il giorno, é alle prese con le proprie faccende.

La casa, il lavoro, lo studio, gli impegni...

A causa di tutto questo si sta VERAMENTE POCO, insieme. Soprattutto da un po' di anni a questa parte, visto i ritmi sempre più vertiginosi e serrati.

Inutile lamentarsene. Non si può fare niente.

E forse le vacanze sono un'occasione per riscoprire quei momenti, e cercare di goderseli il più possibile.

E' un invito che faccio a tutti voi.

APPROFITTATENE, ragazzi. APPROFITTIAMONE TUTTI.

Dunque...come sempre alla fine di ogni anno, mi ritrovo a tirare un po' le somme di quanto ho fatto.

Direi che sono stati dodici mesi piuttosto intensi. E non solo.

Dopo tanti anni passati a velocità rapidissima...questo 2019 l'ho trovato atipico.

E' il primo anno dove il tempo, almeno per me...HA RALLENTATO VISTOSAMENTE.

O almeno é l'impressione che ho avuto io.

In realtà il motivo lo conosco. Inutile girarci intorno.

E' merito dello SCRIVERE, ragazzi.

Ho scoperto che una cosa che avevo iniziato per puro caso, quasi per scommessa...ha finito per PIACERMI UN SACCO.

MI PIACE TANTISSIMO, ecco la verità.

Ho trovato una passione genuina che, al di là di impegni ed incombenze varie, mi assorbe e mi coinvolge completamente.

Credo sia molto importante. Specie di questi tempi.

Ma non solo. In generale, direi. Soprattutto quando si tratta di dover fare fronte ai momenti difficili. Che non sempre si possono evitare, purtroppo.

Trovare una propria passione e coltivarla. Per il puro piacere di farlo.

Riversare sentimenti, emozioni, pensieri dentro a qualcosa. Come un foglio di carta o lo schermo di un computer, come nel mio caso.

Senza secondi fini o chissà quali aspirazioni.

Provare, e vedere se ci si riesce. Ed essere contenti quando si vede che si riesce, contrariamente a quanto si pensava all'inizio.

Parlo sempre di me, naturalmente.

Chi presto, chi tardi...ognuno di noi deve trovare la sua VIA.

E' FONDAMENTALE.

Bene. Un altro anno sta per concludersi, ed é tempo di bilanci.

Per la scrittura é stato un anno parecchio proficuo, direi.

Ho iniziato a scrivere il mio romanzo originale, quello di cui vi avevo parlato una delle scorse volte.

La mia long procede a gonfie vele, e ho avuto parecchi spunti per un sacco di altri racconti.

Anche su storie e personaggi completamente originali, finalmente. E non necessariamente già esistenti o inventati da latri.

MIEI, insomma. SOLO MIEI.

Resta da vedere quando riuscirò a concretizzarli. Ma questo é un altro paio di maniche.

Ma non importa. C'é ancora tanto, da scrivere.

TANTISSIMO. TUTTA UNA VITA.

Intanto...vediamo un po' cosa fare nel breve periodo.

Dopo un'attenta riflessione...ho preso un'importante decisione relativa ai primi mesi del nuovo anno.

Avevo detto che avrei aspettato di trascriverla per intero al pc, e che non avrei ricommesso l'errore di gestire due storie contemporaneamente.

La long su Rocky Joe mi ha dato tantissime soddisfazioni. Ma mi é costata una FATICACCIA BOIA, sul serio.
Però...la tentazione é troppo forte. Davvero troppo forte.

La storia scalpita, inutile continuare a tenerla nel cassetto.

E poi i primi otto capitoli sono belli che pronti. Pubblicandone uno al mese...fino ad Agosto dovrei essere coperto.

Se va tutto bene...a fine Gennaio inizierò a pubblicare la mia long su KEN IL GUERRIERO.

Dovrebbe comporsi di una ventina di episodi. Capitolo più, capitolo meno.

Avrete maggiori notizie col prossimo capitolo di questa. Il mese venturo.

Ma ora occupiamoci di questa, pr l'appunto (e scusate il qui pro quo linguistico).

Eh, lo so. Avrei dovuto, anzi voluto chiudere la faccenda in una sola volta, e dalla prossima puntata occuparmi del rientro in scena di Nick.

Ma dovrete aspettare ancora un pochino.

Se avessi dovuto scrivere tutto...sarebbero venute almeno CINQUANTA PAGINE E PIU'.

Davvero TROPPO, ragazzi. Persino per gli standard a cui vi ho abituato di recente.

Così avrei rischiato di farvi due scatole così.

Ed il lettore non bisogna mai sfinirlo.

MAI.

E' venuto un capitolo più introspettivo, anche se un pizzico di azione e di dramma verso la fine arrivano.

Ma c'era davvero troppa carne al fuoco, a mettere tutto in un unico capitolo.

Ed il troppo...STROPPIA.

Vediamola così...il PEZZO FORTE me lo sono tenuto per il prossimo episodio.

E non per vantarmi, ma...non ho mai tradito le aspettative, almeno fino ad ora.

Quindi...potete stare pure tranquilli, ragazzi.

Non rimarrete delusi. Almeno spero.

Intanto...mi auguro che questo vi possa piacere.

Che dire...quando entra in scena il NANEROTTOLO MALEFICO, sempre lì si va a parare.

Il vecchio Finn interpreta tutto in chiave SESSUALE, c'é poco da fare.

E' un chiodo fisso, il suo.

E vi giuro che non faccio apposta.

Comunque...ci sto continuando a lavorare sopra per dare anche a lui questa BENEDETTA (o MALEDETTA, che dir si voglia) SVOLTA.

Sarà piccolino, ma il nostro fennec é un ANIMALACCIO FEROCE E SELVATICO.

Ma...RIUSCIRO' A DOMARLO. Mi occorre solo qualche manciata di pazienza. E di tempo.

E vi assicuro che già dal prossimo capitolo avrete PARECCHIE SORPRESE.

Per il resto...siamo in CRISI NERA, gente.

Senza Nick a fare da guida...la squadra é ALLO SBANDO PIU' TOTALE.

I buoni stanno iniziando a MENARSI PERSINO TRA DI LORO, fate un po' voi...

In realtà...si stanno CHIARENDO.

Sapete com'é.

Nelle mie storie non ci si riappacifica sedendosi attorno ad un tavolo e mettendosi a parlare.

O, meglio...magari lo si fa anche. Ma solo DOPO.

Qui le cose si risolvono DA UOMINI. DA MASCHI.

PERSINO LE FEMMINE FANNO COSI'.

Ed é SPETTACOLARE, a dir poco.

Ci si urla addosso, ci si sfancula, ed alla brutta...si arriva ALLE MANI E CI SI TIRA DUE PIZZE IN FACCIA A VICENDA.

Poi si fa pace.

Ma ho come idea che la povera Maggie abbia scelto IL TIZIO SBAGLIATO anzi SBAGLIATISSIMO, su cui decidere di sfogarsi.

Ma Finn, se pur in un qualche BIZZARRO modo...é un signore, con lei.

Sta lì a prenderle senza fare una piega. Per il momento.

Perché é uno di quei tizi che non bisogna assolutamente far INCAZZARE.

La nostra vice ha bisogno di darsi decisamente una calmata. E sta per impararlo NEL PEGGIORE DEI MODI.

Già la parte finale non promette NIENTE DI BUONO.

Ma la pena sarà lieve, vedrete.

Forse.

In ogni caso...non bisogna dimenticare la MINACCIA BEN PIU' GROSSA che incombe all'orizzonte.

E non parlo certo di Carrington, che qui fa la sua trionfale ('nzomma...) ricomparsa.

Mancava a qualcuno, il nostro caro FETENTONE?

A me no.

E adesso, prima di chiudere...veniamo al consueto angolo dei ringraziamenti.

Un grazie di cuore a Devilangel476, hera85, Sir Joseph Conrard, DANYDHALIA (aspetto il tuo nuovo episodio, eh. Chissà...magari arriverà proprio durante queste feste!) e Plando per le recensioni all'ultimo capitolo.

E ad EnZo89 per la recensione al capitolo 65 (complimenti ancora per il tuo, di ultimo!).

Ed infine...un grazie ENORME ed una menzione speciale ad una persona che oltre ad essere uno stimato collega di fandom, alla pari di tutti voi reputo un GRANDE ED OTTIMO AMICO.

Parlo di Dario, in arte RyodaUshitoraIT. Che partendo dal primo, storico capitolo ed arrivando finora al diciottesimo, in quest'ultimo mese mi ha letteralmente SOMMERSO CON UNA VALANGA DI RECENSIONI.

Tutte ENTUSIASTE. E SPLENDIDE.

E' bello, mi piace poter riparlare dei vecchi episodi, quando capita. Per analizzare magari qualche dettaglio su cui ai tempi non mi ero soffermato, e per constatare quanta strada ho fatto fino ad ora.

Grazie per avermi offerto di nuovo questa opportunità.

Per contraccambiare in qualche modo vi segnalo le sue due storie pubblicate in questa sezione, LA VIA DEL PERDONO e IL RISVEGLIO DEI MORTI.

Dategli un'occhiata, meritano davvero. E tenete presente che é meglio rispettare l'ordine in cui le ho elencate, dato che la seconda é il sequel diretto della prima.

E la prima, a dirla tutta...prende spunto da una celeberrima (quanto discussa. Ma non certo per la qualità in sé dell'opera, che considero parecchio elevata. Quanto per delle scelte autoriali sui risvolti della trama e sulla caratterizzazione dei protagonisti, che sono risultati parecchio indigesti a molti. Oh, da come la vedo io...son gusti) serie di fan – comic dove le cose, per la nostra coppia preferita...non si mettono affatto bene. E prova, a suo modo, a mettere una pezza e a risistemare le cose.

Bòn, credo di aver messo tutti.

In ultimo, come sempre...un grazie anche a chiunque vorrà leggere la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

Colgo l'occasione per augurare a tutti vuoi un FELICE NATALE ED UNO SPLENDIDO NUOVO ANNO.

Che il 2020 possa portare ad ognuno di voi quel che più desidera!!

 

BUONE FESTE A TUTTI!!

 

Ci risentiamo l'anno prossimo!!

 

Auguri ancora, e...

 

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

   
 
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