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Autore: ali04    22/12/2019    4 recensioni
Gli dei del Monte Olimpo raggiungono una piccola isola nel Mar Giallo per portare a termine una missione: ritrovare Eros, il dio dell'amore, rapito da Crono e dai Titani e nascosto tra i mortali.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Xiumin2


13. Tredici
(τρεῖς καὶ δέκα)
 


I suoi passi riecheggiavano nel corridoio deserto. Non c’era nessuno in vista, solo Baekhyun che, per sua sfortuna, aveva dimenticato l’orologio a casa e il telefono aveva finito la batteria.
Era così concentrato a studiare, che non aveva nemmeno fatto caso a Luhan che si alzava e se ne andava e, un’ora più tardi, lo aveva fatto anche Doyeon.
Solo quando, per sgranchirsi un po’, aveva alzato lo sguardo, si era accorto che la biblioteca era deserta.
L’unica presenza era la donna dietro il bancone.
- Dove sono andati tutti? - chiese ad alta voce a se stesso.
La donna lo guardò, abbassando i piccoli occhiali sul naso.
- Ma dove vivi? Sono alla partita.
Baekhyun aveva sgranato gli occhi ed era scattato in piedi: - Che ore sono?
La donna aveva guardato, a una lentezza estenuante, il suo orologio da polso: - Le 16.30.
Il ragazzo aveva così raccolto più velocemente possibile le sue cose, prima di correre fuori dalla biblioteca.
Per non finire ancora in punizione, aveva evitato di farlo anche nei corridoi, optando per una camminata così veloce da sembrare una corsa.
Ma come aveva fatto a dimenticare la partita?
Quella volta erano contro Busan, che era in assoluto la squadra che dava loro più preoccupazioni. L’anno precedente avevano faticato a portare a casa una vittoria contro di loro, perciò quella era una delle partite più importanti della stagione.
E lui se n’era già perso buona parte.
Entrò in piscina e il suo sguardo volò subito verso il tabellone. Muui era sotto di tre goal e stavano giocando il penultimo dei tempi.
Baekhyun guardò i giocatori in campo e non gli sfuggì la preoccupazione di Luhan: il suo amico era visibilmente esausto e le sue sopracciglia erano aggrottate per la concentrazione.
L’allenatore inveiva come Baekhyun non l’aveva mai sentito fare e Jongin si trovava fuori dalla piscina, nella zona apposita dedicata a chi commetteva dei falli gravi. Ciò dimostrava quanto fosse dura quella partita.
L’unico che non sembrava affatto preoccupato e incitava i compagni era Chanyeol.
Non si era forse accorto che stavano perdendo miseramente?
- Quel ragazzo salverà la partita anche stavolta.
Baekhyun sussultò sentendo una voce provenire dalle sue spalle. Dietro di lui c’era il rettore Choi, che osservava la partita a braccia incrociate.
- L’ultima volta ha segnato all’ultimo secondo, dici che lo farà anche stavolta?
Baekhyun fece spallucce: - Spero di sì, ma la situazione sembra disperata.
Proprio in quel momento, Chanyeol segnò un punto per Muui, che ora era sotto di soli due punti.
- D’accordo, forse ci salverà anche stavolta. - si corresse, facendo ridere il rettore.
Quando scadde il tempo, l’uomo si dileguò per raggiungere gli altri insegnanti che assistevano alla partita. Baekhyun invece restò dov’era: era inutile cercare un posto a sedere: tutta la scuola era lì e non ne avrebbe mai trovato uno.
I giocatori uscirono dall’acqua e le urla delle ragazze non si fecero attendere. Jongin si voltò verso le scalinate e salutò il suo pubblico con la mano, ricevendo uno scappellotto parecchio forte sulla testa dall’allenatore.
Stava ancora ridendo per lo sguardo indignato di Jongin, quando si accorse che Chanyeol continuava a guardare un punto preciso degli spalti.
Lo seguì e vide che guardava dov’erano seduti Xiumin e Kyungsoo. Poco distante da loro c’era Doyeon.
L’unico che mancava era proprio lui.
- Sono qui. - bisbigliò, guardando Chanyeol intensamente, come se il suo sguardo potesse battergli sulla spalla e costringerlo a voltarsi verso di lui.
- Dai sono qui, guardami.
Forse il ragazzo alto aveva un radar o le sue enormi orecchie sentivano i bisbigli in mezzo al frastuono del tifo, fatto sta che Chanyeol si voltò proprio verso di lui.
Quando i loro occhi si incrociarono, sul suo viso si aprì un sorriso enorme e non perse tempo ad alzare la mano per salutarlo.
Baekhyun fece altrettanto e gli mimò con le labbra il suo augurio di vincere la partita.
Il fischio dell’arbitro segnò l’entrata in acqua per giocare gli ultimi otto minuti.
Anche Jongin rientrò in campo, visto che la sua punizione era finita.
Muui riprese a giocare più agguerrita che mai, ma Busan non era intenzionata a perdere così facilmente.
La lotta in acqua era senza esclusione di colpi, tanto che sia Johnny che, nuovamente, Jongin furono costretti a uscire per venti secondi a causa dei falli che avevano fatto.
Chanyeol era placcato da un ragazzone enorme, forse addirittura più alto e muscoloso di lui. Non lo lasciava in pace e il ragazzo faticava a prendere anche solo uno dei passaggi che gli faceva Luhan.
Con Chanyeol impossibilitato a muoversi e gli altri due fuori, fu Luhan a segnare una rete e a portare Muui sotto di un solo punto.
Mancavano dieci secondi.
Jongin e Johnny erano rientrati, ma la situazione non era delle migliori.
Bastava un pari. Se avessero pareggiato, la loro posizione di primi in classifica non avrebbe subito cambiamenti.
Baekhyun urlò i suoi incoraggiamenti, come stavano facendo i suoi compagni di scuola.
Cinque secondi: ormai era finita.
Baekhyun sospirò affranto ma, improvvisamente, Chanyeol riuscì a seminare il colosso e, afferrata la palla che gli aveva prontamente passato Luhan, la mandò in rete.
Due salvataggi su due.
Baekhyun saltò per la felicità, ma ben presto la gioia di tutta la scuola venne interrotta dal ragazzone che protestava.
- Ha imbrogliato! - stava gridando contro Chanyeol e contro l’arbitro.
Il diretto interessato lo ignorò e uscì dalla piscina, insieme ai suoi compagni.
- Ehi, ha fatto qualcosa! - sbraitò ancora l’altro, uscendo a sua volta dalla piscina.
L’arbitro gli si avvicinò e ciò che il ragazzo gli diceva rimbombò per tutta la grande stanza, anche grazie al silenzio tombale che si era creato.
- Quello stronzo ha imbrogliato! - ripeté.
- Ehi, piano con le parole. - intervenne l’allenatore Lee e, finalmente, anche Chanyeol degnò di attenzioni il suo avversario.
- Cosa hai detto? - gli chiese, avvicinandosi a lui.
Era vero, Chanyeol era di qualche centimetro più basso e le sue spalle erano meno pompate di quelle dell’altro, ma la sua figura era così imponente da far sembrare il ragazzo di Busan un cucciolo in confronto.
- Hai fatto qualcosa sott’acqua. Un attimo prima mi muovevo liberamente, l’attimo dopo era come se l’acqua mi tenesse imprigionato.
La risata isterica di Jongin interruppe il silenzio che era venuto subito dopo: - Ma che assurdità!
- È vero! - esclamò ancora il ragazzo, fissando Chanyeol - Dillo che hai usato un trucco per non farmi muovere.
- Forse hai troppi muscoli e non ti muovi bene. Pompati di meno. - intervenne Luhan, facendo ridere il resto della squadra.
Baekhyun provò a riflettere: aveva visto qualcosa di strano? Effettivamente quel ragazzo stava placcando Chanyeol e, sullo scadere del tempo, era come rimasto bloccato al suo posto, permettendo all’altro di sfuggirgli.
Baekhyun chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi su ciò che era accaduto mentre Chanyeol andava a segno.
Il ragazzo gigante tentava di muoversi, ma non ci riusciva. Non poteva nuotare, nonostante ci provasse.
Per porre fine alle proteste, l’arbitro e i due allenatori erano entrati in acqua e avevano controllato la piscina, ma non avevano individuato niente di strano, nessun trucco per vincere.
Venne confermato il pareggio, tra le grida di gioia dei ragazzi sugli spalti, ma il colosso non voleva saperne di arrendersi. Continuò a protestare con il suo allenatore, anche mentre tutti indossavano gli accappatoi e si preparavano ad abbandonare la piscina. Il rettore Choi, capendo che la situazione rischiava di degenerare, si avvicinò agli avversari e si confrontò con loro.
Baekhyun non capiva come potesse Chanyeol essere così calmo: se avessero scoperto che aveva imbrogliato avrebbero potuto sospenderlo per chissà quante partite o addirittura buttarlo fuori dalla squadra.
Il ragazzo deglutì a vuoto quando si rese conto che, forse senza volerlo, aveva dato per scontato che Chanyeol avesse imbrogliato.
La squadra di Muui fu la prima a lasciare la piscina, convinti dall’allenatore a dileguarsi il più in fretta possibile. Ormai anche il ragazzone alto sembrava essersi arreso e, con un cipiglio furioso, uscì dal locale insieme ai suoi compagni di squadra.
Baekhyun cercò con lo sguardo Xiumin e Kyungsoo, per raggiungerli e chiedere spiegazioni, ma i loro posti sugli spalti erano vuoti. Incrociò invece gli occhi di Doyeon, che gli fece cenno di raggiungerla. Baekhyun scosse la testa e spalancò la pesante porta della piscina per uscire.
Il corridoio non era più silenzioso e deserto: ora una folla di studenti di due scuole lo invadeva.
Baekhyun si fece largo tra loro, con l’intento di raggiungere gli spogliatoi. Voleva parlare con Chanyeol anche se non sapeva nemmeno cosa gli avrebbe detto o chiesto. Non sapeva cosa pensare.
Una parte di lui gli diceva che Chanyeol non avrebbe mai imbrogliato e, inoltre, era così bravo a pallanuoto che non ne aveva nemmeno bisogno. Ma l’altra parte di lui, quella piena di dubbi e perplessità su chi fosse il ragazzo alto, gli urlava che c’era qualcosa di davvero strano e che, effettivamente, il ragazzo di Busan aveva tentato di muoversi, ma l’acqua lo teneva imprigionato.
E Baekhyun l’aveva visto.
Aveva quasi raggiunto la porta dello spogliatoio, quando una voce conosciuta lo convinse a fermarsi.
- Ma sei impazzito? Devi esserlo per aver fatto una cosa del genere!
Kyungsoo sibilava, ma il rimbombo della scala faceva arrivare la sua voce chiara.
Proveniva appunto dalla scala che portava al piano inferiore e Baekhyun, dopo essersi nascosto dietro l’angolo del corridoio, poteva ascoltare indisturbato.
Nel piccolo pianerottolo c’era non solo Kyungsoo, ma anche Chanyeol, Jongin e Xiumin.
Odiava origliare, non era giusto farlo, ma quella era la seconda volta che si trovava nella situazione di decidere se farsi gli affari suoi o se ascoltare conversazioni private.
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi: quel comportamento non era da lui. Stava per farsi vedere dai ragazzi, quando una frase detta da Jongin lo fece pietrificare.
- Stiamo calmi, non è successo nulla di grave. Nessuno crede che lo zio abbia fatto qualcosa di male. Pensano che quel ragazzo si sia sbagliato.
Lo zio? Stava forse parlando di Chanyeol?
- Non ho fatto nulla per tutta la partita - disse quest’ultimo, in tono tranquillo - Ma mi stava dando sui nervi. Mi stava troppo addosso, non ne potevo più.
- Jongin ha ragione - intervenne Xiumin - Nessuno crede che Chanyeol abbia fatto qualcosa di male.
- Ma li ha fatti sospettare! - sbottò ancora Kyungsoo e poi la sua voce si abbassò notevolmente, mentre si rivolgeva a Chanyeol - Tieni a freno le tue capacità, o finirai per metterci tutti in pericolo. Che faremo se le cose dovessero mettersi male e fossimo costretti a scappare da qui? Come faremo con Lui?
- Sono certo che Lo troveremo prima che la situazione ci sfugga di mano. - disse Jongin, ma Kyungsoo non aveva finito la sua ramanzina.
- Le tue azioni sono fuori controllo. Come se non bastasse il tuo attaccamento verso quel mortale, ora cominci anche a fare dei trucchetti con l’acqua. Smettila o Suho sarà costretto a rispedirti a casa.
- Come se ti dispiacesse. - ribatté Chanyeol, ma i passi di Kyungsoo riecheggiavano già sulla scala, segno che la stava salendo.
Baekhyun si affrettò a entrare nella stanza più vicina, uno sgabuzzino, per non farsi vedere. Da un piccolo spiraglio che aveva lasciato aperto vide Kyungsoo e Xiumin andarsene e, pochi secondi dopo, passò anche Jongin.
Baekhyun lasciò andare un lungo sospiro e si appoggiò con la schiena al muro dello stanzino. Non riusciva a dare un senso a ciò che aveva sentito.
Chanyeol a quanto pareva era lo zio di Jongin. Quindi anche di Sehun, Yeri e Xiumin. Forse allora il… no, Chanyeol aveva solo tre fratelli, che erano Suho e Kyungsoo.
Quei ragazzi erano figli di uno di loro?
Vista da quella prospettiva non aveva il minimo senso, ma se si pensava a…
Baekhyun scosse la testa e, piano piano, uscì dallo sgabuzzino. Non si vedeva nessuno in giro.
Lanciò un’occhiata al piccolo pianerottolo e lo vide: Chanyeol era seduto su un gradino e si teneva la testa tra le mani. Indossava la divisa blu e gialla della squadra e i suoi capelli erano più scompigliati del solito, segno che ci aveva passato le dita molto spesso in quei pochi minuti.
Scese la scala e si sedette accanto a lui. Il più alto doveva aver capito chi era, perché si limitò a sospirare, senza nemmeno controllare chi stesse scendendo.
- Mi dispiace di essermi perso quasi tutta la partita. - disse Baekhyun. Certo, non era la cosa che gli premeva di più dire, ma non poteva iniziare una conversazione con una sfilza di domande.
- Non fa niente, piccolo sonnambulo, tanto abbiamo giocato come al solito.
La voce del più alto era atona e priva di interesse o entusiasmo. Baekhyun gli posò una mano sul braccio.
- Cos’è successo alla fine della partita?
Chanyeol alzò la testa e prese un lungo respiro: - Non ho imbrogliato.
Baekhyun era certo che fino a quel momento il ragazzo gli avesse mentito più di una volta, ma era così bravo a farlo che non sapeva cosa fosse vero e cosa no.
Quella frase però era palesemente un’enorme bugia.
- Non mi piace che tu mi menta. - disse, in un sussurro - Non andrò di certo a denunciarti se ammetterai con me che hai imbrogliato.
- Non l’ho fatto - ripeté Chanyeol, ma sempre evitando accuratamente di guardare Baekhyun - Come avrei potuto? Ero in acqua e in costume. Dove potevo nascondere un eventuale trucco?
- Hai… - Baekhyun abbassò ancora di più la voce e, mentre poneva quella domanda, il cuore gli martellava nel petto - Hai fatto qualcosa con l’acqua? Hai bloccato quel ragazzo sfruttando l’acqua?
Finalmente Chanyeol puntò i suoi grandi occhi su di lui: il suo sguardo era un misto tra sconvolto e arrabbiato.
- Che cosa? - chiese, quasi sibilando.
- Beh… - Baekhyun abbassò la testa, incapace di sostenere quello sguardo - Mi chiedevo se tu avessi delle capacità sott’acqua che superano il semplice saper nuotare bene. Io, ecco, mi chiedevo se tu fossi…
- Basta così! - Chanyeol si alzò di scatto in piedi - Baekhyun, non sai nemmeno tu cosa stai dicendo.
Il ragazzo, indispettito, si alzò a sua volta: - Mi sono fatto un’idea, ma è così assurda che…
- Ecco, se è assurda allora è di sicuro sbagliata!
Chanyeol, quasi certamente senza rendersene conto, stava urlando, ma il suo tono non era arrabbiato: sembrava terrorizzato.
- Allora spiegami tu. - disse Baekhyun, facendo un passo verso di lui.
- Non posso! - esclamò il più alto e si passò nuovamente la mano tra i capelli - Sai che non posso spiegarti niente, quindi smetti di chiedere!
- Va bene, però… - Baekhyun salì di un gradino, così che potesse essere alla stessa altezza di Chanyeol - Ora mi guardi negli occhi e mi ripeti che non hai imbrogliato. Fallo guardandomi in faccia e ti crederò.
Sul viso del ragazzo alto passò un’ombra e le sue spalle si abbassarono, segno che si era arreso.
- Se ti dicessi che ho imbrogliato perché odio perdere e perché nessuno può permettersi di battermi, tu poi mi chiederesti come ho fatto e io non posso dirtelo.
- Non te lo chiederò - disse Baekhyun - Non ti farò nessun’altra domanda. Certo, mi rimarrà il dubbio, ma prometto che non ti torturerò oltre.
Chanyeol parve pensarci ancora qualche secondo ma poi, senza togliere gli occhi da quelli di Baekhyun, disse: - Ho imbrogliato. Non volevo perdere e mi innervosiva che quel mort… ragazzo mi stesse così addosso da non permettermi di muovermi.
Baekhyun sospirò e annuì: - D’accordo.
Chanyeol lo fissò, sorpreso: - Tutto qui?
- Ti avevo detto che non ti avrei fatto altre domande.
Il ragazzo alto sembrò sollevato e sul suo viso apparve anche un timido sorriso: - So che sono stato scorretto, ma…
- Non voglio più parlarne. - lo interruppe Baekhyun, mentre la sua mente registrava anche quella nuova informazione. Afferrò un lembo della tuta di Chanyeol e lo attirò più vicino a se.
- Per un momento ho pensato volesse picchiarti. - disse, mentre una risatina gli sfuggiva dalle labbra.
- Se lo avesse fatto non doveva preoccuparsi di me, ma di Jongin. Quando c’è una rissa non aspetta di certo un invito per buttarsi nella mischia.
- Grande e grosso com’era magari vi avrebbe battuto. - ribatté Baekhyun e, in uno slancio di coraggio, avvolse le braccia intorno al collo di Chanyeol. Farlo quando erano alla stessa altezza era senza dubbio più semplice.
Se il più alto ne fu sorpreso non lo diede a vedere e, anzi, gli posò subito le mani sui fianchi. Poi avvicinò il viso a quello di Baekhyun, ma lui salì di un altro gradino, sciogliendo l’abbraccio.
- Andiamo, i tuoi compagni vorranno festeggiare con te.
- Possono farlo anche senza di me. - commentò deluso Chanyeol, ma Baekhyun non voleva sentire ragioni.
- Tu sei il capitano, non puoi mancare! - disse e, dopo averlo preso per mano, lo trascinò su per la scala e poi lungo il corridoio.
Baekhyun stava per chiudere gli occhi e ricambiare il bacio che Chanyeol sembrava intenzionato a dargli, ma un attimo prima aveva cambiato idea e si era spostato.
Anche se aveva promesso che non gli avrebbe fatto nessuna domanda, non significava che non se ne sarebbe poste lui. Aveva bisogno di riflettere e provare a mettere insieme i pezzi di quello strano puzzle che era la vita di Chanyeol.
E per farlo aveva bisogno della calma e della tranquillità della notte.
 
***
 
I granelli di sabbia si infilavano tra le dita dei piedi e gli facevano quasi il solletico. Non sapeva se fosse notte o giorno, era come se nel cielo ci fossero sia il sole che la luna, come se sentisse sulla pelle sia il calore del giorno che il freddo della notte.
Fece un passo avanti e poi un altro, verso la sua meta: il mare.
Si presentava davanti a lui, calmo e limpido. L’acqua tranquilla non sembrava quella marina, rifletté. Era molto più simile a quella di una piscina.
Il suono delle onde era quasi inesistente e, più che una distesa d’acqua reale, sembrava un dipinto.
Baekhyun arrivo sul bagnasciuga e stava per mettere un piede in acqua, quando una mano afferrò la sua.
- Dove vai, piccolo sonnambulo?
Chanyeol si era materializzato accanto a lui e gli sorrideva.
- Volevo fare un bagno. - rispose Baekhyun.
Sul viso di Chanyeol scomparve ogni traccia del sorriso di poco prima e, quando parlò di nuovo, la sua voce era diversa: molto più profonda, più cupa, più adulta.
- È pericoloso, non puoi farlo mentre dormi. - disse, severo.
- Ma io non sto dormendo - ribatté Baekhyun, non riuscendo a trattenere una risata - Guardami, sono qui accanto a te.
- Devi svegliarti, Baekhyun. Immediatamente. - ordinò Chanyeol, stringendo più forte la mano che teneva nella sua.
Baekhyun trattenne a fatica un grido e provò a divincolarsi.
- Lasciami, mi fai male!
- Svegliati, Baekhyun! Subito!
Improvvisamente, anche l’altra mano del ragazzo venne afferrata, ma stavolta non era Chanyeol.
Baekhyun si voltò alla sua destra e, accanto a lui, c’era un sorridente Luhan.
 
***
 
Xiumin si asciugò il sudore dalla fronte, mentre cercava di riprendere fiato. Era esausto, ma anche felice e soddisfatto di non aver perso il suo talento in quelle settimane di inattività. Aveva rischiato molto a tornare a scuola dopo l’orario: non aveva idea se ci fossero dei guardiani notturni o se qualche insegnante fosse rimasto per finire di preparare le lezioni. Ma aveva tentato, perché la corsa gli mancava troppo.
A Muui era quasi impossibile correre alla velocità che desiderava lui senza che qualcuno lo vedesse. L’unico posto era il campo di atletica dell’università ed era lì che Xiumin era andato quella sera.
Per sua fortuna, l’isola era un luogo così tranquillo, che la scuola non aveva bisogno di guardiani notturni e nemmeno di chiudere bene le finestre, a quanto pareva. Infatti, lui era riuscito a entrare negli spogliatoi grazie a una finestra semiaperta.
Aveva corso a chissà quante miglia orarie e finalmente gli sembrava di essere tornato a respirare.
L’avrebbe fatto ancora, si ripromise.
Quel campo di atletica sarebbe diventato il suo regno, dopo il tramonto.
Xiumin si avviò verso la panchina dove aveva lasciato le sue cose e indossò il suo cappellino e il borsellino. Su entrambi spiccava il disegno di due piccole ali bianche che, sullo sfondo marrone del borsellino e quello verde del cappello, sembravano quasi muoversi.
Il ragazzo controllò di non aver dimenticato nulla e rientrò nello spogliatoio.
Stava per scavalcare la finestra e uscire, quando uno strano rumore lo fece bloccare. Restò qualche secondo in silenzio e, dopo poco, lo risentì. Era una porta che si apriva e si chiudeva sbattendo.
Una parte di lui gli diceva di scappare, perché forse si era sbagliato sull’assenza dei guardiani. Ma aveva una strana sensazione. E per nulla positiva.
Si affrettò a raggiungere la porta dello spogliatoio e aprì uno spiraglio.
Chiunque fosse entrato, gli era appena passato davanti e lui aveva colto solo parte della sua figura.
Aprì completamente la porta e, visto che aveva girato l’angolo, lo seguì. Facendo attenzione a fare meno rumore possibile, si avvicinò e gli bastò un secondo per riconoscerlo: era Baekhyun.
Xiumin tirò un sospiro di sollievo e uscì dal suo nascondiglio.
- Baekhyun, ma che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo!
Il ragazzo però non gli rispose, non si voltò nemmeno. Raggiunse una porta e provò ad aprirla, ma quella era bloccata.
- Baekhyun? - riprovò a chiamarlo Xiumin e, dopo essersi avvicinato, gli posò una mano sulla spalla e lo voltò verso di sé.
Il ragazzo aveva gli occhi spalancati, ma privi di lucidità. Non lo vedeva, ne sapeva che lui era lì perché, era chiaro, Baekhyun stava dormendo.
- Baek, devi svegliarti - disse dolcemente Xiumin, provando a scuoterlo - Stai facendo il sonnambulo. Svegliati.
Baekhyun però non reagiva e tornò a voltarsi verso la porta, tentando nuovamente di aprirla. Nel suo stato non capiva che era chiusa a chiave e che, semplicemente abbassando la maniglia, non l’avrebbe aperta.
Xiumin valutò velocemente le scelte che aveva ma, appena alzò lo sguardo e vide quale porta Baekhyun stava cercando di aprire, capì che c’era solo una persona che poteva aiutarlo e, soprattutto, svegliarlo.
- Torno presto, Baek. Tu… fa il bravo.
Xiumin aveva appena corso alla velocità della luce per ore, ma tutta la stanchezza era già sparita e, in un attimo, era arrivato alla casa nella scogliera e, entrato, stava gridando il nome di Chanyeol.
Doveva correre. Baekhyun stava tentando di entrare in piscina.
 
***
 
Sfortunatamente, Chanyeol non era veloce come Xiumin, ma dalla sua parte aveva il mare. La scuola era a poca distanza da una piccola spiaggia, perciò il ragazzo alto sfruttò il fatto che nuotare gli risultasse molto più facile che camminare o correre.
Arrivò a scuola in pochi minuti e Xiumin lo stava già aspettando davanti alla porta dalla quale era entrato Baekhyun.
- Come ha fatto a entrare? - chiese allarmato Chanyeol, varcando la soglia.
- Non ne ho idea. Sono sicuro che questa porta fosse chiusa, perché anch’io ho provato a entrare da lì. - rispose Xiumin.
In un attimo erano nel corridoio che portava alla piscina e, con orrore, videro subito che la porta era spalancata.
- Non può essere entrato, era chiusa a chiave! - esclamò Xiumin, ma Chanyeol era già corso verso la porta ed era entrato.
Solo poche ore prima quella stanza era piena di urla, di incitamenti, di gioia e di canti d’incoraggiamento. Gli spalti erano gremiti e tantissimi ragazzi riempivano la piscina.
Ora il silenzio era assoluto e, l’unica presenza, era il corpo di Baekhyun in acqua.
Inerme.
Era a faccia un giù nell’acqua e non si muoveva.
- NO! - urlò Chanyeol e raggiunse con pochi passi il bordo della piscina. - BAEKHYUN!
Xiumin era attonito e non poteva credere ai propri occhi. Quella mattina aveva riso e scherzato con Baekhyun. L’aveva visto fare il tifo alla partita.
Non doveva lasciarlo solo poco prima.
Provò ad avvicinarsi a Chanyeol, che si era accasciato a pochi passi dall’acqua.
Il grande dio Poseidone stava piangendo. Xiumin non ricordava l’avesse mai fatto, nonostante ci fossero stati momenti di sofferenza nella vita di suo zio.
- Chanyeol, dobbiamo tirarlo fuori.
Improvvisamente, però, Chanyeol si alzò in piedi ed allungò le mani davanti a sé. Il suo viso era una maschera di dolore, ma le lacrime si erano fermate. Nei suoi occhi c’era una strana luce che Xiumin aveva visto ben poche volte.
Chanyeol lanciò un grido sovrumano, un grido di dolore e determinazione, di sofferenza e di speranza. L’acqua della piscina iniziò ben presto a sollevarsi, come attratta dalle mani di Chanyeol e volò in aria, formando uno strano serpente.
Nella vasca ce n’era sempre meno, mentre tutto intorno a loro si creavano delle figure e degli ammassi d’acqua.
Il corpo di Baekhyun cadde a terra, nel fondo piscina ormai quasi completamente asciutto. Chanyeol non aspettò nemmeno un istante e saltò dentro, raggiungendolo con pochi passi. L’acqua volava sopra di loro, ma non osava tornare al suo posto finché non glielo avesse ordinato il suo padrone.
Chanyeol si inginocchiò e prese tra le braccia il corpo di Baekhyun.
- Baek? - provò a chiamarlo - Piccolo sonnambulo, svegliati.
La sua voce era bassissima e arrochita, a causa del forte urlo di poco prima. Xiumin sospirò e, senza fare rumore, uscì dalla stanza per lasciare suo zio da solo con il proprio dolore. Quel momento non gli apparteneva e lo sapeva bene.
Inoltre non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per aver lasciato Baekhyun da solo, nonostante fosse sonnambulo.
- Ti prego, apri gli occhi - sussurrò Chanyeol, spostando una ciocca di capelli bagnati dal viso di Baekhyun - Non puoi essertene andato così. Non per colpa dell’acqua.
Chanyeol si maledisse per le lacrime che avevano ricominciato a scorrergli sul viso. Lui era un dio. E un dio non piange come un mortale qualunque.
Ma era più forte di lui: stava soffrendo come non gli succedeva da migliaia di anni.
Non aveva nemmeno fatto in tempo a dire a Baekhyun la verità, anche se sospettava che il ragazzo l’avesse intuita. Non aveva fatto in tempo a fargli vedere il fondo del mare, a farlo giocare con i pesci. Non aveva fatto in tempo a fargli conoscere il suo amico ippocampo e a dirgli di trovargli un nome.
Baekhyun era un ragazzino, non era giusto se ne fosse andato così.
- Addio, piccolo sonnambulo. - gli bisbigliò all’orecchio e posò le labbra sulla sua fronte.
Teneva gli occhi chiusi e non si accorse subito del leggero movimento di un dito, poi di quello delle palpebre.
Improvvisamente, il corpo di Baekhyun fu scosso da uno spasmo e il ragazzo iniziò a tossire, tentando di sputare fuori l’acqua che aveva ingerito.
Chanyeol era sorpreso, ma ebbe la prontezza di aiutarlo a girarsi e a dargli delle leggere pacche sulla schiena.
- Baekhyun! - lo chiamò, ma l’altro non riusciva a parlare.
La testa gli scoppiava e sentiva come se qualcuno avesse giocato a calcio con i suoi polmoni.
- Xiumin! - urlò ancora Chanyeol e tenne stretto Baekhyun a sé - Va tutto bene, piccolo sonnambulo. Sono qui.
Il ragazzo tremava incontrollatamente e si aggrappò alla maglietta di Chanyeol, come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Le sue labbra erano violacee e il suo viso cereo. I capelli gli ricadevano sugli occhi e il pigiama bagnato gli aderiva al corpo come una seconda pelle.
Alzò gli occhi sul viso di Chanyeol e, con un enorme sforzo, allungò la mano e gliela posò sulla guancia umida di lacrime.
- P-perché piangi? - la sua voce era così lieve che era difficile udirla e ogni parola sembrava uscire a fatica - C-credo di aver f-fatto un sogno.
Dalle labbra di Chanyeol sfuggì una debole risata, mentre i suoi occhi erano ancora lucidi: - Sì, te ne sei andato di nuovo a zonzo per l’isola. Giuro che da oggi ti lego al letto.
Baekhyun sorrise debolmente e i suoi occhi si spostarono su Xiumin, che era a bordo piscina e li fissava, incredulo e felice.
Fece un piccolo sorriso anche a lui, ma poi i suoi occhi colsero uno strano movimento sopra la sua testa. Spostò lo sguardo verso il soffitto e fu allora che vide quello spettacolo incredibile.
Una quantità indefinita di acqua volteggiava sopra le loro teste.
Baekhyun spalancò la bocca per la sorpresa e, in quel momento, anche Chanyeol alzò lo sguardo. Quando si rese conto di ciò che stava succedendo, capì che non poteva più mentire a Baekhyun.
Non avrebbe mai trovato una scusa per spiegare ciò che i suoi occhi stavano vedendo.
- Piccolo sonnambulo - disse, attirando la sua attenzione - Devo dirti una cosa.
 

 
Ermes, il messaggero degli dèi, è anche il dio dell’atletica.
È riconoscibile grazie al suo abbigliamento formato da un borsellino, sandali e cappello alati e, infine, il Caduceo, ovvero un bastone con due serpenti attorcigliati.
È anche lui uno dei figli illegittimi di Zeus ed è dunque nipote di Poseidone, come lo è Ares.


Eccoci finalmente arrivati al momento della verità. Baekhyun ha rischiato davvero grosso stavolta, ma per fortuna Chanyeol è arrivato in tempo per salvarlo.
Ora però non può più scappare e dovrà dirgli la verità. Come reagirà il piccolo sonnambulo? 
Per saperlo dovrete aspettare ancora un po'! 
Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi che leggete la storia e vi faccio i miei auguri di Buon Natale! 
   
 
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