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Autore: luciadom    22/12/2019    3 recensioni
È la Vigilia di Natale a Crystal Tokyo.
Neo Queen Serenity e King Endymion, hanno un dono e una lezione molto speciali per la Piccola Lady, qualcosa che dovrà preservare nella sua crescita e nella sua formazione.
Un piccolo augurio prima di tutto, ad una piccola Principessa, per una Futura Regina.
Seguito di "Garofani rossi".
Dal testo:
- Io e la Mamma abbiamo un piccolo dono per te, ma devi averne molta cura, perché t’insegnerà una cosa molto importante.-
Chibiusa si sistemò meglio vicino a lui, curiosa di sapere cosa mai dovesse imparare quel giorno di tanto significativo.
Si guardò intorno, non vedendo da nessuna parte libri, volumi e pile di pergamene.
Nonostante fosse ancora una bambina, era sempre stata molto matura ed intelligente per la sua età, e soprattutto, lei e i suoi genitori si riunivano in quella specifica stanza solo per conversazioni intime e importanti.
Cominciò a immaginare che ci fosse qualcosa di vitale importanza, di cui doveva essere informata, ma lo sguardo di suo padre era dolce e rassicurante, quindi era anche sicura che qualsiasi cosa le avesse detto, sarebbe andato tutto bene.

Tanti auguri di buone feste!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chibiusa, Endymion, Serenity | Coppie: Endymion/Serenity
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli momenti '
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Ciao Popolo di EFP!
Piccolo regalino di Natale!
Spero possa piacervi!
Buona lettura!
 

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono dell’autrice Naoko Takeuchi e li uso solo per passione e senza scopo di plagio o lucro.

Sii come la stella di Natale, piccola Lady!

Era il pomeriggio della Vigilia di Natale.
Le luci riflettevano in ogni dove, le fiammelle delle candele creavano suggestivi luccichii tra i vetri e i cristalli.
L’atmosfera di pace che si respirava normalmente in quel luogo, era intrisa adesso anche di magia.
Crystal Tokyo era sempre meravigliosa, ma a Natale si trasformava in qualcosa di sublime ed etereo.
L’aria che si respirava affascinava al solo sentirsene avvolti.
Forse la Città di Cristallo non era mai stata tanto incantevole come allora: il periodo natalizio la rendeva ancora più bella ed evanescente, di quanto l’incredibile potere del Cristallo d’Argento già non facesse.
La Piccola Lady camminava estasiata per i corridoi del palazzo.
Aveva trascorso l’intera giornata in compagnia di Jupiter prima, con cui si era divertita nelle cucine reali, e poi con Venus, che aveva insistito per giocare con lei e prepararla per la serata della Vigilia, sostituendosi alle ancelle e anche a Saturn, la prima dama di compagnia.
Mercury aveva stilato un attento programma con il quale ognuno avrebbe svolto ordinatamente il proprio compito.
Ogni angolo del Palazzo era stato addobbato e minuziosamente, arredato e decorato in occasione delle Feste.
Mars aveva disposto che tutto fosse rigorosamente rosso e dorato in taluni punti, o azzurro e argentato in altre aree del castello, studiato sfumature e accostamenti, e con Neptune e Venus aveva studiato canti e melodie da intonare.
Uranus si era occupata della sicurezza e della coordinazione delle guardie reali, e
Pluto e Saturn dell’organizzazione dell’evento di quella sera.
Ogni impegno ed evento diplomatico non necessario, era stato rinviato in occasione della Vigilia.
In quella magica notte, non ci sarebbero stati Re e Regine, servitù, Principesse o Guardiane, ma una semplice grande famiglia, quello che in fondo, erano sempre stati tutti già molti anni addietro, prima che Crystal Tokyo vedesse la luce.
Chibiusa, attorniata da tutta quella serenità, da quell’incanto, si sentì quasi in una fiaba, come le protagoniste delle leggende e delle storie che tanto amava.
In un certo senso, agli occhi degli altri era così.
La sua storia e quella dei suoi genitori in fondo era quasi una fiaba.
C’erano stati i cattivi, c’erano state le difficoltà, c’erano stati due innamorati pronti a tutti l’uno per l’altra e l’amore che aveva vinto sopra ogni cosa.
La sua fiaba era una realtà.
Il’incredibile potere della Regina donava una surreale eternità al palazzo, alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi sudditi.
Sua madre era un modello a volte quasi inarrivabile, e molto spesso si ritrovava a pensare che forse avrebbe dovuto faticare tanto per essere come lei, un giorno, per rendere il suo popolo fiero di lei o addirittura anche per rendere più suggestivo il suo palazzo in una giornata come quella.
Ad ogni modo, il benessere e la serenità che si vivevano e respiravano a palazzo erano ormai lontanissimi dalle sofferenze e i pericoli patiti in passato dalla Terra e della sua famiglia, eventi purtroppo propedeutici e affrontati affinché quella particolare fiaba potesse avversarsi.
Continuando a passeggiare tra gli interminabili corridoi di quell’immensa reggia e immersa nei suoi pensieri, quasi non si rese conto di essere giunta nella Sala del Trono, enorme, bellissima e perfetta, luogo di udienze e balli di corte.
Tante volte era rimasta affascinata nel guardare i suoi genitori danzare, innamorata della complicità e della perfezione nella leggiadria di Neo Queen Serenity e nell’eleganza di King Endymion.
Per tutta la giornata non li aveva visti e si sentiva quasi un po’ sola.
Non desiderava altro che trascorrere il Natale assieme ai suoi genitori, ma ancora una volta si erano dovuti assentare per i loro pesanti impegni di corte.
Essere Principessa poteva sembrare invidiabile agli occhi delle bambine comuni, ma a volte poteva voler dire anche sottostare a tante regole, solitudine e impegni talvolta noiosi.
Sospirando, si avvicinò all’enorme albero di Natale, pieno di luci, cristalli, palline e fiocchetti.
S’illuminò, quando notò il suo giardiniere di corte, Masaki, sistemare ai piedi dell’enorme abete addobbato dei grandi e surreali fiori rossi.
Molto spesso trascorreva le ore libere nelle serre e nei giardini, interagiva spessissimo con lui ed era quasi più un amico, che un dipendente della famiglia reale.
Si chinò accanto ad un vaso, stando attenta a non sporcarsi e, al contrario, a non rovinare nemmeno nulla con il suo lungo e ingombrate abito da sera.
 
- Masaki? Cos’è questo? -
 
-Oh! Benvenuta Altezza!- salutò l’uomo, che di spalle, non si reso ancora accorto di essere stato raggiunto dalla Principessa, delicata e felpata nel camminare, quando voleva. - Vi riferite a questi?- indicò i vari vasi sistemati in alternanza a tanti pacchi e pacchettini regalo.
 
- Hm hm!- Chibiusa annuì curiosa. Era sempre affascinata dai fiori e dal loro significato.
Masaki sorrise.
 
- Questo è un Fiore molto speciale Principessa, ricco di significati e leggende. Si chiama “Stella di Natale”!-
 
Chibiusa allungò una mano a sfiorarne una, delicatamente, quasi ad aver paura di rovinarla.
Era morbida come il velluto.
 
- Perché dici che è speciale? –
 
Il giardiniere sorrise, inginocchiandosi accanto a lei.
 
- Ecco … vedete Maestà, per me ogni fiore è speciale. Fiori e piante sono il mio mondo, la mia passione, non solo il mio mestiere. Ricordate i garofani rossi che avete regalato alla sua Maestà la Regina per la Festa della Mamma?-
 
La principessa annuì, e l’uomo continuò.
 
- Come i garofani, o come le rose rosse, cui vostro padre il Re è molto legato, anche la Stella di Natale ha un significato molto profondo. È simbolo di ricchezza interiore, di luce e umiltà. È il simbolo di chi “dona con il cuore”. Chi dona questo fiore, Principessa, non sempre è necessariamente ricco. Questo fiore non è un regalo sfarzoso, ma è simbolo di chi la bellezza e la luce le ha prima dentro, e poi esternamente, e ne fa dono agli altri.-
 
La piccola Lady sorrise radiosa, di una bellezza e una semplicità che ricordavano a tutti, e in quel momento a Masaki, lì accanto a lei, tutto ciò che era la Regina.
 
- Proprio come la mia mamma?-
 
Il giardiniere annuì. - Proprio come la nostra Regina, Maestà!-
 
>>> Piccola Lady?-
 
Furono interrotti proprio dal sopraggiungere di Neo Queen Serenity.
Masaki si alzò e accennò a un inchino, mentre la Principessa, dimentica del protocollo, scattò in piedi correndo tra le braccia di sua madre.
 
- Mammina! Ma dov’eri? È da stamattina che non vedo né te, né Papà!-
 
La Regina accarezzò i codini di sua figlia, beandosi di quella morbidezza e di quel profumo propri della sua innocenza di bambina, prima di risponderle.
 
- Eravamo in Aula Consiliare con le Guerriere Piccola Lady, e con i nostri primi Consiglieri Luna ed Artemis. Lo sai che non possiamo esimerci da queste mansioni tesoro, nemmeno la Vigilia di Natale. - mentì per metà, fermandosi solo per un istante. Riprese subito allargando ancora di più il suo meraviglioso sorriso. - Adesso però è tutto finito, e ti stavamo giusto cercando. Tuo padre ci aspetta nei nostri appartamenti.-
 
Alzò lo sguardo verso l’albero e vide Masaki che si era eclissato dalla loro intimità tornando al suo lavoro in rispettoso silenzio.
Stava ultimando di sistemare le ultime piantine.
Sentendosi osservato, si voltò di nuovo ed incrociò lo sguardo della Regina, che gli fece un semplice e gentile cenno del capo.
Ricambiò lo stesso gesto e si alzò inchinandosi di nuovo, prima di uscire.
 
- Vedo che hai già scoperto la Stella di Natale. Masaki ti ha già raccontato qualcosa a riguardo?-
 
La Principessa annuì con occhi sognanti.
 
-Bene.- riprese sua madre.- Vieni con me. C’è una cosa molto importante che dobbiamo insegnarti oggi.-
 
Chibiusa trasformò subito il suo sorriso in un broncio.
 
- Ma mammina!- sfoderò un adorabile sguardo da cucciolo indifeso che a volte riusciva a convincere i suoi genitori. – Devo studiare anche oggi?-
 
Adorava e ammirava sua madre, e sognava sempre di diventare come lei un giorno.
A corte era spesso vezzeggiata e coccolata, coperta d’attenzione da tutti, ma era anche portata a dover seguire regole, protocollo e comportamenti propri di una bambina del suo rango e di una futura Regina.
Era solo una bambina, eppure l’erede ai Troni di Terra e Luna poteva avere responsabilità molto più grandi di lei, ancor prima che si potesse veramente compiere il suo destino.
La Regina sorrise comprensiva, prendendole la mano.
 
- Ma io non sto dicendo che devi studiare! Si può insegnare ed imparare qualsiasi cosa, anche senza libri! E poi oggi Mercury non ha proprio avuto tempo di dedicarsi al tuo giornaliero programma di studio!- le fece un piccolo occhiolino complice. - Vieni con me. -
 
Chibiusa intrecciò le dita con le sue e si lasciò guidare.
Si ritrovò negli appartamenti privati della sua famiglia, laddove pochi altri avevano accesso a parte lei e i suoi genitori.
Era un luogo soltanto loro, un angolino del palazzo lontano da tutto e tutti, dal protocollo e dai doveri di corte.
Tutti e tre, lì, non erano che una semplice famiglia, come tutte le altre.
Si fermarono nel salottino, dove già ad attenderle c’era un paziente King Endymion.
Come prima con sua madre, la Principessa corse ad abbracciarlo, ben sapendo che quello, più di qualsiasi altro posto, poteva tranquillamente dare uno strappo alle interminabili regole cui era già abituata nonostante fosse tanto piccola.
Nessuno li avrebbe visti, nessuno le avrebbe detto che non ci si comporta così.
Esternò la sua gioia di rivederlo nonostante il suo contegno da Principessa.
 
- Ciao Papà!-
 
- Ciao tesoro.- ricambiò lui, mantenendo più compostezza, ma sciogliendo comunque ogni convenevole. - Hai fatto la brava oggi?-
 
La bambina annuì con decisione. Suo padre sciolse l’abbraccio, adagiandola sul sofà al suo fianco.
 
- Io e la Mamma abbiamo un piccolo dono per te, ma devi averne molta cura, perché t’insegnerà una cosa molto importante.-
 
Chibiusa si sistemò meglio vicino a lui, curiosa di sapere cosa mai dovesse imparare quel giorno di tanto significativo.
Si guardò intorno, non vedendo da nessuna parte libri, volumi e pile di pergamene.
Nonostante fosse ancora una bambina, era sempre stata molto matura ed intelligente per la sua età, e soprattutto, lei e i suoi genitori si riunivano in quella specifica stanza solo per conversazioni intime e importanti.
Cominciò a immaginare che ci fosse qualcosa di vitale importanza, di cui doveva essere informata, ma lo sguardo di suo padre era dolce e rassicurante, quindi era anche sicura che qualsiasi cosa le avesse detto, sarebbe andato tutto bene.
Quando anche la Regina li raggiunse, prendendo posto sul divano, King Endymion fece apparire tra le mani, in una luce dorata, un vasetto con una Stella di Natale in miniatura.
Chibiusa la guardò affascinata, in un misto tra il divertimento e la tenerezza.
Quella piantina era uguale identica agli esemplari di cui prima aveva visto prendersi cura Masaki.
Quelle che prima aveva visto tra le mani esperte del giardiniere di corte, avevano adesso una copia in versione ridotta tra le mani di suo padre, ancora giunte a coppa nel sorreggere il particolare piccolo fiore.
Un fiore piccolo, minuto, ma bellissimo e perfetto.
Come lei.
 
- È una “Stellina” di Natale? Come quelle che ho visto nella Sala del Trono prima, con Masaki! Solo che questa è piccina piccina! -
 
La prese delicatamente e se la adagiò sulle gambe.
 
- È molto carina! Grazie Papà! Grazie Mamma!-
 
Ne accarezzò i petali morbidi, ammirandone il rosso vivo che aveva imparato ad apprezzare nelle rose di suo padre e nei garofani per sua madre, poi, sembrò quasi ricordarsi di qualcosa.
 
- Ma … cosa dovrei imparare con questo fiore?-
 
I sovrani sorrisero, si guardarono con aria complice e poi fu la Regina, a parlare per prima.
 
- Masaki ti ha già raccontato qualcosa su questo fiore, no?-
 
La Principessa annuì, stringendo il vasetto e riprendendo le parole del loro fidato giardiniere.
 
-Ha detto che è speciale, e che chi lo regala, dona il suo cuore. Vuol dire che chi fa questo regalo ha dentro tanta luce e tanto amore. Proprio come te, Mamma! -
 
Serenity sorrise, quasi commossa, dalla dolcezza e dalla maturità di quelle parole.
Notando la sua espressione, suo marito parlò per lei.
 
- Proprio così Piccola Lady. Questa pianta, poi, è anche simbolo di forza e determinazione. Raggiunge la sua migliore fioritura proprio in inverno, e proprio il fatto che si dona col cuore, serve anche da buon augurio. Ecco perché è simbolo del Natale. Rappresenta anche la rinascita. Capisci perché ti stiamo dicendo tutte queste cose?-
 
Chibiusa restò per un attimo in silenzio, distogliendo gli occhi da quelli blu di suo padre, liberi dalla mascherina solo nell’intimità familiare.
Guardò la piantina nel suo grembo e poi guardò entrambi i suoi genitori.
 
- Vuol dire che devo essere una brava Principessa, per essere una brava Regina quando sarò grande. Devo essere buona e forte e aiutare gli altri.-
 
Fu un discorso breve, semplice, ma paradossalmente molto maturo.
 
- Sì bambina mia.- Serenity riprese. - Le prese una mano tra le sue e indicò la piantina con lo sguardo. - Questa piantina dev’essere come te. Prenditene cura, so che a volte ti piace giocare tra i nostri giardini e coltivare fiori con Masaki e Jupiter, è un’attività che ti prende molto, non è vero?-
 
La Piccola Lady rispose con un cenno affermativo del capo.
Serenity capì di poter riprendere la sua spiegazione:
 
- D’ora in poi questo non sarà più una passione o un piccolo hobby, ma diverrà una piccola missione. Questa sarà una piantina solo tua. La innaffierai, le darai terra, le darai amore, un vaso nuovo e più grande … le toglierai le erbacce che la insidieranno, e crescerai con lei. Come questa piantina diventerà una pianta grande e fiorente, piena, rigogliosa e matura, tu, crescerai e sarai una bellissima e forte donna da grande. Le erbacce che dovrai cacciare, saranno le minacce che dovrai affrontare. La pianta crescerà come crescerai tu, con la tua bellezza e il tuo amore verso il popolo. Per fare tutto questo …- le posò una mano sul piccolo petto. - Avrai bisogno del tuo cuore puro. Sei pronta per questa prova, Principessa? -
 
Le sorrise amorevolmente, e Chibiusa ricambiò con innocenza.
 
- Certo Mamma. Prometto che m’impegnerò tanto per diventare come te!-
 
Serenity le baciò i capelli con dolcezza:
 
- Sii come questa Stella, bambina mia!-
 
Il Re e la Regina quasi si sciolsero a quell’infantile ed innocente sorriso, a quelle fossette nelle guance che tanto amavano
Si unirono in un abbraccio che esprimeva tutto il loro essere, e poi il re estrasse il suo prezioso orologio da taschino.
 
- È ora di andare, mie care.-
 
La Principessina aggrottò le sopracciglia.
 
- Dove? -
 
La Regina le sistemò i codini. - La cena della Vigilia. Le Guerriere e i nostri amici ci staranno già aspettando, e sai com’è Mars e come la pensa riguardo alla puntualità!-
 
La Principessa spalancò gli occhi sorpresa.
Ma allora …? Quella sera non sarebbe stata sola?
Aveva capito che …
A volte, suo malgrado, non poteva cenare con i suoi genitori, continuamente impegnati diplomaticamente e politicamente.
Sebbene li amasse, e sapeva che la amavano allo stesso modo, a volte si sentiva quasi trascurata e sentiva la loro mancanza.
Dopotutto, lei restava pur sempre una bambina.
Una cocciuta, dolce, orgogliosa, un po’ viziata e testarda Principessa, ma prima di tutto una bambina.
 
- Vuol dire che staremo insieme stasera? E aspetteremo Babbo Natale?-
 
Eh sì, era pur sempre una bambina, infatti!
Alla Regina scappò un risolino.
Sebbene la sua Chibiusa, a volte, le potesse sembrare molto più grande della sua giovanissima età, restava comunque la sua adorata bimba.
 
- Sì, se riuscirai a resistere alla stanchezza!-
 
- Certo che ce la farò!-
 
Entrambi i sovrani si alzarono, tendendole una mano ciascuno.
La Piccola Lady poggiò con cura la piantina tra i cuscini e saltò giù dal divano, facendo attenzione al suo elegante abito bianco.
Quel pomeriggio Venus se ne era innamorata appena l’aveva tirato fuori dall’armadio, e sapeva che non avrebbe resistito alla vista di una sola macchia o di qualsiasi piega fuori posto.
Ne era sicura, l’avrebbe scortata con delicatezza agli occhi della gente in camera sua e lì avrebbe scatenato la sua vera se stessa in nome di Venere, pur di rimediare!
Afferrò le mani dei suoi genitori, e si avviò con loro verso la grande sala da pranzo.
Prima di varcare la soglia del salottino, si voltò a guardare la sua piantina e sorrise.
Sì, sarebbero cresciute e maturate insieme!
Tornò a guardare il lungo corridoio che stavano percorrendo.
Fu come presa da un’illuminazione.
 
-Ah! Mamma? Papà?-
 
- Hm?- Risposero insieme i suoi genitori.
 
- Se dovessi addormentarmi prima della mezzanotte, lasciate voi a Babbo Natale i biscotti a forma di coniglietto che ho fatto oggi con Jupiter? E il bicchiere di latte? -
 
Il re sciolse le loro mani per prenderla tra le sue forti braccia, e la Regina lo lasciò fare.
 
- Certo Piccola Lady. -
 
Il Re sostenne sua figlia con un solo braccio , e circondò la vita della Regina con quello libero.
Chibiusa si aggrappò alle sue spalle e la Regina si strinse maggiormente a lui.
Ripreso a camminare verso la notte più magica dell’anno, fin quando la voce cristallina della Principessa non fece da eco a quel corridoio.
 
- Mamma? Papà? Buon Natale!-
 
 
NdA
 
Ooook!
Capitolo scribacchiato a penna e terminato in una domenica piovosa che mi ha sballato tutti i programmi!
Eh sì! Avevo in programma di uscire e passare la giornata con un’amica, dopo un bel po’ di tempo impegnate tra lavoro e problemi personali, che non mancano mai, avevamo trovato un giorno libero per entrambe, ma il maltempo non è stato dello stato avviso!
Così mi sono tappata in casa e mi si è anche allagata la veranda!
Tra i libri del prossimo concorso e le faccende, ho preso carta e penna prima e PC poi, ed è nata questa cosina qui.
Volevo comunque scrivere qualcosa per Natale anche quest’anno, e dopo “La leggenda dell’angelo del Natale” e “Siate come i fiocchi di neve”, ecco questa shottina qui.
Per alcune allusioni può essere il seguito di Garofani rossi, ma non è necessario conoscere la Shoot sulla Festa della Mamma a Crystal Tokyo, per capire questa.
Per quanto riguarda la Stella di Natale, mi sono ispirata ad affascinanti leggende messicane d’ispirazione cristiana, e anche a una stellina di Natale piccina che ho comprato anni fa in un’asta di beneficenza per Natale, organizzata dalla mia parrocchia.
Curammo la piantina trapiantandola in un vaso esattamente più grande e col tempo da piccina che era, divenne veramente grande come quelle che si vedono più comunemente.
Il suo significato allegorico è proprio quello di cui hanno parlato Masaki, Endymion e Serenity a Chibiusa, e le varie leggende che la riguardano citano soprattutto Gesù Bambino e gli Angeli del Signore.
Spero che questa storiella piccola e semplice vi sia piaciuta, e con questa voglio augurarvi un Sereno Natale e un Buon Anno Nuovo!
Grazie a chi mi ha seguito anche quest’anno, a chi continua a leggermi tra storie vecchie e nuove, e a chi legge solamente.
Grazie a chi ha solo letto e a chi ha commentato il quarto capitolo dello Spin-Off, e lo sclerotico matrimonio di Minako!
Il prossimo capitolo parlerà del matrimonio di Usagi, e sarà più corposo, perciò, sto impiegando più tempo per scriverlo, tra un impegno e l’altro.
In parte è già scritto, e spero di non far passare troppi Secoli prima di postarlo :D
Come sempre grazie per tutto, vi auguro davvero ogni bene di tutto cuore.
So che possono essere frasi fatte e che non tutti sentono più la magia delle feste, ma io forse scioccamente credo ancora un po’ in questa magia, e nonostante la vita mi abbia messo a dura prova fin troppe volte, adoro sempre questo periodo dell’anno e spero sempre che possa portare, (come tutto il resto dell’anno), davvero la serenità di cui ognuno di noi ha bisogno.
Forse sono un po’ infantile, ma lo sapete che sono una romantica, e poi lavorando con i bambini, sono un po’ bambina anch’io no? :D
Ancora grazie quindi, a tutti per tutto qui su EFP, e auguri a tutti voi!
Ogni nuovo aggiornamento o informazione sempre sulla mia pagina Facebook di cui il seguente link:

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Vi abbraccio!
 
Lucia
   
 
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