Libri > Le Cronache di Narnia
Ricorda la storia  |      
Autore: Duchessa712    23/12/2019    1 recensioni
Quando i fantasmi sembrano più solidi della realtà, e la neve cade inesorabile, Edmund viene salvato dalla luce e dal calore del sole
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Resurrezione

Perfino la neve è diversa. A Londra è più sporca e bagnata, si scioglie ancora prima di toccare il suolo. Si mischia al fango e allo smog e perde la sua purezza. Il gelo che porta con sé, però, è lo stesso. Entra fin nelle ossa e non viene scacciato nemmeno dal sole primaverile, il sole che non brilla più con lo stesso calore e intensità, il sole che li ha abbandonati, il sole che era di Susan. Sua sorella è cresciuta, ha avuto il coraggio di fare ciò che Aslan aveva detto, a modo suo, sempre logica e razionale, ma lo ha fatto. Ha preso tutto ciò che apparteneva alla Regina Dolce, dal sorriso all'amore per Caspian, e lo ha riposto con cura dentro se stessa, ben attenta a non tirarlo mai fuori. Ha portato via anche il sole, il calore di cui Edmund necessita come e più dell'aria che respira, soprattutto adesso che l'aria è più affilata dei coltelli e sembra fatta di schegge più che di ossigeno. Londra è più fredda adesso, senza il sole di Susan a scaldargli il corpo, se non proprio il cuore, e l'oscurità non ha più la luce a tenerla a bada. È libera di agire e prendere la forma di ciò che teme di più, di una donna vestita di bianco, coperta di pellicce, con uno sguardo pieno di affetto e di ghiaccio e le mani colme di dolci. La Strega Bianca sembra sempre più bella nei suoi sogni, ha una voce ogni istante più melodiosa, il sapore di zucchero è ogni volta più allettante. Intorno a loro è sempre più buio e sempre più freddo. E così, mentre l'inverno avanza e quando guarda fuori dalla finestra vede la stessa oscurità che permea i suoi sogni, deve imporsi di respirare e non andare completamente nel panico, le mani che premono sullo stomaco, nel punto esatto in cui, in un altro mondo e in un'altra vita, si troverebbe la cicatrice che ha cambiato tutta la sua storia. È in quei momenti che, stando attento a non disturbare, scende al piano di sotto e si siede davanti al camino, così vicino da correre il rischio di scottarsi, se solo fosse ancora capace di percepire il calore. Metà di quelle volte Susan è appoggiata allo stipite della porta, le labbra rosse e gonfie di baci ricevuti da ragazzi i cui nomi e volti svaniranno nell'oblio della notte, e gli occhi inondati di colpevolezza. Edmund la vede appoggiarsi allo stipite e correre via, un singhiozzo a mala pena trattenuto e le mani tremanti. Quelle stesse mani che non avevano mai esitato, le dita sottili ferme attorno all'arco e alla freccia. Mani che mai hanno indugiato, quelle della Regina arciera, nemmeno davanti agli eserciti più numerosi, tremano e devono provare tre volte ad aprire la porta della camera prima di riuscirci. Perché lo sa Susan che mentre lei prova a dimenticare, riuscendo a convincere tutti e distruggendo la loro speranza ogni volta che li vede, Edmund muore di freddo preda di fantasmi che sono più solidi di ciò che ha intorno e di ricordi che sono meno sfocati della realtà. La neve turbina e Edmund trema, tornando ad essere un ragazzino spaventato nelle mani mortali di una strega, l'oggetto su sui sfogare rabbia e frustrazione covate troppo a lungo, a cui elargire schiaffi e minaccie con la stessa generosità con cui regalava dolcetti. Trema e il sole si spegne, preda delle sue stesse lacrime e ombre, avvolto in una ragnetela di logica ragionevolezza, che nemmeno il ruggito di un leone dal manto dorato riesce a sciogliere. Cade inascoltato il richiamo di Aslan, soffocato dalle risate di un fantasma e dalle campane che suonano in lontananza. Una melodia allegra per annunciare una sentenza di morte, i campanelli argenti di una slitta trainata da renne che lasciavano solchi invisibili nella neve fresca. Argentei come la sua corona, la corona del Re Giusto, che ha tradito e fatto ammenda, protetto dal sole di Narnia e di sua sorella, una creatura fatta di ombre e di luce tanto quanto lui. Argentei come la neve che viene brevemente illuminata dai lampioni accesi prima di cadere a terra morta. Anche a Narnia la neve era morta, suddita di una Regina che aveva ghiaccio nelle vene e che, forse, ne aveva donato un po' anche a lui. Poi, quando è al culmine della disperazione, sente due braccia gentili avvolgerlo. Si ritrova con il viso premuto contro un vestito troppo corto e troppo scollato, i capelli bagnati dalle lacrime che sciolgono un trucco che rende volgare una bellezza fatta di purezza e semplicità. Occhi di ghiaccio lo fissano traboccanti di lacrime e di scuse. Occhi che sembrano quelli di Jadis la prima volta che l'ha vista, quando aspettava solo l'occasione giusta per dimostrare di essere migliore di tutti e si era lasciato convincere da promesse e lusinghe. È in quel momento, quando sono all'apice della disperazione, che il sole torna a risplendere e il ruggito di Aslan è potente e portatore di speranza, proprio come quel giorno a Beruna. La Regina Dolce ha aperto il suo cuore e si permette di credere ancora, di ricordare una notte di tormento come quella, trascorsa a vegliare il cadavere di un leone che sarebbe risorto con il nuovo giorno. E loro fanno lo stesso, il mattino li trova stretti in un abbraccio, addormentato davanti al fuoco, che finalmente scotta e scioglie anche gli ultimi residui di ghiaccio. La neve cade e porta con sé il respiro della morte, la voce suadente di una donna che sarà il suo incubo per sempre e che verrà sempre scacciata dal sole. La prova che la luce più forte si avverte solo fra le tenebre più nere, che la vita vince sempre sulla morte.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: Duchessa712