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Autore: A r y a_    29/12/2019    3 recensioni
ATTENZIONE - spoiler TROS!
Rey credeva di essere riuscita a redimerlo, di averlo portato alla Luce; sciocca e ingenua! Non era mai passato dalla parte della Resistenza, ma dalla loro parte, dalla parte di Rey e Ben, soli. Rey e Ben come fazione a sé stante, grigia.
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[Reylo]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Where No One's Been





 
And following our wind and will
We may just go where no one's been
We'll ride the spiral to the end
And may just go where no one's been


 

Concentrazione.

La sua mente è un lago ed è un deserto, un campo di neve, una distesa d’erba. Tutto è piatto, né picchi né valli alterano il panorama universale che le si dispiega nella testa e fuori, attraverso il suo corpo, percorrendolo fino alle unghie.
Occhi serrati. Non le serve tenerli aperti per osservare le vibrazioni nella Forza, increspature su acqua calma. Mai era successo, mai dall’alba dei tempi, che non vi fossero almeno due utilizzatori della Forza: Rey è l’ultima in vita.
Quella che soffia, generando deboli interferenze, è la brezza dei sensitivi, coloro che la percepiscono senza sfruttarne il potere; onde sul lago, vento sulla sabbia, neve su altra neve.
Tutto intorno tace, i brevi ronzii non sono interessanti ai suoi sensi acuti – cerca qualcosa che possa disturbare quella quiete innaturale che da mesi la riempie di tedio e frustrazione. Infelicità, incompletezza.

Da mesi, da quel dannato giorno in cui, mentre gli altri avevano festeggiato la caduta definitiva del Primo Ordine e del redivivo Imperatore, guardando con speranza al futuro, alla ricostruzione di un mondo nuovo e giusto, lei aveva volto le spalle sia alla speranza, sia al futuro. Aveva provato a convincersi che le sarebbe bastato quello – ottenere la pace, la giustizia, compiere il suo destino di jedi, dedicarsi al Lato Chiaro. Ma non poteva essere così.
Ben Solo era scomparso.
Rey credeva di essere riuscita a redimerlo, di averlo portato alla Luce; sciocca e ingenua! Non era mai passato dalla parte della Resistenza, ma dalla loro parte, dalla parte di Rey e Ben, soli. Rey e Ben come unica entità, fazione a sé stante, grigia.
Non aveva voluto credere alla versione che ogni cosa, che la Forza le aveva suggerito. Che quell’unico bacio le aveva urlato così potentemente. Si rifiutava di accettare una verità che non vedeva la Luce come unica via, l’Oscurità come via nemica. O bianco o nero. Jedi o sith.
Aveva raggiunto Tatooine, aveva seppellito con meticoloso riguardo le spade laser di Leia e Luke, si era creata una propria lama dorata; l’ultima jedi, fiera e sola com’era sempre stata, davanti allo stesso tramonto binario che molti anni prima aveva visto il volto del giovane che avrebbe infine sconfitto l’oscurità. Così come lei aveva infine sconfitto l’oscurità.

Tutto sbagliato. La Forza non può essere né solo buio, né solo luce.
Rey lo ha capito solo ora, temprata da una lunga pena – più breve della solitudine e della speranza delusa sofferte su Jakku, ma incredibilmente più intensa – e dall’inutile attesa di qualcosa che sani la stortura che affligge l’equilibrio quasi ritrovato. Che lei pensava fosse stato ristabilito, sconfiggendo il padre di suo padre. Che prima di lei Anakin Skywalker e il figlio Luke si erano illusi di avere riportato, uccidendo Darth Sidious.

Eppure, la crepa è ancora lì. C’è sempre stata. La luce da sola non è sufficiente, e soprattutto non ha significato.
Sta cercando una risposta nella Forza stessa, deve accettare la verità più profonda.
Lo sbilanciamento da uno o dall’altro lato genera disequilibrio e, di conseguenza, guerra – disequilibrio è ciò che ha guidato fino ad ora l’universo. Anche adesso lei lo nota, nonostante la calma apparente, manca qualcosa, l’equilibrio non si può ottenere con la sopraffazione di uno dei due Lati.
L’equilibrio è coesistenza, la Forza le mormora da giorni, dall’inizio del suo pellegrinaggio mentale. Non si è mai spostata da Tatooine, eppure ha addosso la stanchezza di chi viaggia da anni e ha visto luoghi talmente lontani che nemmeno Han Solo, è sicura, li aveva mai visitati.

Rey inspira, strizza di più gli occhi, decide che vale la pena fare un ultimo sforzo, almeno per questo giorno. È molto vicina, non importa quanto tempo e quante energie dovrà sacrificare.
Niente pareggia il sacrificio che per lei ha compiuto Ben Solo. Deve ritrovarlo. Non importa in che stato, non importa se è un flebile fantasma di forza. L’universo ha bisogno di entrambi, lei ha bisogno di lui, e sa che è da qualche parte.
Nessuno è mai davvero perduto.

Concentrazione.

Lascia i sentieri solitari della sua mente per abbandonarsi a un istinto che da troppo tempo la tenta, che minaccia la sua incessante ricerca. Si opporrebbe con tenacia, ma cessa ogni resistenza quando si accorge di vedere lui, inconfondibili i capelli corvini e la stazza imponente anche per un giovane adulto.
Non è solo, vede anche se stessa.
Non immagini reali, dunque, visioni… una tenerezza pressante e angosciosa le impedisce di lasciare la presa su di esse, e si ritrova con le mani aperte sullo stomaco e le lacrime che raggiungono anche le sue ciglia materiali, evaporando al contatto con la sabbia torrida sotto al corpo a mezz’aria di Rey.

Vede ciò che è stato. Una spada crociata rosso sangue, sfrigolante e sinistra, che all’improvviso cozza con una lama blu. Compaiono le due figure al culmine della battaglia, stremate ma ancora piene di determinazione, occhi furiosi che tuttavia cercano nell’altro uno spiraglio per insinuarsi.
Lo spiraglio è in entrambi, ed entrambi vi si insinuano – perché è la medesima frattura, quella attraverso cui guardano scrutandosi l’un l’altra. Un legame attraverso la Forza, un legame psichico ma tangibile, che ha permesso loro di capire quanto in realtà siano uguali, sebbene opposti. Due facce della stessa medaglia.
Rivive il momento in cui le loro dita si sono sfiorate, donando parte della propria luce e accogliendo parte della sua oscurità. Era pesante e opprimente, e ricorda l’aver dimenticato per un istante la guerra, il Primo Ordine, la Resistenza, il Lato Chiaro e il Lato Oscuro, in uno slancio verso di lui e la sua salvezza – non per convertirlo alla luce, ma per ritrarlo dal buio.  
Poi di nuovo la corsa a chi ottiene prima la lealtà dell’altro, fino all’atto finale.

Accade di fronte a lei il bacio dolceamaro che tiene segreto pure a se stessa, per come è un ricordo prezioso: nella visione i loro volti sono nascosti, sebbene riesca a vedere l’unico sorriso che gli abbia mai visto sul volto. E le si spezza il cuore un’altra volta vedendolo spegnersi così velocemente, senza il tempo di una tregua, di una spiegazione, una parola gentile tra i due.

Vede ciò che deve ancora accadere. Si scorge di fianco a lui, figure perfette e maestose, la Luce e il Buio; lei, chiara ed eterea, gli si avvicina. È un fenomeno peculiare quello a cui assiste: ovunque le loro tuniche si sfiorino, parte della luce viene assorbita dall'oscurità e al contempo l’oscurità viene diradata dalla luce, nello stesso identico punto. Sono vicini, entrambi si sfiorano il volto con ambedue le mani. La sé della visione fa il primo passo e lo bacia, Ben Solo, oscuro e cupo anche da redento. Due creature scisse da un unico essere, da un’unica matrice – Rey trema, quasi timorosa, come se stesse osservando divinità anziché un uomo e una donna.
Improvvisamente singhiozza, sgomenta, rendendosi conto che non è spettatrice. Lei è lì e osserva, sì, ma è anche artefice del proprio destino e di quello di tutta la galassia.

Per un fugace attimo pensa “perché Ben? Perché io?”, ma il pensiero corre via veloce.
Di colpo la Forza si risveglia, non è più deserto né distesa ghiacciata ma indefinite montagne e fosse marine, è tempesta ed è quiete, è vita, morte.
È una spirale.
Rey si alza così violentemente che il movimento è riflesso anche sul suo corpo materiale, fermo su Tatooine, e inizia a correre verso di essa più velocemente che può, sputando dai polmoni più aria di quanta riesca a inspirarne, ma senza alcun risultato.
Si ferma, si calma, si ricompone nella Forza.
Non serve correre. La Forza è ovunque e permea tutto, la spirale non deve essere raggiunta, lei è già dentro la spirale.

Vede ciò che è. Alle sue spalle ancora riesce a percepire la sua visione. Ma il suo futuro non è dietro di sé, non lo è mai stato, nemmeno quando vi ricercava la verità sulle sue origini, piccola e sola su Jakku. Volge il volto al presente. Lì giace la risposta.
Davanti a sé, e allo stesso tempo ad una distanza che pare irraggiungibile, la spirale si restringe fino ad unirsi in un unico vertice, mentre dalla parte opposta si allarga di nuovo; nonostante Rey non riesca a vedere oltre sa già cosa, chi si trova al di là.
Trema lei, trema la Forza, quando posa l’indice sull’esatto punto di congiunzione:


equilibrio.


«Ben».

La sua voce è ferma ma è consumata dall’attesa e dall’angoscia vissuta nei mesi passati. Sa che lui non tornerà a casa, sa che non sente di esserne degno. È così anche per lei, malgrado si trovi dalla parte dei vincitori. Anzi, proprio per quel motivo sa che nessuno dei due potrà mai tornare alla vita che finora è stata; non esisterebbe un posto nel mondo né per lui, né per lei. Figuriamoci per uno solo dei due. Perché sono una diade, un elemento per definizione inscindibile. La Forza lo sa. Lei lo sa, anche se a lungo ha combattuto contro se stessa e il suo fato ultimo, quando lui era ancora in vita sotto il nome di Kylo Ren.
Non ha mai preso la sua mano, ma quella di Ben Solo sì. E deve trovare il modo di afferrarla un’altra volta, di lasciarsi guidare da lui, di guidarlo.

«Devi dirmi dove sei, come posso raggiungerti».

Non lo vede ma sente il suo sguardo color notte su di lei e si sente improvvisamente attanagliare dalla paura che lui non risponderà. Che non voglia farsi trovare. Che si condanni da solo per il senso di colpa, e che condanni anche lei alla dannazione eterna. Che costringa la Forza ad un’eterna lotta tra il Bene e il Male, che si ritragga come aveva fatto Rey di fronte a lui in passato. Che non si renda conto che è lì, e ora, che si deciderà per sempre il destino dell’universo, che non accetti il fatto che l’arduo compito sia toccato proprio a loro.
Che lui voglia rifiutarla.

Poi un sospiro di sollievo, una sensazione di placidità le si posa sul cuore, che rallenta velocemente così come aveva accelerato. Come radici di un albero che affondano nel terreno, il legame di Forza che condividono la pervade e ancora una volta, miracolosamente, sente i pensieri, i respiri, i battiti dell’altro polo della diade, vivo e pulsante.
Apre le braccia in un gesto liberatorio, ogni suo dubbio si dirada, finalmente la sua mente si svuota di tutta la fatica e vede ogni angolo del creato.
E Ben.
Reale, lì, può toccarlo anche se non osa, trema ancora. La sua voce è gentile come la aveva sentita solo nelle sue visioni, come la aveva immaginata accostata a quell’ultimo sorriso mite che le aveva rivolto prima di spirare.

«Rey»

«Grazie».
“So dove ti trovi, Ben Solo”.
E se trovarlo significa percorrere la spirale fino al confine tra la vita e la morte, tra il tutto e il nulla, lo farà, come lui l’ha fatto per lei.
Andrà dove nessuno è mai stato.
Al suo fianco, per l’equilibrio.

Per loro.





- NDA -

Dopo tanti anni sono riuscita a riscrivere qualcosa, ma è passato così tanto tempo che temo di aver dimenticato come si fa. Per questo se avete un qualsiasi pensiero su questa shot, vi invito a scrivermelo, mi farebbe tanto piacere! 
Finalmente mi sono buttata sulla Reylo, coppia che supporto dal lontano 2015, dalla prima visione di Episodio VII (sì, mi basta molto poco per far partire lo shipping selvaggio già ora, figuriamoci alla me diciassettenne). Quando è successo quel che è successo in Episodio IX mi sembrava troppo bello per essere vero - e infatti... *cough*. La fangirl delusa dal finale che è in me è uscita fuori e ha dato questa via alternativa ai poveri Rey e Ben, che si meritavano decisamente di più, lui soprattutto. Poraccio. 
Qua, Ben non è vivo né morto, si trova in una dimensione al confine tra ciò che è e ciò che non è, e Rey lo raggiunge tramite la Forza. Sì, insomma, un'enorme supercazzola scritta apposta per farli finire insieme senza forzare troppo il finale canonico. 
Un'ultima cosa, la citazione a inizio storia è la coda di una canzone dei Tool, Lateralus, che ha dato origine alla malata idea della spirale; potrei avere in serbo qualcos altro, in ogni caso. Vedremo. 
Intanto saluto e ringrazio tutti voi che avete letto fino a qui, un bacino.

A r y a_

 

   
 
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