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Autore: Lost In Donbass    29/12/2019    0 recensioni
Le sigarette, le canne, l'alcol e le pastiglie. Le fughe in macchina nella notte, la musica rock nelle casse, le incomprensioni, le liti, i baci appiccicosi. Le merende preparate dalla mamma, le feste sfrenate, la depressione post-adolescenziale, l'anoressia, l'odio per le regole, le paure incomprensibili, gli innamoramenti, l'identità sessuale da scoprire. E soprattutto, le camicie di Oliver.
Sono i ragazzi di Sheffield, distrutti, isterici, depressi e scavezzacollo. Sono la generazione distrutta e questa è la loro storia.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Universitario
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CAPITOLO TRE: VAPORWAVE E KEBAB

I'm caught on the fence
I'm either happy or I wish I was dead
My life is a mess
I kinda like it even though I'm depressed

[Chase Atlantic – Even Though I'm Depressed]

 

Denis guardava il vuoto. Era abituato a farlo, d'altronde. Se ne stava sdraiato sul letto sfatto, nudo, le cuffie sulle orecchie che trasmettevano elettronica lofi con elementi vaporwave e fissava il nulla, senza vedere i quadri alle pareti, senza sentire lo scrosciare della doccia, isolandosi completamente dal mondo esterno. Denis era bravissimo a distaccarsi da tutto, a sprofondare nella sua personale dimensione e a lasciare che i suoi pensieri, spesso cupi, spesso oscuri, lo trascinassero nei loro perversi giri. Pensava a tante cose, quel ragazzo. Pensava alla sua depressione, al suo amante, al suo gatto Oppa, alla casa in Ucraina, così bella, laggiù in Crimea, con le piante in fiore, e a quanto fosse bello Oliver con la camicia. Pensava, perché in fondo Denis pensava sempre, e quando lo faceva cadeva sempre di più dentro quell'inferno che era la sua mente, che era folle e faceva di tutto per distruggerlo.

Si passò una mano tra i capelli scuri e aprì le gambe e le braccia, occupando gran parte del letto matrimoniale, con la sua musica nel walkman e la sua aria pensosa. Subito pensò di toccarsi, ma poi si rese conto di essere troppo stanco e lasciò perdere. Denis era sempre stanco, in realtà, stanco di tutto e di niente. Faceva poco, che non fosse studiare svogliatamente cose che non gli interessavano e creare strane combinazioni di vaporwave lofi insieme a musica ucraina dal sapore indie tradizionale. Per il resto, cercava di scopare quanto più poteva e sognare di tornare in Crimea con la mamma e le sue cinque sorelle maggiori brutte. Lui era bello, invece, la mamma glielo diceva sempre.

Sospirò, e pensò a quanto fosse inutile la sua vita da ventenne depresso con strane idee riguardanti il sesso e ancora più strane passioni musicali. Una volta aveva chiesto a Oliver di leccargli il cioccolato fuso dalla pancia e di legarlo con la cravatta. Aveva rifiutato e lui c'era rimasto male. Gli piaceva Oliver, da matti. Così aveva pianto un pochino, in camera sua, e aveva fatto indigestione di dolcetti al miele. Denis era il tipo da fare indigestione se qualcosa andava storto, quindi le sue indigestioni erano molto frequenti, così come il mal di stomaco, la nausea, e il mal di pancia. Ma gli andava bene così. Era abituato in quel modo, d'altronde.

-Hey, amore, la doccia è libera.

Laurie era entrato nella stanza, avvolto nel suo costoso accappatoio e Denis lo guardò con aria triste, togliendosi le cuffie e riponendole lentamente sul comodino.

-Mi fai una sega?- chiese.

Laurie sorrise, con quel suo sorriso un po' misterioso e si sedette sul letto, accarezzandogli i capelli, meticolosamente.

-Vai a farti la doccia, tesoro.

-Te ne fai un'altra con me?

-Forza, Denis, vai.

Laurie si chinò su di lui e gli baciò la fronte. Profumava, come al solito.

Denis sospirò teatralmente e si alzò, dirigendosi verso il bagno strascicando i piedi. A volte Laurie lo trattava come se fosse più piccolo di quello che era, ma Denis pensava che fosse normale. D'altronde aveva trent'otto anni, stava con un ragazzo di venti con seri problemi di depressione e … e niente. Avevano la loro storia. Le loro liti. Il loro amore. Le loro uscite. Le loro riflessioni. Si infilò nel bel bagno e accese l'acqua, sedendosi sul pavimento della doccia e lasciando che l'acqua calda gli lavasse via il sonno di dosso. Si mise a fischiettare una canzone dei Bring Me The Horizon e si rannicchiò su sé stesso. Una volta aveva chiesto a Laurie, che era uno stimato neurochirurgo, di fargli un'operazione al cervello e renderlo normale. Laurie aveva riso e lo aveva baciato, dicendogli che se fosse diventato normale non l'avrebbe più potuto amare, perché lui si era innamorato del Denis fuori di testa. Denis non l'aveva detto, ma avrebbe preferito essere normale per potersi amare a sua volta.

E avrebbe tanto voluto che Oliver andasse a letto con lui.

Quando uscì, si asciugò lentamente, cercò di dare un senso alla massa arruffata di capelli e si rese conto di avere il collo arrossato dai baci di Laurie. A pensarci bene, forse era meglio stare con uno come Laurie che con Oliver. Sicuramente lo avrebbe amato di più, perché Denis ben conosceva i comportamenti arroganti e stravaganti dell'amico. E poi anche Laurie portava le camicie. Bellissime camicie inamidate che lui amava togliere e slacciare, lasciando una scia di baci sul petto dell'amante. Si chiedeva anche se Laurie avrebbe mai reso pubblica la loro relazione, ma non credeva. Gli aveva proposto di sposarlo, ma aveva solo riso. Denis aveva deciso che per il suo matrimonio avrebbe indossato un gigantesco vestito bianco pieno di trine e pizzi e un velo lunghissimo. Aveva anche deciso che al suo matrimonio ci sarebbe stata musica elettronica di nuova generazione e che tutti si sarebbero fatti di LSD. Poi lui avrebbe mangiato il bouquet nuziale e si sarebbe impiccato di fronte alla gente strafatta che lo inneggiava come un dio.

-Laurie.- chiamò, con voce lamentosa.

-Dimmi, amore.- Laurie era riapparso dalla stanza, impeccabile nel suo completo.

-Quando mi sposi?

Laurie sorrise e gli andò vicino, stringendolo a sé e baciandogli i capelli. Profumava di colonia e di muschio, aveva un odore stupendo. Denis lo strinse forte e gli si strusciò contro.

-Adesso devo andare in ospedale, tesoro.- gli sussurrò, con la sua voce dolce e ben modulata – Stasera ti porto a cena fuori e ne parliamo.

-Non voglio andare a cena fuori. Voglio provare qualche tecnica sadomaso.

-Non dire sciocchezze, biscottino. A dopo.

Si baciarono, e Denis avrebbe voluto costringerlo a stare lì con lui a fare sesso e a mangiare un kebab, anche se era mattino presto.

-Ah, e per favore non fare indigestione di biscotti, oggi.

Annuì e guardò Laurie uscire dalla casa. Si grattò la testa ancora umida e decise che avrebbe ordinato un kebab, poi sarebbe andato al parco e avrebbe ascoltato la sua musica vaporwave finché non gli fosse risalito su il kebab. Dopo di ciò, avrebbe fatto indigestione di cioccolatini. Non di biscotti, perché Laurie glielo aveva proibito.

 

I ragazzi trovarono Denis seduto su una panchina al parco intento a mangiare un kebab grondante alle nove del mattino.

-Hey, Denis! Allora non sei morto!- strillò Arden, raggiungendolo di corsa.

-Ti sei trovato qualcuno che ti scopa?- commentò Oliver, guardando con leggero ribrezzo la bocca sporca di sugo dell'amico.

-Hai trovato i soldi per l'Ucraina?- chiese Alexandra, che aveva la faccia sporca di cibo ma nessuno si era preoccupato di aiutarla a pulirsi.

-Carino!- urlò Cassidy e lo abbracciò.

Denis li guardò con aria vuota, finendo di ruminare il boccone che aveva in bocca e si strinse nelle spalle.

-Ho un fidanzato, adesso.

-Ve l'avevo detto che si scopava qualcuno.- Oliver alzò un sopracciglio e si stirò la giacca del completo. - Lo conosciamo?

-Si è rifiutato di operarmi al cervello.

-Oh.- Alexandra fece una smorfia – Perché avrebbe dovuto operarti al cervello?

-Così sarei stato normale.- Denis si leccò le dita sporche – Comunque, ci sposeremo a breve. Siete tutti invitati al mio matrimonio.

-Carino!

-Ti sposi?- Arden alzò un sopracciglio, scostandosi il ciuffo dal viso lentigginoso.

-Sì. Anche perché lui ha 38 anni, non gli rimane più molto da vivere.

-Ti scopi un trentottenne?!

-Per essere precisi, è lui che scopa me. Anche lui ha la camicia.

Denis guardò Oliver con aria di sfida. Non gli era mai andato giù l'essere stato rifiutato dall'amico di una vita. E certo, adesso poteva vantarsi di stare con un neurochirurgo estremamente ricco, bravo nel suo lavoro, richiesto da molti ospedali, affascinante e portatore di completi di alta sartoria, ma continuava a pensare che Oliver stesse meglio con la camicia che Laurie. Aveva quel non so che, con quei ciuffi e gli occhi tristi.

Oliver fece una smorfia e si aggiustò la giacca, cercando di darsi un tono.

-Stiamo andando a prendere l'erba, Denis!- disse Cassidy, prendendolo per mano – Vieni anche tu, ci divertiremo.

-Devo andare a fare indigestione di cioccolatini, così stasera non mi porta fuori a cena e possiamo provare tecniche sadomaso. Ma non posso mangiare biscotti.

-Non dire idiozie, se fai indigestione altro che sadomaso, passerai la serata col mal di stomaco. Vieni a fumare.- Arden gli diede una spinta amichevole. - Manchi solo tu all'appello.

-Forza, Denis. Ti ho già raccontato di Vanessa? E' la ragazza che ho deciso che mi porterò a letto ad ogni costo. Sono sicuro che nonostante oggi mi abbia preso a borsate in faccia capitolerà prima o poi di fronte alla camicia.

Oliver fece un sorriso arrogante, prendendo Denis a braccetto. Denis, che, per l'ennesima volta, si sentì morire.

  
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