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Autore: VvFreiheit    30/12/2019    0 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
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Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma ciaaaaaaao!” Andy non riuscì a trattenersi dall’esternare tutta la sua gioia, vedendo comparire una Melachi al galoppo seguita da un gruppo di cuccioli di cocker che David aveva in stallo insieme a lei  e alla madre.
 
Mel arrivò correndo all’impazzata, felice di ritrovare il suo padroncino dopo mesi di lontananza e impattò contro le gambe piegate, facendolo finire con il sedere a terra in mezzo all’erba umida.
 
“Eeeeh l’affetto di un cane per il proprio padrone…” sorrise l’amico d’infanzia, acchiappando poi un cucciolo intento ad arrampicarsi sulla felpa del biondo.
 
“No ma lascialo, che meraviglia!” disse prendendolo tra le mani e coccolandoselo un attimo.
 
“Sei uno spettacolo tuuuu, siiii, bellissimo patatinoooo!” prese a coccolarlo e a parlargli molto dolcemente.
 
 David restò ad osservarlo a lungo interagire sia con Mel che coi cuccioli, poi avanzò con una semplice domanda: “Mel ha un bellissimo carattere, si diverte un sacco a stare in branco con gli altri cani… è proprio brava… e mi chiedevo…non avete mai pensato di prenderle un compagno di giochi?”
 
Andy rimase un filo interdetto per i primi istanti, poi nel momento in cui realizzò la proposta, un sorriso gli nacque spontaneo, per morirgli una frazione di secondo più tardi.
 
“Sarebbe bellissimo ma… già lei a volte non la vediamo per mesi…” dovette ammettere a malincuore.
 
David gli sorride dolcemente “Non credo sia un motivo a sfavore sai…? Anzi, credo sia un punto favorevole, perché averne due significherebbe che entrambi avrebbero sempre un membro del branco al loro fianco, sia quando sono con voi, che quando sono da me” lo fece ragionare riaccendendogli un po’ il sorriso “e poi beh, non avreste problemi a portarli in giro. Mel è educatissima, vi potrei dare una mano anche con il cucciolo nuovo come ho fatto con lei, e comunque adesso sapete come fare, quindi vi verrà certamente più semplice.”
 
Andy lasciò che le parole dell’amico gli si insinuassero nel profondo e la sua voglia di fare questo nuovo passo non preventivato, crebbe nel giro di pochi istanti.
 
“Per informazione ti dico che la sorella di Mel è incinta. Aspetta 5 cuccioli, se vi interessa, vi metto in contatto, dovrebbero nascere tra un paio di settimane, ed essere quindi pronti per lasciare la mamma verso inizio febbraio, avrete 3 mesetti per pensarci” lo informò con un sorriso affettuoso.
 
Andy si lasciò coinvolgere dai lati positivi che David gli stava elencando e iniziò a considerare seriamente l’idea.
 
“Devo parlarne con Mika… sinceramente fosse per me, ti direi di sì… ma dal momento che viviamo insieme beh, in caso decidiamo insieme” ammise molto sinceramente con in cuore già la speranza che da parte del compagno potesse venire un assenso immediato.
 
“Facciamo così… ne parlo con lui e ti faccio sapere al più presto, ok?” volle prendersi del tempo per riflettere insieme al compagno.
 
“Perfetto! Intanto goditi la tua Mel, e salutami Mika!” si accordò con affetto, congedandosi poi correndo verso uno dei cuccioli che stava nel frattempo trasportando lo zerbino per il prato con notevole sforzo fisico.
 
Andy rise di cuore a quella tenera scenetta “Va benissimo, te lo saluto. Grazie Dave!” lo salutò agganciando il collare di Mel al guinzaglio uscendo dalla tenuta in piena campagna, diretto verso casa.
 
Messo piede nella sua villa di residenza, una volta riattivate tutte le utenze chiuse da mesi, aperte le finestre e sfamata Mel, si fiondò a recuperare il cellulare e a chiamare Mika.
 
“Ti prego rispondi, ti prego rispondiiii” canticchiò gironzolando per casa impaziente, mentre gli squilli si susseguivano.
 
“Ohi! Ciao amore sei arrivat…” Mika non fece a tempo a rispondere che Andy lo incalzò “Moosieeee!!!! La sorella di Mel è incinta!!! Dave dice che a Mel farebbe bene un compagno di giochi, ci darebbe una mano ad educare il cucciolo, lo prendiamo?? Ti prego ti prego ti pregooooooo!!!!!”
 
Mika preso alla sprovvista dalla ventata di entusiasmo di Andy, ci mise un attimo a comprendere cosa stesse farfugliando e per un istante si chiese cosa fosse successo per riuscire a far regredire il compagno iper riflessivo e calcolatore, in un fanciullo sprizzante euforia.
 
“Spetta, fammi capire… ripetimi piano per favore” chiese delicatamente, cercando di non smorzare la gioia travolgente che percepiva. Andy si calmò un attimo e fece come gli era stato chiesto, ripetendo con più chiarezza e meno fervore.
 
“Hm… non è male come idea… devo valutare alcune cose però prima… è comunque un bell’impegno” rispose prendendo tempo per fare un paio di valutazioni.
 
“Sì… hai ragione, va ragionata. A me piacerebbe un sacco, però ci sono cose da calcolare” ammise a sua volta riflettendo a mente fredda, considerando soprattutto i progetti del compagno per l’anno a venire, che non erano ancora stati definiti ma prevedevano una buona dose di spostamenti su scala globale.
 
“Esatto, ne parliamo a tu per tu, ok Gapi?” chiese amorevolmente prendendo posto sul taxi verso casa, finite le registrazioni di The Voice per quella sera.
 
“Va bene! Come è andata oggi?” si volle informare sull’andamento del suo lavoro.
 
“Oh bene!” spiegò con dovizia di dettagli alcune esibizioni che aveva adorato e alcune delle lotte per accaparrarsi i talenti che aveva conquistato, facendo ridere il compagno in più di un’occasione.
 
Poi i due si salutarono e si diedero appuntamento all’indomani, quando Mika avrebbe fatto ritorno a sua volta a Londra. Il riccio concluse la chiamata con il compagno e senza battere ciglio si spostò sulla lettera D nella sua rubrica, avviando la chiamata.
 
“Ciao Dave!”
 
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Mika mise piede in casa, infreddolito dal vento gelido che spazzava Londra inesorabilmente, costringendo i turisti più indomiti a coprirsi di svariati strati di vestiti, per gironzolare per le vie della città, già adornate a festa.
 
Lo scoppiettio del camino nel salottino antistante l’entrata lo fece immediatamente sorridere e il profumo di pollo al curry risvegliò definitivamente il suo stomaco.
 
Si levò la giacca e la sciarpa appendendoli ordinatamente sull’attaccapanni e nel voltarsi vide la sua cagnolina con il naso per terra, derapare svoltando con occhi sognanti nella sua direzione.
 
“Meeeeel!” la accolse gioioso prendendola in braccio, lasciando che si accomodasse con le zampe anteriori sulle spalle, permettendole di leccargli la faccia agevolmente, spostandosi dal mobiletto che con la coda stava spazzolando, buttando per terra chiavi e soprammobili.
 
“Eccolo il mio disastro!” Andy comparve con tanto di grembiule da cuoco, provvedendo a raccogliere ciò che Mel aveva sparso sul pavimento, attendendo che Mika lasciasse a terra il loro cane, cosa che fece non appena lo vide, per poterlo salutare a sua volta.
 
“Ciao amore mio!” gli si avvicinò per baciarlo, ma Andy si spostò con fare schifato. “Nonono, fila a lavarti la faccia che baciare il mio ragazzo all’aroma di bava di cane non è molto allettante!” lo invitò posandogli una mano sul petto per mantenerlo a distanza.
 
“Coooosa??? Non mi vuoi???” finse di accigliarsi lui, portando Andy sull’attenti, poi non appena il biondo abbassò la guardia, lo avvolse in un abbraccio stritolante strusciando la guancia contro la sua ridacchiando.
 
Andy si dipinse in volto una espressione schifata cercando di liberarsi dalla sua stretta all’urlo demoniaco di “CHE SCHIFOOOOO” mentre Mika continuava imperterrito, ridendo sempre più di gusto.
 
“Ma cosa ti lamentiiiii, baci me, ti fai baciare da Mel, ma insieme la cosa ti fa schifo??” lo schernì amorevolmente, allentando la presa e lasciandolo libero.
 
“Sei strano eh!” proseguì facendogli una linguaccia, mentre Andy provvedeva a pulirsi il viso con il grembiule.
 
“Va beeeene, vado a lavarmi, anzi, già che ci sono faccio una doccia e mi cambio. Mi aspetti?” chiese sorridendo amorevole.
 
Il giovane cuoco annuì, sorridendo di rimando spronandolo a prendere la via delle scale con un “Fila”.
 
Una ventina di minuti più tardi, Mika si presentò in cucina, al cospetto del cuoco trasformatosi in cameriere, intento a servire la cena. Gli lasciò servire il pollo nei piatti e attese che posasse la pentola bollente, e poi lo tirò letteralmente a sé, facendo scontrare appena i loro toraci, abbracciandolo con tutto il suo amore e prendendosi quel bacio che poco prima Andy non gli aveva concesso, chiedendo gentilmente il permesso. “Posso ora…?”
 
Andy annuì e lo baciò, appoggiando quindi il capo sulla sua spalla, sciogliendosi in quell’abbraccio che per gli ultimi 3 giorni aveva solo sognato. Non gli confessò i suoi piccoli momenti di debolezza solitaria, a cui la mancanza del suo onnipresente appoggio post Grecia aveva dato vita, limitandosi ad annegare in quella sensazione di casa e di calore.
 
L’abbandonarsi in quel modo così timido e quasi restio tra le sue braccia, Mika però lo riconobbe all’istante e si preoccupò di accarezzagli la schiena con amore, facendosi un appunto mentale per il post cena.
 
“Dai che si raffredda…” lo invitò a sedersi, lasciando ricadere le braccia sui suoi fianchi, per poi separarsi da lui e recuperare il secondo, ma il riccio lo intercettò, avvolgendo il viso tra le sue mani, scrutandolo dolcemente, sfiorando con un bacio le labbra.
 
“Hai ragione…” annuì prendendo posto a tavola e attendendo che lui facesse lo stesso.
 
L’atmosfera si rappacificò non appena il maggiore iniziò a raccontare gli aneddoti di The Voice, riportando il sorriso su volto del suo compagno nel giro di una manciata di minuti.
 
Poi cambiò argomento “Ho sentito Dave per il cucciolo… ” asserì facendo illuminare il compagno “Mi ha detto che gli è arrivata la richiesta per l’ultimo di Zara” spiegò smorzando immediatamente il suo entusiasmo con la mezza verità che gli aveva propinato, tacendo la seconda parte, per il momento più opportuno.    
 
“Hm…” commentò il greco sospirando deluso. “Mi ha detto però che hanno in previsione di far figliare Sammy tra qualche mesetto, il cucciolo sarebbe sempre nipote di Mel…” raccontò inventando di sana pianta, pur di far tornare il sorriso sul viso della sua metà, che già si figurava a coccolare un piccolo golden di lì a pochi mesi.
 
“Va beh, si vede che non era destino” commentò senza troppa enfasi, facendo scarpetta con il pane.
 
Mika sospirò ma non aggiunse altro all’argomento, tenendo per sé ogni altro pensiero.
 
“Dopo cena abbiamo ospiti…” annunciò invece, iniziando a sparecchiare. “Tra cui c’è anche un cucciolo biondo che ha appena iniziato a camminare a 4 gambe…” gli fece l’occhiolino, alludendo al piccolo Penniman, di cui Paloma aveva mandato un video giusto un paio di giorni prima, mentre scorrazzava per il salotto di casa tutto fiero.
 
“Oh!” ci volle poco per far tornare il sorriso sul volto diafano del biondo. Il solo nominare il piccolo Bobo, gli faceva automaticamente curvare le labbra all’insù.
 
Quando meno di un’ora dopo Paloma arrivò con Fortuné e Bobo, Andy si trasformò completamente, coccolandosi il nipotino acquisito e seguendolo a quattro gambe sul tappeto, facendolo ridere di gusto.
 
“Nooon si tira la coda al cane…” ripeté per la terza volta dolcemente, spostando Bobo dalla coda in movimento della golden, attrazione fenomenale e irresistibile, alla palla luminosa che Mika aveva raccattato tra gli addobbi di Natale.
 
“Bravo! Questa è bella! La tiriamo allo zio??” chiese al piccolo, ricevendo uno sguardo decisamente curioso e trepidante. La palla volò dalla mano di Bobo, sospinta da Andy dritta in testa a Fortuné che si accasciò teatralmente sul pavimento con la lingua fuori.
 
Bobo a quella recita perfetta emise un urlo di gioia seguito da una risata, sgattaiolando poi verso di lui, afferrandogli i capelli e tirando con forza, quasi si volesse accertare fosse ancora in vita.
 
“Ahioooouuuu, sono vivoooo, Bobo, sono vivo giuro! Molla!” lo implorò, portandosi le mani alla testa, nel tentativo di sbrogliare le piccole dita tozze dai suoi capelli, senza fargli male, mentre lui se la rideva divertito.
 
“Ma perché tutti mi usate come fossi un giocattolooo..!! Non mi bastavano tre sorelle e un fratello più grandi, pure dal nipote vengo maltrattato!” si finse abbacchiato, ricevendo uno sguardo preoccupato e stranito dal piccolo di casa.
 
“Oh, poverino, fai le carezze allo zio Forty” avanzò Paloma, portandosi vicina al fratello e accarezzandogli il viso, in attesa che il figlio copiasse il suo gesto.
 
Bobo stette a guardare per bene e dopo un breve attimo portò le manine a picchiettare la guancia dello zio.
 
“Piaaaaninooo” lo incalzò dolcemente la mamma, prendendo la piccola mano tra le dita e muovendola con grazia sul volto di Fortuné “coooosì” spiegò con premura, ottenendo il gesto perfetto un istante più tardi.
 
“Ma graazie!” gli sorrise lo zio, accarezzandolo a sua volta dolcemente, come a fargli capire ciò che stesse provando, prima di riceverlo tra le braccia, dove gli si era letteralmente lanciato.
 
“Facciamo anche agli zii le carezze?” volle poi testare la nuova tecnica su fratello e cognato, ricevendo un sorrisone che con ogni probabilità non fungeva da assenso, ma solo da risposta al suo tono dolce.
 
Andy ricevette la sua dose di coccole dopo Mika e ne approfittò per tenerlo un attimo con sé, tra gli sguardi complici e soddisfatti dei tre fratelli la cui idea, pensata esattamente per quello, stava funzionando a meraviglia.
 
.
 
Andy sbadigliò battendo il dito a ritmo della canzone che passava alla radio contro la pelle del volante, trattenendosi dallo sbuffare per l’ennesima volta al traffico fermo all’imbocco del tunnel del Gottardo. Volse lo sguardo alla sua destra e venne sferzato da un leggero moto di invidia nei confronti del compagno di viaggio che accanto a lui se la dormiva bellamente con i piedi sul cruscotto, il sedile reclinato e la mano a sorreggere la testa.
 
Egoisticamente pensò a come stuzzicarlo, per destarlo e avere così un po’ di compagnia, ma avendo convissuto con lui e i suoi ritmi lavorativi estremi nelle ultime tre settimane, sapeva che se lo avesse svegliato, avrebbe finito per sentirsi in colpa.
 
Restò nel suo mondo, alzando appena il volume della radio, pur mantenendolo basso per non infastidire Mika e si concentrò sul testo della canzone, immaginando cosa avesse spinto l’autore a mettere in musica i sentimenti che vi erano nascosti.  Era un processo che spesso si trovava a fare, creando nella sua mente l’immagine nitida dello scrittore nel suo mondo. In qualche modo era convinto che quel suo fare avesse a che vedere con la sua vita. Da anni viveva accanto a un artista e in moltissime occasioni lo aveva visto perdersi negli intrecci della sua creatività e comporre o scrivere. La maggior parte delle volte aveva la spiegazione a portata di mano, gli bastava chiedere, e Mika rispondeva. Spesso però gli piaceva leggere il testo prima di riceverne la spiegazione, amava immaginarsi i suoi ragionamenti e la fonte della sua ispirazione, darne un’interpretazione propria, prima che quella dell’artista annichilisse la sua fantasia.
 
Una strombazzata infuriata da parte di un automobilista impaziente diede il via ad un fastidioso effetto domino che fece riecheggiare nella vallata almeno una decina di clacson in un up-tempo crescente che perdurò almeno una quindicina di secondi e che lo fece tornare coi piedi per terra bruscamente.
 
Il frastuono di trombe non risvegliò solamente Andy dai suoi ragionamenti, ma fu talmente intenso da destare anche il secondo abitante dell’auto. “Hm?? Siamo arrivati…?” chiese Mika biascicando assonnato, guardandosi attorno spaesato.
 
“No… ci mancano ancora 3 orette, ma qualcuno si è rotto le balle di aspettare, apparentemente” commentò sbadigliando, facendogli il punto della situazione.
 
Mika si stropicciò gli occhi e si stiracchiò con un mugolio tutto suo, facendo finire il braccio attorno alle spalle del compagno. “Dovremmo vedere per volare con Mel… so che alcune compagnie danno la possibilità… 18 ore di auto sono una rottura di balle immensa” commentò il libanese, voltando lo sguardo all’indietro e fischiando in direzione della loro golden, che immediatamente spuntò dal bagagliaio.
 
“Te l’ho detto, con tutto ciò che hai da fare, avresti fatto meglio a prendere l’aereo, almeno tu” gli ricordò Andy, che aveva passato l’ultimo weekend a insistere che il compagno scendesse almeno da Parigi a Milano in aereo, dopo le registrazioni di The Voice che avevano raggiunto in auto da Londra.
 
“Si ma.. sono una rottura in due… da solo è peggio” gli fece notare accarezzandogli i capelli alla base del collo.
 
Andy si astenne dal commentare come la sua compagnia fosse stata marginale, date le ore di sonno che si era fatto al suo fianco, mentre lui percorreva le infinite autostrade francesi, e annuì semplicemente, grato che nonostante tutto ci avesse tenuto ad accompagnarlo.
 
“Domani sera sono libero, ho in programma una cosa…!” annunciò dopo un momento aprendosi in un sorriso dei suoi.
 
“Niente di mondano, voglio sperare” commentò Andy forse un po’ troppo bruscamente, smorzando appena il suo entusiasmo. Mika comprese la stanchezza e il nervosismo del traffico e delle ore di guida, quindi non gli diede peso. “Beh… gente ce ne sarà.. e anche tanta…” ammise candidamente, notando gli occhi del compagno roteare verso l’alto “ma dopotutto mi sarebbe costato un po’ caro comprare tutto lo stadio… mi sono dovuto accontentare della tribuna d’onore…” concluse la frase, constatando immediatamente il cambio di umore del biondo.
 
“Stadio?? Tribuna d’onore???” chiese infatti Andy, decisamente più interessato alla questione, sperando con tutto il cuore Mika stesse parlando della partita del Milan in programma proprio per l’indomani in casa.
 
“Milan contro non mi ricordo chi” annuì, orgoglioso di aver fatto centro di nuovo.
 
“Real!” quasi gridò il nome dello sfidante, tanta era l’euforia.
 
“Ecco, Milan – Real, quello.” Confermò ricordando la scritta sui biglietti “che poi un giorno mi spiegherai cosa abbia sto Milan di tanto speciale… sei passato dal Chelsea, che ci stava dato che ci abitiamo, al Milan…” ragionò ad alta voce.
 
“…che ci sta, dato che ci abitiamo!” si agganciò alla frase del compagno, facendogli notare che se la motivazione sensata secondo lui, era fare il tifo per la squadra del quartiere di residenza, poteva valere anche per il Milan.
 
“…cioè… fammi capire… ogni volta che cambi città, cambi squadra da tifare…?” si chiese e gli domandò grattandosi la testa con una mano, pensieroso.
 
“E’ vietato?” chiese il greco con una linguaccia alla sua sinistra.
 
“Nono, per l’amore del cielo, ci mancherebbe…!” alzò le mani in segno di resa, abbandonando la ragione in mano al più giovane.
 
“Comunque grazie Moosie… sai sempre come prendermi…” si sentì in dovere di ringraziarlo dolcemente per il pensiero graditissimo e la sorpresa che gli aveva riservato, di nuovo.
 
“Non faccio un decimo di quello che fai tu per me, Andy… mi sembra il minimo…” si lasciò andare ad una piccola confessione di senso di colpa gratuita.
 
Il greco scosse la testa. “Quello che si sta ammazzando di lavoro e trova pure il tempo per star appresso al fidanzato in recupero psicologico, non sono io, Moosie. Solo che a te viene naturale, e non lo consideri come speciale. Ma lo è… tantissimo” volle puntualizzare, in tono dolce e gentile, stringendo la mano che riposava ormai da alcuni minuti sulla sua spalla.
 
Mika si sporse verso di lui a lasciargli un veloce bacio sulla guancia che non gli fosse troppo d’intralcio alla guida, sussurrandogli “L’unica cosa che so per certo, è che ti amo!” che fece correre una scia di calore lungo la schiena del biondo, a cui non rimase altro da fare che sorridere innamorato.
  
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