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Autore: VvFreiheit    30/12/2019    0 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, Andy doveva ammetterlo, lo sbalzo climatico tra la costa pacifica degli Stati Uniti e la cittadina canadese a pochi passi dal polo nord non stava sortendo gli effetti devastanti sulla sua salute, come si era immaginato.
 
Forse l’euforia scatenata di Mika bastava come riscaldamento per entrambi, perché in tutta onestà aveva preventivato di patire le pene dell’inferno, mentre bardato nel suo giubbotto pesante, stava quasi amando la frizzantezza dell’inverno nordico.
 
Certo, starsene rinchiusi per lunghe ore tra albergo e teatro aiutava. Ad un certo punto, dopo aver trascorso la mattinata in teatro, aver fatto tappa in un ristorante tipico ed essere tornati di nuovo a provare con gli elementi che componevano la numerosissima “band” del compagno per i prossimi concerti sinfonici, Andy iniziava a provare una certa malinconia nei confronti della giornata limpida e soleggiata che li attendeva al di fuori.
 
Fu con grande piacere quindi, che all’annuncio di Mika di dover trascorrere un paio d’ore più del previsto nello spazioso teatro di Montreal, aveva deciso di guadagnarsi la libertà, andando a farsi un giro per la città, affrontando con una certa gioia il clima rigido.
 
Passeggiava tra le vie movimentate della cittadina quebecchese curioso come era sempre stato, godendosi con ogni viscera l’emozione di visitare luoghi non suoi ma in qualche modo familiari.
 
Doveva sforzarsi non poco per riportare alla memoria il periodo esatto in cui aveva camminato per le stesse vie per la prima volta, ma poteva ricordare senza fatica di avere avuto al suo fianco anche in quell’occasione il suo fedele compagno di viaggio, prima ancora che di vita.
 
Camminava con le mani sepolte nelle tasche e il pom pom che in testa ciondolava a ritmo dei suoi passi, decisamente di buon umore quando un cartellone familiare incrociò il suo sguardo vagabondo.
 
In centro al raffinato striscione pubblicitario svettava la scritta Mika et Les Trois Accords en concert avec l'OSM coperta appena da un adesivo più piccolo ma decisamente visibile, che annunciava il sold out di ognuna delle serate in programma.
 
Sorrise in maniera del tutto spontanea e incontrollata, fiero decisamente più del solito dei successi del compagno, stavolta vestiti di una magia del tutto nuova, forse un po’ distante dal suo pop, ma nemmeno troppo.
 
Rimase imbambolato di fronte al cartellone per alcuni secondi, scattando anche una foto da inviare ai suoi amici e a sua madre. Poi udì delle voci alle sue spalle, euforiche e gioiose almeno quanto lui, anzi no, decisamente di più.
 
Parlavano in francese con un accento non canadese.
 
Andy non era un grande esperto di lingua francese, ma sapeva distinguere la marcata cadenza nordamericana, rispetto alla ben più raffinata europea.
 
Non gli sfuggì, tra varie parole non comprese del tutto, il nome del fidanzato, pronunciato più volte mentre le dita indicavano lo stesso poster che aveva fotografato anche lui poco prima.
 
Preso dalla curiosità stette ad osservarle per una manciata di secondi, forse alcuni di troppo, perché ad un certo punto sentì gli sguardi delle fan spostarti dal cartello alla sua figura.
 
“Andy?”
 
Una di loro lo riconobbe in tempo zero.
 
Il biondo rimase un attimo interdetto, stupito dalla velocità con cui la ragazza l’aveva individuato, bardato com’era sotto una berretta biancorossa e nel suo cappotto pesante, poi riconnetté il cervello e rispose alla giovane.
 
“Si… ciao”
 
Fu uno scambio di battute breve e piuttosto informale, un paio di saluti, una mezza battuta e poi ognuno riprese la propria strada, lasciando ad Andy una piacevole sensazione.
 
Non era abituato ad essere riconosciuto, e quelle sporadiche volte in cui era successo, aveva prevalso l’istinto di protezione verso sé stesso e verso la storia che viveva con Mika, sviando la conversazione o evitando di dare corda.
 
Quel pomeriggio però, forse pervaso da un abnorme senso di orgoglio verso il compagno o solamente rilassato dalla passeggiata tranquilla che si stava godendo, doveva ammettere di aver apprezzato l’incontro ravvicinato di fan pronte a volare oltreoceano pur di seguire il loro beniamino nelle sue imprese.
 
Riprese a girovagare per le vie che si districavano attorno all’opera di Montreal aguzzando occhi e orecchie sperando di individuare qualche seguace del compagno.
 
Ne riconobbe diversi gruppetti, impazienti, meravigliate, entusiaste e spensierate, pronte al concerto di quella sera e di quelle successive.
 
Mise piede in un negozio di paccottiglia, tipico antro caotico presente in ogni città che lui adorava visitare. Se chiudeva gli occhi poteva vedere la quantità di cianfrusaglie che negli anni avevano comprato a prezzi ridicoli e che adornavano le loro case sparse un po’ in Europa e un po’ fuori.
 
Gli cadde l’occhio su un maglione natalizio, quasi certamente finito lì dentro ancora nuovo, rivenduto a prezzo stracciato solo per liberarsi di un regalo inutile e decisamente stravagante.
 
Aveva decorazioni di pom pom variopinti ovunque, piccole palline di natale in tre dimensioni, agganciate all’alberello stilizzato che occupava tutto il petto e le maniche.
 
Ci mise meno di un minuto: estrasse dal portafoglio i 6 dollari richiesti, si avviò verso la cassa e uscì con il pacchetto regalo in mano.
 
Quella sera si sarebbero fatti due risate.
 
Una mezza dozzina di ore più tardi, Andy comparve nel backstage dove Mika aveva fatto ritorno e dove stava facendo scorrere i vestiti di scena firmati Valentino appesi sulle grucce, osservandoli in dettaglio e decidendo in che ordine indossarli.
 
“Oh io metterei quello con i quadrifogli!” commentò Andy mettendo piede nel salottino.
 
“Sì! Stavo pensando la stessa cosa!” ammise Mika, appoggiando la giacca al petto, portando la gruccia appena sotto al naso.
 
“Porta fortuna!” Gli ricordò scaramantico voltandosi poi verso Andy, che lo osservava annuendo.
 
“Anche se…” avanzò il greco, portandoglisi a fianco, “…credo che non sia niente male come vestito ma…” lasciò in sospeso, fingendo una critica seria e costruttiva.
 
“Ma??” domandò allarmato, curioso di conoscere il parere del compagno, pervaso già da un mix di euforia e ansia.
 
“Ma secondo me la prima sera dovresti presentarti sul palco con questo” continuò la sua critica, allungando al cantante un pacchetto regalo blu e rosso con un fiocco verde smeraldo.
 
Mika lo prese un po’ titubante e lo squadrò “Se il contenuto è ragionato come l’abbinamento dei colori della carta, siamo messi bene…” esordì con aria tra il saccente e l’incredulo.
 
Andy dovette trattenere un risolino. Gli sarebbe scoppiato letteralmente a ridere in faccia ma non poteva. Ci teneva ad apparire serio.
 
“Oh beh. Non si giudica un regalo dalla carta, così come non si giudica un libro dalla…”
 
“…sì dalla copertina, lo so Mr. Ovvio!” concluse la frase squadrandolo, cercando di capire se facesse sul serio o se fosse una delle loro quotidiane prese per i fondelli, ma non riuscì a discernere l’espressione del compagno.
 
“Dai apri!” lo spronò il biondino con fare solenne e sorriso amorevole.
 
Mika si rigirò il pacco tra le mani e fissò per un ultimo istante il ragazzo, poi lo scartò, strappando la carta nel mezzo.
 
“…” al primo pom pom che gli si parò davanti agli occhi, sbucando dalla carta, Mika mise un’espressione incredula.
 
“No ma… che cagata è….?” Commentò con tutta la nonchalance possibile, cercando di spiare all’interno, prima di disintegrare la carta.
 
Andy si morse un labbro per evitare di ridere e mise un’espressione crucciata.
 
“Grazie eh! Ti faccio un regalo per una delle serate più importanti della tua vita e senza manco vederlo mi dici che ti sembra una cagata!?” sbottò fingendosi offeso.
 
Mika trasse un sospiro, osservando Andy con più attenzione, cercando di cogliere se quel piglio risentito fosse genuino oppure no. Poi comprese che la risposta alla sua domanda inespressa era racchiusa nel resto del pacchetto non ancora aperto, quindi con un movimento divise la carta a metà, scoprendo il contenuto.
 
L’espressione sul suo volto passò da preoccupata a sconcertata.
 
“Ma che brutto è??? Ma come cazzo si fa anche solo a concepire di produrre un coso così osceno!”
 
Andy a quel punto scoppiò in una fragorosa risata, schivando un calcio giocoso dal compagno, che per un attimo aveva sperato di ricevere qualcosa di sensato che gli potesse ricordare per sempre quella serata.
 
“No seriamente Andy! Si può sapere dove diamine l’hai trovato??” chiese inorridito all’idea che a poca distanza potesse esistere un negozio che aveva in vetrina robaccia simile.
 
Andy si ricompose un minimo per riuscire a rispondere “Hai presente i negozi di roba usata che ci sono in ogni città?”
 
Mika annuì portandosi la mano al viso.
 
“Ecco! Lì!” rispose mettendo fine alle sue congetture mentali.
 
“E comunque credo che con questo ruberesti la scena ai 100 che hai dietro, più di come faresti con ciascuno di quelli” indico prima il maglione variopinto e poi i completi di Valentino.
 
“Questo è poco ma sicuro!” si lasciò andare ad una risata divertita a sua volta, finalmente coinvolto dalla mattacchioneria del più giovane.
 
“Che scemo che sei… grazie!” si sentì in dovere di ringraziare però, schioccandogli un bacio sulla guancia.
 
Era stato un semplice teatrino, ma l’aveva rilassato in maniera indicibile.
 
“Lo metto appena scendo dal palco! Promesso!” lo baciò, stavolta con più trasporto e con le labbra ancora incurvate dalla sorpresa e dalle risa.
 
“Oh non vedo l’ora!!” rise a sua volta Andy.
  
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