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Autore: New Moon Black    30/12/2019    0 recensioni
"Seguì lo sguardo e come si riscontrò con quei occhi furbi e vispi ebbe un illuminazione mistica, come quel lontanissimo momento che le Norne gli avevano predetto le sorti del suo destino ad Asgard.
La ragazza balzò dal letto come un felino e agguantò l’oggetto dei suoi desideri.
Era il suo notebook nero.
Aveva qualche piega stropicciata della carta e la copertina sembrava consumata, ma era in buone condizioni.
Glielo mostrò con un sopraciglio alzato.
-“Uh, questo è tuo?
Dovresti avere più cura della tua roba.”
Magnus sudò freddo.
Si era appena dimenticato che l’avevo fatto cadere a terra.
Aveva tra le mani il suo “diario” illustrativo e moriva dalla vergogna che la ragazza che amava lo guardasse.
Guardò sia Alex che il notebook e senza fare troppe cerimonie tentò di acciuffarla.
Conoscendo la sua innata grazia di un bradipo in letargo, cadde rovinosamente a terra e a tentoni si rialzò non smettendo di avvicinarsi ad Alex.
La figlia di Loki rise.
-“Ohohoho, cosa nascondi lì dentro Chase?”
-“Non ti riguarda Alex.”
-“Interessante.”
-“Ridammelo.”
-“Giammai.”
---
Storia partecipante al "Calendario dell'Avvento 2019" organizzato da Fanwriter.it!
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Magnus Chase
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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★★ Calendario dell’Avvento 2019 by Fanwriter.it!

Data: 28 Dicembre

Numero parole: 3.608

Rating/Avvertimenti: Verde, una one-shot carica di fluff, regali  e fiocchi di neve ma con un finale aperto.

Due righe (facoltative) sul cosa avete scritto:  Dopo aver salvato, ancora una volta, i 9 Mondi dall’anticipazione indesiderata del Ragnarok, Magnus non è intenzionato a festeggiare il Yule e altre cose, ma qualcuno proverà a fargli cambiare idea, in maniera molto “particolare”, lasciando il segno.

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Hashtag: #CalendarioAvvento2019 #CalendarioFanwriterit #Fanwriterit #XMASwriter

 

 

 

“Tell me the Story of Tonight”

 

 

“I may not live to see our glory!

But I’ll gladly join the fight!

And when the children tell our story…

They’ll tell the story of tonight.”

 

C’era aria di festa e risate nella luminosa ed eterea Asgard, che in quel momento era avvolta da un manto nero, evidenziando le stelle.
In particolar modo all’Hotel Valhalla, pieno di banchetti sfarzosi, doni inaspettati e canti allegri… anche se spesso si tramutavano in risse imbracciando asce e scudi.
Tutti sembravano festeggiare un avvenimento importante.

Sacro.

Miracoloso.

Questo non perché un inusuale e giovane einherji, progenie di una divinità degli Asi nonché dalla presunta parentela con David Bowie, aveva nuovamente salvato tutti i 9 Mondi dall’anticipazione “desiderata” del Ragnarok.

Nossignore.

Il caro e buon vecchio Freyr, Dio del sole, dell’amore, della bellezza, della pace e della natura nonché suo padre, aveva dato il via alla Caccia Selvaggia; cavalcando Gillinbursti, il suo cinghiale come fidato destriero, sperava di diffondere a Midgard un pizzico di amore e speranza.
Era abbastanza scettico che, persino lo sfilare dei morti al corteo, in onore della caccia, fosse un buon segno di auspicio.

La prima volta che aveva assistito ad uno scenario del genere, ovvero vedere il proprio genitore divino dare spettacolo davanti ad un branco di cavernicoli, Magnus non dormì per una settimana intera, anzi due.

Tuttavia chiuse un occhio sulla faccenda.
Era già un miracolo per lui se riusciva a capire bene o male le varie tradizioni nordiche.
Alcune decorazioni verde e rosse davano un tocco più moderno alla dimora di tutti i soldati immortali caduti in battaglia  e i grossi abeti, posti sia nella Hall principale che nella Sala Grande, avevano vari nastri oro ed argento ad avvolgerli in tutta la loro altezza.
E per rendere meno spogli gli abeti, Hugin aveva pensato che fosse una bella idea aggiungere dei mini elmi vichinghi, rune per scacciare il malocchio e piccole sfere di cristallo al posto delle normalissime decorazioni natalizie.
Nonostante mancassero tre giorni al termine del Yule, il loro cosiddetto “Natale”, sembrava che fosse arrivato in anticipo il 25 Dicembre.

I più anziani continuavano a preparare feste e balli, Hugin sfornare biscotti dalla dubbia provenienza e altri einherjar incartare regali poco sobri e dal gusto discutibile.

Sentì il profumo inebriante delle caldarroste, del falafel e del sidro di mele invadergli le narici.
Sorrise sommessamente.
Tutti i suoi amici del piano 19 e altri semidei dell’Hotel Valhalla stavano alzando i calici cantando allegri motivetti in onore dei vecchi tempi.

Tranne lui.

Dopo un lungo allenamento di battaglie simulate, Jack che gli martellava alle orecchie qualche singolo di Frank Sinatra e aver rischiato più volte di essere decapitato dalle asce di Halfborn Gunderson, non passò dalla Sala Grande.
Se non a sgraffignare un po’ di cibo e varie vivande come le focaccine ripiene, qualche dolce e sidro di mele.

Ah, se ve lo state chiedendo, aveva preso anche una bella porzione di falafel fumante.
Avrebbe potuto evitare, certo, ma non lo fece.

Non si dice mai di no ad un pietanza del genere.

Ma per tutta la durata del banchetto si era chiuso in camera sua ed era rimasto lì dentro per tutto il tempo, anche quando si era fatta notte fonda.
La stanza era lievemente illuminata dalla luce soffusa delle lanterne, creando varie ombre dal profilo del letto, della libreria e del camino; una piccola scintilla alimentava nuovamente le fiamme dal legno ormai carbonizzato scoppiettando di tanto in tanto.
Qua e là erano sparse alcune decorazioni natalizie, create grazie alla magia, e posti al fianco del camino c’erano alcuni pacchi regalo, alcuni scartati e altri ancora imballati, eppure non era presente quella sensazione accogliente e allegra tipica del Natale.  
Da quando sua madre Nathalie Chase non c’era più da diversi anni, aveva smesso di provare il bisogno o il desiderio di celebrare quella festività con qualcuno.
Persino dopo la sua morte ed ascesa al Valhalla.
Quando era un semplice mortale e non uno zombie vivente, evitava come la peste zio Randolph per quanto fosse strano e poco raccomandabile, ma “prendeva in prestito”  la cioccolata o qualche indumento invernale per non congelare il fondoschiena.

Ci avevano già provato lo zio Frederick e sua cugina Annabeth, tempo fa, chiedendogli non so quante volte di lasciare Boston ed unirsi alla loro famiglia.

Ma li aveva sempre ignorati.
Non potevano sostituire sua madre.
Voleva loro bene ma non potevano capirli a fondo come faceva lei.

Quando era un senzatetto, aveva imparato a non fidarsi di nessuno e a sopravvivere in momenti tragici e scomodi.
Per lui non c’era più niente da festeggiare.

Non aveva più importanza.

L’unica cosa di cui era grato era di aver vissuto una vita meno noiosa e monotona.
Sia da mortale che da einherji.

-“Scusami mamma, quest’anno sono diventato il Grinch.”

Seduto vicino alla finestra, avvolto in abiti invernali con qualche citazione del Trono di Spade, i suoi occhi grigi guardavano silenti la neve che cadeva giù dolcemente come una pioggia di zucchero a velo.
La notte gli faceva saltare agli occhi tante ombre scure rendendo il paesaggio asgardiano un po’ cupo ed inospitale.
Teneva in braccio un notebook dalla copertina scura e rovinata, ma dal modo in cui lo teneva tra l’avambraccio e la mano mezza guantata, sembrava che sapesse esattamente cosa stesse architettando.
Aveva scarabocchiato qualcosa tra le pagine bianche che profumavano di cotone e legno, la matita mezza consumata tra le dita bianche ed affusolate e segni di cancellature sui bordi.

Sembrava tanto il ritratto di una persona.
Ed era un capolavoro.

Ogni volta che guardava lo schizzo non sapeva se essere meravigliato delle sue capacità di illustratore o pensare che un entità sconosciuta avesse preso possesso del corpo del giovane figlio di Freyr.
C’erano varie linee sia curve che dritte, la presenza di un corpo statico, un volto sfumato e degli occhi che sembravano leggerti dentro.

Era veramente un bel disegno.

Alzò lo sguardo dal taccuino solo per un attimo, giusto per scrocchiare le dita, finché non vide qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.
Alcuni fiocchi di neve si posarono sul bordo della finestra e sul vetro spesso e riflesso, che poco a poco si cristallizzarono diventando brina, si disegnarono vari ghirigori articolati e suggestivi.
Il biondino era talmente assorto ad ammirare quelle linee curve e dalle varie sfumature di blu che non si accorse di un’altra presenza in camera sua.

Una voce ferma e familiare invase subito le orecchie del ragazzo, facendolo cadere malamente per terra.

-“Hey, Maggie perchè sei qui a fare l’asociale?

I ragazzi ci stanno dando dentro al banchetto, Mallory e Halfborn un po’ di più.”
Il notebook, la matita e la gomma scivolarono  giù lontano da lui  per un paio di metri sentendo il brutto suono della carta accartocciata.
Biascicando qualcosa a denti stretti, cercò di risistemarsi a dovere, ma con scarso successo.
Alcuni ciuffi biondi pizzicarono in maniera fastidiosa le ciglia, togliendo una parte della sua visuale, ma avrebbe potuto riconoscere quella voce fra mille.

Era Alex.
La sua carissima se non amata partner in crime.

-“Dovresti smetterla con quello stupido nomignolo.”

Piccole dita scure e morbide scostarono dolcemente la frangia chiara liberando il suo campo visivo, finché i suoi occhi grigi non si scontrarono con le iridi vispe e luminose della figlia di Loki.
L’uno era castano e l’altro ambrato.
I riccioli verdi che accarezzavano dolcemente le guance e quel neo sotto il suo occhio destro sembravano più scuri nel buio e aveva qualche treccina sul capo per rendere il tutto più disordinato del normale.
Aveva uno di quei grossi maglioni di due o tre taglie in  più fatti all’uncinetto, dai motivi piuttosto grossolani, ma quel verde scuro con alcuni inserti rosa e bianchi e il modo in cui come lo indossava rendevano il tutto più elegante.

O come avrebbe detto Alex, più chic.

Sinuosa e versatile come un serpente, s’avvicinò di soppiatto a Magnus, fino a trovarsi fronte contro fronte.
Ogni volta che ammirava estasiato quelle pepite preziose incastonate sul suo viso color caffelatte e l’aria così androgina, si sentiva così inerme e senza fiato.

Era semplicemente una bellezza unica.

Non si sarebbe mai abituato a quello sguardo così tagliente e tanto ammaliatore.
Eppure amava Alex perché era semplicemente Alex.
Che si sentisse genderfluid, transgender o entrambe le cose, non c’era nessuna differenza per il biondino.

Ai suoi occhi, continuava ad essere la stessa persona che all’arrivo del campo d’addestramento dell’Hotel Valhalla gli aveva fatto battere forte il cuore e sentire un calore confortevole al petto.
La stessa persona che gli aveva fatto provare le farfalle allo stomaco e non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, come se si conoscessero da sempre anche se a malapena si parlavano all’inizio.

Arrossì.

Si sentiva così piccolo ed impacciato davanti a lei.
Le labbra della verdina si arricciarono in un ghigno malandrino, quasi dispettoso.
Adorava mettere in difficoltà il suo partner.

Magnus era così buono che, certe volte, si perdeva come in un bicchiere d’acqua.

Spesso lo prendeva in giro per delle questioni futili.

Tuttavia, la sua purezza d’animo la sorprendeva ogni volta e, anche se non l’avrebbe mai ammesso apertamente, moriva dalla curiosità di conoscere altri lati nascosti e non del figlio di Freyr.

-“Lo so, ma è più forte di me stuzzicarti.”

 

“Let's have another round tonight.

Raise a glass to freedom,

Something they can never take away,

no matter what they tell you.”

 

Senza dire niente allungò la mano al ragazzo e lo aiutò a rialzarsi, quest’ultimo accettò di buon grado la sua mano.
Sebbene lavorasse duramente è con dedizione alla ceramica, Alex aveva alcune piccole cicatrici sulle dita  ma aveva una mano morbida.

Così sicura.
Rassicurante.

Ne aveva passate tante e aveva sofferto molto durante la sua adolescenza, Loki le aveva dato filo da torcere all’inizio e scoprire la propria identità di genere non era stata una gran passeggiata.

Tuttavia, Magnus sapeva perfettamente quanto fosse tosta, resiliente e tenace Alex Fierro.

L’ammirava molto e avrebbe continuato a provare stima nei suoi confronti fino alla fine.
Si sedette sulle lenzuola pulite ed immacolate appoggiando le braccia sul materasso facendo cigolare di tanto in tanto la garrota che portava in vita, sopra al maglione, a mo’ di cintura.
Non smise mai di guardarlo negli occhi con fare curioso ed interrogativo.

-“Non hai risposto alla mia domanda, comunque.”

-“Riguardo a cosa?”

-“Sul perché sei qui e non con gli altri.
Sai, ti facevo più fissato con le festività…”

Sbatté gli occhi un paio di volte un po’ spaesato e per un paio di minuti rimase in silenzio.
Fino a quel momento aveva sempre evitato di dare spiegazioni a riguardo; ok che in alcuni momenti particolari le aveva raccontato i vari preamboli della sua infanzia con sua madre fino alla sua adolescenza, ma non gli aveva mai domandato del perché avesse smesso di festeggiare il Natale.

Insomma, era una cosa iper personale, per l’amor di Odino.

Si sentì un po’ a disagio avendo Alex seduta sul suo letto e impaziente di sapere cosa gli girasse per la testa.
Gli tremò il labbro inferiore.
Alla fine la risposta non tardò ad arrivare, ma invece di alzare la voce come di suo consueto, biascicò qualcosa a denti stretti.
La ragazza appoggiò la mano sul suo orecchio protendendosi leggermente in avanti, come per incitarlo a parlare più forte.

Alzò gli occhi al cielo.
Voleva davvero saperlo?

Non fece in tempo a dirgli “no, non lo saprai mai” che ricevette un’occhiata minacciosa dalla figlia di Loki e un lieve tintinnio della sua amata garrota.

Diceva letteralmente “non costringermi ad usare l’artiglieria pesante.”

Borbottò varie cose sul perché non ci fosse più il rispetto della privacy di una volta, ma si decise ad esporre il suo più grande segreto tenuto nascosto per anni.
Conoscendola, come minimo avrebbe usato ogni mezzo possibile ed inimmaginabile per farlo confessare, anche controvoglia.
Una volta, mentre stava sistemando il caos che aveva lasciato Jack in camera sua, la verdina aveva usato una mossa acrobatica mortale solo per estorcergli qualche informazione se aveva qualche preferenza, come dire, carnale tra maschi e femmine.

Nonostante avesse pochi ricordi di quell’episodio… era sicuro che non fosse finito molto bene.

-“Diciamo che… non festeggio più il Natale come una volta e, dato che volevo stare tranquillo lontano dal baccano e quelle canzoncine fastidiose che ti martellano la testa, mi sono rintanato qui.”

-“Mhm? Tutto qui?”

-“Esatto, tutto qui.”

Alex scrutò attentamente dall’alto in basso la figura del suo partner con le sue iridi eterocrome, incrociando le braccia al petto e un’espressione quasi severa sul volto.
Il biondo non capì quello sguardo intenso e tagliente, come se stesse commettendo chissà quale crimine indicibile nella scala gerarchica del codice d’onore dei vichinghi.           

Percepì un grosso macigno pesargli sul petto, cosa del tutto inspiegabile dato che non sentiva proprio niente fisicamente, eppure aveva quella brutta sensazione che se fosse rimasto in silenzio troppo a lungo si sarebbe scatenata una carneficina.

-“Tu mi nascondi qualcosa, dolcezza.”

-“Chi, io? Ma se ti ho detto la verità!”

-“Un po’ strana come motivazione, Maggie.
Cos’è, hai qualche parentela con il Grinch?”

-“Può essere, ma se anche fosse perché t’interess-”

Improvvisamente, si accorse che Alex non gli stava più prestando attenzione e notò quanto fosse concentrata a fissare un punto indefinito della stanza.
Seguì lo sguardo e come incontrò di nuovo con quegli occhi furbi e vispi ebbe un illuminazione mistica, come quel lontanissimo momento in cui le Norne gli avevano predetto le sorti del suo destino ad Asgard.     
La ragazza balzò dal letto come un felino e agguantò l’oggetto dei suoi desideri.

Era il suo notebook nero.
Aveva qualche piega stropicciata sulla carta e la copertina sembrava consumata, ma era in buone condizioni.

Glielo mostrò con un sopraciglio alzato.

-“Uh, questo è tuo?
Dovresti avere più cura della tua roba.”

Magnus sudò freddo.

Si era appena dimenticato che l’aveva fatto cadere a terra.
Aveva tra le mani il suo “diario” illustrativo e moriva dalla vergogna all’idea che la ragazza che amava lo guardasse.
Guardò sia Alex che il notebook e senza fare troppe cerimonie tentò di acciuffarlo.

Conoscendo la sua innata grazia di un bradipo in letargo, cadde rovinosamente a terra e a tentoni si rialzò non smettendo di avvicinarsi ad Alex.

La figlia di Loki rise.

-“Ohohoho, cosa nascondi lì dentro Chase?”

-“Non ti riguarda Alex.”

-“Interessante.”

-“Ridammelo.”

-“Giammai.”

Per vari minuti, fecero su e giù per la stanza a “giocare” ad acchiapperella, fecero sì e no una strage con i mobili, la legna e qualche cuscino spappolato a terra.
Ma la ragazza non voleva assolutamente cedere il prezioso tesoro che aveva rubato da Magnus.
Dopo il fuggi fuggi, lui si fermò e si tenne le ginocchia affannando per quanto fosse imperlato di sudore.

Per l’amor di Odino, quanto era agile Alex Fierro?

In confronto a lei, Magnus era una lumaca.

La verdina sorrise sardonicamente.
Sotto lo sguardo attento del biondo, si sedette nuovamente sul suo letto, ormai sfatto, e pagina dopo pagina sfogliò l’intero contenuto del taccuino.
Il figlio di Freyr chiuse gli occhi, aspettando il suo “colorito” verdetto finale.

Tuttavia, tardava ad arrivare.

Riaprì le palpebre una alla volta e si stupì enormemente che la figlia di Loki non avesse ancora proferito parola.
Quatto quatto, s’avvicinò al suo fianco fino a sedersi.
Con la coda nell’occhio, vide il suo sguardo concentrarsi sempre di più sul taccuino e i suoi occhi eterocromi viaggiavano meravigliati da una pagina all’altra.
Vide i paesaggi di Boston con varie sfumature diverse, alcuni ritratti della sua famiglia, Villa Chase nel pieno inverno, la veduta dell’albero del Mondo, Yggdrasill vista dalla sua stanza; c’erano tanti autoritratti e paesaggi mozzafiato, persino alcuni schizzi di serpenti!

Questi ultimi s’intrecciavano come in una fitta morsa e le squame  sembravano fuoriuscire dalla carta per com’erano dettagliate e sfumate.

Curioso.
Davvero curioso.

Soprattutto perché quel disegno assomigliava così tanto al tatuaggio che aveva dietro al collo.

Il suo sorriso s’allargò fino ad arricciare le gote, il neo che aveva al viso sembrava più piccolo, ottenendo così il continuo rossore del figlio di Freyr.
Mai aveva desiderato di sprofondare nei meandri di Asgard e vivere lì dentro fino al giorno del Ragnarok.

Eppure era successo!

Rimase così intontito ed imbarazzato che non osò aprir bocca.
Fino a quando non ottenne un pugno ben sestato al braccio dalla ragazza, esclamando un sonoro “ahia”.

Era anche bello forte.

Massaggiando la parte dolorante con la mano, Magnus borbottò qualcosa d’incomprensibile scoccando un occhiataccia torva alla sua interlocutrice.
Ma si raddolcì subito dopo non appena vide il suo sorriso farsi più radioso, le sue iridi eterocrome brillare di un’insolita scintilla e le gote farsi più rosate sulla sua pelle caffellatte.
Era così entusiasta che stringeva il taccuino con fare protettivo.

Questo voleva dire solo una cosa.
Alex adorava i suoi disegni.

Il cuore gli batté così forte al petto che temette di avere un attacco di cuore per la troppa overdose di dolcezza e purezza nel suo sorriso.

Perché doveva essere così dannatamente carina quando sprizzava gioia e meraviglia in maniera così naturale e spontanea?

Si toccò la nuca con una mano, imbarazzato ed impacciato come non mai, cercò di far uscire un suono o una parola dalle sue labbra ma con scarsissimo successo.

-“Magnus Chase, non mi avevi mai detto che fossi un artista.”

 

“Let’s have another round tonight!

Raise a glass to the four of us.

Tomorrow there'll be more of us.

Telling the story of tonight.

The’ll tell the story of tonight.”

 

-“M- ma non sono niente di ch-”

-“Pff, non prendermi in giro, con me non funziona.”

-“Dico sul serio, Al.
Sono solo degli scarabocch-”

Venne interrotto dalle labbra della verdina con un flebile ma delicato bacio al sapore di fragola.

Il ragazzo strabuzzò le iridi grigie più che sorpreso: non si era ancora abituato del tutto ai suoi baci improvvisi né tantomeno al suo prendere l’iniziativa, tuttavia si sciolse subito dopo come cera al fuoco.
Non poté fare a meno di pensare quanto fossero morbide.

Era stato breve, fuggente ma anche intenso.

Come sciolse quell’intimo ma piacevole tocco, Alex sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
Magnus aveva un debole per il suo sorriso.

Per quante volte lo mettesse alle strette con il suo cuore pulsante, gli faceva venire la voglia di nascondersi nel primo cespuglio esistente e lo faceva sentire così imbranato, non aveva alcun dubbio che quella ragazza lo facesse impazzire.

In tutti i sensi.

-“Per essere solo degli scarabocchi, sono veramente belli.”

-“D-dici davvero?”

-“Riuscirei a riconoscere un tratto pulito ed elaborato anche ad occhi chiusi, scemotto di un Magnus.”

Si guardarono per un attimo negli occhi, giusto un breve attimo, seguito poi da un sonoro “puff” dalla figlia di Loki che cadde a peso morto sul materasso, non lasciando mai andare il taccuino che stringeva gelosamente al petto.
Fece un cenno del capo intimandogli di stendersi accanto, lui non se lo fece ripetere due volte e si stese al suo fianco, facendosi un po’ di spazio.

Guardarono insieme i vari schizzi, una pagina alla volta; come quello di Heartstone e Blitzen mentre giocavano al mimo e la verdina rise per quest’ultimo per la sua espressione buffa, o di come videro un Bifrost monocromatico che faceva da sfondo al paesaggio asgardiano e per quanti sforzi aveva fatto Alex per elogiare quel disegno, il figlio di Freyr la contraddiceva sempre affermando quanto fosse carente nella tecnica e nella prospettiva architettonica.

Le rivelò che solo sua cugina Annabeth sapeva di questo suo hobby e di quante volte gli aveva fatto notare quel particolare nei suoi disegni, intimandogli di studiare di più.
Ridendo e scherzando, alla fine gli restituì il notebook.

-“Scusami se ho fatto troppo la ficcanaso, ma non mi aspettavo davvero di trovarmi al cospetto di un tenero e talentuoso Picasso.”

-“Preferisco Van Gogh in realt-”

Nonostante si fosse fatto buio, riuscì a vedere comunque lo sguardo attento ed ammonitore di Alex, come se volesse dirgli “Fallo di nuovo e io ti ammazzo” e Magnus alzò le mani in aria, colpevole del misfatto.

-“Va bene, non ti contraddico più, promesso.”

Comunque non importa per quella cosa, prima o poi si sarebbe scopert-”
Si bloccò a metà frase quando si rese conto di una cosa  nelle sue parole e quando capì appieno il significato divenne rosso bordeaux, quasi in tinta con la divisa di Babbo Natale.

Lo aveva chiamato tenero?
Picasso?

La risata di Alex riempì l’atmosfera mentre quella si teneva la pancia per soffocare inutilmente le risate, ottenendo un’occhiataccia torva da quest’ultimo con tanto di borbottii e sbuffi.

-“La smetti di prendermi in giro?”

-“Ah, scusami Maggie.
Ma continuo a pensare che tu sia incredibilmente tenero quando sei te stesso.”

        
“Raise a glass to freedom…

They'll tell the story of tonight.

Raise a glass to freedom.

They’ll tell the story of tonight!

They’ll tell the story of… tonight.”

 

Quella notte del 28 Dicembre, i giovani einherji si scambiarono altri baci, abbracci e risate.

Alex non costrinse Magnus a partecipare al banchetto del Yule, né tantomeno dirgli del perché non vi aveva voluto partecipare; ma si promise che se avrebbero sventato ancora una volta gli altri piani malvagi di sua madre Loki che aveva in serbo per il Ragnarok, sarebbe riuscita a far assaporare al proprio fidanzato lo spirito nordico delle feste.

Ma per ora, andava bene così, tra loro due.

Nessuna fretta.
Nessuna aspettativa.

Avevano l’immortalità dalla loro parte.
Potevano ancora stringersi la mano in silenzio, ridere per il loro sarcasmo e sfogliare assieme altre pagine del taccuino… è perché no, anche dormire abbracciati.

Erano felici.

Tuttavia, Alex Fierro non gli raccontò mai che aveva rubato lo schizzo del suo autoritratto e che lo avrebbe conservato per sempre nella sua memoria.

 

 

 

 

 




Note dell'autor*:

(Update: corretta-)


Ok, lo so a cosa state pensando.

"Perchè Art è sparit*, di nuovo, dalla circolazione e, addirittura, ad un contest di Fanwriter.it non si presenta al giorno stabilito?
Con tanto di prenotazione??"
(Monologo a parte ma shh)
Sono consapevole di essere in un mostruoso ritardo e ho sforato di ben due giorni la
stesura di questa one-shot (per di più per metà corretta ma vabbè, farò le devute correzioni con la mia Beta il più presto possibile) e vi chiedo veramente perdono.
Scusatemi, tutti voi.
Ma le mie più sincere scuse vanno prima all'admin della pagina di Fanwriter.it, Nene, avvisandola che a causa dei miei problemi personali,  avrei compromesso al ritardo o al ritiro del contest.
Spirito del Grinch go go, l'umore completamente sotto terra, influenza che mi ha portato a vomito e vertigini, infezione al piede e vari casini...
Scusami di nuovo Nene e perdonami davvero per il ritardo, cosa che non mi è mai successo durante il mio percorso di fanwriter.
Ah, ci tengo a precisare una cosa: se qualcuno mi dice, non so, che le mie sono scuse campate per aria, chiedetemelo di persona e vi elencherò tutti i momenti brutti in cui non ho sentito "niente" sulle feste natalizie e stavo così male da non riuscire ad alzarmi dal letto.
Questo per farvi capire che, bhe, non era proprio un bel momento e mi auguro che nemmeno voi ci passiate.
Chiusa questa tristissima parentesi, spero che voi state passando delle bellissime vacanze ristoratori(?) e ricevuto regali.

Btw, rieccomi qui che partecipo per la terza volta di fila al "Calendario dell'Avvento 2019" sempre indetto/a cura di Fanwriter.it! con i nostri simpaticissimi semidei nel pantheon norreno: Magnus Chase e Alex Fierro.
Ho voluto sperimentare qualcosa di nuovo buttandomi a capofitto con la mia ship preferita e ci sono solo 4-5 storie in croce su di loro, che tristezza-
In parte mi sento soddisfatt* di quello che ho scritto, perchè ho voluto dare un tocco particolare al nostro Maggie che disegna
(magari nel canon non lo è affatto, ecco perchè ho segnato OOC per non creare ulteriore scompiglio, ma io ce lo vedo bello portato),  ma dall'altra un po' meno perchè come avevo scritto all'inizio, io e la Beta non avevamo ancora finito di correggere la one-shot.
Questa è la prima volta che scelgo la FierroChase a mani basse, bassissime, invece della Shidge, (aiuto, mi sento male di averli lasciati così, appesi ma non me la sentivo proprio di proporre loro sorry) e nulla: è stato strano.
Vi devo confidare un'altra cosa: nello stesso mese, si doveva tenere un'altro contest ispirato alla mitologia greca, se non sbaglio si chiamava Myth Addicted, e io non vedevo davvero l'ora di darmi da fare... solo che alla fine l'admin non ha più dato l'avviso d'inizio lol
Pazienza, magari ha avuto molto da fare e lo proporrà di nuovo per l'anno nuovo, tipo Gennaio/Febbrario per dirne una, e avrò più tempo per pensare a una storia particolare e articolarla al meglio.
Sì perchè, in tutto ciò, mi stava frullando per la testa di fare una cosa stupida, ma davvero stupida, così tanto che avrei potuto far storcere il naso a storici o appasionati di storia e rischiare il linciaggio hahahahhahhaha
Staremo a vedere owo

Detto questo, vi lascio con questa innocua domanda per augurarvi di nuovo buone feste e magari ad iniziare l'anno nuovo in maniera quantomeno decente lol
Qualcuno di voi conosce le parole di questa canzone???
(si, se non si fosse capito, il testo è una canzone e viene da un musical particolare hehhehe)
Tanti auguri a voi e mi raccomando: non sprecate mai la vostra occasione e prendetela al volo!
Vi saluto e nulla, ci si vede per i prossimi aggiornamenti di one-shots, future longs e quant'altro!
Baci,

Artemìs
   
 
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