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Autore: __Lily    31/12/2019    2 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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VENTISEI











JON

Quando mise piede a terra Jon pregò gli dei per averlo fatto arrivare sano e salvo anche se la parte più difficile della missione restava recuperare il non-morto per portarlo poi a Cersei Lannister.
«E io che credevo che a Roccia del drago fosse freddo…» disse Gendry strofinandosi le mani.
«E non fa nemmeno così freddo» rispose Jon sorridendogli, «guarda Gendry, là oltre le montagne che vedi… là c’è Grande Inverno.»
Gendry fece dei passi in avanti sulla neve ghiacciata che scricchiolò sotto i suoi piedi, paradossalmente quel rumore ricordò a Jon i grilli che aveva sentito cantare durante la lunga estate in cui aveva vissuto.
«Spero di sopravvivere abbastanza a lungo da poterla vedere.»
«Grande Inverno o Arya?» domandò Jon voltandosi verso di lui.
«Una non esclude l’altra. Io voglio bene a tua sorella.»
«Ti credo Gendry, sei un bravo ragazzo ma per me è difficile immaginare la Arya che ricordo come una giovane donna ormai. Non vedo l’ora di poterla rivedere e di scompigliarle i capelli, di chiamarla sorellina.»
«Anche lei sarà felice di rivederti Jon, voleva venire da te. In realtà Yoren ce la stava portando però è stato ucciso.»
La loro conversazione venne interrotta poco dopo quando sentirono dei cavalli nitrire e il cuore di Jon perse un battito, poi vide che le figure a cavallo non avevano gli occhi blu e tirò un sospiro di sollievo.
«Giù le armi! Sono dei nostri» disse agli altri uomini.
Tormund saltò giù dal cavallo e andò incontro al piccolo gruppo arrivato dal mare.
«Credevo che fossi morto per davvero questa volta, ero certo che la regina dei draghi ti avrebbe fatto divorare.»
«Già lo credevo anche io» rispose Jon abbracciando il suo vecchio amico.
«Gli dei non hanno ancora finito con te.»
Jon sorrise a Tormund e poi lo presentò agli altri che erano con lui, alcuni erano nuovi membri, soldati scelti personalmente da Daenerys per aiutarlo nella missione, Immacolati con nuove lance che non sarebbero mai fuggiti dal pericolo, che avrebbero dato le loro vite in nome di un giuramento fatto a lei per volere e non per dovere.
«Venite dobbiamo andare al Forte Orientale, sta per fare buio e là ci sono ospiti.»
«Ospiti?»
«Li vedrai quando arriveremo.»
Jon salì a cavallo e gli altri fecero lo stesso, Davos affiancò il suo nuovo re e galoppò al suo fianco fino al Forte Orientale.
Essere nuovamente a Nord era ciò che Jon aveva desiderato fin dalla sua partenza con la sola eccezione che avrebbe voluto che Daenerys fosse al suo fianco e non a Roccia del Drago ad aspettare il suo ritorno.
«Verrò alla Barriera appena la missione sarà conclusa» aveva detto quell’ultima notte nella sua stanza.
«Verrai a prendermi?»
«A prendere ciò che ci occorre, non posso portare i miei draghi oltre la Barriera loro non la supererebbero.»
«Perché?» aveva chiesto Jon, ma infondo sapeva delle leggende che riguardavano la Barriera e se pure gli Estranei un tempo lo erano stati, perché quelle leggende non potevano essere vere?
«Quando ero piccola Viserys mi raccontò che una regina Targaryen tentò di portare il suo drago oltre la Barriera ma lui si rifiutò, quindi dubito che Drogon, Rhaegal e Viserion accetteranno di oltrepassarla. Sarò anche una Targaryen ma non so ancora bene come controllarli, i miei antenati erano in molti mentre io sono sola e così sarà finché avrò vita» aveva detto abbassando lo sguardo.
Jon aveva tentato di contraddirla ma lei lo aveva zittito con un bacio, per poi accoccolarsi come una bambina sul suo petto
.
La cavalcata durò ore, la luna era alta in cielo quando il Forte Orientale si stagliò d’avanti a loro e il freddo si era fatto più forte rispetto al momento del loro arrivo, la pelle del viso sembrava quasi scottare.
Ogni tanto si voltava per essere certo che Gendry e i soldati di Daenerys si trovassero ancora insieme a loro ma fortunatamente tutti erano lì, congelati e stanchi ma c’erano.
«Ci siamo quasi» disse Jon ai suoi compagni di viaggio.
Quando finalmente scesero dai cavalli Jon tirò un sospiro di sollievo per essere arrivati fin lì indenni, niente pallide ombre con i loro occhi blu in agguato nell’oscurità, la vecchia Nan diceva sempre che gli Estranei uscivano al calar del sole, quando le tenebre si ergevano assieme al freddo e quando comparivano le persone si assediavano nei loro castelli pregando i loro dei di salvarli.
Non sarà alcun Dio a salvarci - pensò Jon entrando finalmente nel fortilizio.
Quando entrarono Jon si avvicinò al fuoco e si scaldò le mani intirizzite dal freddo, Tormund poco dopo gli portò una coppa di birra e altre persone che non conosceva.
«Chi sono loro?» domandò Jon.
Non erano bruti di questo ne era certo.
«Il mio nome è»
«Beric Dondarrion» disse Gendry facendosi avanti.
«Lo conosci Gendry?»
«Sì purtroppo, mi ha venduto alla donna rossa di Stanis Baratheon. Se non fosse stato per ser Davos mi avrebbe ucciso, probabilmente bruciato vivo.»
«Ma non è accaduto, o sbaglio? Sei qui ora e sei vivo ragazzo.»
«Tu chi sei?»
«Thoros di Myr se ti compiace lord comandante.»
«Non più» rispose Jon bevendo un po’ di birra.
«Conoscevamo tuo padre, andammo in missione per suo conto prima che Robert Baratheon morisse. Non ho dimenticato la ragione per cui ci chiese di lasciare Approdo del re e giuro che prima di morire la porterò a termine.»
«Morire? Questa è buona Dondarrion.»
Beric si voltò verso il terzo uomo che fino a quel momento era rimasto in silenzio e nell’ombra.
«Io ti conosco» disse Jon.
«Tutti mi conoscono» rispose lui.
Il suo volto era mezzo bruciato, l’orecchio quasi inesistente coperto dai capelli scuri, gli occhi penetranti squadravano Jon Snow.
«Mi ricordo di te a Grande Inverno, eri uno dei protettori di Joffrey Baratheon.»
«Il suo cane vorrai dire.»
«Sì.»
«Aye, lo sono stato e suppongo che è grazie a me se le tue sorelle sono vive o almeno una delle due lo è da quanto ho sentito.»
«Cosa vuoi dire?»
«Chi credi che abbia protetto tua sorella ad Approdo del re? Non sempre ho potuto, ma quando mi è stato possibile l’ho fatto, così come ho impedito a quella piccola stupida ragazzina di farsi ammazzare alla Torri Gemelle.»
«Arya?»
«Eravamo lì il giorno in cui tuo fratello, sua madre e gli uomini a lui fedeli furono massacrati.»
Li ha visti morire.
Il cuore di Jon si colmò di dolore al solo pensiero e al ricordo della morte di Robb.
«Uccidere i propri ospiti va contro ogni legge, divina e terrena» disse Thoros di Myr.
«Lo è anche per il tuo dannato Dio rosso?»
«Sono leggi sacre Clegane» rispose Beric.
«E cosa vogliono tre validi uomini come voi?» domandò ser Jorah che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio e con pazienza.
«Unirci a voi, Thoros ha visto ciò che state andando ad affrontare e tre abili guerrieri come noi anche se forse vecchi vi saranno di aiuto.»
«Un altro prete rosso» disse Jon guardando ser Davos.
«Ne ho già conosciuta una.»
«Io non ho avuto tale piacere ma spesso le profezie sono difficili da interpretare, noi siamo solo servitori e come tali possiamo sbagliare il suo volere. Possiamo interpretare male i segni che il nostro Dio ci manda, ma su una cosa concorderete, la notte è oscura e piena di terrori. Lasciateci venire con voi e sarà un po’ meno oscura.»
«E sia, verrete con noi. Partiremo dopo domani all’alba, non abbiamo tempo da perdere. Vi darò delle armi adatte.»
«Le abbiamo già.»
«No, avete spade che uccidono persone vive non morte. A Roccia del drago abbiamo forgiato armi con ossidiana, ognuno di voi dovrà prenderne una questa è la condizione.»
«Io non-»
«Accettiamo» rispose Thoros di Myr interrompendo Sandor Clegane.
«Bene e ora se volete scusarmi vorrei andare a riposare. Torumnd…»
Jon e Tormund si incamminarono verso il lungo corridoio e raggiunsero le scale che portavano al piano superiore.
«Da quanto sono qui?»
«Un paio di giorni, sono stati ospiti delle celle fino a poco prima del vostro arrivo ma la loro storia non è cambiata. Possiamo fidarci di loro?»
«Abbiamo davvero una scelta?»
«Mh. Va a riposare ora, ci aspetta una lunga giornata e lunghi preparativi.»
«Ci proverò Tormund.»
Anche se le mie notti saranno insonni e lunghe senza lei al mio fianco - pensò Jon.
Entrò in una delle stanze, il fuoco era stato acceso e come prima cosa Jon Snow scrisse due lettere da affidare a due corvo, una lettera sarebbe volata vicino, a Grande Inverno e l’altra a Roccia del drago.













DAENERYS

Roccia del drago sembrava più fredda e più grande da quando Jorah Mormont il suo fedele orso e Jon Snow, l’uomo venuto dal nord erano partiti.
La normalità era noiosa e non poteva far altro che aspettare e lei odiava dover aspettare senza poter fare nulla di utile.
In quei giorni si era sentita più stanca del solito come se quelle partenze l’avessero privata della sua forza.
Missandei aveva sfatto le sue trecce e le stava spazzolando i capelli lunghi e argentei, i suoi occhi fissi nello specchio scrutavano il suo volto.
Quante storture ci saranno in me? - si domandò.
Non amava specchiarsi, non voleva vedere il suo volto allo specchio perché poi inevitabilmente si domandava a chi dei suoi parenti defunti assomigliasse di più.
Quanto c'era di Aerys Targaryen il re folle in lei? E quanto di sua madre Rhaella? E sopratutto quanto di suo fratello Rhaegar?
Dany non lo aveva mai conosciuto eppure avrebbe dato tutto per poterlo conoscere, uno dei suoi figli portava il suo nome così come quello di Drogo e di Viserys.
Viserys non era folle era solo debole e stanco - si ripeté nella sua mente.
Quando Missandei ebbe finito la madre dei draghi si avvolse in una vestaglia pesante e uscì fuori, il cielo era scuro ma qualche stella lo illuminava come la luna, una luna piena e opaca.
«Torneranno presto maestà.»
«Sì Jon e Jorah sono forti e entrambi desiderano vivere.»
«Entrambi lotteranno per te.»
«Mi mancano entrambi Missandei, mi sento come una bambina indifesa senza loro al mio fianco. Come posso guidare i Sette Regni quando mi sento così?»
«Quando li avrai nuovamente al tuo fianco ti sentirai meglio.»
«Jon non potrà restare al mio fianco, ha dei doveri verso coloro che lo hanno acclamato come re e io non gli permetterò di venire meno alla promessa fatta loro.»
«Non è questa la ragione e lo sappiamo entrambe mia regina. Vorrei che tu trovassi la felicità che meriti e sono certa che quella felicità abbia il nome di un uomo venuto dal Nord.»
Daenerys sorrise alla sua amica più cara e poi le strinse la mano.
«Dovresti riposare maestà sei pallida.»
«Sì mi sento stanca ma non è nulla che non possa essere curato con un buon sonno, se mai riuscirò a dormire» rispose rientrando nella stanza.
«Vuoi che rimanga con te?» chiese Missandei.
«Verme Grigio ti starà aspettando.»
«Verme Grigio sopravviverà una notte da solo, ora sei tu ad avere bisogno di me e lui lo capirà. Siamo entrambi al tuo servizio perché lo vogliamo e ora io desidero starti a fianco maestà. Vado ad avvisarlo e torno subito da te.»
Missandei uscì dalla stanza e quando la porta si aprì Daenerys vide Tyrion Lannister che la osservava e così si avvicinò a lui.
«E’ successo qualcosa?» domandò avvicinando a lui.
«No maestà» rispose Tyrion ma Dany vide che era in imbarazzo.
«Allora se è così vado a riposare, non mi sento molto bene.»
«Forse dovremmo trovare un maestro» disse lui.
«Non ne ho mai avuto uno, ma forse hai ragione tu. A guerra finita provvederemo a trovarne uno, insegnano anche?»
«Sì, ma se vuoi sapere qualcosa io sono molto informato.»
Dany sorrise al nano.
«Non ne dubito Tyrion.»
In quel momento Missandei tornò, salutò Tyrion ed entrò nella stanza della sua regina e iniziò a disfare il letto.
«Buona notte mia regina» le disse il suo Primo Cavaliere inchinandosi, ma nel suo sguardo c'era qualcosa di diverso.
«Buona notte anche a te mio consigliere» rispose cortesemente e poi chiuse la porta alle sue spalle.
Si infilò sotto le pesanti coperte e Missandei fece lo stesso.
«Fai attenzione maestà.»
«A cosa ti riferisci?»
«A lord Tyrion e ai suoi sentimenti.»
«Speravo di essermi sbagliata Missandei.»
«Io credo che provi qualcosa per te e da molto tempo prima di arrivare su questo continente, un uomo ferito o rifiutato è pericoloso quanto un nemico arrabbiato e lui è un Lannister.»
«E’ vero ma è un mio servitore come te e anche se prova dei sentimenti... sono certa che non mi farebbe mai del male.»
«Pregherò affinché sia così.»
«Buonanotte Missandei.»
«Buonanotte a te mia regina.»












 

E BUON ANNO A TUTTI!
Non volevo finire il 2019 senza aggiornare almeno questa storia quindi... non sarà un granché ma come sempre ho problemi nello scrivere e quindi spero che possa piacervi lo stesso. 
Fatemi sapere cosa ne pensate sempre se esiste ancora qualcuno che la sta leggendo ovviamente!
Un bacio a tutte/i!
Lils

  
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