Film > The Avengers
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Autore: kamy    01/01/2020    0 recensioni
[Ispirata alla canzone Echo di Jason Walker].
Tony fa parte degli Avengers da tre anni. Si fida del Leader, anche se Capitan America cerca di convincerlo a diventare leader al suo posto.
E se scoprisse che tutto quello che ha vissuto fin'ora è stata solo una menzogna?
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per #12DAYSAFTERCHRISTMAS2019EDITION.

Fandom: MCU

Personaggi: Bucky: Steve

Prompt: 01 Gen: Personaggio X si convince che personaggio Y non sia più personaggio Y. Decidete voi se personaggio  X ha ragione o se sta delirando.

 

Cap.15 Ultimi saluti

 

Ancora una volta solo il mio eco, la mia ombra, sono i miei unici amici

E sono al limite e sto urlano il mio nome a squarciagola come un pazzo

Qualche volta quando chiudo i miei occhi fingo di stare bene ma non è mai abbastanza

 

Su un ripiano di metallo era appoggiato un braccio di metallo, su cui spiccava una stella rossa, una banana e il peluche di un orsacchiotto.

Barnes era piegato in avanti, con le mani coperte da dei guanti di pelle, intento a lavorare al motore di una macchina. Aveva la testa sotto il cofano alzato.

Udì dei passi ed indietreggiò.

“Siamo chiusi” disse. Notò l’ombra della persona che era entrata allungarsi per terra, illuminata dalla luce del sole che entrava dalla porta aperta.

 Alzò lentamente la testa, mentre l’uscio del suo garage veniva chiuso. Sgranò gli occhi e impallidì.

“Tu chi sei?!” gridò, trovandosi davanti Rogers.

Steve avanzò lentamente, alzando le mani.

“Io sono Steve. Siamo migliori amici da quando siamo bambini” disse.

“Tu non assomigli per niente a Steven Rogers” ringhiò Bucky, allontanandosi lentamente dalla macchina.

Steve deglutì. “Senti… Non sono venuto qui per destabilizzare di nuovo la tua vita. Mi hanno raccontato quello che ti è successo. L’hydra, il controllo mentale, il congelamento…

Io capisco che tu non mi riconosca” sussurrò. I suoi occhi divennero liquidi e arrossati. “I tuoi ricordi sono confusi, stai ancora ricostruendo la tua vita”.

“Smettila di parlarmi così. Non so chi sei!” gridò Bucky. Con la protesi di legno che aveva al posto del braccio mancante accarezzò uno stipetto di metallo.

“Bucky. Io sono il vero Steve. Quello che hai conosciuto è uno Skrull” gli spiegò Rogers, indicandosi.

“Un cosa?” ringhiò Bucky. Aprì il primo cassetto e vi frugò dentro.

Steven sospirò pesantemente, avvertendo un peso sulle spalle, che curvò.

“Se stai cercando la pistola, ricordati che sei più bravo con il fucile e quello lo hai sicuramente nascosto sotto la cassetta degli attrezzi. Lo so che non sei stato in te a lungo, ma queste cose non le avrai cambiate” mormorò roco.

< La guerra per te non è finita, come non è finita per me > pensò.

Bucky s’irrigidì.

< Come fa a sapere tutte queste cose di me?! > .

“Io non volevo andarmene senza averti rivisto almeno una volta. Sei un fratello per me e credevo fossi morto, che non ti avrei rivisto mai più” gemette Rogers, mentre una lacrima gli rigava il volto.

Bucky richiuse il cassetto senza estrarre la pistola.

“Cos’è uno skrull?” ripeté gelidamente

Steve gli rispose: “Ti ricordi quando da ragazzi leggevamo quei fumetti con gli alieni che prendevano l’aspetto delle persone? Era tutto vero. O meglio, è successo a me.

Mi hanno privato della mia vita, della mia identità”.

< So che è assurdo. Ancora mi chiedo come lo si possa credere. Mi sono svegliato nel ghiaccio e ho scoperto che la mia vita non mi apparteneva più >.

Bucky domandò: “Quindi quello che ho considerato te per tanti anni, era uno skrull?”.

Steve annuì.

“Perché dovrei crederti?! Dammi una prova…” ringhiò Barnes.

“Sono stanco di dover dimostrare chi sono! Non voglio anche con te!” gridò Rogers, serrando i pugni. “Andiamo! Riflettici, concentrati, ricordati. Potrei mai essere quel grosso gorilla.

Non voglio doverlo dimostrare a te chi sono!”.

Bucky fece un ghigno. “Forse sei pazzo. Probabilmente sono più folle di te a volerti credere, ma…

Ho sempre pensato che quel Capitano non avesse niente né del piccolo arista, perennemente ammalato, né del soldato dal bel culetto che avrei seguito anche in capo al mondo”. Lo raggiunse, mettendoglisi di fronte.

< Sono anni che continuo a litigare con quel tipo. Forse è più facile credere che fosse un alieno venuto dallo spazio, che pensare di aver perso l’amicizia più importante della mia vita >.

Gli occhi azzurri di Steven erano spenti e liquidi.

“Però lui è perfetto, è il Capitan America che tutti volevano” gemette Rogers.

Bucky ne cercò il viso.

“A me mancavi tu” ammise.

Steven si conficcò le unghie nella mano, fino a ferirsi il palmo con le unghie.

“Però al mondo no. Sto per andarmene, sto per tornare indietro nel tempo” sussurrò.

Bucky gli posò una mano sulla spalla.

“Perché sei venuto, allora?” domandò.

Rogers lo abbracciò.

“Te l’ho detto, avevo bisogno di te” ammise con un filo di voce.

< Sapevo che tu mi avresti voluto, preferito. Sapevo di poter contare su di te una volta ancora > pensò, abbandonandosi contro l’amico.

Bucky lo cullò, lo ascoltò singhiozzare e gli massaggiò la schiena.

< Sì. È lui, lo riconosco. Non ha mai avuto paura di mostrare quello che prova. Al contrario di me, lui è sincero con i suoi sentimenti.

Forse sono folle a pensare che lo Steve che conosco non sia il vero Rogers > pensò.

Promise: “Ci sono qua io. Ti ascolto, va tutto bene. Puoi restare con me tutto il tempo che vuoi”.

“Sono così felice di averti rivisto” gemette Steven.

 

 

  
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