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Autore: sissi149    01/01/2020    2 recensioni
E' il primo giorno dell'anno, occasione per la prima visita rituale al tempio, ma non tutti sono così entusiasti di prendere parte alla tradizione nipponica.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Nuovo personaggio, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Two worlds collision'
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Lo so, ho una long in corso e in queste feste avrei dovuto approfittare dei momenti liberi per occuparmi di quella e portare avanti i capitoli, ma il richiamo della shottina festiva è stato  implacabile. XD

Nota bene: questa shot è legata alla raccolta pubblicata per il Writober 2018 "100 sospiri d'amore". In questa avevo sviluppato un background famigliare per Yayoi che la vedeva essere figlia di padre giapponese e madre irlandese. Come tale, i genitori le avevano dato due nomi, uno giapponese ed uno irlandese, Yayoi ed Amy. Normalmente i personaggi di origine gaipponese la chiamano Yayoi, mentre i cugini irlandesi preferiscono chiamarla Amy, per cui, se nel testo troverete entrambi i nomi, non è perché ho esagerato con lo spumante in questi giorni. XD Nella raccolta venivano presentati anche i fratelli, Jack e Miyuki, ed i cugini Declan e Briana.
Credo di aver detto tutto per rendere comprensible la shot anche a chi non ha letto la raccolta. ;)
Temporalmente siamo dopo il World Youth.
Buon inizio anno a tutti!

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“Io non indosserò mai quell’affare!” Declan incrociò le braccia al petto scuotendo la testa alla vista di ciò che Jack gli proponeva.
Il cugino sbuffò risentito:
“Quest’affare si chiama kimono. Non pretendo che tu conosca tutte le varie tipologie, ma almeno il nome base potresti ricordartelo.”
“Di grazia, perché dovrei piegarmi a questa assurdità?”
“Perché è la tradizione per il primo dell’anno. Abbiamo la stessa taglia, almeno provalo!”
Declan si voltò e cominciò a sistemare il futon che gli avevano prestato nella stanza che divideva con Jack. Quell’anno, contrariamente al solito, avevano deciso di passare le vacanze natalizie a Tokyo, dalla zia Catrine. Era la seconda volta che si recavano in Giappone, di solito erano i cugini a venire da loro, ma con la scusa che la locanda della mamma era in ristrutturazione ed il birrificio poteva andare avanti anche senza lui e papà, avevano preso l’occasione al volo ed erano partiti tutti. I suoi genitori si erano installati nella camera degli ospiti di casa Aoba, mentre sua sorella dormiva con Amy.
Nonostante la distanza, la sera della Vigilia ed il giorno di Natale, la zia aveva offerto una cena ed un pranzo in perfetto stile irlandese, per cui non aveva sentito troppo la mancanza della sua terra. Anche la notte precedente, allo scoccare della mezzanotte, lui e i cugini erano corsi per la casa ad aprire tutte le porte e le finestre per accogliere il nuovo anno. Ora, però, Jack voleva a tutti i costi fargli indossare un kimono per l’uscita al tempio.
“Suppongo che questo sia il tuo modo per dire di no! - Il cugino lo pungolò alle spalle – Mettiti almeno qualcosa di elegante addosso.”
Sbuffando di malavoglia, continuò a prepararsi, scegliendo dal suo bagaglio un completo classico di colore blu che si era fatto confezionare per il giorno della sua laurea.
Non appena furono entrambi pronti, uscirono dalla camera ed incontrarono le ragazze che uscivano dalla stanza: entrambe portavano l’abito tradizionale giapponese.
“Briana! Come ti sei vestita?” Chiese alla sorella con tono incredulo.
“Non è stupendo? – ribatté questa – La zia Catrine mi ha prestato uno dei suoi vecchi kimono ed io non ho resistito alla tentazione di indossarlo!”
Declan dovette ammettere che la sorella portava l’abito in maniera disinvolta e piuttosto naturale, come faceva Amy del resto.
“Non agitarti troppo, o rovinerai l’acconciatura!” Le ricordò la cugina.
Dopo essersi assicurata che i fermagli di Briana fossero tutti in ordine, Yayoi lo squadrò da capo a piedi ed iniziò a ridacchiare.
“Che c’è?” Le domandò abbastanza seccato.
“Sapevo che non sarebbero riusciti a convincerti ad indossare il kimono, sei troppo irlandese per farlo.”
“Vedo che qualcuno di sensato che se ne rende conto ancora c’è.” Non riuscì a resistere dal fare l’occhiolino alla cugina che rispose con uno sguardo d’intesa, prima di andare a bussare alla porta di Miyuki.
“Miyuki, sei pronta?”
“Arrivo subito, Yacchan!”
La piccola di casa Aoba, che tanto piccola non era più, aveva insistito per prepararsi da sola, asserendo che ormai aveva quattordici anni e non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno.
La porta si aprì e Miyuki uscì vestita alla perfezione con un kimono dai colori pastello ed i capelli castani tenuti raccolti da due bacchette di legno. Declan si stupì di nuovo per la piccola donna che aveva davanti: l’estate appena passata era stato assente quando i cugini erano stati da loro e non aveva visto come Miyuki fosse fiorita, aveva ancora fissa nella mente l’immagine di una bimbetta che correva e rideva sui prati irlandesi. Trovarla nei panni di un’adolescente all’aeroporto, quando era venuta a prenderli insieme allo zio, l’aveva lasciato di sasso.
“Stai benissimo, Dreoilin[1].” Le disse, utilizzando il vezzeggiativo con cui l’aveva sempre chiamata.
Miyuki gonfiò le guance offesa.
“Non sono più uno scricciolo.”
“Lo sarai sempre per me.”
Le accarezzò delicatamente i capelli e le regalò un sorriso pieno d’affetto.
“Se siamo tutti pronti, possiamo andare. I Misugi ci aspettano.” Dal fondo del corridoio il signor Aoba prese il comando della situazione, indirizzando la comitiva di figli, nipoti e cognati verso le scale e l’ingresso della casa.
“Mi farai da accompagnatore, cugino?” Domandò Miyuki a Declan, che subito acconsentì, prendendola sottobraccio.
Jack accompagnava sia Briana che Yayoi, mentre gli zii ed i genitori chiudevano la fila.
 
 
 
 
La famiglia Misugi era schierata nel cortile del tempio, in attesa degli amici. Erano tutti rigorosamente in abiti tradizionali, indossati alla perfezione, senza una piega o sbavatura. Per la verità, Jun non amava molto indossare il kimono, ma per la cerimonia della prima visita dell’anno al tempio non poteva sottrarsi, del resto c’erano cose ben peggiori di un abito tradizionale.
Dopo pochi istanti d’attesa, la famiglia Aoba arrivò al completo: c’erano anche gli zii ed i cugini irlandesi, non si aspettava di vederli così mattinieri e, soprattutto, prendere parte ad una cerimonia estranea alla loro cultura. Ancora una volta la famiglia di Yayoi lo stupiva per la capacità con cui era stata in grado di integrare le due anime che la formavano, quasi non ci fosse distinzione tra oriente ed occidente, due mondi non in collisione, ma in compenetrazione.
“Benvenuti e buon inizio anno a voi.” Salutò suo padre, accogliendo tutti.
“Briana, stai benissimo col kimono.”
“Grazie Jun, ma il merito e di Amy che mi ha aiutato ad indossarlo nel modo corretto.”
Misugi annuì e sorrise alla fidanzata, notando con la coda dell’occhio Declan che sbuffava.
Dopo aver scambiato delle parole cortesi con i genitori e gli zii di Yayoi, la signora Misugi suggerì di avvicinarsi all’altare. C’era già molta gente e ancora di più ne stava arrivando, conveniva mettersi in fila prima che la situazione diventasse troppo caotica.
Ad un certo punto, Declan spiazzò tutti:
“credo che vi aspetterò fuori.” E scomparve tra la folla, verso la scala.
Briana sospirò:
“È tutta la mattina che è strano, scommetto che preferirebbe essere al New Year Festival di Dublino.”
“Non ne dubito. – Commentò Jack – ma qualcuno dovrebbe recuperarlo.
“Vado io!” Senza aspettare, Jun partì nella stessa direzione dove era sparito Declan, non prima di aver ricevuto uno sguardo scettico dal fratello di Yayoi.
Voleva essere d’aiuto, poiché ricordava come i cugini irlandesi della ragazza l’avessero accolto senza fargli mai pesare le differenze culturali tra i due paesi. Forse Declan un po’ meno entusiasticamente degli altri, ma si era sempre adoperato per fargli conoscere quante più possibili tradizioni irlandesi, da patriota quale era. Ora aveva l’opportunità per ricambiare.
Scese velocemente le scale del tempio e trovò l’uomo appoggiato con le spalle al muro che delimitava il terreno sacro. Avanzò di qualche passo verso di lui.
“La prima volta può essere frastornante.” Esordì.
Declan alzò la testa, non si aspettava di essere seguito.
“Che vuoi dire?”
Jun fece un ampio gesto circolare col braccio, ad includere ed indicare tutto quello che c’era intorno a loro.
“È molto diverso da quello a cui sei abituato di solito, in Europa. Se non lo conosci ti può sopraffare.”
Declan sospirò, sciogliendo la posa rigida della spalle, pronto a parlare apertamente.
“Non è mancanza di rispetto la mia.”
“Lo so.” Jun sorrise incoraggiante.
“Dico solo che ad indossare il kimono mi sentirei ridicolo ed impacciato e distruggerei tutta l’importanza di questa tradizione. So che a volte sono rigido ed insofferente nei confronti di ciò che non è irlandese, ma proprio perché amo le mie tradizioni, non vorrei rovinare quelle degli altri.”
“A parte quelle degli Inglesi.” Misugi sorrise strizzando l’occhio.
Declan decise di stare al gioco.
“Quelle sempre. Devono scontare in qualche modo gli anni di dominazione che ci hanno fatto subire.”
I due uomini sghignazzarono complici, finché il calciatore non riprese il controllo.
“Meglio raggiungere gli altri, non vorrei essermi perso tutto il rito per colpa tua: non vorrei che gli dei si adirassero e mi facessero passare un anno d’inferno. – salì i primi gradini poi si voltò – Se c’è qualcosa che vuoi sapere, chiedi pure a me.”
Declan si avviò.
“Jun, sei un bravo ragazzo. Amy non poteva trovare di meglio…. Con buona pace di Jack.”
Raggiunsero la cima della scalinata chiacchierando e trovarono le famiglie che stavano ultimando i riti di inizio anno. Misugi si inoltrò per recitare una preghiera, mentre Declan preferì restare un poco più in disparte, ma comunque partecipe del momento solenne.
 
Terminati i riti, tutti erano invitati a pranzo a casa Misugi e si avviarono, passeggiando sui marciapiedi. Declan sembrava aver recuperato il suo usuale buon umore e discuteva con Jack di calcio gaelico.
Jun e Yayoi camminavano lentamente e restarono qualche metro indietro.
“Che vi siete detti tu e Declan? – la ragazza non riuscì più a trattenere la curiosità – Non mi sembrava aveste legato così tanto in Irlanda.”
“A essere onesti, ho più argomenti di conversazione con lui che con Jack.”
Yayoi tirò un leggero scappellotto sulla testa del compagno.
“Vuoi proprio iniziare l’anno alla grande, eh? Quando seppellirete l’ascia di guerra voi due?”
Il resto del gruppo aveva appena girato l’angolo. Misugi appoggiò una mano sulla spalla di Aoba e fece una leggera pressione, per farle segno di fermarsi.
“Che ne dici di inaugurare l’anno con qualcosa di meglio?”
“Tipo?” Chiese maliziosa.
“Non saprei, fammi pensare..”
“Qualcosa che richieda una distanza ridotta, magari.”
Si avvicinarono fino a che le loro labbra si unirono nel primo bacio del nuovo anno.
“Jun, volevo dirti una cosa: – Declan apparve da dietro l’angolo, facendoli sussultare entrambi – c’è una tradizione in Europa che dice che chi si bacia a Capodanno, si bacia tutto l’anno!”
 

[1] In irlandese/gaelico significa scricciolo.
 
  
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