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Autore: Khailea    03/01/2020    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
ATTENZIONE SICCOME SI TERRA’ LA LEZIONE DI INGLESE LE FRASI CHE GLI STUDENTI DOVRANNO DIRE IN INGLESE SARANNO SCRITTE IN ITALIANO TRA “”
 
 
 
La seconda ora delle nuove lezioni vedevano un’altra delle professoresse Mustang durante la lezione di inglese, ed a quanto pare ad insegnare la lingua sarebbe stata la più pervertita tra loro.
Forse per questo gli studenti non erano particolarmente agitati, ma alcuni avevano approfittato del tempo prima della lezione per crearsi un piano di studi.
Seraph infatti era al proprio banco, scrivendo su un foglio di carta le materie che avevano da superare, scegliendo un metodo per ciascuna per studiare.
Astral, andato momentaneamente in bagno, vedendola scrivere si avvicinò curioso.
-Che fai?-
-Un programma. Seguendolo sarà più facile studiare.-
-Ehi buona idea! Sei veramente grande.-
Il complimento di Astral la fece leggermente arrossire, ma era anche piacevole, tuttavia preferì non rispondergli visto l’imbarazzo.
-Non sappiamo nemmeno i libri…merda non so su cosa prepararmi!-
Sospirò Ailea non molto distante da loro.
-La stai prendendo troppo male. Rilassati.-
Ribatté Ayame appoggiandosi al suo banco, mentre Khal accarezzava la schiena della propria ragazza.
-Ti aiuterò con ogni mezzo amore.-
-Grazie Khal…e tu Ayame, non dovresti essere un minimo agitata?-
Chiese la bruna sbuffando.
-Sono perfetta, credi che questo genere di cose mi preoccupino?-
Ridacchiò l’altra facendo spallucce, mentre Lighneers sollevava gli occhi al cielo.
Quando si vantava così tanto solo per far colpo su di lui era insopportabile.
Anche se la notizia degli esami era stata spiacevole per tutti alcuni avevano preferito aspettare ancora qualche ora prima di darsi da fare.
Hope infatti era tranquilla rispetto a prima, ma solo perché aveva deciso che durante l’intervallo avrebbe parlato con tutti per organizzare lo studio.
Stava già scribacchiando alcune bozze dei nomi quando Alexander si avvicinò.
-Cosa fai?-
-Stavo pensando a che gruppi creare per studiare.-
Rispose lei sorridente, facendolo però preoccupare non lo includesse nel suo, anche se il biondo non disse nulla.
-Capisco…sei molto altruista.-
-E’ che tutti mi hanno aiutata in qualche modo nei momenti più pericolosi, e visto sono in crisi possiamo aiutarci a vicenda nuovamente.-
Era comunque la sua indole esser gentile, ma anche per questo Alexander l’apprezzava.
-Ti darò una mano in caso. Sicuramente sarai felice se passeremo tutti.-
-Grazie, ti adoro.-
Rispose lei alzandosi per dargli un bacio a fior di labbra. A scuola preferiva mantenere un certo contegno, per evitare anche problemi dai professori.
La campanella di inizio lezione presto suonò, ed arrivò così la professoressa Mustang, vestita tutta in tiro con una gonna corta ed una camicetta bianca.
-Buongiorno ragazzi…spero vi siate goduti la mattinata.-
Con il suo solito modo di fare la donna ammiccò ai ragazzi nelle prime fila, tra cui v’erano anche i poveri Zell e Ryujin.
Quest’ultimo serrò le labbra guardando altrove, non volendo né offenderla né apparire interessato, mentre il biondo si limitò a sospirare già scocciato.
Se per una volta ci fosse stata una lezione normale ne sarebbe stato felice.
-Bene, come vi è già stato spiegato da oggi inizierà un piccolo periodo di esami, in cui valuteremo quanto siete stati bravi. Ovviamente però anche i materiali sono cambiati, e ve li daremo tra poco.-
-Come sono cambiati?!-
Disse Grace scattando in piedi, trovando ingiusto avessero cambiato i libri.
-Così sarà impossibile…-
Sussurrò Sammy, appena calmatasi e già agitata per la seconda volta in un paio d’ore, ma la professoressa non si scompose, e raggiunse Grace sfiorandole il mento con l’indice.
-Hai bisogno di rilassarti, ci sono alcuni metodi che potrebbero piacerti…-
Storcendo le labbra con evidente fastidio Grace la fissò senza abbassare gli occhi.
Sapeva era un modo della professoressa per provocare una reazione e forse punirla, ma non l’avrebbe avuta.
-I libri sono cambiati, ma gli argomenti no. Quindi sarà solo un ripasso.-
Disse infine la donna accarezzando le teste delle persone davanti a sé mentre tornava alla propria cattedra.
Almeno era una notizia rassicurante.
-E’ meglio se la prossima volta aspetti.-
Sussurrò Vladimir a Grace, visto i due erano vicini.
Il ragazzo era già pronto con il cellulare ad ordinare i nuovi libri nel frattempo.
-Io non sto zitta se fanno qualcosa di ingiusto.-
-Spero per te allora che non finirai in punizione.-
Non per questo avrebbe comunque cambiato atteggiamento, ma almeno la ragazza tornò a sedersi.
-Quando ci direte i nuovi libri quindi? E le date per gli esami con certezza?-
A parlare stavolta era stata Annabelle, con un tono decisamente più pacato rispetto a Grace, ma altrettanto curiosa.
-Già in queste ore saprete i libri, mentre per le date vedremo a breve.-
Rispose la professoressa senza muoversi.
-Quanto a breve?-
Incalzò Annabelle, ma ricevette solo un’alzata di spalle.
-Bene, adesso basta però con le chiacchiere, iniziamo la lezione.-
Non era certo un dispiacere per le persone che volevano prendere appunti, come ad esempio Ailea, che per la prima volta dopo molto tempo aveva intenzione di prestare completa attenzione alla lezione.
Guardandola con la coda dell’occhio Khal ne approfittò per fissarla senza rischio di venir notato.
Era così bella ai suoi occhi, così fragile sotto le sue mani…la cosa lo eccitava a tal punto che avrebbe voluto sbarazzarsi di ogni persona nella stanza per poter fare l’amore con lei, ma si limitò a sospirare conservando nella mente questo piccolo desiderio.
-Ragazzi, vi conviene non sottovalutare l’inglese. E’ molto importante saper usare la lingua nel giusto modo.-
Disse la professoressa iniziando la lezione, che stava diventando particolarmente interessante per Yume.
-Sono assolutamente d’accordo.-
Ridacchiò alzando una mano, ricevendo in risposta un sorriso dalla donna.
-Questa è il tipo di studentessa che mi piace. Ma l’imparare una lingua a scuola è diverso dall’usarla in classe.-
-Questo lo so. Però io ed i miei amici siamo stati a Londra pochi giorni fa, e mi sono fatta capire a dovere dai ragazzi.-
Rispose Yume muovendo in maniera sensuale le spalle, in modo da attirare l’attenzione dei ragazzi in classe.
-Sarà stata un’ottima esperienza, e direi che si può replicare in parte con qualche sessione di conversazione. Quindi mettetevi a coppie ed iniziate a parlare in inglese.-
Lighneers la guardò con una certa noncuranza, sapendo perfettamente che quella era solo una tecnica per non dover far lezione.
In ogni caso tutti dovettero mettersi a coppie, ed iniziare una qualche conversazione.
-“Come ti senti?”-
Ailea mentre tutto ciò iniziava era ancora un po’ persa, mentre Khal seduto accanto a lei era ben felice di poter star in coppia assieme.
-“Stanca e arrabbiata. Ci sono troppi esami.”-
Rispose lei sbuffando, mentre lui le accarezzò la mano.
-“Ce la puoi fare. Dopo le lezioni organizzeremo qualcosa.”-
-“Grazie. Mi sento già stanca.”-
-“Posso pensarci io a rilassarti.”-
Ammiccò lui accarezzandogli la gamba con l’indice, al che lei rispose con voce più bassa.
-“Vuoi fare come l’ultima volta in infermeria ahah?”-
-“Infermeria, qui, ogni luogo.”-
Alla sua risposta la ragazza si mise a ridere, credendo che scherzasse.
Era felice lui sapesse come tirarle su il morale, ed a lui bastava vederla sorridere per esser soddisfatto.
-“Ahaha, ti amo.”-
Disse poi lei con sempre meno imbarazzo rispetto alle prime volte, mentre lui rispose completamente a suo agio.
-“Ti amo anche io.”-
Almeno questa breve conversazione era servita per alleggerire in lei la tensione, anche se qualcuno aveva faticato per non ascoltarla visto voleva mantenere la privacy altrui.
Daimonas infatti non era molto distante, e nonostante fosse in coppia con Jack per il momento non stavano parlando molto.
Fu quindi lui il primo ad iniziare.
-“Hai dormito bene?”-
Non era una cosa molto interessante di cui parlare, ma dopo il viaggio a Londra ancora era preoccupato per l’amico.
-“Sì, anche se non ho propriamente dormito. Dimmi comunque se uso un’inglese troppo elaborato, anche se tu sei molto intelligente quindi non credo avrai molti problemi.”-
Rispose Jack sorridendogli, e Daimonas rispose con un cenno del capo che gli fece intuire non c’erano problemi.
-“Sei carico per gli esami?”-
Chiese Jack guardandosi attorno, divertito dalle reazioni degli altri.
-“In che senso?”-
-“Ti senti pronto?”-
-“Oh, sì. Non penso avrò problemi.”-
Rispose Daimonas annuendo. Almeno nello studio poteva dire d’esser messo bene.
-“Grande. Mi piace vederti sicuro di te.”-
-“Non è che sono sicuro di me, ma ho sempre studiato.”-
“Definirti sicuro di te non è una cosa molto comune.”
Effettivamente Mostro aveva ragione, ma non gli dispiaceva Jack pensasse comunque poteva farcela e lo sosteneva.
“Fai bene, così non hai problemi. Io vedrò che fare, ho sentito da Hope che faranno dei gruppi di studio.”-
-“Non vuoi partecipare?”-
Per qualche motivo il pensiero che Jack non studiasse con loro lo intristì, ma l’altro lo rassicurò subito.
-“No no, ci sarò. Ma solo se mi farai da professore personale ahaha.”-
Era stata una specie di battuta, mista anche ad una richiesta, ma la risposta spiazzò la risata di Jack.
-“D’accordo.”-
Il sorriso di Daimonas fu poi il colpo di grazia per zittirlo e metterlo in imbarazzo. Tant’è che il ragazzo appoggiò la testa sulla mano cercando di guardare altrove.
Nel frattempo anche Vladimir e Yume stavano parlando. I due si erano ritrovati per puro caso in coppia, ma erano entrambi troppo svogliati per trovare qualcun altro.
-“Allora, hai qualcosa da raccontarmi? Niente di interessante?”-
Cominciò lei sporgendosi in avanti, mettendo così in risalto il seno.
-“Non credo che il mio concetto di interessante riguardi i tuoi hobby.”-
Ribatté Vladimir facendo spallucce.
-“Se il sesso non è un tuo hobby allora mi dispiace veramente per te.”-
-“Se non hai altri hobby oltre al sesso allora mi spiace veramente per te.”-
Ribatté a tono il ragazzo. Non giudicava il fatto lei pensasse solo a quello, e lei non doveva giudicare lui per non avere la stessa indole ninfomane.
-“Ma io non penso solo a quello! Poi da tanti benefici.”-
Mentre parlava la ragazza tornò a sedersi composta. Aveva iniziato a sentire un leggero fastidio in una propria zona delicata, ma lo attribuì semplicemente al fatto stando sporta in avanti stava schiacciando quella parte.
-“Come l’infarto, o sbaglio?”-
Ridacchiò il ragazzo riferendosi al poveretto a Londra.
Per tutta risposta Yume incrociò le braccia in una finta offesa.
-“Dai dai, puoi far sesso con chi ti pare.”-
-“Lo farei anche senza il tuo permesso.”
Rispose lei con una linguaccia.
-“Non ti disturba però i soprannomi che possono darti?”-
Chiese Vladimir riferendosi ovviamente alla sua attitudine.
-“Se lo facessi non sarei felice. Però devo dire che all’inizio non era facile visto non avevo amiche.”-
Ammise lei con un mezzo sorriso.
-“Immagino.”-
-“Adesso però che ho voi non devo aver più nessuna preoccupazione, possiamo divertirci tutti assieme!”-
In fin dei conti Yume non era poi così male, certo pensava sempre e comunque ad una sola cosa ma parlandoci sembrava anche una ragazza dolce, che voleva solo un po’ di compagnia.
Magari parlarle non era così scomodo.
Non erano i soli comunque che riscontravano alcune difficoltà nel far conversazione.
Lacie aveva deciso di far coppia con Lighneers, in modo da infastidire il fratello visto era quello con cui andava meno d’accordo, ma la cosa le si era ritorta contro visto il verde era completamente in silenzio.
-“Perché stai zitto nya?”-
Chiese lei dondolando sulla sedia.
-“Perché tu parli sempre?”-
Rispose Lighneers a tono. Sapeva bene l’aveva scelto solo per dar fastidio ad Astral, visto di tanto in tanto la ragazza si voltava a guardarlo, e non gli piaceva esser usato.
-“Non ti ricordavo così antipatico nya.”-
Certo, Lighneers non era mai stato uno con cui aveva parlato molto, ma almeno all’inizio c’era un po’ di interazione.
-“Tu sei infantile come sempre.”-
Non voleva offenderla, ma non voleva nemmeno chiacchierare come se fossero amici.
Visto non aveva mai avuto un forte legame con Lacie non era difficile per lui tenerla lontana ed evitare questo si formasse.
Sapeva bene era facile per lei far amicizia, o almeno credere che questa ci fosse.
-“Sembri mio fratello nya.”-
-“Questo significa che smetterai di provare a parlarmi?”-
Chiese il ragazzo in tono ironico, facendola irritare ancor di più.
-“Nyaaa antipatico!”-
Non era proprio il periodo migliore per lei. Sembrava che un sacco di persone volessero farla arrabbiare.
Così, per evitare altre scocciature, la ragazza decise di rimanere in silenzio, scarabocchiando qualche disegno di gatti voltanti sul tavolo.
Ovviamente Astral era stato ben attento alla scena, ed anche se non aveva sentito nulla sentiva un forte fastidio nei confronti di Lighneers.
Purtroppo non era il solo ad esser infastidito.
-“Pensi di concentrarti?”-
Astral e Seraph ovviamente si erano messi in coppia.
Non solo perché ora stavano assieme, ma anche perché erano vicini di banco, tuttavia lui non l’aveva minimamente ascoltata perché troppo impegnato ad osservare la sorella.
-“Scusami.”-
Rispose lui distogliendo per qualche secondo lo sguardo dall’altra coppia.
-“Non devi scusarti con me. Se non passerai l’esame di inglese saprai il perché.”-
Lo rimproverò lei incrociando le braccia.
-“Hai ragione, sul serio ti chiedo scusa.”-
-“Allora cerca di concentrarti sulla nostra conversazione. Non intendo lasciare che tu venga bocciato.”-
-“Grazie…con il tuo aiuto probabilmente avrò qualche possibilità in più.”-
Il fatto pensasse questo le faceva piacere, ma doveva comunque dimostrare di volersi impegnare.
-“Forse per un po’ dovresti lasciar stare tua sorella comunque.”-
Azzardò la conversazione, visto ormai erano giorni non pensava ad altro. Doveva pur staccare la spina.
-“Preferirei non parlarne adesso…”-
Disse il ragazzo guardandola finalmente negli occhi.
-“Non ho intenzione di stare tutto il tempo a guardarti spiarla. Non è l’unica cosa di cui devi occuparti, ora c’è soprattutto lo studio.”-
Sembrava la ramanzina di una madre al figlio, ed era altrettanto irritante.
Tuttavia non aveva comunque tutti i torti, ma Astral preferì non risponderle, sperando avrebbero cambiato argomento.
Nel frattempo qualcun altro aveva osservato come lui la situazione tra Lighneers e Lacie, ma al contrario di Astral era molto felice dell’esito.
-“La vuoi smettere di dondolarti sulla sedia? Mi farai venire la nausea.”-
Zell non appena i gruppi avevano iniziato a formarsi non si era mosso, non avendo preferenze su chi sarebbe stato il suo compagno, ma quando Ayame si era seduta davanti a lui aveva intuito non sarebbe stata una lezione facile.
La ragazza in verità puntava al suo amato, ma Lacie l’aveva battuta sul tempo.
Il cielo solo sa che occhiataccia le aveva tirato, e da quando avevano iniziato a parlare l’aveva fissata con rabbia.
Almeno fino alla fine della loro conversazione, nella quale Ayame aveva iniziato a sorridere allegra.
-“Andiamo Zell. Un po’ di allegria.”-
Disse senza smettere di dondolarsi.
-“Cinque secondi fa eri imbronciata a fissare Lacie.”-
Ribatté lui con ragione.
-“Le persone sono fatte per cambiare. E’ inutile mio caro.”-
Ridacchiò lei, era impossibile rovinarle l’umore in quel momento.
-“Già, anche se alcune cose non cambieranno mai.”-
Come la sua ossessione per Lighneers probabilmente.
Era un vero peccato per entrambi, lei infondo era una ragazza carina, ma non era contraccambiata.
Avrebbe potuto trovare però molti ragazzi se solo avesse voluto.
-“Anche questo è ovvio. Infondo io sono favolosa e questo non potrà mai cambiare ad esempio.”-
Ecco però che con un assaggio del suo carattere Zell dubitò dell’alto numero di spasimanti poteva avere.
-“Se tanto volevi stare in coppia con Lighneers non potevi andare a chiedere a Lacie di far cambio?.”-
-“L’avrei fatto, ma la prof ormai voleva ci sedessimo tutti. Però ho tante lezioni per stare in sua compagnia.”-
-“Se questo ti da motivo d’esser felice buon per te allora.”-
Nel frattempo, mentre alcuni facevano più fatica ad intavolare delle conversazioni, qualcuno non doveva metterci così tanto impegno.
Grace non era riuscita a mettersi in coppia con nessuno che conosceva, ma aveva almeno trovato la nuova amica di Sammy, Annabelle, che si era rivelata sopportabile, rispetto al resto della classe.
-“E’ una cosa carina, abbiamo entrambe i capelli rossi.”-
Iniziò la più piccola prendendosi una ciocca di capelli.
-“Già, anche se i miei sono più scuri.”-
Li aveva anche più corti dei suoi, ed i capelli di Annabelle non avevano una frangetta rigida, ma più mossa da ragazza spensierata.
-“Sono come due tonalità diverse del tramonto!”-
Disse nuovamente la ragazzina con un sorriso.
-“E’ una visione romantica per dei capelli.”-
Rispose Grace con un mezzo sorriso. Dopo aver passato molto tempo con Sammy ormai non aveva problemi a parlare con qualcuno più piccolo di lei, anche se l’altra non lo era di così tanto rispetto alla bionda.
-“Non mi piace vedere il mondo tutto grigio. Così è sicuramente meglio.”-
Rispose Annabelle serena, riprendendo poi a parlare.
-“Allora, il vostro gruppo ha iniziato a far scalpore nella scuola.”-
-“Per cosa?”-
Chiese Grace confusa.
-“Beh intanto perché siete andati a combattere contro l’altra scuola. Poi per quella gara che avete fatto divisi a squadre quando una prof vi mandò a conoscere i passaggi segreti. E si dice siete stati voi a fermare quei bestioni pieni di steroidi che hanno attaccato la scuola.”-
Annabelle conosceva molte persone a scuola, e quasi tutte avevano almeno un gossip per ogni persona in quel gruppo.
Esser quindi così vicina a loro era molto interessante.
Grace di rimando era molto sorpresa per quella rivelazione, e leggermente a disagio.
Non le piaceva esser al centro dell’attenzione, soprattutto di una scuola d’adolescenti.
-“Non mi è mai importato molto delle voci…noi facciamo solo ciò che ci pare.”-
Disse quindi in tono vago, ma sapeva dallo sguardo di Annabelle che la cosa interessava molto la ragazza.
-“Sarà per questo che sembrate così forti agli occhi di tutti. Spero di conoscervi sempre meglio.”-
-“Non siamo delle celebrità…siamo solo delle persone normali.”-
L’ultima cosa che voleva era che la ragazza si comportasse improvvisamente come se appartenesse ad un fan club di loro.
-“Lo so lo so. Non voglio darti fastidio con questo discorso, è che a poco a poco la gente inizia ad esser curiosa.”-
Si giustificò la piccola, non volendo sembrare troppo apprensiva.
-“Impareranno a farsi i fatti loro.”-
Rispose infine Grace incrociando le braccia, ma il gesto provocò una piccola risata in Annabelle.
-“Ahah, mi piaci. Sei forte. Se sono tutti così non avrò problemi ad esservi amica.”-
Di solito a Grace non piaceva la gente che voleva per forza esser amica con tutti, ma quella bambina era solo una come tante, piena magari d’energia e di speranze per il mondo.
Fino a quando non l’avesse infastidita la cosa poteva anche andarle bene.
Intanto, anche Nadeshiko era finita a parlare con qualcuno con cui non aveva mai interagito molto, ovvero Milton.
Le due si erano trovate per puro caso in coppia, ma visto il carattere gentile della bruna non c’era stato alcun problema.
-“Allora Milton…hai qualche pettegolezzo da raccontarmi?”-
Chiese Nadeshiko in vena di chiacchiere.
-“Niente di particolare purtroppo. Non sono una che fa pettegolezzi.”-
-“Ooh, peccato. Allora invece che mi dici dei ragazzi?”-
-“Come?”-
La domanda era stata molto diretta, ma anche così Milton non ne aveva capito il senso, e non perché parlavano in inglese.
-“Andiamo…sei sempre con Jack e Daimonas…”-
Incominciò Nadeshiko maliziosamente.
Le piacevano molto le questioni di cuore, e loro tre erano così calmi che si aspettava qualcosa di grande dal trio.
-“Sì perché sono miei amici. Sono sempre anche con te e gli altri.”-
-“Però è diverso, li cerchi sempre. Soprattutto Daimonas…”-
Ormai era chiaro ciò che pensasse, ma non poteva esser più lontana dalla verità.
Certo, Milton voleva veramente molto bene al ragazzo, ma più come un fratello che in un senso amoroso.
-“Siamo solo amici.”-
Disse quindi senza tentennare.
-“Sicura sicura? Nemmeno un pelino di più?”-
-“Nemmeno un pelino di più. Solo perché due persone sono del sesso opposto non vuol dire non possano essere amiche.”-
Era una cosa che sentiva spesso, “non esiste amicizia tra maschio e femmina”, ma secondo lei non era affatto così.
-“Oh, che peccato. E’ che sembrate così vicini.”-
Spiegò Nadeshiko indicandoli entrambi.
-“Perché siamo amici, non preoccuparti però, lo capisco.”-
Effettivamente alcune persone potevano fraintendere, ma non le aveva mai dato fastidio.
-“Allora mi sono creata castelli in aria per niente. E va beh, passerò a qualcun altro.”-
Disse infine l’azzurra comprendendo rapidamente la verità.
-“E che mi dici di te invece?”-
Visto ormai la conversazione era incominciata su quel fronte tanto valeva continuarla così, anche se con un soggetto diverso.
-“Nah, io sto bene da single adesso. Certo, ci sono tanti ragazzi carini, ma basta per il momento.”-
-“Capisco, è bello tu voglia concentrarti su te stessa adesso.”-
-“Già, sono una donna indipendente!”-
Disse Nadeshiko con una punta d’orgoglio.
Qualcun altro intanto stava chiacchierando del più e del meno, come ad esempio Hope ed Alexander.
-“E’ stata carina l’iniziativa della prof, non credi?”-
Chiese Hope ben felice di svolgere una lezione solamente parlando inglese.
-“Sicuramente aiuta, se una persona non parla bene l’inglese questo è un buon momento per far pratica, soprattutto se è in coppia con qualcuno che lo parla bene. Se invece entrambi ne sono capaci è comunque un buon allenamento.”-
-“Esatto. Dubito i prof vorranno metterci i bastoni tra le ruote per gli esami, e se ci aiuteranno con esercizi simili allora tanto di guadagnato.”-
Rispose Hope allegra.
-“Potrebbe anche esser d’aiuto per futuri viaggi.”-
-“E’ vero! Oh, vorrei far più spesso lezione così.”-
Parlando spesso inglese sarebbe diventata sempre più brava, ed in giro per il mondo non avrebbe avuto problemi.
-“Potresti provare a proporglielo. Al contrario della sorella lei sembra più ragionevole.”-
Se fosse servito sarebbe andato lui stesso a convincerla, anche se temeva la donna avrebbe tentato un approccio troppo fisico.
-“Potrei provare, infondo che ho da perdere? Non possono mettermi in punizione per aver chiesto qualcosa.”-
O almeno non quella donna, professori come Rotsala o Zero probabilmente sì invece…
-“Non permetterei mai tu finisca in punizione.”-
-“Speriamo non capiti che me lo meriti.”-
Scherzò lei facendo spallucce, ma il ragazzo pensò che perfino in quel caso avrebbe trovato qualcuno su cui assumere la colpa al posto suo.
Anche Johanna e Sammy chiacchieravano senza alcun problema, soprattutto visto la piccola aveva molte domande.
-“Johanna, come sono gli esami? Sono difficli?”-
-“Non saprei, ancora non ne abbiamo fatti. Ma non devi preoccuparti, se studi sicuramente li passerai.”-
Disse la bionda cercando di confortarla.
-“E se mettessero delle domande difficilissime? E se fossero impossibili da rispondere?”-
-“Allora non sarebbe giusto, tante persone non passerebbero e la scuola avrebbe dei problemi. Posso assicurarti che i professori non vogliono il nostro fallimento.”-
-“Veramente? Anche se alcuni sono cattivi cattivi?”-
Ovviamente si riferiva a persone come Rotsala o Zero, visto nella visione di una bambina persone che facevano male agli altri divertendosi non erano buone, mentre il primo faceva solo paura.
-“Certo. Lo so che ci sono dei prof che fanno più paura di altri, ma anche questi devono assicurarsi che gli studenti passino. Quindi non ti devi preoccupare, noi tutti ti aiuteremo.”-
Anche lei era agitata per certe materie, ma sapeva che potevano farcela.
Magari chi era più bravo in certe poteva aiutare chi faceva più fatica in modo fossero tutti alla pari.
-“Grazie Johanna…sono solo un po’ agitata.”-
-“Lo siamo tutti.”-
Rispose l’altra gentilmente accarezzandole la testa.
-“Veramente?”-
-“Sì, è naturale. Però non devi farti bloccare ed agire. Stiamo anche parlando in inglese, e bene direi, quindi sei più intelligente di quanto pensi.”-
Effettivamente era vero, lo stavano facendo senza alcun problema.
Esser state a Londra sicuramente l’aveva aiutata tantissimo, ma il pensiero la rese comunque più fiduciosa.
-“Grazie!”-
Nella classe c’era però anche qualcuno che, al contrario di Sammy, era molto fiduciosa nelle sue capacità.
-“Sai, io sono fortissima in un sacco di cose, quindi se avessi voglia penso che sarei bravissima pure in questi compiti.”-
Cirno era finita in coppia con Ryujin, il quale non aveva nessunissimo problema con lei, ma fin dall’inizio  la ragazza non aveva mancato di dimostrare la sua bravura in un gran numero di cose.
-“E’ bello tu abbia così tanta fiducia, ma non dovresti allora iniziare a studiare?”-
-“Nah, come nei grandi film in cui la star si salva anche io mi inventerò qualcosa.”-
Rispose la ragazza portando le mani dietro alla testa ed appoggiando i piedi sul tavolo, ma Ryujin spingendoli con una matita li riportò giù.
-“Però le grandi star dei film si impegnano per vincere.”-
-“Non è vero, sono nati vincitori, ed anche io lo sono.”-
Niente poteva scalfire la sua sicurezza. Se la classe intera ne avesse avuta quanto ne aveva in una sola unghia nessuno avrebbe più sentito alcun problema.
-“Beh, sono felice tu sia così sicura, io invece penso studierò già da stasera.”-
Rispose il ragazzo che aspettava soltanto venissero comunicati i libri.
-“Ma no! La sera è fatta per divertirsi!”-
Ribatté l’azzurra scattando ed avvicinando il viso a quello di lui, con gli occhi spalancati.
-“Pomeriggio?”-
-“A pomeriggio si fanno i pisolini.”-
-“E quando dovrei studiare?”-
-“Mai!”-
Non si sarebbe stupito sinceramente se avesse avuto qualche problema in certe materie, ma sperava che almeno se avesse studiato in gruppo con gli altri qualcosa ne sarebbe uscito.
La lezione stava procedendo bene in fin dei conti, ed ormai era quasi alla fine, ma qualcuno entrò dalla porta, interrompendola.
Si trattava della professoressa Aìme, di chimica, vestita con dei jeans neri aderenti ed una camicia gialla semi sbottonata.
Non appena la professoressa Mustang la vide la donna assottigliò lo sguardo, ed alzandosi dalla cattedra le camminò incontro ondeggiando tanto quanto faceva l’altra.
-Nella sua classe non vogliono le battone di seconda mano?-
Chiese la Mustang con un sorriso angelico, mentre la classe si ammutoliva.
-No, credevo però questa avesse bisogno di una boccata d’aria fresca. Sa, stare sempre a contatto con del vecchio fa male.-
Le due donne non interagivano spesso, ed era evidente il perché.
In quanto entrambe formose e seducenti c’era una sorta di rivalità su chi fosse la migliore, cosa non semplice da scegliere però.
-Comunque sono venuta qui per comunicare che a breve avrete i nuovi libri, anzi, se qualcuno di voi fosse così gentile da andare a prenderli nella sala professori…mi farebbe molto felice…-
Facendo l’occhiolino alla classe molti sarebbero stati felici d’alzarsi, ma una strana aurea provenire dalla Mustang suggeriva che non era il caso.
La professoressa Aìme lo notò, ma ne sembrò sorpresa.
-La vecchia guardia ha paura di un po’ di competizione?-
-Se continua a chiamarla vecchia ci sarà un bagno di sangue.-
Sussurrò Ailea a Seraph, visto che entrambe avevano notato come gli occhi dell’altra prof si stavano infuocando.
Questa però non rispose subito, ed alzò il braccio indicando qualcuno completamente a caso.
-Dolcezza, vai a prendere i libri gentilmente.-
Il fortunato vincitore era stato Daimonas, che visto non poteva rifiutare in silenzio si alzò, uscendo dalla classe.
-A quanto pare gli studenti sanno a chi dare retta.-
Ridacchiò la donna mentre il ragazzo a passo svelto usciva dalla classe.
Mentre la porta si chiudeva ancora le due donne si fissavano con odio.
-Cosa credi? Che con una gonna che a malapena ti copre il culone che ti ritrovi tu possa piacere di più?-
Chiese la professoressa Aìme sollevando l’indumento della Mustang rivelando così un intimo di pizzo rosso.
-E tu credi che con questa camicetta scollata potrai mettere in risalto il silicone?-
Ribatté l’altra afferrando in una mano l’ampio seno dell’altra.
-E’ una lotta o un porno?-
Borbottò Lighneers incrociando le braccia, ma fortunatamente nessuna delle due l’aveva sentito o comunque ci aveva fatto caso.
Nel frattempo Daimonas camminava da solo per i corridoi della classe, felice d’esser uscito prima che la situazione degenerasse.
Sapeva bene dove andare visto ogni volta che andava da qualche parte faceva molta attenzione a ricordare i dettagli, così arrivò rapidamente fino alla sala professori.
Bussando aspettò qualche secondo prima di entrare, trovando fortunatamente la saletta vuota.
Anche se non sapeva quale fosse il banco della professoressa Aìme conosceva il suo odore, e ne trovò una traccia con facilità, vedendo anche i libri che la donna voleva portasse.
Erano uno per materia, ma non sarebbero stati affatto un peso per lui.
Non appena li aveva sistemati gli uni sopra gli altri uscì dalla stanza, ma come mise un piede fuori qualcuno lo spinse a terra, facendo cadere ogni cosa.
-Ti cercavamo sfigato.-
A parlare erano state delle persone che il ragazzo non conosceva, o meglio, che non si era mai preso la briga di conoscere più che come i suoi bulli.
Erano gli stessi ragazzi che molto tempo prima Zell aveva allontanato mentre erano intenti a picchiarlo.
Come allora erano in cinque, ed avevano il solito fare da superiore.
“Potresti occupartene in un attimo”
Era vero, Mostro lo sapeva quanto lui, ma sapeva anche che Daimonas non avrebbe mai fatto nulla, e le ragioni erano più di una.
Principalmente, se li avesse feriti sarebbe stato come quei mostri che sfruttavano la loro forza per far del male agli altri, e solo una volta lui l’aveva fatto con un altro gruppo di bulli, uccidendoli.
Come secondo motivo c’era il rischio di attirare l’attenzione.
Preferiva rimanere nell’ombra ed esser picchiato di tanto in tanto, piuttosto che esser fissato da sconosciuti mentre passava per i corridoi e rischiare questi arrivassero per combattere.
Visto il ragazzo non rispose l’altro continuò a parlare, afferrandolo per i capelli e costringendolo a guardare, fortunatamente senza toccare il cappello.
-Avrai sentito che è periodo di esami, e noi siamo messi male. Vogliamo che rubi dagli uffici le domande e che scrivi le risposte, in modo che possiamo copiarle.-
Non sarebbe stato difficile, probabilmente erano nell’ufficio del preside, ma da quando aveva conosciuto gli altri c’era stato qualche cambiamento in lui.
-Non lo farò.-
Potevano picchiarlo, ma non sarebbe stato il loro cagnolino.
La risposta però ovviamente non piacque ai cinque.
-Come hai detto?!-
Per prima cosa uno di loro lo colpì con un pugno in faccia, poi altri due presero a calciarlo.
-Renderemo la tua vita un inferno se non fai come ti diciamo!-
Nuovamente non ricevettero alcuna risposta, non importava cosa avrebbero fatto, tanto le ferite sarebbero guarite in fretta.
I ragazzi comunque si fermarono dopo poco, probabilmente perché in mezzo ai corridoi era troppo rischioso per loro muoversi così.
-La prossima volta che ci vediamo sarà meglio che tu abbia cambiato idea.-
Lasciandolo solo i cinque si allontanarono, e così Daimonas si alzò raccogliendo i libri da terra.
“Sei meglio di loro, potresti dargli una lezione se smettessi di farti mille dubbi.”
-Non ne ho bisogno Mostro…ma grazie.-
Come se niente fosse successo il ragazzo tornò indietro, trovando ancora la scena in cui le due donne si lanciavano delle occhiatacce, ma vedendolo arrivato la professoressa Aìme gli si avvicinò a braccia spalancate.
-Grazie tesoro!-
Daimonas immediatamente si piegò per evitare d’esser abbracciato, ed appoggiò i libri sul tavolo.
Non voleva alcun contatto fisico con quella donna, e la Mustang sembrò molto felice di questo.
-Bene, ora guardate bene questi libri. Sono già stati spediti a ciascuno di voi, e dovrebbero arrivare proprio adesso alle vostre case, quindi non preoccupatevi. Iniziate però a studiare già da oggi mi raccomando, altrimenti mi renderete triste.-
Disse la professoressa Mustang facendo un occhiolino a tutti gli studenti, mentre dopo pochi attimi la campanella suonò, e tutti gli studenti si affrettarono ad uscire prima che iniziasse chissà quale lotta.
-Caspita, se adesso tutti i professori sono così ci sarà da ridere.-
Disse Cirno dando un’ultima occhiata alle due donne.
-Io preferirei invece fossero più calmi.-
Ribatté Hope sospirando dispiaciuta, infondo era partita come una bella lezione.
-Almeno è uno stacco dallo studio e dalle preoccupazioni…ehi Daimonas, come mai sei sporco di polvere sulla schiena?-
Jack aveva notato che dopo che l’amico era tornato era leggermente diverso rispetto a prima, i suoi abiti ad esempio erano più sfatti.
Daimonas rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo se dirgli la verità o no.
A prescindere non avrebbe alzato un dito contro quelle persone, ma non se la sentiva di mentire proprio a Jack, sentiva d’avere con lui un rapporto abbastanza saldo da non dovergli mentire, perché altrimenti sarebbe stato male.
L’avrebbe detto però solamente a lui ed a Milton, se fosse capitato.
-Un gruppetto di ragazzi voleva rubassi i compiti degli esami per avere le risposte.-
Jack immediatamente si fermò, corrugando la fronte e provando un moto di rabbia.
-Chi sono? Gli spacco il naso.-
Era ovvio avrebbe reagito così, ma forse per quel senso di protezione che gli dava il castano sorrise leggermente.
-Non preoccuparti, non ce n’è bisogno.-
-Se ti infastidiscono invece sì. Non permetterò a nessuno di toccarti.-
-Grazie, ma va tutto bene.-
Gli faceva piacere volesse difenderlo, ma non era necessario.
Jack ormai sapeva che quando Daimonas rispondeva così la conversazione era chiusa, ma a prescindere gli sarebbe stato sempre vicino per proteggerlo.
In pochi minuti gli studenti arrivarono nella nuova aula, dove li stava aspettando la professoressa Hanna, una donna alta e snella, dai capelli neri legati in una coda di cavallo, vestita con una gonna nera lunga, delle pantacalze ed una camicia grigia.
-Buongiorno ragazzi. Visti i cambiamenti che si sono verificati nelle lezioni oggi faremo un rapido ripasso da zero, partendo dalle cose basilari in modo non abbiate lacune.-
La professoressa non si era nemmeno presentata, ma non sembrava un problema per lei visto pareva essersi già ambientata.
Almeno non perdeva tempo.
Non tutti comunque prestavano particolare attenzione, Lighneers ad esempio era più impegnato a pensare in quale bar sarebbe andato a lottare la sera.
Ormai erano passati abbastanza giorni da poter pensare le acque si fossero calmate, quindi poteva lottare senza problemi.
I suoi pensieri però vennero interrotti da una pallina di carta che li arrivò vicino, ed a lanciarla era stata Cirno.
La lezione la stava annoiando, quindi aveva deciso di giocare un po’, e quando aveva lanciato la pallina nel banco accanto, vedendo c’era Lighneers, sperò questo giocasse con lei passando il tempo.
Purtroppo però lui non era dell’umore giusto, e con l’indice spinse la pallina oltre il bordo, facendola cadere.
-Che simpatico.-
Visto non ottenne alcuna risposta i due evitarono di discutere, ma questo non rese la lezione più interessante per la ragazza, che rimase a fissare il vuoto annoiata.
-Non è poi così male.-
-Mh?-
La voce di una ragazza aveva attirato l’attenzione di Cirno. A parlare era stata Annabelle, anche lei vicina di banco.
La rossa aveva notato la situazione, ed un po’ le dispiaceva l’altra trovasse la lezione così noiosa.
-Sarebbe più divertente se si giocasse a palle di neve.-
Replicò Cirno sospirando.
-Ma ci sono almeno quindici gradi fuori ahah. Come potremmo giocare?-
Alla domanda di Annabelle gli occhi dell’altra si illuminarono, e frugando nella propria borsa la ragazza si alzò, tenendo tra le mani una delle sue sfere di ghiaccio create chimicamente.
-Così!-
-Ferma!-
Alle spalle dell’azzurra Ailea aveva notato cosa l’amica stava per fare, e visto non voleva la lezione si fermasse, per una volta che prendeva appunti, si alzò di scatto afferrandole il polso e tirandola per sedersi.
La professoressa era rimasta per tutto il tempo voltata di spalle a scrivere, e per un secondo la bruna pensò che se la sarebbero cavata.
-Le due ragazze in fondo avranno mezz’ora di punizione alla fine delle lezioni.-
Per Cirno non faceva differenza, ma non era esattamente il modo in cui Ailea avrebbe voluto iniziare il semestre, e così la ragazza sospirando lasciò andare il viso in avanti, appoggiandolo sul tavolo.
-Merda.-
Il resto della lezione proseguì con più calma almeno, ed al termine tutti avevano almeno una ventina minuti d’intervallo per mangiare e riposare.
Annabelle come prima cosa però decise di parlare sia con Cirno che con Ailea, visto si sentiva in colpa per quel che era successo a lezione.
-Ehi ragazze…sono Annabelle, l’amica di Sammy. Volevo scusarmi per avervi fatto mettere in punizione.-
-Non preoccuparti…non è colpa tua. Io sono Ailea, lei Cirno.-
-La grande Cirno.-
-La grande scema. Cosa ti è saltato in mente?-
Ribatté Ailea guardandola.
-Volevo rendere la lezione più interessante. La prof non sa intrattenere.-
Rispose l’azzurra, ritenendo d’aver piena ragione nell’argomento.
-Non deve trattenere infatti, deve insegnare.-
-Va be, comunque è solo mezz’ora.-
-Avrei potuto usarla per studiare.-
Era questo il pensiero principale di Ailea, ma ormai era inutile piangere sul latte versato.
-In ogni caso vorrei comunque scusarmi, quindi Ailea, se vuoi posso prestarti dei miei appunti per studiare. Sono abbastanza brava a prenderne.-
Disse Annabelle infilandosi nel discorso con un tenero sorriso.
-Oh, gentile da parte tua. Grazie.-
-Non c’è di che. Ovviamente anche tu poi usarli Cirno.-
-Se ne avrò bisogno, grazie. Mangi con noi vero?-
Chiese la ragazza prendendo nuovamente le proprie sfere di ghiaccio, creando uno strato sottile sul quale pattinare.
-Ecco, di solito vado a mangiare con alcune persone in un posto vicino, ma per oggi non penso sia un problema…come riesci a fare questa cosa?-
Chiese la rossa strabiliata.
-E’ tutta questione di chimica.-
Spiegò brevemente Cirno, non volendo ripetere tutta la composizione di quelle piccole sfere, ma anche così suscitò l’ammirazione dell’altra.
-Complimenti. Sono sicura non avrai problemi in quella materia.-
Chiacchierando coloro che volevano mangiare in mensa vi arrivarono seguendo giusto un paio di percorsi, trovando fortunatamente un gran numero di tavoli liberi.
Seraph, assieme ad Astral, andò a sedersi vicino ad Ailea, sistemando i propri appunti nello zaino.
-Sono sorpresa tu oggi non voglia lottare. Ricordati che ci saranno anche delle prove fisiche, avrai bisogno di allenarti.-
Disse la bionda mentre sbucciava una mela.
-Sono abbastanza forte da superare senza problemi un esame di ginnastica. Non me ne preoccupo.-
Effettivamente era l’unica cosa che non le dava pensiero, e voleva la cosa restasse tale.
Nel frattempo Khal era andato a prenderle una bottiglia d’acqua, dovendo sopportare però nuovamente alcune ragazze che continuavano a fissarlo.
Tornato al tavolo dalla propria amata le sorrise gentilmente, ma quando una delle altre si avvicinò sentì già che anche quei minuti di pausa erano rovinati.
-Ciao Khal…ti ho preparato da mangiare, ti andrebbe di pranzare con me?-
Chiese la ragazza con un ampio sorriso, ignorando volontariamente si trovasse vicino alla compagna del ragazzo.
Ailea però non la prese troppo male.
Si limitò ad alzarsi ed a sedersi proprio su Khal, dandogli un bacio sulle labbra.
-Ha già da mangiare zoccola.-
Se ci fosse stato un modo per esprimerlo quanto lui l’amasse in quel momento l’avrebbe usato all’istante, ma tutto ciò che il ragazzo fece fu sorridere angelicamente, riprendendo a baciarla mentre l’altra se ne andò.
Il suo giocattolino era veramente perfetto…
La scena però era sembrava esagerata alla maggior parte degli amici seduti al tavolo, tra cui per prima Seraph, che sollevò gli occhi al cielo.
Astral notandola le sfiorò la spalla con la propria, accennando ad una battuta.
-Faresti anche tu così?-
-Ma piantala.-
-Ahahah.-
Nel frattempo anche Annabelle si era trovata leggermente a disagio, ma visto Ailea tornò al proprio posto non sembrava l’amoreggiamento sarebbe continuato.
-Direi le hai fatto capire chi comanda.-
Scherzò quindi la rossa guardandola.
-Puoi ben dirlo.-
-Potresti anche esser meno oscena.-
Ribatté Seraph senza mezzi termini.
-Sarebbe potuta essere una buona occasione per usare una delle mie palle di neve…dite si può ancora usare?-
Chiese Cirno già pronta a prenderne una, ma tutti scossero il capo.
-Come mai gli altri non ci sono comunque?-
Domandò Annabelle vedendo che il gruppo era notevolmente ridotto.
-Perché non siamo dipendenti gli uni dagli altri. Abbiamo i nostri spazi. Comunque piacere, il mio nome è Seraph.-
-Io sono Astral invece, tu sei Annabelle se ricordo bene.-
I due non si erano ancora presentati, ma visto la rossa si era seduta al tavolo con loro era diventato inevitabile.
-Sì, spero di non darvi fastidio a stare qui.-
-Ma figurati. Più siamo più è probabile divertirsi.-
Rispose Cirno dandole un piccolo pugno sul braccio, producendo una piccola risatina.
-Io invece sono Khal, il ragazzo di Ailea.-
Visto l’avevano fatto tutti anche lui si vedeva costretto a farlo, ma fino a quando era un’altra ragazzina a parlare con loro e non un ragazzo che sarebbe potuto essere un possibile rivale allora non era un problema.
-L’avevo notato ahah. Piacere mio. Immagino capitino spesso di cose simili.-
-Non tanto, ma sta diventando piacevole.-
Scherzò il ragazzo dando poi un bacio sulla guancia ad Ailea.
Nel frattempo che parlavano qualcun altro li stava raggiungendo, si trattava di Nadeshiko, con sulle spalle Sammy, e Yume.
Le due ragazze avevano notato che durante le lezioni la piccola sembrava preoccupata, e così Yume aveva proposto a Nadeshiko di sollevarla e correre un po’ per la scuola così da farla divertire.
La cosa aveva funzionato, ma ora l’azzurra era stanca, e voleva riposare.
Così avevano raggiunto gli altri in mensa.
-Ehilà! Ci uniamo anche noi!-
Disse allegra Nadeshiko lanciandosi sulla sedia, subito dopo aver messo a terra Sammy ovviamente.
-Ciao Annabelle! Sono felice tu sia con i miei amici!-
Urlò la bambina abbracciando l’altra.
-Sì, li stavo conoscendo.-
-Loro invece sono Nadeshiko e Yume.-
-Molto piacere.-
Disse Yume sorridendo e sedendosi.
-Stanno arrivando anche Ryujin ed Alexander, li abbiamo superati poco fa nel corridoio.-
Aggiunse Nadeshiko prendendo dal proprio zaino la merenda che si era portata da casa.
In effetti aveva ragione, visto che poco dopo i due ragazzi arrivarono al tavolo.
Fu strano però vedere Alexander senza Hope, e ci fu chi non mancò di farglielo notare.
-Ehi, hai litigato con la tua ragazza?-
Chiese infatti Cirno, mentre il biondo andò a sedersi accanto al ragazzo, ignorando Annabelle.
-No, ma è giusto abbia i suoi spazi con le sue amiche.-
In realtà se fosse stato per lui le sarebbe rimasto vicino ogni singolo istante, ma come la lezione era finita Grace aveva proposto ad Hope di andare sul tetto assieme a Johanna, e così la sua amata s’era allontanata prima di poter dir nulla.
Senza di lei l’unica persona con cui solitamente il ragazzo stava era Khal, ed infatti era subito andato a cercarlo.
Non aveva voglia di rimaner da solo senza di lui rischiando d’esser infastidito da qualcuna.
-E’ giusto mantenere i propri spazi.-
Commentò Seraph avendo ormai finito la propria mela.
-Stai cercando di dirmi qualcosa?-
Ribatté Astral con finta offesa.
-Tra noi no, ma te e tua sorella sì.-
-Ancora con questa storia…-
-Quale storia? Seraph è gelosa di Lacie?-
Chiese Nadeshiko subito pronta a far un po’ di gossip.
-Non sono gelosa di Lacie, ma Astral sì, e dovresti darle più spazio.-
Rispose la bionda guardando il proprio ragazzo.
-Sono qui senza di lei no?-
Obbiettò lui con una punta d’irritazione per il discorso, ma non voleva litigare anche con lei.
-Però non ti fidi.-
-Mi spiace Astral, quando Seraph fa così è dura.-
Disse Ailea comprendendo il dolore dell’amico, che ringraziò con un gesto della mano.
-Prima che il discorso vada avanti, piacere Annabelle, io sono Ryujin.-
Il ragazzo fino a quel momento non era riuscito ad introdursi, ed aveva subito approfittato di quella breve pausa per stringere la mano alla ragazza.
-Molto piacere.-
-Ora, tornando alla faccenda di Astral, Seraph se vuoi evitare che lui le stia troppo attaccato potresti far sesso con lui.-
L’affermazione di Yume spiazzò la maggior parte dei presenti, ad esempio Nadeshiko iniziò a ridere, mentre Annabelle fissò un punto a caso come se non appartenesse alla conversazione, invece Ryujin si coprì il viso con una mano mentre Ailea si preparava ad evitare che Serph l’aggredisse.
-Come prima cosa, fatti gli affari tuoi. Secondo, prova ad esser meno volgare se ne sei in grado. Terzo, il tuo commento è inutile.-
Forse era stata un po’ brusca, ma era nel suo carattere, soprattutto se le rivolgevano delle frasi tanto dirette.
Ciò però aumentò il pensiero di Yume che ne avesse bisogno anche lei, e fece un occhiolino ad Astral per farglielo capire, ma lui la ignorò.
-Gentili ad intervenire, ma va tutto bene. Sono cose tra fratelli.-
-Non ha tutti i torti, i rapporti con i propri fratelli sono complicati.-
Disse Khal fingendo gli interessasse un problema per lui tanto stupido.
-Grazie Khal.-
-E’ vero. Anche io voglio che Alexander mi dica comunque dove va quando non siamo assieme. E’ l’essere il fratello maggiore che ti da la responsabilità di prenderti cura del minore.-
-Effettivamente anche io con i miei fratelli e sorelle più piccole ero un po’ apprensivo alle volte. Ma bisogna creare i giusti spazi.-
Aggiunse Ryujin, con certamente una notevole esperienza.
-E va bene! Starò buono ma cambiamo argomento!-
-Ahahah, è divertente vederti sbottare.-
Rise Cirno guardando il ragazzo, che gli rispose con un simpatico dito medio, che comunque non diminuì il riso della giovane.
-Ahahah.-
Annabelle nel frattempo osservava la scena, trovando quel gruppo, o almeno la parte con cui parlava, certamente strano e vario, ma sicuramente divertente.
Magari avrebbe potuto passare più tempo del previsto con loro.
 
 
 
 
Jack-Daimonas-Milton: 
 
Alcuni del gruppo avevano preferito godersi il piacevole venticello che si trovava all’esterno, nel giardino, piuttosto che stare ancora chiusi in casa.
Jack, Daimonas e Milton avevano così trovato un posticino sotto ad un albero su cui sedersi, e dove la ragazza poteva mangiare in pace.
C’era però qualcosa di cui Jack voleva parlare.
-Daimonas, allora quei ragazzi che ti hanno dato fastidio?-
La domanda era diretta, ma non aveva intenzione di girarci attorno.
Milton ovviamente scattò proprio come aveva fatto lui prima.
-Qualcuno ti sta dando fastidio?-
Daimonas non amava parlare dei suoi problemi, anche se non riteneva ciò che stava accadendo un vero problema visti i suoi canoni, ma a prescindere far preoccupare i suoi amici gli dispiaceva.
Proprio perché erano loro due però non voleva mentire.
-Sono solo un gruppetto che vuole farmi fare i loro compiti.-
-Dovresti dirlo ai professori.-
Disse immediatamente la ragazza, ipotizzando che così facendo le cose sarebbero migliorate.
-Gli daranno ancor più fastidio se facesse la spia. Perché gli permetti di farlo? Sei più forte di tutte le persone che sono in questa scuola!-
Obbiettò Jack indicando l’intero edificio, ed aveva ragione.
-Solo perché sono forte non vuol dire devo sfruttarlo.-
Spiegò Daimonas serenamente.
-Ma devi difenderti. O almeno permettimi di farlo!-
L’unica cosa che Jack voleva era proteggerlo, niente lo rendeva più  agitato del sapere l’altro con qualche problema.
-Jack, qualsiasi cosa possano fare non potrà mai veramente ferirmi. Ho una guarigione più rapida rispetto alle persone normali ed abbiamo passato momenti molto più duri di qualche semplice spinta.-
-Daimonas…non è che non vuoi reagire perché altrimenti ti sentiresti un mostro?-
Milton aveva ragione, come sempre.
Il non abbassarsi a quel livello era sempre stato ciò che gli importava, nonostante il mondo lo etichettasse in quel modo.
-Ma tu non sei un mostro! Sei la persona più bella abbia mai conosciuto!-
Jack non aveva trattenuto ciò che pensava, e nonostante il forte imbarazzo che lo portò quasi ad abbassare lo sguardo non modificò nemmeno un poco la sua affermazione.
-Io…non sono esattamente una persona però.-
Non era né un umano né un demone, era una via di mezzo che non apparteneva a nessuno dei due mondi completamente, e che quindi veniva spesso rifiutato dal primo.
Jack però, più di altri, sapeva cosa si provava, e per questo prese la mano di Daimoans.
-Nemmeno io.-
Entrambi rimasero in silenzio per un po’, e neppure Milton sapeva se dir qualcosa o meno.
Effettivamente lei vedeva entrambi come dei normali esseri umani, anche se non lo erano.
-In ogni caso, sono felice tu ce l’abbia detto Daimonas. Ma per favore, se ce ne è la possibilità, non farti bullizzare da persone simili.-
Disse infine Milton con un’espressione dispiaciuta.
-Se potrò evitarlo lo farò.-
Rispose alla fine il ragazzo, rassegnandosi.
Certamente avevano altre cose a cui pensare, ma iniziava veramente a scaldargli il cuore  sapere che a qualcuno importava tanto di lui…
 
 
 
Zell- Vladimir:
 
Durante la lezione di latino Vladimir, visto non aveva avuto bisogno d’ordinare alcun libro, si era assicurato comunque che qualcuno, un fattorino, li portasse non a casa sua, ma direttamente a scuola, in modo da poterci dare subito un’occhiata.
Per questo motivo stava aspettando davanti al cancello, lasciato aperto per quella quindicina di minuti di intervallo, in modo da poter ricevere il pacco.
Non era un brutto modo per passare quel tempo oltretutto, poteva godersi un po’ di tranquillità e respirare dell’aria pulita, almeno relativamente pulita. Certamente non c’era puzza di sudore o simili dove si trovava.
Le prime lezioni comunque gli avevano dato un’aria comune, non aveva visto nulla di cui preoccuparsi quindi riteneva le parole dei professori sul fatto sarebbero bastati dei ripassi fossero veritiere.
Non era stato comunque l’unico a pensare passare l’intervallo fuori fosse una buona idea, Zell infatti ne aveva approfittato per far una piccola corsa d’allenamento. Dopo esser stato fermo per giorni un giro per tutto il perimetro della scuola non era una cattiva idea, ed infondo ne avrebbe fatto solo uno ad un passo sostenuto.
Con la divisa non sentiva nemmeno particolarmente freddo, ma quando arrivò davanti al cancello si fermò per salutare l’altro, trovando curioso si trovasse proprio davanti all’uscita.
-Ehi Vladimir, aspetti qualcuno?-
-Ciao Zell, un fattorino. Mi faccio portare i libri delle lezioni.-
Spiegò il ragazzo ancora appoggiato contro la grata.
-Io preferisco aspettare d’arrivare a casa. Mi godo le ultime ore senza dover studiare.-
Scherzò il biondo non trovando particolarmente necessario farsi consegnare i libri a scuola proprio ora, visto avevano le lezioni da seguire.
-Io preferisco portarmi avanti, così da non far fatica più avanti. Anche tu fai così con gli allenamenti no?-
-Sì, ma sono due cose diverte.-
-Io non la vedo così, anche per la conoscenza ci vuole allenamento e costanza, e basta una breve pausa per rovinare tutto.-
Magari era per questo che i voti di Zell non eccellevano. Preferiva l’allenamento fisico a quello nello studio e si accontentava delle sufficienze.
-Beh, allora abbiamo una piccola cosa in comune. La costanza nel fare certe cose, io nel lato fisico e tu mentale.-
Vladimir rispose con un semplice cenno del capo ad indicare era d’accordo, ma venne distratto dall’arrivo dopo poco di un motorino sul quale una signorina trasportava un pacco.
-Lei è il signor Vladimir?-
Chiese la donna scendendo dal mezzo tenendo sotto un braccio il pacco.
-In persona.-
Rispose subito il castano firmando il foglio che la donna gli porse, ricevendo così il pacco ed aprendolo immediatamente.
-Oh, non sono nemmeno così grandi come pensavo.-
Disse il ragazzo prendendone uno, quello di scienze.
-Questo sembra il più grande, massimo trecento pagine.-
Commentò guardandolo, mentre Zell al contrario lo reputava anche sopra la media.
-Basta che non siano tutti così…-
-Tranquillo, non vorranno mai che sappiamo ogni singola pagina. Non siamo all’università.-
Rispose Vladimir per tranquillizzarlo, prendendone uno decisamente più piccolo, di latino.
-Ecco, un centinaio di pagine.-
-Già va meglio. Direi però che già questi mi hanno dato un assaggio decente, credo continuerò nella mia corsa.-
-Divertiti, io andrò a sistemarli, ci vediamo in classe.-
Entrambi con il proprio passo si allontanarono, uno continuando a passare vicino al cancello mentre l’altro andando direttamente verso la struttura principale.
 
 

Lighneers-Ayame:
 
Non appena la lezione era finita Lighneers non aveva perso a dileguarsi tra i corridoi, per evitar di finire invischiato in qualcosa con le persone che conosceva, e così si era spostato dall’altra parte della struttura.
Guardandosi attorno e vedendo quanti studenti c’erano di cui non ricordava nemmeno il volto, pensò che era passato un po’ dall’ultima volta che aveva cercato di far soldi in qualche modo, e che magari trovando la giusta occasione avrebbe potuto rispolverare le vecchie strategie.
Come prima cosa però si accese una sigaretta, anche se si trovava nel bel mezzo di un corridoio.
Se qualcuno fosse arrivato ad infastidirlo però avrebbe sempre potuto picchiarlo e prendergli i soldi.
La cosa fortunatamente per lui si avverò in poco.
-Ehi, non si fuma per i corridoi.-
A parlare era stato un ragazzo con gli occhiali, non particolarmente muscoloso ma alto quanto lui.
Per tutta risposta Lighneers però prese una bella boccata di fumo, soffiandogli poi in faccia.
-Se non ti togli dalle scatole te la spengo in mezzo agli occhi.-
L’altro almeno per il momento non rispose, ma non ce ne fu bisogno, visto alle spalle di Lighneers arrivò qualcuno che produsse nello studente un piccolo sorriso.
-Non penso lo farai.-
-Oh?-
Prima che il verde potesse dire qualcosa il professor Zero e la sua assistente arrivarono proprio vicino ai due.
-Vi diverte far da ostacolo in mezzo alla classe come dei bidoni della spazzatura?-
Chiese l’uomo senza apparir particolarmente impensierito da Lighneers che, senza smettere di fumare, fissava l’altro studente con fare torvo.
-No signore, è lui che blocca il passaggio e fuma nei corridoi.-
-Oh sì, sono io che scasso le balle comportandomi come una fighetta. Come se una sigaretta ci intossicasse tutti con tutto l’inquinamento che respiriamo, visto viviamo in una grande città. Ma ehi, continua pure a non far altro nella vita se non trovare piacere nell’essere una piaga.-
Ribatté Lighneers facendo un occhiolino all’altro, mentre il professor Zero ascoltava con falso interesse con una mano sul mento ed annuendo più volte con la testa.
-Sì, interessante…in punizione tutti e due.-
-Cosa?!-
Lo studente sembrava evidentemente scioccato dalla punizione, sicuramente ingiusta, mentre a Lighneers non importava minimamente.
-Ora fate sì io non debba rivedervi oggi, o la punizione raddoppia.-
Disse infine il professore allontanandosi, e così fece anche Lighneers dopo aver soffiato in faccia un’ultima volta del fumo al ragazzo.
Sapeva che non avrebbe potuto evitare la punizione, ma non gli importava. Al massimo sarebbe stata una mezz’ora e niente più.
C’era invece qualcos’altro che lo infastidiva molto di più, e che per sua sfortuna non passava giorno senza che lo evitasse.
-Lighuccio mio! Ti ho trovato!-
-Merda…-
Fino ad ora aveva sperato d’evitare Ayame almeno nell’intervallo, ed invece lei aveva corso per ogni corridoio fino a trovarlo. Nemmeno gli avesse impiantato un radar sottopelle.
-Lighuccio, come stai? E’ stato bello passare la notte assieme non è vero?-
-No.-
Nonostante le risposte brusche ancora lei non demordeva, anzi ad ogni no lei sentiva nella propria testa il doppio dei sì a continuare.
-Che ne dici se andiamo a dormire all’infermeria? Ci sono dei comodi letti che possiamo sfruttare…-
Sorrise la ragazza sfilandosi leggermente la cravatta che portava al collo come divisa.
Effettivamente le divise degli studenti avevano alcune cose in comune; oltre al colore blu ed ignorando il fatto le ragazze avevano delle gonne fino al ginocchio ed i ragazzi dei pantaloni, entrambi avevano una giacca, una camicia bianca, scarpe nere ed una cravatta rossa.
-Vacci da sola, magari curano la tua pazzia.-
-Sì amore, sono pazza per te!-
Rispose Ayame tentando d’abbracciarlo, ma Lighneers iniziava ad esser più veloce di lei nel muoversi e così sempre più spesso la evitava. Questo però rendeva agli occhi della ragazza tutto più divertente.
Sembrava non ci fosse nulla in grado di scalfire il suo amore.
-Non vedo l’ora di studiare assieme. Ho già un metodo perfetto, io potrei scrivere sul mio corpo alcune domande, e tu rispondere. Per ciascuna poi ci sarà un premio…-
-Non penso studierò.-
L’affermazione del ragazzo la colse leggermente alla sprovvista, anche se sperava scherzasse.
-Ma ci sono gli esami da superare. Ovviamente, visto il mio papi è molto ricco e potente, potrei far sì tu possa passare ad occhi chiusi visto sei il mio ragazzo…-
-Ecco, l’ultima cosa che voglio è che qualcuno usi i suoi soldi, come se si credessi chissà chi, per far una cosa simile. E non solo il tuo ragazzo.-
Ringhiò lui irritato dal genere di persone che credevano col denaro si comprasse tutto, e per questa volta Ayame aveva veramente percepito il suo fastidio.
-Allora…pensi di esser già preparato in tutto? Potresti far fare a me un ripasso.-
Propose allora la ragazza cercando di evitare la faccenda, ma nuovamente lui rifiutò con un cenno del capo.
-Io ho i miei metodi per passare, tu vedi di farti i tuoi.-
-E non posso farne parte?-
Chiese lei camminandogli affianco mentre si spostavano per i corridoi.
-Proprio come per la mia vita, no.-
Mentre parlavano Lighneers s’era spostato verso i bagni, entrando immediatamente in quello dei ragazzi dove Ayame non poteva entrare.
Ovviamente lei si mise subito davanti alla porta per aspettarlo, ma il ragazzo c’era passato per poter uscire dalla finestra, e così liberarsi momentaneamente di lei.
-O sai usare la testa o sei finito.-
 
 
 

Lacie-Johanna-Hope-Grace:
 
 
Quando Grace le aveva proposto di andare sul tetto per far merenda assieme Hope non aveva proprio potuto rifiutare.
Le dispiaceva non poter stare con Alexander durante quel tempo, ma ultimamente avevano passato molti giorni assieme e non voleva trascurare le sue amiche.
Sicuramente lui pensava lo stesso, quindi non era preoccupata se la prendesse. Non era quel genere di ragazzo infondo.
Assieme a Grace c’era anche Johanna, ma un’ultima aggiunta era stata Lacie, che in verità vedendole andare verso il tetto era subito corsa loro incontro.
E così erano tutte e quattro lì su, a rilassarsi come se non avessero nessun problema al mondo.
-Allora Johanna, tu e il tuo amico siete una coppia ufficiale adesso?-
Chiese Hope sorridendo alla bionda, che arrossì.
-Stiamo provando, per il momento ci sentiamo in una relazione a distanza.-
-Non deve esser facile.-
Disse Grace, trovando soprattutto da lì a Londra la faccenda complicata.
-Non molto, ma ne vale la pena per me.-
Sorrise l’amica allegra.
-Sono sicura andrà bene.-
Rispose a sua volta Hope incoraggiante.
-Per me le relazioni sono stupide nya. Soprattutto quelle che non vengono dette nya.-
Lacie aveva involontariamente interrotto il clima sereno, ma era chiaro per tutte di cosa stesse parlando.
-Ti riferisci a Se…-
-Non nomiamola nya!-
Lacie interruppe subito Grace, ed in parte le altre lo capivano, ma la cosa non poteva andare avanti per sempre.
-Non puoi tenere il broncio per tutta la vita.-
Disse infatti la rossa con sincerità.
-No, ma per almeno qualche settimana sì.-
-Però dovresti essere felice per lui. Ha trovato qualcuna che può farlo star bene…-
Obbiettò Johanna, che sosteneva la relazione di Seraph ed Astral.
-Avrebbe dovuto dirmelo, sono sua sorella nya! Ma non voglio parlarne, sono fatti suoi adesso se io e Leo lo chiudiamo fuori casa nya.-
-Chi?-
Chiese Grace sorpresa dal nome maschile.
-Il mio gatto nya! E’ adorabile, ho tantissime foto. Guardate nya!-
Dovevano aspettarselo si trattasse di qualcosa di simile, ma in ogni caso Lacie era riuscita a spostare l’argomento su qualcosa che le piaceva, ed effettivamente aveva almeno cinquanta foto del micino.
-E’ adorabile, si vede è felice con voi.-
Disse Johanna intenerita dalle foto in cui Lacie era con lui.
-Sì nya, giochiamo tanto assieme.-
Avere un gatto in casa non solo la responsabilizzava, ma le dava anche tanta allegria. Ogni volta poteva sentirsi sola c’era lui ed ogni cosa si risolveva.
-Nel nostro appartamento non abbiamo animali, ma sarebbe carino averne.-
Disse Hope fantasticando su cani, gatti o pappagalli.
-Non credo il proprietario di casa ne sarebbe felice.-
Ribatté Grace, che a pagar l’affitto era lei che doveva sempre parlarci.
-E’ per questo che noi abbiamo comprato una casa nya. Possiamo farci ciò che vogliamo.-
Disse Lacie allegra.
-Effettivamente è conveniente, però non è costoso?-
Chiese Johanna che, come altri, viveva al dormitorio.
-No, ne abbiamo trovata una che costava pochissimo nya. Era mezza distrutta sì, ma l’abbiamo sistemata ed ora è perfetta nya.­-
La maggior parte del lavoro l’aveva fatto Astral, ma lei si era occupata del tetto.
-Potrei farci un pensierino anche io per il futuro. Per il momento però dobbiamo pensare solamente agli esami. Stavo preparando delle bozze per i gruppi apposta.-
Disse Hope che aveva lasciato le sue cose nello zaino.
-Gruppi? Non studieremo tutti assieme nya?-
Chiese Lacie dispiaciuta di non potersi divertire con tutti.
-Dobbiamo vedere le opzioni. Siamo in tanti e non faremo le cose per bene. Dobbiamo poi vedere chi ha più bisogno in certe lezioni.-
-Caspita quanto sei organizzata.-
Disse Johanna impressionata, lei l’unica cosa a cui aveva pensato era di iniziare a leggere i libri a pomeriggio, ma non certo ad ogni minima cosa per i gruppi.
-E’ fatta così, anche a casa ha messo un calendario con i turni delle pulizie.-
Disse Grace indicando la coinquilina.
-Ed è per questo che casa nostra è sempre pulita ahah.-
-Come dici tu ahaha.-
 
 
Al termine dell’intervallo la campanella suonò come sempre puntuale per gli studenti, e questi dovettero prepararsi per proseguire con le lezioni.
   
 
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