La luce di una lampada a neon illumina la stanza dell’albergo. Rashid beve il saké, sotto gli occhi attenti di Ryu. Sente lo sguardo ardente dell’asiatico sul suo corpo. Sorride. Non sa fingere indifferenza, malgrado il suo contegno stoico… I suoi occhi, liquidi di passione, rivelano l’intima essenza del suo animo. E nemmeno lui riesce a mentire a se stesso. – Sapevo che per voi musulmani l’alcool è proibito. Perché tu stai bevendo saké? – chiede Ryu, il tono apparentemente calmo. E’ felice di condividere questo breve momento di complicità con il vitale arabo. Malgrado l’apparenza scanzonata, si è rivelato un avversario leale, capace di migliorare le sue tecniche, e un guerriero eroico. Il loro secondo scontro si è concluso con la sua vittoria, è vero, ma Rashid ha mostrato una maggiore attenzione alle fasi del combattimento e ha cercato di combattere la sua dispersività. Tuttavia, il rispetto si è mutato in qualcos’altro. Ma è ricambiato? Rashid è gentile, gli sorride, ma quali sono le sue emozioni? Sentendo queste parole, Rashid ride. – Tante cose proibisce il Corano, eppure molti le fanno… Io non mi sento in colpa per questo, né per quello che provo per te.– risponde, calmo. Tace, poggia la tazza su un tavolo e avvicina il viso a quello di Ryu. Brividi scuotono il suo corpo. Gli pare di sentire il calore del respiro dell’altro sul suo corpo… – Sono altre le cose di cui ci dovrebbe vergognare. E io non credo di averle commesse. – continua. Ryu comprende. Sì, il suo discorso è corretto. Oltre quella sua vivacità, Rashid cela una notevole intelligenza. E a lui piace quella sua mente. – Ryu… Sto bene con te e voglio godere di questo piacere, fino a quando sarà possibile. Niente è certo in questo mondo. – mormora poi, turbato. Capirà il significato delle sue parole? – Comprendo. E sono felice che tu mi dia questa possibilità. – sospira Ryu, prima di baciarlo con ardore sulle labbra.