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Autore: LightingThief    04/01/2020    0 recensioni
[FanFiction su Din Djarin, protagonista della serie tv The Mandalorian contiene spoiler riguardo essa]
Prima c’era stata la quasi schiavitù a Corellia, poi c’era stata l’Accademia a Korriban, le sue missioni, nonostante la caduta dell’Impero, ed adesso invece lei si era liberata di tutto ciò che l’aveva da sempre tenuta incatenata.
Aveva scelto sé stessa ed una vita diversa.
Per la prima volta in assoluto Eryn aveva scelto qualcosa da sola, senza che fossero gli altri a scegliere per lei.
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Eryn Laan, conosciuta anche come Speed, è una ex sith che ha deciso di abbandonare l'ordine perché ha sentito il lato chiaro crescere dentro di sé. Si ritrova così a lasciare quella vita fatta di oscurità e per sfuggire all'impero s'improvvisa cacciatrice di taglie. E' proprio nella Gilda dei cacciatori che conosce il Mandaloriano ed è anche insieme a lui che iniziano le sue disavventure nello spazio, alla scoperta delle proprie emozioni e sensazioni che per lungo tempo entrambi si sono negati.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
The Guild


Lo sguardo attento e sibillino di Eryn scrutò attentamente il locale mentre avanzava in mezzo ad i tavoli, seguendo la figura di colui che si chiamava Greef e che chiaramente controllava tutto e tutti li dentro, anche perché quando passava la gente si scostava immediatamente, forse anche un po’ intimoriti. Eppure gli occhi di lei si puntarono su quello splendente elmo che tanto richiamava l’attenzione, perché un Mandaloriano  era sempre un evento più unico che raro. Li aveva studiati quando ancora frequentava Korriban, li le avevano raccontato delle guerre di Mandalor, della rivoluzione che vi era stata e degli scontri con i Sith, ma in fondo con chi non si erano scontrati nella galassia coloro che reggevano l’oscurità? 
Però l’idea che di quel credo era decisamente intrigante ed ovviamente c’era la storia degli elmi e del mistero, dei visi coperti e della loro strada da seguire. Erano un popolo piuttosto interessante che però ormai stava andando in rovina, ma lei adesso stava avendo la possibilità di vedere un famoso cacciatore in carne ed ossa, o forse era meglio dire in carne ed armatura. 
Scosse però il capo, quasi a volersi riprendere, prima di giungere al tavolo, anche perché il suo compito era ben diverso, lei doveva concentrarsi sulla Gilda di cacciatori e doveva convincere Greef a prenderla ufficialmente, cosa che forse avrebbe fatto. In fondo ciò che loro richiedevano lei lo aveva portato a termine senza grossi intoppi, anzi, si era beccata addirittura degli sguardi ammirati nell’aver riportato indietro Killerbones, quindi perché mai non avrebbe dovuto prenderla sotto la sua ala protettrice? Ma con i cacciatori di taglie doveva stare attenta, questa era una certezza, ecco perché a quell’incontro non era andata di certo disarmata. Come sempre aveva con sé la spada, nascosta agli occhi di tutti quanti, mentre i blaster erano in bella mostra, per fortuna. 
Quando si fermarono al tavolo ecco che il capo della Gilda poggiò una mano sull’armatura del Mandaloriano e poi si voltò sorridente in direzione della ragazza. 
«Perdonami, Mando, ma ho un altro ospite interessante con cui parlare, per te è un problema se si unisce a noi?»
Ed ecco che allora il Mandaloriano si voltò per la prima volta in direzione di Speed e dopo qualche secondo di troppo, che lei trovò addirittura snervante, si limitò a scuotere il capo senza aggiungere altro. 
Non doveva essere qualcuno di molte parole, ma ciò fece sorridere maggiormente Greef, soddisfatto al punto tale da strizzarle un occhio, forse nell’intento di ammiccare, e poi le indicò il posto dinnanzi a colui che indossava l’armatura. 
«Prego, mia cara, siediti pure.»
Quasi con un lieve imbarazzo, perché non si aspettava di certo che la loro discussione sarebbe stata anche con qualche altro, ecco che Eryn prese posto in quel divanetto piuttosto stretto, poggiando tranquillamente i gomiti sul tavolo ed intrecciando le braccia. 
«Io arrivo subito, prendo qualcosa da bere—… hai preferenze?»
Questa volta fu il suo turno di scuotere la testa, facendo un chiaro segno di sì, in fondo poco le importava di bere, lei voleva semplicemente sapere se era dentro oppure fuori la gilda e quella sorta di teatrino che l’uomo stava mettendo su non le piaceva neanche un poco. 
Ma soprattutto, cosa ben più importante che la metteva leggermente in soggezione, era il fatto che l’avesse lasciata da sola in compagnia del Mandaloriano, una figura rigida e ben composta tanto quanto lo era la stessa ragazza. Da dietro delle ciocche bionde ecco che andò a studiare con discreto e velato interesse quell’armatura, i cui pezzi erano di metallo normale mentre l’elmo era di bersekr puro, segno che doveva essere un ottimo combattente. 
Anche perché i Mandaloriani dovevano guadagnarsi l’armatura, era una cosa che andava fatta col tempo e con il lavoro, e sicuramente lui stava facendo un ottimo lavoro. 
Nessuno disse niente per parecchio tempo ed allora Speed lanciò uno sguardo incuriosito verso Greef intento a cercare di parlare con il barista, assaltato invece da parecchi altri clienti.
«Dovevi dirgli che non volevi niente se il tuo intento era quello di sbrigarti.»
Una voce maschie e leggermente ovattata per via della copertura giunse alle sue orecchie, il che risvegliò i sensi della giovane ragazza. 
Incredibile, il Mandaloriano aveva appena parlato, anzi, le aveva davvero rivolto la parola e questo aveva già di per sé dell’incredibile. Era chiaramente un ragazzo, a giudicare dal tono della voce, ed anche la corporatura, seppur nascosta dal tavolo, indicava che doveva trattarsi di un lui e non di una lei. Spesso succedeva, in fondo i Mandaloriani potevano essere scambiati, visto e considerato che passavano l’intera vita indossando quell’elmo, senza mai mostrarsi in viso, ma quella voce non lasciava alcun dubbio. 
Ovviamente Speed cercò di nascondere l’espressione sorpresa, ma non ci riuscì, infatti rimase a fissarlo per qualche istante, incuriosita, prima di scrollare appena le spalle. 
«Come sai che volevo sbrigarmi?» chiese, allora, lei piegando appena la testa di lato, rivolgendo adesso tutta la propria attenzione verso di lui. 
«Sembri nervosa.»
Aveva ragione, forse lo era e questo non andava per niente bene, il nervosismo le offuscava i sensi. 
«E’ la mia prima volta in una Gilda di Cacciatori di taglie, chi non lo sarebbe?!»
Con una lieve nota ironica, forse anche un po’ per sdrammatizzare, ecco che Eryn accennò un sorrisetto quasi divertito, forse ancor più nervoso di quanto avesse voluto, ma ecco che improvvisamente, a bloccare qualsiasi cosa il Mandaloriano stesse per dire, giunse al loro tavolo Greef Karga. 
Stringeva una bottiglia mezza vuota e ben tre bicchieri di vetro, segno che aveva intenzione di bere e di far bere, ed a giudicare dall’etichetta sembrava essere qualcosa di alcolico. 
Maledizione, lei non riusciva a reggere l’alcol, essendo poco a abituata a quel genere di cose da bere, ma in quelle circostanze, per parlare di affari, probabilmente era tutto ciò che le serviva per sciogliere i nervi. 
«Eccomi qui, scusate ma non riuscivo a trovare i bicchieri!» esclamò Karga prima di prender posto esattamente accanto a Speed, che ovviamente si spostò in modo tale da evitare qualsiasi contatto con l’uomo, anche perché voleva avere il suo viso dinnanzi al proprio, non di certo al proprio fianco, correndo il rischio di perdere il contatto visivo con lui che le avrebbe potuto dare un lavoro. 
«Perdonami se sono sembrato brusco ma è raro vedere una ragazza da queste parti, il più delle volte mi trovo a lavorare con gente strana, quindi avere una donna nel mio locale è un vero onore e per questo motivo volevo prendere il migliore liquore che conservo solo per le occasioni speciali.» continuò lui prima di prendere i bicchieri e porli dinnanzi ad ogni persona presente a quel tavolo, solo che il Mandaloriano, quando Karga avvicinò il bicchiere, scosse appena la mano, facendo un chiaro cenno di no. 
«Ah, Mandaloriani, con queste fottute regole. Scommetto che non ne hai mai visto uno—…» mormorò alla ragazza accennando un sorrisetto e lei, di rimando, puntò gli occhi scuri in direzione dell’elmo argenteo, verso il quale sorrise appena prima di tornare a guardare il bicchiere dinnanzi a sé, adesso pieno di un liquido ambrato. 
«Mai, ne ho solo sentito parlare.»
«Visto? Oggi è il tuo giorno fortunato—… ad ogni modo non so se vi siete già presentati, ma lui è Mando, chiamalo pure così, mentre lei è—… un attimo!» e Greef sembrò quasi ricordarsi qualcosa di fondamentale, tanto che sbatté una mano sulla superficie lignea del tavolo. «Non ti ho neanche chiesto come ti chiami, mia cara. Devi perdonarmi, purtroppo con le donne sono un po’ arrugginito.»
Questa volta il sorrisetto che Eryn rivolse a Karga fu quasi plateale e fasullo, come se la cosa l’avesse davvero fatta sorridere quando in realtà le importava ben poco, anzi, meno si faceva conoscere meglio sarebbe stato. 
«Speed. Mi chiamo Speed.»
L’uomo che adesso stringeva il proprio bicchiere inarcò un sopracciglio e poi le sorrise con un pizzico di malizia prima d’annuire con convinzione, ed ecco che afferrò la sua mano e le poggiò un rapido e per nulla elegante bacio, neanche si trattasse di una nobile donna. E quel gesto ovviamente fece storcere il naso a lei e probabilmente, da sotto il casco, il Mandaloriano se la stava ridendo per via della faccia che aveva appena fatto Speed. 
«Piacere di conoscerti Speed—… dunque, lui è Mando, è uno dei miei migliori cacciatori della Gilda e stavamo parlando della sua prossima taglia da riscuotere ma prima volevo vedere il viso di colei che mi ha portato fin qui Killerbones.»
Vi era una vaga vena imbarazzata in Speed che ovviamente non pensava avrebbe riscosso tanto successo quella cattura, eppure così era stato e questo non andava bene. Lei voleva tenere un profilo basso, totalmente basso, non di certo essere al centro dell’attenzione. 
«Non è così che funziona? Non vanno portati vivi per poi riscuotere la taglia sulla loro testa?» domandò con tutta l’innocenza del mondo. 
«Vivi—… in realtà non è obbligatorio. Li accettiamo anche da morti, l’importante è che tu li porti qui. Sai, ultimamente non sono avvezzo ad aprire le porte della Gilda a qualcuno di sconosciuto, ma tu sei decisamente interessante.» 
«Hai combattuto contro Killerbones?» questa volta ad interrompere il discorso di Karga fu lo stesso Mandaloriano che stava pian piano analizzando quella frase, mentre voltava il viso verso di lei. 
«Già—… è li fuori, se vuoi salutarlo.»
«Ed il suo rancor?»
«Messo fuori gioco—… mi ha anche ferita, ma nulla di grave.» rispose lei stranamente allettata da tutte quelle domande sulla propria missione. 
I secondi di silenzio furono esattamente tre prima che l’uomo con l’armatura non tornasse a farle domande. 
«E come ci sei riuscita?»
«Semplice, ho i miei assi nella manica, come penso li abbia anche tu.»
«I miei assi nella manica sono le armi
«Ed i miei rimangono segreti. Se te lo dicessi non sarebbero più degli assi nella manica, Mandaloriano
Sillabò il suo nome senza pentirsi di ciò che aveva fatto e soprattutto senza distogliere l’attenzione dalla figura che le stava facendo un bel po’ di domande, alcune anche fastidiose, e poi una risata sonora scoppiò ad interrompere quella sorta di scontro che vi era fra i due. 
«Piano, piano, Mando. Non spaventarla. Lei è riuscita a prenderlo, qualsiasi siano i suoi trucchi a me non interessano, l’importante è che svolga il suo lavoro in maniera efficiente, come fai tu. »
«Non—… non si preoccupi, Greef, non mi sono di certo spaventata. La curiosità è sempre ben accetta.»  cercò di sdrammatizzare lei quando in realtà era appena stata salvata da quelle parole, anche perché non poteva di certo dire che le sue armi erano la Forza ed una spada laser, no, quello era totalmente fuori discussione, oltre che pericoloso per la propria incolumità.
«Dammi del tu, Speed, qui alla Gilda non siamo poi così formali.» e bevve un lungo sorso dal bicchiere prima di poggiarlo sul tavolo e lanciare un eloquente sguardo a lei, che invece, non aveva ancora toccato da bere. «Ad ogni modo, tornando a noi, prendere Killerbones è stata una bellissima mossa, devo ammetterlo e questo fa di te automaticamente un nuovo potenziale membro della Gilda, Speed.»
E la ragazza, che voleva capire meglio quel discorso, decise di assecondare quella muta richiesta e bevve, assaggiando appena il liquido che le era stato versato. Probabilmente la sua smorfia fu così plateale che Greef sorrise divertito, e forse anche il maledetto Mandaloriano da sotto il suo casco aveva riso per quell’espressione. 
No, le cose alcoliche non facevano decisamente per lei, questo era più che chiaro, doveva imparare a rifiutare oppure a reggerle senza fare smorfie. 
«E quindi? Posso lavorare per la Gilda oppure no?» ecco la domanda che tanto le interessava ed alla quale voleva una risposta immediata prima di perdere la pazienza, cosa che poteva succedere da un momento all’altro, vista la situazione. 
«Certo che puoi lavorare per la Gilda, te l’ho detto, sei molto interessante e questo fa di te qualcuno che vorrei avere al mio fianco. Però—…» ed ecco che l’uomo esitò appena mentre si versava altro liquido nel bicchiere. 
In cuor suo Eryn sapeva fin troppo bene che cosa volesse dire quel “però” legato ovviamente al proprio essere una ragazza. Era normale sottovalutare il gentil sesso, perché in fondo il compito di cacciatore di taglie era qualcosa da veri uomini, mentre lei si presentava come una semplice ragazza di appena venticinque anni, non di certo il tipo di persona che poteva incutere timore tanto quanto lo faceva il Mandaloriano al proprio fianco. 
Eppure lei era una ex sith. 
Aveva superato difficili addestramenti, aveva imparato l’arte della battaglia fin da quando era piccola, oltre che l’uso della forza attraverso le proprie emozioni. Lei era una guerriera, anche se non sembrava, e questo era ciò che avrebbe dovuto dimostrare anche a quell’ammasso di gente.
«Hai paura che non sia abbastanza forte perché sono una donna?»
Ecco che Karga scrollò le spalle e poi annuì in maniera impercettibile, prima di bere un altro lungo sorso dal proprio bicchiere e poggiarlo accanto a quello della ragazza. 
«Immagino sia una paura più che giustificata, capiscimi.»
«In realtà non capisco—… ti porto ciò che richiedi, ti dimostro che posso essere all’altezza di ciò che vuoi e tu hai dei dubbi solo per il mio sesso? Questo è assurdo.»
«E’ la vita, mia cara Speed.»
No, era solamente assurdo, e l’aria frustrata oltre che infastidita della ragazza venne accompagnata dalla stretta ferrata sul proprio bicchiere, al punto che avrebbe potuto romperlo da un momento all’altro, ma ad interrompere quello stato di pura tensione ecco che giunse la voce mascherata del Mandaloriano. 
«Fare discriminazioni solo in base al sesso sarebbe da stupidi, Greef e questo lo sai bene.»
Incuriositi sia Karga, che probabilmente non si aspettava un’uscita del genere da parte del Mandaloriano, che Eryn, ecco che nei suoi occhi ritornò la speranza, il tutto grazie a colui che fino ad un attimo prima la stava mettendo in difficoltà.
«Tu dici, Mando? Sei ancora stupito dal fatto che lei abbia sconfitto un rancor e catturato Killerbones?»
«Forse, ma questo non cambia la situazione: se catturi una delle taglie per gli esterni allora ci si guadagna un posto nella Gilda. Queste sono le regole, indipendentemente da chi si ha davanti.» 
E Karga questa volta accennò un sorriso puntando un dito in direzione dell’uomo di Mandalor. 
«Hai ragione, sarei uno stupido a perdere di vista una come lei—… è deciso, adesso Speed è un nuovo membro della Gilda. Mando mi hai convinto
Con convinzione sbatté il bicchiere sul tavolo, facendo cadere del liquido su di esso, e poi porse la mano in direzione della ragazza che, stupita, allungò la propria in modo tale da stringergliela. E Karga la strinse con forza prima di afferrarle il polso e sollevarlo in aria, dichiarandola vincitrice, mentre annunciava a tutti quanti la lieta notizia. 
«Ascoltate tutti, gente, da questo momento in avanti la Gilda dei Cacciatori ha un nuovo membro—… Speed! Alzate un dito su di lei e verrete ammazzati, sono stato chiaro?»
In quel momento Speed si sentì davvero in imbarazzo per tutta quell’attenzione, poiché chi era dentro il bar iniziò ad applaudire, chi fischiò per la notizia, ed ancora ci furono dei commenti poco carini su quanto sarebbe stato bello avere una nuova ragazza fra di loro. Insomma, la notizia fu presa abbastanza bene, forse fin troppo bene, al punto che cercò lei stessa di divincolarsi dalla stretta di Karga per cercare di nascondersi dietro i propri capelli che le contornavano il viso. Stare al centro dell’attenzione non le era mai piaciuto. 
Ma la cosa più strana era che in tutto ciò doveva ringraziare il Mandaloriano, che invece, a differenza di tutti gli altri, non aveva detto una parola vista la nomina di Eryn, e per questo fu lui che guardò piuttosto che tutti gli altri. Adesso lei era in debito con lui? Forse, ma ne avrebbe parlato in un secondo momento e di certo non davanti a tutti quanti. 
«A proposito, questa è una delle nostre tre regole, dolcezza. Rispetta sempre i colleghi, quindi non hai di che preoccuparti, adesso siamo noi la tua famiglia—…» continuò Karga versandole nuovamente del liquore nel bicchiere, prima di puntare un dito verso il Mandaloriano.
«Mando, vuoi dirle tu quali sono le altre due regole?»
Ci furono un paio di secondi di silenzio prima che il Mandaloriano, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo, riprese a parlare. 
«Non fare domande e dimenticati ciò che hai visto.» rispose secco e conciso colui che indossava l’armatura, e questo fece sorridere appena Speed, erano cose semplici che a lei andavano piuttosto bene, soprattutto la storia del non fare domande, cosa che per la ragazza era più che perfetta. 
«Ottimo, sono semplici, me le ricorderò.
» rispose lei annuendo appena e scuotendo i biondi capelli prima di riportare lo sguardo in direzione del suo nuovo capo e datore di lavoro ed in quell’istante, osservandolo piuttosto attentamente, Speed capì che di Karga non si sarebbe mai potuta fidare totalmente, in fondo gestiva una Gilda di cacciatori di taglie e lui, come tutti loro, cercava sempre l’affare migliore. Quindi, da quel momento in avanti, avrebbe dovuto tenere ugualmente gli occhi aperti, seppur quella era la sua nuova “famiglia”. 
Come se lei ne avesse mai avuta davvero una. 
Si era ritrovata ad essere sola fin da quando era piccola, una dei tanti orfani di Corellia, e poi all’Accademia di Korriban le avevano insegnato a vedere nemici ovunque. 
La famiglia era per lei qualcosa di nuovo e sconosciuto che non sapeva bene come gestire, però dinanzi l’entusiasmo di Karga non poté che sorridere ed annuire, sollevando a sua volta il bicchiere per brindare. 
«Perfetto, vedo che capisci al volo—… ed adesso credo che sia giunto il momento di tornare a parlare di lavoro anche con te, Mando.» quasi con fare sibillino Greef mostrò un sorrisetto compiaciuto e poi mise le mani in tasca tirando fuori due ologrammi di taglia ed un sacco con delle monete che lasciò sul tavolo ed avvicinò a Speed. «Queste sono per te, per aver preso Killerbones, mentre questi sono i vostri prossimi lavori.»
Ovviamente l’attenzione di Eryn era totalmente indirizzata non tanto ad i crediti quanto alla questione “lavoro”, perché quella sarebbe stata la sua prima ricerca ufficiale ed era particolarmente attenta. 
Il Mandaloriano rimase in silenzio, come aveva fatto fino ad allora, parlando solo se strettamente necessario, ma Speed poté percepire un brivido di curiosità oltre quell’elmo che lo nascondeva dal resto del mondo. 
Karga accese entrambi gli ologrammi che rivelarono una consistente taglia e due umani, differenti, non che a Speed interessasse troppo, e poi aggiunse anche i localizzatori, che s’illuminavano ad intermittenza. 
«Questo è ciò che posso offrirvi, il primo dicono sia stato visto per l’ultima volta su Barronda, mentre l’atro è stato avvistato su Scarif, nulla di estremamente complicato, ovviamente, quindi liberi di scegliere entrambi la taglia che preferite.» 
Nel sentire nominare Scarif il cuore di Speed sembrò perdere un battito poiché ricordava piuttosto bene che su quel pianeta vi erano alcuni laboratori di ricerca filo-imperiali e questo non andava per nulla bene, lei doveva tenersi lontana da quel genere di posti e per questo lanciò rapidamente uno sguardo al Mandaloriano al suo fianco che improvvisamente le indicò le taglie sul tavolo. 
«Scegli pure.»
Le stava dando la possibilità di scegliere e questa era la notizia migliore di sempre, e forse rimase addirittura a bocca aperta. Insomma prima l’aiutava ad entrare e poi la faceva scegliere, era decisamente la persona più interessante e gentile incontrata fino ad allora, il che, riferito ad un Mandaloriano, era decisamente assurdo.
«Sicuro?» domandò quasi per conferma prima di mordersi leggermente il labbro inferiore e quando lui le annuì con tranquillità gli occhi di Speed tornarono in direzione delle taglie ed afferrò l’ologramma di colui che era stato avvistato su Barronda. «Prendo lui, va bene?»
Aveva scelto chi dei due aveva la taglia più bassa, cosa strana poiché di solito si cercava sempre di guadagnare quanto più possibile, ma lei aveva ben altro da fare che mettersi nei guai avvicinandosi all’impero, per questo fu contenta della propria scelta. 
«Allora a te, Mando, spetta Scarif, mi sembra piuttosto equo. Sono entrambi una bella sfida e scommetto che farete tutti e due un ottimo lavoro.» commentò Karga mentre Mando allungava, a sua volta, la mano totalmente coperta dall’armatura, in modo tale da afferrare la taglia che gli spettava e poi annuì leggermente prima d’alzarsi dal tavolo, senza voler aggiungere altro. 
Già, non era di troppe parole, ma non si era aspettata nulla di differente, anzi, quegli sprazzi di discorso erano molto di più di quanto avesse mai potuto immaginare la stessa ragazza. 
Eppure il vederlo andare, voltandosi le spalle e sollevando appena una mano in cenno di saluto, la fece quasi storcere il naso poiché, alla fine, lui era stato quello che maggiormente le aveva dato aiuto li dentro. Era una cosa stupida, ma gli era davvero grata per aver convinto Karga a prenderla sotto la sua ala protrettrice, cosa che magari da sola non sarebbe riuscita a fare, anche perché in quel caso avrebbe provato ad usare la Forza. 
Sospirò profondamente e sollevò una mano, agitando le dita e sillabando a bassa voce poche parole. 
«A presto, Mando.»
E sì, l’aveva chiamato Mando e non più Mandaloriano, smettendo di andare sul generico, questo perché non era necessario aggiungere altro. 
Lo guardò allontanarsi, anche se sentì lo sguardo di Greef addosso. 
«Non è di molte parole, credimi, oggi ha parlato molto più di quanto non faccia normalmente. Non prendertela, dolcezza, ma è un Mandaloriano, la sua razza è così.» 
Sembrò quasi incoraggiarla l’uomo che finalmente l’aveva presa nella Gilda, ma in realtà Speed non se la prese, anzi, era ancora stupita da ciò che aveva visto e doveva riflettere e pianificare la sua prossima missione. 
Un sorrisetto increspò le morbide labbra della ragazza che bevve tutto d’un fiato ciò che aveva nel proprio bicchiere e poi lo lasciò nuovamente sul tavolo. Afferrò sia l’ologramma che il localizzatore e poi prese dei crediti dal sacchetto che le aveva consegnato Karga. Li lasciò sul tavolo e guardò l’uomo. 
«Offri da bere a tutti da parte mia, devo festeggiare l’ingresso nella Gilda. Io vado a prepararmi, partirò per Barronda il prima possibile.» 
E Karga scoppiò a ridere entusiasta della cosa e delle parole di Speed, al punto che annuì e le strizzò, ancora una volta, l’occhio, segno che per lui andava più che bene.
In fondo quella nuova vita da cacciatrice di taglie non era per nulla male, anzi, era sicuramente più interessante di quanto non fossero le monotone giornate d’allenamento su Korriban, eppure adesso doveva dimostrare, ancora una volta, di essere in grado di cavarsela da sola e per farlo doveva andare fino a Barronda. 
Li la sua avventura sarebbe continuata. 
   
 
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