Partecipa
all’Epiphany Run di Piume
d’Ottone.
Prompt:
20. Pranzo
Cap.21
Il piccolo Vegeta cresce
Vegeta
sbuffava, ascoltando i passi di
Nappa alle sue spalle e i discorsi logorroici del padrino.
<
Tsk,
che tipo noioso! M’insegue ovunque, non posso neanche andare
in bagno da solo
> pensò. Teneva le braccia incrociate al petto e la
coda legata intorno alla
vita.
Il
suo viso da bambino era deformato da
una smorfia.
<
Di suo non sarebbe male, ma quando
inizia a parlare gl’infilerei volentieri un calzino in bocca!
Così da arrestare
il suo cianciare continuo > pensò.
Stava
proseguendo lungo l’atrio del
castello, un corridoio circondato da colonne.
Intravide
in lontananza delle pattuglie di
soldati saiyan marciare, parlottando tra loro.
Le
medesime guardie erano fissate dalla
giovanissima principessa Tsufuru.
Reghina
si appiattì contro la parete,
nascondendosi dietro la sua immensa coda dalla peluria blu scuro.
Aspettò
che si fossero allontanate e si
mise a correre, sulla punta degli stivaletti, guardandosi intorno con
aria
circospetta.
Il
battito cardiaco accelerato le
rimbombava nelle orecchie.
“Siete
la futura sposa
del ‘principe’, dovete comportarvi a
dovere!” la rimproverò la balia.
Reghina
fece una smorfia
e notò che davanti alla porta c’era Radish.
<
Oh no! Ci mancava
quel tipo iper-apprensivo! > pensò.
"Da
voi ci si
aspetta che abbiate i modi di una vera principessa!"
proseguì la balia. Ad
ogni sua frase Radish annuiva con convinzione.
Reghina
posò le mani sul
letto, su cui era seduta, e fece ondeggiare la testa a destra e a
sinistra.
<
Appena si
distraggono, ho tutta l’intenzione di raggiungere i giardini
del palazzo. Non
ci sono mai andata, ma sento che questa è la volta buona.
Incontrerò quella
strega > rifletté.
<
Io non ho nessuna intenzione di
sposarlo il ‘principe’. Non m’interessa
cosa dice quella balia. La trovo noiosa
quanto lo era mia madre! > rifletté Reghina.
Scivolò dietro una colonna, gli
occhi sottili mentre si scrutava intorno.
Una
delle guardie starnutì, facendola
trasalire.
Il
suono rimbombò anche nelle orecchie di
Vegeta, intento a fissare la punta dorata dei suoi stivaletti.
<
Oggi è stata una giornata orribile!
Zio Bardack era così strano.
Mi
guardava in quel modo così…
così… Beh,
lo so che è così che si guardano i re, ed io
sarò re, ma non ci mi aveva mai
guardato! Era lì, in ginocchio, a parlarmi in modo
così formale.
Non
sembrava neanche lui!
Di
solito mi faceva un inchino veloce e,
appena gli altri non guardavano, mi passava di nascosto un sacchetto
colmo di
biscotti di zia Cauli.
Non
mi è piaciuto il suo atteggiamento di
oggi, ecco! > rifletteva il bambino.
"Vostra
altezza, non dovete mai
chinare il capo. È un segno di debolezza, dovete sempre
sfidare il cielo a
testa alta” lo rimproverò Nappa.
Vegeta
si voltò e lo fissò di sottecchi
con freddezza.
Nappa
rabbrividì.
<
Certo che i suoi occhi sono così
cambiati negli ultimi tempi. Sono come due pozzi oscuri.
Ho
quasi paura quando mi minaccia, come se
il suo cuoricino fosse diventato di ghiaccio > pensò
Nappa.
“Non
osare dubitare della mia forza”
sibilò Vegeta, orgoglioso.
Il
padrino distolse lo sguardo.
<
È nel destino dei saiyan dover
uccidere prima o poi. Però, nessuno di noi ha assunto quello
sguardo dopo il
primo omicidio.
Da
quando è tornato dalla sua prima
guerra, sembra che un demone si sia impossessato di lui.
I
suoi occhi sembrano due diamanti neri
donati da degli dei crudeli > rifletté.
“Smettila
di ciarlare e vedi di affrettare
il passo. Ci aspettano per il pranzo” ordinò
Vegeta, ricominciando a camminare.
Nappa
annuì, seguendolo.
“Come
desiderate, principino. Sapete che
non presenzieranno i vostri genitori?
Oggi
c’è la partenza del piccolo
Tarble…”.
Iniziò a spiegare.
“Come
se m’interessasse. Voglio mangiare e
i servi devono provvedere” disse secco Vegeta,
interrompendolo.
Nappa
avvertì un brivido gelido lungo la
schiena.
“Certo,
vostra altezza” esalò.