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Autore: Tide    07/01/2020    0 recensioni
[Non è un paese per vecchi]
Anton Chigur, dopo l'incidente alla fine del film, viene accolto da una donna singolare.
Potrebbe essere una storia d'amore, se non si trattasse di Anton e Crystal.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
 
Passò ancora qualche tempo. Anton aveva cominciato a fare piccoli esercizi col braccio fratturato, per riabituarlo al movimento, e questo era l’unico cambiamento.
Una sera Melany chiese alla madre se poteva usare lo spago e sparì nella sua camera con la matassa. La sera dopo disse a Crystal che le aveva fatto una sorpresa, la prese per mano e la condusse tutta allegra alla piccola veranda sul retro. In un angolo sedeva Anton, perfettamente immobile, e una sedia era posta accanto alla balaustra. Proprio sopra alla sedia, da una trave pendeva un acchiappa-vento fatto di spago e ossa.
“Visto?” disse la bambina “Ho fatto l’acchiappa-vento!”
Non c’era vento quella sera, così Melany salì in piedi sulla sedia e diede un colpetto all’osso più vicino. Il suono che l’acchiappa-vento produsse era impreciso, ma gradevole.
“Ti piace, mamma?” chiese Melany, dando alla donna un gran sorriso.
“Suona.” Osservò semplicemente Crystal.
La bambina annuì soddisfatta, poi guardò Anton
“Anton, ti piace?” chiese ancora
“Funziona.” Rispose lui, quasi senza spostare lo sguardo dall’orizzonte. 
Crystal scrutò l’uomo per un istante coi suoi occhi da rapace, poi rientrò in casa, facendo cenno a Melany  di seguirla. La bambina saltò giù dalla sedia e obbedì.
 
Dopo cena  Crystal mandò la bambina a dormire, sistemò il tavolo, lavò i piatti. Anton rimase al suo posto e riprese gli esercizi per il braccio. Crystal, finite le sue faccende, osservò qualche istante l’uomo in un silenzio impassibile. Poi gli si avvicinò e stando in piedi al suo fianco gli pose la mano sulla spalla con un gesto privo d’affetto. Anton si interruppe per porre attenzione alla pressione fredda e meccanica di quella mano. Non era sorpreso e non vi trovava nulla che dovesse essere spiegato: era uno di quei momenti in cui ogni passo ed ogni azione convergevano e tutto per un momento assumeva un suo senso. Erano momenti che arrivavano e se ne andavano. Era così e andava bene così.
“Continua.” Disse Crystal col suo tono secco e ritirò la mano. Anton riprese i suoi esercizi, Crystal annuì e lasciò la stanza.
   
 
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