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Autore: Meramadia94    08/01/2020    0 recensioni
Mia interpretazione di cosa potrebbe succedere nel prossimo episodio di SVU
Bucci ha rapito Amanda per rappresaglia, dopo che Getz è stato rilasciato, e la squadra lavora di buona lena per assicurare uno stupratore alla giustizia e per salvare la loro collega.
Barba torna per stare vicino a Carisi, che si trova ad affrontare non solo il suo primo cado da ADA ma anche il momento peggiore della sua vita
Genere: Angst, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo averlo colpito con il teaser, Bucci fece stendere Sonny sulla schiena per perquisirlo. Non gli trovò armi addosso, solo il cellulare e il passaporto.
Il tutto sotto gli occhi increduli e terrorizzati di Amanda.
'' Ma che diavolo sei venuto a fare...?''- pensava la bionda. Quando vide Frank prendere la pistola, fu colta dalla terribile paura che potesse fargli del male.
Agì in un attimo di disperato coraggio, approfittando di avere le gambe libere per scalciare contro quelle di Bucci, facendolo cadere. 
- Minacciare un uomo armato, mentre sei legata non mi pare un'idea geniale.- fece Bucci rialzandosi.
- Non gli fare male, per favore.- fece Amanda supplicando - lui è dalla tua parte, vuole aiutarti...-
Nel frattempo, Sonny si stava riprendendo dalla scossa.
- Non... non ti volevo fare niente Frank...- fece Sonny riprendendosi poco a poco dalla scarica elettrica che gli aveva attraversato tutto il corpo. 
- Certo raccontalo a qualcun altro.- fece Bucci per poi puntare la pistola contro Amanda, con lo sguardo di chi era pronto a fare le peggiori follie - Lo hai avvertito tu, vero?-
Amanda si spaventò - No! Ti giuro, no!-
- Frank...- fece Sonny tirandosi su a fatica per poi pararsi davanti ad Amanda, come se avesse voluto farle da scudo umano - Andiamo... andiamo fuori a discuterne... lei non c'entra... abbiamo trovato l'auto con cui hai lasciato New York sul confine... è bastato controllare i registri immobiliari.- 
- Sta fermo.- fece Frank puntandogli contro l'arma - se fai una mossa, ti sparo.- 
- Frank.- fece Sonny cercando di rimanere calmo - Hai tutti i diritti di essere incazzato, ma non è così che si risolvono i problemi.- 
- Oh, e dove potremmo risolverli i problemi secondo te?- fece Bucci sfottendolo - Davanti ad un giudice? L'abbiamo già girata quella parte.- 
- Per quello che vale, non avevo idea che sarebbe finita in quel modo.- fece Sonny - ma se mi dai fiducia e un po' di tempo, io ti giuro, sarò io stesso a consegnarlo al correzionale...- 
Bucci rise.
- Ma perchè a voi avvocati serve sempre qualcosa?- fece Bucci - Certo, per voi è facile. Trovate la pappa pronta e dopo dovete solo mettere in fila qualche parola. Se vi danno ragione, bene, sennò che importa, c'è sempre un altro caso e magari quello andrà bene.... ma quelli che portate in aula non sono scartoffie, sono le vite di persone vere!- 
- Lo so.- fece Sonny con accondiscendenza - e lo so perchè fino a due giorni fa, ero ancora un detective. E so cosa vuol dire rischiare la vita, smuovere mari e monti per un caso e poi in tribunale vedere che quello che hai fatto non è servito a niente.
E anch'io ho dovuto confrontarmi che due persone che hanno fatto il peggiore degli sfregi a due persone a cui tengo moltissimo... hanno pagato tutti e due, e stanno pagando ancora, ma solo perchè ho avuto fiducia nel Pubblico Ministero che ha seguito il caso...
Fallo anche tu.
Fallo per tua moglie, per Ivy e Milly... non puoi aiutarle dalla galera.-
Bucci iniziò a camminare per la stanza nervosamente, sempre tenendo stretta la pistola, indeciso se mettersi a ridere o piangere. 
- Le mie figlie... mia moglie.... persino loro hanno preferito schierarsi con uno stupratore piuttosto che con me...- 
- Sono certa che c'è una spiegazione plausibile.- fece Amanda - Frank. Lavoro all'Unità Speciale da quasi dieci anni, e ti assicuro che uno stupratore sa come convincere una vittima di non averle fatto del male per convincerla a ritirare la denuncia.- 
- Ascoltala.- fece Sonny avvicinandosi piano - non so cosa sia successo, ma possiamo risolvere.-
In quel momento il cellulare del vice procuratore squillò.
Bucci dapprima fu sopreso, poi fissò l'italo americano con rabbia.
Amanda, che per un attimo si era illusa di poter riabbracciare le figlie, ricominciò a tremare come una foglia. Bucci era ancora in stato alterato, aveva assunto pastiglie e alcolici per rilassarsi un po' ad intervalli regolari, e al momento non era in grado di realizzare che non erano loro il nemico.
- Stavi cercando di fregarmi?!?!?- fece Bucci - Mi hai fatto quel bel discorso solo per tenermi buono e permettere ai tuoi amici di localizzarmi?- fece puntandogli contro la pistola.
Sonny però non pareva preoccupato e rivolse lo sguardo al display del telefono.
Bucci lo guardò... ed impallidì.
Conosceva a menadito quel numero.
- Perchè ti sta chiamando mia moglie?- chiese Frank sorpreso. 
- Perchè non glielo domandi di persona?- fece Sonny - scommetto che ha una gran voglia di parlare con te.-
Bucci prese il cellulare continuando a puntargli l'arma contro.
Non stava ricevendo una telefonata.
Ma una chiamata su Skype.
La aprì....
'' Frank!''- fece Donna con il volto deformato dall'angoscia e con la voce rotta dal pianto -'' Frank, Dio Mio, cos'hai fatto...?''
- Donna...- fece il poliziotto. Poco dopo sullo schermo apparvero anche le ragazze, visibilmente agitate e sconvolte. Dai loro occhi, Bucci deduceva che avevano pianto per ore - Milly... Ivy...-
'' Papà...''- fecero le due in cordo quasi. Poi fu Milly a parlare -'' Papà... papà mi dispiace tanto, scusami...  è tutta colpa mia, se non avessi dato retta a Granya tutto questo non sarebbe mai successo...''
- No, tesoro, no...- fece Bucci con i lucciconi agli occhi - tu non c'entri niente... è colpa di quel porco, non tua...- 
'' Sì ma... ma adesso rischi di perdere il lavoro, di andare in prigione...'' 
- Shhhh... amore mio, ascolta... non c'è niente al mondo che non sacrificherei per te e per tua sorella, capito? Voi siete i miei angioletti, siete la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita...-
Poi fu Ivy a parlare.
'' Papà, ti prego scusaci.''- fece la ragazzina -'' Ci manchi tanto.'' 
Lo schermo si rispostò su Donna.
'' Frank.
Lo so che non ti sono stata vicina quando avevi bisogno di sapere di non essere solo... ma ci sono adesso. Torna a casa, e affronteremo insieme tutto quello che verrà. Stavolta non ti lascerò da solo... per favore, torna da me e dalle bambine.''
Amanda guardò Sonny, che le sorrise complice.
Era quello il piano che Barba gli aveva suggerito di mettere in atto.
'' Le possibilità che ti scopra una volta introdotto in casa sono tante.''- fece Barba -'' non dimenticare che è un poliziotto esperto, e conosce il modo di agire di un sequestratore. E in una situazione simile avrà i sensi all'erta.'' 
'' Quindi che dovrei fare?''
'' Fargli credere di essere più furbo di te. Entra dalla via che abbiamo concordato, tenendo conto che a meno che tu non sia un ninja, un po' di rumore lo farai, volente o nolente. Lo farai di sicuro visto che quella finestra cigola.''
'' Ok. Poi?''
'' Muoviti per la casa sapendo che ti sta guardando, e fagli credere che non vuoi farti sentire. Continua a cercare mantenendo questa condotta, cercando di non farti uccidere.''
'' E quando saremo faccia a faccia?''
'' Tieni il cellulare acceso. Spediscimi un messaggio quando l'avrai davanti. Anzi, meglio ancora. Prepara il messaggio PRIMA di entrare in casa e con una mossa rapida invialo.''
'' E se mi uccide prima?''
'' Non lo farà. Ha rapito Rollins per rappresaglia contro una sentenza ingiusta, e questo non può che aiutarlo, ma la situazione si capovolgerà in fretta se si ritrova con il cadavere di un vice procuratore per le mani.''
'' E dopo che succedere?''
'' Fallo parlare. Non dirmi che non sai cosa dirgli perchè non ci credo.''- aveva sorriso leggermente -'' Il tempo di arrivare dalle Bucci e dirgli di chiamare Frank. Ora come ora sono le uniche persone che ascolterebbe senza pensare che lo vogliono fregare. Nel frattempo vi localizzeremo ed avviseremo sia le autorità locali che un'ambulanza.''
E doveva ammetterlo aveva funzionato alla grande. Dopo la chiamata della sua famiglia, che lo supplicava di fermarsi, di desistere e tornare, Bucci si era buttato in ginocchio, piangendo come un bambino ed implorando disperatamente il perdono. 
Sonny non disse una parola. Non sapeva cosa dire. Fino a pochi attimi prima, alternava un sentimento di comprensione a quello di una rabbia bruciante per quello che aveva messo a rischio la vita dell'unica donna che avesse mai amato davvero. Ora vedeva solo un uomo disperato che aveva lottato contro il mondo per un ideale che si era fatto troppo grande fino al punto di schiacciarlo.
Aveva continuato a piangere anche quando la polizia canadese lo aveva arrestato. 
- Che mi succede adesso?- 
Sonny sospirò - Verrai portato al distretto più vicino. Io chiamerò il mio capo in modo che prenda contatto con il procuratore locale, ed avvieremo le pratiche per l'estradizione. Accadrà abbastanza in fretta, visto che sei un testimone in un procedimento penale ancora in corso.-
- Mi dispiace tanto.- fece Bucci - Non volevo fare del male a nessuno.-
Sonny non lo ascoltò. 
Riteneva di aver ascoltato abbastanza persone in quei tre giorni, di aver udito molte voci, tranne quella che voleva sentire e gli mancava.
Si diresse verso l'ambulanza.
Amanda era seduta dentro la vettura, con una coperta per lo shock sulle spalle. Le avevano messo      sulle ferite e le avevano dato una bevanda calda. 
- Scusi... come sta?- fece Sonny al paramedico.
L'uomo sorrise - Non ha fratture ne ossa rotte per fortuna. Solo qualche graffio, non c'è nemmeno bisogno di portarla in ospedale, ha solo bisogno di qualche medicazione.- 
Sonny riprese a respirare come se lo avessero appena tirato fuori da una vasca piena d'acqua dove era costretto a stare in apnea.
'' Dio ti ringrazio...''- le si avvicinò sorridendo. 
- Jesse... Billie... loro come...- chiese Amanda con la voce che tremava. 
Sonny le strinse la mano per calmarla - Sono al sicuro dai miei genitori.-
- Ti prego portami a casa... devo vederle... per favore...- 
- Certo... domani.- fece Sonny - Saliremo sul primo aereo e torniamo a New York. Almeno diamo a mia madre qualche ora in più per viziarle un po'.- disse Sonny sorridendo.
Amanda si ritrovò a sorridere a sua volta.
Quel sorriso...lo sapeva il cielo quanto le era mancato.
...
...
...
La notizia della liberazione di Amanda si propagò in fretta. Persino Fin e Barba si fecero scappare qualche lacrima di felicità, anche se nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso.
Ora che il pericolo era passato, Olivia decise di tornare a casa colta dall'impellente ed irrefrenabile bisogno di riabbracciare suo figlio.
Fu Barba a prendersi l'incarico di avvertire il procuratore Hadid della svolta in quella storia in modo che potesse coordinarsi il prima possibile con il procuratore di Winnipeg per procedere con l'estradizione. 
La donna commentò. 
- E' stata la mossa più irresponsabile, stupida ed incauta che abbia mai visto fare ad un vice procuratore o ad un poliziotto.- 
Barba la guardò malissimo.
Carisi gli aveva detto dei contrasti che aveva con il suo nuovo capo, per il fatto che Vanessa Hadid mostrasse un atteggiamento combattivo nei confronti della cultura dello stupro a telecamere accese per minimizzare e sminuire quando era sicura che nessuno la stesse guardando, della scarsa considerazione che aveva per le vittime e di come fosse interessata ad ottenere quanti più casi vinti possibili più che a tutelare gli interessi delle vere vittime. 
All'inizio aveva pensato che stesse esagerando, ma dopo averla conosciuta non poteva che concordare con lui.
E ritenne che fosse il caso di farle un bel discorsetto.
- Ha saputo che una persona a cui teneva era nei guai e ha agito di conseguenza.- fece Barba. 
- Non è più un poliziotto.- 
- Che cosa significa?- fece Barba - che dovrebbe fregarsene se qualcuno ha bisogno di aiuto? Lei è nuova, quindi le do un consiglio spassionato se vuole lavorare all'Unità Speciale. Non perda di vista il vero motivo per cui abbiamo deciso di fare questo lavoro.- 
- Cosa vorrebbe insinuare?- 
- Che la giustizia non è un business.- fece Barba - è un'ideale da difendere. Non un modo per guidare un'auto più bella o avere una casa più grande. Se la pensa in questo modo, tanto vale che si occupi di colletti bianchi.- 
- Non le permetto di parlarmi in questo modo.- fece la Hadid. 
- E lei non dovrebbe permettersi di pensare che vincere sia più importante che garantire alla vittima che potrà ricominciare da capo.- fece Barba - Ho collaborato con quest'unità per quasi sei anni, e una cosa l'ho imparata: vincere non conta se calpesti un'ideale.-
Ricordava ancora come era prima di conoscere Olivia e il resto della quadra. Ambizioso, sfrontato, l'unica cosa che voleva era dimostrare al mondo che nessuno poteva pensare di far fare la figura del fesso a Rafaèl Barba e poi vivere abbastanza a lungo per potersene vantare e non esitava a mettere in soggezione persino quelli che collaboravano con lui. Di solito quando qualcuno lo chiamava '' stronzo'' invece di offendersi se la tirava.
Poi era cambiato tutto. Aveva scoperto un lato di sè che non sospettava nemmeno di avere: un lato dolce, che amava prendersi cura di persone che considerava parte della famiglia e che pur di fare la cosa giusta era pronto anche all'estremo sacrificio.
Quando aveva conosciuto Carisi, e lui gli aveva dato ad intendere che lo stimava al punto di prenderlo come esempio, aveva quasi sentito la mano di Dio. Non avrebbe mai pensato di riuscire a farsi voler bene da qualcuno che non fossero sua madre e sua nonna, figurarsi essere considerato un modello da un giovane poliziotto con aspirazioni legali. All'inizio non sopportava di averlo attorno, con quella faccia da schiaffi che sprizzava gioia di vivere da ogni poro e quel suo dargli suggerimenti su come svolgere il suo lavoro... ma a poco a poco aveva iniziato a volergli bene, e riconoscergli una certa intelligenza, fino a nutrire per lui un sentimento di stima. 
Detto questo, se ne andò, lasciato una basita Hadid ai suoi pensieri. 
Mentre scendeva le scale che lo avrebbero condotto all'atrio del Palazzo di Giustizia, vide una giovane donna, di circa vent'anni, carnagione olivastra, occhi color dell'ambra e capelli castano chiari, abbigliata con un paio di jeans chiari, un maglione bianco ed un giubbetto rosso vermiglio. Pareva guardarsi attorno, come se stesse cercando qualcuno.
- Posso aiutarla?- fece l'ex procuratore.
- Non lo so, lo spero.- fece la donna - Ho saputo dai giornali che Steve Getz è stato rilasciato dopo un' accusa di stupro statuario... sa dirmi dove posso trovare il procuratore che segue il caso?- 
- Al momento è fuori città per lavoro.- fece Barba - ma può dire a me. Lo assisto io.- 
La donna esitò un attimo prima di dire - Mi chiamo Stacey Collins. Steve Getz mi ha stuprata.- 
Barba sgranò gli occhi.
...
...
...
Dopo aver preso in consegna Bucci e raccolto la testimonianza del procuratore e della detective di New York, i poliziotti canadesi furono così gentili da indicare ai due un piccolo albergo in cui poter passare la notte. 
- Il primo volo per New York parte domattina alle dieci.- fece Sonny mentre ordinava qualcosa con il servizio in camera - abbiamo tutto il tempo per dormire un po'.- 
Amanda scosse leggermente il capo, per fargli capire che lo aveva sentito. Per il resto si era raggomitolata sul letto da una piazza e mezzo della sua parte di camera comunicante. Ancora non poteva credere di essere di nuovo libera, e che a breve avrebbe potuto riabbracciare le sue adorate bambine... e quello a cui riusciva a credere ancora meno era che Carisi, il suo ex collega, quello a cui nel bel mezzo di un caso complicato aveva dato del traditore, quel collega di cui senza nemmeno rendersene conto si era innamorata, fosse saltato sul primo aereo ed avesse affrontato un uomo armato e pericoloso solo per salvare lei.
Con questi pensieri consumò lentamente quello che Sonny aveva ordinato per lei, nonostante avesse talmente fame da pensare di poter mangiare anche le posate.
Per tutto il tempo i due rimasero in silenzio, nonostante sentissero di avere una vagonata di cose da dirsi l'una con l'altro.
Lui non aveva idea di cosa dire ad una persona che era stata tenuta in ostaggio per giorni da un pazzo, e lei non sapeva cosa dirgli per ringraziarlo adeguatamente. 
- Si è fatto tardi...- fece Sonny - dovremmo dormire un po' prima del volo...- e nel dir così si avviò verso la porta della camera comunicante.
Non ci arrivò mai.
Amanda gli afferrò il braccio con entrambe le mani.
- Rimani qui per favore.- lo supplicò con una voce che quasi toglieva il cuore - dormi con me per favore... ho... ho bisogno di stare tra le tue braccia.-
Sonny fu sorpreso da questa richiesta, ma allo stesso tempo si sentì riempire il cuore di una gioia che non credeva fosse possibile provare. 
- Va bene.- fece Sonny accocolandosi con lei nel letto, tenendola stretta a sè - sta tranquilla, non vado da nessuna parte.- 
Per buona parte della notte, il vice procuratore non fece altro che cullarla e carezzarle i capelli, proprio come sua madre era solita fare con lui quando era piccolo, finchè non fu sicuro che i ricordi e le ombre di quei giorni d'inferno, non avessero deciso di lasciarla in pace almeno per qualche ora, pronto a scattare se per caso fosse stata preda di incubi.
Dal canto suo era felice.
Il suo cuore era di nuovo dove doveva essere.
  
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