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Autore: Journey    10/01/2020    1 recensioni
Che cosa succederebbe se Lucifer e Chloe si fossero incontrati quand'erano ragazzi per poi perdersi di vista e ritrovarsi solo da adulti? E che cosa succederebbe se nei loro giorni di gioventù avessero avuto una figlia che hanno rincontrato solo dopo diciotto anni? In questa FF un po' AU, un po' OCC, e sicuramente What If? i nostri protagonisti si troveranno a fare i conti con questa nuova nuova situazione.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18

“Lucifer ti sto dicendo che non è rientrata” esclamò la detective al telefono.
“Ma non doveva dormire dalla sua amica, quella un po’ strana?” chiese lui dall’altro capo.
“Sì, ma non era da lei. Karen mi ha chiamata poco fa chiedendomi di parlare con Abbi e quando le ho fatto notare che sarebbe dovuta essere a casa sua, ha riattaccato. Lucifer c’è qualcosa che non torna. Dov’è mia figlia?” domandò lei preoccupata.
“Provo a chiamarla”
“Pensi che non l’abbia già fatto?” chiese Chloe.
“Giusto, detective. Vado a cercarla?”
“Dove?”
“Non lo so”
“Dove potrebbe essere andata?”
“Ok, passo a prenderti e andiamo a cercarla ovunque” disse Lucifer.
 
La luce prepotente del mattino si insidiò tra le fessure della finestra della camera di Lucas Fletcher, posandosi sul volto di Abigail e costringendola a svegliarsi. Aprì gli occhi e per qualche istante non capì dove si trovasse. Non era la sua stanza e certamente era troppo minimal per essere quella di Karen. Si passò le mani sugli occhi, stropicciandoli appena. Indietreggiò leggermente, poggiando la schiena alla spalliera del letto. Sbadigliò e si guardò accanto. Lucas era proprio lì, dormiva beato a pancia in giù, un braccio sotto il cuscino, l’altro sopra, avvinghiato all’oggetto. La schiena era scoperta fino a metà. Abbi sorrise guardandolo, sorrise spontaneamente. Lui aprì gli occhi e la guardò per un istante prima di richiuderli. Subito dopo li spalancò di nuovo, spaventato.
“Cazzo!” esclamò alzandosi immediatamente e allontanandosi dal letto.
“Buongiorno anche a te” disse divertita Abbi piegando leggermente la testa di lato.
“No, no, no, no, no! Buongiorno, un cazzo! Devi andare via, Abigail. Mi dispiace, ma stanotte è stato solo uno sbaglio” disse lui.
“Solo uno sbaglio? Che stai dicendo?”
“Non doveva succedere. Sei la figlia del mio capo. No, no, no, no! Come ho potuto essere così stupido. Devi andare via, Abigail. Tuo padre mi ucciderà!” si agitò lui.
Lei si alzò e lo raggiunse, gli prese il viso tra le mani.
“Ehi, va tutto bene. Siamo abbastanza grandi da poter prendere le nostre decisioni. E mio padre non ti ucciderà” sorrise lei.
Lui le tolse le mani dal viso e prima di lasciargliele la guardò per un secondo. Indossava la sua camicia. Le sue gambe lunghe e snelle catturarono per un attimo la sua attenzione e rischiò di cadere di nuovo in tentazione. Scosse la testa e si allontanò da lei. Raccolse i suoi vestiti molto velocemente e glieli diede.
“Mi dispiace, Abigail, non possiamo. Dobbiamo dimenticare ciò che è successo stanotte” ripeté lui indicandole la porta.
“Sei uno stronzo” disse lei stringendo tra le mani i vestiti.
 
“Detective! Detective! Detective!” esclamò Lucifer bussando insistentemente alla porta di casa. La donna gli aprì poco dopo. “È tornata?” chiese entrando nell’abitacolo passando sotto il braccio di Chloe, appoggiato allo stipite.
“No, Lucifer, non è tornata. Non è mai successo prima. So che è grande e che è, si insomma, in parte angelo, ma sono terrorizzata. E se le fosse successo qualcosa?” chiese preoccupata.
“Sono sicuro, detective, che Abigail sappia badare a se stessa. Insomma, le ho insegnato a difendersi e ho incaricato Amenadiel di fare lo stesso durante la mia fuga a Las Vegas.” Disse cercando di sembrare calmo, ma gesticolando con la mano in maniera fastidiosa.
“Sì, giusto” disse Chloe annuendo più volte.
La porta si aprì e Abigail fece il suo ingresso in casa. Gli passò davanti salutandoli con un semplice “ehi” e camminò per raggiungere camera sua.
Lucifer e Chloe si guardarono per un istante a bocca aperta.
“Abbi dov’eri?” le chiese la donna preoccupata e con tono severo.
“Sta tranquilla, sto bene”
“Stai bene? Indovina? Noi no! Eravamo spaventati a morte! Abigail, guardami quando ti parlo!” le intimò la detective.
“Detective non perdiamo la calma, lascia che ci provi io, ok?” disse Lucifer mettendosi davanti a lei e spostandola leggermente di lato. Si girò verso sua figlia. “Dove sei stata tutta la notte?!” esclamò a gran voce severo.
Chloe scosse la testa e si portò una mano in fronte.
“Ma siete impazziti?” chiese Abbi.
“No, Abigail. Eravamo preoccupati. E lo siamo ancora, dove sei stata? E non provare a rifilarmi la storia che eri da Karen perché so per certo che eri lì”
“E poi mentire è vile” intervenne Lucifer.
“Cosa vi importa dov’ero? Non è importante, sono tornata, adesso potete stare tranquilli” rispose a tono la ragazza.
“Possiamo stare tranquilli? Possiamo stare tranquilli ha detto. Bene, caso risolto. Lucifer puoi tornare a casa, ha detto che possiamo stare tranquilli” esclamò nervosa la detective. “Come possiamo stare tranquilli se non sappiamo dove hai passato la notte? Con chi hai passato la notte? Forse non eri abituata alla gente che si preoccupava per te quand’eri... Ma noi, noi ci preoccupiamo per te. E il solo pensiero di non sapere dove fossi, di non sapere con chi fossi o se stessi bene, mi ha terrorizzata. Lo capisci? Non puoi e ripeto non puoi assolutamente farlo di nuovo. Mi devi avvisare, mi devi mandare un messaggio, un segnale di fumo, un piccione viaggiatore, mi devi fare sapere che sei sana e salva e che tornerai da me!” esclamò tutto d’un fiato la detective ormai paonazza in viso.
“Detective quest’aria da genitore autoritario ti si addice, è così sexy” commentò Lucifer guardandola.
Entrambe si voltarono a guardarlo contrariate e lui tornò immediatamente serio.
“Non farlo mai più!” esclamò severo agitando l’indice in direzione della ragazza, non sapendo che altro fare. Poi guardò la detective e le fece l’occhiolino.
“Ok, la prossima volta ti avviserò. Voglio solo andare a cambiarmi adesso”
“Ehi, di chi è quella camicia?” domandò Lucifer guardando la camicia che aveva addosso.
Abigail chiuse gli occhi e gettò la testa all’indietro stanca. Suo padre le si avvicinò e la guardò attentamente. “Questa è chiaramente una camicia da uomo, detective!” esclamò infastidito.
Chloe guardò sua figlia e le scappò un sorriso. Cercò di non farlo notare e di mantenere l’espressione seria, anche se trovava estremamente tenero Lucifer quando faceva il geloso. Lucifer, nel frattempo, aveva cominciato a dare di matto, stava facendo alla ragazza un interrogatorio vero e proprio. La detective la prese per il braccio e l’allontanò da suo padre. Quando furono sole in camera della ragazza, si sedette sul letto della figlia.
“Abbi chiaramente hai passato la notte con un ragazzo”
“Ma non succederà di nuovo” si giustificò lei.
“Non ho detto questo. Sei abbastanza grande da poterlo fare, ma ti prego di avvisarmi o di rispondermi al telefono, così almeno so dove sei e non devo preoccuparmi. Non so chi sia questo con cui hai passato la notte e hai tutto il diritto di non dirmelo, ma ti prego non sparire più così. Non riesco a sopportarlo” le disse la donna.
Prima che l’altra potesse risponderle, si alzò e l’abbracciò, l’abbracciò stretta. Si allontanò un istante solo per darle un bacio sulla guancia prima di avvolgerla ancora.
“Non farmi mai più preoccupare così”
“Lo so, mamma. Scusami” rispose la ragazza.
“Oh, tesoro” disse la donna stringendola ancora.
“E con lui come facciamo?” disse Abigail riferendosi a suo padre.
“Me la vedo io con Lucifer” sorrise Chloe.
Le lasciò un altro bacio sulla guancia e uscì dalla sua stanza. Lucifer continuava a blaterare e borbottare da solo facendo avanti e dietro nel corridoio tra la cucina e il salotto.
“Detective devo trovare questo tizio e spezzargli tutte le ossa che ha in corpo” le disse.
Lei rise.
“Lucifer ne abbiamo già parlato, Abigail è grande. Non possiamo vietarle di frequentare dei ragazzi o di andarci a letto”
“Ma detective!” si lagnò lui.
“Questa gelosia che provi, è adorabile” commentò lei.
“Ti prego detective, stai parlando con il diavolo in persona. Adorabile non è proprio il termine che userei per descrivermi, incredibilmente sexy è quello giusto”
“Forse tu non la useresti e forse è un termine lontano da ciò che la gente da secoli racconta di te. Ma io ti conosco e tu sei anche adorabile. Perciò dovrai metterti l’anima in pace”
“Ho paura che la mia anima non sarà mai in pace” disse lui facendosi serio.
Chloe lo guardò preoccupata per un istante.
“Come può la mia anima essere in pace se mia figlia va in giro a fare sesso con gli umani?” disse.
La detective rise e gli diede una pacca sulla spalla.
“Dovrai farci l’abitudine” rispose lei andando in cucina e cominciando ad armeggiare con i cassetti alla ricerca di qualcosa. Lucifer dietro di lei.
“Non potevamo, non so, farla più bruttina?” domandò il diavolo accomodandosi su uno sgabello della cucina, guardando la detective che preparava il caffè e facendola ridere. “Sai, stavo pensando, se diventasse suora dovrebbe fare voto di castità, giusto?”
“Lucifer” lo riprese lei ridendo.
“Ok, scherzavo... forse”
   
 
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