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Autore: Lupoide    11/01/2020    6 recensioni
Gli ultimi pensieri di Artorias, il Camminatore dell'Abisso, prima dell'ultimo scontro che lo vedrà protagonista. Il suo personale testamento a tutte le persone che si lascia dietro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cavaliere Artorias, Sif, Il Grande Lupo Grigio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ buio.
Non riesco a vedere nulla oltre il mio elmo argentato che non riflette più i raggi del sole da quella che mi sembra una vita intera.
Ma non è l’oscurità che mi spaventa. No. Non l’hai mai fatto prima e mai lo farà.
Non è neanche la solitudine. E’ strano combattere lontano dal sibilare delle frecce del falco, dal vibrar della lancia del leone e dal pungiglione avvelenato del calabrone. L’Abisso, però, dev’essere fermato. A qualsiasi costo. E forse è questa l’unica cosa che fa tremare la mia mano stretta attorno all’elsa, il solo pensiero di fallire. Il dolore al braccio mi impedisce di abbandonarmi a quello dell’anima, però. La mano mancina pende vicina al mio fianco e renderà questo scontro ancor più difficile di tutti quelli che io abbia mai dovuto affrontare.
Ma lo devo a tutti voi, fratelli miei, e alla popolazione di Oolacile tutta che ora trema al pensiero dell’oscurità che avanza inesorabile.
E’ vero, non ci hanno accolto ricoprendoci di gloria o gratitudine. Specialmente per quanto ti riguarda, Gough, gigantesco fratello mio. Ma in fondo non posso lasciar che su di loro penda la lama del giudizio mio, si muovono irrazionalmente per via della paura che alberga nel loro animo umano. Ed è per questo che è a voi tre che rivolgo i miei pensieri, prima d’affrontare l’ultima battaglia che mi vedrà cosciente e fiero così come mi avete conosciuto. Forse soltanto nostro Signore Lord Gwyn mi ha compreso così visceralmente com’è successo con voi. Lo so per certo, ormai, che la scelta per il suo primo cavaliere è ricaduta su di te, Ornstein, proprio perché più assennato e meno incline a questa mia masochistica e immotivata ferocia con la quale affronto questa guerra. Questa buia piaga va fermata ora. Non v’è più tempo ormai e il motivo per cui affronto tutto questo da solo è semplice: so bene a cosa andrò incontro quest’oggi e non potrei sopravvivere alla vista di voi tutti che perite per mano di ciò che si è risvegliato nei meandri di questa città. Così come non ho potuto sopportare l’idea che Sif potesse rischiare la sua così giovane vita per affrontare con me il mio fato.
No, mio adorato lupo, questo è uno scontro in cui tu non mi affiancherai così fedelmente come hai fatto finora.
A te, compagno di innumerevoli notti senza luce, lascio il mio scudo, affinché possa proteggerti, il mio anello, affinché tu possa proteggerlo e la speranza che tu possa ululare ancora alla volta celeste, affinché possa proteggermi da una prematura vuotezza. Non hai mai avuto una vita facile, questo lo so perfettamente. Sin da quando ti ritrovai in quella trappola. Condannato, in un certo senso, a coprire il mio fianco e la mia schiena in un numero di battaglie che non dovrebbero mai affollare gli occhi di un cucciolo. Ti chiedo molto, ancora una volta, gravandoti di una responsabilità che non dovrebbe essere interamente caricata sulla tua groppa ma dovrai fare guardia a quell’anello che permetterà, a chi prenderà il mio posto, di camminare nell’Abisso. Lascia che ti dimostri il suo valore, combatti e non arrenderti mai. Sperando che io sia stato il primo ma non l’ultimo a farlo.
Gough, a te invece lascio il ricordo delle nostre innumerevoli battaglie. Che ti siano d’aiuto per gonfiare d’orgoglio quel gigantesco petto in cui risiede il cuore più grande che abbia mai incontrato, troppo spesso ignorato da chi non riesce ad andare oltre la tua stazza e all’armatura che indossi. I pregiudizi umani sono stati l’arma con cui t’hanno ferito troppo spesso ma tu non devi abbatterti, continua a rompere l’ali dei draghi che minacciano i cieli di quelle stesse persone che hanno tanta paura di te. Loro non sanno quello che fanno, quando si riempiono la bocca di parole aspre nei tuoi confronti, ma tu sì. E di questo spero che ti venga riconosciuto merito per l’eternità.
Ornstein, fratello mio, tu invece vedrai le tue spalle di leone affrontar un peso ancor più gravoso: le redini del comando restano ben salde nelle tue mani ma, inoltre, ora dovrai cercare di giustificare questo mio insano gesto a chiunque ti chiederà perché abbia voluto affrontare tutto questo da solo. Peso che, purtroppo, ti rimarrà saldamente ancorato addosso per moltissimo tempo, almeno finché qualcuno non riuscirà a redimere la mia anima.
Un pensiero speciale, poi, lo dedico a te, Ciaran. Il mio ultimo lascito per te è l’amore che non ti ho mai cantato, lo stesso che sentivo bruciarmi la pelle quando il tuo sguardo si posava su di me. Ne sono cosciente e, in cuor mio, lo so che lo sei anche tu. Purtroppo rimarranno entrambi intrappolati nelle nostre corazze.
Vi aspetterò, compagni miei, ma ora voi fuggite prima che il vuoto m’inghiotta e io non possa più rispondere delle mie azioni. Scappate via lontano da me, sogno un giorno in cui ci riuniremo in un luogo dove non ci serviranno le nostre armi. Il lupo, il leone, il falco, il calabrone e il grande lupo grigio si riuniranno sotto una bandiera sventolante di pace, così che siano parole e rimembranze di questi tempi oscuri a sibilar nell’aria e non più frecce o lance di nessun tipo.
Fino a quel momento, però, ricordatemi. Così che il mio gesto non sia stato tanto vano.
Il più forte dei Cavalieri oggi perderà il senno. E’ un momento che quasi bramo tanto mi atterrisce dovervi abbandonare.

Addio, fratelli miei. Sarà un onore morire ancora una volta per voi.

Addio, piccolo Sif, non vedrò mai la fierezza del lupo adulto ergersi in tutta la sua grandezza in te, e questo forse è il mio più grande pentimento. Però, ciò che lenisce il mio dolore, è che crescerai comunque. Seppur solo nei ricordi, noi c’apparterremo per sempre. Forse qui finirà la mia storia, ma la nostra, mio fedele compagno, riecheggerà nel crepitar della Fiamma per l’eternità.



A. A. :

Ah, Sif...there you are...”

Non ho mai scritto su un fandom e, a distanza di tanti anni, questo dialogo tagliato mi ha spinto a farlo. Tagliato per togliere quella dignità umana che ormai, il camminatore dell’abisso, aveva completamente perso nell’abbraccio della vuotezza quando viene incontrato per la prima volta dal viaggiatore. In questa piccola storia ho deciso di dar per buono che Artorias fosse mancino, come interpretato da tante persone per via di quella Majestic Greatsword del “non canonico” DSII. La mia personale idea in merito è che usasse veramente la mano sinistra e che, quando viene affrontato dal Prescelto, usi la destra poiché il braccio con cui naturalmente avrebbe impugnato la spada è stato spezzato da un attacco delle umanità scagliategli contro da Manus, trovandosi nella scomoda situazione di dover parare con l’arma a due mani, prima dell’epico scontro proprio contro il Padre dell’Abisso. Sperando di non attirare troppe collere, vi ringrazio per aver dato spazio a questo piccolo momento introspettivo del Camminatore dell’Abisso. L'immagine è di moni158 da Deviantart


Ci leggiamo presto.

  
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