E’ buio.
Non riesco a vedere nulla oltre il mio elmo argentato che non
riflette più i raggi del sole da quella che mi sembra una
vita
intera.
Ma non è l’oscurità che mi spaventa.
No. Non l’hai mai fatto
prima e mai lo farà.
Non è neanche la solitudine. E’ strano combattere
lontano dal
sibilare delle frecce del falco, dal vibrar della lancia del leone e
dal pungiglione avvelenato del calabrone. L’Abisso,
però,
dev’essere fermato. A qualsiasi costo. E forse è
questa l’unica
cosa che fa tremare la mia mano stretta attorno all’elsa, il
solo
pensiero di fallire. Il dolore al braccio mi impedisce di
abbandonarmi a quello dell’anima, però. La mano
mancina pende
vicina al mio fianco e renderà questo scontro ancor
più difficile
di tutti quelli che io abbia mai dovuto affrontare.
Ma lo devo a tutti voi, fratelli miei, e alla popolazione di Oolacile
tutta che ora trema al pensiero dell’oscurità che
avanza
inesorabile.
E’ vero, non ci hanno accolto ricoprendoci di gloria o
gratitudine.
Specialmente per quanto ti riguarda, Gough, gigantesco fratello mio.
Ma in fondo non posso lasciar che su di loro penda la lama del
giudizio mio, si muovono irrazionalmente per via della paura che
alberga nel loro animo umano. Ed è per questo che
è a voi tre che
rivolgo i miei pensieri, prima d’affrontare
l’ultima battaglia
che mi vedrà cosciente e fiero così come mi avete
conosciuto. Forse
soltanto nostro Signore Lord Gwyn mi ha compreso così
visceralmente
com’è successo con voi. Lo so per certo, ormai,
che la scelta per
il suo primo cavaliere è ricaduta su di te, Ornstein,
proprio perché
più assennato e meno incline a questa mia masochistica e
immotivata
ferocia con la quale affronto questa guerra. Questa buia piaga va
fermata ora. Non v’è più tempo ormai e
il motivo per cui affronto
tutto questo da solo è semplice: so bene a cosa
andrò incontro
quest’oggi e non potrei sopravvivere alla vista di voi tutti
che
perite per mano di ciò che si è risvegliato nei
meandri di questa
città. Così come non ho potuto sopportare
l’idea che Sif potesse
rischiare la sua così giovane vita per affrontare con me il
mio
fato.
No, mio adorato lupo, questo è uno scontro in cui tu non mi
affiancherai così fedelmente come hai fatto finora.
A te, compagno di innumerevoli notti senza luce, lascio il mio scudo,
affinché possa proteggerti, il mio anello,
affinché tu possa
proteggerlo e la speranza che tu possa ululare ancora alla volta
celeste, affinché possa proteggermi da una prematura
vuotezza. Non
hai mai avuto una vita facile, questo lo so perfettamente. Sin da
quando ti ritrovai in quella trappola. Condannato, in un certo senso,
a coprire il mio fianco e la mia schiena in un numero di battaglie
che non dovrebbero mai affollare gli occhi di un cucciolo. Ti chiedo
molto, ancora una volta, gravandoti di una responsabilità
che non
dovrebbe essere interamente caricata sulla tua groppa ma dovrai fare
guardia a quell’anello che permetterà, a chi
prenderà il mio
posto, di camminare nell’Abisso. Lascia che ti dimostri il
suo
valore, combatti e non arrenderti mai. Sperando che io sia stato il
primo ma non l’ultimo a farlo.
Gough, a te invece lascio il ricordo delle nostre innumerevoli
battaglie. Che ti siano d’aiuto per gonfiare
d’orgoglio quel
gigantesco petto in cui risiede il cuore più grande che
abbia mai
incontrato, troppo spesso ignorato da chi non riesce ad andare oltre
la tua stazza e all’armatura che indossi. I pregiudizi umani
sono
stati l’arma con cui t’hanno ferito troppo spesso
ma tu non devi
abbatterti, continua a rompere l’ali dei draghi che
minacciano i
cieli di quelle stesse persone che hanno tanta paura di te. Loro non
sanno quello che fanno, quando si riempiono la bocca di parole aspre
nei tuoi confronti, ma tu sì. E di questo spero che ti venga
riconosciuto merito per l’eternità.
Ornstein, fratello mio, tu invece vedrai le tue spalle di leone
affrontar un peso ancor più gravoso: le redini del comando
restano
ben salde nelle tue mani ma, inoltre, ora dovrai cercare di
giustificare questo mio insano gesto a chiunque ti chiederà
perché
abbia voluto affrontare tutto questo da solo. Peso che, purtroppo, ti
rimarrà saldamente ancorato addosso per moltissimo tempo,
almeno
finché qualcuno non riuscirà a redimere la mia
anima.
Un pensiero speciale, poi, lo dedico a te, Ciaran. Il mio ultimo
lascito per te è l’amore che non ti ho mai
cantato, lo stesso che
sentivo bruciarmi la pelle quando il tuo sguardo si posava su di me.
Ne sono cosciente e, in cuor mio, lo so che lo sei anche tu.
Purtroppo rimarranno entrambi intrappolati nelle nostre corazze.
Vi aspetterò, compagni miei, ma ora voi fuggite prima che il
vuoto
m’inghiotta e io non possa più rispondere delle
mie azioni.
Scappate via lontano da me, sogno un giorno in cui ci riuniremo in un
luogo dove non ci serviranno le nostre armi. Il lupo, il leone, il
falco, il calabrone e il grande lupo grigio si riuniranno sotto una
bandiera sventolante di pace, così che siano parole e
rimembranze di
questi tempi oscuri a sibilar nell’aria e non più
frecce o lance
di nessun tipo.
Fino a quel momento, però, ricordatemi. Così che
il mio gesto non
sia stato tanto vano.
Il più forte dei Cavalieri oggi perderà il senno.
E’ un momento
che quasi bramo tanto mi atterrisce dovervi abbandonare.
Addio, fratelli miei. Sarà un onore morire ancora una volta
per voi.
Addio, piccolo Sif, non vedrò mai la fierezza del lupo adulto ergersi in tutta la sua grandezza in te, e questo forse è il mio più grande pentimento. Però, ciò che lenisce il mio dolore, è che crescerai comunque. Seppur solo nei ricordi, noi c’apparterremo per sempre. Forse qui finirà la mia storia, ma la nostra, mio fedele compagno, riecheggerà nel crepitar della Fiamma per l’eternità.
A. A. :
“Ah, Sif...there you are...”
Non ho mai scritto su un fandom e, a distanza di tanti anni, questo dialogo tagliato mi ha spinto a farlo. Tagliato per togliere quella dignità umana che ormai, il camminatore dell’abisso, aveva completamente perso nell’abbraccio della vuotezza quando viene incontrato per la prima volta dal viaggiatore. In questa piccola storia ho deciso di dar per buono che Artorias fosse mancino, come interpretato da tante persone per via di quella Majestic Greatsword del “non canonico” DSII. La mia personale idea in merito è che usasse veramente la mano sinistra e che, quando viene affrontato dal Prescelto, usi la destra poiché il braccio con cui naturalmente avrebbe impugnato la spada è stato spezzato da un attacco delle umanità scagliategli contro da Manus, trovandosi nella scomoda situazione di dover parare con l’arma a due mani, prima dell’epico scontro proprio contro il Padre dell’Abisso. Sperando di non attirare troppe collere, vi ringrazio per aver dato spazio a questo piccolo momento introspettivo del Camminatore dell’Abisso. L'immagine è di moni158 da Deviantart
Ci leggiamo presto.