- Nome
autore: Dike_Nike
Titolo fic: Our last day
Genere: Malinconico, Romantico
Rating: Verde
Pairing: Alec Lightwood x Magnus Bane
Avvertimenti o Note dell’Autore (facoltativo): Storia shonen-ai che vuole proporre un finale al terzo libro che non è ancora uscito e che non ho ancora letto, quindi non è da considerarsi spoiler in quanto ogni avvenimento è frutto della mia fantasia. - Fiction
partecipante al contest
ShadowHunters: carta bianca! indetto da Lucia Farinelli.
- Prima
classificata, a pari merito con
Only_Me.
- Our
last day
- L’esplosione
fu
l’ultimo rumore che udì prima di cadere a terra.
- Si
accasciò sul
terreno lurido, senza risentire dell’impatto. Il corpo era
troppo intorpidito e
stanco per provare altro dolore.
- Faticava
a
vedere. Era come se d’un tratto il mondo si fosse sfumato.
Un’accozzaglia di
immagini confuse e appannate che Alec faticava a distinguere.
- Contro
ogni prognostico
la cosa lo divertiva a tal punto da non riuscire a trattenere una
risata. Si
stava prendendo gioco di se stesso e della propria debolezza. Il sangue
salì
alla bocca e sporcò le labbra, mentre le risa di scherno si
tramutavano in una
tosse affannosa.
- Sputò
sul terreno,
pregno di sangue.
- Avrebbe
voluto
ridere ancora. Il pensiero della morte lo stava divertendo come non
avrebbe
creduto possibile.
- Sperò
solo che
Jace e Isabelle stessero bene. Che almeno loro fossero riusciti a
salvarsi. Ma
sapeva che non ne avrebbe mai avuto la certezza.
- Voltò
il capo
sul lato destro, ed i capelli corvini si impregnarono del suo sangue.
Alec non
provò il ribrezzo che avrebbe dovuto, mentre lo sguardo si
posava sul braccio
mancante. Sarebbe stato quello ad ucciderlo. Una perdita che non si
sarebbe
dovuta verificare.
- Fu
allora che
pensò a Magnus Bane, a come non avrebbe mai detto ai suoi
genitori della loro
relazione. Si rimproverò di non averlo fatto prima. Di non
essere stato tanto
coraggioso da sfidare ogni cosa per la sua felicità.
- -Forse
dovresti
sputare il rospo- aveva proposto Magnus qualche giorno prima. Ricordava
il
volto pensieroso dell’altro ed i capelli brillantinati che
puntavano al cielo.
- Alec
lo aveva
guardato con aria contrariata. In quel momento il pensiero di fare
coming out
gli era sembrato completamente assurdo. Ironico come ci fossero voluti
pochi
giorni per rivedere tale convinzione.
- -Dopo
la
battaglia- aveva sussurrato, senza crederci realmente –Una
volta ottenuta la
vittoria, dirò loro la verità-
- -Vedi
di farlo
sul serio, Alec. Potrei offendermi-
- Alec
lo aveva
guardato ancora una volta. Gli occhi puntati sul volto
dell’altro e le labbra
arricciate. Magnus aveva trovato talmente adorabile
l’espressione del suo volto
che si era bloccato nel mezzo di una delle vie più
trafficate della città per
scoppiare a ridere sguaiatamente.
- -Che
hai
adesso?- si era fermato a chiedere Alec, stizzito.
- La
risposta di
Magnus non era mai giunta. Il ragazzo aveva continuato a ridacchiare,
scrutando
l’espressione contrariata del compagno.
- Alec
tossì
ancora una volta. Le palpebre erano pesanti e ciò che lo
circondava si era
ormai tramutato in un insieme di sagome indistinte.
- Si
pentì di
molte cose, mentre chiudeva gli occhi per cercare ristoro.
- Di
non aver
rivelato a Jace parte del vero se.
- Di
non aver
assaggiato il pasticcio di patate che Isabelle si era dilettata a fare
la sera
prima.
- Di
non aver
detto a Magnus che lo amava.
- Cercò
di ridere
ancora una volta, ma non trovò l’aria necessaria
per farlo. Ormai annaspava, le
labbra aperte e insanguinate a ricercare un appiglio che non avrebbe
trovato.
- Fu
una voce a
raggiungerlo quando ormai credeva che ogni cosa si sarebbe conclusa.
- Un
urlò stanco,
ma abbastanza forte da essere udito.
- Qualcuno
lo
stava chiamando. Invocava il suo nome ripetutamente, come se quello
sarebbe
bastato a tenerlo in vita.
- Cercò
l’energia
per sollevare le palpebre. Un ultimo sforzo per non avere altri
rimpianti.
- Deglutì
ed il
sapore ferroso del sangue gli scese in gola. Si sentì
annegare. Per qualche istante
il respirò gli mancò e Alec si convinse che
quella sarebbe stata la sua fine.
- Poi
un nuovo
urlo.
- -Alec-
gridava
la voce –Alec, dannazione, aprì gli occhi- gli
diceva.
- Era
una supplica
stremata a cui lui voleva rispondere.
- Così
sollevò le
palpebre quel poco che bastava perché l’immagine
di una sagoma gli comparisse
di fronte confusa. Era a diversi metri da lui e arrancava trascinando
la gamba
destra. Almeno così gli sembrava nel suo stato di semi
incoscienza.
- Cercò
di mettere
a fuoco. Si sforzò ed impresse le forze rimaste in
quell’ultimo disperato
tentativo.
- L’uomo
che
avanzava verso di lui era sporco. La veste colorata aveva perso la
lucentezza
che doveva essergli appartenuta qualche tempo prima. Il giallo della
casacca si
confondeva sotto ad un pesante strato grigio ed i pantaloni erano
logori, come
se per anni non avesse indossato altro.
- I
capelli
ricadevano su un volto stanco e sudato. Sporco di fango e polvere. Le
guance
infossate e un occhio chiuso.
- -Alec-
ripeté la
figura, cercando di affrettare il passo. Il cacciatore la vide
incespicare,
tentare disperatamente di restare in piedi, prima di ruzzolare a terra
con un
urlo di dolore e frustrazione.
- -Alec-
lo chiamò
ancora.
- E
finalmente il
ragazzo riconobbe Magnus Bane e sorrise appena.
- Il
mago fece
perno sulle braccia stanche e incrostate di sangue per sollevarsi.
Sospirò a
fondo e con una spinta si erse.
- Alec
continuava
ad osservarlo, mentre si faceva sempre più vicino.
- Forse
almeno uno
dei suoi desideri si sarebbe realizzato.
- Pregò
che si sbrigasse.
E si ritrovò a invocare un Dio in cui non credeva,
implorando di concedergli
qualche altro minuto.
- Sarebbero
stati
sufficienti per dire a Magnus che lo amava.
- Note
dell’autrice (allegri vaneggiamenti finali):
Erano mesi che
desideravo uccidere Alec e questo contest me ne ha data la
possibilità.
- Non
ho nulla di
rilevante da dire, soprattutto perché per scrivere la storia
ho impiegato un
mesetto. La trama non voleva saperne di venir fuori. Ho tentato
tre/quattro
volte di creare qualcosa di decente e solo la sera del 24 Luglio sono
riuscita
a mettere nero su bianco una paginetta aggradante.
- Quindi
questa
storia non è nulla di particolare. La semplice morte di uno
dei personaggi
principali, giusto per mantenere viva la tradizione secondo la quale il
mio
personaggio preferito di libri, manga, film muore o sparisce nel nulla
inesorabilmente.