Film > La spada nella roccia
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Autore: lmpaoli94    12/01/2020    1 recensioni
Dopo molti anni passati a guidare un Regno in una moltitudine di guerre che sembravano non avere fine, Artù si apprestava ad abdicare il trono per far spazio ad un individuo misterioso che avrebbe condotto il popolo verso vittorie agognate per un futuro prospero.
Ma il vecchio Artù non poteva mai immaginare che il nuovo Re sarebbe stato un impostore da non sottovalutare…
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Artù, Lancillotto e Sir Robert erano circondati dagli uomini di Liber, ma il vecchio Re non si sentiva per niente in pericolo.
< Perché state ridendo, maestà? >
< Rido di queste povere vite, Sir Matthew. Come si può servire un uomo senza un briciolo di lealtà… Perdonate se manco di rispetto a vostro figlio, Lancillotto. >
< Potete dipingerlo come più vi aggrada, maestà. >
< Arrendetevi o sarà peggio per voi > gli intimò una delle guardie.
< Altrimenti cose succederà se non accettassimo la resa? >
< Non ci resterà altro che uccidervi, maestà. >
< Addirittura mi dipingete con questo nome? Allora per voi sono ancora il vostro Re > rispose Artù divertito.
<
< Liber è solo un traditore che ha osato colpirmi nel momento mio più debole. Come fate a servire un impostore del genere? >
< Lui non è un impostore! > gridò una delle guardie < E’ il nostro Re. E dobbiamo portargli rispetto. >
< Come prima lo portavate a me? Voi non avete la minima idea di chi siano i veri ideali… Ma se avete deciso di mettervi contro di me, non mi resta altro che condannarvi a morte. >
< No, maestà. Andrà in modo diverso. >
Sguainando le loro spade, le guardie reali di Liber si precipitarono contro Artù per colpirlo a morte in ogni punto vitale.
Ma il Vecchio Re aveva a seguito due dei migliori spadaccini di tutto il Regno, disarmando in pochi minuti alcune di quelle guardie e uccidendone altre.
< Ormai siete rimasto solo > fece Artù con tono vittorioso < Dovete arrendervi al mio volere e non vi prometto che non vi succederà niente di male. >
< E’ qui che vi sbagliate, maestà > mormorò la guardia che prima aveva sfidato a duello Artù con tanto ardore < Appena tornerò al castello, Liber mi farà giustiziare per aver fallito. Ormai il mio futuro è segnato in tutti i sensi. >
< Non devi dire così, ragazzo… Tu vivrai. Perché sotto sotto sei un bravo ragazzo. >
< Mi piacerebbe avere la stessa vostra speranza, maestà. Ma sono un traditore ai vostri occhi. Non merito di vivere. >
< Se hai paura di tornare a Camelot, ci torneremo insieme… Adesso finalmente ho capito di non essere così vecchio come pensavo. Ho ancora alcuni anni per guidare questo Regno… Ma quando morirò, ci sarà un erede degno che possa portare avanti la dinastia dei Pendragon. >
< Adesso non pensiamo alla vostra morte, maestà > rispose Sir Matthew con tono convito < Adesso avete un castello da riconquistare. >
< Sì. E lo faremo tutti assieme. >
< Mi dispiace maestà, ma io ho deciso di non venire > fece la guardia.
< Perché no? Che cosa ti prende adesso? >
< Non faccio più parte di questo Regno. Sono un doppiogiochista. E secondo la legge di questo Regno, sono paragonabile ad un disertore. >
< Non dire sciocchezze > replicò Lancillotto < Sei un giovane ragazzo. Non ti avremmo mai mandato al patibolo. >
< Lo so, ma non mi sento più di questo Regno. Mi dispiace. Possiate capire i miei sentimenti >
Guardandosi a vicenda con sguardo stupefatto, alla fine Artù acconsentì alla richiesta della giovane guardia.
< Buona fortuna per tutto. Spero che il buon Dio possa avere pietà di te e che illumini il tuo cammino. >
< Ci penserete già voi maestà a riportare questo Regno nel posto a cui spetta. >
< Grazie per la tua fiducia che riponi nei miei confronti. Adesso vai per la tua strada > replicò Artù fissando il giovane ragazzo allontanarsi verso un futuro migliore.
< Maestà, credete che… >
< Lui ha voluto seguir il suo destino. Adesso tocca a noi seguire il nostro. >
< Il ritorno a Camelot sarà molto più problematico del previsto, sapete? >
< L’ho messo in conto, Lancillotto. Ma dimenticate una cosa: il popolo è dalla nostra parte. >
< Lo credete davvero? >
< Me l’hanno fatto capire prima che potessi giungere qui. Ed io mi fido di ognuno di loro… Gli ho promesso che avrei riportato il regno allo splendore originale di un tempo ed è quello che farò, non ci saranno morti di fame e mendicanti che chiedono l’elemosina per strada. Il mio prossimo Regno sarà il più prosperoso del mondo a costo di mettere in mezzo le mie personali finanze. >
< Maestà, non potete prendere i soldi del Regno! > protestò Sir Matthew con tono veemente.
< Sono i miei soldi, Sir Matthew. E se io ho deciso di regalarli al mio popolo, è quello che farò. >
< Se voi credete che questa sia la decisione migliore… >
< Intanto mi riprenderò il mio Regno. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
 
 
Appena ai consiglieri di Liber giunse voce che il suo esercito aveva miseramente fallito, essi avevano paura di dirlo al loro Re.
< Tocca a te questa volta, Sir Robert. Tu sei il personale consigliere di sua maestà. >
< Sir Caio, non credi che dovremmo farlo insieme? >
< Assolutamente no. È un tuo personale problema. >
< E’ un problema di tutti… Sir Pilade, voi che cosa ne pensate? >
< Non sfiderò mai la pazienza di nostra maestà. Non se ho la mia vita molto cara. >
< Quindi mi state dicendo che dovrò sbrigarmela da solo? >
< Esatto, Sir Robert. >
Il giovane consigliere fu molto indignato nello scoprire che a suo seguito aveva solo dei cavalieri e dei consiglieri codardi che non riuscivano a sostener le loro responsabilità.
< Va bene… Ma vi avverto di una cosa: se sarò condannato mi avrete tutti sulla coscienza. Non scordatelo. >
< Ne dubito fortemente > sussurrò Sir Caio.
< Sir Caio, non pensate che io non abbia sentito. >
< Potete sentire quello che volete… Niente mi fa più paura della decisione di Liber. >
< Dannai codardi. Rimpiangerete tutto questo! >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, Sir Robert avanzò nelle stanze private di Liber trovando tutto il coraggio necessario per parlare al suo Re.
“Sapevo che non dovevo tradire Artù. Questa è la punizione divina dell’altissimo.”
Bussando alla porta di Liber, Sir Robert entrò di strafogo senza prima ottenere il permesso.
Appena alzò lo sguardo, Sir Robert vide il suo Re intento a fissare il fuoco delle sue candele che illuminavano la stanza.
< Maestà, mi spiace disturbarvi… >
< Sir Robert, siete venuto qua per informarmi della spiacevole notizia, vero? >
< Non più spiacevole di quella dei vostri soldati che hanno osato tradirvi. >
< Loro erano legati fin dal principio da Artù… Era naturale che mi avrebbero tradito da lì a poco. Ma non gliene faccio una colpa. In fondo li ho forzati a mettersi dalla mia parte per conquistare il trono. >
< Maestà, cosa avete intenzione di fare? >
Ma Liber non rispose, fissando con sguardo divertito Sir Robert.
< Ditemelo voi, Sir Robert. Siete voi il mio consigliere. >
< Io sinceramente… non so cosa fare… >
< Ahi ahi ahi, mio caro Sir Robert. Anche voi vi siete ritrovato solo? Gli altri consiglieri non vi appoggiano perché hanno paura di me… Che codardi, non è vero? In fondo io sono un essere umano che Dio ha scelto per guidare questo Regno… Perché tanto timore nei miei confronti? >
< Perché loro hanno cara la vita, maestà. E non si sognerebbero mai di mettersi contro di voi. >
< E voi? Non avete cara la vita? >
< Certo… Ma ad ognuno di noi rimane un compito gravoso da portare a termine, non trovate? >
< Esatto, Sir Robert… Devo dire che ammiro molto il vostro coraggio. Non vi facevo così determinato. Credevo che fosse un traditore come tutti gli altri, ma mi sbagliavo… Ed è per questo che ho deciso di lasciarvi vivo. >
< Sul serio? >
< Sì… a meno per ora… Ma adesso che Artù sta tornando nella sua dimora con l’appoggio di tutto il popolo, credo che sia arrivato il momento di cancellare tutto quello che Artù ha conseguito in tutti questi anni. >
< Maestà, come credete di fare? >
< C’è solo un’unica possibilità per distruggere il tutto in poco tempo: un incendio molto gravoso distruggerebbe tutto il castello e gran parte di questo Regno. >
< Che cosa? volete distruggere la vostra casa, maestà? >
< Questa non è mai stata la mia casa, Sir Robert… Il fantasma del mio nemico aleggia in questo posto. Ed io non posso sopportarlo. >
< Maestà, vi pregherei di pensarci notevolmente a questa decisione… >
Impugnando un candelabro a cinque braccia, Liber diede fuoco alla sua stanza sotto gli occhi attoniti di Sir Robert.
< Avete visto, Sir Robert? La mia vendetta contro Artù e i suoi alleati è appena cominciata. >
< Maestà, siamo ancora in tempo per tornare indietro… >
< No, Sir Robert. Non tornerò mai indietro… E se voi vi metterete contro di me, non dovrò fare altro che togliervi di mezzo. Ormai non mi servono più consiglieri come voi. >
Non sapendo cosa fare, Sir Robert decise di scappare al più presto dal castello, ma prima di uscire dall’edificio fu fermato dalla folla inferocita che gli piantò in corpo un forcone uccidendolo all’istante.
< Venite con me, amici miei. Liber si trova in questa direzione. >
   
 
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