Serie TV > Poldark
Segui la storia  |       
Autore: lady lina 77    13/01/2020    2 recensioni
Poldark, Season 5 Episodio 8: Cosa sarebbe successo se nell'episodio finale le cose fossero andate diversamente e Demelza si fosse imbarcata davvero coi suoi figli per la Jamaica, lasciando Ross al suo presunto tradimento con Tess? Cosa la attende ai Caraibi? Cosa le succederà? Che donna potrebbe diventare in quelle terre selvagge popolate da pirati? E i suoi figli?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando giunsero al villaggio, al posto delle baracche di legno del porto trovarono un dedalo di viuzze sterrate su cui sorgevano casupole diroccate per lo più, anche se decisamente più decorose di quelle viste durante lo sbarco. La natura rigogliosa dell'isola circondava il borgo anche lì, cercando spazi di fuga e di conquista fra le viuzze ma fino a quel momento pareva averla avuta vinta l'uomo.

Nonostante il borgo fosse piccolo, c'era un via vai incessante di gente rumorosa, piccole botteghe improvvisate, qualche negozio e, anche se non ci avrebbe giurato, aveva notato anche un bordello, probabile meta di ristoro per i pirati che approdavano sull'isola. Era tutto molto povero, all'apparenza improvvisato, in divenire forse, ma una cosa la colpì più di tutte: il rumore, la strana allegria di persone che parevano non avere nulla di valore ma che avevano tutte il sorriso sulle labbra come se fossero state in pace col mondo e non avessero altro da chiedere. E anche se Prudie aveva azzardato che tutta quella allegria doveva essere dovuta al rum che probabilmente scorreva a fiumi su tavole e locande, Demelza ipotizzava che forse era la mentalità del posto a spingere la gente a vivere con più leggerezza, senza troppe regole rigide da seguire e senza stare a badare eccessivamente all'etichetta e al moralismo. Era un mondo nuovo e forse il segreto era tutto lì, quella gente lo voleva costruire come pareva a loro!

Donne vestite di succinti abiti variopinti ma anche altre vestite da uomo, con pantaloni, stivali e comodi camicioni, rendevano chiassosa la via assieme a tanti piccoli monelli di strada che correvano ovunque e a viandanti, commercianti e pescatori che urlando, cercavano di vendere la propria merce.

"Mamma, allora non ci andiamo a vedere il pirata impiccato?" - insistette Jeremy mentre si avviavano all'ingresso della Chiesa.

Demelza sospirò, accarezzandogli i capelli. "No tesoro, sono sicura che possiamo fare a meno di questo triste spettacolo".

"Ma posso sbirciare in giro mentre tu chiedi informazioni al prete?".

"No. Oppure potrai farlo, guardato a vista da Prudie!".

Jeremy sbuffò, deluso. Sfuggire alla vista di sua madre e cercare di fregarla non era mai stato molto semplice...

Entrarono in Chiesa di soppiatto, era deserta a quell'ora del mattino. Era una Chiesetta spoglia, con semplici e grezze panche di legno, leggermente più grande di quella di Sawle ma senza vetrate di pregio o dipinti alle pareti. Tutto molto rustico, semplice, come la vita in quei posti, una Chiesa che sembrava gridare il messaggio originale di povertà su cui la religione che professava basava i suoi fondamenti.

Clowance si guardò in giro e improvvisamente il suo visino si illuminò. "Mamma, guarda! Una spinetta!".

Demelza si voltò e in un angolo nascosto, vicino all'altare, notò quello strumento musicale in tutto simile a quello che aveva abbandonato a malincuore a Nampara. Santo cielo, che ci faceva lì, in quella Chiesa tanto povera? Le venne una stretta al cuore, ricordò i tanti momenti passati con Ross mentre suonava e anche l'ultima volta che lo aveva fatto, dopo aver salvato i giovani minatori della Wheal Plenty, con Ned e tutti gli altri a casa sua. Aveva suonato e cantato per Ross quella sera e gli occhi di suo marito, pieni d'amore per lei, non l'avevano abbandonata un attimo. E si era sentita amata e felice in quel momento, l'amore di Ross era tutto ciò che aveva desiderato fin dal loro primo incontro e finalmente non c'erano ombre fra loro... Stava cantando per suo marito e facedolo si rese conto di quale abisso esistesse fra i sentimenti provati in quel momento e quelli più pacati e ingannevoli che aveva provato quando aveva cantato per Hugh spinta dal desiderio di essere amata come in una fiaba e di vivere un amore idealizzato. Ma da allora aveva capito e imparato tante cose. L'amore era quello provato quella sera mentre cantava con Ross e per Ross, l'amore vero è quello non perfetto ma che sa attraversare le tempeste, rischia di perdersi e spezzarsi e poi ne esce più forte di prima, l'amore vero è quell'amore che vivono due persone che si sono scelte una volta e soprattutto, si sono scelte di nuovo nonostante i rispettivi errori...

Eppure, da allora, tutto era cambiato e lei non se ne capacitava... Il perché, il quando, i sentimenti di Ross cambiati così repentinamente come se la morte di Ned si fosse portata nella tomba l'anima altruista e buona del suo uomo, lasciando al suo posto una persona fredda, impersonale, distante e senza scopo o morale, che lascia e tradisce la sua famiglia per...

Scosse la testa, non voleva pensare a Tess e a Ross! Non voleva o sarebbe impazzita e non poteva permetterselo!

"Mamma, suoni?" - chiese Clowance.

Le sorrise. "No amore mio, direi che non è il caso. Perché con Prudie, Garrick e tuo fratello non uscite fuori a fare due passi? Fa caldissimo qua dentro".

Prudie sospirò, prendendo i bimbi per mano. "Anche fuori, si frigge! E c'è pieno di zanzare, mi stanno prosciugando di tutto il mio prezioso sangue e anche io avrò a breve bisogno di rum per tornare a sorridere".

Jeremy e Clowance risero ma poi, forse annoiati, la seguirono senza fare storie.

E rimasta sola, come in tranche o spinta da antichi ricordi, Demelza sfiorò d'istinto un tasto della spinetta, facendone uscire un suono armonioso che riempì le mura della Chiesa.

Forse richiamato da quel suono, dalla canonica, un prete fece capolino. Era un uomo di mezza età coi capelli biondi, fisico magro e asciutto e dall'aspetto piacevole. Era un uomo gradevole e a Demelza venne da pensare che in gioventù doveva essere stato anche molto affascinante con quei suoi occhi magnetici, color del ghiaccio.

"Scusate, non volevo toccare" – si scusò.

Il prete le sorrise dolcemente, avvicinandosi. "Oh, non importa. La massima aspirazione di uno strumento musicale è quella di essere usato. E quella povera spinetta è quì a prendere polvere, senza che nessuno la sappia usare, da almeno due anni".

Demelza rispose al sorriso. "Se nessuno la sa usare, che ci fa quì?".

L'uomo accarezzò lo strumento musicale. "Me la regalò una famiglia di migranti, due anni fa. Erano diretti nelle Americhe e l'avevano portata con se dall'Inghilterra ma il viaggio si stava dimostrando troppo gravoso per loro, già pieni di figli e bagagli, quindi la donarono alla mia piccola Chiesa prima di ripartire. E da allora è quì, ad aspettare che qualcuno la riporti in vita".

"Capisco".

L'uomo la osservò, curioso. "Non vi ho mai vista, siete appena arrivata?".

"Sì, sono sbarcata con la mia domestica, i miei due figli e il mio cane poco fa".

"Oh, capisco... Di solito vado sempre a dare il benvenuto ai nuovi arrivati al porto, quando attracca una nave. Ma stamattina dovevo benedire un condannato a morte e quindi non ho potuto esserci...".

Demelza sospirò, pensando alla voglia di Jeremy di assistere all'impiccagione. "Il pirata? Al porto pubblicizzavano la sua esecuzione come se si trattasse di uno spettacolo".

Il prete rise. "Quì può sembrare tutto un pò assurdo sulle prime, ai nuovi arrivati. Dovrete abituarvi, non siamo in Inghilterra e da queste parti la gente non ha nulla e ogni cosa fuori dall'ordinario che succede, per queste persone è un evento".

Demelza spalancò gli occhi. "Lo condividete?".

"No, certo che no. Ma conosco questa gente, come vive e le difficoltà che incontrano sulla loro pelle... E nella mia posizione privilegiata, non sono in diritto di giudicare ma spero di saperli in parte guidare, quando vengono alle mie Messe".

Demelza sorrise, annuendo e trovandosi d'accordo con lui. Sembrava un brav'uomo, una persona saggia e aperta di idee e soprattutto, un esperto degli usi e consumi della Jamaica. "Potreste aiutarmi a trovare delle persone? Sono gli unici contatti che ho in questa terra e sicuramente voi siete quello che conosce gli abitanti di questo posto meglio di tutti".

"Chi state cercando?".

"Una giovane ragazza inglese bionda, Cecily Hanson. Dovrebbe essere arrivata quì lo scorso anno assieme a una donna di colore, Kitty Despard".

Il prete si accigliò, pensieroso. "La donna di colore non è una schiava, vero? Non mi sbaglio, giusto?".

Demelza sorrise tristemente ricordando il gruppo di schiavi visti in catene poco prima, chiedendosi se mai si sarebbe abituata a visioni del genere, tanto cruente e crudeli nella loro crudezza e spietatezza. Ma quanto meno, il prete forse sembrava conoscere chi stava cercando... "No. Fu liberata e poi divenne la moglie di un governatore inglese dell'Honduras".

"Sì, ho capito di chi parlate, le conosco". Gli occhi azzurri dell'uomo si fissarono su di lei, indagatori. "Posso chiedervi cosa vi porta quì, signora? Vostro marito è morto e siete in cerca di una nuova vita? Cosa vi lega a quelle due donne che cercate?".

Demelza capì che quelle domande, poste da un uomo guardingo che in quelle terre doveva aver visto di tutto, fossero più che legittime. Certo, non era semplice raccontare di se, ma aveva davanti un sacerdote che sembrava molto aperto di idee e sicuramente l'avrebbe ascoltata senza giudicare, se era vero quanto detto poco prima. "Mio marito è vivo, in Cornovaglia e probabilmente in questo momento è fra le braccia della sua giovane e intraprendente amante". Lo disse cercando di mantenere tutta la sua dignità, guardandolo negli occhi senza vergogna perché lei non sentiva di doverne provare, ma la voce le tremò. "Me ne sono andata per i miei figli, perché possano vivere sereni e senza provare il dolore che provo io in questo momento, perché abbiano una nuova possibilità in queste terre lontane. Kitty e Cecily sono amiche di famiglia e sono giunte quì con le mie stesse aspettative di una vita nuova dopo averne lasciata una difficile in Inghilterra. Non mi stanno aspettando ma so che sarò la benvenuta".

Rimasto in silenzio, il prete annuì. "Mi spiace per la faccenda di vostro marito, ovviamente. E ammiro il vostro coraggio, ce ne vuole molto per venire in queste terre tanto difficili... Quì non vige una vera e propria legge, è tutto in divenire, in costruzione, tutto in balìa di uomini, umori ed eventi mai uguali al giorno prima. Vige la legge del più forte e del più furbo, vige la consapevolezza che il fine ultimo della giornata è avere la pancia piena e un cuore che batte la sera, cosa non così scontata in queste terre popolate da briganti, pirati e soprattutto uomini potenti e senza scrupoli. E' una terra difficile dove crescere dei figli e ammiro il vostro coraggio nel tentare di farlo quì".

Demelza tremò. Che non sarebbe stato facile, lo aveva già capito. Ma le parole del prete le resero ancora più chiaro quanto fosse incerta la loro situazione. "Non ho avuto scelta".

"Cosa ve ne pare della Jamaica, signora?".

Demelza chiuse gli occhi, ripensando allo splendido mare che li aveva accolti. "I colori di queste terre, del mare, del cielo... Sembrano i colori del Paradiso" – rispose, cercando di non pensare alle brutture viste dopo lo sbarco.

L'uomo alzò un sopracciglio, sornione. "Oppure sono i colori sgargianti ed ingannevoli dell'inferno, non ci avete pensato?".

Fu costretta ad annuire, aveva colto nel segno. "Sì, ma di natura cerco di essere ottimista e di vedere il bello nelle cose".

"E l'ottimismo vi servirà. Ci sono persone gentili e solari, in queste terre. Sono quelle che hanno meno ma che sono pronte a tendere una mano a chi ha poco come loro. Poi ci sono i grandi signori delle piantagioni, persone che non hanno né morale né cuore. Dovrete imparare a rispettarli, dovrete imparare a non farveli nemici e a guardare altrove quando noterete che fanno cose che non vi piacciono. E DOVETE non farveli nemici, se volete vivere in pace".

"Uomini come Copper?" - chiese, di getto, ripensando alla bambina sulla nave e al marinaio al porto.

"Lo conoscete?".

"Ne ho sentito parlare".

Il prete divenne serio. "SOPRATTUTTO uomini come Copper. State attenta...".

Demelza strinse i pugni, mentre sentiva stranamente l'ombra di quell'uomo sconosciuto allungarsi su di lei per qualche ignoto motivo. "E gli schiavi?". Lo chiese in modo diretto, spinta dalla curiosità di sapere cosa avesse da dire quello strano e saggio prete.

Il sacerdote sospirò, allargando le braccia in segno di resa. "In questo mondo nuovo e senza regole, fanno parte dell'economia. Una piaga, certo... Ma al momento necessaria".

Demelza spalancò gli occhi. "Cosa? Approvate?".

"No, ovviamente. Ma non posso fare nulla, nessuno può fare nulla perché opporsi e farsi nemici i loro padroni, mi precluderebbe la possibilità di poterli aiutare quando ne ho l'occasione. Vivono vite dure, muoiono come mosche e per me è una pietà vederli... Ma fanno parte di questo mondo nuovo, come i pirati".

Demelza era sempre più sconcertata e ogni sua certezza pareva cadere davanti alle parole di quel prete. "E i pirati? Li approvate?".

L'uomo le pose gentilmente, in modo paterno, la mano sulla spalla. "Anche loro fanno parte di questo strano mondo che avete scelto per vivere. Li conosco, sapete? Canaglie, ma in fondo gente allegra che sa strapparti anche un sorriso e che soprattutto non ha l'ambizione di voler insegnare agli altri come vivere e di certo non ambisce a limitare la libertà altrui. A loro basta del buon rum, qualche battaglia in mare per stabilire chi sia il più forte e trovare oro da chi ne ha e da chi possono rubarne. Di certo noi poveri mortali non siamo nella loro lista, non dovete temerli... In fondo, fra un pirata e uno dei proprietari terrieri di questa isola, io scelgo i pirati. E tifo per i pirati, quando per qualche motivo si mettono a combattere con i mercanti di schiavi...".

Demelza ripensò alle parole del vecchio marinaio visto al porto, così simili a quelle di quel prete, rimanendone sconcertata. I pirati le erano sempre stati descritti come la feccia del mondo, criminali e ladri senza pietà, persone pericolose e in effetti dovevano esserlo, il prete non lo aveva smentito. Ma di certo in quell'angolo di mondo non erano i peggiori. Sospirò. "Ogni mia certezza negli ultimi mesi è caduta. In fondo credo che da quì in poi non dovrò stupirmi più di nulla ma anche se potrei abituarmi ai pirati, dubito che riuscirò mai a essere indifferente quando incontrerò uno schiavo. E' una cosa orribile quella che viene fatta a quelle persone. Privare qualcuno della sua libertà e trattarlo come...".

"Come una bestia?" - la interruppe il prete.

"Sì, come una bestia...". Demelza ripensò in quel momento a Ross, alle sue tante battaglie combattute per cause simili prima di Ned, prima di Tess, prima di abbracciare le tenebre... E si chiese cosa avrebbe pensato il vecchio Ross di quelle terre e di quelle persone. Di certo il suo Ross non sarebbe stato zitto, non sarebbe rimasto indifferente ma si sarebbe inimicato tutti i vari proprietari terrieri dell'isola per difendere le sue idee e i più deboli.

Il prete la prese alla sprovvista ancora una volta. "Non guardate alla schiavitù solo in negativo. Certe volte è una via di salvezza...".

"Cosa?" - chiese, inorridita.

Il prete le sorrise. "Lasciate che vi spieghi: il destino di questi schiavi non è la libertà, nessuno potrà darla loro, almeno in questo secolo e secondo me, anche oltre. Ma se il loro destino è essere schiavi e una persona sensibile come voi può sottrarne uno a gente come i signorotti dell'isola, allora dovreste prenderlo sotto alla vostra ala. Non avrà la libertà ma avrà una vita dal sapore più gentile e degna di essere vissuta. Capite cosa intendo?".

Demelza deglutì. Capiva il fine ma non giustificava il mezzo. "Non potrei mai farlo, anche se comprendo cosa volete dirmi, la mia coscienza me lo vieterebbe".

L'uomo divenne serio ed alzò il tono di voce. "La vostra coscienza, se vorrete vivere in Jamaica, andrà azzittita per forza e molto spesso. Pensate a cosa dico e meditateci su".

Esasperata e sentendosi come in trappola, Demelza trovò una scappatoia a quella discussione che stava diventando difficile. "Anche volendo darvi retta, ho a malapena i soldi per il cibo per i miei figli. E ne aspetto un terzo...".

L'uomo le guardò il ventre. "Lo vedo... Sapete come mantenervi quì?".

"No, non ancora. Qualcosa mi inventerò".

L'uomo le sorrise, più affabilmente. "Non servono molti soldi quì, la natura è ricca e rigogliosa e da frutti e pesce in abbondanza. Non si diventa grassi ma non si muore di fame. Per il resto, se saprete sfruttare i doni di alberi, piante e mare, potrete preparare vivande per le navi in partenza, marinai e pirati pagano bene il cibo che le donne del porto preparano per i loro viaggi. Per questo vi ho detto che i naviganti, QUALSIASI tipo di naviganti, sono importanti per l'economia di questo posto. E per il resto...".

L'uomo si bloccò pensieroso e Demelza si sentì sotto osservazione. "Per il resto?".

Il prete si avvicinò alla spinetta. "Non posso pagarvi che qualche moneta, ho la Chiesa e l'orfanotrofio da gestire e di bambini da sfamare ne abbiamo molti, ma se voi poteste venire a suonare per i fedeli la spinetta durante le funzioni, sareste ricompensata oltre che con la mia gratitudine, anche con qualche piccolo incentivo. Non vi farà ricca ma assieme al resto, renderà meno grama la vostra vita e vi permetterà di provvedere meglio alle piccole necessità dei vostri figli. E inoltre, in questa isola dove si ama cantare e ballare, forse il suono della spinetta farà accorrere più fedeli e le offerte per la Chiesa aumenterebbero. Ci state, signora...? Non mi avete ancora detto il vostro nome!" - notò improvvisamente, arrossendo.

"E voi non mi avete detto il vostro" – rispose lei, a tono.

"Sono Padre Colin, ero un piccolo prete nel nord dell'Inghilterra ma ho capito che una vita spesa in queste terre ancora tanto inospitali poteva avvicinarmi di più a Dio che quella più comoda vicino a casa mia".

Demelza gli strinse la mano. "E io sono Demelza Poldark, originaria della Cornovaglia, mamma di Jeremy, Clowance e...". Si bloccò, sfiorandosi il ventre. Avrebbe potuto e voluto dire che era anche la madre di Bella ma ancora una volta non riuscì ad usare quel nomignolo affettuoso per sua figlia. "Lei sarà Isabella-Rose. E accetto volentieri la vostra offerta di suonare la spinetta. Sono disperata, senza soldi e senza aspettative. Ogni aiuto offerto per me è ben accetto".

Il prete sorrise, soddisfatto quanto lei. "E allora vi aspetto domenica. Ma ora su, andate dalle vostre amiche Kitty e Cecily".

"Non mi avete ancora detto dove trovarle" – fece notare lei.

L'uomo si sedette su una panca. "Non vivono al villaggio ma fuori, in una zona qua vicino ma isolata. Le conosco, la ragazza è una persona combattiva e di carattere, buona e gentile quanto voi d'animo. E la donna di colore è una persona combattiva, libera e sempre indaffarata. Ma la sua condizione di donna libera, tanto inusuale per chi ha il colore di pelle tanto scuro, non si adattava alla vita al villaggio dove sarebbe stata mal vista da tutti e dove sarebbe stata vittima di angherie dai potenti che non potevano assoggettarla... Tornate a ritroso verso il porto dove avete attraccato, oltrepassatelo ed arrivate alla spiaggia. Camminate per un centinaio di metri e dove la sabbia bianca lascia il posto alla foresta tropicale, troverete delle piccole casupole in legno. Sono rifugi abbandonati da pirati, disabitate. Tranne una ben visibile dalla spiaggia, che Kitty e Cecily hanno sistemato e che ora è diventata la loro piccola casa. Vivono lì, assieme al bimbo avuto dalla signora Despard alcuni mesi fa. Le vedo la domenica per le funzioni e a volte la giovane Cecily viene quì al villaggio durante la settimana per comprare cibo".

Il viso di Demelza si illuminò. Ma allora Kitty ci era riuscita!!! Era diventata madre e la gioia per lei che tanto aveva sofferto, era mitigata solo dal dolore per Ned che non avrebbe potuto conoscere suo figlio. "Grazie, grazie di tutto padre Colin" – disse al prete, con voce spezzata dall'emozione.

"Grazie a voi" – rispose l'uomo. "E ora andate e recuperate i vostri cari, ripensate alle tante parole che ci siamo detti e siate puntuale questa domenica. Vi aspetto".

"Lo farò" – rispose Demelza, col cuore ancora pieno di dubbi ma decisamente più leggero. Forse il primo passettino della sua nuova vita in Jamaica era stato compiuto e anche se non capiva o concepiva tante delle cose che padre Colin le aveva detto, si sentiva decisamente più ottimista per quella nuova vita, rispetto a poche ore prima.

E felice di essere arrivata fino a quella Chiesa, corse fuori a recuperare i suoi figli, Prudie e il suo cane, con la consapevolezza che la sua nuova vita stava per iniziare e che doveva essere fiera di se stessa e del coraggio dimostrato arrivando fin lì. Gliene sarebbe servito molto altro di coraggio ma in quel momento capì che doveva fare un piccolo passettino alla volta.

Quando uscì fuori udì un gran trambusto per le vie e notò Prudie e i bambini seduti sul gradino della Chiesa, con Garrick, che si guardavano attorno per cercare di capire cosa stesse succedendo.

Padre Colin uscì, attirato da quel baccano. E rise...

"Che succede?" - chiese Demelza.

L'uomo indicò la piazza che doveva trovarsi oltre quel dedalo di casupole e vicoli. "Sono arrivati i pirati, li aspettavo! E hanno fatto scappare l'uomo che era stato condannato! In barba alle guardie e alle nostre vecchie leggi della cara, antica Inghilterra".

E ridacchiando come se fosse soddisfatto della cosa, per nulla stupito per l'accaduto, entrò di nuovo in Chiesa lasciando Demelza e gli altri stupiti, interdetti e ancora più consapevoli che quel mondo era totalmente diverso da quello da cui provenivano.

Ma a Demelza venne da sorridere, anche se si trattava di un pirata... Che posto bizzarro quella Jamaica!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Poldark / Vai alla pagina dell'autore: lady lina 77