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Autore: MilesRedwing    16/01/2020    1 recensioni
"Si, ho scritto io la storia.
E si è in terza persona, preferivate altro?"
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knock Out, Megatron, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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"Una pioggia di comete in tempeste che rimbomba completamente nei processori di chi la guarda come una inevitabile razza di armi disumane a distruggere un plotone, un'armata di seeker, un esercito, un popolo. Soltanto perché la nova prima in questione decide sia giunta l'ora di cambiare forma. Affascinante.
Cosa può fare la volontà di potenza di un singolo contro una moltitudine. Esattamente come noi, vero Windy? "

Al di sopra di quello che Valerius Overlord sempre suscitava nei terzi, quando minacciava, sillabando statuti e infamazioni ben peggiori di ciò che si diceva di Tarn di Messatine in quel preciso settore galattico, c'era una figura, differente, che aveva un chiaro intento pittorico, sebbene l'esecuzione impressionistica impedisse di farsi un'idea nitida sulla sua natura. Sembrava trattarsi di un mostro o di un simbolo che rappresentava un mostro.
Nemmeno una fantasia malata avrebbe potuto concepire ciò che colui che proclamava era stato ai tempi decaduti.
Agli albori del Primo Conflitto, non saremo infedeli allo spirito della cosa se ci limiteremo a questa, egli aveva affrontato Megatronus D-16 sulle prime avvisaglie della Nemesis, l'allora Trypticon, nella sua forma grossolana ancora munita di t-cog funzionante.
Gli aveva dato due opzioni, quando il Generale s'era rifiutato di accontentarsi di far parte assieme a Black Shadow e gli altri Fase Sei delle sue bestie da caccia, il cannone a fusione gli aveva ordinato di scegliere se fare come dettogli o non farlo, includendo nella seconda opzione una caccia che nei suoi confronti non sarebbe mai cessata, spezzandolo e torcendolo lembo per lembo.
E questo perché era vero Overlord fosse la soluzione finale, quello che certo Glitch sarebbe potuto essere non avesse scelto il contrario proclamandosi essenzialmente un boia da principio, lui era colui che dove chiunque altro falliva succedeva.
Alcuni lo avevano ritenuto un folle, ma oltre l'imprecisione, non perdeva mai il controllo, Valerius, il vincitore, il valido, destinato a grandezze indegne d'essere nominate tali da dei mortali.
Si diceva vedesse ogni campagna militare come una chance di promozione dall'omicidio al genocidio e che divorasse i resti delle proprie vittime di guerra, nel più bieco e sincero cannibalismo.
Molte di quelle voci erano vere, però magari solo quella di Ebenezer gli faceva paura.
No, no, no, non paura.
Ribrezzo, ribrezzo sarebbe stato più adatto.
Vi basti sapere che a Caldoon 4 persino lui scelse contro la Causa, contro i Decepticon e quella vuota ribellione di volontà di potenza di un singolo contro una moltitudine e per questo motivo forse paventava la DJD anche lui - magari più quello di cui avrebbe dovuto rispondere una volta dissacrati i loro resti e non il contrario, per una volta.
La verità era che sia Glitch cosiddetto che i suoi ex commilitoni e la sua stessa storia lo facevano ridere, di disgusto e riprovevole senso di superiorità, finanche sulle proprie discendenze.
Femmine e autobot per giunta, poiché non sarebbe mai potuto mancare a giocargli sporco anche il destino.
Eppure se di qualche briciola era grato alla sorte, Windblade Target ancora si prospettava adeguabile a riavvii di sorta.

"Avevamo detto niente distrazioni, padre."
Gli girò intorno solenne, roteando la lancia che stava ripulendo dai fluidi rappresi di Kaon, dei quali, nella migliore tradizione di famiglia, era ancora incrostata.
"Dillo alla sedia elettrica che tuttavia non hai ucciso." Portò un digit all'elmo, vicino alla cicatrice sull'ottica destra.
"Lo so benissimo."
"Pensi che mi fermerei dinanzi a te per il nome che porti? Anche io ne ho uno." Smaccò oltraggiandolo la ragazza, rimarcando quanto poco lo ritenesse. Non gli era sfuggito di non averlo spento, lo switch off garantito sarebbe stato privarlo della carica, quel maledetto di 113 ne possedeva una notevole e avrebbe impiegato mezza giornata, ma lo aveva ferito gravemente, all'interno e all'esterno e a lei bastava, percepirsi l'illusione del pericolo e della madornale fierezza nemica di un incubo agli occhi di Redwing Supernova Skyfire.
"Lo so. Lo vedo." Le rispose increspando la labbra in un ghigno d'ere spente.
Alla fine non era mai stato in suo aggiornamento mostrarsi fedele, leale o anche solo programmabile.
"Ma non ho mai approvato la tua decisione di utilizzare i simulacri."
La VTOL girò i razzi, sbuffò, gliene puntò uno alla gola e quello giustamente lo morse, facendola desistere ruggendo.
"Credevi di avere un'opzione migliore? Eh?! Parla! "Comandante"! "Generale, Signore!" "Over- Lord"!! Non sei niente. Non hai concluso una singola dannatissima battaglia portandola a una vittoria ... padre.
Starscream Skyfire ne ha vinte più di te a Metroplex e Sunstorm a Helix City e Thundercracker e Skywarp e Black Shadow a Garrus-9! Persino Ebenezer Break ..."
"STA ZITTA!!"
"No."

Ogni loro ciarlare aveva le stesse cifre.
Non gliel'avrebbe data vinta, l'avrebbe ferita, azzannata e magari lasciata tra gli scarti o usata come carburante per la navicella.
Lei si sarebbe ribellata, avrebbe giocato sporco di nuovo, gli avrebbe mentito e lui si sarebbe visto costretto a chiederle perdono e trovarsi dalla sua. Come sempre.
Qual'era lo scopo di tenersi una protoforma cresciuta sotto le assi solo per ricavarne un intralcio?
I simulacri erano cannoni di illusioni al plasma, disegnavano doppi identici al cybertroniano o all'organismo senziente in questione, i modelli più aggiornati perfino agli organici, per collocarli in un luogo designato, farli agire al tuo posto, non esponendoti perciò totale alle linee nemiche, eppure garantendo una riuscita.
La sua idiota numero 2 si era azzardata a fallire pure con quel metodo e non contenta quasi sicuro ai joor, Tarn si sarebbe accorto del trucco giocatogli, gli sarebbe bastato guardare i sensori di sicurezza, lasciati accesi e illesi da Windblade.
Un sensore non rilevava un simulacro, ma un vero segnale.
Ricollocò nei rimasugli di processore a cosa gli avesse giovato la doppia turbina a parte tutto, si voltò in direzione dei prigionieri, ancorati saldamente nelle prigioni dell'incrociatore.
"Certo, devo riconoscerti che hai fatto un lavoro egregio con questa vecchia parabola. Ad ogni modo assumo il comando, perlomeno in guida cosmica e accetto solo per ... la promessa che mi hai fatto." La azzannò sprezzante ed estraneo con le iridi rosso fiamma.
Lei ringhiò, batté la lancia scarica sulla teca di Sunstorm Skyfire, in stasi, pietrificata, accanto al gemello e a Skywarp, invece coscienti.
"Non la passerai liscia, brutta strega!"
"Se nostro fratello è ancora online e purtroppo ti garantirei di si"  accompagnò con bassa intonazione Thucker "fossi in te mi ammazzerei da sola per avere una fine più dignitosa. "
La cityspeaker rise, mentre Overlord chiudeva il portellone, impostando le coordinate vere stavolta dei Cancelli di Granito.
"Adesso, Comandante, è ora di attenderli, vedi" premette un bottone e una gabbia contorniata da sette cancelli laser si aprì furibonda, liberando una bestia narrata solo in leggende incise manualmente a laser su delle tavole, nei settori più tecnorganici e dimenticati.
Grimlock le sorrise, avvelenato da chissà quale sostanza, Valerius alzò un sopracciglio, poi ghignò a sua volta, rilevando un noto segnale sugli scanner di bordo.
"Adesso, Sterminatore... finiremo quello che abbiamo cominciato a Necroworld."






"Ahi, ahi, ahi ..."
Il bisturi laser affondò impietoso a fondergli i nervi sotto il rivestimento, con precisione chirurgica disinnestò un aggancio e tolse via l'apparecchio bruciato.
Nella recuperata e reinstallata per la 34.567esima volta seconda medbay della fiera croce di Cybertron, il Generale Tarn Breaker ironizzava esausto sulle dovute cure e sostituzioni ai suoi usurati doppi t-cog aggiornati di recente, da parte della minicon Nickel.
"Tanto non ti crederei, ma da qui niente destronium, Tarn, mi dispiace e posso montartene uno e basta stavolta. In primis perché per forza di cose non ci avanzano, in secundis, hai una risposta eccellente, ma dovresti ricaricarti, i tuoi livelli di energia sono al minimo, ti farei del male e non sto parlando di soglia di sopportazione, sto parlando di spegnimento cronico."
"Mhm e come faccio a ricaricarmi qui e ora, Nickel?"
Saggia considerazione. Effettivamente con la ragazzina a scardinare alfine se stessa oltre che Starscream, portare loro pazze alle calcagna, mappe segrete e oggetti microscopici introvabili, Fantine di Tempeste mine vaganti e similia, non era difficile comprenderlo su quanto non riuscisse a prendere sonno, aldilà delle sue decisioni di tenere per sé certe informazioni.
Era un saggio caporale e un brav'uomo, quando se lo ricordava.
Per quanto brav'uomo potesse definirsi uno che spegneva la gente.
Gli accarezzò il rivestimento della cintura e ammiccò flebile:
"C'è da concederti che rispetto all'ultima volta l'involucro è integro e che rispetto a Kaon un altro po' neanche ti sento respirare"
Tarn sbuffò una sghignazzata sommessa, si girò su un fianco e la lasciò finire, evitando di intaccare ulteriormente il suo orgoglio e il loro integro rapporto professionale vice-Generale, medico- paziente, quelle faccende lì, che inevitabili con Kornelia a bordo erano andate incontro a un consistente stadio di ruggine e degrado.
A voler essere precisi aveva anche subito il parziale distacco di un cannone al plasma e una escoriazione profonda sul braccio sinistro, ma non era un mech che si lamentava, anzi il più delle volte indossava qualunque cicatrice che gli calzasse a pennello con l'eleganza dovuta e la reinstallava a mani nude, senza medici di sorta, cogliendo l'occasione per testare nuovi biomeccanismi e upgrade di trasformazione.
Ma se quasi invero aveva voluto bene a Nicole e gliene voleva ancora, non era mai stato falso quanto per lui il solo cambiare modalità fosse una droga.

La dottoressa strinse bullone dopo bullone, saldò il rivestimento con uno strumento da 25, cosa che andava bene su un modello della sua stazza, indusse una stasi locale con un'enerstud di media grandezza, inserito l'organo ne installò il codice e l'avvio e gli chiese di fare una prova attivando il cannone di Knockout di più recente forgia.
In quel momento entrò Stormrider e Kaon, in stasi forzata da qualche megaciclo dopo aver strappato la corda della propria convalescenza, prese a sfrigolare tesla e motori, scaricando in imperterriti tacchettii i recettori audio del Generale.
Nickel già sopportava quella sedicente seeker molto poco, ingoiava come pillole con clamorosi e mortali effetti negativi il suo attaccamento dopotutto corrisposto e morboso a quella cosa imbecille di sei metri e tre quarti che lei adorava chiamare *il suo capo* e avrebbe magari optato potendo scegliere per un esercito di sedie elettriche ferite, piuttosto, oppure per prenderla a piccioni, ma se il suo incarico era quello, più che lanciare maceti in una giungla di supposizioni malandate e appunti scritti male, che si sarebbe dovuta aspettare?
"Questo rumore ..." ringhiò intanto Ebenezer tirandosi a sedere sulla berth.
"Allora ti senti meglio" esclamò la disgrazia alata, annotava Nickel tra sé.
"Trovo che ti stia benissimo, detto sinceramente."
Tarn naturalmente la ignorò, avviandosi piuttosto a occuparsi del vice, del rapporto che questi gli doveva da joor e di un ostico seppur tangibilmente possibile sospetto che a dispetto di qualsiasi altra valida motivazione gli aveva impedito di trascorrere notti serene, uno riguardo la battaglia irrichiesta in cui erano stati forzati e  il solo individuo in grado di farlo imbestialire sul serio.
"Kaon. Starei cercando di recuperare le forze, nonché la pazienza. Ora mi rendo conto che tu e pazienza non possiate coesistere nella stessa frase, tuttavia ..."
All'intercalare notò improvviso quanto il ragazzo se ne stesse mesto e cupo a riallacciarsi una giuntura di un parastinco con un cacciavite, dando accuratamente le spalle a chicchessia nel laboratorio, sbarazzatosi facilmente della flebo di destronium agganciatagli dalla minicon, ma non sembrava più volersi suicidare, anzi additava ira recondita quel comportamento da pena capitale e dove c'era ira c'era sopravvivenza.
Fu l'espressione di quelle ottiche assenti a preoccuparlo, a far traboccare il vaso, non stava certo a lui recitare la parte del taciturno, neanche in assenza di Vos, non stava a lui rivoltarsi e scaturire una reazione spropositata persino per Tarn, come aveva fatto Tesarus e dire che quella volta non era sparito nessuno.
"Amp." Incombé severo lo Sterminatore avvolgendo le grinfie sulla sua spalla ancora fasciata con le giunture del torace.
"Se qualcosa ti turba, non sei autorizzato a decidere di evitare di esporla, francamente sono stufo marcio di questo tuo atteggiamento e pretendo se non vuoi un provvedimento disciplinare che tu mi dia una spiegazione qui e subito ..."
"Io sono stufo, va bene?! Non ne posso più di essere tuo schiavo, Ebenezer, fanculo!"
Gli diede la scossa.
Lo scostò e imboccò la scorrimento.
Forse quel nanoclick non sarebbe mai trascorso fosse stato sufficientemente in sé da fermarlo e "fare con lui quattro chiacchiere".
Allora aveva ragione, era un incipit di ammutinamento, non soltanto l'ennesima incertezza da parte sua, da quando avevano abbandonato la nave o da quando aveva rischiato la vita, rischiato di perdere anche lui due ali fascinose?
Almeno la scintilla gli era stata risparmiata.
Damus ignorava in quale senso, Tarn non ci credeva affatto, vista la profondità delle orbite di quello e Ebenezer e Glitch stavano tirando a sorte.
Schizofrenia dannata.
Kornelia evitò saggia di introdursi nella conversazione, ma grazie alla componente di sangue dell'Unicron ancora ben rilevabile nei suoi cosiddetti poteri, riuscì a imporsi una qualcerta telepatia nei confronti del carro armato, portò istintiva il guanto destro alla gola, dove un umile ciondolo di rame ancora spiccava dopo tutto quel trascorrere.
Ebbe modo di sperimentare qualcosa, che forse anche Tarn saggiò in quel preciso momento, anche se non ne fu mai sicura, che da ere spente si era negata, come ogni seeker che si rispettasse: ricordare.



*Cybertron - Nemesis - attracco ad Iacon, vorn 1.998beta, giorno 16, orn terzo*


"Capisci, fratello, per te è facile."
Due degli alti gradi degli ufficiali di volo dei seeker di Megatron, discutevano vibratamente lungo le pareti esterne dell'incrociatore ormeggiato alle porte della splendida ex roccaforte degli autobot.
La guerra era appena cominciata, e Starscream e Skywarp tuttavia localizzavano maniere di lamentarsi.
"Nessuno vuole il tuo posto. Per me è diverso ..."
"Si, si, ovvio, occupi la posizione più ambita e blah blah blah, sentimi bene, Varian, se continui su questa strada dubito molto che tu ..."
"Esatto! Tuttavia hai ragione, così non posso proprio continuare."
"Infatti."
"Farò destituire Shockwave il prima possibile, ho bisogno di avamposti, cimici, esigo il tutto quanto prima e soprattutto..."
Una giovane unità secondaria d'apprendistato interruppe il giovane Air Commander come già da tempo era usuale fare.
"Che accidenti vuoi tu?! E chi saresti?"
"Knockout, ricordi? Ci siamo conosciuti nel laboratorio di mio "padre" qualche vorn fa " il disgraziato mimava anche delle virgolette con i digit, probabile lo avesse terminato egli stesso, povero Cassius, Starscream lo conosceva...
Dannazione alla sua anima.
"Volevo farti notare, herr kommandant, che la tua cosiddetta prigioniera si è appena dileguata."
"Prigioniera, ma di che stai p ..."
Il jet gesticolò noncurante qualche nanoclick, sbarrò le ottiche circolari e abnormemente estese rispetto alla guarnizione della testa, scatenò impervi i tacchi dei razzi sul pavimento d'acciaio della capitale e corse ad arrestare quanto possibile la Fantina di Tempeste, la traditrice, la fuggitiva, poiché era al corrente del fatto che se quel medico affermava un pettegolezzo, al 99,9 per cento stava dicendo il vero.
Colei per cui Megatron lo avrebbe terminato.
"Allora tu sei suo fratello?"
Nel frattempo gli altri due continuarono a intrattenersi.
"Ahimé, temo sia probabile. Capitano Rook James Skywarp. E tu sei?"
"Knockout, l'ho detto prima!"
"Quindi non è un soprannome?"
L'affascinante fuoriserie ammiccò galante, gli porse un servosistema e sgrullandosi col guanto opposto della polvere dal telaio, domandò invece di rispondere.
"Direi di no. Comunque è per la guerra e quell'incidente che è un po'..."
Forse non avrebbe dovuto sparlare di Skyfire in quel modo di fronte alla sua copia sputata solo di una colorazione di miglior gusto estetico, ma rimase positivamente sconcertato quando l'altro rise concordando invece di difenderlo.
"Non c'entra niente. È proprio così."

Mentre si addossavano a una delle gallerie periferiche intrecciate con le sotterranee installate nel Primo Grande Conflitto dei loro antenati, seguendolo, indi più che costretta a fidarsi di uno che pure era stato uno dei suoi commilitoni, meschini e servizievoli alla vittima che aveva tentato di spegnere, a cercare di arrestarla e farla condannare a morte per alto tradimento dopo averla istigata su quella strada, Kornelia non poté fare a meno di esternare il proprio disappunto misto a bieca incertezza sul da farsi.
Anche fosse riuscita a scappare e Starscream non l'avesse mai acciuffata e riportata indietro, quale fato non le avrebbe garantito sarebbe tornata a cercarlo? Non era una che si prendeva in giro, né che si edulcorava gli impegni improrogabili in un groviglio incauto di scuse.
A volte dubitava di essere e basta, come certe unità di spegnimento speciali, particolari tra i Decepticon per i loro poteri nefasti e invincibili, al prezzo di emarginati, reietti, soli e incompleti.
Come accadeva ai soggetti a empurada.
Dei mostri, un'esistenza che magari avrebbe preferito alla parvenza che si ritrovava tra i meccanismi.
"Perché lo stai facendo, Black Shadow?" Ripeté avida e torcendo quanti più ricci di rame le capitassero tra le dita.
Un'ombra malcelata e ridondante, in un flebile ticchettio, lei ignorava, osò invidiarla per quell'attributo.
"Perché mi stai aiutando a scappare?"
Si nascose ancora, squadrando gli individui di cui aveva i segnali annotati nel processore. Era molto interessante. Scandagliò la zona con il monocolo in cerca di plotoni, conferme o divisioni, roteò gli artigli al posto dei servo, dubbioso, ma anche a voler sbirciare il futuro gli avrebbero predetto di attendere ere.
Gli sembrava curiosa quale unità cadetta quella femme, tutto sembrava tranne che inesperta, nobile, leale, intuibile. E a dire il vero, a lui piaceva molto intuire la gente, si poteva dire fosse la sua specialità per quanto i doni che ogni qualvolta usasse per spegnerla lo facessero sentire tanto in colpa.
Azzeccare lo aggradava quasi quanto l'idea di non doversi più celare ad alcuno, l'idea agognata, di ogni suo cablaggio arrugginito, nervo difettoso, codice riprogrammato al più vecchio e malfunzionante aggiornamento, di cui Glitch era fatto, della superiorità.
O del solo percepirsi, del proclamare d'esser divenuto, come loro, come quelli che era obbligato da regole oscene a guardare da lontano.
Forse avrebbe mai auspicato a farle lui quelle regole, un joor? Un megaciclo?

"Starscream sta arrivando" rispose il seeker violaceo spiando dietro le ali a doppia turbina di lei, scostandola dietro le proprie, gentiluomo. "Io non so cosa tu mi abbia fatto, Kornelia, ma non è questo il tuo posto. A pensarci qui e ora magari lo avrei fatto comunque, ma mi hai salvato la vita a Praxus col tuo modo osceno di volare."
Black Shadow porse una mano a Stormrider, questa vi saltò sopra e fece per scavalcare il muro di ferro kalise.
"Ed è tempo che ricambi."

Forse avrebbero pagato una delle tante vite?

"Non ti dimenticherò, vecchio amico. Riguardati, sarà una Guerra lunga" si congedò la bella vermiglia.
"È il futuro e solo io posso saperlo."
"Kornelia"
La fermò qualche nanoclick prima di affrontare le guardie e Skyfire.
"Non dirmi niente. Non credo di volerlo sapere." Intuì furbamente il seeker, pur ignorando.
"Come sarebbe a dire non hai visto? Brutto idiota! Impossibile! Perquisite la zona! Portatemi la sua testa o entro sera reclamerò le vostre! Il primo che osa atterrare a mani vuote lo abbatto!"
Sarebbe stata una seccatura affrontare quella deliziosa principessa del Comandante in solitaria, eppure Black Shadow ritenne per una becera volta nel suo miserabile agire, di non essere incorso in errore.

Kornelia era scaltra, furba e giovane e si sarebbe salvata se, oltrepassate le gallerie, la guardia dei vincitori e quella dei vinti, le spie mine vaganti e le intemperie di un pianeta soggetto alla precipitazione atmosferica che qualche orn prima l'aveva quasi uccisa, avesse saputo come proseguire.
Assiema al nobile potere di cui aveva trafugato copiose fialette da ladra, la Corruzione, s'era annaspata in lei una sensazione sgradevole e inibente,una latente insicurezza pronta a scardinare dal centro portante qualunque sua vittoria.
Dinanzi all'ultimo vicolo cieco non seppe mai se gettarsi nello spazio profondo del pozzo antistante o al di là di esso, nelle profondità del Mare di Ruggine, in direzione delle prime roccaforti ormai nemiche.
Non era più un autobot, ma non occorreva, i decepticon eliminavano chiunque fosse contro di loro.
E presto la faccenda sarebbe stata anche codificata.
"Chi va là? Chi c'è?!"
Abbassò le armi solo ed esclusivamente quando lo vide, dopo tutti quei rumori, quelle provocazioni, quei sentori di presenze terze che la controllavano.
Era lui tutto il tempo.
Biasimò schietta e sprezzante l'intero pianeta in un pensiero rivoluzionario, l'empurada, ancora in vigore, era inferiore alla pena capitale, ma infinitamente più cruda.
Le vittime venivano considerate come appestati, arrugginiti, relegati tra gli scarti a un destino gramo e una morte misera, eradicata da qualsiasi ricordo di qualsiasi database. Da un lato era quasi comprensibile in una società superficiale, una volta rimosse le fattezze di mani e capo di un individuo, che interesse si sarebbe mai potuto trovare in quest'ultimo?
Kornelia non aveva mai compreso o incluso la discriminazione idiota nella sua vita. Ci aveva già pensato il destino.
Osservò curiosa e interrogativa la colorazione di quel robot, gli ricordava vagamente una storia che aveva sentito di un individuo peculiare che spegneva la gente toccandola.
Non che vi avesse mai dato credito.
"Puoi parlare? Chi sei? Allora? Sei sordo?"

La studiò ancora e ancora, rischiando di impazzire. Registrò i suoi dettagli, i suoi movimenti, il suo modo di accentare le parole, errando gravemente la grammatica di Iacon e quella Kalise.
Il suo idioma e le sue note portanti gli sembravano arcaiche, vernacolari, come le perdute parlate nella leggendaria Vos, la capitale dei seeker. Aveva l'aspetto di una di loro, ma certo non l'attitudine, né il processore.
I seeker erano stupidi per la maggior parte, Damus lo sapeva.
Non amava ricordarsi con quel nome, ne stava cercando un altro ma fino a quel joor aveva reperito assai poco da leggere.
Era bella quella straniera, pericolosa, determinata. Intuì qualcosa nient'affatto su terzi, Glitch, né su di lei, piuttosto su se stesso, un errore che le avrebbe concesso megacicli dopo, quasi a garanzia di rivederla, di cambiare, di mostrarsi in uno stato maggiormente presentabile.
"Sto parlando con te, Glitch."
Alzò l'elmo, due artigli, si accostò, scrutandola ancora, sfiorò una sua ala, lasciandole un graffio, per sbaglio.
"Ah! È questo il tuo nome?"

"Eccola!! Sta scappando! Prendiamola!"
"Il Comandante Starscream vuole la sua testa!"

La vide roteare le ottiche verdastre a quella provocazione, saltare oltre il pozzo risoluta e salutarlo da lontano.
Si guardò le grinfie, nascondendosi di nuovo, notando vi era stato posto un piccolo cerchio di rame vosniano, inequivocabile testomonianza delle origini della misteriosa strega.
"Grazie, Glitch! Puoi tenertela, per me è solo un rivestimento" Gridò in lontananza.
"Spero di rivederti un giorno."


Un giorno.
345 joor.
4 vorn e mezzo.
568 orn, equivalenti a settimane, ma mai scandite come mesi.
Si era sottoposto a indicibili aggiornamenti, e per volere singolo e per volere di colui che poi aveva scelto di servire. Il suo frame era cambiato, le dimensioni erano distanti, il suo processore aveva acquisito la memoria e la capacità di apprendere una copiosa quantità di dati rilevanti, nonché di memorizzare la quasi totalità delle lingue esistenti.
Alla sua struttura di base il tempo, le battaglie, sempre per lui, onore e gloria, a Megatron il Gladiatore, a Towarsds Peace e al culto degli Ingannatori, avevano scolpito un'estetica, una forma affascinante, indistruttibile, ineluttabilmente letale.
La sua scatola vocale originale perennemente difettosa dopo la condanna era stata sostituita in una che aveva completamente reindirizzato il suo dono originale.
La differenza?
Francamente, dopo la sua amata diva, la letteratura, dopo la musica, la sua sonata, la Suite Imperiale, dei tempi d'oro degli avi di un pianeta pacifico e ricco, di un'età dell'oro che ammirava e agognava, ma in maniera ben diversa da quella con cui aveva bramato sicurezza e immediata risoluzione nei panni di Glitch di Iacon, dopo tutto questo TARN - "colui che spezza" in antico Altheix - Damus Ebenezer Breaker, Comandante e Generale di fregata della Peaceful Tiranny e della Divisione di Giustizia Decepticon, non avrebbe mai più avuto alcun rimorso a spegnere innocenti.


"Nome"
"Kordelia Stormrider di Vos, signore"
Rispose Kaon, solerte.
"Il suo crimine?"
La seeker sbuffò, egli ebbe qualche dubbio sull'aver preso o meno l'unità giusta, era trascorso del tempo.
"Ha tentato di spegnere la scintilla del nostro leader ben 7 volte ed è ricercata in tutto il cosmo per fare uso della ... Corruzione, mi pare si dica così."
"È falso." Sbraitò la femme con voce graffiata, mentre Tesarus stringeva le manette attorno ai suoi polsi, quasi spezzandoglieli. "La Corruzione non ce l'ha più nessuno. È da pazzi, sinceramente. Se ce ne sta un'oncia in una fiala è una prova, ahi!"
"Adagio, idiota." Lo riprese il Generale.
"Kornelia di Vos. La cosiddetta Fantina di Tempeste. Se quanto affermano è vero e sei ... immortale come affermi, come potrei mai ucciderti? Nulla di cui preoccuparsi, giusto?"
Si inginocchiò alla sua altezza, sfiorò la salda maschera con un digit, le portò l'altro servo alla gola, strinse e torse e strinse, mentre quella si dimenava disperata, ma non accadde nulla, anzi la sua mano si tinse di rosso.


Come previsto e cifrato, un vorn dopo la lasciò scappare, le diede visto d'uscita, all'insaputa della ciurma e nelle lettere di corsa non mancò di far scivolare un indizio.
Aprì i fogli digitali, Stormrider, accese il datapad al loro interno e lo constatò inaccessibile, per via di un virus, o meglio un corpo estraneo. Lo estrasse e rilevò un piccolo anello di rame, agganciato a una catenina.
"Come ...?! Tu ... non è possibile, lo hai ucciso, non è...! Glitch?"
Non le concesse altre parole, neanche la sua voce quella notte, ai confini estremi.
Le avvolse la vita, con i guanti arcigni e possenti, la sollevò da terra, impedendole di volare o trasformarsi, ma non mancò certo di agguantare il t-cog bollente nella stretta del suo fianco.
"Valuta tu stessa se saresti in grado di gestire questo genere di ... problemi, io ti aspetterei. Kornelia. Fino ad allora buona fortuna. Ora và. Non chiuderò le ottiche in eterno.
Non più ormai."
"Tarn, io ... ti prego, non "
"VAI. Ho detto. Non intendo rinunciare a te un altro ciclo, perciò voltati e vattene via, finché te lo concedo."
"Io l'ho sempre saputo quel joor al pozzo volessi dirmelo. Non mi è mai occorsa una scatola vocale tremenda, né una maschera, un'armatura o una Divisione."
Si trasformò e spiccò il volo.
Da quell'istante mantennero una promessa che si erano fatti anni prima senza mai rendersene coscienti del tutto.






*Nemesis - spazio siderale, vorn 2.020alfa, giorno 16, orn terzo*


Il rumore del cacciavite che rimbombava sulle assi, seguito dallo scalpello, la fece trasalire presente a se stessa, con il ninnolo ancora nel guanto destro, mentre avida lo riponeva sotto la fusoliera attorno alla gola.
"Vado a parlargli."
Nickel non sarebbe mai stata d'accordo con Tarn sul terminare Kaon per un'insubordinazione - come se fosse stata la prima - questo neanche lei lo ignorava, eppure quel rumore più che di sfogo, più che rivolto a lei o alle spie dello Sterminatore, le sembrò di sbigottimento, d'allarme contro qualcosa o qualcuno e sfidando ogni demone o scheletro in corpo, si girò e vide Redwing entrare, il frame completamente ametista e porpora, non lilla e dorato, le ottiche di tre diverse sfumature sovverchiate quasi del tutto dal rosso carminio e gli artigli quasi della stessa lunghezza di quelli di suo zio, avvolti da piccole scariche.
"Mi sono sbrodolata l'energon a colazione di nuovo?"
Non ebbero dubbi si trattasse veramente di lei quando si leccò priva di qualunque classe la parte anterirore dell'armatura del torace, localizzata una goccia di liquido.
"Io non c'entro, Generale, glielo giuro!"
Ah. Dunque eccola la fedele scimmietta elettronica a rincasare quando mai irrichiesto e al momento meno opportuno.
"L'ho trovata così nei suoi quartieri e ho anche scoperto ch ..."
"Kaon" lo gelò Ebenezer afferrandolo per una tesla, dove sapeva gli avrebbe inflitto una modesta quantità di dolore.
Lo trascinò in aria alla sua altezza e tranquillizzo Nickel per la milionesima, limitandosi ad un: "Ti senti meno stufo, adesso?" Sillabato in un certo qual modo, che fece scorrere al vice trentottenne la miserabile vita per intero davanti alle ottiche che teoricamente non possedeva.
"Io io sono stato un idiota, signore, può punirmi come crede, ma è un guasto ai miei sistemi di rilevamento, c'è un virus che ..."
E a quel punto il suo sospetto venne confermato.
"Quel rumore" prese a scorrere con le ottiche pulsanti e di bragia gli scanner nel laboratorio secondario ancora una volta, ticchettò sulla tastiera, poi senza pensarci strappò un collegamento esterno parassita dal fianco del suo vice.
"Aaahouch! Ma che Unicron?! Hh! Abù! Miserabile che non sei altro! Oh, grazie, grazie, boss, pensavo di averlo lasciato sulla Perla!"
Allo stupore di ciascuno, Kaon prese in mano il piccolo aggancio senziente come un gattino, coccolandolo per l'occasione.
"Vieni qui, piccola peste, non ti lascerò mai, mai più scappare, non è vero? Non è vero?"
"Kaon ... è un suo upgrade esterno per i rilevamenti criptati da segnale nemico, infatti Windblade è ancora un autobot. Lo considera un animale domestico." riagguantò disperato la tensione drammatica lo Sterminatore, fornendo le dovute spiegazioni.
"È parte della famiglia." Fece seria la sedia.
Redwing studiò confusa il nuovo arrivato, diede uno sguardo ai monitor e iniziò a districare la matassa filo per filo.
"Se due joor fa c'è stato uno scontro su tutta la navicella, zio Tarn ..."
A quell'appellativo con la coda dei sensori l'avrebbe volentieri uccisa, ma si trattenne, voleva ascoltare l'osservazione della povera sciocca.
"Per quale ragione non ci sono video di testimonianza, le spie sono rimaste accese" spostò il cursore da un punto ad un altro dello schermo e aprì diversi file do seguito.
"Anche quelle dello zio Star. Non capisco ..." alzò un sopracciglio, chiudendo e poggiandosi di schiena alla console.
Tarn si bloccò un impercettibile nanociclo, poi riaprì le schermature e le cartelle di rilevamento e constatando egli stesso la veridicità di quanto affermato dalla mocciosa, rammentò la sola cosa che avrebbe potuto provocare una simile reazione.
"Simulacri" ruggì spezzando in due un cavo d'ancoraggio a mani nude.
"Avrei dovuto saperlo! C'erano tutti gli indizi, avremmo potuto rendercene conto e ..."
Nickel e Amp si scambiarono un'intesa.
"Ebenezer, è una misura estrema, della Prima Grande Guerra, chiunque sarebbe potuto capitarc ..." tentò Kornelia invano di calmarlo, finendo braccata contro la parete opposta.
"La ragazzina ha rischiato di venire uccisa a distanza sotto i miei sensori per colpa tua! E della mia becera mania di darti retta!" Portò di nuovo il guanto alla gola, l'avvinse e la bloccò irrefrenabile, non ci fosse stata quella femmeseeker per Lei sarebbe stata la fine.
"Fatela finita, ho detto!" Gridò Redwing, scaraventandoli a terra, col mero uso della scatola vocale, che infatti circondò tutta la sua gola di Corruzione rosso sangue.
"Io non ... " si guardò i servosistemi, per sicurezza, ne raccattò le sembianze e la vide anche lì.
Cosa diamine le stava accadendo?
"Oh, eccovi." Dalla scorrimento entrò Starscream trafelato e seguito da Knockout, con ancora le lenti indosso, provenivano quasi sicuramente dalla medbay principale.
"Ebenezer, i nostri nemici hanno "
"Lo so, Varian, lo so!" Lo scostò in malo modo, imboccando l'uscita, magari qualcuno al di sopra di quello scarafaggio e con qualche cannone a fusione in più di lui lo avrebbe compreso meglio.
Non si stupì comunque quando due mani di fuoco avvolsero ardimentose i suoi fianchi, le sue costole e le sue spalle appuntite, fino a ripercorrergli la poca fisionomia percepibile ai bordi del simbolo impressogli sul viso.
"È di te che necessitiamo. E lo sai. Adesso puoi fare la tua scelta" pronunciò la seeker, con corde armoniose e tuttavia scoccanti, il giusto per tenerlo cosciente.
Gleilo aveva insegnato lui.
"Ma sappi che oggi io non intendo rinunciare a te un altro ciclo, perciò voltati e vattene via adesso, senza rimorsi, senza ripensamenti, finché te lo concedo. Ma se uscirai da quell'architrave, Ebenezer, non tornerò mai e mai più da te un singolo nanoclick della mia vita. Questo è il futuro e solo io posso ..."
Strinse i digit, mai distaccati dai cablaggi del suo collo lungo, l'inclinò leggermente a sinistra, senza spezzarglielo, sarebbe stato uno spreco.
Scostò la maschera quel tanto che gli occorreva per pagarle quel pegno e senza aggiungere altro le concesse una flebile connessione di glossa.

"Overlord e Windblade hanno utilizzato dei simulacri per combattere contro di noi, il che spiega anche come siano riusciti a rapire tua madre, Redwing. Per quanto mi riguarda non ho intenzione di morire oggi, né di farmi sopraffare da un trucco spento. Se qualcuno non si ritiene di questo avviso è pregato di parlare subito.
Io rimango."
Senza aggiungere altro, Nicole e Kaon lo raggiunsero, annuirono, a bocche serrate, posero due servosistemi su quello del loro, unico, Generale e dissero
"Anch'io."
















Uniche Note superstiti:

  - Reduvja adesso possiede sia la sua Corruzione che tra poco scoprirete da dove viene, di quella di Starscream che a quanto sembra è di nuovo quasi scarico

  - La storia di Glitch, la prima parte riguardo Overlord e in piccola sezione anche Windblade, sono tratti da ciò che i fumetti ci dicono delle backstory. Non essendo originali dettagliatissimi, alcuni particolari sono a libera interpretazione, voi stessi lettori siete liberi di immaginare quel che più vi aggrada

  - l'esterno di Kaon si chiama Abù perché nel mio cervello lui ha la voce di Aladdin di Walt Disney

  - Teoricamente anche Red che si lecca la maglia sarebbe una quote ma dubito che siate in grado di rintracciarla

  - i simulacri sono di mia invenzione descritti in questa maniera




 
 
 
  
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