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Autore: NotAdele_    17/01/2020    0 recensioni
Dopo solo quattro settimane al campo di addestramento, Eleanor Maxers assaporava
la libertà.
Si era sentita felice, dopo solo quattro settimane la sua richiesta di una camera privata era stata accolta, in barba alla sua famiglia che credeva la loro fede un ostacolo per la carriera militare.
Peccato si trattasse solo di una grossa incomprensione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mondo iniziò istantaneamente a ruotare incontrollato.

 

Nora sentiva il bisogno impellente di urlare, e nel tentativo vano di mantenere il controllo, tutto iniziò a diventare offuscato.

 

I colori, le forme, le voci, tutto era confuso e indistinto, i suoi occhi iniziarono a pizzicare, vedeva nero, sentiva i suoi singhiozzi e diceva al suo cervello di smetterla, di ricomporsi e sorridere, ma non poteva credere di essere passata dalla padella alla brace, e ancora peggiore era il fatto che fosse stata lei a buttarsi in questa situazione.

 

Ogni respiro diventava sempre più flebile e quasi non avvertì le mani che la scuotevano, la sua parte debole decise che era il momento di lasciarsi andare.

Solo le mani che tanto avrebbe temuto in una situazione normale, la salvarono dalla rovinosa caduta sul pavimento.

 

Tic. Tac. Tic. Tac. 

 

Un rumore fastidioso raggiunse le orecchie della giovane, che si passò una mano sulla faccia cercando di realizzare quanto successo poco prima.

 

La notizia. Lo stordimento. Le mani che la stringevano. Il vuoto. 

 

E ora quel dannato orologio.

 

Tic. Tac. Tic. Tac.

 

Quanto era tempo era passato? Ore? Minuti?

Tutto era confuso.

 

Alzò di scatto il busto quando una sagoma uscì dalla porta del piccolo bagno, guardo il ragazzo confusa prima di schiarirsi la voce e proferire parola.

 

-Io... Signore mi perdoni... Io non so come sia potuto accadere, le assicuro che è stat...-

 

Ancora una volta Eleonor venne interrotta, forse avrebbe dovuto iniziare a farci l’abitudine.

 

-Hai avuto un attacco di panico, reazione più che comprensibile considerando il tuo problema.

Vedi, ognuno di voi viene portato al limite quando si trova nella zona rossa.

Ma stanne certa, quando uscirai di qui, se ne uscirai, avrai più potere di quanto immagini.-

 

La ragazza boccheggiò senza avere veramente qualcosa da dire, solo una domanda le sorse spontanea, date le circostanze.

 

-Posso chiederle il suo nome signore? Oppure come posso chiamarla?-

 

Per la prima volta da quando Nora aveva incontrato gli occhi verdi del giovane, vide la sua bocca aprirsi in un ampio sorriso, che rivelava delle fossette spettacolari, rimase affascinata da quanto qualche contrazione muscolare potesse cambiare totalmente il viso di una persona.

 

-Possiamo darci del tu immagino, dato che staremo a stretto contatto per parecchio tempo.-

 

Un sorriso ancora alleggiava sul volto del ancora per poco, ragazzo senza nome.

 

Mentre Eleonor si sentiva le guance in fiamme, anche se non aveva ancora ben identificato l’emozione principale con tutto quel caos che c’era nella sua testa, si stupiva di non essere scoppiata già in lacrime.

 

Prima che se ne rendesse conto, il ragazzo riprese la parola.

 

-Comunque il mio nome è Frederick Harrison, per gli amici Fred, puoi considerarti una di loro, a meno che tu non mi faccia arrabbiare, vero Nora?-

 

Marcò molto il nome della giovane, quasi fosse una parolaccia che si è obbligati a ripetere.

 

Nora si chiedeva perché doveva considerarsi amica di qualcuno che non conosceva, le era difficile connettere i pensieri, e prima che potesse realmente pensare a qualcosa, dalla sua bocca scappò una domanda.

 

-Sembri molto giovane Fred, quanti anni hai?-

 

Si aspettava un occhiataccia e nient’altro da parte del suo superiore, ed invece lui la stupì spostandole lievemente le gambe e sedendosi sul letto di fronte a lei.

 

-Immagino che tu abbia ragione, so molte cose su di te, ma tu non sai nulla di me.

Mhm... vediamo...-

 

Nora si senti più serena riuscendo ad intravedere il lato umano del ragazzo, nonostante la soddisfazione per la sua piccola vittoria, sapeva che avrebbe dovuto fare il possibile per cambiare questa situazione, ma finché tutto rimaneva così non poteva proprio farsi odiare.

 

Se voleva andarsene da quella stanza, avrebbe dovuto dimostrarsi impeccabile, nei limiti del possibile ovviamente.

 

-Sono nato nel 1991, quindi se la matematica non è un'opinione, ho quattro anni in più di te.

Sono nell'esercito da due anni e mezzo, ed è ciò che desidero da tutta la vita.

Sono per metà tedesco, da parte di madre, il che spiega il nome da mangia crauti.

Sono il più piccolo di quattro figli, ho tre sorelle: Abigail, Victoria ed Emma.-

 

Eleanor ascoltò in silenzio, incitando il ragazzo a continuare ogni volta che aveva assimilato delle nuove informazioni.

Una domanda iniziò a vagare per il suo cervello, e ben presto ne uscì attraverso le labbra.

 

-Perché vuoi fare il soldato da tutta la vita? Se posso chiedere ovviamente.-

 

Frederick strizzò appena gli occhi, quasi come se non si aspettasse proprio quella domanda.

Pensava forse che fosse un dettaglio irrilevante, ed invece Nora appariva alquanto interessata.

 

-Sai, c'è un motivo se sono l'unico figlio ad avere un nome poco americano.

I genitori di mia madre, erano tedeschi, nonostante la loro "purezza" iniziarono ad essere perseguitati quando decisero di non attuare le leggi antisemite nei confronti degli ebrei.

Decisero così di fuggire.

Superarono il confine e arrivarono in America, ma nel 1974 un pazzo Nazista, dopo tutto quel tempo, trovò i miei nonni, che ormai erano cittadini americani con delle nuove vite e cercò di ucciderli in quanto venivano considerati traditori.

Per difendere mia nonna e mia madre, mio nonno si sacrificò.

Per questo voglio essere un soldato, per permettere al mondo di essere libero da queste persone smarrite.

Voglio rendere il mondo un posto migliore nel quale far crescere i miei figli un giorno.-

 

Gli occhi di Nora erano umidi, una storia davvero molto triste e sconcertante, quante possibilità c'erano di poter morire a causa del nazismo dopo trent'anni dalla fine della guerra?

Dio sapeva tutto in ogni caso, se lui aveva deciso così, c’era senza dubbio una spiegazione.

Ora sono in un posto migliore, questo si ripeteva Nora mentre fissava il giovane accanto a lei con un timido sorriso di incoraggiamento.

 

Ora sono in un posto migliore.


Hello, it's me! (Not Adele)

i know è passata una vita! il bello è che i capitoli sono davvero scritti, ma mi scordo di pubblicarli!
fatemi sapere se la storia vi interessa, e graze per essere passati!!!
  
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