Ricordi
Indelebili
-…300…400…500…550!
Si ci sono tutti!-
-Non
ti vuoi ancora fidare di me nonostante ci conosciamo da una vita?!?-
-Caro
Oscar, i tempi cambiano e anche le persone purtroppo… Mai sentito il detto
“fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”?!?-
Oscar
si morse il labbro inferiore. Insomma lui ed Evan
(ossia il Capo) si conoscono praticamente da quando
sono nati! Insieme ne hanno passate tante: marachelle all’asilo, litigi
infantili, giochi divertenti e… No, doveva togliere dalla testa quel brutto
ricordo che ha cambiato le loro vite, che da gioiose
divennero spente e cariche di vendetta. Oscar strinse i pugni
rabbioso pensando a quel brutto ricordo, che purtroppo era indelebile…
-Allora
damerino, con la mocciosa come sta andando?-
Il
diretto interessato scuote la testa per tornare alla realtà, in tempo per stare
attento a ciò che chiedeva il Capo… quella sera era meglio non farlo
innervosire, se non gli dai una risposta rapida
diventa irascibile e intrattabile.
-Non
preoccuparti, sta andando tutto come programmato! Le ho detto che
domani pomeriggio le farò conoscere i miei amici più cari… Domani alle 17 e
mezza in spiaggia!-
-Perfetto!-
-Capo
scusa che chiedo… la mia parte?!?-
-Ogni
cosa ha suo tempo caro Oscar… intanto preoccupati di non sbagliare, altrimenti
sai la fine che farai!-
Evan con le punizioni era proprio
sadico, amava vedere le persone urlare per le ferite profonde lasciate dal suo affilatissimo e affezionatissimo
coltellino, che vedeva spesso imbrattato del sangue delle vittime.
Oscar
non fece altro che annuire, per poi dileguarsi lasciando il Capo solo con altri
due suoi scagnozzi.
Camminava
a testa bassa e con le mani nelle tasche dei suoi blu jeans. Non poteva fare a
meno di pensare a quello che era successo a lui ed Evan,
quando frequentavano ancora la prima elementare. Così innocenti, strappati
dalle persone care, uccise davanti ai loro occhi troppo giovani per assistere a quelle scene scabrose.
-Mamma, papà… sono a casa!-
Un bambino angelico dagli
occhi smeraldo fece capolino nella hall della sua
enorme villa e corse in cucina, sicuro di trovare i genitori seduti a tavola,
aspettando che le cameriere servissero l’atteso pranzo.
-Tesoro mio! Com’è andata
oggi scuola?-
-Bene mammina…
oggi la maestra ha dato a me ed Evan una medaglia per
esser stati i più veloci nella gara di corsa a motoria!-
-Sono orgoglioso di te,
bravo!- disse la madre schioccandogli un
tenero bacio.
-Eh bravo il mio figliolo!
Eccellente in tutte le materie… ma vedi di non esagerare che sei soltanto al
primo anno!- Disse scherzosamente il padre,
arruffandogli la capigliatura mora.
-Ahah
eddai papà…-
-Dai su. Ora vatti a lavare
le mani che è quasi pronto!-
-Ok…
ah oggi pomeriggio Evan può venire a giocare qui?-
-Certo angioletto, sai bene
che a me non dispiace affatto averlo qui in casa! Ora
va…-
-Si mamma, faccio subito!-
Allegramente il piccolo Oscar
andò di sopra a sistemare la cartella in camera, fece per andare in bagno quando sentì urlare la madre…
-Dereck,
mi avevi detto che con loro la storia era chiusa… PERCHE’ ORA SONO QUI FUORI???-
-Lilia
calmati e sbrigati, va a chiudere in camera Oscar e tu fa
lo stesso… MUOVITI!!!-
Il piccolo sentì la madre
percorrere le scale in velocità e dopo qualche istante le era davanti.
-Mamma, che succede?-
-Niente figliolo, niente di
grave… ora entra su!-
-Ma
io…-
-OSCAR ENTRA!!!!-
Il bimbo si spaventò vedendo
la madre scossa e nervosa, ma obbedì subito e rientrò in camera sua… poi però vide che la madre non lo seguì!
-Mamma non lasciarmi solo!-
-Amore mio io sono vicino a
te, devo fare una cosa e torno subito!-
-Mamma…io ho paura!-
Lilia vide il figlio in
lacrime e si abbassò alla sua altezza, poi prese il suo
dolce viso fra le mani e gli schioccò un tenero bacio sulla fronte.
-Angioletto mio non devi preoccuparti, va tutto bene… Ora chiuditi in camera e
prometto che torno subito da te e ci coccoliamo ok?-
Oscar fece un profondo
sospiro per fermare le lacrime che copiose scesero sulle sue guance arrossate.
-Ok
mamma…io…io ti aspetto!-
-Bravo il mio ometto. Ora va!-
Il piccolo annuì e si chiuse
a chiave in camera, mentre Lilia si nascose tra le scale per sapere che
volevano quegli uomini da suo marito.
-Bene, bene, bene… Caro il
mio Dereck, come te la passi?-
-Shido
cosa vuoi?-
Shido
era un uomo di bassa statura, con capelli grigio-neri, baffi folti e ordinati e
occhi castani tendenti al rosso. Era accompagnato da altri tre uomini: uno era
un energumeno muscoloso e pelato dal nome Yoshi, Kiba era un uomo alto, mingherlino, con capelli lunghi e
verdi raccolti e Meto, un uomo dalla stazza normale,
capelli biondi e occhiali da sole. Tutti, compreso Shido,
portavano una pistola sulla cinghia… Si trattava di
una banda di strozzini.
-Eheheh
nervosetto oggi… Che c’è, non ti piace ricevere visite dai tuoi più cari amici?-
-Voi non siete miei amici! Ti
ho restituito tutti i 500'000 euro che ti dovevo….che altro vuoi?-
SBAM! Yoshi
per comando del capo (non altri che Shido) diede un
pugno allo stomaco di Dereck, che gemette fortemente
per non aver incassato bene il colpo. Lilia gemette a quella visione e subito
si portò le mani alla bocca per non farsi sentire. Tremava e aveva paura per la
sorte del marito, piangeva e non riusciva a smettere, rischiando di farsi
scoprire.
-Senti figlio di puttana, se
mi rispondi di nuovo con quei toni, per te sarà la fine
INTESI? Meto, Kiba…
legatelo su quella sedia!-
I due scagnozzi fecero come
ordinato, Dereck non si ribellò sia per il dolore
lacerante allo stomaco, sia per non creare altri problemi.
-Sono venuto a sapere che tua
moglie lavora alla Capsule & Corporation,
nella sezione dei macchinari che producono armi per la caserma militare… non è
vero?-
Dereck
sbarrò gli occhi, come avevano fatto ad avere tutte quelle informazioni? Anche la diretta interessata ebbe uno shock e rimase paralizzata…
-A quanto noto dal tuo
sguardo dev’essere così! Mi serve tua moglie, deve
farmi da infiltrata… voglio che mi faccia parlare col Dottor Brief, voglio che si unisca a noi per il contrabbando
d’armi!-
-Tsk!
Figurati se quell’animo buono del Dottor Brief accetti simili proposte!-
Altri due pugni al viso
arrivarono al padrone di casa. Dopo pochi secondi Dereck
senti il sapore metallico nella bocca e una fitta
fortissima al naso, che senza dubbi era rotto. Il piccolo Oscar nonostante si
fosse chiuso in camera, aveva sentito tutto quanto, compreso
i colpi che il padre incassava e i singhiozzi interminabili della madre.
Oscar con gli occhi stracolmi di lacrime, era disteso sul suo lettino in
posizione fetale, e con le mani tappò le orecchie per non sentir più nulla, ma
quel bambino di soli sei anni non riusciva a fare finta di niente, voleva
difendere il suo papà, voleva far si che la sua mamma
non dovesse soffrire, voleva combattere… ma lui aveva paura ed era normale per
un piccolo ometto come lui, anche perché, diciamocelo, non poteva fare nulla
anche se voleva! Lilia non resistette più e scese le scale in lacrime gridando:
-FERMI BASTA! LASCIATELO
STARE!!!-
-LILIA, TI AVEVO DETTO DI
NASCONDERTI!!!-
-Oh ma guarda chi c’è… quella
gnocca di tua moglie! Mhmhmh…-
-Sentite, lasciate stare mio
marito e farò come avete chiesto!-
-Lilia
no…-
-Bene bene, allora siamo
d’accordo!-
Shido
fece liberare Dereck, ma quando Meto
si era distratto, la vittima gli diede un calcio sulle parti basse
-LILIA SCAPPA!-
La moglie fece per
raggiungere le scale, ma Kiba
le si presentò davanti, afferrandola per le braccia.
-Dove credi di scappare bel
bocconcino? –
-No lasciami, LASCIAMI!!!-
-LILIA NOOOO!!!-
Dereck
fece per raggiungerla ma l’energumeno gli diede una
ginocchiata sullo stomaco e svenne, poi Meto prese la
pistola e sparò sul cranio del pover uomo, ormai
privo di vita…
-NOOOOOOO DEREEEEECK!!!! MIO DIO!!!-
Oscar si spaventò e andò a
nascondersi sulle scale e quando vide il corpo di suo padre steso a terra…il suo volto era immobile: bocca semiaperta, occhi spenti ma
allo stesso tempo sbarrati e le lacrime non scesero più. Quello che si
definisce uno shock! Il suo corpo non rispondeva, la sua
mente non connesse e tutto il mondo si fermò sul corpo del padre che
giaceva al suolo, privo di vita e inondato di quel disgustoso liquido denso
colore degli stessi occhi che aveva quell’uomo
artefice di tutto! Poi un altro urlo di sua madre lo destò da quella ipnosi e le lacrime ricominciavano a sgorgare dagli
occhi.
-CHE AVETE FATTO?!!! ASSASSINI FIGLI DI PUTTANA!!!!!-
Lilia si dimenava e urlava
arrabbiata e triste, ma poi un leggero colpo al suo stomaco la zittì, facendola
cadere priva di forza sul pavimento, accanto al
marito.
-Ora anche lei ha capito di
che cosa siamo capaci mia signora, le conviene fare ciò che chiedo! Muahahah!-
Shido
rise di gusto e quella risata cominciò a rimbombare nella mente di Oscar, che ancora non ebbe forza di muoversi, come se il
suo corpo fosse paralizzato.
La donna si raggomitolò con
le mani sulla parte dolorante. Dalla bocca fuoriuscì sangue, mentre acide e
pungenti lacrime scesero sul suo volto terrorizzato.
La banda di strozzini fece
per uscire di casa, quando Lilia ebbe la forza di
rialzarsi e di approfittare la distrazione di Shido
per prendere la sua pistola. Tutti e quattro si girarono e videro la donna
sofferente con sguardo pieno di rancore e di rabbia, impugnare la Magnum 475 diretta verso il capo degli strozzini.
-Adesso….t-ti ammazzo, figlio
di….puttana….-
Fece per premere il grilletto quando qualcuno la precedette, colpendola dritta
al cuore. Fu Kiba a sparare. Oscar venne ancora una volta travolto dallo shock.
-Capo ho
fatto male?-
-Tranquillo Kiba, escogiteremo qualcos’altro! Se
lo meritava poverina…. Ahahahahah-
Tutti risero e uscirono come niente
dalla villa.
Oscar per alcuni minuti non
si mosse, facendo rimanere lo sguardo sui suoi genitori che giacevano a terra
in mezzo a quella pozzanghera rossa. Poi le forze gli ritornarono e scese le
scale. Raggiunse i genitori e li fissò ancora, prima di cadere in ginocchio e
gridare disperato. La sua voce risuonava in ogni angolo della villa e pianse,
pianse per molto tempo… minuti, ore, non lo sapeva
nemmeno lui per quanto! Poi si avvicinò alla madre e prese
la pistola che la madre impugnava ancora.La impugnò
con odio, con rancore…rancore per quel bastardo di Shido, odio per sua madre. Sì per sua
madre, perché gli aveva fatto una promessa che non aveva mantenuto. Ha
preferito morire invece che raggiungerlo in camera! Andò verso la cucina e
attraversò i cadaveri di tutti i camerieri, uccisi evidentemente
quando gli assassini entrarono in casa. Raggiunse il lavello e si lavò
le mani, con estrema calma, con molta calma, troppa per un bambino che ha subito così tanta violenza. Andò in camera, prese lo
zaino e mise tutto il necessario, compresa la Magnum
e uscì di casa. Le lacrime scesero ancora e Oscar
correva, correva per una meta precisa. Raggiunse la
periferia della città ed entrò in un piccolo boschetto. Sopra un albero c’era
una piccola casetta di legno e deciso il bambino salì le scalette attaccate al
tronco. Voleva stare solo, voleva piangere in pace,
voleva vendicarsi e avrebbe fatto di tutto! Quando entrò nella casetta, vide in
un angolino un bambino dalla capigliatura rossa
raggomitolato che piangeva.
-Evan…
non dirmi che….-
-Oscar… sei…. tu?-
Oscar non rispose e si
sedette accanto all’amico e insieme piansero.
-Sono passati…. Anche da te?-
Evan
non rispose e fisso i suoi occhi neri su quelli smeraldo del migliore amico ed
entrambi capirono.
All’improvviso il cielo si
oscurò e la pioggia cadde violenta.
Ora
si trovava lì, in quel boschetto, di fronte alla casetta ormai abbandonata da
tempo. Le lacrime cominciarono a scendere a quel ricordo. Si ricordò poi di una
promessa…
-Non ci lasceremo mai! Ci
difenderemo a vicenda e la faremo pagare cara a chiunque osa toccarci!-
-Te lo prometto Evan, non ti abbandonerò mai!-
Si
morse il labbro inferiore e malediceva la situazione! Era cambiato tutto! Dopo
che la polizia riuscì a catturare la banda grazie alla collaborazione del Dott. Brief che incastrò i
malviventi grazie ad un incontro avuto con Shido, i
bambini furono portati in un orfanotrofio e all’età di 13 anni, Oscar ed Evan scapparono raggiungendo la zona malfamata di Orange City (Attualmente
chiamata Satan City). Ebbero un incontro con dei
contrabbandieri e accettarono di fare alcuni lavoretti per loro. Da allora
quella fu la loro vita, spacciare droga e fare contrabbando d’armi, in cambio
di vitto, alloggio e istruzione. Poi quando gli adulti furono arrestati grazie
ad un infiltrato, Oscar e Evan
si nascosero e da allora continuarono l’attività per conto loro. Ora a loro si
erano aggregati un mucchio di ragazzi della stessa età, più grandi e
addirittura più piccoli, riuniti anche grazie a conoscenze avute a scuola!
Dovevano avere anche una vita da studenti, una specie di copertura, altrimenti
molti avrebbero sospettato di loro in città.
Nonostante
ciò Oscar era stanco di tutta questa vita, ma Evan aveva decisamente preso troppo la mano, diventando
così il capo dell’organizzazione. Ma ormai era tardi per tornare indietro e gli
serviva la nostra povera Pan per poter fare un colpo
da maestri! Doveva convincerla ad unirsi e ad aiutarli a rubare nella banca di Satan City tutti i soldi che sarebbero serviti a far
dileguare tutti i ragazzi contrabbandieri a cuba! Lì si che avrebbero fatto una vita da re e a ricostruire la
loro vita come si deve, senza terminare la loro attività! Anche Oscar voleva
vivere, stare tra amici e soldi. Solo facendo questo colpo avrebbe riavuto la
fiducia e l’amicizia di Evan
e avrebbero potuto mantenere la loro promessa!
Trunks sapeva dell’esistenza di
questi ragazzi da poco e la cosa non gli piaceva quando
quel giorno vide Pan e Oscar per mano, sia perché era geloso, sia perché quel
ragazzo non gli convinceva e un brutto presentimento pervase la sua mente. Il
lilla raccontò di Oscar a Goten,
Bra e June e quest’ultime riferirono tutto a Pan, che però non volle
credere alla storia, dicendo che se avrebbero detto ulteriori cazzate su di lui, non li avrebbe mai perdonati! Anche
Vegeta sapeva di Oscar grazie alla confessione di Trunks avuta il giorno prima nella gravity
room, e il nostro principe ben presto reagirà!
Salve ed ecco a voi il 7° capitolo. Ringrazio chi ha letto il capitolo
precedente e ringrazio in anticipo chi leggerà e recensirà questo chappy! Non ho avuto alcuna recensione nel capitolo precedente ma spero di poter leggerne ora… Non costringo
nessuno, ma vorrei sapere se la storia piace e ne vale la pena di continuarla
oppure se devo cambiare qualcosa o terminarla qui, perché a me piacerebbe
leggere il parere di voi lettori, sia critiche positive che quelle negative le
leggerò volentieri! =)
UN SALUTO A TUTTI E ARRIVEDERCI AL PROSSIMO CHAPPY xD
BESITOS A TODOS XD
JEXAVEGGY
xD