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Autore: Jexaveggy    04/08/2009    2 recensioni
Bra e Pan si ritovano nella stessa scuola, la Orange Star High School, ma per la giovane Son è solo il primo anno di liceo! All'inizio si troverà bene, ma un giorno qualcosa cambierà la sua vita e, forse, metterà a repentaglio l'amicizia con Bra... per ora basta anticipazioni se no rovino tutto! XD Spero che leggiate con piacere la mia terza fanfiction! Buona lettura!
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bra, Nuovo personaggio, Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordi Indelebili

 

 

Ricordi Indelebili

 

-…300…400…500…550! Si ci sono tutti!-

-Non ti vuoi ancora fidare di me nonostante ci conosciamo da una vita?!?-

-Caro Oscar, i tempi cambiano e anche le persone purtroppo… Mai sentito il detto “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”?!?-

Oscar si morse il labbro inferiore. Insomma lui ed Evan (ossia il Capo) si conoscono praticamente da quando sono nati! Insieme ne hanno passate tante: marachelle all’asilo, litigi infantili, giochi divertenti e… No, doveva togliere dalla testa quel brutto ricordo che ha cambiato le loro vite, che da gioiose divennero spente e cariche di vendetta. Oscar strinse i pugni rabbioso pensando a quel brutto ricordo, che purtroppo era indelebile…

-Allora damerino, con la mocciosa come sta andando?-

Il diretto interessato scuote la testa per tornare alla realtà, in tempo per stare attento a ciò che chiedeva il Capo… quella sera era meglio non farlo innervosire, se non gli dai una risposta rapida diventa irascibile e intrattabile.

-Non preoccuparti, sta andando tutto come programmato!  Le ho detto che domani pomeriggio le farò conoscere i miei amici più cari… Domani alle 17 e mezza in spiaggia!-

-Perfetto!-

-Capo scusa che chiedo… la mia parte?!?-

-Ogni cosa ha suo tempo caro Oscar… intanto preoccupati di non sbagliare, altrimenti sai la fine che farai!-

Evan con le punizioni era proprio sadico, amava vedere le persone urlare per le ferite profonde lasciate dal suo affilatissimo e affezionatissimo coltellino, che vedeva spesso imbrattato del sangue delle vittime.

Oscar non fece altro che annuire, per poi dileguarsi lasciando il Capo solo con altri due suoi scagnozzi.

 

 

Camminava a testa bassa e con le mani nelle tasche dei suoi blu jeans. Non poteva fare a meno di pensare a quello che era successo a lui ed Evan, quando frequentavano ancora la prima elementare. Così innocenti, strappati dalle persone care, uccise davanti ai loro occhi troppo giovani per assistere a quelle scene scabrose.

 

 

-Mamma, papà… sono a casa!-

Un bambino angelico dagli occhi smeraldo fece capolino nella hall della sua enorme villa e corse in cucina, sicuro di trovare i genitori seduti a tavola, aspettando che le cameriere servissero l’atteso pranzo.

-Tesoro mio! Com’è andata oggi scuola?-

-Bene mammina… oggi la maestra ha dato a me ed Evan una medaglia per esser stati i più veloci nella gara di corsa a motoria!-

-Sono orgoglioso di te, bravo!- disse la madre schioccandogli un tenero bacio.

-Eh bravo il mio figliolo! Eccellente in tutte le materie… ma vedi di non esagerare che sei soltanto al primo anno!- Disse scherzosamente il padre, arruffandogli la capigliatura mora.

-Ahah eddai papà…-

-Dai su. Ora vatti a lavare le mani che è quasi pronto!-

-Ok… ah oggi pomeriggio Evan può venire a giocare qui?-

-Certo angioletto, sai bene che a me non dispiace affatto averlo qui in casa! Ora va…-

-Si mamma, faccio subito!-

Allegramente il piccolo Oscar andò di sopra a sistemare la cartella in camera, fece per andare in bagno quando sentì urlare la madre…

-Dereck, mi avevi detto che con loro la storia era chiusa… PERCHE’ ORA SONO QUI FUORI???-

-Lilia calmati e sbrigati, va a chiudere in camera Oscar e tu fa lo stesso… MUOVITI!!!-

Il piccolo sentì la madre percorrere le scale in velocità e dopo qualche istante le era davanti.

-Mamma, che succede?-

-Niente figliolo, niente di grave… ora entra su!-

-Ma io…-

-OSCAR ENTRA!!!!-

Il bimbo si spaventò vedendo la madre scossa e nervosa, ma obbedì subito e rientrò in camera sua… poi però vide che la madre non lo seguì!

-Mamma non lasciarmi solo!-

-Amore mio io sono vicino a te, devo fare una cosa e torno subito!-

-Mamma…io ho paura!-

Lilia vide il figlio in lacrime e si abbassò alla sua altezza, poi prese il suo dolce viso fra le mani e gli schioccò un tenero bacio sulla fronte.

-Angioletto mio non devi preoccuparti, va tutto bene… Ora chiuditi in camera e prometto che torno subito da te e ci coccoliamo ok?-

Oscar fece un profondo sospiro per fermare le lacrime che copiose scesero sulle sue guance arrossate.

-Ok mamma…io…io ti aspetto!-

-Bravo il mio ometto. Ora va!-

Il piccolo annuì e si chiuse a chiave in camera, mentre Lilia si nascose tra le scale per sapere che volevano quegli uomini da suo marito.

-Bene, bene, bene… Caro il mio Dereck, come te la passi?-

-Shido cosa vuoi?-

Shido era un uomo di bassa statura, con capelli grigio-neri, baffi folti e ordinati e occhi castani tendenti al rosso. Era accompagnato da altri tre uomini: uno era un energumeno muscoloso e pelato dal nome Yoshi, Kiba era un uomo alto, mingherlino, con capelli lunghi e verdi raccolti e Meto, un uomo dalla stazza normale, capelli biondi e occhiali da sole. Tutti, compreso Shido, portavano una pistola sulla cinghia… Si trattava di una banda di strozzini.

-Eheheh nervosetto oggi… Che c’è, non ti piace ricevere visite dai tuoi più cari amici?-

-Voi non siete miei amici! Ti ho restituito tutti i 500'000 euro che ti dovevo….che altro vuoi?-

SBAM! Yoshi per comando del capo (non altri che Shido) diede un pugno allo stomaco di Dereck, che gemette fortemente per non aver incassato bene il colpo. Lilia gemette a quella visione e subito si portò le mani alla bocca per non farsi sentire. Tremava e aveva paura per la sorte del marito, piangeva e non riusciva a smettere, rischiando di farsi scoprire.

-Senti figlio di puttana, se mi rispondi di nuovo con quei toni, per te sarà la fine INTESI? Meto, Kiba… legatelo su quella sedia!-

I due scagnozzi fecero come ordinato, Dereck non si ribellò sia per il dolore lacerante allo stomaco, sia per non creare altri problemi.

-Sono venuto a sapere che tua moglie lavora alla Capsule & Corporation, nella sezione dei macchinari che producono armi per la caserma militare… non è vero?-

Dereck sbarrò gli occhi, come avevano fatto ad avere tutte quelle informazioni? Anche la diretta interessata ebbe uno shock e rimase paralizzata…

-A quanto noto dal tuo sguardo dev’essere così! Mi serve tua moglie, deve farmi da infiltrata… voglio che mi faccia parlare col Dottor Brief, voglio che si unisca a noi per il contrabbando d’armi!-

-Tsk! Figurati se quell’animo buono del Dottor Brief accetti simili proposte!-

Altri due pugni al viso arrivarono al padrone di casa. Dopo pochi secondi Dereck senti il sapore metallico nella bocca e una fitta fortissima al naso, che senza dubbi era rotto. Il piccolo Oscar nonostante si fosse chiuso in camera, aveva sentito tutto quanto, compreso i colpi che il padre incassava e i singhiozzi interminabili della madre. Oscar con gli occhi stracolmi di lacrime, era disteso sul suo lettino in posizione fetale, e con le mani tappò le orecchie per non sentir più nulla, ma quel bambino di soli sei anni non riusciva a fare finta di niente, voleva difendere il suo papà, voleva far si che la sua mamma non dovesse soffrire, voleva combattere… ma lui aveva paura ed era normale per un piccolo ometto come lui, anche perché, diciamocelo, non poteva fare nulla anche se voleva! Lilia non resistette più e scese le scale in lacrime gridando:

-FERMI BASTA! LASCIATELO STARE!!!-

-LILIA, TI AVEVO DETTO DI NASCONDERTI!!!-

-Oh ma guarda chi c’è… quella gnocca di tua moglie! Mhmhmh…-

-Sentite, lasciate stare mio marito e farò come avete chiesto!-

-Lilia no…-

-Bene bene, allora siamo d’accordo!-

Shido fece liberare Dereck, ma quando Meto si era distratto, la vittima gli diede un calcio sulle parti basse

-LILIA SCAPPA!-

La moglie fece per raggiungere le scale, ma Kiba le si presentò davanti, afferrandola per le braccia.

-Dove credi di scappare bel bocconcino? –

-No lasciami, LASCIAMI!!!-

-LILIA NOOOO!!!-

Dereck fece per raggiungerla ma l’energumeno gli diede una ginocchiata sullo stomaco e svenne, poi Meto prese la pistola e sparò sul cranio del pover uomo, ormai privo di vita…

-NOOOOOOO DEREEEEECK!!!! MIO DIO!!!-

Oscar si spaventò e andò a nascondersi sulle scale e quando vide il corpo di suo padre steso a terra…il suo volto era immobile: bocca semiaperta, occhi spenti ma allo stesso tempo sbarrati e le lacrime non scesero più. Quello che si definisce uno shock! Il suo corpo non rispondeva, la sua mente non connesse e tutto il mondo si fermò sul corpo del padre che giaceva al suolo, privo di vita e inondato di quel disgustoso liquido denso colore degli stessi occhi che aveva quell’uomo artefice di tutto! Poi un altro urlo di sua madre lo destò da quella ipnosi e le lacrime ricominciavano a sgorgare dagli occhi.

-CHE AVETE FATTO?!!! ASSASSINI FIGLI DI PUTTANA!!!!!-

Lilia si dimenava e urlava arrabbiata e triste, ma poi un leggero colpo al suo stomaco la zittì, facendola cadere priva di forza sul pavimento, accanto al marito.

-Ora anche lei ha capito di che cosa siamo capaci mia signora, le conviene fare ciò che chiedo! Muahahah!-

Shido rise di gusto e quella risata cominciò a rimbombare nella mente di Oscar, che ancora non ebbe forza di muoversi, come se il suo corpo fosse paralizzato.

La donna si raggomitolò con le mani sulla parte dolorante. Dalla bocca fuoriuscì sangue, mentre acide e pungenti lacrime scesero sul suo volto terrorizzato.

La banda di strozzini fece per uscire di casa, quando Lilia ebbe la forza di rialzarsi e di approfittare la distrazione di Shido per prendere la sua pistola. Tutti e quattro si girarono e videro la donna sofferente con sguardo pieno di rancore e di rabbia, impugnare la Magnum 475 diretta verso il capo degli strozzini.

-Adesso….t-ti ammazzo, figlio di….puttana….-

Fece per premere il grilletto quando qualcuno la precedette, colpendola dritta al cuore. Fu Kiba a sparare. Oscar venne ancora una volta travolto dallo shock.

-Capo ho fatto male?-

-Tranquillo Kiba, escogiteremo qualcos’altro! Se lo meritava poverina…. Ahahahahah-

Tutti risero e uscirono come niente dalla villa.

Oscar per alcuni minuti non si mosse, facendo rimanere lo sguardo sui suoi genitori che giacevano a terra in mezzo a quella pozzanghera rossa. Poi le forze gli ritornarono e scese le scale. Raggiunse i genitori e li fissò ancora, prima di cadere in ginocchio e gridare disperato. La sua voce risuonava in ogni angolo della villa e pianse, pianse per molto tempo… minuti, ore, non lo sapeva nemmeno lui per quanto! Poi si avvicinò alla madre e prese la pistola che la madre impugnava ancora.La impugnò con odio, con rancore…rancore per quel bastardo di Shido, odio per sua madre. Sì per sua madre, perché gli aveva fatto una promessa che non aveva mantenuto. Ha preferito morire invece che raggiungerlo in camera! Andò verso la cucina e attraversò i cadaveri di tutti i camerieri, uccisi evidentemente quando gli assassini entrarono in casa. Raggiunse il lavello e si lavò le mani, con estrema calma, con molta calma, troppa per un bambino che ha subito così tanta violenza. Andò in camera, prese lo zaino e mise tutto il necessario, compresa la Magnum e uscì di casa. Le lacrime scesero ancora e Oscar correva, correva per una meta precisa. Raggiunse la periferia della città ed entrò in un piccolo boschetto. Sopra un albero c’era una piccola casetta di legno e deciso il bambino salì le scalette attaccate al tronco. Voleva stare solo, voleva piangere in pace, voleva vendicarsi e avrebbe fatto di tutto! Quando entrò nella casetta, vide in un angolino un bambino dalla capigliatura rossa raggomitolato che piangeva.

-Evan… non dirmi che….-

-Oscar… sei…. tu?-

Oscar non rispose e si sedette accanto all’amico e insieme piansero.

-Sono passati…. Anche da te?-

Evan non rispose e fisso i suoi occhi neri su quelli smeraldo del migliore amico ed entrambi capirono.

All’improvviso il cielo si oscurò e la pioggia cadde violenta.

 

Ora si trovava lì, in quel boschetto, di fronte alla casetta ormai abbandonata da tempo. Le lacrime cominciarono a scendere a quel ricordo. Si ricordò poi di una promessa…

 

-Non ci lasceremo mai! Ci difenderemo a vicenda e la faremo pagare cara a chiunque osa toccarci!-

-Te lo prometto Evan, non ti abbandonerò mai!-

 

Si morse il labbro inferiore e malediceva la situazione! Era cambiato tutto! Dopo che la polizia riuscì a catturare la banda grazie alla collaborazione del Dott. Brief che incastrò i malviventi grazie ad un incontro avuto con Shido, i bambini furono portati in un orfanotrofio e all’età di 13 anni, Oscar ed Evan scapparono raggiungendo la zona malfamata di Orange City (Attualmente chiamata Satan City). Ebbero un incontro con dei contrabbandieri e accettarono di fare alcuni lavoretti per loro. Da allora quella fu la loro vita, spacciare droga e fare contrabbando d’armi, in cambio di vitto, alloggio e istruzione. Poi quando gli adulti furono arrestati grazie ad un infiltrato, Oscar e Evan si nascosero e da allora continuarono l’attività per conto loro. Ora a loro si erano aggregati un mucchio di ragazzi della stessa età, più grandi e addirittura più piccoli, riuniti anche grazie a conoscenze avute a scuola! Dovevano avere anche una vita da studenti, una specie di copertura, altrimenti molti avrebbero sospettato di loro in città.

Nonostante ciò Oscar era stanco di tutta questa vita, ma Evan aveva decisamente preso troppo la mano, diventando così il capo dell’organizzazione. Ma ormai era tardi per tornare indietro e gli serviva la nostra povera Pan per poter fare un colpo da maestri! Doveva convincerla ad unirsi e ad aiutarli a rubare nella banca di Satan City tutti i soldi che sarebbero serviti a far dileguare tutti i ragazzi contrabbandieri a cuba! Lì si che avrebbero fatto una vita da re e a ricostruire la loro vita come si deve, senza terminare la loro attività!  Anche Oscar voleva vivere, stare tra amici e soldi. Solo facendo questo colpo avrebbe riavuto la fiducia e l’amicizia di Evan e avrebbero potuto mantenere la loro promessa!

 

Trunks sapeva dell’esistenza di questi ragazzi da poco e la cosa non gli piaceva quando quel giorno vide Pan e Oscar per mano, sia perché era geloso, sia perché quel ragazzo non gli convinceva e un brutto presentimento pervase la sua mente. Il lilla raccontò di Oscar a Goten, Bra e June e quest’ultime riferirono tutto a Pan, che però non volle credere alla storia, dicendo che se avrebbero detto ulteriori cazzate su di lui, non li avrebbe mai perdonati! Anche Vegeta sapeva di Oscar grazie alla confessione di Trunks avuta il giorno prima nella gravity room, e il nostro principe ben presto reagirà!

 

 

 

Salve ed ecco a voi il 7° capitolo. Ringrazio chi ha letto il capitolo precedente e ringrazio in anticipo chi leggerà e recensirà questo chappy! Non ho avuto alcuna recensione nel capitolo precedente ma spero di poter leggerne ora… Non costringo nessuno, ma vorrei sapere se la storia piace e ne vale la pena di continuarla oppure se devo cambiare qualcosa o terminarla qui, perché a me piacerebbe leggere il parere di voi lettori, sia critiche positive che quelle negative le leggerò volentieri! =)

 

UN SALUTO A TUTTI E ARRIVEDERCI AL PROSSIMO CHAPPY xD

 

BESITOS A TODOS XD

JEXAVEGGY xD

 

giochi divertentioltellino, che vedeva spesso imbrattato del sangue delle vittime.te profonde lasciate dal suo affilatissimo e

  
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