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Autore: SweetPaperella    19/01/2020    2 recensioni
Questa storia é il sequel di “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” consiglio la lettura della storia precedente prima di leggere questa.
Sono passati tre anni, Emma é ormai felice accanto a Killian stanno per sposarsi, oltre Henry, hanno una splendida bambina di nome Hope.
Regina Mills é felicemente sposata con il suo fuorilegge Robin e ha finalmente l’amore di sua figlia.
Ma può la morte di una persona cara, distruggere la felicità costruita con tanta fatica? E il passato può tornare distruggendo il presente con la forza devastante di un ciclone?
Un nuovo caso, nuovi personaggi e verità sconvolgenti dal passato, che non è mai del tutto passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo diciannove - Hailey

Una volta in ospedale Emma viene prontamente portata dalla ginecologa, le fitte al basso ventre sono cessate, ma non necessariamente è un buon segno. Al contrario per la ragazza non lo è per nulla. Le lacrime le stanno rigando gli occhi e tiene le mani sulla sua pancia e sta pregando che la sua piccola si salvi, le sta chiedendo ancora una volta di essere forte, nonostante lei sia stata una pessima madre, nonostante l’abbia messa in pericolo ancora una volta. Non riesce a crederci di essere stata cosi avventata, se solo non fosse entrata in quella casa probabilmente le cose si sarebbe svolte diversamente, Ade sarebbe comunque morto o magari arrestato e la sua bambina non rischierebbe la vita. 
Non può perderla, non sopporta lontanamente l’idea di perderla. La sua Hailey, la sua piccola Hailey che è così piccola ancora, ma si sta dimostrando una guerriera. La sua Hailey che è ancora così piccola, ma ha già occupato un posto speciale nel suo cuore e in quello di Killian. È la loro bambina, anche se non è ancora nata. Loro già l’amano incondizionatamente. 
La ginecologa prontamente la fa stendere e le scopre la pancia per monitorare la situazione e le condizioni della piccola, ma il suo sguardo non promette nulla di buono. 
«Emma ci è stato un piccolo distacco della placenta. Non è gravissima la situazione, se tenuta sotto controllo puoi portare a termine la gravidanza, ma probabilmente la bambina nascerà prematura. E soprattutto se non vuoi che diventi grave e che si rompa del tutto e quindi non arrivi più l’ossigeno sufficiente a tua figlia, devi stare ad assoluto riposo. Hai rischiato grosso. Basta lavoro fino alla fine della gravidanza e so che non è facile, ma dovrai passare molto tempo sdraiata.» le dice la dottoressa vedendo che lo sguardo di Emma è terrorizzato. La situazione non è semplice, ma con il giusto riposo e senza altri colpi e stress non è irrisolvibile e la gravidanza può davvero giungere a termine, se pur quasi sicuramente prematuramente. 
Emma tira un sospiro di sollievo, se per salvaguardare la sua Hailey deve stare sdraiata e non stressarsi, questa volta lo farà. Ubbidirà a ogni cosa che le dirà la dottoressa senza esitazioni. 
«Quindi Hailey sta bene?» chiede con ancora le lacrime agli occhi e la paura evidente in essi.
La dottoressa annuisce e per rassicurarla le fa sentire il battito del cuoricino della piccola. 
Killian che è entrato in stanza con lei, le afferra la mano e si lascia andare a un sospiro liberatorio. Sta bene. Hailey sta bene e non riesce a crederci, seriamente ha creduto che stavolta non ci sarebbe stato più nulla da fare. Quando ha visto Emma in preda a quei forti dolori, ha tenuto il peggio. Ha cercato di essere forte per lei, ma in cuor suo si stava sentendo seriamente male e il solo pensiero di perderla, gli ha procurato male al cuore. Un male inspiegabile, un male che non si può realmente comprendere finché non ci si trova a viverlo in prima persona. 
E invece, ancora una volta sua figlia si sta dimostrando con una grande voglia di vivere. Questa piccoletta, non è altro che ancora un piccolo esserino, ma ha già il carattere giusto e una gran voglia di venire al mondo a conoscere tutta la sua famiglia. 
«Per precauzione Emma, vorrei ricoverati per qualche giorno, in modo da tenere la situazione sotto controllo, se tutto resta così invariato, potrai tornare a casa.» le dice. È davvero solo per precauzione, la situazione non si dovrebbe complicare, ma non vuole escludere nulla e quindi preferisce esserci per qualsiasi cosa o problema che sorge nelle prossime ore. 
La ragazza annuisce e poco dopo viene trasferita in reparto. 
Ha ancora i suoi vestiti addosso, ma Robin si è offerto di andare lui a prenderle il pigiama e le sue cose, mentre lei è in compagnia dei suoi genitori. Deve parlare tra l’altro con suo padre, il quale dalla faccia non sembra per niente sereno, al contrario, è molto arrabbiato. 
Killian ha spiegato la situazione e ciò che ha detto loro la dottoressa, soprattutto che Emma non deve subire stress ulteriore, più che altro rivolto a David, ma sa che non farà niente di avventato sapendo ciò. Se pur crede, che il suo occhio ha rischiato seriamente di diventare nero a questa sua affermazione.
Quando lui esce dall’ospedale entrano i genitori di Emma, seguiti dai bambini, i quali sono stati sottoposti a controlli per precauzione visto ciò che hanno subìto e poi hanno chiesto espressamente di essere portati dalla loro mamma. Hope è ancora un po’ spaventata ma adesso che è tra le braccia di Emma si sente già meglio, al sicuro. 
«Sai amore che è stato merito tuo se la mamma ha capito che Alan fosse il cattivo che cercavo? Tu e la tua antipatia nei suoi confronti. Quindi collega, grazie.» le dice per farla ridere e infatti Hope orgogliosissima di ciò che ha fatto e per essere stato merito suo, si tocca il distintivo di carta e lo mostra a tutti i presenti. 
«Io sempre detto che lui brutto.» aggiunge poi con ulteriore orgoglio, come se dovessero ascoltarla più spesso. 
Inevitabilmente scoppiano tutti a ridere, ma poi il momento si va nuovamente serio, quando è Mary a prendere la parola e congratularsi con Emma della sua gravidanza. 
La ragazza sorride felice e abbraccia la donna, ma poi il suo sguardo si sposta verso David. Killian le ha detto il modo in cui è venuto a saperlo e sinceramente si sente in colpa, non è così che voleva dirglielo... Ormai il danno è fatto e non può certo tornare indietro, anche perché se potesse farlo, ora non avrebbe fatto l’errore di far staccare quasi la placenta. 
David la guarda a sua volta e il suo sguardo non è comprensivo come quello di sua moglie, al contrario... 
«Papà, mi dispiace. Non è così che volevo dirtelo... Io... Scusami. Solo che...» non sa nemmeno lei come giustificarsi, in realtà non vuole affatto giustificarsi, vuole essere finalmente sincera, ma non è facile e poi cosa può dirgli, che è nata inaspettatamente? Effettivamente è così, ma non vuole di certo dire come e poi teme che lui pensi che comunque sia presto per una nuova gravidanza. E forse in un certo senso lo è. 
«Quello che vuole dire Emma è che questa bambina è arrivata inaspettatamente, non era prevista, ma noi l’amiamo molto.» interviene il suo fidanzato per aiutarla a trovare le parole più adatte, in fondo lui è responsabile quanto Emma. Ma immagina che ancora una volta rischia di ritrovarsi con un occhio nero o qualche botta ai gioielli di famiglia per evitare ulteriori gravidanze future. Ecco Killian deduce che forse questa seconda opzione sia più plausibile e la teme quando lo sguardo di David si sposta da sua figlia a lui. 
«Regina mi ha raccontato tutto. E con tutto, dico TUTTO. Anche della festa e della sangria.» dice con tono duro. Si è fatto raccontare ogni cosa una volta che erano in macchina e lui si era quanto meno ripreso dal suo attacco di panico. Ha voluto sapere veramente ogni cosa e Regina ha dovuto confessare anche il modo in cui fosse stata concepita. L’errore che ha portato alla gravidanza. 
«E prima che voi due possiate dire qualcosa vi dico subito che siete due incoscienti. Soprattuto tu Emma. Non solo metti a mondo un’altra figlia, così dal nulla, a soli 23 anni, quando dovresti goderti la tua vita di ragazza, come le tue coetanee, ma non solo... Continui il tuo lavoro come se niente fosse, rischiando la sua vita e la tua. Dimmi, ma che cosa ti è saltato in mente eh? Ce l’hai un po’ di sale in zucca?» sa che non deve procurarle altro stress, ma deve dire ciò che pensa, deve dirlo o si sente male nuovamente. Non sa spiegarsi se è più arrabbiato per il fatto che lei non gli abbia detto nulla della gravidanza, per la gravidanza di per se o per il fatto che abbia rischiato seriamente la vita dentro quella maledetta casa, oltre che a subire un trauma non indifferente a livello psicologico se avesse perso la bambina. 
«Lo so, mi pento di aver messo in pericolo la vita di Hailey, ma non succederà più! E vorrei tanto che tu, accettassi la cosa, se pur non la condividi a pieno.» 
«Hailey, è così che sia chiama? Non sangria?» ironizza David sulla cosa e guarda ancora una volta sua figlia negli occhi. Lei lo guarda altrettanto seria, se ha fatto una battuta non è stata per nulla divertente, al contrario, è veramente pessima e di cattivo gusto. Ma prima che possa replicare, David prende la parola ancora una volta. 
«Non so se riuscirò ad accettarlo tanto presto!» risponde sincero e poi voltandosi verso suo genero: «E tu, dovevi dirmelo!» rimprovera anche il fidanzato di sua figlia per avergli taciuto la cosa e perché è stato a sua volta un irresponsabile, specie perché quella sera è quello che, a detta di Regina, che avesse bevuto di meno tra i due e doveva seriamente pensare alle conseguenze di non usare precauzioni. 
«Hai trent’anni, possibile che non hai ancora imparato che esistono delle cose chiamate precauzioni e che vanno usate?» sembra che stia facendo una lezione sul sesso sicuro ed Emma è arrossita visibilmente, anche perché parlare di questo genere di cose con suo padre non può negare che la rende piuttosto nervosa e imbarazzata. Non è un argomento con cui di solito vai a parlare con i genitori, figuriamoci con un papà. 
Inoltre, non può negare che ci sia rimasta piuttosto male a quel suo “ non so se riuscirò ad accettarlo tanto presto” cosa significa, che vorrà meno bene a Hailey visto com’è venuta al mondo? Che sarà considerata una nipote di serie B per questo? O forse che vedrà lei con occhi differenti? O un insieme di tutte queste cose? Vorrebbe chiederglielo, capire, approfondire l’argomento ma si rende conto che non è il momento adatto, oltre al fatto che è terribilmente stanca. 
A interrompere poi la lezione sul sesso sicuro che ha messo in scena David, è la piccola Hope, la quale non ha capito molto della conversazione avuta tra i grandi, ma una cosa l’ha capita: qualcuno sta credendo dentro la pancia della sua mamma e questo già non le piace. Ha chiesto spiegazioni a suo fratello maggiore e lui gli ha spiegato che si tratta di una bambina, o meglio una sorellina, che presto arriverà a casa a giocare con loro. 
«Mammina io non volere la sorellina che viene a casa a giocare con noi. Hetty è mio, tu sei mia, papà mio, nonni miei e anche i giochi. Io non voglio dare giochi alla sorellina. Non la fare venire. Mandala a casa di un’altra famiglia, okay?» le dice Hope salendo nuovamente sul letto accanto a Emma per parlarle. 
La ragazza all’affermazione di sua figlia si sente morire, se da una parte le viene da ridere per quello che ha detto, perché è stata di una tenerezza infinita, dall’altra teme questa sua gelosia. Sperava che non lo sarebbe stata. 
È arrivata alla conclusione che questa gravidanza le sta causando davvero troppo stress e non è mai stata così stressata e sotto pressione nelle due precedenti gravidanze. Dopo questa non resterà mai più incinta. Lo dirà anche a Killian. E non ha ancora nemmeno partorito.
Si concentra però adesso sulla sua piccola, deve spiegarle e farle capire che non c’è motivo di essere gelosa. 
«Amore, ma se arriva la sorellina non significa che noi ti vorremo meno bene. Te ne vorremmo molto di più, esattamente come a lei.» ma non pensa di essere riuscita a convincerla, al contrario. Hope scoppia a piangere e allunga le braccia verso sua nonna per farsi prendere in braccio da lei. 
Regina allunga le sue verso la bambina e l’accoglie nel suo abbraccio, solo allora Hope sembra rasserenassi. 
Mentre lei si becca un’occhiataccia da parte di David. 
Emma in realtà adesso che sembra che la questione Hailey sia sotto controllo è preoccupata per il suo ragazzino, é taciturno e ancora non ha detto una parola da quando lei è stata portata in camera. Ha bisogno quindi di parlare con lui, non l’ha potuto fare quando è riuscito a uscire dalla casa e vuole discutere con lui delle sue paure, fargliele attenuare e sopratutto non vuole che adesso veda la casa di sua nonna come un posto orribile. Sicuramente avrà subito un forte shock, più degli altri bambini, visto che Ade é a lui che ha puntato la pistola. 
Chiede gentilmente al resto del gruppo se possono uscire e lasciarla sola con Henry. 
Solo una volta che sono tutti fuori, chiede al bambino di avvicinarsi e sedersi accanto a lei nel letto. Lo stringe forte a sé e gli bacia la testa, per poi chiederglielo, chiedergli come sta.
«Sono ancora un po’ spaventato, ma... Ora bene. Ho avuto davvero tanto paura mamma.» confessa dopo aver poggia la testa sul petto di Emma ed essere rimasto un attimo in silenzio ad ascoltare il battito del cuore della sua mamma. 
«Lo so, mi dispiace da morire che tu abbia dovuto subire tutto ciò. Non sai quanto ragazzino. Ma ora è tutto finito e ti prometto che non accadrà più una cosa del genere, non succederà più che per colpa del mio lavoro, ci vai di mezzo tu e il resto della famiglia.» le dice accarezzando i suoi capelli, mentre le lacrime le stanno rigando il viso. Le si spezza il cuore a vedere suo figlio così triste e spaventato.
«Lo so mamma, non è colpa tua. Io... io... in realtà mi sono più spaventato per te, quando sei andata via con lui con la macchina, ho avuto paura di perderti.» 
«Questo ragazzino non accadrà mai, anzi... Non ti libererai tanto presto di me, come faccio sennò a litigare con le ragazzette che mi porterai a casa tra qualche anno?» dice ridendo e per cercare di allentare la tensione. Il suo piccolo ometto coraggioso, il quale pensa sempre prima al bene degli altri che al suo. É proprio un bambino buono, con dei bei principi di amicizia e famiglia. É così orgogliosa di lui, é sicura che farà grandi cose una volta adulto.
«Allora dovrai già iniziare litigare con la mia amica Gretel, é diventata la mia fidanzata» dice ridendo a ciò che ha detto la sua mamma.
«No, Gretel mi sta simpatica e approvo.» ribatte prontamente Emma e scombinandogli i capelli, per poi aggiungere, prendendo il suo viso tra le mani e guardandolo dritto negli occhi: «Henry, veramente stai bene?» chiede a quel punto, mettendo da parte nuovamente gli scherzi e tornando a parlare di cose serie.
Henry annuisce, non togliendo mai il contatto visivo con gli occhi della sua mamma, per poi abbracciarla nuovamente. E lei ricambia a sua volta, non volendolo lasciare più andare via e volendo godersi quel momento con il suo ragazzino ancora per un po’, solo loro due.
 



Spazio autrice: Ciao a tutti, buona domenica! Scusate se il capitolo giunge solo ora, ma ieri tra una cosa e l'altra non sono riuscita a metterlo, ma se non è sabato, il capitolo giunge sempre di domenica. Allora, naturalmente non potevo far accadere niente di brutto alla piccola Hailey, non avrei potuto, mi sono affezionata a questa piccolina, esattamente come Emma e Killian, é una piccola guerriera e avrete modo di conoscerla meglio... Ma non vi dico altro in merito. Il capitolo Ade si è concluso, ma questa storia ha ancora un po' da raccontare, quindi non è ancora conclusa e io spero che continuerete a seguirmi fino alla fine, anche se ora ci saranno più che altro vicende e problemi famigliari, ma ne vedrete comunque delle belle da qui alla fine. Hailey e il suo tempismo per esempio, organizzare un matrimonio... Vogliamo far sposare sti due poveracci che per una ragione o per un'altra ne hanno sempre una? Direi di si no? Quindi, vi terrò compagnia ancora per un po' :P Be, detto ciò, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo. Vi auguro una splendida giornata e ci riaggiorniamo prestissimo. 
   
 
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