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Autore: iam_just_alittle_weird    19/01/2020    1 recensioni
Ofelia ha fatto una fine che non meritava e Amleto ne è l'unico responsabile.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amleto, Ofelia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ne avrai il coraggio, guarda Ofelia; guardala, non vederla soltanto. Guarda cosa le hai fatto, Amleto. Guarda il risultato del tuo crudele narcisismo.
 
Nei suoi occhi, una storia. Una tragedia che inizia e finisce in un amore avvelenato.
Principe e cortigiana, il vostro è sempre stato un gioco di sguardi incrociati; vi sono state concesse solo poche fatali parole.
Ma gli occhi, scommetto che te li ricordi bene quegli occhi. Quando li incontrasti per la prima volta, nei giardini, ti ci perdesti immediatamente, non è vero? Non perché fossero di un colore particolare, ma perché li trovasti incredibilmente espressivi, quegli occhi castani. Ci vedesti timidezza, tanta timidezza, ma anche una scintilla di curiosità.
Curiosità che si presentò anche al vostro secondo incontro, nel lungo corridoio, accompagnata però da una luce nuova: Amore.
Amore che al vostro terzo incontro, quando le poggiasti il capo in grembo durante una rappresentazione teatrale, si trasformò in devozione.
Al vostro quarto incontro, divenne speranza. Negli occhi della dolce Ofelia un sogno: il matrimonio.
Ma tu spezzasti questo sogno, disgraziato Amleto, ammazzasti suo padre: velata di lacrime, la consapevolezza agrodolce di amare l'uomo responsabile della morte del suo tanto caro Polonio.
Non bastava, le togliesti anche le nozze, la deridesti rifiutandola: "Va' in collegio, sciocca fanciulla!". Permettesti che la tua falsa pazzia conducesse lei, l'innocente e delicata Ofelia, alla vera follia.
Ma tu non c'eri, quando questa infuriava nei suoi occhi iniettati di sangue per il pianto continuo, quando intrecciava ghirlande di fiori urlando di rabbia il tuo nome. Eri assente anche mentre con sguardo vacuo cantava filastrocche prive di senso e ballava disordinata nella sala reale di fronte a re e regina.
E sicuramente non c'eri, quando cadendo dall'infido salice le sue palpebre si sono spalancate per la paura.
 
Se potessi vederla adesso, Amleto: è così bella, eterea, mentre si abbandona alla morte sussurrando malinconica un'ultima poesia. I suoi occhi pacati guardano al cielo: sembra che abbia ritrovato la pace nell'istante antecedente alla sua dipartita.
Ma tu la rivedrai solo dopo che le sue palpebre saranno già calate.
 
 
*Angolo autrice*
Be', che dire...questo testo è nato con l'obiettivo di essere letto durante un laboratorio di storia dell'arte organizzato per la Notte Nazionale del Liceo Classico (che è stata l'altro ieri, il 17/01/2020). L'ho scritto pensando al quadro "Ophelia" di John Everett Millais (conservato alla Tate Gallery di Londra) tra mezzanotte e le due del mattino, un po' per la mia essenza procastrinatrice, un po' perchè avevo delle idee ma completamente disorganiche.
Il risultato ha sorpreso anche me, soprattutto perchè ha preso una piega eccezionalmente personale: in quel periodo soffrivo moltissimo per una storia finita e perciò mi sono identificata ancora più del solito in Ofelia (che, già in partenza, è il mio personaggio preferito tra quelli di Shakespeare) e, probabilmente, ho indirizzato ad Amleto parole che avrei rivolto ad una specifica persona.
La cosa buffa è che in realtà ho sempre apprezzato il protagonista dell'opera, spesso trovando dei punti di contatto anche con lui. Perciò, fan di Amleto, non attaccatemi.
Detto questo, vi ringrazio infinitamente per essere arrivati qua.

Loony
 
P. S. Se ne avete voglia, lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate!
   
 
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