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Autore: La Ragazza col Cappotto Bianco    04/08/2009    2 recensioni
Le note di una canzone trasportano Jessie in quella notte silenziosa. Sentendola cantare, niente è come sembra. Anche perché James non stava dormendo...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jessie guardò a lungo il suo socio, James, che si era appena addormentato accanto a lei.
Chiuse gli occhi, e un sorriso beato e dolce si dipinse sul suo viso.
Disteso a occhi chiusi, il petto che si alzava leggermente a ogni respiro.
Jessie pensò, trasportata dal buio e dall’atmosfera, che non c’era niente di più bello del suo imbranato, sciocco e pauroso migliore amico.
Si chiese quali pensieri meravigliosi stessero trasportando James nel sonno.
Rimboccandosi nel suo sacco a pelo, Jessie fissò su, in cielo. Le stelle stavano brillando. James amava molto le stelle.
Spesso stava ore intere della notte ad ammirarle...
Ora Jessie fu capace di capire il perché.
Con il mento sollevato verso il cielo, mille pensieri galopparono nella mente di Jessie.
La giornata di oggi era stata peggiore del solito. E Jessie non poté fare a meno di pensare che la colpa fosse solo sua…
Non solo erano stati costretti a “ripartire alla velocità della luce”, come al solito, ma all’atterraggio lei era furiosa più del previsto e aveva dato tutta la colpa a James per il fallimento.
Il suo James.
Jessie sapeva benissimo che la colpa non era affatto sua.
E non voleva arrabbiarsi così con lui ma il suo carattere non gliel’ha permesso. Si sentiva così indifesa, così colpevole.
La frustrazione del fallimento si stava impossessando di lei.
Voleva salvare la situazione; doveva salvarla. Per forza.
Un brivido percorse pericolosamente il corpo di Jessie: non voleva nemmeno immaginarsi le parole terribili che aveva gridato a James qualche ore prima.
“E l’ho ferito di nuovo” pensò infelice Jessie. La luna si rifletteva nei suoi occhi. “Prima o poi si stuferà di me e allora..”
Era in momenti come quelli che Jessie non si sentiva più se stessa. E aveva paura.
Quei pensieri, quei sentimenti, non si addicevano a una dura come lei. “Perché non riesco mai a trovare le parole giuste?” si chiese.
Le sue guance si accaldarono improvvisamente. Le faceva paura pensarlo, ma l’unica, l’unica cosa che desiderava era trovare il coraggio.
Il coraggio per dire a James, il suo amico, il suo compagno, il suo tutto, che strana sensazione si gelava dentro di lei mentre erano vicini.
E ci aveva provato.
E anche molte volte.
Ragazza piena di forza com’era, era stata giorni e notti intere a  pensare a ciò che poteva dire per confessare i suoi sentimenti.
Con un ragazzo normale sarebbe stato semplice ma…con James!
Il messaggio doveva arrivare perfetto a destinazione. Non c’era possibilità d’errore.
Se avesse sbagliato qualche parola, James l’avrebbe presa in giro. Gli avrebbe posato una mano sulla fronte come se avesse la febbre.
Jessie scosse violentemente la testa, e quei brutti pensieri scivolarono via.
Andò sempre maledettamente male.
Prima che Jessie potesse aprire bocca, Meowht si presentava con un nuovo pretesto per litigare.
Oppure Pikachu spuntava improvvisamente. O Giovanni chiamava con un’importante comunicazione.
Tirandosi a sedere, Jessie sorrise ansiosa a James riposare alla sua sinistra.
“Sarebbe così facile parlargli adesso, noi due da soli, solo in questa notte così quieta…” pensò sospirando Jessie.
Scostò dolcemente un ciuffetto di capelli blu-porpora di James.
Guardandolo dormire, il motivo di una canzone vagò tra i pensieri della ragazza.
Sentì per la prima volta quel canto, quando da bambina camminava sulla riva del mare.
La brezza della sera accompagnava la voce melodiosa di una giovane ragazza.
Una musica, soave, che era possibile ascoltare solo attraverso l’oscurità di notti come quelle.
Lei si mise lentamente a sedere e fissando lo scintillio della sera cominciò a cantare le parole di quel motivo familiare:


"Qui fuori, tra la quiete,
in questa pacifica serata,
sotto le stelle del cielo
nel mio cuore una domanda resta celata.
È ancora qui, nel mio cuore:
Mi chiedo se confesserò mai il mio vero amore.
Questa domanda sta bruciando nel mio spirito,
ed io sto soffrendo
Da dove posso cominciare per confessargli ciò che sento?
Oh, noi
siamo stati sempre insieme, hai avverato ogni mio sogno
di dirti ciò che sento è ora il mio bisogno
E di dirti questo: io ti Amo

Non posso aiutarti a sapere qual è il peso del mio sentimento per te
Chissà se qualcun’altra potrà mai amarti come me
C’è una cura al mio dolore?
Forse sapere che tu ricambi il mio amore?
Siamo stati sempre insieme, hai avverato ogni mio sogno
di dirti ciò che sento è ora il mio bisogno
E di dirti questo: io ti Amo"...


Guardando James un’ultima volta, Jessie posò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
“Jessie?” mormorò assonnato James, strofinandosi gli occhi.
Lei si tirò di scatto su a sedere “C-c-cosa c’è, James?” chiese con un tremolio nella voce. Il suo cuore cominciò a battere furiosamente. “Mi ha sentita…” pensò ansiosamente mordendosi il labbro con tanta violenza che cominciò a sanguinare.
James si stiracchiò, e chiese in tono leggero: “Hai detto qualcosa, Jessica?”
“Adesso, ti ho chiesto che cosa c’era…” ripeté lei.
“No, non quello…” rispose James, e sbadigliò. “prima, hai detto qualcosa?”
Agitata, Jessie rispose: “No, niente. Niente. Credo che tu abbia sognato…”
“Oh, bene” James rispose, forse un po’ deluso, ma poi sorrise. “Buonanotte, Jessie.”
“Buonanotte…”

Con il cuore che ancora batteva all’impazzata, Jessie si rannicchiò nel sacco a pelo, consapevole che quella notte non sarebbe riuscita a chiudere occhio.
Lentamente cominciò a prendere sonno.
James aveva aperto gli occhi e la guardava. Lei non sapeva che lui fosse ancora sveglio, finché non si chinò per baciarla dolcemente sulla fronte.
Jessie si svegliò di scatto e per un terribile istante pensò di avere sognato.
James era lì, che la guardava. Jessie pensò di non avere più fiato in gola per parlare.
“Che hai fatto?” chiese lei, cercando di avere un tono sorpreso ma che risuonò del tutto falso.
Il suo terrore si leggeva nei suoi occhi ma Jessie non riusciva a mascherarlo in nessun modo.
“Shh” James sfiorò con un dito le labbra di Jessie. “Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma mi sembri agitata. È tutto a posto?”
“L’ha notato davvero” pensò Jessie, mentre il cuore sembrava volergli uscire dal petto.
 “Beh, sì. È tutto okay” risponde leggermente. “Grazie”
James ritornò giù, e fissò intensamente Jessie negli occhi.
Dopo alcuni minuti, secoli per Jessie, parlò di nuovo. “Volevo solo dirti che…” s’interruppe, tossendo imbarazzato. “la tua voce è quella di un angelo”.
“Tu..mi hai sentito prima?” la voce di Jessie si incrinò pericolosamente.
“che diavolo ho fatto..” pensò, temendo di scoppiare a piangere da un momento all’altro.
Lui annuì col capo, mentre Jessie si sentì morire.
“E io mi sento come te”
Jessie ebbe un guizzo negli occhi. “Tu…tu…”
“Io ti amo, Jessie”

Come piccoli fuochi d’artificio, il cuore di Jessie ebbe un’esplosione.
Aveva finalmente sentito quelle parole. Il suo unico sogno era diventato realtà.
“E io” sussurrò Jessie che non riusciva a dire altro “ti amo James”
Dall’altra parte del fuoco, arrivò un borbottio familiare. “Allora, piccioncini, la vogliamo finire?” brontolò Meowht fissandoli furibondo.
“Non lo sapete che ai Meowht piace dormire?”
James arrossì furiosamente.
“Queste creature umane…” disse Meowht coricandosi. “Non hanno mai rispetto per gli altri!”

  
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